#mario santos te amo
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No me sorprende que tu favorito de los Simuladores sea Mario Santos; rubio ojos claros... dónde habré visto antes esa combinación en este blog? 👀😂
¿Vos sabes que una amiga mía (que conoce absolutamente todos mis crushes) me dijo algo similar? Le dije que me tenía un crush con uno de Los Simuladores y ella ya sabía quién era sin que yo le dijera (? JAJAAUAJSJSJS
Chicos... Creo, no estoy segura, pero CREO que puedo llegar a tener un tipo... ¿Ustedes que dicen? e.e JAJJA
#también noté (comparando a muchos otros crushes que tuve antes) que también me gustan los que usan lentes así como Santos (??#creo que **definitivamente** tengo un tipo;; JAJAJAJA#lovely anons <3#┆ ⤿ 💌 come chat with amira .ᐟ ୭#ask box messages#ask box open#ask box#✧.* amiraverse#mario santos te amo
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Tumblr ppl: are you a Dean girl or a Sam girl?
Yo en corte: soy una chica Santos
*ruido de mate*
#mario santos#el post más argentino que voy a hacer en mi vida#la ley ómnibus se dio de baja and I'm partying#mueran vende patrias#piso donde quiero cipayo#argentina#los simuladores#Santos my beloved#save me santos#argentina te amo
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#te amo fen gracias por esto#los simuladores#mario santos#gabriel medina#emilio ravenna#pablo lamponne
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santos escucharía mitski en el 2022
#los simuladores#mario santos#ysi si está re traumado el chabon era obvio#mitski#mitski te amo reina
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no puedo adjuntar fotos pero vi tu respuesta a este posteo y es un monton lo que estuve pensando pero listen JAJAJAJ
osea practicamente tengo dos teorias:
la mas esquizo es que mario santos esta de algun modo vinculado con robert chase (buscalo si no te acordas, asi te ayuda a imaginarte mi momento de locura total). osea siento como q la manera de ser de santos re explicaria los mambos que tiene chase con el padre. ay no se es como que los imagino relacionados por familia de algun modo, onda los dos son rubios y saben banda y chase es como correcto pero se va al carajo a veces y me imagino que puede ser asi porque vivio con santos o algo por el estilo
la otra es que santos y house son IGUALES onda santos es extremadamente correcto y educado y house es lo contrario pero ambos tienen esa cosa del intelecto y la obsesion con sherlock holmes que ay me mataria que house sea participe de algun simulacro onda q se lo hagan a el o algo por el estilo y se vaya a las manos con santos porque son iguales pero chocarian tanto que se matarian en un segundo
forma u otra, necesitaba vincular mis dos blorbos porque tienen algo en comun
Escucho/leo y no te preocupes que en esquizo material sobramos, es todo bienvenido 👀👀
Recuerdo a Chase pero debería volver a ver al menos un par de episodios JAJAJ. Pero si algo me enseñó la era formativa leyendo fanfics es q siempre puede haber un crossover más (??? Ya me dejaste pensando
* Santos era el tío/primo lejano que arruinaba las reuniones/aparece nomás para hacer lío y le enseñó sus malos hábitos a Chase*
Pooor otro lado SÍ HERMANA SÍ
En lo físico desde que ví los simuladores estoy repitiendo que Santos/Fede D' Elía es re parecido a Hugh Laurie joven, insisto (?? Tienen un aire
+ en el capítulo final cuando aparece Santos con bastón (como León Stoffenmacher) lit fue un OMG HOUSE HII
Por otro lado sería GLORIOSÍSIMO UN CROSSOVER ASÍ
Se sacarían los ojos mínimo, o House intentaría buscar puntos que le molesten a Santos para hincharle las pelotas, y sería una constante competencia mientras el resto está como ???? ¿¿¿¿ Por qué hay dos ahora¿¿¿AYUDA
Sería buenísimo lo necesito YA
Igual ojo que creo que los dos son chaotic good (??? Santos es correcto dependiendo del contexto pero en el fondo es un salvaje/rey del caos, igual que House pero House no lo niega (??
Manteneme informada si se te ocurre algo más de los blorbos porque AMO
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MARIO SANTOS TE AMO
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29 set 2020 16:00
LO SFOGO DI ANTONELLO PIROSO: “ODIO FABIO FAZIO, SANTINO DELLA SINISTRA DA SALOTTO. SE DIETRO LE TELECAMERE NON È SEMPRE BUONO, DAVANTI ALLA LUCE ROSSA È BUONISTA” - “DA SEMPRE INDICATO COME UN WALTER VELTRONI BOY, FU TRATTENUTO IN RAI GRAZIE AL RENZIANO DG ORFEO, E AL PRESIDENTE MAGGIONI - A DAR RETTA A DANIELE LUTTAZZI, CHE NEL 2007 TIRÒ FUORI LA CONFIDENZA RICEVUTA, FAZIO EVITÒ IL SERVIZIO MILITARE GRAZIE A UNA RACCOMANDAZIONE DI CRAXI. FAZIO HA SOSTENUTO CHE IN FINIVEST (DAL 1993 MEDIASET) GLI OFFRIRONO PONTI D'ORO PER INGAGGIARLO, PECCATO CHE…”
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Antonello Piroso per “la Verità”
Io odio Fabio Fazio. Come - si parva licet - Antonio Gramsci odiava le persone «cosiddette serie, che cercano - abusando di questo loro carattere da commedia - di truffare la nostra buona fede». Come odia, in realtà, lo stesso Fazio. Arcano svelato da Nino Frassica, presenza gradita nella sua trasmissione: «È un uomo che ama e odia in maniera netta: se gli piaci è per sempre, altrimenti con lui scatta il "mai". Niente grigi».
Fazio, insomma, non è un santo. Semmai un santino della sinistra da salotto televisivo, memori del giudizio che ammiccava a un certo qual suo conformismo di convenienza, emesso da Antonio Ricci, che non lo ama: «Noi siamo diventati di sinistra perché avevamo professori di destra. Fazio è diventato di sinistra perché aveva professori di sinistra».
Per tacere dello scomparso Edmondo Berselli (direttore della rivista Il Mulino ed editorialista di Repubblica e Espresso, quindi non certo un populista-sovranista rancoroso e con la bava alla bocca) che prese posizione «contro il conformismo pensoso di Fazio, contro le modeste volgarità della madamìn Luciana Littizzetto, contro tutti gli idola tribus - gli idoli della tribù - che riempiono continuamente di applausi lo studio di Che tempo che fa, santuario e cenacolo dei ceti medi riflessivi».
Fazio è umano, proprio come tutti noi (solo, sia detto con somma invidia, pagato decisamente un po' meglio). E se almeno dietro le telecamere non è sempre buono, davanti alla luce rossa, invece, o nelle interviste ai giornali, Fazio è un uomo a una dimensione, marcusianamente parlando: quella buonista.
È successo ancora una volta sabato scorso, nell' intervista alla Stampa per il suo ritorno in video (e sarà stato poi un caso ma, domenica sera al debutto, il quotidiano torinese è stato ampiamente inquadrato durante l' intervista a Luigi Di Maio - proprio lui, quello che nel dicembre 2018 sentenziava: «Esiste un caso Fazio in Rai», il che conferma la nota coerenza di Di Maio, ma si sa, come si canta a Napoli e dintorni: «Chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato»; il tutto per 2.280.000 telespettatori nella prima parte, un milione in meno nella seconda).
Prima c'è stata una timida domanda sui suoi compensi, che ha consentito a Fazio di vestire i panni del martire, dopo aver scritto in passato su Twitter addirittura di «anni di linciaggio»: «C' è stata una campagna diffamatoria, frutto del populismo » (e te pareva), per poi aggiungere: «La Corte dei Conti ha sentenziato che Che tempo che fa costa la metà di qualunque altro varietà».
E qui si potrebbe opinare che «programmi d' intrattenimento» tipo la fiction Il commissario Montalbano o tipo Ballando con le stelle sono più replicabili e più vendibili all' estero di un talk show, tanto più se gli ospiti sono autoctoni, vedi alla voce Gigi Marzullo e Orietta Berti, e non personaggi internazionali (che peraltro da Fazio non vanno sempre e solo perché sta loro simpatico: il campione del mondo di Formula Uno Lewis Hamilton avrebbe raggranellato 150.000 euro per 25 minuti, cifra mai rettificata).
Tornando alla conversazione con La Stampa, è stato il passaggio successiva a innescare la mia idiosincrasia. Perché esso disvelava, a parer mio, la solita pulsione all'esibizionismo etico - stante la definizione di buonismo della Treccani: «L'ostentazione di buoni sentimenti, tolleranza e benevolenza».
Per Fazio, infatti, mala tempora currunt: «Il populismo non mi sembra, né da noi né all'estero, un fenomeno destinato a un rapido fallimento» (e qui io avrei gentilmente interloquito: «D'accordo, ma non sarà che oggi abbiamo questi qua perché prima c'erano quelli là? E visto che celebriamo i 18 anni del programma, in tutto questo tempo lei non s'era accorto di nulla? E come incalzava i suoi ospiti, magari di sinistra, a fare di più e meglio per scongiurare l'arrivo dei barbari?").
Non basta: «Manca completamente la capacità di analisi, manca il pensiero, l'unica cosa che facciamo è consumare. Ha prevalso ancora una volta l'egoismo e la bulimia». E qui il Franti che è in me ha avuto un sobbalzo. Perché è davvero cosa buona e giusta preoccuparsi di come il mondo sia un luogo brutto, sporco e cattivo, non meritocratico, tracimante di aberranti sperequazioni e virus generati dalla nostra incontinenza, magari invocando la «decrescita felice», ma com'è che ce ne accorgiamo tutti non prima o durante, ma sempre dopo, quando cioè grazie alle rapaci leggi di mercato siamo diventati economicamente più ricchi?
In fondo è quello che deve ritenere intimamente lo stesso Fazio, se parlando con Di Maio della proposta di «tagliare» gli emolumenti dei parlamentari, se n'è uscito così: «Una cosa sono gli sprechi, una cosa sono i costi, e in una società di mercato il denaro misura il valore delle persone». Et voilà. Forse intendeva «la competenza», ma in ogni caso l'assioma dice tutto (siamo dalle parti del «profitto come segno della grazia divina», evocando Max Weber e il suo L' etica protestante e lo spirito del capitalismo; sì: l'etica e la cotica).
Ergo: se è riuscito a strappare un accordo quadriennale per un programma che costa complessivamente 18 milioni e rotti all' anno (cifre del Sole24Ore nel 2019: 2.240.000 a lui, 10.644.000 alla società che produce il talk e di cui lui detiene il 50%, il resto sono costi industriali), è perché è bravo. Il più bravo.
Di certo a farsi strapagare, beato lui. Da chi? Dalla tv pubblica, appunto. Dove fu trattenuto grazie al renziano - almeno all'epoca - direttore generale Mario Orfeo, e al presidente Monica Maggioni che chiosò (titolo di Repubblica): «Non so se la Rai avrebbe retto senza Fazio. Possibile impatto sistemico, occupazione a rischio». Nientemeno. E perché il pericolo di un trasloco in un'altra azienda fu scampato? Da chi era stata messa in forse la firma? Da Fazio stesso. E perché?
Perché nel 2017 aveva scoperto che, toh, la Rai - dove aveva debuttato nel 1982 alla radio - era lottizzata, lui da sempre indicato come un Walter Veltroni boy, e «colpita al cuore» dalla partitocrazia: «Intrusioni senza precedenti, vulnus forse insuperabile». Forse, appunto. Visto che poi è intervenuto il sontuoso rinnovo. Che poi i partiti a qualcosa sono pure serviti, nella storia della Repubblica e anche in quella sua personale.
Almeno a dar retta a Daniele Luttazzi, che nel 2007 tirò fuori la confidenza che Fazio gli fece nel 1992, quando lavoravano insieme a Tmc: aver evitato il servizio militare grazie a una raccomandazione di Bettino Craxi. Apriti cielo! Tuoni, fulmini e saette, smentite che non smentivano, il Tapiro di Striscia la notizia, Luttazzi che giustificava il tardivo resoconto con il fatto che qualcuno doveva pur affrontare la «paraculaggine infinita» di Fazio (nonché, andrebbe aggiunto, il fatto che Luttazzi non stima Fazio perché «non si fece scrupolo di approfittare della mia defenestrazione politica per rubarmi l' idea del mio talk in blocco», delizioso cortocircuito in cui uno accusato successivamente di plagio accusa un altro di furto intellettuale).
Quanto poi all' attaccamento alla maglia di viale Mazzini, anche qui si potrebbe inzigare. Fazio ha sostenuto che in Finivest (dal 1993 Mediaset) gli offrirono ponti d' oro per ingaggiarlo, ma la cosa non si fece per il suo no. Ottimo. Peccato che a incrinare l' oleografico amarcord sia arrivato quel guastafeste di Roberto D'Agostino, che su Dagospia scrisse: «Sotto raccomandazione del Psi, Fazio incontrò Silvio Berlusconi in via Rovani a Milano. Il Berlusca gli propose di entrare a far parte del cast di Premiatissima, show della rete ammiraglia del gruppo. Si racconta che Fazio - forte della sua «copertura» - pretendeva però di avere addirittura la conduzione, ma dopo averlo sperimentato ad una soirée di Capodanno tenutasi a Campione d' Italia, il progetto fu abbandonato».
Per non tirarla troppo in lungo, accantoniamo i rilievi sullo stile avanzati anche da chi da Fazio è andato e pure ritornato. Come Nanni Moretti, che davanti al conduttore in piena estasi adorante, «Tu sei il mio mito», lo ha canzonato: «Lo dici a tutti quelli che vengono qui, sei volte a settimana».
Come Ornella Vanoni, che richiesta di confermare i gossip sul suo incontro con Gino Paoli, ha sospirato rassegnata: «Di nuovo? È la 500esima volta che lo racconto, lo faccio giusto perché mi stai simpatico», e chissà cosa le sarebbe uscito di bocca se il Nostro le fosse stato sugli zebedei. Come Francesco Vezzoli, artista cui Vanity Fair ha deciso di affidare la direzione di un numero del settimanale e che invece a Che tempo che fa non è mai andato (né mai ci andrà, se ha ragione Frassica): «Si è mai alzato qualcuno per andarsene da Fazio? No. Ed è un peccato. Magari venisse fuori un alito di vita, uno scazzo, una contrapposizione. La vita, l'editoria e il giornalismo non dovrebbero essere soltanto inchini e bomboniere».
Tornando a Gramsci, che ai sepolcri imbiancati preferiva «l'impudenza sfacciata, la monelleria più scrosciante di allegria, anche l'abiezione che non ha vergogna di sé stessa e si mostra trionfante alla luce del sole», devo ai lettori una confessione finale. Non odio Fazio. Diciamo che non lo amo. Perché il mio cuore televisivo batte per Maria De Filippi. Che una volta, a chi la sfruculiava ancora sugli aspetti disdicevoli dei suoi programmi fatti con la gente comune, ritenendoli offensivi per il pubblico, confessò quello che per me è un pregio: «Ho rispetto per i telespettatori perché non mi ritengo migliore di loro».
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well, maybe we got lost in translation, maybe i asked for too much, but maybe this thing was a masterpiece ‘til you tore it all up.
asunto: vengo a chingar. participan: ivanna garcía, mariana ruiz. ambientación: chingos de lugares. advertencia: está bien pinches largo. lesbianas. mariana + ivanna tw. un chingo de jerga mexicana. ivanna era una mocosa toda idiota.
Ojos observando su reflejo en el espejo del solitario baño del colegio, ha salido unos minutos para perder clase. Acomoda un par de mechones rebeldes, perdida en sus pensamientos. El fin de semana pasado se reproduce en su cabeza: risas burbujeantes y un poco torpes, contacto físico innecesario pero deseado, manos que la toman por el cuello para besarla con profundidad, sabor a vodka y arándanos en sus labios, el alcohol y los retos las guían a la habitación donde sus ropas desaparecen y sus cuerpos se unen por vez primera. Aquella línea que se supone que no deberían cruzar, se convierte en una que está como pretexto para volver aquella relación más íntima. Y como si de una invocación se tratara, un empujón la regresa a la realidad, siente su espalda contra la pared del baño y un cuerpo pegarse al suyo; sus labios se ven atrapados y no tiene que ponerse a averiguar quien es, pues la reconoce al instante. ❝Uhm❞ musita con suavidad, sonido gutural, sus manos se colocan en los hombros femeninos pero no la apartan. ❝Mariana… Alguien puede entrar❞ pronuncia entrecortadamente contra sus labios, pero no deja de besarla, no puede hacerlo. Puede percibir la sonrisa traviesa de su amiga sin siquiera verla. ❝¿Quieres que pare?❞ pregunta casi como un reto, manos curiosas que ascienden por las piernas de Ivanna, se cuelan por debajo de su falda escolar y los labios se hacen camino por su cuello; la azabache se remueve en su lugar, cierra los ojos. Joder, no. No quiere que pare. Cede, la toma de la mano y la guía hasta un cubículo, le importa un carajo quien pueda entrar, le importa un carajo los problemas que aquello pueda ocasionar si las atrapan, quiere volver a sentirla. Y ahí están rebasando la línea prohibida una vez más, volviendo de aquello un juego; solo sexo y diversión entre un par de amigas.
❝Samuel dijo que llevaría un par de tequilas❞ la fiesta de esa noche es de las más esperadas, semanas planeando la celebración del cumpleaños de una de sus amigas. Como de costumbre, se encuentran en la residencia de los García, decidiendo que vestirán. ❝Que bien. Yo llevo mi propio alcohol con Ximena y Mario❞ su mirada clavada en la prenda que sostiene entre sus dedos, la analiza como si le importara más eso que la conversación que mantienen. Y es que, Samuel lleva días atravesado en su garganta; causándole una molestia ( celos ) cada vez que lo ve besar a su mejor amiga. Le repugna, pero es algo que nunca ha dicho en voz alta, más es bastante notorio. ❝¿Por qué te cae tan mal Samuel?❞ inquiere la castaña, volteando a verla con los brazos cruzados y una ceja enarcada. Ivanna actúa con cautela, sigue observando las prendas de vestir. ❝Me da igual❞ contesta, y se aparta unos pasos para buscar su bolso de maquillaje que en aquel entonces era muy sencillo y básico. ❝Solo me parece que es un imbécil❞ bien, definitivamente aquello subió de nivel muy rápido. Mariana ríe, se acerca a ella y permanece detrás, estudiando sus movimientos. ❝¿Estas celosa porque me lo estoy dando?❞ la azabache siente que sus músculos se tensan, pero finge estar ocupada en su búsqueda. Claro que está celosa. ❝¿Por qué lo estaría? No digas mamadas wey❞ bufa, y entonces la menor la obliga a encararla, acorta la distancia; sus rostros ahora se encuentran muy cerca. ❝Porque estás enamorada de mí, lógicamente❞ contesta juguetona, provocando que Ivanna trague con fuerza. ¿Lo está? ❝Pero no te preocupes mi amor, sabes que contigo es diferente❞ y entonces une sus labios en un beso que dura lo que un suspiro. ❝Además, tú eres mejor en la cama, si me lo preguntas❞ y suelta una risa, antes de alejarse para continuar escogiendo ropa. Sus ojos siguen el cadereo ajeno, suelta el aire que está reteniendo. Oh, sí que lo está.
Sostiene en su mano un vaso con whisky, mordisquea con suavidad la pajilla y toda su expresión es de disgusto por más que intenta disimularlo. Mariana ha estado toda la noche con un muchacho y odia admitirlo, pero no soporta verla con alguien más. ❝Ivanna ya, no mames. ¿Qué tienes?❞ dos de la mañana, la castaña se acerca a averiguar lo qué pasa con su mejor amiga. La mayor niega con la cabeza. ❝Nada, fumé y me dio el bajón❞ mentira; no ha tocado ninguna sustancia ilegal esa noche. Ni siquiera la mira, está enfocada en su teléfono. Por supuesto su pretexto no es creído por la joven. ❝Eres una celosa de lo peor❞ contesta entre risas, la toma de la mano. ❝Ven, dame un beso❞ / ❝No quiero❞ aparta la mano, pero no retrocede. Mariana insiste, la atrae por la cintura.
❝¿Por qué te pones celosa si ya sabes que te quiero a ti? Lo demás es solo coger y ya❞
❝Ay, Mariana, para de mamar por favor. Llevas toda la noche con ese pendejo, quítate❞
❝No❞
❝Mariana❞
❝¿Qué?❞ la expresión de la castaña es traviesa, burlona. Ivanna por su lado está irritada, disgustada. Bufa y desvía la mirada, pero la cercanía permanece. ❝Dime, ¿Por qué estás celosa?❞ la azabache rueda los ojos ante la pregunta. Sabe que está bromeando como acostumbran, después de todo es un juego. ❝Porque me gustas wey❞ contesta hastiada, y no la mira. ❝Ya Ivy, en serio❞ ríe, lo toma como otro juego de la latina mayor; pues aquellas confesiones son recurrentes y usualmente de broma. ❝Es en serio, Mariana, me gustas❞ y entonces la menor la observa, estudia sus facciones y comienza a tomarsela en serio. ❝¿De verdad?❞ / ❝Sí, coño. De verdad. ¿Ya?❞ no sabe si es el alcohol o el coraje ( o ambos ) los causantes de que esta vez esté hablando en serio. ❝Tú nunca dices eso en serio❞ tiene un punto, pero hay motivos. Ambas guardan silencio. ❝Entonces ¿por qué nunca me has pedido que sea tu novia?❞ inquiere, sonrisa divertida colándose en sus facciones, aunque la pregunta es en serio. Ivanna la mira con los ojos entrecerrados, incrédula. ❝Mariana no mames. Como si me fueras a tomar en serio. Te la pasas cogiendo con un chingo de vatos y solo te acuestas conmigo cuando estamos pedas o aburridas❞ rueda los ojos, va a apartarse pero Mariana la toma del brazo y la vuelve a acercar. ❝Pero… Yo quiero que me lo pidas. Si lo hicieras sería distinto❞ y esas palabras crean un poco de esperanza, emoción, pero su expresión permanece serena. Sus comisuras de elevan ligeramente, y Mariana sonríe de manera encantadora. ❝Estas toda pendeja❞ Ivanna contesta ya con fingido mal humor, Mariana ríe y la besa. Vuelve a parecer uno de sus juegos, pero esta vez ha sido real.
Su corazón está roto, y la única que puede unir las piezas se encuentra lejos; no tiene permitido verla desde hace un par de horas. Pero ¿que más da? Si ya no hay nada que echar a perder. Sale a escondidas, conduce el auto de su hermano por varios minutos hasta llegar a su destino. Y llora. Llora desconsoladamente entre los brazos de su novia. ❝No va a pasar nada, amor❞ Mariana intenta calmarla, acaricia su cabello oscuro, la abraza con fuerza. ❝No quiero, no quiero alejarme de ti❞ repite entre sollozos, se esconde en su cuello. La escena de su madre horas atrás se repite en su cabeza: la mirada punzante, el tono duro y las palabras hirientes. El rechazo en todo su esplendor. ❝Hey, escúchame. Calma❞ Mariana toma su rostro entre sus manos, la obliga a mirarla y le duele ver los almendrados llenos de lagrimas. Niega una vez. ❝Hallaremos un modo❞ le asegura, el par de ojos chocolate se unen. ❝Vamos a… Seguiremos viéndonos en la escuela. Vamos a conseguirte un novio falso, sí❞ esboza una sonrisa divertida, aunque por dentro la situación la destruya. Sonrisa que es contagiada a la otra mexicana, quien comienza a calmarse. ❝Y… Santos va a ayudarnos, estoy segura❞ Ivanna asiente, sabe que su hermano no la dejará sola. La defendió a capa y espada ante sus padres, no permitirá que pierda lo que más quiere. ❝Vamos a estar bien❞ añade acercándose a su rostro, frentes juntas, la mayor asiente una vez más. ❝Te amo❞ murmura en la cercanía. No es la primera vez que lo dicen, pero si es una de esas en las que el sentimiento parece estar amplificado, eriza cada milímetro de su piel y acelera sus corazones. ❝Yo también te amo❞ Mariana responde, una sonrisa en sus labios justo antes de unirlos con los contrarios en un beso que expresa cada emoción que sienten una por la otra. Y entonces se sienten invencibles. Al menos, por esa noche.
#i cried#perdón por ser así#*all too well intensifies*#✧ ° › does she give a fuck? i don��t think so / headcanons.#ᴍᴀʏʙᴇ ᴛʜɪs ᴛʜɪɴɢ ᴡᴀs ᴀ ᴍᴀsᴛᴇʀᴘɪᴇᴄᴇ 'ᴛɪʟ ʏᴏᴜ ᴛᴏʀᴇ ɪᴛ ᴀʟʟ ᴜᴘ ; ivanna & mariana.
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EL CUENTO DE BERLIN
ESA NOCHE
Al tercer intento fallido de retirar par de euros en el cajero, Mikkel me llevó a una estación donde iban muchos turistas, y donde nos encontraríamos con una amiga suya. Dale, intenta aquí, si no sale nada mañana llamamos al banco. Ungültige Transaktion. Transacción Inválida. Les escribo mi locación a las mujeres por Whatsapp, “por si amanezco sin efectivo en un contén”.
La noche era fría en comparación con lo que venía siendo el verano más caliente en la historia de Europa, con una falda que por azar me cubría el culo, un t-shirt y una chaqueta jean, por primera vez entendí por qué todas las cervezas de Berlín se conservaban tibias en las mini bodegas. Tendremos algunos 30 minutos caminando desde la estación del tren. La amiga de M medirá 6 pies y hablará desde unos labios carnosos de su vuelta de Australia; de cómo su mejor amiga y su novio han tomado su pequeño apartamento por lo que al principio iban a ser unos días, que se han convertido en meses y de cómo se encuentra constantemente cambiando por complacer a los demás. Será el tipo de persona que disfruta escudriñar las causas correctas de sus problemas, y no tomar cartas en el asunto. Tendrá la amabilidad de hablar inglés mientras estoy cerca.
Llegamos a la puerta de un edificio parecido al resto, pasamos por un pasillo y llegamos al patio, hay pequeños grupos congregados en diferentes rincones; beben, fuman y charlan en un tono que en RD se consideraría mute. Bajamos al basement y saludamos a nuestros compañeros de piso, hay luces azules con destellos rojos, tenues, Samu está a cargo de la música, me pregunta si era yo quien cosquilleaba la planta de sus pies la noche anterior. Dice que me quiso matar pero se ríe.
ADENTRO
No lo recordaba, tenía máximo 16 años cuando lo conocí y hace tiempo no manteníamos contacto. No bregaba con redes sociales, por lo que había muy poco de Alemania en su Facebook, pero siempre dejó claro que teníamos casa en Berlín, y me parecía ese momento, uno de esos donde te vas o te abres paso con el cráneo por el vidrio de la oficina, uno bueno para comprobar su hospitalidad, arrancando cientos de euros del presupuesto de estadía que más adelante serían mejor invertidos en cerveza.
Realmente no lo recordaba, verlo activar una sonrisa ancha en el momento en el que salí de la terminal, esperándome sentado y atento con los ojos y el cabello de un color diferentes a los de mi memoria, fue intercambiar una expectativa a blanco y negro por un original de Jackson Pollock. Yo no fui Berlín a involucrarme, fui a desconectarme de la mierda de la isla, que me movía en una marea de tiempo cada cinco o seis meses, primero mecedora y refugio y después, al acumularse, me arrojaba de cara hacia la orilla de todas las cosas que se supone que amo, y por las que también pagaría por jamás volver a ver; el 9 a 6, los días asignados al placer, el café Santo Domingo, el coro incestuoso de la zona colonial, el sabor a Presidente curtido en la alfombra de la lengua los jueves al despertar.
Tomamos un bus hacia Sonnenallee, y en el camino fuimos guía y turista, ya no era un sueño ni una conversación de Telegram, “La ciudad es fea, pero tiene su encanto”, Berlín no tenía de otra, ya yo había llegado.
Llegamos a la parada y caminamos, Mikkel cargaba mi mochila de 10 kilos en la espalda, su hermana no estaba y el apartamento respiraba por sí solo, la luz intensa de verano entra por las ventanas amplias pero se vuelve suave cuando rebota con las cosas, destacando sillas, cuadros y varias tablas del piso de madera. Hay un cajoncito de cartón en la sala con fotos de dos extraños, ella es pequeña y de rizos negros, él es rubio y su cara amable. Las fotos están clasificadas: Portugal, Francia, Israel, Italia, Praga, Familia, Nicaragua, U.S.A, Berlín, Formentera, olvidé los nombres de las ciudades alemanas. Mikkel está poniendo música, le pido que ponga algo alemán pero opta por Pink Floyd.
Me tumbo en el sofá luego de 18 horas de aeropuertos, ¿cómo se dice quiero bailar? ¿me das una trago? ¿cuánto cuesta? ¿te vas conmigo?, Mikkel se va y vuelve con dos cervezas. Grandes y dulces. Busca una hoja y un lapicero y se sienta en el piso al lado mío, yo disfruto el sabor a limón, un poco más que tibio. Escribe lo básico en alemán, yo recomiendo la referencia en español. Bailar es tanzen, cerveza es bier. Reír.
ESA NOCHE ll
N había llegado al piso hace unos días con su hermano mayor. La noche anterior, Mikkel y yo habíamos llegado borrachos y nos habíamos unido a la conversación en la habitación de Samu, que dormía en el sofá arropado con los pies fuera, frente a los cuales me senté y acaricié levemente para comprobar si dormía. Al lado de su cabeza, el hermano de N, Marko, y al lado de Marko un chico turco. En la cama, Mattise y otro alemán que se parece a los demás. En el centro de la reunión una mesa con bowls repletos de colillas de joints y cigarros, y tanta cerveza que daba la impresión de que en cualquier momento las botellas saltarían hacia el piso. De frente a todos, en una silla, Nic se quejaba ido, de una madre sobreprotectora que cree que él aún es un bebé. Y sí que lo es. Mikkel se despide y yo me quedo un poco más, evidentemente es más elegante en cuanto de límites propios se trata, y después de la conversación en el tren, los límites se han vuelto aún más confusos. Nic tiene 21 años, es de Dusseldorf y su piel, junto con su cabello, son del mismo amarillo pastel, los ojos son dos canicas de un color que coincide con una playa de Formenteras que encontré en internet luego de ver las fotos del cajón, Ses Illetes, así son los ojos de Nic.
ADENTRO ll
Antes de salir al canal y conocer a sus amigos, seguimos nuestro recorrido hacia lo que sería nuestro hogar por ese verano, cargando de nuevo mochilas y maletas hacia el flat que compartiríamos con Samu, Matías y Simba, un gato negro. Me di un baño frío y largo, y salí preparada para estrenar la ciudad, Mikkel proyecta una especie de brillo en sus ojos, y las piezas del destino o el fracaso empezaron a moverse de lugar. Nos tiramos en la cama para respirar un poco antes de salir de nuevo, el día, largo y caliente, y esa atmósfera de libertad densa y sudorosa fue la que provocó que saliéramos del apartamento ya hechos cómplices de la aventura más nueva. Caminamos abrazados por las calles que me verían ir y venir de los más breves mejores momentos, y donde la gente de Hermanstrasse más tarde empezaría a reconocernos.
Nos sentamos todos juntos en el canal; Katon, una coreana que Tomy había conocido en un intercambio y de la que no planeaba separarse nunca más, Tomy, y un chico que se llama Mario y lucía muy perdido. Era viernes, mi primera noche en Kottbusser Tor, entre ratas violentas y botes nocturnos. Los chicos ordenaron perico y hachís, bebimos una cerveza tras otra y M me preguntó si quería intentarlo, dije que sí, sería la primera vez, su cara empalideció un poco. Solo me dejó probar media línea y me acompañó a orinar. Nos paramos frente al City Toilette que marcaba ocupado. En un instante se abrieron las puertas y dos vagabundos salieron con sus motetes. Coño, estaban haciendo heroína, si quieres podemos ir al bar de la esquina, No me importa, debo mear ahora. El piso está visible entre jeringas, hay sangre en el lavamanos. Salgo y el sabor a aspirina baja por mi garganta; Mikkel, esto sabe a mierda. Me dio un trago de su cerveza; sí, sabe a mierda, Bienvenida a Berlín.
ESA NOCHE lll
Mi cuerpo es millones de partículas pixeladas. Siento todo lo bueno con mucha intensidad, de lo otro no siento nada, pero tengo la impresión de que Nic me muerde cada vez más fuerte. Voy al baño, tengo que verme en el espejo. Mi cara está ahí, mis ojos son dos círculos negros. Vasser, are you okay, you want some water? Antes de eso, no pensaba quedarme, el clima tibio del basement y afuera la extraordinaria noche chilly de verano convertían la fiesta en algo acogedor: un patio conectaba la escalera a la cocina con la escalera hacia ese pequeño inframundo. Arriba hay dos baños amplios y un corito paralelo, en su mayoría chicas que podrían ser el sueño de cualquier tipo triste adicto al internet. Mikkel escuchaba atento el monólogo de la australiana, y N apareció entre las luces tenues, dice que se sorprende de verme, me invita a bailar. Intento no ser tan cruda, la única regla era no llevar a otras personas a nuestra casa, y N comparte el piso, la regla se rompe a sí misma. Lo pierdo un momento, y Mikkel se quiere ir, mañana iremos a Sissy, The Real Berlín Clubbing Experience, quiere estar descansado, N nos intercepta en la escalera, nos vamos, me mira, amarillo, ¿puedes quedarte un poco más? hablaré con Mikkel. Y es ahí cuando se cruzan ellos, de frente, cierran la puerta del lenguaje, y yo me quedo fuera, pareciéndome un poco a una paletera esperando que el vendedor y el comprador cuadren la vuelta.
- Denkst du, ich kann noch etwas länger bleiben? Ich denke, sie ist wunderschön, seit ich sie gesehen habe, ich würde gerne Zeit mit ihr verbringen, stört es dich? Hast du etwas?
- Nein, wir sind nur Freunde, du kannst bleiben, pass auf sie auf, du musst sicher nach Hause kommen.
Mikkel se despide con un abrazo, cuídate, nos vemos en casa, le pregunto a N de qué hablaban; solo me dijo que te cuidara.
ADENTRO lll
Había conocido a Mikkel porque él también vivía en RD. Algunas escuelas alemanas requieren un año de voluntariado para graduarse, un año de “conexión con el mundo real”, el tercermundista, y todos sabemos que no hay mejor tercer mundo que Dominicana.
Estando aquí aprendió sobre vivir sin agua y luz, sobre calefacción humana, sobre cervezas cenizas y no tibias; un culture shock inverso al mío, que es inimaginable, porque mientras yo me volaba los sesos con las señales de tráfico, los bunkers, muros, líneas divisorias, la rivalidad entre los ciclistas y los peatones que comparten las aceras y el sofisticado blend in de los adictos a la heroína que se camuflajean con cualquier estructura que cuente con un hueco, M había impreso en el reverso de su cerebro (y probablemente alma) conceptos como: Lotomán, Romeo Santos, regateo, privilegios, Bonyé, patio, precariedad y Brugal de mallita, straight from RD, que fue la única cosa que necesité como código secreto para entrar a su casa.
Inmersa como estaba en acumular todos los placeres y paisajes y experiencias en el corto tiempo de mi viaje era difícil escuchar claramente sus sentimientos. Excusaba la evasión jugando a que él era mejor que yo, haciendo malabares con la idea de él, su maestría de Köln y sus domingos de tenis; yo era solo un capricho, la memoria de una adolescente imposible, y la verdad es que si iba a dedicar tiempo a los caprichos tenían que ser los míos, porque los iba a estar pagando en forma de préstamo durante tres años.
Luego de suficiente comida vietnamita y sinagogas, salimos a beber cerveza como todos los días a un bar diferente; donde pise seré motivo de atracción, sobre todo si llevo la cabeza envuelta en un turbante. Las alemanas querrán tocarlo y los turcos saldrán de sus barberías y bodegas a perseguirme por la calle. Para los alemanes soy probablemente de California por el inglés, pero de RD nada, ¿sera eso que está al lado de Cuba? Un alemán viajero me explica, como suelen explicar los hombres blancos a los demás seres humanos, sobre ventajas de vivir en semejante calidad de vida, y que no importa en qué hoyo de la tierra se meta, siempre contará con su cuenta de ahorros. El alcohol hace boyar la transparencia como un cuerpo en la superficie, los celos de Mikkel infestan el ambiente, y de camino a casa lanzo la pregunta sobre el silencio firme, ¿por qué sentirías celos por mí? Mikkel responde que no pueden ser celos, porque eso significaría que se está enamorando.
ESA NOCHE lV:
Qué intenso es estar vivo, sobre todo si habitas el cuerpo de una mulata de 23 años, sola, en un basement party en la esquina profunda del mundo, en éxtasis.
M me había preparado. En el momento en que no hubo más forma de tenerme en casa o acatarme a sus propios planes de verano, empezaron las clases de autodefensa. Qué hace esta droga y qué hace aquella, en cuáles bares te echan roofies en el trago, por cuáles barrios me insultan si me paseo. Me espera cuando vuelvo de mis aventuras, abre la puerta y Simba siempre se escapa, lo rescatamos de la ventanita y nos dirigimos hacia la cocina a comer sandías con Brugal, yo escupo cientos de imágenes frescas en mi memoria y las clases continúan, clases que se despliegan en su decepción visible y reafirmación interna de que las mujeres de mi país no sirven, porque a veces ni siquiera te pueden brindar lealtad a cambio de un hogar en el medio de la nada, sino que directamente y de una te piden más, lo que humanamente se merecen que es la libertad, y a cambio te dan nada de lo que conforma el imaginario del macho dominico alemán, que había arrastrado desde la isla como quien descubre en su poder una herencia de dinero sucio.
ADENTRO lV
Con el polvo azul y naranja que se levanta desde el pavimento hasta encima de nuestras cabezas, va en picada la fantasía del MDMA que se disuelve en la orina. La luz de la mañana descubre nuestros rostros muertos del cansancio y el hambre. Los chicos deciden buscar desayuno, yo sigo la ruta a casa. El tren siempre va lleno de turistas, perros, bicicletas, policías que supervisan si realmente pagaste tu ticket, de gente resacada. Es la ciudad del libertinaje. Me apeo en mi parada y camino con el peso de mi cuerpo deshidratado hacia el dulce hogar, un hombre se apea también y me persigue una cuadra para pedirme el número . Me ha tomado la mitad del viaje aprender a caminar por estas calles, acostumbrarme a otros acosos y otras estadísticas de delincuencia, a llegar a cualquier hora tarareando una canción. Tengo la boca rota y muchas ganas de ver a Mikkel. Toco el timbre y subo antes de que me respondan. Al llegar encuentro la puerta abierta pero Mikkel ya no me espera.
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"Mi chiamo Margherita e scrivo". Nonno Valerio, zia Margherita, nonno Roberto, zio Mario, mia sorella Monica, nonna Raffaella, mamma, la mamma Maria. Grazie Signore per queste anime divenute sante in paradiso, che splendono nella luce del Tuo eterno amore e che pregano silenziosamente per noi cari che hanno salutato dicendoci "Ciao. A Dio". Fa che per mezzo delle loro preghiere in comunione con le nostre, possiamo rafforzarci pienamente della Tua volontà nella speranza di vedere al termine di questa missione sulla terra a cui ci hai chiamati, il tuo Santo Volto attraverso la porta stretta del cielo. Che la conversione dei nostri cuori sia costante, quotidiana, riconoscendoci peccatori e per questo consapevoli di aver bisogno di Te. Ti amo sopra ogni cosa e ti desidero nell'anima mia. Io ti abbraccio e mi unisco tutto a te, ho fiducia che le preghiere saranno ascoltate, affinché nessuno si separi mai dal Tuo amore. Amen (presso Parrocchia Santi Giuseppe e Vito) https://www.instagram.com/p/B4XA84bopAd/?igshid=19raekqpdvb2g
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Ivana Spagna: esce oggi “1954” il nuovo album di inediti
Nuovo post su italianaradio https://www.italianaradio.it/index.php/ivana-spagna-esce-oggi-1954-il-nuovo-album-di-inediti/
Ivana Spagna: esce oggi “1954” il nuovo album di inediti
Ivana Spagna: esce oggi “1954” il nuovo album di inediti
E’ uscito oggi in tutti gli store digitali e in distribuzione fisica (in cd e anche in vinile) “1954”, il nuovo album di Ivana Spagna. Oggi stesso Ivana Spagna presenterà il disco al Megastore Mondadori di Milano (via Marghera, 28 alle 18.30), il 29 ottobre alla Discoteca Laziale (via Giolitti, 263 – ore 18.00) e il 30 ottobre a La Feltrinelli di Napoli (Piazza dei Martiri, ore 18.00).
“1954” (prodotto da Tuned Turtle Management Srl), titolo dedicato all’anno di nascita di Ivana Spagna, arriva a distanza di 10 anni dall’ultimo disco di inediti ed è composto da dieci canzoni: il primo brano è “Nessuno è come te” (singolo attualmente in rotazione radiofonica e video online girato dal giovane regista romano, Michele Vitiello), dedicato agli amori impossibili che appaiono all’improvviso, non hanno lunga vita, ma ti segnano per sempre. Con “Mi manchi tu”, Ivana ha voluto parlare dei fatti straordinari ed inspiegabili che le succedono: “come la comunicazione con i miei cari, che da tanto tempo vivono in un’altra dimensione – spiega -. L’ho poi completato con una storia d’amore realmente vissuta”. “Prigioniera nel tuo nido” è una bella canzone che l’artista ha scelto e “che mi è stata, poi, affidata da un grande compositore, arrangiatore e bellissima persona, il grande Luca Chiaravalli”. Sul brano “Se io se lei” Ivana racconta: “amo questa canzone da sempre. L’ho voluta inserire nell’album perché cantarla mi emoziona tantissimo. Per rispettare la perfetta musicalità del testo, l’ho trasformata in una storia d’amore tra due donne.
Un grazie al grande Biagio Antonacci, che adoro”. “Essenza e anima” è una canzone che ha fatto innamorare Ivana e che le ha fatto rivivere il mondo dello spiritual. Con “Nonostante tutto”, invece, si immerge in un mondo nuovo dove l’artista si è trovata “a casa”. Nel brano “Nel tempo” è presente un’altra nuova collaborazione, per questo album, con l’autore e produttore Davide Ippolito “che mi ha spinta a fare questo esperimento con sonorità diverse dalle mie”. “Amici per amore” è una canzone che è stata proposta da due grandi artisti, gli Audio 2, “con i quali è stato bellissimo collaborare perché sono anche due gran belle persone”. Gli ultimi due brani dell’album sono “Chissà se mai” in cui viene raccontato come il vero amore debba essere fatto di rispetto e non di invadenza, anche se questo può portare a soffrire in silenzio, e “Cartagena” con cui Ivana, in collaborazione con Jay Santos, è voluta entrare nel mondo del reggaeton “per respirare un po’ di allegria”.
Per ogni singolo album venduto sarà donato 1 euro ai “City Angels”, Associazione Onlus di volontari che assistono cittadini in difficoltà e chiunque necessiti di bisogno fondata nel 1994 da Mario Furlan, che su Ivana Spagna afferma: “Ivana è una storica testimonial dei City Angels, perché è un Angelo nel cuore: buona, sensibile, generosa. Lo dimostra anche con questa sua iniziativa umanitaria, che ci aiuta ad aiutare i senzatetto. Grazie Ivana”.
Ivana Spagna ha ricevuto un’emozionante sorpresa da parte del coro pop “Filling the music” durante la presentazione del disco che si è tenuta ieri al Sound Faktory di Milano: il coro – primo in lingua italiana formato da bambini e ragazzi di età compresa tra i 5 e i 18 anni che interpreta cover in tempo reale dei più grandi successi del momento (Gabbani a Baby K, dai Clean Bandit ai Modà, da Vasco a Ligabue) e i cui video realizzati e presenti nel loro canale YouTube hanno totalizzato 100 milioni di visualizzazioni – è entrato a sorpresa in sala, accompagnati dalla direttrice artistica Tamara Brenni, cantando il pluripremiato brano “Il Cerchio della vita” e facendo commuovere Ivana Spagna.
E’ uscito oggi in tutti gli store digitali e in distribuzione fisica (in cd e anche in vinile) “1954”, il nuovo album di Ivana Spagna. Oggi stesso Ivana Spagna presenterà il disco al Megastore Mondadori di Milano (via Marghera, 28 alle 18.30), il 29 ottobre alla Discoteca Laziale (via Giolitti…
Redazione ART News
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Querido Blizzard, Argentina es un país simple (lleno de problemas) y como tal, necesitamos un heroe que sepa representar nuestra gran integridad (que sea re-chanta), nuestro valor (sea muy cagón) y carisma (que sea mentiroso y ladrón). Así que estuve pensando que el próximo heroe debería ser una mezcla entre nuestro antiguo dios y amo supremo: Ricardo Fort. Seguido de la inteligencia y caradures de Mario Santos (Personaje de ficción de la serie “los simuladores”). Y si queres ponerle una habilidad máxima (un ultimate) como la gente, te pido porfavor que evites llamarla “TARIFASOS” o “PLAN FIJO”. Con amor, Dukesito.
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Fim de semana no Rio 0800: blocos de rua, festa e mais!
Se você não vê a hora de chegar o fim de semana no Rio para curtir muitão, já pode se programar, porque tem muitas atrações culturais pela rua de sexta a domingo. Blocos de rua no pré-Carnaval, festa, observação do céu no Planetário e mais rolés 0800, para todos os gostos!
Se liga no roteirinho que a Catraca Livre preparou:
1. Blocos de rua no pré-Carnaval
Já deu um pulo no Saara, preparou as fantasias e separou o glitter? Corre porque no Rio já é Carnaval! Tem bloquinho no ‘findi’ pela cidade toda, para todas as tribos.
Se liga:
22/2 (sexta)
Região Central
Badalo de Santa Teresa Onde: Largo das Neves – Santa Teresa Horas: 19h
Bloco dos Bancários Onde: Rua Miguel Couto – Centro Horas: 16h
Leão da Pedra Onde: Rua Rego Barros, 86 – Santo Cristo Horas: 16h
Molha o Pé das Oito Onde: Calçadão da Rua São José com a Rodrigo Silva – Centro Horas: 18h
23/2 (sábado)
Região Central
Céu na Terra Onde: Largo dos Guimarães – Santa Teresa Horas: 7h Enche? Sim
Chora, Me Liga Onde: Primeiro de Março – Centro Horas: 8h Enche? Sim
Batuke Imperial Onde: Praça Carmela Dutra – São Cristóvão Horas: 13h
Põe na Quentinha? Onde: Rua Conselheiro Saraiva, 39 – Centro Horas: 13h Estilo: Bloco homenageia as feijoadas e a gastronomia carioca. Não fará um desfile, fará uma apresentação no formato de baile que contará com diversos quitutes.
Batuke de Ciata Onde: Praça Coronel Assunção – Gamboa Horas: 15h
Eu Amo a Lapa Onde: Arcos da Lapa – Lapa Horas: 15h
Pinto Sarado Onde: Travessa Rua Sara – Santo Cristo Horas: 16h
Bloco das Carmelitas Onde: Praça Tiradentes – Centro Horas: 16h
Mistura de Santa Onde: Mirante do Rato Molhado – Santa Teresa Horas: 17h
Bloco do Rock Onde: Praça Tiradentes – Centro Horas: 18h
Zona Sul
Imaginô? Agora Amassa… Onde: Posto 12 – Leblon Horas: 8h
Chame Gente Onde: Orla de São Conrado, início do muro do Gávea Golf Club – São Conrado Horas: 8h
Sá Pereira Infantil Onde: Rua Capistrano de Abreu, 29 – Botafogo Horas: 9h Estilo: Infantil Saiba mais
Turbilhão Carioca Onde: Em frente à Rua Joana Angélica – Ipanema Horas: 8h
Areia Onde: Praça Zózimo Barroso do Amaral – Leblon Horas: 9h
Bloco dos Mendigos Onde: Rua Bulhões de Carvalho com Gomes Carneiro – Copacabana Horas: 9h
Só o Cume Interessa Onde: Praça General Tibúrcio – Urca Horas: 10h
Bloco da Pracinha Onde:Praça Pio XI – Jardim Botânico Horas: 10h Estilo: Infantil
Xupa Mas Não Baba Onde: Rua Alice, 34 – Laranjeiras Horas: 12h
Bloco Brasil Onde: Praça Almirante Júlio de Noronha – Leme Horas: 12h
Rio Pandeiro Onde: Praça São Salvador – Laranjeiras Horas: 13h
Simpatia É Quase Amor Onde: Rua Teixeira de Melo – Ipanema Horas: 14h
Me Engana Que Eu Gosto Onde: Praça Jóia Valansi – Botafogo Horas: 14h
Bloco da Mamadeira (Infantil) Onde: Praça Parque General Leandro – Botafogo Horas: 16h
Pega Rex Social Club Onde: Praça Nossa Senhora da Paz – Ipanema Horas: 16h
Pinta Mas Não Borra Onde: Rua Voluntários da Pátria, 34 – Botafogo Horas: 16h
Ih, é Carnaval! Onde: Av. Pasteur, 250 -Urca Horas: 18h
Terreirada Cearense Onde: Posto 3 (altura da Hilário de Gouveia), em frente ao quiosque da Riotur – Copacabana Horas: 19h Saiba mais
Que Merda É Essa (Roda de Samba) Onde: Restaurante, Rua Garcia d’Avila, 173 – Ipanema Horas: 19h
Grande Tijuca
Mini Bloco Onde: Praça Xavier Brito – Tijuca Horas: 9h Estilo: Infantil
Blocão da Tijuca Onde: Praça Saens Peña – Tijuca Horas: 9h
Bloco da Urubuzada Onde: Praça Afonso Pena – Tijuca Horas: 11h
Plantão Bom é Samambaia Onde: Praça Maracanã, em frente a UERJ – Maracanã Horas: 13h
Butano na Bureta Onde: Rua Senador Furtado, 48 – Maracanã Horas: 13h Estilo: Foliões fantasiados
Se não guenta porque veio? Onde: Rua Gaxupé, 201 – Tijuca Horas: 15h
Seu Kuka e Eu do Grajaú Onde: Largo Maria Martha Ward – Grajaú Horas: 16h
Bloco do Ipê Onde: Rua Alm. Cochrane, 36 – Tijuca Horas: 16h
Já Comi Pior Pagando Onde: Rua Leite de Abreu – Tijuca Horas: 16h
Afoxé Omo Ifá Onde: Praça Barão de Drumond – Vila Isabel Horas: 17h
Banda do Tijuca Onde: Rua Conde do Bonfim, 451 – Tijuca Horas: 17h
Barra, Recreio e Jacarepaguá
Banda do Pechincha Onde: Largo do Pechincha Horas: 14h
Black Sambá Onde: Posto 10 – Recreio Horas: 14h
Fla Master Onde: Avenida Lucio Costa, em frente ao nº 3604 – Calçadão da praia, Barra Horas: 14h
Bloco do CocoLoko Onde: Av. Lúcio Costa, em frente ao nº 3.300 – Barra Horas: 14h
Embalo da Barão Onde: Rua Barão, 403 – Praça Seca Horas: 14h
Blocos das Divas Onde: Av. Lucio Costa, 17.194 – Recreio Horas: 15h
Parei de Beber, Não de Mentir Onde: Praça do Bandolim – Curicica Horas: 15h
Morde e Pìca Toda Hora Onde: Rua Jorge Farah – Jacarepaguá Horas: 15h
Vem Mamar Onde: Largo da Capela – Jacarepaguá Horas: 16h
Empolga às 9 no Uptown Onde: Uptown Barra, Av. Ayrton Senna, 5500 – Gardênia Azul, Horas: 18h
Zona Norte
Bloco do ECJG Onde: Praça Jerusalém, Jardim Guanabara – Ilha do Governador Horas: 8h
Alegria do Sapê Onde: Rua Picui, 304 – Rocha Bento Ribeiro Horas: 13h
Confraria da Bebidinha Onde: Rua da Abolição, 671 – Abolição Horas: 13h
Os Monarcas Onde: Praia da Engenhoca, Quiosque 5 – Ribeira Horas: 14h
Encosta Onde: Praça Jerusalém, Jardim Guanabara – Ilha da Governador Horas: 14h
Aquilah Onde: Rua Soares Caldeira – Madureira Horas: 15h
Encosta Que Ele Cresce Onde: Rua Ribatejo – Vista Alegre Horas: 15h
Fuzuê Onde: Rua Chapadinha, 2 – Del Castilho Horas: 16h
Banda Carnavalesca Flack Onde: Rua Magalhães de Castro, 6 – Riachuelo Horas: 16h
Bunda Rachada Onde: Praça Romero Zander, 363 – Ramos Horas: 16h
Bloco da Familha Onde: Praia Jerusalém – Ilha do Governador Horas: 16h
Serrote Afiado Onde: Rua Mario ferreira, 217 – Engenho da Rainha Horas: 16h
Eu Não Venho Mais Aqui Onde: Rua Gaspar, esquina com Rua Ferreira Leite – Pilares Horas: 16h
Amigos da Esquina Onde: Rua Pernambuco, 886 – Engenho de Dentro Horas: 18h
Zona Oeste
Bloco do Balde Onde: Rua Antonio de Mendonça, 13 – Sulacap Horas: 17h
24/2 (domingo)
Região Central
Fogo e Paixão Onde: Largo São Francisco de Paulo – Centro Horas: 8h
Bloco da Preta Onde: Primeiro de Março – Centro Horas: 8h
Cordão do Boitatá Onde: Rua Henrique Valadares – Centro Horas: 8h
Foliões da Prainha Onde: Largo São Francisco da Prainha, na Pedra do Sal – Saúde Horas: 10h
Rodopiando no Tombo do Copo Onde: Rua Infante de Sagres, 284 – Turano Horas: 14h
Pipoca no Mel Onde: Praça da Harmonia – Gamboa Horas: 14h
Banda da Amizade Onde: Rua Tadeu Kosciusko – Lapa Horas: 15h
Eu Choro Curto Mas Rio Comprido Onde: Rua Aristides Lobo – 250 Horas: 15h
Escravos de Mauá Onde: Rua Barào de Tefé, 27 – Centro Horas: 16h
Filhos de Ismael Onde: Praça Compositor Ismael Silva – Estácio Horas: 16h
Zona Sul
Gigantes da Lira (Infantil) Onde: Pracinha Jardim Laranjeiras, Rua General Glicério – Laranjeiras Horas: 8h Estilo: Infantil
Suvaco do Cristo Onde: Em frente ao Bar Joia, Rua Jardim Botânico com a Faro – Jardim Botânico Horas: 8h
Foliões da ABRACES Onde: Rua Constante Ramos, 22 – Copacabana Horas: 9h
Blocão de Copacabana Onde: Posto 6 – Copacabana Horas: 9h
Quem Num Guenta Bebe Água Onde: Rua Gago Coutinho, 37 – Laranjeiras Horas: 12h
Se Não Quiser Me Dá, Me Empresta Onde: Posto 8 – Ipanema Horas: 13h
Banda do Arroxo Onde: Rua Belfort Roxo, esquina com a Rua Ministro Viveiros de Castro – Copacabana Horas: 14h
Empolga Às 9 Onde: Praia de Ipanema, em frente ao Posto 9 – Ipanema Horas: 14h
Bloco da Chaleira do Vidigal Onde: Av. Delfim Moreira, com Jardim de Alah – Leblon Horas: 14h
Tá Pirando, Pirado, Pirou! Onde: Av. Pasteur, 404 – Urca Horas: 15h
Larga Onça, Alfredo Onde: Rua Ipiranga, 49 – Laranjeiras Horas: 15h
Agitoê Onde: Posto 3 (altura da Hilário de Gouveia), em frente ao quiosque da Riotur – Copacabana Horas: 19h
Grande Tijuca
Pipoca e Guaraná Onde: Praça Xavier de Brito -Tijuca Horas: 16h
Vai Tomar no Grajaú Onde: Av. Engenheiro Richard, 105 – Grajaú Horas: 15h
Barra, Recreio, Jacarepaguá e Valqueire Acorda e Vem Brincar Onde: Rua das Dálias, 137 – Vila Valqueire Horas: 9h
Banda da Barra Onde: Avenida Lúcio Costa, em frente ao nº 3.646 – Bondinho da Banda da Barra, Barra Horas: 12h
Se Joga Onde: Posto 10 – Barra Horas: 12h
Incha Rola Onde: Rua Araticum , 603 – Anil Horas: 14h
Morde e Pica Toda Hora Onde: Rua Jorge Farah – Jacarepaaguá Horas: 15h
Zona Norte
Unidos da Ribeira Onde: Praça Iaiá Garcia – Ilha do Governador Horas: 10h
Timoneiros da Viola Onde: Praça Paulo da Portela – Oswaldo Cruz Hora: 12h Estilo: Samba e choro. Obras de Paulinho da Viola, Donga, João da Baiana, Candeia, Cartola, Nelson Cavaquinho, Pixinguinha, Waldir Azevedo, Jacob do Bandolim, entre outros.
Garganta Seca de Irajá Onde: Rua Manoel de Araújo – Irajá Horas: 13h
Banda Praia da Bica Onde: Quiosque Piratas, Praia da Bica – Ilha do Governador Horas: 14h
Quem Vai, Vai, Quem Não Vai, Não Cagueta! Onde: Praça Jerusalém – Jardim Guanabara Horas: 18h
Fala Bobagem Onde: Praça Paulo Setúbal – Vila da Penha Horas: 14h
Deixa Que Eu Te Atravesso Onde: Rua Rio Preto – Bráz de Pina Horas: 14h
Bigode Esticado do Méier Onde: Rua Adriano, 300 – Méier Horas: 14h
Xodó da Piedade Onde: Rua Angelina, 195 – Piedade Horas: 16h
Tira a Roupa Neném Onde: Av. Dom Helder Câmara, 9630 – Quintino Horas: 16h
Zona Oeste
Tamo Junto in Folia Onde: Rua Marechal Marciano, esquina com Santana de Ipanema (Praça das Juras) – Padre Miguel Horas: 16h
Confira a programação completa dos blocos de rua do Rio!
2. Fiesta Latina no Hilton Copacabana
Durante o verão, até 29 de março, os amantes dos ritmos latinos têm encontro marcado às sextas-feiras no rooftop do Hilton Rio de Janeiro Copacabana. A partir das 18h, DJs embalam a Fiesta Latina no 39º andar do hotel com o melhor do gênero.
Lá de cima, você curte o som e aprecia a vista panorâmica para a praia e outros cartões postais da Cidade Maravilhosa. O evento conta ainda com um bar, que vende comes e bebes exclusivos para a noite.
Em caso de chuva, a festa é cancelada.
Quando? Dia 22 de fevereiro | Das 18h às 23h Onde? Hilton Rio de Janeiro Copacabana | Avenida Atlântica, 1020 – Copacabana Quanto? Entrada gratuita
3. Observação do céu no Planetário
O Planetário da Gávea promove diversas atrações para desvendar o universo o ano todo. Aos sábados, quem gosta de admirar os astros pode participar da Observação do Céu sem pagar nada!
Astrônomos coordenam a atividade noturna e ficam disponíveis para tirar dúvidas do público. Em casos de céu nublado e/ou chuvoso, a atividade é cancelada, pois depende das condições meteorológicas.
Quando? Dia 23 de fevereiro, às 19h (retirada de senhas 1h antes) Onde? Planetário | Rua Vice-Governador Rubens Berardo, 100 – Gávea Quanto? Gratuito (mediante 1kg de alimento não perecível)
Veja também: Carnaval 2019: veja a agenda completa dos blocos de rua do Rio
Fim de semana no Rio 0800: blocos de rua, festa e mais!publicado primeiro em como se vestir bem
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Esta es la segunda parte de quien es el famoso Nicolas, por cierto no soy nada famoso, entonces, te seguire diciendo quien es Nicolas Rodriguez Caro, bueno....., soy un romanticon, soy de cartas, besos, abrazos, pero aqui tengo un problema, me cuesta aveces querer con tiempo, porque no me demostraron mucho amor de esa manera, sobre todo mi papa, soy un hombre de decision, no quiere decir que siempre tome buenas decisiones, pero las tomo, aveces las tomo y pienso despues jajaja, lo mas logico del mundo, no suelo recordar fechas, y en si mi memoria para hacer tareas es mala, por eso suelo anotar todo para acordarme, tengo muchas cosas malas, y tengo mucho miedo de mi pasado, me gusta la musica, no importa el genero, asi que si un dia me escuchas poniendo los tigres del norte no se te haga extraño, amo esuchar musica, pero en un volumen alto, muy alto, no soy celoso, si no inseguro de mi mismo, dudo de que sea tan bueno de como me ven las personas, soy de cualquier plan, desde el mas goma hasta el mas ñerito jajaja, me gusta ir a la iglesia, pero hay muchas cosas que me rayan, mi relacion con Dios es dificil en este momento, porque estoy intentando dejar la emocionalidad, y como vez soy solo emcion, asi que aveces es complejo, eso si, mi mejor relacion es con el ES, y no se por que, pero es severo, aveces hablo y la gente dice “wow, que sabio” pero es el Espiritu Santo, no creas que soy tan pro, tengo muchos sueños pero todos me dan miedo, ya te dije soy un poco miedoso, soy fiel, mucho, creo que me suelo exagerar, y como no se que mas decir, caere en un cliche en este momento 3 2 1 ..... mi pelicula favorita es el diario de noah, en ingles The notebook, y la segunda seria cualquiere donde este wolverine, es mi personaje de ficcion favorito, pero ya murio, fue triste, llore, y es en serio , mi libro favorito, creo que en si ninguno, pero seria tal vez uno de Mario bendetti, el principito, el bogotazo, mi cancion favorita es cristiana y es medio chistosa se llama Todo lo puedo en Cristo de Arturo Giraldo, mi comida favorita la lasaña y el ajiaco, mi deporte favorito es el tenis y mi jugador favorito es Roger Federer, papasito, perdon me exalte jajaja, soy de Santa Fe,solo rojo locas, porque asi lo quiso Dios, creo que no es nada mas, se que pensaras que soy un personaje, pero bueno, ese soy yo.....
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Me disculpo si esto es muy atrevido de mi parte, pero... Recién leí esa publicación sobre una de tus mutuals being a toxic piece of shit y sólo puedo pedirte que tengas mucho cuidado, sos muy joven y hay muchísima gente en internet que busca de manera constante a otros -sobre todo más jóvenes que ellos- para intentar manipularlos y eventualmente herir. Vos sos inteligente y sé que no necesitás que te lo recuerde, pero siempre tenés que tener en mente que vos y tu vida personal, por ende tu salud emocional y mental, son prioridad. Por favor no permitas (y acá un paréntesis porque sé que puede ser muy difícil poner límites, por mil motivos diferentes) que cualquier persona de internet demande tu atención 24/7, que pretendan dictar tu comportamiento y menos el contenido que publicás, etc. Cuidate mucho y recordá que nuestro señor Mario Santos está orgulloso de vos ♡
NONNIE POR FAVOR NO TE DISCULPES no es para nada atrevido,, es justo lo que necesitaba escuchar! 🥺
Totalmente de acuerdo con todo lo que dijiste, y es más, creo que la experiencia que tuve con este mutual me hizo darme cuenta de eso... Por lo menos aprendí algo en base a eso. 🙃 Lo peor de todo es que en ese momento yo generé como una especie de “dependencia” (por así decirlo) con esta chica, porque era casi como la única persona en la que confiaba y con la que podía hablar de absolutamente todo.
Tengo que admitir que, ahora viendo para atrás, me siento como una pelotuda total por haber dependido tanto de una persona que al final me terminó haciendo mal— porque yo siempre decía y hacía cosas como para que no le molesten a ella, e inclusive después de que un día nos peleamos (porque ella se enojó por una estupidez total, sin importarle mucho lo que yo tenía para decirle al respecto), me hizo llorar, empeoró mis temblores, me hizo sentir como la mierda y todo, de todas maneras la disculpé cuando pidió perdón; y en ese momento me arrepiento de no haberle puesto límites.
Es verdad que también ella demandaba mucha atención de mí, y reclamaba que mejor no publique X cosa, o saqué tal otra cosa, y hasta quería que a algunos mutuals que a ella no le agradaban les deje de hablar (lo cuál eso último obviamente no lo hice, porque me parecía un exceso). Tardé muchísimo en darme cuenta lo tóxico que era esa relación que teníamos porque genuinamente la quería mucho, pero bueno, ahora me arrepiento de no haber puesto los límites que debería haber puesto en su momento por ser una ingenua de mierda que había generado una dependencia con alguien a la que claramente le importé muy poco 🤦♀️
Dicen que no hay mal que por bien no venga, no? Y creo que esa experiencia que tuve con ella me hizo aprender a ponerle un corte a las relaciones en donde te quieren dictar las cosas que tenés que decir y hacer, y a priorizar mi salud en general— eso es lo único bueno que saqué de todo eso, el aprendizaje de esa experiencia, y nuevamente, adhiero al 100% con todo lo que dijiste. Por lo menos, de a poco voy aprendiendo a poner mis límites.
Me acabo de dar cuenta que hablé de más PERDÓNNN JAJAJAJ pero quería hacer un último descargo al respecto, y también quería agradecerte mucho mucho por el mensajito tan lindo, que la verdad es que cada vez que lo leo me sigue poniendo feliz por algún motivo ♡ Lo ví ayer a la noche pero tenía tanto sueño que ni lo pude contestar, así que aprovecho a responderlo ahora!!
Muchísimas gracias nuevamente nonnie por todo, te súper agradezco por hacerme el día con tu mensaje, te mando muchos abrazos virtuales y besitos en la frente!!! 🥺♡♡♡
La última parte en particular me hizo sonreír y sonrojarme un súper montón JAJA TE AMO NONNIE 😭💗
#nonnies lindos; los quiero mucho mucho ♡#┆ ⤿ 💌 come chat with amira .ᐟ ୭#✧.* amiraverse#favourite asks#lovely anons <3#ask box#ask box messages#ask box open
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Augusto Martins e Paulo Malaguti Pauleira fazem homenagem na sala Baden Powell
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Augusto Martins e Paulo Malaguti Pauleira fazem homenagem na sala Baden Powell
A Sala Baden Powell recebe o show “Piano, Voz e Jobim”. O local acolhe este trabalho que se debruça na obra de Tom Jobim. Um verdadeiro tributo ao maestro brasileiro que, em 2017, estaria completando 90 anos.
O show acontece no dia 25.novembro (sábado), às 21h e contará com a abertura do Coral Previ cantando 04 canções do homenageado. São 15 vozes que serão regidas por Paulo Malaguti e acompanhadas pelo pianista Leo de Freitas.
O jornalista Hugo Sukman assina o texto de apresentação do CD:
“Não será apenas por sua natural elegância, pela voz segura e o português muito bem pronunciados que o cantor Augusto Martins nos lembrará um inglês daqueles que Nelson Rodrigues via na figura do escritor Antônio Callado (“o único inglês da vida real”).
(…)
Na aparente singeleza deste seu “Piano, voz e Jobim”, o que Augusto nos propõe é isso: um passeio jobiniano por Tom Jobim, mas pelo filtro de sua maneira muito própria (sempre respeitosa e sutilmente inovadora) de recriar as canções, tanto faz se clássicos ou lados B`s.
Senão ouçam, à guisa de exemplo, logo na primeira faixa um clássico como “Estrada do sol” totalmente reconstruído ritmicamente e com ideias novas mesmo nos sutis improvisos vocais e no piano, mas sem nenhuma perda de beleza e fluência desta obra-prima de Tom e Dolores Duran que se caracteriza justamente pela simplicidade moderna – ou seja, sem efeitos, direta, coloquial – de música e letra.
(…)
Para tal empreitada nada modesta, Augusto convocou um músico talvez com as mesmas características, Paulo Malaguti Pauleira, pianista que por razões de familiares conviveu de perto com Jobim, chegando a frequentar a famosa casa do maestro na serra, em Poço Fundo, mas também com notável experiência de arranjador vocal, membro que foi do Céu da Boca, criador do Arranco de Varsóvia e da atual formação do MPB4. Com justiça, Augusto divide a autoria do disco com ele, já que o piano, assim como no Jobim original, não é simples acompanhador mas parte integrante da composição e também de sua interpretação: é ele que, junto com o jeito de refazer a música proposto pelo cantor, conduz a recriação rítmica e harmônica das canções. Um exemplo notável de como isso se dá está na faixa “O grande amor”, um lado B redescoberto neste disco. A música tem duas gravações clássicas: a primeira, de Mario Reis (para quem Tom e Vinicius fizeram a música em 1960), pelo estilo muito pessoal do cantor é mais puxada para o samba; e a de João Gilberto, é gravada nos Estados Unidos com o saxofonista Stan Getz, de maneira tão, mas tão cool, que ela vira uma canção quase camerística, com os traços do samba original bem esmaecidos. E aí vem Augusto e Pauleira e corajosamente retomam a música e dão, a meu ver, a interpretação definitiva, entre o samba e a canção, e fazem de “O grande amor”, o que ele é na sua intenção original, um samba canção moderno.
Outro momento de qualidade, digamos, tipicamente shakespeariana, é “Demais”, o moderníssimo samba-canção de Tom e Aloysio de Oliveira que até então, embora com muitas gravações, foi consagrado por intepretações femininas como a original de Sylvia Telles mas, principalmente, a de Maysa, que transformou a música num samba canção tradicional. Augusto não só dá sua visão “masculina”, como no arranjo de Pauleira a canção revela-se em toda a sua modernidade, sobretudo na passagem para a segunda parte, bossa nova total.
Um clássico villalobiano como “Sabiá”, não fosse originalmente escrita por Jobim para uma soprano, também passa por essa, digamos, “revisão” rítmica, vira sutilmente uma canção brasileira mais popular. Enquanto o que talvez seja o mais popular dos sambas de Tom e Vinicius, “O morro não tem vez”, ganha elementos que a valorizam como canção contemporânea (sem qualquer perda de espontaneidade, de grandiosidade de um samba popular). Outro samba, “Insensatez”, também passa por esse processo de revisão rítmica, e ganha novíssimas nuances de canção ressaltadas pela interpretação de Augusto, numa dinâmica muito própria deste trabalho.
Como se vê, Augusto e Pauleira não temeram desafios: encararam com aquele misto de respeito e irreverência (não, não são opostos), mas sobretudo com segurança e coragem músicas que ninguém deveria em sã consciência encarar, coisas como a valsa brasileira “Luiza” e a valsa-jazz em 6/8 “Chovendo na roseira”; ou os dois dolorosos clássicos sobre o fim do amor da dupla Tom e Chico Buarque, as duas músicas mais tristes que existem, “Retrato em branco e preto” e “Eu te amo”. É emocionante notar, nesses casos, de fato a desenvoltura com que Augusto passeia pela base harmônica criada por Pauleira, e como nos detalhes ele vai descobrindo novas nuances nas canções.
A dupla também não foge da face mais lírica da obra de Jobim, mantendo essa característica original, mas, mesmo assim, propondo sutis revisões rítmicas. Senão ouçam, nesse espírito, “Derradeira primavera” (com seu novo arranjo vocal, especialidade de Pauleira) e, principalmente, “Sem você”. Nem foge de clássicos tão regravados, e aqui apresentados de forma totalmente nova, como “Se todos fossem iguais a você”, do repertório de “Orfeu da Conceição”, e o afro-samba avant la lettre “Água de beber”.
Augusto não chegou neste magnífico trabalho por acaso. Figura rara na música brasileira contemporânea, ele é um – e vamos à palavra exata – cantor. Apenas isso, o que não é pouco. Como foram o citado Agostinho dos Santos, o falecido Emílio Santiago, ou um Zé Luiz Mazziotti, que continua firme por aí. Augusto segue essa linhagem de cantores homens, de vozes masculinas de bonito timbre, mas que gostam de trabalhar musicalmente cada canção, detalhes de arranjos, divisões rítmicas etc. E também de escolher com cuidado o seu repertório. Não por acaso, em seus mais de 20 anos de carreira, dedicou trabalhos a reler grandes compositores brasileiros, como em “Augusto Martins canta Djavan” (2002); “Violão, voz e Zé Keti” (2013), em parceria com o violonista Marcel Powell; e, mais recentemente, “Ismael Silva: uma escola de samba”, gravado com o violonista, compositor e cantor Claudio Jorge. E mesmo nos seus outros quatro discos solo, de repertório brasileiro variado, o trabalho de Augusto é marcado por isso, pela qualidade óbvia do repertório, mas pelo trabalho cuidadoso em cada canção. (…)”
Serviço:
Show “Piano, Voz e Jobim”
Augusto Martins & Paulo Malaguti Pauleira
Dia 25.nov (sábado)
Hora: 21h Local: Sala Baden Powell | Av. Nossa Senhora de Copacabana, 360 | Copacabana, Rio de Janeiro Tel: 2547 9147
Ingressos: R$ 40, inteira
R$20, meia
Classificação etária: livre
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