#mi avrebbe fatto troppo strano sorry
Explore tagged Tumblr posts
omarfor-orchestra · 10 months ago
Text
Chissà se si è sentitə così chi ha visto Baby dopo BraccialettiRossi
1 note · View note
ragazza-whintigale · 3 years ago
Note
Tumblr media
Posso richiedere Yandere Mother Roxana Agriche x Figlia lettrice x Yandere Father Cassis Pedelian ? Il lettore cerca di scappare da loro perché troppo iperprotettivi e soffocanti. Ma il lettore viene catturato quando ha cercato di scappare e ottenere punizione (rimanere bloccato, morire di fame ecc.) Grazie. Nota: non sono italiano e non conosco la lingua Itali mi dispiace se non hai capito perché uso solo Google Translate (se non hai capito, va bene se hai semplicemente ignorato questa richiesta) Mi piace molto la tua scrittura
English Version of Request:
Can I request Yandere Mother Roxana Agriche x Daughter reader x Yandere Father Cassis Pedelian? The reader try to run away from them because they are too overprotective and suffocating. But the reader get caught when she tried to ran away and get punishment (get locked, starving etc etc) thank you. Note: I am not an Italian and I don't know Itali language. I am sorry if you didn't understand because I only use Google Translate (if you didn't understand this, it's ok if you just ignored this request) I really like your writing
Tumblr media
𝔜𝔞𝔫𝔡𝔢𝔯𝔢 𝔐𝔬𝔱𝔥𝔢𝔯 ℜ𝔬𝔵𝔞𝔫𝔫𝔞 𝔄𝔤𝔯𝔦𝔠𝔥𝔢 𝔵 𝔯𝔢𝔞𝔡𝔢𝔯 𝔵 𝔜𝔞𝔫𝔡𝔢𝔯𝔢 𝔉𝔞𝔱𝔥𝔢𝔯 ℭ𝔞𝔰𝔰𝔦𝔰 𝔓𝔢𝔡𝔢𝔩𝔦𝔞𝔫
Tumblr media Tumblr media Tumblr media
𝔒𝔭𝔢𝔯𝔞 ➵ The Way To Protect The Female Lead’s Older Brother
𝔄𝔳𝔳𝔢𝔯𝔱𝔢𝔫𝔷𝔢 ➵ Comportamenti Yandere, Yandere platonico, prigionia, infantilizzazione, tortura psicologica, manipolazione, fuga.
𝔓𝔞𝔯𝔬𝔩𝔢 ➵ 1475
Tumblr media
All'inizio avevi pensato che fosse più che normale il loro comportamento. Infondo il mondo era sempre stato un luogo mostruoso e spaventoso nonostante contenesse quel pizzico di mistero che ti lasciava quasi affascinata, quel tanto che basta per salire in grembo di tuo padre con i suoi capelli argentati e gli occhi dorati e chiedergli come era il mondo al di fuori delle mura. Non aveva mai mostrato molta gioia per il tuo flebile interesse e si ridusse a descrivere il mondo in un modo fin troppo piatto, che per qualche motivo contrastava con quello che diceva invece tua madre, che descriveva il mondo esterno ricco di mostri e uomini malvagi. Ed era vero che all’inizio ci avevi creduto sul serio, in fondo le loro descrizioni erano talmente accurate che davvero non avevi potuto che credergli. Solo con il tempo avresti potuto notare le discrepanze, paesaggi situati nello stesso luogo ma diversi tra loro o persone che da un lato erano esseri malvagi e senza pudore dall’altro veri e propri mostri, descrizioni che non coincidevano e tu ti sforzassi di credergli ma era sempre più complicato. Mettere insieme pezzi che non coincidevano e piano piano la loro figura iniziò a risultare meno rassicurante e familiare. Il fatto che fossero così asfissianti non aiutava molto, non ricordavi neppure l’ ultima volta che avevi passato del tempo con qualcuno diverso da loro, avresti incontrato alcune cameriere ma non erano mai passate oltre la soglia concessagli da Roxanne e Cassis. I poveri sventurati che hanno provato una qualche sorta di approccio era spariti, oppure si allontanavano alla tua vista, ciò rese tutto ancora più strano. 
Niente era mai sfuggito veramente al loro controllo tranne te, eri sempre rimasta entro i limiti che avevano disegnato per te, mentre ti accontentavi di intrufolarsi nei loro uffici per ricevere una qualche sorta di compagnia, o di scappare dai quei insegnanti troppo noiosi per dargli retta, oppure sventolare la spada in modo fin troppo spavaldo cercando di imitare un qualche cavaliere di cui avevi letto, venendo però rimproverata amorevolmente da Cassis che finiva per sciogliersi leggermente al tuo sguardo appannato da perle salate. Ma con il tempo quei gesti avevano perso in loro significato, improvvisamente avevano perso quel familiarità. Quei ricordi risultavano accoglienti quasi quanto una camera bianca e priva di mobili e piacevole quanto la sensazione dell’alcool che bruciava su una ferita, tutto con il tempo aveva perso il proprio ordine naturale, quello che avrebbe dovuto avere secondo qualcuno, ma in realtà era diverso. Per questo ti eri azzardata a dire quelle parole che solo giorni prima ti sarebbero sembrate così maleducate e irrispettose.
« Papà, mamma voglio diventare un cavaliere »
Cassis quasi si strozzò con la tazza di tè che stava bevendo, mentre Roxana rideva sotto i baffi al comportamento forse troppo esagerato dell'amato marito. Forse ti stavi solo annoiando a giocare con quel pezzo di legno che avevi identificato come una spada, o forse ti eri stancata dei semplici racconti della biblioteca, ti sarebbe passata presto, era con questo che si rassicurarono mentre continuavano il pasto. Ma questa non era un fase come pensavano loro, e quindi hai insistito, alzandoti in piedi e bloccando i pugni contro il tavolo. Cassis aveva fermato il suo sguardo sul tuo, e lo avresti incontrato anche tu, da quando eri bambina ti era sempre stato più facile guardarlo negli occhi quando volevi qualcosa, a differenza di Roxana che finivi per perdere le parole di fronte a quei occhi taglienti. Era sempre stato più morbido Cassis di Roxana, ma non abbastanza morbido da permetterti di fare un’affermazione così azzardata.
« Come mai questa richiesta improvvisa » trovavi più strano se non glielo avessi chiesto, ti eri sempre limitata a quelle storie, a quegli oggetti che potevano, nella tua immaginazione, eguagliare gli strumenti di un cavaliere, ma ora eri cresciuta e avevi bisogno di conoscere più cose, di sperimentare sulla tua pelle tutto quello che era considerata realtà. Ma loro non sembrano contenti, i loro sguardi vagavano per incrociarsi tra di loro e poi su di te, era naturale che fosse fuori discussione una cosa del genere, tu eri loro figlio, e un genitore protegge sempre il proprio figlio, anche se questo non comprendeva il motivo. Per questo te lo negarono. Allora eri talmente deluso, avevi sempre pensato che ti avrebbero supportato in ogni tua scelta, come avevano fatto quando ancora solo una bambina.
Però, era vero che non ricordavi mai di aver fatto alcuna scelta, tutte erano parole raffinate e confezionate dai due così che tu avresti accettato come tue, ma non te ne davi una reale colpa, eri un bambino, santo cielo, avresti mai potuto notare la differenza, solo ora avevi le facoltà mentali per farlo, e avevi anche quelle necessarie e aggirarli. Per questo ti sei seduta di nuovo al tuo posto , ti sei tranquillizzata al meglio che potevi, ringraziando almeno in parte le doti recitazione ereditate della tua adorata madre. Avresti agito in silenzio e con calma, non avevi ancora voglia di essere scoperta. 
Tumblr media
Non era passato molto tempo prima che si accorgessero della tua assenza, la residenza diventava fin troppo silenziosa quando accadeva e come falene attratte dalla luce, Cassis e Roxana non poterono che cercare la tua presenza per la tenuta, avevano già sperimentato una atmosfera simile, di solito era un campanello d’allarme che gli indicava che ti era accaduto qualcosa e la maggior parte avrebbero indovinato, e le restanti volte avrebbero confezionato il loro volerti accanto, che non era per nulla falso, anzi, avrebbero preferito che tu ti avventurarsi per i loro uffici più tosto che all’esterno, avrebbero preferito tenerti tra le braccia quando eri troppo stanco per giocare a qualche battaglia immaginaria che avresti vinto mentre nella realtà stavi lentamente cadendo nell’oscurità. Ma forse erano stati ancora troppo indulgenti con te, le restrizione che avevano progettato erano state abbastanza quando eri ancora in cerca della loro attenzione ma ora eri cresciuta, ed eri anche scappata.
Non era stupiti, solo arrabbiati, avevi sempre avuto un certo caratterino, una miscela perfetta tra l’orgoglio e la giustizia dei Pedelian, e l’astuzia delle controparti Agriche. Già da tempo avevano iniziato a temere che fossi scappata, ma non avevano prove, sarebbe stato come non darti la giusta fiducia, ma ora era palese che avevano ragione. La loro preoccupazione era ridotta al solo pensiero che ti fossi ferita eccessivamente mentre ti riportavano a casa, che risulto abbastanza infondate, eri abbastanza scalciante intrappolata sulla spalla di Cassis, ciò vuol dire che hanno fatto il loro dovere. Le ore successive sarebbero state decise a seconda del tuo comportamento e dalla loro benevolenza.
Tumblr media
Il loro lato iperprotettivo gli impedì per ovvie ragione di pensare a qualsiasi punizione che implicasse il danneggiarti eccessivamente, che fosse fisicamente o mentalmente, quindi perché non farti provare quella stessa sensazione che gli hai fatto provare quando eri fuggita lasciandoli soli. Per questo eri stata legata con robuste corde ad una sedia tutto fuorché comoda, i tuoi vestiti erano ridotti ad una leggera sotto veste, mentre i tuoi occhi erano stati coperti da una spessa benda per impenderti di vedere qualsiasi cosa, non che potessi vedere qualcosa, la stanza, se tolta la benda era completamente buia, lasciandoti quel senso di pressione che mai avevi provato, nemmeno quando i tuoi genitori ti rimproveravano. Ma quello che più di tutto era considerata una tortura era quel fottuto suono. Sembrava come una goccia d’acqua che cadeva per schiantarsi sul pavimento in pietra grigia, ripetutamente e all’infinito, eppure non sentivi la presenza di umidità nella stanza. All’inizio ti era sembrato gradevole e piacevole, almeno c’era qualcosa a farti compagnia, poi divenne insopportabile, niente cambiava, ti sembrava di ripetere sempre la stessa scena in terno senza che nulla cambiasse. Non sapevi esattamente che significato aveva questa punizione per loro e non avevi alcun interesse a scoprirlo, da chissà quanto tempo non mangiavi e volevi solo che tornasse, eri disposta a chiedergli scusa, a lasciarti andare in quello che loro avevano in mente, avresti persino sopportato quelle noiose lezioni di eticchetta, lo avresti fatto davvero.
Eri persa nei tuoi pensieri tanto che ti accorgi della loro presenza solo quando la mano di Roxanna, che improvvisamente ti sembrava così calda e accogliente, che ti toccava amorevolmente il volto. « M-mamma... P-papà... » Avresti potuto dire qualsiasi cosa per farti tirare fuori, o anche fare qualsiasi cosa, ma c’era ancora qualcosa, c’era ancora quella voglia di libertà che avevi dimenticato a causa dell’oscurità crescente intorno a te e bensì non lo dessi a vedere, era ancora lì ma loro lo avevano capito. Per questo il tocco sulla tua pelle sparì e la presenza, di colpo rassicurante, si allontanò dal tuo fianco.  
 « Vedo che hai bisogno ancora di un po' di tempo, quando ti sentirai pronta, avremmo già tutto il necessario per vivere insieme, cara»
Tumblr media
73 notes · View notes
mbcorvo-author · 5 years ago
Text
“An experiment”
This excerpt is brought to you thanks to @withered-rose-unbreakable-lotus​‘s prompt she sent me for my “100 followers drabble challenge”.
I spent many days trying to come up with something and after some internet, after watching some videos friends spammed to me, I was able to write!
The original is around 1860 words long, but I decided to translate & share with you a shorter part that included the prompt I was given.
The prompt was:  "I never wanted this to be/end this/that way"
(you can find an extra snippet here *click*)
“An experiment”
Probably her brother was in one of those rooms...but which one? She couldn't waste time checking every door, and wasting time could mean rising the risk of stumbling into one of the assistants - or if bad luck wanted, the Doctor themself! - while searching. A broken scream of pain stopped the train of thoughts of Kelsie. Even if the sound was muffled and vaguely distorted by the basement's echo, she was sure that it was her brother's voice. She was quickly moving again along the big corridor trying to understand from which door the pained screams were coming from and in the end, she found it. Her trembling right hand moved the tiny piece of metal that covered the little rectangular opening in the metal door and she saw him. «REESE!» she exclaimed, both relieved for having found him and scared for the situation they were in. Too focused on the finding of her brother to notice that it was very odd that the heavy door of that little laboratory wasn't locked.
She entered the lab and rapidly went towards her brother that was tied to what looked like a metal table. «Oh my god!» shrieked, hands covering her mouth while she stared wide-eyed at her suffering brother «Oh my god, Reese! What they have done to you?!» she couldn't believe what she was seeing. Reese was strapped to that table, drips with mysterious liquids connected to an arm that was no more human... or rather, at a closer look that arm has never been human. Some stained bandages were covering a portion of the shoulder and the chest of the brother, maybe they grafted it onto him? Atrocious! Other scars were scattered on what was uncovered of his body, what else they did to him?
The young man's eyes were glossy with fever and the sclera had an unhealthy yellowish shade, glazed look forcefully facing towards the ceiling while his laboured breathing was sometimes interrupted by pained cries. «Reese! Reese!» said her reaching him and moving away his bangs that were stuck to his face because of the fever sweats «Calm down, it' me Kelsie» she murmured «I'm sorry, I'm really fucking sorry... I... I only wanted to find a safe place, a place where they could get you healed...» sobbed, barely able to hold back tears «I never wanted this to end this way! I'm sorry Reese!».
Reese seemed to come back to his senses feeling his sister at his side «...scape...» uttered faintly with a scratchy voice «...elsie...o away...» «We'll go away together, don't worry!» exclaimed her in response «I'll untie you right away and we'll go away in a blink» she tried to give her voice the most optimistic and calm tone possible while moving and starting to fumble with the thick straps that kept her brother trapped. He whimpered and stirred in his constricted laying, shaking his head «No... Kel... scape...» uttered with an anxious voice tone while his sister was trying to free him. «Quiet, quiet, I think I figured it out,» said her, faking a happy tone, finally being able to untie the human arm from the restrains «Here we go! Now I'll finish untying and-» «RUN» croaked her brother, using all the air and strength that was left in his body, losing again consciousness.
The young woman didn't even have the time to say anything that the thud of the heavy door made her jump. «Well, well, well...» said a voice that startled Kelsie that was standing still like she was petrified «What are you trying to do, little mouse?» «Doc!» gasped the young woman turning towards the door, her hands grasping the border of the metallic table where was her brother. Tense as she was, she was barely able to stutter something to the Doctor that meanwhile was moving slow steps inside the lab.
«Well?» the Doctor commented, tilting a bit their head to the side to be able to observe her better with their only eye «Little mouse forgot how to speak?» teased. Even with the white mask covering their face from the nose to the chin and the red hair covering their right side of the face, it was easy to perceive from their voice the not-so-reassuring grin that was stretching their lips. He was walking slowly, one hand tucked in the pocket of the white lab coat they constantly wore, while the other was caressing lightly the top of another table on which were kept many tools.
Kelsie started to walk too, moving on the side since her bother's table was right behind her back. «I-I wanted... I wanted to see Reese» babbled the young woman finally regaining enough courage to talk, courage that she then took in both hands to continue «What have you done to him?! Why you have reduced him this way?!»
The Doctor's look moved towards a vial that they picked with their free hand, observing the dense liquid inside it «What have I done to him... mh...» mumbled like he was lost in thought, slightly stirring the vial to make the liquid swirl «An experiment» commented, plainly, putting the vial back in the small tube rack.
Tumblr media
Italian version under the cut!
Questo estratto vi è offerto grazie allo spunto che @withered-rose-unbreakable-lotus​ mi ha mandato per il “100 followers drabble challenge”.
Ho trascorso molti giorni cercando di ideare qualcosa e dopo un po’ di internet, dopo aver guardato qualche video che amici mi avevano spammato, sono stato in grado di scrivere!
L’originale si aggira sulle 1860 parole di lunghezza, ma ho deciso di tradurre e condividere una parte più breve che include lo spunto che mi è stato dato.
Lo spunto era: “Io non ho mai voluto che questo fosse/finisse così/in questo modo”.
(potete trovare uno stralcio extra qua *click*)
“Un esperimento”
Probabilmente il fratello si trovava in una di quelle stanze… ma quale? Non poteva perdere tempo a controllare ogni porta, così come avrebbe potuto rischiare di incappare in qualche assistente – o sfortuna non voglia, il Dottore stesso! - mentre cercava. Un urlare strozzato di dolore riscosse Kelsie dai suoi pensieri. Anche se il suono era ovattato e vagamente deformato dalle eco dei sotterranei, era sicura che quella fosse la voce del fratello. Tornò a muoversi rapidamente lungo il grande corridoio cercando di capire da quale porta provenivano quelle urla di dolore e alla fine la trovò. Mano destra tremante andò a spostare la striscia di metallo che copriva la fessura che fungeva da spioncino nella porta di metallo e lo vide. «REESE!» esclamò, a metà tra il sollievo per l’averlo ritrovato e lo spaventato per la situazione in cui si trovavano. Troppo concentrata sull’aver ritrovato il fratello per rendersi conto che fosse strano che la pesante porta del piccolo laboratorio non fosse stata chiusa a chiave.
Entrò e si affrettò a raggiungere il fratello legato a quello che pareva essere un tavolo di metallo. «O mio dio!» esclamò portandosi le mani a coprire la propria bocca, occhi sgranati che osservavano il fratello sofferente «Oh mio dio, Reese! Cosa ti hanno fatto?!» non riusciva a credere a ciò che vedeva. Reese era legato a quel tavolo, flebo con misteriosi liquidi collegati a un braccio che di umano sembrava non avere più nulla… anzi, a guardare meglio quel braccio non era mai stato umano. Delle bende sporche coprivano parte della spalla e del busto del fratello, che glielo avessero trapiantato addosso? Atroce! Altre cicatrici costellavano ciò che si vedeva del corpo del ragazzo, cos’altro gli avevano fatto?
Gli occhi del ragazzo erano lucidi di febbre e la sclera aveva una malsana colorazione tendente al giallognolo, sguardo vitreo forzatamente rivolto verso il soffitto mentre il respiro affannoso era di tanto in tanto interrotto da versi di dolore. «Reese! Reese!» disse la ragazza affiancandolo e scostandogli dalla fronte la lunga frangia che gli si era appiccicata per via del sudore causato probabilmente dalla forte febbre che aveva «Calmati, sono io, Kelsie» gli mormorò «Mi dispiace, mi dispiace un casino… io… io volevo solo trovare un posto sicuro, un posto dove potessero rimetterti in sesto...» singhiozzò, trattenendo a fatica le lacrime «Non ho mai voluto che andasse a finire in questo modo! Mi dispiace Reese!».
Reese sembrò iniziare a tornare in sé e accorgersi della sorella al suo fianco «...appa...» bofonchiò fiocamente con la voce ridotta a un raspo «...elsie...a via...» «Andremo via insieme, non preoccuparti!» esclamò lei in risposta «Ti slego subito e ce ne andremo via in un attimo» cercò di mantenere un tono di voce il più possibile calmo e positivo, mentre si spostò iniziando ad armeggiare con le spesse cinghie che tenevano il fratello intrappolato. Lui mugolò e si mosse in quella sua posa costretta, scuotendo il capo «No… Kel… appa...» bofonchiò con tono più agitato mentre la sorella cercava di liberarlo. «Tranquillo, tranquillo, forse ho capito» fece lei fingendo un tono allegro, riuscendo infine ad liberare il braccio umano dalle cinghie «Ecco qua! Ora finisco di slegarti e-» «CORRI» gracchiò il fratello usando tutta l’aria e le forze che gli rimanevano in corpo, perdendo nuovamente i sensi.
La ragazza non fece in tempo a replicare che il tonfo della pesante porta della stanza che si chiuse la fece sobbalzare. «Bene, bene, bene…» disse una voce che fece trasalire Kelsie che era rimasta immobile come pietrificata «Cosa stai cercando di fare, topolino?» «Doc!» esclamò la ragazza voltandosi in direzione della porta, mani che si strinsero sul bordo del tavolo di metallo su cui si trovava il fratello. Nervosa com’era, era a malapena in grado di bofonchiare qualcosa alla volta del Dottore che intanto muoveva lenti passi nel laboratorio.
«Beh?» fece il Dottore, inclinando appena il capo da un lato così da adocchiarla meglio con il suo unico occhio «Il topolino ha dimenticato come si parla?» la punzecchiò. Nonostante la maschera bianca che gli copriva il volto dal naso al mento e i capelli rossi che gli nascondevano il lato destro del viso, si poteva facilmente intuire dal suo tono di voce il ghigno poco rassicurante che doveva star stirando le sue labbra. Avanzava lentamente, una mano infilata nella rispettiva tasca del camice bianco che indossava perennemente mentre l’altra accarezzò leggermente la superficie di un tavolo su cui erano presenti diversi strumenti.
Kelsie iniziò a muoversi a propria volta, spostandosi in laterale avendo alle proprie spalle la via bloccata dal tavolo con il fratello. «I-io volevo...io volevo vedere Reese» balbettò la ragazza ritrovando finalmente il coraggio di parlare, coraggio che quindi prese a due mani per proseguire «Cosa gli hai fatto?! Perché lo hai ridotto così?!»
Lo sguardo del Dottore si era spostato su una provetta che aveva afferrato con la mano libera, osservandone il denso liquido all’interno «Cosa gli ho fatto...mh...» borbottò quasi sovrappensiero facendo oscillare la provetta per muovere il liquido al suo interno «Un esperimento» rispose, semplicemente, andando a riporre la provetta nel piccolo porta-provette.
10 notes · View notes
aloy97 · 6 years ago
Text
EPISODE 5 MCLU ANSWERS ( CASTIEL ROUTE)
HI GIRLS QUESTI SONO I DIALOGHI PER CASTIEL , li metto sia in inglese che in italiano..Con lui ho ottenuto sia la pic che un lov ometro molto alto
1)Rilassati sono solo io A) n-no sono solo sorpresa, tutto qui ( NEUTRA) B) non è da tutti i giorni che il cantante dei crowstorm viene qui per un caffè( deduco sia quella positiva) 2)La cameriera è davvero un simile disastro?, fa scappare tutti i clienti? B: è probabilmente così, sono un vero disastro ambulante ( positiva e vi da +5) 3)ok se il caffè è buono, magari metto un commento positivo sulla vostra pagina internet B: non dimenticarti di parlare dell'incredibile cameriera che ti ha preparato il miglior caffè del mondo( +5 positiva) 4) e poi soprattutto, sembra essere il solo bar a non essere preso d'assalto di prima mattina.E' piacevole poter fare colazione senza essere importunati A: hai ragione, qui non sarai perseguitato da un branco di fan, in linea di mssima (+ 5 positiva) 5) immagino A: e tu vivi della tua musica?, comunque se mi ricordo bene non eri dell'idea di riprendere gli studi B: essere sempre in viaggio e non avere più il tempo di vedere i compagni del dolce amoris, non ti dispiace?( neutra) 6) con il ritmo dei concerti, seguo una parte delle lezioni a distanza.Quindi non vengo sepsso all'università, sarà difficile incontrarsi ogni giorno. A: peccato mi avrebbe fatto piacere B: ok, capisco.E' bello che il gruppo abbia successo e che tu possa continuare per la tua strada in questo modo, in ogni caso ( NEUTRA) 7) non ti va di sederti un attimo?, potremmo parlare un po' B: ehm perchè no ok... ( positiva +5) 8)devo riconoscere che il caffè è piuttosto buono B:(mi sono limitata a fargli un sorrsio) NEUTRA 9)A proposito , rosalya è ben tornata a casa dopo il concerto? A) d'altronde , visto che ne parliamo, mi dispiace davvero per quello che è successo ( NEGATIVA) B) aveva bevuto troppo ma era più divertente che altro, non trovi? ( NEGATIVA) C( preferisco non tirare fuori l'argomento) ( POSITIVA) 10) ehi, hai bisogno di aiuto? A: beh ecco, non ti dico di no ( POSITIVA + 5) 11)A-ASPETTA ti aiuto a portarli B: grazie è davvero gentile da parte tua ( neutra/ positiva) 12) ( qui nina se ne va e noi abbiamo questo dialogo con castiel) A : PERCHè LE HAI DETTO DI Sì PER I BIGLIETTI?) ( Porta a un altro dialogo che purtroppo non ho sotto mano ma è NEUTRA) b: Hem, non mi resta che rimettere tutto in ordine ( NEUTRA) 13) ti do una mano? [color=blue] A: un po' di aiuto , non dico di no ( NEUTRA) 14) cosa vuoi sapere? A: niente, pensavo al tuo cane.Demon, come sta?( NON CHIEDETEGLIELO è -20 CON LUIIII) B: no , sul serio, non pensavo a niente di particolare! ( NEUTRA) C: niente, sono solo impressionata di vedere a che punto sei riuscito a raggiungere i tuoi obiettivi, cantante , ti va bene? ( NEUTRA ma ha una reaction stupita) D: hai una ragazza( ci scommetto che è negativa) 15) LITIGATA CON NATH, ho risposto la A: molto gentile per la cameriera del " posto squallido" ( + 5 con castiel) 16)( è meglio interevenire) ( positiva per castiel ) 17) comunque , segui il mio consiglio, non è la migliore persona da frequentare A) è strano, mi sembra che la gente dicesse la stessa cosa di te quando eravamo al liceo ( POSITIVA + 5)
  SUB ENG: HI GIRLS
these  are the answers for castiel’s route on episode 5 of MCLU..I have  obtain with him 60+ and the picture..If you note some wrong answers  comment this post !..I don’t eat you!.
1) Only relax is me A) n-no I'm just surprised, that's all (NEUTRAL) B) it is not every day that the singer of crowstorm comes here for a coffee (I deduce is the positive one) 2) Is the maid really a similar disaster ?, Does all customers run away? B: it's probably like that, I'm a real walking mess (positive and gives you +5) 3) ok if the coffee is good, maybe I put a positive comment on your website B: do not forget to talk about the incredible waitress who prepared you the best coffee in the world (+5 positive) 4) and then, above all, it seems to be the only bar not to be stormed early in the morning. It's nice to have breakfast without being bothered To: you're right, here you will not be persecuted by a bunch of fans, in line of mssima (+ 5 positive) 5) I imagine To: and you live of your music ?, however if I remember correctly you were not of the idea to resume the studies B: always be on the road and do not have more time to see the companions of the sweet amoris, not you sorry? (neutral) 6) with the rhythm of the concerts, I follow a part of the lessons at a distance. So I do not come to the university, it will be difficult to meet every day. To: sin I would have liked B: ok, I understand. It's nice that the group is successful and you can continue on your way this way, anyway (NEUTRAL) 7) do not you want to sit down for a moment ?, we could talk a bit B: um because no ok ... (positive +5) 8) I must recognize that coffee is quite good B: (I just gave him a smile) NEUTRAL 9) By the way, is rosalya well back home after the concert? A) on the other hand, since we talk about it, I'm really sorry for what happened (NEGATIVE) B) had drunk too much but it was more fun than anything, do not you think? (NEGATIVE) C (I prefer not to get the topic out) (POSITIVE) 10) hey, do you need help? A: Well here, I do not say no (POSITIVE + 5) 11) A-ASPETTA will help you to bring them B: thanks, it's really kind of you (neutral / positive) 12) (here nina goes away and we have this dialogue with castiel) A: WHY DID YOU TELL YOU YES FOR TICKETS?) (Leads to another dialogue that unfortunately I do not have under my hand but it is NEUTRAL) b: Hem, I just have to put everything back in order (NEUTRAL) 13) do I give you a hand? [color = blue] A: some help, I do not say no (NEUTRAL) 14) What do you want to know? A: nothing, I was thinking of your dog.Demon, how are you? (DO NOT ASK IT IS IT -20 WITH LUIIII) B: no, seriously, I was not thinking about anything in particular! (NEUTRAL) C: nothing, I'm just impressed to see how far you've been able to reach your goals, singer, are you all right? (NEUTRAL but has an amazed reaction) D: you have a girlfriend (I bet it's negative) 15) LITIGATED WITH NATH, I answered A: very kind to the maid of the "squalid place" (+ 5 with castiel) 16) (it is better to interevenire) (positive for castiel) 17) anyway, follow my advice, it is not the best person to attend A) it's strange, it seems to me that people were saying the same thing about you when we were in high school (POSITIVE + 5)
1 note · View note
kirayun · 4 years ago
Text
The Journey Of Destiny (Ita Version) - S1E00: Prologo
Ed ecco finalmente il mio primo tentativo di scrivere fanfiction. Per capire qualcosa di me e sul mio tentativo di scrittura e la mia conoscenza di entrambe le lingue vi rimando al mio lungo post: Scrivere una fanfiction? - Write a fanfiction?
Onestamente non so se qualcuno leggerà davvero questa cosa, ma sono soddisfatto di essere anche solo riuscito a portarla a termine.
And here is finally my first attempt at writing fanfiction. To understand something about me and my attempt at writing and my knowledge of both languages, I refer you to my long post: Scrivere una fanfiction? - Write a fanfiction?
I honestly don't know if anyone will actually read this, but I'm happy that I even managed to get it done.
The fic is in Italian but I made some adjustments to make sure that if someone were to use google translate / chrome to translate it, i can only hope the corrections help a smoother reading. I also had to make corrections where needed because he translated some things in “he” and “him” instead of “her” and “she”. I don’t know if all this will make it more readable in another language, so sorry for any problems in reading.
If you want I can try to post the English version with translate and then tell me if it can work to post it in both languages.
Summary:  “Miliardi di dollari di attrezzature a tua disposizione e vi ho battuto con un laptop che ho vinto in una scommessa?”
In un universo simile, ma  allo stesso tempo diverso, l’incontro in anticipo di due anime destinate cambia per sempre lo svolgersi degli eventi.
La sveglia del cellulare la destò dal sonno, gli occhi si aprirono nell’oscurità del furgone e un braccio si allungò per accendere la lampada così da illuminare il minuscolo spazio su ruote in cui la ragazza viveva.
Per Skye un nuovo giorno era iniziato, un giorno che normalmente avrebbe sfruttato per fare un passo avanti verso il suo obiettivo, alla sua costante ricerca, ricerca che ora era ostacolata dallo spazio vuoto tra la sua attrezzatura elettronica dove normalmente teneva il suo computer. Proprio ieri il laptop l’aveva abbandonata per sempre, decidendo di morire in maniera irreparabile.
Dopo un ultimo sguardo ed un sospiro, Skye si alzò per cominciare la sua solita routine mattutina.
.
Skye uscì dal bagno dei dipendenti del diner affianco al vicolo dove era solita parcheggiare il furgone, aveva un accordo con l'anziana coppia proprietaria che permetteva a Skye di usarlo per rinfrescarsi in cambio del suo aiuto nel pubblicizzare il locale su internet e i social.
Lei fece un cenno all’impiegata dietro al bancone, una giovane ragazza dai corti capelli rossi sotto i vent’anni, anche se non poteva vederlo perché impegnata con la macchina del caffè
“Ehi Grace”
La cameriera, Grace, girò lo sguardo e sorrise alla vista di chi l’aveva chiamata
“Skye ciao, il solito?”
“Certo, tu sai come mi piace,” lo disse ambigua e aggiungendo un occhiolino, sapendo di provocare  una reazione nella ragazza più giovane.
La reazione di Grace fu quella prevista: rossore sulle guance e inciampò lievemente all’indietro urtando leggermente una brocca di caffè che quasi cadde dallo scaffale dietro di lei. “Skye!”
Una piccola risata partì dall’hacker. “Lo sai che ti prendo solo in giro.”  
Un cenno della rossa confermò la sua affermazione. “Certo, certo, ma intanto mi hai quasi fatto rompere una brocca...di nuovo!” Puntualizzò l’affermazione agitando davanti a lei l’oggetto che era stato quasi distrutto.
Dopo un’altra piccola risata di Skye le cose ripresero normalmente. Lei non aveva mentito che il suo comportamento era solo per prenderla in giro, infatti, nonostante la sua bisessualità e il suo debole per le ragazze dall’aria carina e innocente, per lei la rossa più giovane era quasi come una sorella minore. Fin da quando aveva cominciato a frequentare il diner, le due avevano empatizzato per il loro simile background familiare, il non sapere da dove si proviene davvero e chi erano i tuoi genitori.
L’unica differenza era che, per quanto Grace abbia accettato la vita che aveva ora e andava avanti con essa, Skye non poteva fare lo stesso ed era determinata a trovare le risposte che cercava.
Se solo il suo computer non l’avesse mollata....
.
Jemma Simmons camminava lungo il marciapiede con la borsa del suo portatile a tracolla  e il cellulare all’orecchio.
“Mamma te l’ho detto, sto solo aspettando che assegnano a me e Fitz al nuovo incarico, l’agente Weaver mi ha assicurato che sarà di alto profilo ma che ci vuole ancora un po di tempo prima che sia pronto.”
Mentre continuava ad avanzare la ragazza notò un piccolo diner, un luogo ideale dove poteva fermarsi e cercare di risolvere il problema spuntato la sera prima.
“Senti ti devo lasciare…,” lei ascoltò per un attimo. “Si anche io ti voglio bene, e dillo pure a…” Ma venne interrotta da un signore di fretta che la urtò e che continuo ad avanzare senza neanche guardarsi indietro.
Dopo aver guardando un attimo con disapprovazione la direzione dove l’uomo era andato, lei riportò il cellulare all’orecchio sentendo la voce di sua madre che gli chiedeva se lei era ancora in linea. “Si eccomi scusa…si tutto a posto...si ti chiamo presto…,” e dopo un ultimo saluto la chiamata finì e lei entrò nel diner.
.
Jemma si era seduta ad un tavolino contro una delle vetrine e cercava di risolvere qualcosa sul portatile mentre stava sorseggiando il tè che aveva ordinato poco prima. Lei stava pensando di mangiare qualcosa, ma prima voleva risolvere questo.
Il bancone era alle sue spalle ma lei poteva sentire la cameriera dai capelli rossi, Grace se non ricordava male la sua targhetta, discutere scherzosamente con un’altra ragazza di nome Skye. Per curiosità lei stava per girare la testa a vedere la scena quando un grosso messaggio di errore appare sul computer.
“No, no! Non farmi questo…” Ma niente, per quanto lei digitò diversi comandi, l’apparecchio non rispondeva.
Tutto ciò attirò l’attenzione di Skye che vedendo il portatile e la ragazza di schiena decise di alzarsi dal bancone e avvicinarsi al suo tavolo. “Qualche problema con il computer?” Chiese e aspettò che l’altra ragazza la notasse.
Quando Jemma alzò la testa alla nuova voce, lei e Skye incrociarono gli sguardi per la prima volta e per un attimo tutto sembrò fermarsi. Entrambe le ragazze dimenticarono momentaneamente cosa facessero lì o persino chi erano loro stesse, troppo prese ad esaminare chi avevano di fronte e la particolare ed invisibile energia che un solo sguardo aveva creato tra di loro. Non sembrava uno sguardo di due estranee, era come se si fossero sempre conosciute e si stavano semplicemente ri-incontrando dopo un lunghissimo tempo. Nessuna delle due ragazze però aveva elaborato tutto ciò nella loro mente, era più un sentimento inconscio nascosto dentro di loro.    
Dopo alcuni secondi, finalmente il cervello di Jemma elaborò la domanda. “Cosa?...” lei fu la prima a riprendersi da quella strana sensazione che venne presto dimenticata da entrambe e che le riportò al presente. “...Oh sì, e da ieri sera che mi da problemi e oggi sembra essere impazzito del tutto aprendo un sacco di cose a caso contemporaneamente e non risponde a nessun comando che gli do il che è davvero strano perché è nuovo e solo per uso lavorativo ma non ho avuto neanche il tempo di farci su niente perché da subito ha creato problemi, ormai mi sono rassegnata al fatto che deve avere qualche difetto di fabbrica e che dovrò farmelo cambiare.” Lei disse tutto in una volta e così in fretta con anche alcuni gesti delle mani che Skye non riuscì a non trovare la cosa adorabile, quell’accento poi…
Skye diede un'occhiata allo schermo abbassandosi un po verso di esso. “Fidati ne so qualcosa di computer che ti mollano, proprio il mio si è fuso qualche giorno fa...però il tuo non sembra senza speranze…,” lei rialzo la sua postura e indicò dove l’altra ragazza era seduta. “Posso? Sono Skye comunque.” Approfittando del momento anche per presentarsi.
Jemma capì il senso della domanda, fece un cenno affermativo e si spostò più in là della panca lasciando che Skye si sedette affianco a lei. In fondo a questo punto cosa costava lasciare che questa ragazza facesse un tentativo? Sapeva che SHIELD gliene avrebbe pagato un’altro senza problemi, parte dei suoi benefit come scienziata era la possibilità di fare mettere attrezzatura varia sul conto spese. E se mentre osserva l’ennesimo fallimento di salvarlo veniva agitata dentro dalla presenza vicina di questa ragazza… beh Jemma di certo non avrebbe obbiettato. “Jemma, e non credo però riuscirai ad ottenere nulla da lui.” Ormai lei ci aveva già comunque rinunciato.
Skye girò la testa verso Jemma guardandola di nuovo negli occhi. “Così poca fiducia delle mie capacità?,” lei disse usando una voce un pochino più soave ma non esageratamente.
“Non ti conosco, non posso sapere quali sono le tue capacità.” Jemma rispose con un sorrisetto e la  voce un pochino giocosa, senza neanche rendersi conto del sottile flirt che le due avevano cominciato.
“Eppure non hai esitato a supporre immediatamente che avrei fallito.” Skye disse con lo stesso tono dell’altra ragazza.
“Non stavo sottovalutando le tue possibili abilità informatiche, sto solo affermando la realtà dei fatti in base alle prove che mi sono state sottoposte nelle ultime quattordici ore.” Jemma cercava di usare la logica in questa “discussione”. Non si trattava più del computer, ma di chi per prima avrebbe avuto l’ultima parola sull’altra.
Skye, percependo una lieve nota di sfida nell’argomento di Jemma, decise che doveva decisamente impressionare la ragazza e allo stesso tempo tenere alto il suo ego da hacker. Lei avvicinò un po il viso verso di lei. “Scommetti che posso riuscire a sistemarlo?” Ormai il suo tono era senza dubbio di sfida.
Jemma non si tirò indietro e incrocio le braccia come per affermarlo. “Facciamo così, hai detto che il tuo si è rotto qualche giorno fa giusto? Se per miracolo riesci a farlo funzionare come si deve te lo puoi tenere, come ho detto tanto è nuovo e non ci ho messo su ancora niente di personale.”
Skye alzò un sopracciglio a questo. “E se non ci dovessi riuscire?”
“Allora tu mi offri la colazione.” Jemma rispose senza esitare. Almeno lei poteva ottenere un pasto insieme a Skye e la mattina non sarebbe stata rovinata dal disastro del portatile.
“Questo suona come una vittoria in entrambi i casi per me.” Di nuovo il flirt aveva fatto la sua comparsa e per aumentare il tutto lei fece pure un occhiolino.
Presa alla sprovvista dall’audacia improvvisa, Jemma abbassò lo sguardo arrossendo. Le due restarono nelle loro posizioni per dei secondi, fino a quando Skye non smise di guardarla e si concentrò nuovamente sul portatile.
Così per i prossimi minuti la giovane hacker faceva la sua magia e la biochimica la osservava sorseggiando il suo tè. Per Jemma c’era qualcosa di speciale in questa ragazza che lei aveva appena incontrato,  non sapeva perché, ma sentiva che oggi qualcosa era cambiato. Non sapeva definire bene cosa, in che quantità e come ciò l’avrebbe influita da ora in avanti, sapeva solo che l’incontro con Skye aveva spostato l’asse della sua vita in maniera imprevedibile ed era curiosa di cosa ciò avrebbe portato. La parte logica del suo cervello, che poi era quella che solitamente lei usava, diceva che era un po esagerata a pensare così di una persona con cui aveva appena scambiato poche parole e che ora stava cercando di risolvere il suo portatile, un portatile che oltretutto lei aveva promesso come parte della scommessa. Ma Jemma stavolta non riusciva ad ascoltare quella sua parte logica, troppo presa da queste nuove sensazioni. E non era neanche la parte della “ragazza” il problema visto che non ha mai nascosto a nessuno la sua bisessualità.
“Ecco fatto! Come nuovo!”
La voce improvvisa di Skye destò Jemma dai suoi pensieri, e una volta capito cosa aveva detto, spostò il portatile verso di lei e fisso lo schermo. E in effetti il computer ora sembrava essere tornato a posto, il desktop davanti a lei era normale, e dopo qualche prova, poteva confermare che l’apparecchio rispondeva ad ogni comando che gli impartiva. “Ma come hai fatto?!” Jemma non era una ignorante in materia, non si ottengono due dottorati in giovanissima età senza usare dei computer, per non parlare di aver frequentato l’Accademia di Scienze e Tecnologia dello SHIELD, e si forse questo sarebbe stato più materia per l’Accademia delle Comunicazioni, ma lei poteva dire di sapersela cavare un po e di riconoscere quando una causa era persa. E invece Skye era riuscito a risolvere tutto in pochi minuti.
“Segreti del mestiere.” Queste parole e una piccola alzata di spalle erano l’unica risposta di Skye, insieme ad un sorrisetto soddisfatto che non gli lasciava le sue labbra.
Jemma sorrise insieme a lei, e dopo aver guardato il portatile un'ultima volta, lo richiuse e lo sollevò con una mano per darlo a Skye “Beh, allora adesso questo è tuo.”
“Aspetta, eri seria?!”  Onestamente, quando Jemma ha detto a Skye la posta in palio, non pensava che lei avrebbe davvero avuto il suo laptop se lo avesse sistemato. Chi lo fa con una sconosciuta?!
“Assolutamente, una scommessa è una scommessa, e poi il mio lavoro me ne pagherà uno nuovo senza problemi, è parte dei miei benefit.” Jemma disse con convinzione.
“Ma non vorranno quello vecchio per controllare?” Non poteva essere così semplice.
“Dirò che è finito sotto ad una macchina e che ormai erano rimasti solo tanti pezzi da buttare. Tranquilla sono una ragazza abbastanza rispettata nella mia area di lavoro, di solito non sono il tipo da “Bad Girl Shenanigans”.” Il vantaggio di essere una ragazza che di solito non viola mai le regole e fare quello che ci si aspetta da lei, ma passare il tempo con Skye continuava a far si che lei mettesse in discussione molte cose. Jemma porse ancora una volta il portatile alla ragazza, nella speranza che finalmente prendesse la sua vincita.
Skye alla fine si arrese e lo accettò, non credendo alla sua fortuna: aveva conosciuto una bella ragazza e vinto un laptop nuovo a cui serviva solo una veloce riprogrammazione, o almeno veloce per quanto riguarda le sue personalità abilità informatiche.
Ancora una volte le due ragazze si stavano fissando, cercando di capire cosa avrebbero dovuto dirsi adesso, ma poi Jemma posò lo sguardo sull’orologio da parete del diner e i rianimò tutta in una volta. “Non mi ero accorta che era così tardi! Il mio migliore amico mi sta aspettando!” Lei doveva proprio incontrarsi con Fitz a brevissimo. Si alzò  in piedi e raccolse in fretta le sue cose, meno il laptop ovviamente, “puoi…” lei fece un cenno con la mano al fatto che essendo seduta affianco a lei non poteva lasciare il tavolo.
Skye, che era rimasta immobilizzata da questa improvvisa svolta degli eventi si rese conto della richiesta. “Uh, certo…” lei si alzò per farla passare, chiedendosi ancora com'è che stava tutto finendo così in fretta.
Una volta libera dal tavolo e aver lasciato i soldi per la cameriera, Jemma guardò Skye. “Scusa ma devo proprio andare, il mio amico mi uccide se faccio tardi, abbiamo questo progetto con la dendrotossina e presto verremo richiamati al nostro lavoro…,” lei si rese conto in fretta che l’altra ragazza aveva un’aria confusa su quello che aveva appena detto, “...scusa, lascia stare, paroloni da scienziata.” Il sorriso che Skye diede in cambio la fece sorridere a sua volta. “Allora io vado…” E dopo un’ultima esitazione, lei si diresse all’uscita del diner.
Skye si riprese finalmente e corse per raggiungere Jemma che ora si trovava sul marciapiede all’esterno del diner a cercare un Taxi. “Jemma aspetta...e per quanto riguarda quella colazione?” Lei chiese provando con un’ultima nota di flirt.
Mentre il Taxi arrivava, la biochimica si girò verso di lei. “Hai vinto la scommessa no? Dovrai accontentarti del laptop e aspettare la prossima volta”  Il grande sorriso sul volto di Jemma confermava il tutto.
“Guarda che ci conto!” Oggi sembrava che nessuna delle due ragazze smetteva mai di sorridere a vicenda .
Jemma annuì e dopo aver dato un’occhiata finale all’altra ragazza salì sul Taxì, partendo pochi secondi dopo.
Skye rimase lì a fissare finchè l’auto finchè non era più visibile, per poi tornare all'interno del diner. Solo una volta dentro lei si rese conto di una cosa…non avevano scambiato i numeri di telefono! Corse subito al tavolo con il suo nuovo laptop sperando che Jemma mentisse quando ha detto che non ci aveva ancora messo niente di personale, ma purtroppo per lei dopo pochi minuti si rese conto che in effetti non c’era proprio nessuna informazione che le permettessero di rintracciarla. Skye non sapeva neanche il suo cognome! Questo per lei era un assoluto disastro, ben peggio di come si era sentita appena sveglia senza un computer su cui lavorare.
Grace, vedendo la sua agitazione, si avvicinò a lei. “Tutto bene Skye?” Chiese la giovane cameriera.
Skye scosse la testa e alzò lo sguardo all’amica “Ho come la sensazione di essermi appena lasciata sfuggire l’occasione di una vita…”
Grace, che per tutto il tempo aveva osservato Skye e la ragazza inglese  interagire capii subito cosa intendesse. “Beh sai...se è destinato ad essere sono sicuro che in qualche potrai ri-incontrarla, chissà, la vita ha sempre modo di sorprenderti, vedrai,” aggiungendo anche un sorriso incoraggiante.
Mentre la rossa tornava al lavoro, Skye fissava fuori dalla vetrina del diner riflettendo sulle sue parole e sull’intero incontro con Jemma. Anche se non aveva la stessa fiducia di Grace, basta vedere da quanto tempo lei ancora cercava da dove veniva e chi erano i suoi genitori, aveva la sensazione che oggi era successo qualcosa di veramente speciale e magari questa non sarebbe stata l’unica volta che lei avrebbe visto Jemma.
Ma per ora lei non aveva più tempo per questi pensieri, o meglio, aveva appunto altre persone da cercare. E grazie al suo laptop nuovo, lei poteva rimettersi al lavoro per attirare l’attenzione di una certa organizzazione segreta…
The End...or not?
Allora che ne pensate? Dovrei provare a postarla anche su AO3? O magari dare persino un tentativo a continuare e provare a riscrivere la serie?
0 notes
isabelamethyst · 6 years ago
Photo
Tumblr media
      👑👠     —      𝐍𝐄𝐖 𝐑𝐎𝐋𝐄       𝐢𝐬𝐚𝐛𝐞𝐥 𝐚𝐦𝐞𝐭𝐡𝐲𝐬𝐭   &   𝐣𝐚𝐱𝐨𝐧       ❪    ↷↷     mini role ❫       isabel's           home       12.01.2019  —  #ravenfirerpg
Le vacanze natalizie erano da sempre quel periodo dell'anno in cui Isabel faceva i suoi bilanci, dai più semplici come quanti libri aveva letto durante l'anno, a quelli più importanti come le persone a cui teneva maggiormente. Non era passato però inosservato agli occhi della mora, la mancanza di una persona, nonostante lei stessa in quel periodo si fosse ritirata dedicandosi maggiormente alla famiglia. Ricordava il suo ultimo messaggio — in cui avvertiva della sua partenza —, e anche la serata trascorsa a casa della giovane, in cui si erano confidati ciò che più li tediava ma dopo quella sera, uno dei suoi migliori amici sembrava essersi volatilizzato nel nulla. Era conoscenza della diatriba tra Jaxon e Axel, e anche quanto il primo stesse male, ma il fatto di sentirsi completamente inutile stava mandando in bestia la giovane Hughes. Non sapeva esattamente dove fosse andato, le sue ultime parole furono poco più di un mugugno, ma in cuor suo sperava che prima o poi si presentasse alla sua porta dicendole che tutto andava bene. Quel sabato sera decise di rimanere a casa, avrebbe bevuto un bicchiere di vino, guardato magari qualche serie divertente su Netflix prima di andare a dormire. Gli esami erano ormai alle porte e che lo volesse o meno, era tempo di rimboccarsi le maniche. Si rilassò buttandosi sul divano, allungò una mano sui popcorn che aveva appena sfornato dal microonde e prese il telecomando, quando sentì suonare alla porta. Chiuse gli occhi per un momento sperando che chiunque fosse andasse via, ma quell'insistenza cominciava a darle ai nervi. Si alzò velocemente e senza pensarci aprì la porta d'ingresso, ma solo quando vide il viso di Jaxon si bloccò.
« Jax... Jaxon? »
Domandò con voce incredula, totalmente spiazzata dal vedere alla sua porta il suo migliore amico, e all'apparenza anche alla grande.
Jaxon Hill
*a Jaxon è dispiaciuto non pocoper il modo in cui ha avvertito la ragazza della sua partenza. Sa di non essere stato carino e che Isabel non merita di certo un comportamento del genere, ed è per questo che, invece di scrivere solamente un messaggio per avvertirla del suo ritorno, si presenta a casa sua con un vasetto di Nutella di quelli giganti con sopra scritto "I'm Sorry". Non sa quanti supermercati e minimarket ha girato per trovarlo, ma ne è valsa la pena per una persona che tanto l'ha aiutato ed ascoltato quando ne aveva bisogno. Quando gli apre, la guarda con un sorriso imbarazzato e le porge il vasetto affinché legga la scritta... Non è bravo a chiedere scusa e spera che lei non lo odi troppo per averla abbandonata così* Ehi... Sono tornato... *le spiace solo non portarle buone notizie... Non dirle che quel periodo di assenza l'ha aiutato, che ora ha il cuore libero e pronto a ricominciare la sua vita. Ama ancora Axel come il primo giorno, gli fa ancora malissimo la loro separazione, ma la sua vita gli è mancata di più, quindi ha deciso di tornare...Ha deciso che lui non merita la sua rinuncia ad ogni legame e tutti ciò a cui tiene. Gli ha già spezzato il cuore, non lascerà che si prenda anche la sua vita*
Isabel Amethyst M. Hughes
La voce incredula della Hughes ruppe quel silenzio che si era venuto a creare. Davanti a lei si trovava uno dei suoi migliori amici, in carne ed ossa, e nonostante il dolore che lui stesso le aveva provocato con la sua sparizione improvvisa, un peso sembrò scivolarle dal petto. Ci impiegò qualche istante prima di poter rispondere, anche solo con un gemito alla vista dell'amico, che senza nemmeno pensarci si lasciò addosso in un forte abbraccio. Tastò le sue spalle, gli afferrò anche il viso per guardarlo negli occhi prima di lasciarlo libero e osservare il vasetto che teneva in mano. « Non ci credo... Sei davvero qui? » Abbassò poi lo sguardo sul vasetto di Nutella e un sorriso assolutamente divertito comparve sulle sue morbide labbra. Indietreggiò di qualche passo spostandosi così dalla soglia di casa e lo fece accomodare. « Allora mi conosci ancora... Sapevi che non potevi presentarti a mani vuote. Dai entra, stavo per mettermi a guardare un film o una serie, ancora non ho deciso. Ma soprattutto comincia a vuotare il sacco! »
Jaxon Hill
*sorride all'abbraccio della ragazza, stringendola a sua volta forte, con dolcezza. È così felice che la ragazza non lo odi e non lo mandi via per essere sparito così, anzi ciò gli fa capire che quando si vuole davvero bene a qualcuno, lo si capisce anche quando non si condividono le sue scelte, non gli si volta le spalle* Sono davvero qui, sono tornato e ho pensato di venire di persona da te stavolta, niente messaggi. Ho fatto bene? *si accomoda dentro, guardandola con gratitudine, non ha parole per ringraziare le persone che lo stanno accogliendo di nuovo nelle loro vite senza batter ciglio, davvero, gli stanno dimostrando un affetto maggiore di quanto immaginasse. Ridacchia quando la ragazza asserisce che il dood la conosce ancora... Come potrebbe dimenticare la sua amica di film e scorpacciate? Isabel è unica* Certo che ti conosco ancora, non saranno certo qualche mese passato alla casa al lago dai miei a farmi dimenticare di te! Posso unirmi a te per questa visione? O disturbo? Vorrei avere di più da raccontarti, ma non è cambiato molto con il mio allontanamento, ho solo capito che mi siete tutti mancati e che non devo rinunciare alla mia vita per quello che è successo fra me e Axel...soffro già abbastanza.
Isabel Amethyst M. Hughes
Ancora non riusciva a credere che uno dei suoi migliori amici fosse proprio lì, davanti a lei. A lungo aveva pensato a Jaxon, chiedendosi come stesse e se nel caso avesse avuto anche bisogno di aiuto. I messaggi che la Hughes aveva inviato non erano stati nemmeno presi in considerazione, ma il fatto di ritrovarselo lì a pochi passi da lei, annientava tutta la rabbia che Isabel aveva provato. Inoltre, poteva davvero biasimarlo per il suo comportamento? Probabilmente anche lei si sarebbe comportata alla stessa maniera. Il sorriso che era comparso non appena il giovane le si era palesato davanti si era ampliato e rispose solamente con un cenno d'assenso con il capo. Ancora non riusciva a parlare, e per Isabel era decisamente strano. « Accomodati e comincia dal principio... Vuoi, nel frattempo, qualcosa da bere? E nessun disturbo, mi fa solo che piacere averti qui, esattamente come ai vecchi tempi! » Domandò la Hughes prima di passare per la cucina e prendere un paio di bicchieri per lei e l'amico. Aveva organizzato tutto ma non aspettava nessuno, tanto meno una visita così inaspettata. Attese qualche istante la risposta e quando sentì il giovane cominciare a parlare, ella si bloccò, si voltò nella sua direzione e sentì il cuore stringersi in una stretta sempre più forte. « Okay, per questo discorso credo che ci voglia qualcosa di forte... Vino va bene? Sono contenta però che tu sia qui, e finalmente hai capito che scappare dai problemi non serve assolutamente a niente... »
Jaxon Hill
*Jaxon al contrario non può credere che nessuno delle persone a cui tiene è arrabbiato con lui per la sua sparizione, anzi sono tutti così felici di rivederlo. Lo sorprende e lo commuove anche, anche se non lo ammetterebbe mai* Ti ringrazio e decisamente mi va qualcosa da bere. Del vino sarebbe perfetto. No, scappare non mi è servito a nulla, la mia sofferenza si è spostata con me e non è sparita come speravo. Sono ancora innamorato follemente di Axel e soffro ancora come un cane da quando mi ha lasciato.... Fine, questo è ciò che ho da dire... Ti prego dimmi che tu hai belle novità *sospira, sconsolato, seguendola in cucina come un bambino che strascina i piedi e abbracciandola poi quando le "passa il testimone"*
Isabel Amethyst M. Hughes
Per affrontare quel tipo di discorsi la Hughes necessitava qualcosa di ben più forte che una bibita gasata e il suo amore per il vino rosso ormai era piuttosto rinomato. Era contenta di aver ritrovato finalmente l'amico, non era arrabbiata per la sua improvvisa sparizione, perché tutto sommato un poco lo capiva: chi non avrebbe fatto lo stesso al suo posto? Ella fece un lungo sospiro, si diresse dapprima in cucina e per prendere i calici e una bottiglia di vino rosso, per poi riempirli. Ne offrì uno all'amico, che sembrava più affranto di quanto non volesse apparire. « Jaxon, scappare dai problemi non è mai servito a nulla... E te lo dice una persona che sta ancora cercando di farci i conti. Per quanto soffra a dirlo, bisogna andare avanti, aggrapparsi al passato non serve a niente... » Si ritrovò a scuotere appena il capo mentre ripensava a quanto sarebbe potuta essere diversa se fosse rimasta a New York. « Io? La mia vita è una calma piatta... Mi spiace deluderti. Ho iniziato il college, ma questo già lo sapevi, ma potrei raccontarti che sono in una situazione di stallo con Eliza Rodriguez... Ci siamo incontrate qualche settimana fa. »  
Jaxon Hill
*accetta molto volentieri il bicchiere di vino, dopo essersi accomodato sul divano, aspettando che la ragazza lo raggiunga. Gli piace che sia rimasto tutto esattamente come prima di sparire, lo conforta averla al suo fianco, è sempre stata una brava amica e una splendida persona, oltre che una fantastica modella per le sue foto. Sapere di averla al suo fianco gli da forza in più per affrontare la situazione con Axel* Lo so...l'ho capito mentre ero dai miei e tutto il dolore era comunque con me, unito a quanto mi mancasse la mia vita. *mentre la ragazza le parla di sé, sordeggia e apprezza il vino, ascoltandola ovviamente. Poggia poi una mano sulla sua e la stringe. Jaxon è sempre stato così, strano e decisamente troppo espansivo per essere un dooddrear, ma a lui piace essere diverso, essere se stesso* Tu lo sai vero, che se vuoi e ne senti il bisogno, puoi parlare e sfogarti con me... Io farò del mio meglio per darti i consigli migliori che mi vengono in mente
Isabel Amethyst M. Hughes
La mente di Isabel aveva cominciato a vagare, pensando a possibili scenari di vite diverse se non si fosse trasferita altri anni fa, ma tutto quel pensare era assolutamente inutile in quel momento. Il fatto che si sentisse ferma in qualche modo era dovuto principalmente a lei e a nessun altro. Ma nonostante quel suo dramma interiore, la ragazza era contenta che l'amico di sempre fosse di nuovo al suo fianco. La giovane si ritrovò a serrare appena le labbra dopo quel suo consiglio all'apparenza duro, eppure veritiero. Quante volte aveva pensato al passato prima di riuscire a capire che avrebbe dovuto lasciarlo andare? Solo quando sentì le successive parole dell'amico, la Hughes annuì con vigore e ricambiando quella stretta di mano intensa. Con quello sguardo sembrava che gli amici stessero parlando una lingua tutta loro, come se non avessero bisogno di altre parole. Ella fece un lungo sospiro prima di rispondere. « Lo so, sei sempre stato un ottimo amico. Ci siamo sempre aiutati, ed è per questo che mi è dispiaciuto quando te ne sei andato senza dirmi niente... Ad ogni modo, ora brindiamo al tempo perso, con la promessa che, qualunque cosa succeda, ci saremo per l'altra. » Aveva parlato sinceramente e, facendo tintinnare il cristallo del suo bicchiere contro quello dell'amico, brindarono insieme prima di godersi la serata in compagnia dell'altro.
❪ 𝑭𝒊𝒏𝒆 𝑹𝒐𝒍𝒆. ❫
0 notes