#memoire
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brie-draws · 3 months ago
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Malice Mizer icons [ Memoire vers. ]
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erisaxolotl · 2 months ago
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Lore dump heh
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Memoire belongs to me
Just the picture below the cut
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@eldritchcats @undertale-person @whimsycentral
Yo whimsy ya wanted more info?
Yes it's an undertale oc it been my main for a long time heheheheh
Thanks Tumblr for fucking the image quality
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arsenicetvieillesenseignes · 4 months ago
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Cela faisait un bail que je n’avais pas écrit sur Arsenic et Vieilles Enseignes. En ces temps agités, j'ai donc jeté un œil sur la cité martyr de Dortan, témoin muet des horreurs nazies de juillet 1944. Les troupes allemandes, véritables apôtres de la barbarie, ont transformé ce village paisible en un champ de ruines, semant terreur et destruction. Les habitants, otages de cette violence aveugle, ont vécu l'enfer : tortures, exécutions, pillages et viols. Pourtant, en 2024, 68 % des votants à Dortan ont choisi le RN aux législatives ! C'est à se demander si les leçons du passé ne s'évaporent pas aussi vite que les promesses politiques. Comment peut-on, en toute conscience, tourner le dos à l'histoire et se laisser charmer par des discours de haine et de division ? Rien ne justifie de replonger dans l’obscurité des idéologies extrémistes. Il est urgent de dire haut et fort que le fascisme n'est jamais la solution. Et comme l'oubli est la pire des trahisons, rappelons autant que possible les horreurs d’hier afin qu'elles ne puissent jamais refaire surface.
Les photos ci-jointes ont été prises dans la cité provisoire, construite après la destruction de Dortan pour reloger les sinistrés jusqu’à la reconstruction du village. Elle est aujourd’hui en partie abandonnée. Pour connaître son histoire et les horreurs qui y sont associées, suivez le lien.
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theprettieststarxx · 6 days ago
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TETSU TETSU TETSU AAAAAA I'M GOING INSANE he's so underrated
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hibiscusbabyboy · 2 months ago
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(Dividers by @kthice )
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samurairobotics · 2 years ago
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ITALY - JULY 19: Former porn-star and former Italian parliament member, Ilona Staller aka "La Cicciolina", 50, publishes her "Memoirs" in Rome, Italy on July 19th, 2002. (Photo by Eric VANDEVILLE/Gamma-Rapho via Getty Images)
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ethereal---spirits · 4 months ago
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Happy "memoire" day
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nightmareishomophobic · 5 months ago
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My meat slab approves did is my reference lol
Memoire can't hurt you it isn't real!
Memoire :
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SPOOPY FLESHY GUY
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pleaseanotherbook · 2 years ago
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Crying in H Mart di Michelle Zauner
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My parents wouldn't have known the names of authors I should read or foreign directors I should watch. I was not given an old edition of Catcher in the Rye as a preteen, copies of Rolling Stones records on vinyl, or any kind of instructional material from the past that might help give me a leg up to cultural maturity. But my parents were worldly in their own ways. They had seen much of the world and had tasted what it had to offer. What they lacked in high culture, they made up for by spending their hard-earned money on the finest of delicacies. My childhood was rich with flavor-blood sausage, fish intestines, caviar. They loved good food, to make it, to seek it, to share it, and I was an honorary guest at their table.
"Crying in H Mart" di Michelle Zauner edito in italiano da Mondadori, è entrato nelle mie cose da leggere perché quando si parla di cibo e Corea oramai il mio occhio e il mio cervello si attivano ed esplodono all'unisono con "lo voglio". La forma del mémoire ha iniziato anche ad essermi molto cara, nonostante il tema di fondo, quello della perdita e del lutto, mi devastano solo al pensiero, ma Michelle Z ha l'incredibile capacità di coinvolgere senza sensazionalismo e anche nei momenti più tragici conserva la compostezza di chi sta raccontando la sua storia e sa cosa ha provato.
Con struggente umorismo, Michelle Zauner racconta la propria esistenza a partire dall’infanzia, quando era una delle pochissime bambine di origine asiatica nella sua scuola di Eugene, in Oregon, e doveva soddisfare le aspettative di una madre esigentissima, fino alla sofferta adolescenza; e poi le estati passate nel minuscolo appartamento della nonna a Seul, dove, davanti ai piatti tipici della cucina coreana, il suo legame con la madre si fa sempre più forte. Michelle cresce, si trasferisce sulla East Coast per frequentare il college, inizia a muovere i primi passi nel mondo della musica e conosce l’uomo che diventerà suo marito. Sta costruendo la vita che vuole vivere, le radici coreane sembrano sempre più distanti. Fino a quando, a venticinque anni, la notizia che sua madre ha un cancro in fase terminale la spinge ad andare in cerca della propria identità culturale. E a riscattare il patrimonio di sapori, profumi, linguaggi e tradizioni che la donna le ha donato. Schietta e poetica, la voce di Michelle Zauner risuona luminosa sulla pagina come sul palco. Ricco di aneddoti personali e di foto di famiglia, Crying in H Mart è un libro da leggere, rileggere, amare e condividere.
Ci sono eventi che spezzano completamente la nostra vita e che rivoluzionano il percorso che stiamo tracciando e anche quando siamo capaci di ristabilire la presa, siamo inevitabilmente cambiati. In questo contesto la storia di Michelle si inserisce con una facilità che non mi sarei mai aspettata, con la descrizione a tratti ironica e a tratti molto dura della sua vita e della sua forza. Michelle è stata una bambina sensibile, una adolescente ribelle, una giovane adulta alla ricerca della sua strada, in un disperato tentativo di prendere in mano le redini della sua vita. Ma proprio quando sembra che le cose stiano iniziando ad ingranare ecco che una terribile sciagura si abbatte sulla sua famiglia: sua madre, la colonna portante di tutta la sua esistenza e di quella di suo padre, inizia a stare male e in breve deve iniziare a fare i conti con la malattia e la perdita. Tutto il volume ripercorre la sua intera esistenza in un susseguirsi di episodi e sentimenti conditi con dal suo disperato tentativo di non perdere le sue radici, il suo essere per metà coreana, l'eredità che sua madre ha cercato strenuamente di passarle, tenendo per sé un dieci percento, necessario per non lasciarsi sopraffare. Michelle racconta e nel frattempo regala al lettore uno scorcio ampissimo non solo della sua sfera privata ma soprattutto della cultura a cui è stata esposta. Sua madre infatti è una donna di Seoul che ha sposato un uomo americano con cui dopo aver attraversato vari paesi si è stabilita negli Stati Uniti, ad Eugene. Ma la Corea non ha mai lasciato la donna che applica tutti i giorni i passaggi della skin care spalmando sul viso ogni tipo di crema che trova a disposizione su QVC, sempre in ordine con vestiti perfettamente stirati, borse in condizioni eccellenti, la casa piena di suppellettili bellissime e delicate che basterebbe un colpo di vento per distruggere. Ma soprattutto i genitori di Michelle sono degli estimatori del buon cibo, ogni occasione è buona per festeggiare con piatti più o meno speciali, destinati a rimanere ancorati nei ricordi: zuppe tipiche, il kimchi un prodotto coreano il cui in principal modo il cavolo viene ricoperto di spezie varie e lasciato a fermentare in appositi contenitori, aragoste, noodles, carne marinata, affettata, arrostita, grigliata, amalgamata alle abitudini di una famiglia che rinuncia a molto ma non a uno dei piaceri della vita. Ogni cosa allora diventa un rito, con dei passi da ripercorrere e un modo per tenere insieme i pezzi che si dissolvono. Il cibo diventa anche il mezzo con cui prendersi cura delle persone che si amano, in un disperato tentativo di esserci anche contro tutto. Michelle da adolescente si è sentita soffocare dalle cure della madre che si è sempre concentrata su di lei per proteggerla e per ricordarle chi è, spazzolandole i capelli, comprandole vestiti e prodotti cosmetici, punzecchiandola per portarla ad eccellere in tutto quello che fa. Ma Michelle aveva un sogno, emergere nel mondo della musica, diventare una cantante, e fonda una band e inizia ad esibirsi nei locali che la ospitano nel tentativo di mantenersi con la sua passione. La madre non comprende questo desiderio di sfuggire dai tentacoli del suo amore e le rinfaccia il suo carattere scontroso e la sua necessità di non prendersi troppo sul serio, ma la donna continua ad esserci per lei. Quando torna a casa dal college prepara alla figlia i suoi piatti preferiti, quando va a trovarla in questo appartamento sgangherato disordinato e ammuffito non fa una piega e le lascia contenitori e contenitori di piatti già preparati solo da scaldare. Ed è questo rapporto tra madre e figlia che si nutre su così tanti aspetti che è impossibile incastrarlo in una scatola che rende quello che racconta Michelle molto interessante: il cibo, le gite annuali in Corea, le chiacchiere, i gesti insignificanti che accumulati modellano alla perfezione alla mancanza che senti quando non ce li hai più. Ogni pagina è ricalcata sulla madre dell'autrice, quando c'è e quando non c'è, quando non sa nulla di lei e quando diventa si rende conto di tutte le cose che non sapeva: la passione per la pittura, il dolore privato che non le ha mai mostrato, i non detti di ogni famiglia. C'è molto di Michelle la sua vita che si evolve ed elabora e c'è la sensazione angosciosa di non fare in tempo, di essere sempre in ritardo, di avere in qualche modo il tempo contato e diventa difficilissimo rimanere presenti a sé stessi. Il lutto è un mostro con molte teste che rischia di fagocitare tutto, ma da un qualcosa di terribile nasce la speranza e la possibilità di riscattarsi e di realizzare le proprie aspirazioni. La famiglia ha un ruolo di primo piano con le sue tradizioni e le sue specificità perché d'altronde "ogni famiglia infelice è infelice a modo suo". Un altro aspetto molto interessante che affronta l'autrice è il suo sentirsi sempre a metà spezzata tra due mondi e mai appartenente ad un'unica entità: i suoi tratti particolari che la rendono diversa dalla tipica ragazza americana e la mancanza della perfezione coreana che non la mimetizzano neanche per le strade della capitale sud coreana. Quella ricerca ossessiva di una identità e di una figura di riferimento che la rendono instabile tra i suoi coetanei. Questo senso spietato di smarrimento che non trova pace in nessun tipo di confronto se non nella musica, che vaga e cerca appigli anche quando sembrano non esserci. Che rimanere aggrappati a noi stessi passa anche dai nostri ricordi, dai gesti che hanno caratterizzato la nostra infanzia e soprattutto dai luoghi che meno ci aspettiamo.
Il particolare da non dimenticare? Una zuppa di pinoli...
Un mémoire che racchiude il potere curativo del cibo e la sua forza unificatrice, il mondo interiore dell'autrice e il suo modo di affrontare la vita e la perdita, gli insuccessi e le vittorie, la famiglia e la società, sul palco o nel mezzo di un H-Mart che magari con davanti il tuo piatto preferito davanti un po' di consolazione arriva.
Buona lettura guys!
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abelkia · 2 years ago
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Shoah (Claude Lanzmann, 1985) #holocaustmemorialday #shoah #holocaust #claudelanzmann #1985 #worldwar2 #genocide #hmd2023 #holocaustremembranceday #27january #27janvier #deportation #communautejuive #campdeconcentration #extermination #jewishcommunity #lgbtq #upjb #memoire #memory https://www.instagram.com/p/Cn6sJcpN_JN/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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primepaginequotidiani · 1 month ago
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PRIMA PAGINA Liberation di Oggi mercoledì, 16 ottobre 2024
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erisaxolotl · 2 months ago
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hehehe wet flesh goober
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Memoire belongs to me
And they hate baths hehehehehehhehe
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charlesoberonn · 3 months ago
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arsgoetiaganonjo · 3 months ago
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Ganonjo mnemosyne #mnemosyne #memory #memories
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ganonjomnemosyne · 3 months ago
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secteurcgtstrasbourg · 4 months ago
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80EME ANNIVERSAIRE DE LA GREVE INSURRECTIONNELLE | LE PASSÉ POUR ÉCLAIRER L'AVENIR ! « RAVIVONS LA FLAMME ! »
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SAMEDI 10 AOÛT 2024 : 17H45 À PARIS Plus d'informations : https://www.ina.fr/ina-eclaire-actu/video/pac9408113934/l-ete-de-la-liberte-10-aout-1944 Institut d'Histoire Sociale (IHS) CGT des cheminots : https://www.ihs.cheminotcgt.fr/
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