#menù di Capodanno
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Menù di Capodanno, vieni allo show cooking
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Fastidi.
finire la cartaigienica - l'audio di instagram - le persone che guardano il telefono mentre gli parlo - lo spritz annacquato - le rose - i dossi alti - le strisce colorate per capire dove cazzo devo andare in ospedale - gli inviti - i matrimoni - l'acqua fredda quando fa freddo - l'acqua della doccia che non tiene la temperatura - la muffa - le spine nel pesce - la pescheria nel supermercato - le code in autostrada - i coglioni che viaggiano nella corsia centrale in autostrada - le mamme pancine - i tuttologi - i ricchi - la spia dell'olio - i sughi pronti - le penne lisce - l'immondizia - le stampanti che non stampano - la gente che chiede la pizza con abbondante pomodoro - i barattoli che non si aprono nemmeno bestemmiando - lavare la doccia - pisciare - pisciare fuori - pisciare in piedi - pisciare seduti in inverno - il vino del cazzo - il vino costoso - il freezer - i nomi degli alcolici - le spugne - radersi - trovare i calzini uguali - gli zaini scomodi - le chiamate - le casse del supermercato - le cassiere lente del supermercato - le cassiere troppo veloci del supermercato - la tovaglia con le briciole - i fari al led delle macchine nel senso opposto - la musica da discoteca - il cagotto - il cagotto in viaggio - la digestione - le ricette - il tempo di cottura - i fagioli cannellini - i compleanni - gli amici che si fidanzano - gli amici che si mollano - io che non mi fidanzo così non posso mollarmi - la convivenza - i tavoli tondi - la birra belga - la gente che ordina birra belga - i musei - le audioguide - scegliere l'avocado migliore - il reparto ortofrutta - la verdura per terra dopo il mercato - il mercato - l'erba - gli insetti che stanno nell'erba - le cimici - i frutti che cadono dagli alberi - i frutti spiaccicati per terra dopo esser caduti dagli alberi - i bigliettini da visita - le richieste di amicizia - le notifiche - non ricevere notifiche - i soldi di carta - le monete - il pin del bancomat - i manifesti con un sacco di testo - la musica rock che però non è proprio rock rock diciamo - i Coldplay - Don Matteo - le strisce pedonali - le assicurazioni che pagano solo se attraversi sulle strisce - i bambini - i bambini degli altri - il pensiero di avere un bambino - i preservativi - la pillola - le coperte felpate - la neve - la pioggia quando c'è la neve per terra - i guanti che non tengono caldo - i guanti che mi devo togliere per poter usare il telefono - le scritte romantiche sui muri - i post romantici - i gatti grandi - la musica metal - i cantanti growl - i frontali - le quote rosa - l'ingresso gratuito per le ragazze in discoteca - i giochi di carte - i rompicapo - nomi cose città - le feste di capodanno - il forno che non forna mai come dovrebbe - i libri - le biblioteche - l'incertezza - il clima - le meteoriti - le cose che vedo - le cose che non vedo - le cose che non vedrò - gli appuntamenti - gli eventi in calendar - le mail lunghe - gli imprevisti - le visite - i medici incompetenti - i medici che non si capisce un cazzo di quello che scrivono - i nomi delle medicine - il menù delle pizze - la gente che non capisce cosa dico e mi costringe a ripetere - i computer vecchi - i computer lenti - la voltura - le offerte - gli scaffali con troppa scelta - le esperienze - le esperienze di coppia - le degustazioni - le cantine aperte - le località turistiche - i ristoranti - gli amici che parlano di ristoranti - l'ansia da prestazione - gli esami - il percorso universitario - i treni regionali - il sudore - gli amici che poi se ne vanno - le abitudini che cambiano - le mamme e i papà che annunciano con gioia l'annuncio l'arrivo di un nuovo bebè - i bebè - i nomi dei bebè (come cazzo fai a chiamare una bambina "Agape Amelia"?) - i nomi delle persone - la lavanda dei piedi - il catechismo - la dottrina - le buone maniere - l'educazione - le ore perse - la parola di Cristo - cambiare idea - la batteria del telefono - le notizie false - i titoli clickbait - la pubblicità prima dei video - la pubblicità su LA7 - i chitarristi bravi - i concerti con troppa gente
- i concerti vuoti - la pioggia - il sole - l'oroscopo - le tapparelle - i lucernari - il caricabatterie - le chiavi - il gas prima di andare a dormire - la pisciata della notte - la camomilla che mi fa venire da pisciare mentre dormo - la corretta alimentazione - i consigli - i consigli corretti - i consigli corretti che non seguo - i pittori - i traslochi - le scarpe nuove - le formule excel - lo stipendio - la poco equa ridistribuzione degli utili in azienda secondo me che sono dipendente - le critiche - le frecciatine - le teste di cazzo - le canzoni in inglese - la musica italiana - la musica italiana di una volta - i quaderni ad anelli - la professoressa che non scopa - il professore che ha gli stessi problemi della professoressa - le regole - i servizi a pagamento - viaggiare controsole - pisciare controvento - i film troppo lunghi - le serie noiose - le serie virali - il vicino che mi fa domande mentre sono in poggiolo - i taglietti da carta - le buche - allacciarsi le scarpe in pubblico - i pranzi in famiglia - le cene con gli amici - le ore piccole - gli impegni - la noia - i messaggi melensi - i messaggi gentili - la beauty routine - la sagra - i fuochi d'artificio - la portiera che non si chiude bene - i calici - la bottiglia che non si apre mentre la gente aspetta che la apra - la gente che mi guarda - i tic - le cose tra i denti - il dentista - le pec - gli amici avvocati - i cannocchiali - i genitori spacca-coglioni - quando muoiono i genitori - i cuscini troppo alti, bassi, morbidi, avvolgenti - i cervicali - le poesie - la licenza poetica - la gente che utilizza "ergo" - la gente che mi chiede di descrivermi con tre aggettivi - gli accordi - i preventivi - i pagamenti a 90gg - il regime fiscale - il cuneo fiscale - l'INPS - il canone rai - le salviette del bar - i cucchiaini piatti - la memoria - la nostalgia - le cose che se ne vanno - le cose che devo lasciare indietro - le novità - le persone moderate - perdere - scopare poco - scusarsi - cercare di capire cosa pensa l'altro senza chiederglielo - le coccole - le storie già sentite - le nuove conoscenze - le conoscenze in viaggio - le valigie in treno - le valigie in aereo - l'aereo - le persone che dicono che l'aereo è più sicuro della macchina - le altezze - la paura - le esperienze - l'ora di andare a dormire - i soldi - i debiti - il mutuo - scegliere casa - il colore delle tende - l'argenteria - i compro oro - il pavimento appiccicoso - le piante - le vespe - la natura - i raduni - i chopperisti - gli scaffali del supermercato - le pulizie - i letti contenitore - i video lunghi - dover morire - la riabilitazione - il percorso di studi - l'intro - le presentazioni - il pacchetto office - i tappeti - cava - le passeggiate della Domenica - la Pasquetta - il giorno dopo - le mail - gli sms - l'itinerario - il traffico - le audioguide
- scegliere dove mangiare - mangiare a casa - non avere la lavastoviglie - i suffle - gli abiti da sposa - l'aerofagia - le ghirlande - la pubblicità - il paesaggio - gli intenditori - i curriculum - l'astinenza - la distanza - la vicinanza - il fumo - non avere fumo - le tende - i calzini anti-scivolo - i biglietti dell'autobus - le app dei parcheggi - la compagnia - le tragedie - le notizie - internet - TOBI - le cose che si rompono - le amicizie - i portachiavi - l'omofobia - i comunisti - i fascisti - gli estremisti - i faziosi - il buio - l'allarme - gli impegni - le chat lunghe - i poemi - i manifesti pieni di scritte - le tazze rotte - casa degli altri - il bagno a casa degli altri - il cagotto a casa degli altri - i monopattini - il bagagliaio - la pressione delle gomme - la caldaia - il termostato - lo SPID - i tutorial - i tutorial degli indiani - il razzismo - gli uffici - gli uffici pubblici - i tempi di attesa - i disservizi - l'aperitivo annacquato - lavorare di domenica - lavorare di lunedì - lavorare - non lavorare - la carta igienica degli altri - le alghe al mare - la lista della spesa - le colline in bicicletta - gli abbonamenti - i riflessi - le opinioni - gli errori di battituta - il correttore - la Chiesa - il volontariato - le stelle di Natale - le feste - - non ricevere nouricne - I solai al carta - le monete - li pin del pancomat - i maniest con un sacco al testo - la musica rock che pero non e proprio rock rock diciamo - i Coldplay - Don Matteo - le strisce pedonali - le assicurazioni che pagano solo se attraversi sulle strisce - i bambini - i bambini degli altri - il pensiero di avere un bambino - i preservativi - la pillola - le coperte felpate - la neve - la pioggia quando c'è la neve per terra - i guanti che non tengono caldo - i guanti che mi devo togliere per poter usare il telefono - le scritte romantiche sui muri - i post romantici - i gatti grandi - la musica metal - i cantanti growl - i frontali - le quote rosa - l'ingresso gratuito per le ragazze in discoteca - i giochi di carte - i rompicapo - nomi cose città - le feste di capodanno - il forno che non forna mai come dovrebbe - i libri - le biblioteche - l'incertezza - il clima - le meteoriti - le cose che vedo
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Capodanno Agrario alla Tenuta Tenaglia: Un Viaggio Gastronomico Ispirato a Carducci. Celebra la Cena di San Martino con un menù unico tra sapori autunnali e vini locali alla Tenuta Tenaglia
La Tenuta Tenaglia, in collaborazione con il Ristorante Boccadoro di Ponzano, ti invita a celebrare il Capodanno Agrario con la tradizionale Cena di San Martino.
La Tenuta Tenaglia, in collaborazione con il Ristorante Boccadoro di Ponzano, ti invita a celebrare il Capodanno Agrario con la tradizionale Cena di San Martino. Questo speciale evento si terrà lunedì 11 novembre 2024, alle ore 20:00, nella suggestiva cornice della Tenuta Tenaglia, una location incastonata tra i vigneti del Monferrato. Un appuntamento che unisce gastronomia e tradizione,…
#Agricoltura#Alessandria eventi#Alessandria today#appuntamento gastronomico#assaggio inedito#Capodanno Agrario#celebrazione agraria#Cena di San Martino#cena speciale#cena tematica#chef Riccardo#Cultura Locale#degustazione vini#enoturismo#Evento enogastronomico#fine anno agrario#fonduta#gastronomia italiana#Giosuè Carducci#Google News#italianewsmedia.com#Menu autunnale#Monferrato#moscardini#novembre eventi#piatti autunnali#Piatti tipici#Pier Carlo Lava#Poesia#risotto
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Ravioli al Nero di Seppia: La Ricetta Imperdibile
Quando mi accingevo a preparare un menù per una ricorrenza speciale, come Natale, Pasqua, Ferragosto o Capodanno, sapevo esattamente cosa fare: sfruttare l’occasione per sperimentare piatti più elaborati. Questi esperimenti avevano un duplice scopo: testare ingredienti e ricette nuove e osservare la reazione degli ospiti. Durante un cenone di Capodanno, presentai un piatto che divenne un grande…
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Fotogallery - Francia, le ostriche grandi assenti nel menù di Capodanno? "Troppi intossicati", vendita vietata
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Pensieri affollati.
Ieri tra il nervosismo e l'indifferenza di lei mi sono in effetti fatto solo del male, ma sta cosa del capodanno con i suoi parenti mi sta troppo sul cazzo, mi è saltato in mente "prendo un aereo e passo un pò di tempo in Trinacria con amici", peccato che visto il periodo (tra ste festività e il caro tutto che ci hanno regalato gli yankee) solo per arrivare a Roma ci vogliono 800€ (andata e ritorno), idea scartata. Mi è venuto in mente che non devo per forza andare chissà dove e ho iniziato a guardare i prezzi degli alberghi e b&b, per una notte si parte da 100€, poi considerando che molti di sti posti fanno cenone e festone, che a me non interessa, ho ben pensato che non è una bella idea. Niente mi tocca mangiare sta quintalata di merda, che poi la cena si fa presto, visto che molti dei suoi parenti (anche i miei in realtà) sono over 70 e 80, quindi finita la cena intorno alle 20:30/21 non si fa niente, mi sarei accollato anche la tombola o qualsiasi giochino del cazzo ma qui non è usanza come da noi, come si passa la serata? Loro bevono come spugne e parlano sempre delle stesse cose, tutto fino alla mezza notte, non so se mio cognato porterà i fuochi ma conoscendolo si, quindi un ulteriore brindisi con uno spumante da 4 lire mentre ci si augura un buon anno e dopo un pò sloggiano, poi mi tocca sistemare tutto, come da post precedente, il tutto nella sobrietà totale visto che non bevo più da quasi 4 anni, ho 4 fiorellini di maria conservati per l'occasione e non posso neanche fumarli. Dulcis in fundo non c'è ancora da parte di lei un'idea per il menù, anche se so che finiremo per cucinare carne e patate come da tradizione estone, hanno solo questo come piatto in tutta la loro immensa mancanza di cultura, gli altri piatti sono o russi o tedeschi o finlandesi o svedesi, tutti quelli che in qualche modo li hanno conquistati e poi lasciati perché alla fine qua non c'è un cazzo. Lo so, lo so, mi sono un pò amminchiato su sta cosa, ma avevo un programmino niente male, cena, canna, registrazione in presa diretta di improvvisazione, una sorta di concerto registrato a fine anno, ma invece mi tocca cancellare tutto, cosa che mi irrita non poco.
Cambiando discorso, sto fortemente pensando di cambiare aria, la relazione sta piano piano planando verso la fine e prima che mi arrivi una doccia fredda mi inizio a guardare intorno anche se non vedo molte soluzioni, una possibile sarebbe di trasferirmi a Tallinn dove in teoria ci sono più lavori e una vita diversa, questo molto in teoria raccontato da persone che vivono la, poi ognuno ha le sue specifiche e ... va bè hai capito. La cosa mi frena un pò perché alla fine è sempre estonia, mentre se volessi andare proprio via c'è una ditta che cerca svariate figure per lavori online (suppongo da ufficio) ma dovrei trasferirmi in Grecia, ho visto alcuni annunci e non sembra male, anche se come sappiamo la Grecia è in recessione da parecchi anni, vediamo. Alternativa sarebbe chiedere una mano a qualcuno dei tanti amici e conoscenti sparsi per l'Europa, questo sempre se c'è ancora quella cosa che ci si aiuta, beh questa è un pò l'ultima spiaggia. Ma come ultimissima alternativa prendo quello che posso e parto per una destinazione XY così. Come recita un brano di Tonino "felicità a momenti e futuro incerto".
Vi lascio un pò di musica (non Tonino)
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Coldiretti Sardegna, Natale 2023 in famiglia
Natale in famiglia per circa due terzi dei sardi che preferiscono, per circa l’80 per cento, avere un menù con più della metà di cibi a base di prodotti made in Sardinia e legati alla tradizione. È quanto emerge da una stima Coldiretti Sardegna sulla tendenza dei sardi per i giorni di Natale. Più gettonati per Capodanno e per l’Epifania saranno, invece, gli agriturismi con le loro offerte e…

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Menù di Capodanno, vieni allo show cooking
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Capodanno 2024 con vista sul Lago di Como @ Yacht Club Como: musica e intrattenimento a cura di Cenando & Ballando
La fatidica domanda "Che cosa fai a Capodanno?" è già nell'aria anche per il Capodanno 2024. Una bella idea è passare l'ultima notte dell'anno, il 31 dicembre 2023, allo Yacht Club Como (Viale Giancarlo Puecher, 8) che ha una splendida vista sul Lago. Alla musica e all'intrattenimento pensa lo staff di Cenando & Ballando, con l'energia di Icio al microfono ed il sound di Cucky in console che da sempre fanno scatenare chiunque. Al cibo, all'accoglienza e a tutto il resta pensa lo staff dello Yacht Club, come sempre con grande professionalità. Il menu, disponibile qui sotto, è all'altezza delle aspettative dei più esigenti.
Vivere il Capodanno 2024 dello Yacht Club di Como sarà un'emozione che abbraccia tutti i sensi. Gusto e divertimento, in una meravigliosa location, un salone d'eccezione che si riempirà di luci e allestimenti perfetti per far passare una spettacolare cena di gala agli ospiti, con una vista unica sul Golfo del Lago di Como. Riassumendo, si canta tra i tavoli gustando ottimi piatti, si balla e la serata decolla... fino all'alba.
Come è giusto che sia, il Capodanno 2024 inizia già all'ora dell'aperitivo: alle 19.30 Welcome Flûte di Prosecco di Valdobbiadene, alle 20:30 inizia il Cenone di San Silvestro. A Mezzanotte il fatidico brindisi di auguri per un 2024 da sogno e subito dopo dj set e balli scatenati. Per info e prenotazioni +39 3938008071 (Tel. WhatsApp). 150,00 euro a persona, all inclusive.
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Menù Capodanno 2024 con vista sul Lago di Como @ Yacht Club Como / musica e intrattenimento a cura di Cenando & Ballando
ANTIPASTI
Insalatina di stagione con songino profumato, datteri, mele al porto e arance
Carpaccio di tonno
Insalatina di mare al profumo di arancio
Culaccia di Langhirano
Salamino nostrano al coltello
Crostino al Gorgonzola di Novara con confettura di fichi
Barchetta di radicchio di Treviso con "carne salada"
PRIMI PIATTI
Raviolone stella al ragù di cernia con coulisse di pomodorino datterino e olive di Arma di Taggia
Cannelloni ricotta e spinaci con crumble di bacon e gel di basilico
INTERMEZZO
Sorbetto al mandarino
SECONDO PIATTO
Reale di vitello CBT con fondo bruno con Churros di patate
Cestino di Nugets di baccalà con salsa tartara e verdure croccanti in pastella
DESSERT
Gelato al panettone con crunch di frolla
CANTINA
Vino Bianco e Rosso della nostra Cantina
Acqua naturale e gassata
Caffè
A MEZZANOTTE
Brindisi con Spumante italiano e Panettone Artigianale
Cotechino tradizionale e lenticchie Castelluccio
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Anno nuovo menù nuovo "Buon anno da Silvy"
Rubrica di cucina a cura di Silvana Salvatori Anno nuovo menù nuovo “Buon anno da Silvy” L’inizio del nuovo anno è veramente un giorno molto diverso da tutti gli altri si è fiduciosi che l’anno nuovo sarà migliore di quello passato, specialmente se festeggiato con persone ottimistiche e ambiziose. Consumando insieme un menù tradizionale della nostra cucina Italiana, darà importanza al nostri …

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Natale in famiglia per 2 sardi su 3, spesa media di 148 euro
Natale in famiglia per circa due-terzi dei sardi che preferiscono, circa l’80%, avere un menù con più della metà di cibi a base di prodotti made in Sardinia e legati alla tradizione. È quanto emerge da una stima di Coldiretti sulla tendenza dei sardi per i giorni di Natale. Più gettonati per Capodanno e l’Epifania saranno, invece, gli agriturismi con le loro offerte e pacchetti. NATALE –…
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Cosa fai a Capodanno?
Mi chiedo cosa farò a capodanno grattandomi pigramente la barba. L'anno tanto atteso, temuto e di cui mi sono poi fatto una ragione è arrivato.
I miei figli oramai con i loro interessi e amicizie non saranno lì ad aspettare che io stappi la bottiglia a mezzanotte.
Con il solito mio "vaffanculo", in stile Il Principe Cerca Moglie, urlato dal terrazzo e coperto dai millemila fuochi d'artificio. Che li faceva ridere.
Strade diverse, interessi diversi, sarà tutto diverso.
Sto valutando se passare Capodanno chattando su qualche Dating App, oppure social. Così tanto per fare.
Valuto se optare per l'abbinamento pizza e Champagne oppure arancin* e vino bianco strutturato.
Oppure chiedere asilo politico a qualche persona giusto per il botto di mezzanotte.
Continuo a grattarmi la barba con fare amletico.
Potrebbe esserci l'alternativa Lormetazepam in dose Happy New Fear, risolverebbe un po' di cose.
Valuto che probabilmente la strada per l'inferno è quella che comincia con la scritta "Che fai per l'ultimo?", su un'insegna luminosa come quando entri in autostrada.
Ma i miei pensieri vengono interrotti da figlio 2:
- Papà, che ne dici se Rebecca venisse qui a casa con noi per l'ultimo?
- Rebecca.
- Si lei.
- Allora è amore.
- Beh... si.
- Ma si ferma a dormire qui?
- Sì.
- ...
- ...
- Lo sai che dovrete sparecchiare la tavola vero?
- Perché?
- Perché chi non tromba a Capodanno sparecchia la tavola il primo dell'anno.
- Ma...
- Ci siamo capiti, vero? Altrimenti la riaccompagno a casa dopo mezzanotte.
- O-ok.
Riprendo distrattamente i miei pensieri, pensando se brindare a mezzanotte oppure farlo con un minuto d'anticipo, per accelerare la fine di questo 2022, quando arriva figlio 1:
- Papà sai cosa farò a capodanno con due miei amici?
- Aspetta la so, chiuderai l'anno senza salvarlo.
- Cos..?!
- No va beh, era una battuta ma sto ridendo solo io qui.
- Ti stavo dicendo che con i miei due amici Vercingetorige e Attila ci fermeremo per cena qui a casa nostra.
- ...
- ...
- Ma non era l'anno del "prendo e volo libero"?
- Facciamo l'anno prossimo, devo prendere meglio la rincorsa. Ma guarda che per mezzanotte usciamo neh?! Andiamo poi a casa di Tamerlano che ha preso la Peroni a un euro.
- Tamerlano, ma non è quello che studia giurisprudenza.
- Si lui, infatti abbiamo deciso di affidarci a lui per il 2023.
- Cioè?
- Eh, niente ci leggerà termini e condizioni del 2023 prima di accettarlo. Lui ne capisce di Legge sai com'è.
- Cazz0 devo pensare a un menù per il 31 allora.
- Per te è un problema?
- Beh si, non ho ancora dato un senso a questo 2022 e devo già pensare al 2023. Troppe cose per la testa.
- Ma tranquillo papà, quello che ci sarà a tavola sarà comunque buono. Ne sono sicuro.
Se è vero che ciò che non ti uccide il minuto dopo ti chiede: "cosa fai a Capodanno?"; è anche vero che chi ti vuole bene te lo dimostra restando con te a Capodanno. Magari perché economicamente non ancora autonomo.
Finirà questo 2022, "festeggerò" l'ennesimo "capo di danno" o il 2023 riuscirà a sorprendermi in positivo?
Controllo con ansia le chat di WhatsApp, per vedere se qualche buontempone tra i miei contatti ha creato il gruppo "Capodanno 2023", l'anno scorso lo feci io. Mettendo nel gruppo contatti a caso presi dalla mia rubrica, so che due di questi contatti oggi sono insieme. A volte da una cazzata ne esce una più grande. No dai, spero che sia una bella storia tra di loro.
Sento già la voglia di mettermi a letto alle 00:01 del primo gennaio.
Ma non sarà così. Avrò tempo per farlo in futuro e alla fine, ne sono certo, rimpiangerò questi capodanni con chi amo davvero.
Nel frattempo per loro prego.
Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno a Capodanno.
Una cosa è certa, anche quest'anno lo finirò senza una parte migliore di me al mio fianco.
Spero per il 2023 di trovare la persona che davvero più mi manca, il me migliore e brillante che può fare la differenza. In tutto.
#libero de mente#ironia#pensiero#amore#vita#racconto#pensieri#battute#dialoghi#capodanno#ultimo dell’anno
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Il mio menù di Capodanno prevede ansia lacrime e disperazione🤩🤩
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Ravioli-rosa-di-pesce-spada-e-cernia-grigia; Ravioli ripieni di Cernia ;ravioli di spigola con sugo di pescespada ; Ravioli neri ripieni di pescespada; Ravioli-di-melanzane-con-sugo-di-pesce-spada ; ravioli-con tartare di pescespada ; ravioli-ripieni-di-pesce spada con burrata finocchietto e vongole; ravioli-di-pesce-spada con ricciolo di limone; ravioli ripieni di pescespada con pomodori Pachino; Ravioli-a ghiotta ripieni di pescespada
Un amore in tre atti unici - Atto secondo
FEBBRAIO 2020 - SAPERSI
Guardò la rampa di scale, l’ultima prima di arrivare al pianerottolo di casa sua. La osservò rendendosi conto che era tornata a casa senza far caso alla strada fatta, presa com’era dai suoi pensieri e dal nulla che la circondava. Ormai, con il lockdown, tutte le strade erano vuote e solo le macchine della polizia o dei carabinieri le popolavano di inquietudine. Lei tornava sempre a casa di corsa senza neanche alzare la testa a guardarsi intorno perché, ormai, non c’era nulla da guardare. Era tutto strano, con tutti quei morti al nord e l’attesa che il male arrivasse pure nell’isola facendo una strage perché gli ospedali siciliani non erano come quelli del nord. Salì l’ultima rampa di scale ed incominciò ad aprire con un gran rumore di ferraglia il suo portoncino. Si aprì la porta alla sinistra della sua, quella della signora Carmela e la vecchia con la sua figura minuta e i capelli bianchissimi apparve con una busta di plastica in mano
“Signora bonasira – esordì – è venuto il signor Giuseppe e le ha portato qualcosa da mangiare. A noi ha portato il pane e una teglia di salsiccia e patate, ai Romeo una teglia di pasta al forno: con i loro tre figli e il marito disoccupato, gli ha fatto un bel pensiero. Il signor Giuseppe è una bella persona, meno male che c’è gente come lui picchì si no ni ittiriumu unu a scippare l’occhi all’ autru (incominceremmo a strapparci gli occhi l’uno all’altro).”
Lei la ringraziò e dopo due parole di circostanza entrò in casa.
Da quando i ristoranti erano chiusi, Giuseppe le portava ogni giorno la cena. Lei appoggiò il sacchetto sul tavolo e lo aprì. In un portavivande vi erano dei ravioli di gamberi e pescespada in un brodo di crostacei. Solo l’odore la ripagò della tristezza della giornata. Si cambiò ed incominciò a mangiare con la televisione accesa ma con il volume al minimo. Non aveva voglia di sentire parlare ancora di morti e di dolore. Nel sacchetto c’era anche una bottiglia piccola di Rapitalà , lei si riempì il bicchiere e andò a sdraiarsi sul letto. Sul comodino vi erano i menù del ristorante di Giuseppe. Aprì quello emozionale e lesse la descrizione dei ravioli:
“Una nuvola di pescespada impreziosito dall’amorevole dolcezza mediterranea del prezioso gambero rosso, in una sottilissima sfoglia di pasta solare, il tutto cucinato in un delicato ed intenso brodo di scampi e cicale, esaltato da pezzettini di aromatica triglia di scoglio e di freschissime verdure di stagione.”
Sorrise. Giuseppe sapeva descrivere le cose in un modo bellissimo. Prese il menù Sensuale e lesse lo stesso piatto
“La passione amorosa del pescespada sposata con la dolcezza sensuale del gambero unite per la vita in una sfoglia di morbida ed appassionata pasta, sottile come il sospiro di una innamorata vogliosa. I ravioli si amano sospesi nel mare della vita addolcito dall’intensità degli scampi e delle cicale, in un unico abbraccio amoroso con i frutti della terra. Piatto dedicato a chi ama i sottili piaceri della vita, l’amore inteso come dolce continuo desiderare e gustare, il sesso come lento cammino verso il piacere”
Sorrise ancora. Guardò l’orologio, doveva chiamare i suoi e sentire come stavano ed ascoltare le disgrazie di famiglia. Nella mezzora di discussione finì il vino e la pazienza. Per cui tornò in cucina a mettere il piatto nell’acquario in mezzo a tanti altri sporchi e a preparare la caffettiera e la tovaglietta per la colazione. Fece in fretta perché Giuseppe l’avrebbe chiamata alle ventidue precise, un appuntamento che dava senso alla sua giornata.
Alle ventidue si sdraiò sul letto e attese. Il cellulare si illuminò mostrando un piatto di tagliolini con astice.
“Quindi io sarei una a cui piace continuamente desiderare e gustare?”
“Certo, hai una sensualità compressa, il giorno in cui la renderai libera sarai una tigre del sesso”
“Oh povera di me! Mi stai dando della Messalina repressa,”
“Sto dicendo che sei un albero che ancora non sa fiorire”
Decise di cambiare discorso
“Sei ancora arrabbiato per l’altra volta?”
“Sto metabolizzando e pensando. Non mi aspettavo che reagivi in quel modo”
“È che non sopporto che mi si stia vicino, che mi si tocchi”
“Questo lo posso capire. Non capisco come mai non mi vuoi dire perché. Poi ti stavo abbracciando, non ti stavo strozzando.”
“Ecco – sentì che tutto le stava sfuggendo di mano, che non vi era una spiegazione se non quella vera, quella che non voleva dire – poi magari ne parliamo di persona … ora, al telefono non mi viene facile”
“Neanche di presenza ti viene facile … sembra che non ti fidi di me …”
“No, non è questo … non ti so spiegare … Per favore parliamo di altro, mi fai sentire sotto processo”
“Come vuoi, ma se qualcuno ti lancia un salvagente mentre anneghi non puoi voltarti dall’altra parte”
“Non sto annegando!!!”
fece lei esasperata in modo secco ed arrabbiato.
Giuseppe restò in silenzio per quasi mezzo minuto
“Ti sono piaciuti i ravioli?” esordì improvvisamente
“Si molto buoni, tua madre è molto brava”
“Si, continua a cucinare per tutti. I fornitori, quei quattro contadini e pescatori che ci forniscono, le hanno detto di pagarli poi con calma, quando riapriremo, ma lei li continua a pagare regolarmente, come se ancora facessimo il tutto esaurito”
“Come mai?”
“Dice che se ci fermiamo tutti, i soldi non girano più e tutto si blocca. Per fortuna, con la storia che sono tutti a casa e che molti non escono neanche per la spesa, ci ordinano pranzi completi da consegnare a casa, e restiamo in pareggio”
“È un brutto momento. Vedere tutti quei vecchi che aspettano al freddo e sotto la pioggia fuori dalla posta il loro turno è angosciante. Speriamo che il lockdown serva a qualcosa…”
Continuarono a parlare di quelle cose banali che si dicevano sempre e lei si rese conto che stavano parlando per sentirsi ancora vicini malgrado il suo scatto nervoso di prima. Giuseppe le dava corda perché voleva tranquillizzarla ma lei sentiva che anche lui era come imbarazzato.
“Ora sono stanca – gli disse improvvisamente – ci sentiamo domani”
Probabilmente lui guardò l’orologio e sicuramente notò che stavano finendo prima del previsto.
“Va bene, riposati, ciao”
concluse brevemente
“Ci sentiamo domani mattina … ti chiamo io … ciao ciao”
Si sentiva in colpa. Giuseppe non voleva essere insistente. Capiva che lei aveva dei problemi e voleva aiutarla, ma lei … lei non era pronta. Forse non lo sarebbe mai stata, ma adesso meno che mai. Con tutta questa provvisorietà, tutto questo casino che stava succedendo, non era il momento di parlare del passato. Di dissotterrare fantasmi, demoni e fobie. Si certo, il loro era un rapporto strano, anche lui se ne era accorto. Prima che lei andasse dai genitori a Capodanno l’aveva invitata in campagna con dei parenti e amici. Era la loro prima uscita, un modo di rendere ufficiale quello che già dentro di loro sapevano. Qualcuno si era messo a suonare uno di quei balli paesani, la Cumparsita o un un'altra musica latina. Lui l’aveva tirata in mezzo alla sala a ballare. Lei era andata sperando che con lui non avrebbe avuto problemi. Invece appena l’aveva stretta in lei era incominciata l’ansia, più lui la stringeva, più lei sentiva crescere in se la paura, un inquietudine angosciante, una sensazione di soffocare e di dover fuggire. Gli disse sottovoce “lasciami, basta”, ma lui felice perché lei era li con lui di fronte a tutti i suoi, sorrise e continuò a girare seguendo la musica. Fino a che lei non si mise ad urlare “Lasciami, lasciami, ti ho detto di lasciarmi” e si divincolò restando nel silenzio assoluto e con tutti i presenti che la guardavano stupiti. Lei li guardò, poi corse al suo posto a prendere il soprabito e scappò fuori. Lui l’aveva rincorsa chiedendole scusa, che non gli sembrava di averla importunata più di tanto, ma lei gli disse solo di portarla a casa, che era stanca.
Da allora non si erano più visti e se lui chiamava lei gli rispondeva che non voleva parlare, che era troppo presa. Non andò più al ristorante e da allora ogni sera si trovava davanti alla porta la cena calda. Dopo una settimana lo chiamò per dirgli di non mandare più niente: Giuseppe rispose che era sua madre a mandargli i piatti pronti, lui sarebbe venuto di persona e piano piano rincominciarono a parlare, principalmente di notte, quando i telegiornali avevano finito di contare i morti e i positivi e facevano vedere camion piene di bare e strade vuote. In quella penombra di morte che copriva ogni città ed ogni quartiere, nel risentirlo lei scopri che ne era felice. Che forse aveva sbagliato a non dire le cose come erano. Ora, quella sera, avevano di nuovo litigato. Non che avessero veramente litigato, ma quel suo scatto era stato un eccesso imprevisto, come quello di quando ballavano. Il senso era sempre quello. Lei che non riusciva a parlare. Ma Giuseppe non aveva colpa, non doveva sempre trattarlo così. Non era giusto.
Richiamò
“E’ successo qualcosa?”
“No, volevo chiederti scusa per prima. Mi sono saltati i nervi per la stanchezza”
“non era la stanchezza lo sai”
“No, è che in ufficio mi fanno disperare”
Lui restò in silenzio, poi iniziò con una voce seria
“Ascolta, con questa pandemia non siamo a niente, ma non saremo mai a niente se continuiamo a parlarci a distanza e distanti l’uno dall’altra. Proprio quando tutto è provvisorio come ora che bisogna fare delle scelte e trovare dei punti fissi di riferimento. Ti sto chiedendo solo di parlarne per incominciare a trovare la nostra strada.”
“Ma è solo stanchezza, quando passerà e il virus scomparirà, tutto diventerà normale”
“Facciamo così: io tra un ora sono li da te sotto casa. Se mi mandi un messaggio salgo e ne parliamo seriamente, se no saremo sempre qui a parlare come gli innamoratini e presto ce ne stancheremo. Una relazione non dura se non capiamo chi è che abbiamo davanti. Possiamo dirci tutte le parole del mondo ma se non diciamo mai quelle vere, quelle che dicono chi siamo, non diciamo nulla”
“Hai ragione ma non è così semplice, poi c’è il coprifuoco…se ti fermano cosa dici? Che hai la zita che ha le paranoie? Cerca di essere pratico”
“Fra un ora sono li. Tu sei più importante di qualsiasi multa. Se non mi fai salire sarò li domani e dopodomani ancora, finché non parleremo o ci lasceremo.”
Chiuse la telefonata.
“Il solito testardo e presuntuoso. Per me te ne puoi restare fuori per tutta la notte ... “
Pensò arrabbiata. Prese il bicchiere andò a cercare un po' di vino. Non ne trovò perché con il Covid non aveva più tempo di fare la spesa. Si arrabbiò, il vino l’aiutava a cacciare i demoni e a non averne paura. Decise di farsi una lunga doccia e di lasciare sul tavolo il cellulare così da non rispondere al suo messaggio. Quando non avrebbe avuto risposta se ne sarebbe tornato a casa con le pive nel sacco. Andò in camera da letto e si spogliò. Quando lo faceva non guardava mai lo specchio dell’armadio, ma quella volta era tanto arrabbiata con lui che non se ne ricordò e quando si levò la canottiera di cotone, si vide allo specchio. Restò sorpresa e si osservò. Le cicatrici brillavano sotto la luce riflessa dello specchio. Erano tante, lunghe e dritte o curve e qualcuna serpeggiava da un fianco all’altro per come quei demoni gliele avevano fatte. Malgrado i dottori avessero fatto miracoli si vedevano ancora e in certe parti il suo corpo sembrava sformato e irregolare o cresciuto a casaccio. Cosa ne poteva sapere lui, non aveva sentito come lei i loro corpi contro il suo impotente ed ormai un giocattolo su cui sfogare tutto il male che una fantasia malata poteva immaginare. Lui non poteva sapere la violenza, l’umiliazione, il dolore, l’orrore che c’era nell’essere usata, nel subire tra le botte e lo schifo, le voglie di un altro. Lui non poteva saperlo e non era colpa sua. Lei aveva sbagliato a crederci, a dargli corda a pensare veramente che la vita potesse anche dare invece di togliere e basta. Non era servito a niente andare in un'altra casa con altra gente, in un'altra vita, i demoni l’avevano seguita e quando durante la festa lui non l’aveva lasciata, lei si era sentita tra le braccia dei suoi diavoli e si era ribellata. Non era colpa sua, non poteva sapere. Lei forse doveva fargli capire che lei … ma non sapeva neanche come definirsi, come spiegare. Non era colpa sua, si ripeteva sotto la doccia. Lui era buono, ma se l’avesse vista nuda, con tutti i segni dei demoni, che cosa avrebbe fatto? e tenerlo lontano, a cosa serviva? Aveva ragione che stare così senza dare o avere vuol dire essere morti. Pensò che lui non si era arreso, insisteva a voler capire e questo non per presunzione ma perché a lei ci teneva. Glielo aveva fatto capire in mille modi! Perché non accettare di mostrare i suoi problemi, le sue fobie, quello che alla fine era? Aveva ragione lui, era meglio trovare il coraggio di chiarire, chiamare le cose con il loro nome
Uscì velocemente dalla doccia e mettendosi l’accappatoio corse in cucina a prendere il telefono. Vi era il suo messaggio di un quarto d’ora prima
“Salgo?”
Rispose subito
“ Si vieni, vieni”
E corse ad aprire la porta cercando di fare il meno rumore possibile. Quando aprì lui era già dietro la porta che sorrideva
“Vieni”
Disse lei e lo tirò dentro chiudendo velocemente.
Lui entrò andando in cucina
“Che casino che c’è..”
Lei si avvicino e senza dire niente lo baciò stupendosi lei stessa di quanto stava facendo e capendo che per quanto lui insisteva a cercarla, lei stessa, a modo suo, lo cercava con la stessa intensità, lo voleva con il suo stesso desiderio e tutti i suoi modi che lo spingevano via, erano solo una maschera con cui nascondere il suo bisogno di averlo accanto. Perché aveva bisogno di essere amata e desiderata da lui e di amarlo e desiderarlo allo stesso modo, con la stessa intensità. Capì che le era mancato, che tutto quel pensare e considerare, ora che c’era lui, non aveva senso se non per ribadire che non poteva tornare indietro facendo finta che tutto era tornato normale. Lui rispose al bacio ma non l’abbracciò. Lei fu contenta di questo e disse che andava un minuto di la a mettersi qualcosa. Dovevano prima parlare, poi poteva accadere tutto quello che doveva accadere, ma prima doveva avere il coraggio di mettere le cose a posto. Andò nella stanza da letto, chiuse la porta e girò la chiave come sempre faceva quando non era sola in casa, poi dal comò prese una mutanda e una maglietta e incominciò a slacciarsi la cinghia dell’accappatoio. Nel fare questo si girò verso la porta e guardandola si rese conto che aveva fatto qualcosa di strano. Aveva chiuso a chiave la porta, quasi barricandosi nella stanza da letto, anche se di là c’era Giuseppe che tra tutti gli uomini di questo mondo, era quello che non avrebbe mai potuto farle del male. Il suo Giuseppe, quello che sapeva cosa lei volesse prima che lo pensasse. Non erano serviti a niente i buoni propositi di prima: la paura guidava ancora le sue azioni consce ed inconsce. Chi le aveva fatto del male era lì con lei, nella falsa sicurezza della stanza da letto, nella prigione in cui i suoi ricordi l’avevano chiusa. Aveva ragione Giuseppe, doveva parlare, doveva dirgli di lei e delle cicatrici, del perché non dormiva la notte e non voleva essere toccata. Buttò sul letto la mutandina e la maglietta e lentamente andò verso la porta e dopo qualche secondo di esitazione girò la chiave e l’aprì. Camminò per la casa con l’accappatoio ancora addosso come se fosse in trance. Arrivata sulla porta della cucina lo vide che stava mettendo in lavastoviglie un piatto.
“Giuseppe …”
lui si raddrizzò e si asciugò le mani con un tovagliolo guardandola, lei si avvicinò e cercò le parole che non aveva mai voluto dire prima.
“… io…volevo dirti, io …”
E si fermò incapace di iniziare a descrivere il mostro che da anni viveva come un diabolico parassita dentro di lei. Allora, disperata perché i suoi incubi le avevano levato la capacità di parlare di loro, di descriverne l’infelice causa ed i terribili effetti, slacciò la cinghia dell’accappatoio e lo lasciò cadere per terra facendo vedere quello che i suoi demoni avevano lasciato sulle sue carni.
Giuseppe continuò a guardarla negli occhi, senza indulgere sul suo corpo o mostrare meraviglia per le offese che vedeva. Lei capì che anche se non l’osservava vedeva quelle cicatrici e con loro tutto il male che le avevano fatto, ma sembrava che non volesse dargli importanza come se non gli interessasse. Voleva dirle che per lui contava solo il dolore che sapeva dentro di lei che le rubava quella serenità che voleva per lei, e che era il loro presente, il loro futuro e non il passato che non meritava di essere considerato. Allora lei prese coraggio e lentamente si avvicinò ancora di più e quando fu a pochi centimetri da lui lo abbracciò goffamente, tremando e vincendo la repulsione che provava perché ora che sentiva il suo calore e il suo profumo capiva che ne era attratta, mentre gli incubi rimasti dentro la sua anima le gridavano di correre via, al riparo del dolore che un altro corpo poteva darle, via a rinchiudersi dentro la stanza da letto, a vivere come una reclusa, una sepolta viva. Ma lei lo stringeva e non voleva fuggire: di tutta la sua vita, sentiva questo momento come l’unico in cui aveva preso per mano il suo destino. Per questo motivo voleva restare stretta a lui come da sempre non aveva mai stretto nessun altro, come un naufrago aggrappato ad un relitto per salvarsi, per non finire annegata negli abissi delle sue paure.
Lui non l’abbracciò, le accarezzava i capelli con le sue labbra, ma non l’abbracciò.
“ Quando te ne sei andata dalla festa mi sono messo a pensare. Ho chiamato un collega giornalista che copre il tuo paese e gli ho chiesto se li da lui fossero successi dei fatti che avessero coinvolto delle ragazze – lentamente incominciò a baciarla in fronte e poi ancor più lentamente sull’orecchio e sul collo, ma non la stringeva ancora – mi ha mandato degli articoli. Una ragazza era stata uccisa ad un passaggio pedonale, una seconda aveva rapinato con un amico una farmacia per rubare del metadone. Una terza era una minorenne – lentamente, usando lo stesso tono di voce continuò a baciarla sul collo e quindi sulla spalla e lei scoprì che il suo toccarla le dava inaspettatamente piacere – questa ragazza fu violentata sul treno che prendeva per andare a scuola nel capoluogo da tre ragazzi che, spaventati da una possibile denuncia, l’avevano picchiata e inferto una ventina di coltellate lasciandola per morta. La ragazza sopravvisse ma dovette subire molte operazioni perché del suo corpo avevano fatto uno scempio – Si fermò a baciare la spalla più volte – nell’ultimo articolo che ho letto, avevano intervistato la madre e lei diceva che sperava che condannassero i tre all’ergastolo perché sua figlia l’avevano violentata nel corpo e nell’anima, tanto che ora non poteva neanche abbracciarla che lei tremava e scappava via perché per lei ogni contatto fisico era il ricordo della violenza”
Tornò a baciarla sfiorandole appena le labbra.
“allora ho capito che avevi i tuoi motivi per non farti mai abbracciare e toccare e che non potevo lasciarti prigioniera di una violenza che per te non era mai finita “
“abbracciami, stringimi... – disse lei con il volto contro il suo petto e gli occhi chiusi – ho bisogno di sapere che tu non sei come quelli”
Lui alzò le mani ad accarezzare le sue spalle poi le fece scendere lungo la schiena e l’abbracciò leggermente, al bacino. La sentiva tremare, ma non si staccava da lui ne rifiutava il suo abbraccio, anzi lo stringeva più forte quasi a chiedergli di proteggerla dalla stessa paura che quell’abbraccio faceva nascere in lei. In quel momento, nel profondo della sua testa, lei era sdraiata su un sedile del treno, una mano le stringeva la bocca per non farla gridare, qualcuno le stava tenendo le gambe aperte, altre mani le stringevano i polsi per tenerla ferma, mentre sentiva un corpo schiacciarla e un dolore tra le gambe che cresceva fino a diventare un fuoco. Si dibatteva disperatamente e qualcuno la prendeva a pugni e schiaffi o la tirava per i capelli. Sentiva dolore ovunque, in bocca aveva sapore di sangue fino che le arrivò un pugno sulla tempia che la stordì e tutto di nuovo fu solo dolore e schifo in un buio assoluto. Avrebbe voluto morire ma si strinse a Giuseppe, dicendosi che era tutto finito. Tutto, finalmente, era finito.
Giuseppe capì che lei stava lottando contro i suoi demoni, era una lotta silenziosa e terribile quella che lui sentiva nel tremore del suo corpo, una lotta per uscire dall’oscurità dei suoi incubi e poterlo amare ed essere amata per come voleva e doveva, per ritrovare la luce di quella impossibile stato d’animo, che chiamano normalità.
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