Pelle di porco
Ho scoperto questo gioco americano e me ne sono innamorato.Questo gioco in cui un esercito di mestieri segue, sparso a bordocampo e qua e là per gli immensi e altissimi stadi vetro cemento titanio, una mandria di energumeni. Portando borracce, bende, macchinette per bibite, refrigeranti e pomate, ventole enormi al caldo o cappottoni da grande guerra al freddo, parlando schermati dalla mano,…
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End of story
Che questa nostra serie sta finendo
diciamocelo con franchezza:
è una scrittura scontata sfibrata,
la nostra fine l’annunciano altre storie
altre finzioni che sembravano per sempre.
La regina, per esempio: ha tirato a lungo, eppure.
Tutta un’epoca sta finendo
che non avremmo mai pensato,
intere gamme di prodotti scompaiono con noi
senza agonia, con buona pace delle nostre case
scompaginate,…
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Lamento della volpe
C’è stato un tempo che attendevi
che io mi presentassi, per incanto:
quasi ti spaventava, lì in un canto
ad aspettare il nulla, lo schiocco sordo
dell’erba assiderata, il buffo dell’umore
di qualche topo decomposto al vento.
Poi un giorno sputasti a terra stanco
finché lo sputo non raggelò e sparisti.
Se tu potessi vedermi ora
come davvero sono
mi vedresti passare sullo sfondo,
affondare le zampe…
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Il trenino
Scavato nella roccia, il suo cammino attraversa sugheri e radici.
Di lato, scorre ogni tanto rada una stazione, una coltura di pietre a spalliera.
Il colore è ruggine, ferro che intacca la corona dei denti di un’adolescente, la carie più bella nella dentatura del Mediterraneo. Il Far West è in agguato, ma troppo stanco per sussultare, per riportare la vecchia scenografia all’assalto. Lame di…
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L'epistassi
L’epistassi
La sua figura retorica più comune, l’epistassi. La sua prosa non aveva forza, sempre convalescente. Il minimo sforzo nello scrivere gli faceva sanguinare il naso. Come i bambini che, nel mezzo del gioco, lasciano a metà la festa con ignominia, accompagnati dalle mamme. La vergogna di quel mestruo di debolezza sul labbro.
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Eppure so che sei lì
Eppure so che sei lì
Eppure so che sei lì:sei esattamente dove ti ho lasciato,il tuo sorriso dolcissimole mani posate sul grembo.Sulla riva disegni lo stradario.We have all the time mormori al vento.Lo so, sono io in anticipoa un appuntamento sghembo.Ho solamente sbagliato strada,una digressione che è costata anni.Lascia che liquidi il tassista:non biasimarlo, sono ioche l’ho sviato. Al civicoche gli ho alla nuca…
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