#meravigliosamente viva
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Incendia l'anima con le cose vere.
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Ci sarà sempre una parte di te
che sa quello che è "giusto",
e un'altra che sa quello che vuole:
tu ascolta la voce della prima,
ma segui sempre la seconda,
perché solo quella voce ti farà sentire davvero viva!
Perché solo quella voce ti farà sentire meravigliosamente sbagliata
ma sempre nel posto giusto...
Roberto Emanuelli
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Io ritorno sempre là dove mi sono sentita Viva
dal mio punto di inizio dove ho iniziato a camminare senza avere paura mai del buio
Nell'oscurità delle mie tenebre dove c e una luce meravigliosa...
Là dove il tempo non sembra reale
È un tempo indefinito
Ma meravigliosamente vivo.
A passo felpato e Con l'aggressività felina
Che mi contraddistingue
Con i miei artigli, con i miei graffi incisi sulla pelle e nell'anima
Prendermi ogni centimetro di pelle
Prendermi ogni Attenzione , ogni tremore,
lacrima e Amore
Con la voglia di Dominare , con la voglia di fare male, con la voglia di essere lì pronta sempre a dare una carezza di conforto
Esserci, sempre E comunque
In quel tempo indefinito
In quel tempo chiamato Vita
𝓔𝓵𝓮𝓷𝓛𝓮𝓮
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Forse perdere la speranza è veramente la cosa peggiore.
Tutto perde di significato, non ha più senso impegnarsi, sacrificarsi,tentare di inseguire i propri sogni, perché non c'è più speranza che qualsiasi cosa bella accada... l'unica cosa sensata che rimane da fare è fermarsi, non impegnarsi più, non sforzarsi più, non sacrificarsi più, non sognare più... cancellare tutto il futuro; smettere di Vivere. Sembra una cosa assurda e difficile da fare, così, su due piedi, pensandoci a freddo e invece... è la morte della speranza che automaticamente trascina con sé tutto quello che di bello c'era nel futuro immaginato e desiderato, porta con sé la voglia di fare, la voglia di vivere ancora, e ancora, e ancora... così.
Per mantenere viva la speranza bisogna necessariamente pensare positivo, essere ottimisti, vedere il lato bello della maggior parte delle cose; è sopravvivenza, serve a non morire nello spirito. È difficile, e anche se la me di ora in questo preciso momento non pensa quello che sta per dire, dico che... ne vale la pena. Vale la pena spalancarsi gli occhi con le mani per vedere la luce, per vedere le cose belle, per continuare a vivere e inseguire i propri sogni. I sogni ci riempiono il cuore, si realizzeranno e ci renderanno fieri e completi e meravigliosamente NOI. Ne vale la pena sforzarsi (anche) per vedere il bello delle cose; è pesante, è difficile... al momento direi "che vita è una vita così in costante sforzo anche per riuscire a vedere una cosa bella che ti faccia andare avanti?", è un esercizio, verra sempre più naturale... spero.
#salute mentale#speranza#ottimismo#pensiero#worthy thoughts#sadnees#motivationalquotes#you can do it#i believe in you#i believe in me
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Parlava lei un po' e io stavo a sentire poi parlavo io.
Il colloquio andava avanti senza sforzo.
Pareva che scoprissimo tanti segreti comuni a entrambi.
Quando ne scopriva uno grosso Cass scoppiava a ridere
— quella sua risata — solo lei era buona.
Era come la gioia sprizzata dal fuoco.
Sempre parlando ci abbracciavamo, ci baciavamo.
Così andammo su di giri e ci venne voglia di andare a letto.
Allora Cass si tolse quel vestito con il colletto alto e io la vidi:
la brutta cicatrice frastagliata, attraverso la gola.
Era larga e spessa.
"Mannaggia a te, donna," le dissi dal letto,
"mannaggia a te, che cosa ti sei fatta?"
"Ci ho provato con un coccio di bottiglia una sera.
Non ti piaccio più? Sono ancora bella?"
La tirai giù dal letto e la baciai. Essa si sciolse e rise.
"Certi sganciano la grana anticipata e poi,
quando mi spoglio, non gli va più di fàrmisi.
Io mi tengo il decione. È una cosa buffissima."
"Sì," dissi, "da morir dal ridere… Cass, sciagurata,
io ti amo… smettila di distruggere te stessa:
sei la donna più viva che io abbia mai conosciuto."
Ci baciammo ancora. Cass piangeva in silenzio.
Sentivo sulla pelle le sue lacrime.
I lunghi capelli neri erano sparsi intorno a me
come un vessillo di morte.
Ci congiungemmo e, piano, con dolcezza,
con mestizia, facemmo l'amore, meravigliosamente.
-Charles Buk🖤wski-
da “Storie di ordinaria follia”
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I'm.
Una persona in più su Tumblr,sono io!
Mi piace scrivere e lo faccio per uno sfogo personale su tanti pezzi di carta, un po' svaniscono fra i cassetti di vecchi comodini e un po' sono ammucchiati tra i quaderni.
Ho due grandi amiche che invece scrivono qui, per fermare un po' di più quello che sentono, come se fosse il loro posto nascosto e anonimo dove possono dare voce ai propri pensieri, "perché no" mi sono detta!
Sono una ragazza alla quale piace provare cose nuove ed è comunque una piattaforma dove non c'è bisogno di mostrarsi se non mentalmente!!
Il nome scelto mi rappresenta,mi piace stare con i piedi scalzi e questo era abbastanza scontato,mi piace sentire la terra,avere il contatto con la pianta del mio piede sul fango melmoso, sull'erba soffice e fredda, sentire tutto il piede spalmato, come ad ancorarmi nella natura, mi piace quando sono sporchi, mi sento più viva, come se mi rendessi conto di quante cose ho calpestato e percepito,la cosa che preferisco è quando ballo, ovunque, anche nei sanpietrini del mio piccolo paese e con i piedi scalzi salto e giro come una trottola per poi averli neri come il carbone e sentire il cuore pieno di gioia e di libertà...
La luna 🌙 invece è per me una calamita, una sorella,una confidente, un faro nel buio,butterata dalle imperfezioni,un po' come me,un po' come tutti ma,sempre meravigliosamente bella e di luce propria! Questa è stata la combo del nickname ed è questo un piccolo riassunto di quello che mi piace, una piccola descrizione del nome che mi sono voluta attribuire!!
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Oggi sono 30 anni ❤️
Quest’anno, per il mio compleanno scrivo a me, e ci metto lo stesso impegno che userei per scrivere una lettera alla persona che sento più vicina al mio cuore. Lo stesso affetto, amore, calore. Allungo la mia stessa mano in una abbraccio che possa circondarmi d’affetto e ricordarmi che, se non mi voglio bene io, il circolo dell’amore fatica ad ingranare! Qualcuno penserà che sia una cosa stupida, ma non mi interessa, mi va.
A te, che oggi sono 29 e senza rendertene conto domani saranno già 30.
A te, che stai imparando “l’arte della leggerezza” ma, ammettilo, non è semplice per una “pesante” di natura.
A te, che ti scatti una foto anche quando non riesci a sorridere, per ricordarti che i giorni tristi sono come i tasti neri di un pianoforte, senza i quali non ci sarebbe la stessa armonia.
A te che non ammetti di sbagliare e quando ti irrigidisci col mondo è solo perché ce l’hai a morte con te stessa.
A te che ci pensi sempre troppo prima di agire e nel frattempo perdi ogni genere di mezzo, mannaggia a quel blocco mentale del “sarà la cosa giusta”!
A te, che hai amato tanto, poche volte, ma non dimentichi di farlo un poco ogni giorno, perché confidi nella forza della costanza.
Buon compleanno a te che sei la stessa me. Ho auguri e consigli da darti. Lo sai che sono brava con le parole ma conto su di te per renderle reali.
Prima di tutto sappi che credo molto in te e sono fiera per come in questi anni hai affrontato le sfide della vita e, quando era necessario, hai saputo cadere con la grazia di chi è consapevole che avrà lividi marcati, che qualcosa non tornerà com’era in principio e che va bene così. Perché solo i soprammobili hanno più probabilità di restare intatti. Ma tu sei viva, ami la vita, anche quando ti vorrebbe un pò meno forte e un pò più arrabbiata. Ma non ti scomponi mai, neanche quando dovresti. Se devi cedere lo fai con te stessa, perchè non darai mai agli altri il piacere di vederti così.
Cara me, vivi, sempre, continuamente, con la consapevolezza che coltivare bene porta sempre da qualche parte, anche se ti può sembrare tutto un caso. Pure se a volte la strada si allunga e la meta cambia. Mica puoi sapere tutto in anticipo!
Fidati e affidati a chi ti ispira fiducia, che il tuo sesto senso è ancora un aiuto infallibile. E impara a lasciare andare qualche pezzo se è necessario, capirai solo dopo il valore di quello spazio vuoto.
Quando sei stanca riposati, ma non far passare mai troppo tempo prima di rimetterti in cammino, che l’abitudine arriva in fretta ed è una cattiva bestia da cacciare.
Quando hai paura di voltare l’angolo perchè non sai cosa ti aspetta, aguzza la vista e accelera il passo e se ne hai bisogno allunga la mano. Togliti questo vizio che devi affrontare per forza tutto da sola!
Accontentati, ma non troppo. Regalati quel giusto tanto di soddisfazione che può essere la molla per desiderare e ottenere di più. Puoi e devi sempre migliorare qualcosa nella tua vita.
Lasciati stupire anche dalle cose più semplici, fin quanto ci riuscirai sarà come avere con te un pezzo della bimba che eri.
Smettila di lamentarti, che non è di certo la soluzione ai problemi!
Ridi e piangi ogni volta che ti va, lascia che gli altri ti giudichino o delle volte non ti comprendano. Ma se sono persone care, non lasciare che questo le allontani. Farsi capire è importante, anche quando un dolore ti fa chiudere al mondo.
Impara a prendere da tutti quel pizzico prezioso che possono darti e non aspettarti che d’improvviso cambino: sai quante delusioni ti risparmi!
Guarda al futuro, so che fai fatica a chiudere le porte del passato, ma te lo voglio dire con franchezza: perdi tempo!
Prega e non vergognarti di farlo. Io lo so che ogni giorno, appena sveglia, subito dopo il primo “uff mattutino”, è “grazie” la parola che ti viene in mente.
Scrivi, l’hai capito anche tu che non c’è cosa che ti faccia sentire meglio e riesca a farti dimenticare ogni problema. Allora scrivi ancora, pure fino a tarda notte come facevi una volta, ed emozionati delle tue stesse parole.
Sogna con ragion di causa e impegnati se ci tieni davvero. Realizzare un sogno può essere semplice, come molto complicato, dipende tutto da te. Ricordi cosa ti disse quell’amica? “Ci vuole metodo”. Trova il tuo.
Ama te stessa prima di tutto, non venderti mai per poche lire. E non aver paura di ascoltare quel che dice il tuo cuore, è già troppo tempo che lo ignori!
A te, che sei la stessa me, auguri di vero cuore, che tu non smetta mai di credere alla bellezza della vita e alla fortuna degli incontri. Che scelga sempre la strada più sicura e onesta per realizzare ogni cosa. Che riesca ad addolcire certi spigoli di te, altrimenti finirai per farti male da sola. Che ogni tanto sappia abbandonare la tua compostezza e possa lasciarti andare ad un gesto d’affetto. Che l’ironia sia la tua arma, assieme ai sorrisi accoglienti e al tuo briciolo di follia inaspettato. E ogni tanto ricorda anche di essere meravigliosamente imprevedibile, ma conserva questo tuo lato solo per chi dimostra di volerlo vedere davvero.
Cara me, ti auguro di cambiare ancora tante volte, che “restare così” non è mai la cosa giusta mentre le stagioni si alternano. Per il resto, non avere paura, non sei sola, hai me, che sono la stessa te.
Con leggerezza, ricordalo, il segreto è affrontare tutto con un pò più di leggerezza!
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🤡 Italia Viva, anzi Morta, e l’insostenibile irrilevanza di Renzi 🤡 Politicamente postumo in vita dal 4 dicembre 2016, Matteo Renzi ha avuto finalmente il coraggio di pesarsi (elettoralmente) alle ultime Regionali. Il risultato è stato un disastro pressoché totale. Quando Scalfarotto annunciò di scendere in campo per Italia Viva contro Emiliano, mi capitò di scrivere che questo satanasso iper-renziano, noto a nessuno e ricordabile per niente, non avrebbe visto il 3% neanche col binocolo. Tal Scalfarotto se la prese moltissimo. E aveva ragione, perché in effetti col binocolo non ha visto neanche il 2%. Il nuovo Churchill ha raggiunto infatti l’1.8% dei consensi, che scende all’1.1% se si tolgono gli alleati Calenda e Bonino. Scalfarotto aveva chiesto al ministro Bellanova di tirargli la volata, e lei lo ha fatto alla grande, esortando gli elettori (in un lapsus meravigliosamente freudiano) “a votare Emiliano e Italia Viva”. Di fatto Scalfarotto non si è votato neanche da solo. Un’altra genialata di Renzi, che avrebbe pagato oro pur di disarcionare l’odiatissimo Emiliano. Ospite di Myrta Merlino, Renzi aveva pure affermato: “Se il centrosinistra avesse candidato la Bellanova, avrebbe vinto a mani basse”. Non ne becca una neanche per sbaglio! Eppure Renzi, dopo le Regionali, ha esultato. Ha parlato di “risultato straordinario”. Ha detto di essere stato decisivo. E ha sostenuto di aver salvato Conte per la seconda volta. La Diversamente Lince di Rignano è arrivata a dare i numeri, asserendo di avere raggiunto su scala nazionale la media del 5.1%. Ciò è del tutto falso: la media raggiunta da Italia Viva (anzi Morta) è del 3.2%, che sfiora il 4% se si aggiunge alla media il caso (a sé) della Valle d’Aosta. Nella sua (e per fortuna non solo sua) Toscana, dove credeva di avere almeno il 10, Italia Viva non è andata oltre un tristissimo 4,5%, che le è valsa la miseria di due soli consiglieri regionali. Piccato da tale realtà dei fatti, Renzi ha dato la colpa a Giani (che ha scelto lui) perché reo di avergli tolto voti con una lista tutta sua. Secondo il Matteo debole, dovrebbero stare tutti a casa per farlo vincere in santa pace. Altrimenti porta via il pallone. Gne gne. Nelle Marche ha superato a fatica il 3%, in Veneto si è fermato a uno straziante 0.6%. Come fa allora a cantare vittoria? Un po’ nega l’evidenza e un po’ esaspera i risultati in Valle d’Aosta e Campania. Nel primo caso il quasi 9% è però figlio dell’alleanza con gli autonomisti valdostani, senza i quali difficilmente avrebbe superato il 3 (ma pure il 2%). E in Campania quel 6/7% è certo un buon risultato, frutto però della scelta di imbarcare buona parte dei capibastone fino a ieri in Forza Italia. Compresi uomini cari a “Giggino ‘a Purpetta” Cesaro. Tutto giuridicamente lecito, sia chiaro, ma la “nuova politica” dovrebbe essere altro. Siam sempre lì: Renzi non è che la brutta copia di Berlusconi. Resta da menzionare la Liguria, dove Renzi ha mandato sms di fuoco fino a poche ore prima del voto. Contro Toti? No, contro il Fatto Quotidiano, Pd e M5S. Daje Matte’! Leggendari anche qui i risultati: 2.5%. Pianto perdurante e totale. Fino al meraviglioso 4 dicembre 2016, Renzi era solo un politico dannoso e sopravvaluto. Dopo quel giorno, Renzi è diventato null’altro che un Tabacci minore. Molto meno dotato e assai meno simpatico. E adesso? Proseguirà a suicidarsi politicamente: è la cosa (l’unica?) in cui più eccelle. Continuerà ad abbaiare alla Luna. A creare “fibrillazioni”. E a dire di averlo più lungo di tutti, anche se dallo spogliatoio son già usciti tutti da un pezzo. A partire dagli elettori. Gli sia lieve l’irrilevanza. Andrea Scanzi (Oggi sul Fatto cartaceo)
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Quell'anno facemmo il primo bagno a febbraio, appena il termometro lo concesse, convinti dai segnali di fumo apparsi in lontananza che non ci fosse pericolo che fosse consentito. Avremmo preferito un luogo più silenzioso è vero; avremmo preferito che la costa che era viva e ci parlava i suoi suoni avesse taciuto, ma non si può impedire a ciò che ha attraversato i millenni per giungere fino a noi di ricordare raccontare mentire la propria storia, i propri giorni. L’acqua invece era giovane bagnata gelida adolescenziale senza ricordi e ne frangemmo il vetro trasparente non poco alla volta ma a bomba, per fermare il cuore per sospirare, cosa che ci privò del fiato quei pochi secondi che bastano a pensare a temere la morte e i commiati più dolorosi. Finì bene; niente di ciò che immaginavamo accadde, non la morte nemmeno la resurrezione; tutto ciò che ci poteva succedere era già successo e continuava a succedere lontano da noi, meravigliosamente lontano, talmente lontano che non un solo suono giunse alle nostre orecchie bagnate. Il presente, il nostro presente, il febbraio di quell’anno, si nascose rimase immobile muto, come totalmente assente, e noi potemmo soltanto accucciarci ai suoi piedi a rubargli tepore, celati dal suo stesso nascondiglio. E comunque, non era questo ciò di cui volevo parlare.
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B E T H
Vuoi morire? Allora gettati nel mare e ti ritroverai a combattere per sopravvivere. Non vuoi ucciderti, vuoi solo uccidere qualcosa dentro di te
È un vecchio proverbio arabo quello che le viene in mente mentre ha la testa sott’acqua nella piccola vasca di casa. Vede tutto sfocato lì sotto, ma negli occhi è stampato il viso di Bethany Parker, disperato e rigato dalle lacrime, sollevato quando sente il collare che si spegne. E un attimo dopo quel viso non c’è più, solo sangue, polmoni che bruciano e una risata isterica. È così che un nuovo fantasma entra nella sua vita, si unisce ad una fin troppo nutrita schiera di persone morte - tutti quelli che non è riuscita a salvare - una ragazzina appena diciottenne che la guarda e piange, che non ha più forze per fare un altro passo e non le parla nemmeno, sta solo lì a fissarla con quei grandi occhi che hanno visto più orrori di quanto sia giusto. Avrebbe potuto salvarla? Se avesse ucciso quella creatura cinque secondi prima, Beth sarebbe ancora viva?
Beth, Beverly, Bill, Mike.
U r l a con tutto il fiato che ha in corpo, sott’acqua non la sente nessuno, non si sente nemmeno lei. E poi la risata isterica, un regalo di addio da parte di quella creatura, l’acqua le entra in bocca e riempie i polmoni come se il suo corpo non capisse che quella non è aria. Tutto brucia e lei se lo merita, si merita il dolore, si merita di rimanere sott’acqua a fingere che quella sia aria, si merita quella consapevolezza.
Vuoi morire? Allora gettati nel mare e ti ritroverai a combattere per sopravvivere. Non vuoi ucciderti, vuoi solo uccidere qualcosa dentro di te
Si rialza di scatto, sputa via l’acqua e tossisce finché non rimane solo che ossigeno nei polmoni. Trema come la ragazzina che è, come Beth, come ha sempre fatto prima di diventare un Soldato della Notte e come lo fa ancora, quando non è Médousa e si permette di farlo.
Recupera il contenitore con le pillole, ne versa due nel palmo della mano destra. Poi una terza. Butta giù e poi diventa tutto meravigliosamente nero.
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Ci sarà sempre una parte di te che sa quello che è "giusto",
e un'altra che sa quello che vuole.
Tu ascolta la voce della prima,
ma segui sempre la seconda,
perché solo quella voce ti farà sentire davvero viva!
Perché solo quella voce ti farà sentire meravigliosamente sbagliata
ma sempre nel posto giusto.
Roberto Emanuelli
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Volevo dirti di sorridere sempre, anche quando sorridere ti sembrerà impossibile, anche quando la vita ti metterà alla prova con tutto quel rumore, tu sorridi! Solo così annullerai qualunque tentativo esterno di intossicare la tua felicità.
Volevo dirti che, quando sarai grande, quando sarai una donna, sarà importante guardare ancora il mondo come lo guardavi da piccola, come lo guardi ora, con gli occhi di una bambina: belli, puliti, sinceri, pieni di entusiasmo e di stupore…
Volevo dirti che ci sarà sempre una parte di te che sa quello che è ‘giusto’, e un’altra che sa quello che vuole, tu ascolta la voce della prima, ma segui sempre la seconda, perché solo quella voce ti farà sentire davvero viva! Perché solo quella voce ti farà sentire meravigliosamente sbagliata ma sempre nel posto giusto…
Volevo dirti che arriverà la paura, lei sarà lì, silenziosa ma ingombrante, ti consiglierà la cosa più facile, quella più comoda, quella più distante dal tuo cuore. Tu potrai scegliere fra la sicurezza di essere perfetta e il rischio di essere felice. A te la decisione. Ma io ti auguro di essere imperfetta, di lasciare ogni certezza, la felicità è lì, subito dopo tutti quei calcoli, subito dopo tutta quella paura… E ogni volta che succederà dovrai decidere se seguire il tuo cuore o uccidere una parte dei tuoi sogni, se scappare o combattere, se vincere o perdere. Tu prenditi gioco di lei e perdila. E poi perditi…
Volevo dirti che fra tutti i modi possibili di essere qualcosa, sarai tentata di essere quello che piace agli altri, per farti accettare, per non essere esclusa, per conquistare un piccolo spazio nel cuore di chi dice di esserti amico, ma solo a questa o a quella condizione. Tu invece cerca di essere te stessa, solo così ti riconoscerai sempre.
Volevo dirti che arriverà l’amore, e ti farà vibrare il cuore, ti farà saltare di gioia, ti porterà sulla luna, sulle stelle, fra le nuvole, su Giove, su Marte, oltre le galassie… poi forse ti farà cadere, all’improvviso, giù per terra, e ti renderà fragile, e ti renderà insicura, e ti farà urlare in silenzio. E non ci sarà nessuno a chiederti perché, o come è successo. Così dubiterai di te stessa, della tua bellezza. Del vestito che forse non ti donava, che forse non era quello adatto. Delle parole che forse non erano abbastanza chiare, o che sono state fraintese. E allora ti chiederai ‘perché non ha scelto me?’, e di notte abbraccerai il cuscino cercando la sua mano senza trovarla, e senza chiudere occhio, trattenendo il fiato, stringendo i pugni... ma poi un giorno tornerà, e tu sarai di nuovo felice! Ecco, l’amore è questo, un follia, la più bella e meravigliosa fra le follie! Tu accoglilo, prendilo sempre! Sii pazza d’amore, sii pazza per amore. Fai in modo che la tua vita sia tutta un’immensa sconclusionata follia, la più bella e meravigliosa fra le follie!
Volevo dirti tante cose, avevano tutte a che fare con il bene che ti voglio, con l’amore che sento dentro. Con il vuoto che a volte mi avvolge. Ma forse queste cose che volevo dirti, tu già le sai, e quando non sarò all’altezza di essere tuo padre, quando non ci riuscirò, allora cercherò di essere tuo figlio, e poi tuo amico. E se non riuscirò a essere niente di tutto questo, allora sarò solo le cose che volevo dirti e che non ti ho mai detto…
Roberto Emanuelli
#sorridi#vita#vivi#amore#forza#felicità#giusta#sbagliata#errori#tumblr#citazione#frasi#adoro#citazione amore#citazione del giorno#ti amo#love#citazioni#roberto emanuelli#passion#star bene
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RUBEUS MILANO - EVONIMO - Collezione I Giardini di Venezia - Parfum -
Mind is the limit… unless you’re in Venice. Where you just breathe the magic.
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Nessuna altra città al mondo ti rimane addosso come Venezia. È un posto antico, irreale, che immagini possibile solo nelle fiabe. Eppure è così meravigliosamente viva, presente a se stessa negli arditi merletti gotici, fragile e preziosa nella sua invadente bellezza, sospesa nel tempo, nella luce, flottante nel grembo di un sogno.
E così i suoi giardini, segreti, incantati, inaccessibili ad uno sguardo distratto. Imponenti nella loro architettura verde, gioioso incastro tra laguna e cielo, oasi di frescura e romanticismo, labirinti vegetali levigati dalla brezza marina, custodi dello spirito del luogo, silente, pronto a rincorrerti e sorprenderti.
Appassionante percepire quei sentori così unici, vissuti e mai dimenticati in questa sontuosa creazione di Rubeus Milano, Evonimo, parte della collezione in 4 capitoli dedicata ai Giardini di Venezia.
Potente la struttura olfattiva e fatale il coinvolgimento emotivo che Rodrigo Flores-Roux imprime e sollecita alla creazione, modulando accordi verdi arbustivi di evonimo (o fusaggine, dalle foglie smeraldo e inflorescenze a bacca rossa) con potenti sfumature aromatiche resinose balsamiche di lentisco, issopo e galbano. Deliziante la lucentezza esperidata del mandarino che filtra dalla bruma arborea e spalanca una scia ambrata boisé di vaniglia e tonka così vaporosa, vellutata, amabilmente poudré, a tratteggiare un halo di magia e meraviglia, da assicurare premurosamente ai sensi.
Creata da Rodrigo Flores-Roux.
Parfum 50 ml. In selezionati punti vendita.
©thebeautycove @igbeautycove
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Parlava lei un po' e io stavo a sentire poi parlavo io.
Il colloquio andava avanti senza sforzo.
Pareva che scoprissimo tanti segreti comuni a entrambi.
Quando ne scopriva uno grosso Cass scoppiava a ridere
— quella sua risata — solo lei era buona.
Era come la gioia sprizzata dal fuoco.
Sempre parlando ci abbracciavamo, ci baciavamo.
Così andammo su di giri e ci venne voglia di andare a letto.
Allora Cass si tolse quel vestito con il colletto alto e io la vidi:
la brutta cicatrice frastagliata, attraverso la gola.
Era larga e spessa.
"Mannaggia a te, donna," le dissi dal letto,
"mannaggia a te, che cosa ti sei fatta?"
"Ci ho provato con un coccio di bottiglia una sera.
Non ti piaccio più? Sono ancora bella?"
La tirai giù dal letto e la baciai. Essa si sciolse e rise.
"Certi sganciano la grana anticipata e poi,
quando mi spoglio, non gli va più di fàrmisi.
Io mi tengo il decione. È una cosa buffissima."
"Sì," dissi, "da morir dal ridere… Cass, sciagurata,
io ti amo… smettila di distruggere te stessa:
sei la donna più viva che io abbia mai conosciuto."
Ci baciammo ancora. Cass piangeva in silenzio.
Sentivo sulla pelle le sue lacrime.
I lunghi capelli neri erano sparsi intorno a me
come un vessillo di morte.
Ci congiungemmo e, piano, con dolcezza,
con mestizia, facemmo l'amore, meravigliosamente.
-Charles Buk🖤wski-
da “Storie di ordinaria follia”
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Pastore e Agnello
Don Paolo Zamengo SDB
Gv 10, 27-30
Prima di essere Pastore, Gesù fu Agnello. Può sembrare strano ma è proprio così. Ce lo dice oggi la lettura dell’Apocalisse. Gesù sarà per sempre davanti al trono di Dio come un Agnello immolato, portando i segni del suo martirio d’amore.
Una folla immensa che nessuno può contare, ha lavato le sue vesti nel sangue di questo Agnello. Perciò stanno con lui davanti al trono e servono Dio nel tempio, giorno e notte. Nessun male li potrà colpire dal momento che l’Agnello diventa anche il loro Pastore e li conduce alle sorgenti d’acqua viva dove Dio asciugherà ogni lacrima dai loro occhi.
Prima di diventare Pastore Gesù fu Agnello, un Agnello tra gli altri, come gli altri, in tutto simile fuorché nel peccato. Agnello senza macchia, il solo degno di essere presentato e offerto a Dio. È così che l’Agnello è diventato, meravigliosamente, il solo, l’unico vero Pastore, il buon Pastore. Pastore perché prima di tutto fu Agnello. Perché con il suo gregge vive una vicinanza, una connaturalità vera, evidente, profonda.
Conosce le sue pecore. Ci sente fratelli. Come nessun altro pastore ci conosce e ama e ha voluto farsi agnello in mezzo a noi, fino a diventare il primo di noi e trovare grazia agli occhi di Dio, offrendo la sua vita. Nessuno andrà al Padre se non per merito suo.
Cosa dà fondamento a questa certezza che costituisce la nostra speranza? Gesù ha dato la sua vita ed è per la potenza di questo amore fino alla morte che noi sentiamo di appartenergli, come attraverso un patto sigillato nel sangue, la cui forza è irreversibile.
Due generi di persone si disputano il nostro ascolto: i seduttori e i maestri. I seduttori sono quelli che promettono vita facile, piaceri immediati; i maestri veri sono quelli che donano ali e fecondità alla tua vita, orizzonti e sentieri da percorrere. Nessuno mai potrà strapparci dalle sue mani. Le sue sono le mani forti di un lottatore contro lupi e ladri, mani vigorose che stringono un bastone da cammino e da lotta.
Ma c’è un’altra ragione più decisiva. Gesù non si è costituito Pastore da solo. A sua volta è nelle mani di un Altro, si è messo nelle mani di un Altro, indissolubilmente, irreversibilmente. “Padre, nelle tue mani affido la mia vita”, sono state le parole definitive di Gesù.
Gesù non possiede niente ma ha ricevuto tutto dal Padre. E il Padre non ha niente di più prezioso da donargli che le due immagini perfette di se stesso: l’Agnello che purifica con il suo sangue e il Pastore che dà la vita per salvare. Gesù non è che questo, immagine perfetta del Padre.
Ci abbandoniamo con Gesù nelle mani del Padre, perché Gesù e il Padre sono una cosa sola. Gesù è sceso quaggiù tra noi unicamente perché noi possiamo seguirlo lassù.
Sarà dolce, alla comunione, fare nostre le parole: “Ecco l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo.” E beato sarà chi, accogliendo l’invito, potrà sussurrare: “ O Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa: ma di’ soltanto una parola e io sarò salvato”.
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Tu sei mio amico – Enchantment – Paramahansa Yogananda
Paramahansa Yogananda
Tu sei mio amico
Caro Padre Celeste, quando dormo Tu vieni a me come Pace. Quando mi sveglio Tu vieni a me come Gioia. Quando amo i miei amici Tu vieni a me come Amore. Quando corro, Tu corri con me: Quando gioco, anche Tu Ti diverti: Quando penso, Tu pensi con me. Quando voglio, Tu mi dai la capacità di volere. Insegnami a giocare correttamente, a pensare correttamente e a comportarmi correttamente. Io voglio piacere a Te, che sei dentro di me. Amo essere guidato da Te, Perché Tu sei il mio più grande Amico.
Paramahansa Yogananda
Samadhi
Svaniti di luce e d’ombra i veli, sollevata ogni nebbia di dolore, sparita ogni alba di fugace gioia è scomparso dei sensi l’incerto miraggio. Amore, odio, salute, malattia, vita morte: periron queste false ombre sullo schermo della dualità. Onde di risa, turbini di sarcasmo, vortici di tristezza Si fondono nel vasto oceano del rapimento. Di maya la tempesta s’è acquietata per incanto della profonda intuizione. L’universo, obliato sogno occhieggia nel subconscio. Pronto a invadere l’appena ridestata Memoria del Divino. Io vivo senza la cosmica ombra, ma essa non è viva se divisa da me, come il mare esiste senza le onde, ma non le onde senza il mare. Sogni risvegli, profondo sonno turiya, presente, passato, futuro per me non son più: ma eternamente onnipresente. Io, io dovunque. Pianeti, stelle, nebulose, terra, vulcanici cataclismi da Giorno del Giudizio, fornace plasmante la creazione, ghiacciai di silenti raggi X, brucianti torrenti d’elettroni, pensieri passati, presenti, futuri degli uomini tutti. Ogni filo d’erba, me, l’umanità, ogni particella di polvere degli universi, collera, avidità, bene, male, salvezza, lussuria, tutto inghiottii, tramutando tutto nel vasto oceano del sangue del mio stesso e solo Essere. Gioia covante sotto le ceneri, spesso attizzata dalla meditazione, accecante i miei occhi di pianto, divampò nelle immortali fiamme delle immortali fiamme dell’estasi, consumò le mie lacrime, la mia forma, tutto me stesso. Tu sei me, io sono Te, Conoscenza, Conoscitore, Conosciuto in Uno. Quieto ininterrotto brivido, eterna vita, sempre nuova pace! Godibile oltre ogni immaginazione, estasi del samadhi! Non uno stato inconscio, o narcosi mentale senza voluto ritorno È il SAMADHI; esso espande il regno della mia coscienza oltre i limiti della mia forma mortale, fino ai più lontani margini dell’eternità, ove io, Cosmico Mare, guardo il piccolo ego fluttuante in Me. Un passerotto, un granello di sabbia non sfuggono al mio sguardo. Tutto lo spazio è fluttuante come un iceberg nel mio Mare mentale. L’infinito contenitore sono io d’ogni cosa creata. Dalle lunghe, profonde, assetate meditazioni insegnatemi dal Guru Viene questo SAMADHI celestiale. S’odono i mobili mormorii degli atomi. L’oscura terra, monti, valli, ecco son liquido fuso! Fluenti mari si tramutano in vapori di nebulose! Om soffia sul vapori squarciando meravigliosamente i loro veli. Stan rivelati oceani scintillanti, elettroni, finché all’ultimo tocco del cosmico tamburo le luci più dense svaniscono nei raggi eterni dell’onnipervadente beatitudine. Io venni dalla gioia, di gioia vivo, in sacra gioia mi dissolvo. Oceano di mente, Io bevo tutte le onde della creazione. Quattro veli: solidi, liquidi, vapori, luce si sollevano dinanzi a me. Io stesso in ogni cosa entro nel Grande Me Stesso. Svanite son per sempre le incostanti, vacillanti ombre di memorie mortali. Immacolato è il mio cielo mentale sotto, davanti, in alto. L’Eternità ed io, un solo raggio. Da piccolissima bolla di risa, io sono divenuto il Mare stesso dell’Allegrezza.
Paramahansa Yogananda
You are my friend
Dear Heavenly Father, when I’m asleep, come to me as peace. When I’m awake, come to me as joy. When I give kindness to others, come to me as love. When I run, run with high energy through my legs. When I think, send understanding through my thoughts. When I use will power, send your will power through me. Teach me to think, play, behave, and use my will rightly, for Thou art always by me. I love to be guided by Thee, for Thou, more even than my parents, dost always wish the best for me.
Paramahansa Yogananda
Samadhi
Vanished the veils of light and shade, Lifted every vapor of sorrow, Sailed away all dawns of fleeting joy, Gone the dim sensory mirage. Love, hate, health, disease, life, death, Perished these false shadows on the screen of duality. Waves of laughter, scyllas of sarcasm, melancholic whirlpools, Melting in the vast sea of bliss. The storm of maya stilled By magic wand of intuition deep. The universe, forgotten dream, subconsciously lurks, Ready to invade my newly wakened memory divine. I live without the cosmic shadow, But it is not, bereft of me; As the sea exists without the waves, But they breathe not without the sea. Dreams, wakings, states of deep turiya sleep, Present, past, future, no more for me, But ever-present, all-flowing I, I, everywhere. Planets, stars, stardust, earth, Volcanic bursts of doomsday cataclysms, Creation’s molding furnace, Glaciers of silent x-rays, burning electron floods, Thoughts of all men, past, present, to come, Every blade of grass, myself, mankind, Each particle of universal dust, Anger, greed, good, bad, salvation, lust, I swallowed, transmuted all Into a vast ocean of blood of my own one Being! Smoldering joy, oft-puffed by meditation Blinding my tearful eyes, Burst into immortal flames of bliss, Consumed my tears, my frame, my all. Thou art I, I am Thou, Knowing, Knower, Known, as One! Tranquilled, unbroken thrill, eternally living, ever new peace! Enjoyable beyond imagination of expectancy, samadhi bliss! Not a mental chloroform Or unconscious state without wilful return, Samadhi but extends my conscious realm Beyond the limits of the mortal frame To farthest boundary of eternity Where I, the Cosmic Sea, Watch the little ego floating in me. The sparrow, each grain of sand, fall not without my sight. All space like an iceberg floats within my mental sea. Colossal Container, I, of all things made. By deeper, longer, thirsty, guru-given meditation Comes this celestial samadhi Mobile murmurs of atoms are heard, The dark earth, mountains, vales, lo! molten liquid! Flowing seas change into vapors of nebulae! Aum blows upon the vapors, opening wondrously their veils, Oceans stand revealed, shining electrons, Till, at last sound of the cosmic drum, Vanish the grosser lights into eternal rays Of all-pervading bliss. From joy I came, for joy I live, in sacred joy I melt. Ocean of mind, I drink all creation’s waves. Four veils of solid, liquid, vapor, light, Lift aright. Myself, in everything, enters the Great Myself. Gone forever, fitful, flickering shadows of mortal memory. Spotless is my mental sky, below, ahead, and high above. Eternity and I, one united ray. A tiny bubble of laughter, I Am become the Sea of Mirth Itself.
Paramahansa Yogananda
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