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Eleanor Calder | January 24, 2023
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Margarito da Brindisi: tra leggenda e storia (seconda parte)
Le galee della flotta normanna dell’ammiraglio Margarito da Brindisi
di Gianfranco Perri
Dopo la morte del re Guglielmo II e l’ascesa nel gennaio del 1190 di Tancredi d’Altavilla sul trono di Sicilia, Margarito, che a quella elezione ed al successivo sostegno armato del re normanno contro le pretese dell’imperatore Enrico VI di Svevia aveva contribuito attivamente – con la sua flotta nell’autunno del 1191 aveva addirittura intercettato e fatto prigioniera Costanza d’Altavilla, moglie di Enrico VI e futura madre di Federico II – fu nominato dal novello re conte di Malta ricevendo l’investitura feudale dell’arcipelago maltese.
In quegli anni, l’ammiraglio Margarito spesso soggiornava a Messina, il più importante porto militare normanno in Sicilia, e lì si era costruito un fastoso palazzo dove a fine di settembre del 1190 ospitò il re Riccardo Cuor di Leone in sosta prima dell’imbarco per la terza crociata. E poco tempo dopo a Brindisi – il più importante punto d’appoggio continentale della flotta del regno – dove Margarito risiedeva prevalentemente e dove possedeva una ancor più lussuosa dimora, nel febbraio 1191 fu ospitata la madre dello stesso re Ricardo, Eleonora d’Aquitania, e la sua promessa sposa, Berengaria di Navarra, prima che costei verso i primi di aprile salpasse per la Terrasanta per poi raggiungere Cipro, dove il 12 maggio celebrò il suo matrimonio con il re.
Quella sfarzosa domus brindisina di Margarito fu molto celebre: fornita di bagni, giardini, forni e altri servizi accessori e con diretto accesso alle cale portuali, era nei pressi della rocca normanna. Nel 1215 fu da Federico II concessa all’Ordine Teutonico, eccezion fatta per i locali utilizzati per l’officina della zecca e per l’ufficio del gabelliere. Poi, nel 1229, Federico II riacquistò dai Teutonici la domus Margariti con le sue pertinenze, per ricomporne l’integrità e destinarla tutta ai servizi di Stato. Il pontefice Innocenzo IV, scomunicato lo svevo Federico II, dispose della domus assegnandola nel 1247 al suo partitario otrantino Riccardo di Maramonte. Il papa Alessandro IV nel 1257, invece, regnando il nemico svevo Manfredi la concesse, virtualmente perché di fatto non ne disponeva, a Zaccaria Nicola e Bibulo, i tre figli di Sergio Bibulo che era stato fatto uccidere da Manfredi. Nel 1284 infine, il re Carlo d’Angiò, trasferita in una nuova sede la zecca, donò ai frati Minori sia quella che era stata la casa di Margarito che l’adiacente area su cui era stata la rocca normanna, perché vi edificassero il convento e l’annessa chiesa, tuttora esistente, la chiesa di San Paolo eremita.
Dato che durante gli ultimi anni di regno del re Tancredi non si verificarono conflitti militari di rilievo contro l’imperatore Enrico VI, e visto che quel re di Sicilia aveva anche rinunciato a proseguire l’attiva politica mediterranea antibizantina dei suoi predecessori, la flotta di Margarito da Brindisi non ebbe molto che guerreggiare e così, il potente ammiraglio si dedicò soprattutto all’amministrazione dei suoi feudi e fece ripetute donazioni a chiese e monasteri – forse per far dimenticare, o magari per farsi perdonare, quel suo rocambolesco passato da pirata.
Particolarmente favorito fu il monastero di San Nicola di Paratico, a cui tra il 1192 e il 1194 donò vari terreni nel territorio di Policoro e Colobraro. Un’ulteriore donazione, del settembre 1193, riguardò il famoso Archimandritato di San Salvatore a Messina al quale egli assegnò tutte le entrate del casale Cremastro a Calatabiano. Mentre a Brindisi in quegli stessi anni donò alla Chiesa tre suoi edifici siti nei pressi del porto e finanziò la costruzione del convento con la chiesa di Santa Maria del Ponte Parvo e due altre piccole chiese, di Santa Margherita e San Demetrio, che furono sottoposte allo stesso convento nel quale si insediarono in nutrito gruppo premostratensi seguaci di San Agostino provenienti da San Manuele di Barletta.
Dopo la morte di Tancredi, l’imperatore Enrico VI, che non aveva mai rinunciato a rivendicare il trono di Sicilia a nome di sua moglie, la normanna Costanza d’Altavilla, entrò a Palermo il 21 novembre del 1194 ricevendo il castello del porto senza incontrare resistenza alcuna da parte di Margarito, ma questi, inevitabilmente, cadde presto in disgrazia. Margarito infatti, perse subito la contea di Malta, assegnata dall’imperatore all’alleato genovese Guglielmo Grasso, e le isole greche di Cefalonia Zacinto e Itaca tornate ai Bizantini; quindi perse anche ogni altra proprietà e privilegio finché, accusato a torto o a ragione di aver partecipato nella primavera del 1197 ad una supposta congiura contro l’imperatore, fu da questi fatto imprigionare, accecare ed evirare. Infine, fu deportato a Treviri dove, in una qualche data anteriore all’anno 1205, avrebbe cessato di vivere.
«Margarito fu personalità non marginale nel tempo in cui ebbe la ventura di vivere e, al tempo stesso, aggiunge aura di leggenda e favola alla città. Il racconto storico si fa mito e intreccio avvincente, sostrato di quella memoria condivisa ancor oggi insussistente. Brindisi si è costruita, decostruita e ricostruita per secoli sullo stesso sito; alla persistenza dei luoghi non si è però accompagnata quella della popolazione che a quei luoghi avrebbe bisogno di dar significanza.» [Giacomo Carito, 2013]
BIBLIOGRAFIA
Membola G. Margarito audace uomo d’armi e Brindisino illustre in il7Magazine n.48 Brindisi, 2018
Stomati D. Margarito il leggendario arcipirata da Brindisi Lupo Editore, 2013
Carito G. Tra normanni e svevi nel regno di Sicilia: Margarito da Brindisi in Federico II e le nozze di Oriente e Occidente. L’età federiciana in terra di Brindisi, 2013
Kiesewetter A. Megareites di Brindisi, Maio di Monopoli e la signoria sulle isole Ionie in Archivio Storico Pugliese, 2006
Moscardino G. Margarito o Margaritone da Brindisi Bari, 1946
Antonucci G. Margarito da Brindisi in Archivio storico per la Calabria e Lucania, 1934
Garufi C.A. Margarito di Brindisi, conte di Malta e ammiraglio di Sicilia, in Miscellanea di archeologia, storia e filolologia dedicata al prof. A. Salinas, Palermo 1907
Francioso R. Margaritus de Brundisio, in Rassegna pugliese di scienze, lettere ed arti, 1902
Lezzi G.B. Margarito o Margaritone da Brindisi, in Biografie degli uomini illustri del regno di Napoli ornata de’ loro rispettivi ritratti. Napoli, 1819
#Costanza d’Altavilla#Enrico VI#Gianfranco Perri#Margarito da Brindisi#monastero di San Nicola di Paratico#normanni#Ordine Teutonico#pirati nel Salento#re Tancredi#Riccardo Maramonte#Pagine della nostra Storia#Spigolature Salentine
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Mont Cenis / Moncenisio
Mont Cenis / Moncenisio
El Coll de Mont Cenis, en francès, o del Moncenisio en italià, separa aquestes dues nacions en un pas alpí no gaire alt i molt bonic. Uneix Torino i Grenoble, Sant Jean de Modane i Susa, sense necessitat de pagar cap túnel de peatge, per una ruta evocadora, en mig de paisatges idíl·lics i sense fer patir el cotxe. A l’hivern està tancada per la neu, això si. és una bona ruta alternativa per…
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Knjiga koja potvrđuje ko je Balšići - Francuz vitez krstaških ratova Baux Provence iz Francuske i Crnojevići - Francuz normanskog porijekla, vitez krstaških ratova de Maramont. Oni kao francuski krstaši zajedno sa Mletačkim krstašima dolaze u Konstantinopolj i vadaju 80 godina za komplet Bizantskim carstvom. Ova knjiga je čisti dokaz kako smo se oslobodili vazalstva Srbiji. Ne zaboravimo Dukljani, Zećani su katolici čak potvrde postoje Crnojevići su isto bili katolici ali i pravoslavci i islamske vjere ovo i potvrđuje da je Nikola I., sve to znao kao što i jeste htio i radio da se isti Narod Dukljani sve tri vjere ponovo spoje u jednu državu Crnu Goru kao Crnogorci ali desila se 1918-ta!
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Za Balšiće smo znali da je iz pozate francuske familije "des Baux iz Provence" ali što mislite ko je " de Maramont ", (lično šok)? Naša istorija je preko bare u Italiji!
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Otranto, l’affascinante borgo in provincia di Lecce
Nuovo post pubblicato su https://www.wdonna.it/otranto-laffascinante-borgo-in-provincia-di-lecce/107390?utm_source=TR&utm_medium=Tumblr&utm_campaign=107390
Otranto, l’affascinante borgo in provincia di Lecce
Otranto, è un borgo situato in provincia di Lecce.
Il suo mare paradisiaco e il paesaggio mozzafiato sono soltanto alcune delle caratteristiche che rendono Otranto una località perfetta per ogni turista, che decide di trascorrere una vacanza in Puglia, all’insegna del relax.
Infatti, questo paese è ricco di luoghi interesse, dal punto di vista storico e culturale. Proprio per tale motivo, abbiamo pensato di offrirvi una lista contenente gran parte delle attrazioni da non perdere.
Scopriamole insieme!
Cattedrale dell’Annunziata
La cattedrale dell’Annunziata, risale all’epoca medievale. Pensate che fu consacrata per la prima volta nel 1088, quando ci fu il papato di Urbano II.
Tuttavia, pur essendo edificata tramite i normanni, raggiunse il suo completamento intorno al XII secolo. Ovviamente, nel corso del tempo la cattedrale dell’Annunziata subì numerose modifiche e restaurazioni, anche a causa di una serie di eventi storici (come ad esempio le devastazioni turche verso la fine del ‘400).
Ciò che rende questo luogo religioso speciale, è la presenza di un mosaico che sorge attraverso le tre navate con l’albero della vita e racchiude alcuni simboli, legati all’Antico Testamento. Senza contare il fatto che all’interno sono presenti le reliquie dei Santi martiri di Otranto.
Chiesa di San Pietro
A Otranto, esiste un’importante testimonianza dell’arte bizantina, ossia la chiesa di San Pietro.
Secondo la leggenda, sarebbe la prima basilica di questa località, risalente al IX secolo circa.
A livello strutturale possiede tre navate e una cupola centrale, messa su da quattro colonne. Inoltre, si ha modo di ammirare degli absidi, contenenti dei cicli di affreschi, sempre del genere bizantino.
Tra le altre chiese simbolo di Otranto, troviamo la Madonna dell’Altomare, quella di Santa Maria dei Martiri e la Chiesa di Santa Maria del Passo.
Sono tutte risalenti al periodo che va dal ‘500 al 700 e racchiudono diversi esempi di arte bizantina e rinascimentale. Ciò che colpisce di tali strutture religiose, è il fatto che ci siano le raffigurazioni di eventi storici, come ad esempio la strage degli otrantini.
Monastero di San Nicola di Casole
E sempre restando in tema “luoghi di culto”, in questo borgo salentino è possibile ammirare l’antico monastero di San Nicola di Casole.
Esso è una delle testimonianze più importanti del periodo medievale, sia in termini storici che culturali e artistici.
Il monastero di San Nicola di Casole, nacque inizialmente sotto forma di casale nel 1098, grazie a Boemondo I d’Antiochia. Successivamente, la struttura passò in mano a dei basiliani, che nel corso del tempo diedero vita alla vera e propria Abbazia.
Tuttavia, ciò che rende noto questo luogo, è principalmente il fatto che per diversi secoli sia stato una specie di archivio, contenente una serie di volumi e libri scritti in lingua greca e latina.
Come potete ben immaginare, tale caratteristica rese il monastero una delle biblioteche più importanti d’Europa.
Soltanto che a causa della devastazione dei turchi, tutto il patrimonio storico e culturale restò completamente distrutto. Ciò significa che attualmente sono presenti soltanto delle rovine.
Ma a prescindere dalle sue condizioni, resta comunque uno dei simboli più noti di Otranto.
Attivissimo centro culturale, conservò per lunghi secoli numerosissimi volumi greci e latini. Era all’epoca una delle biblioteche più ricche d’Europa. Venne distrutta nel 1480, in seguito alla devastazione dei Turchi. Di essa rimangono oggi solo rovine.
Castello Aragonese
Sempre restando in temi di simboli, nel momento in cui si parla di Otranto, è impossibile non pensare al Castello Aragonese (noto anche come Castello di Otranto).
Ideato da Ciro Ciri e Francesco di Giorgio Martini, esso nacque come struttura di difesa, verso la fine del 1400. Sorge precisamente in Piazza Castello: all’epoca, qui erano presenti anche alcune fortificazioni legate alla dominazione sveva (e poi successivamente ai turchi).
Attraverso gli aragonesi, la zona che circondava il castello subì delle modifiche. Infatti, si creò un alto fossato e dei torrioni, di tipo cilindrico angolare.
Tuttavia, ci furono ulteriori restaurazioni nei secoli successivi. Ad esempio, verso la fine del ‘500, si aggiunsero ulteriori forme di difesa (contro flotte nemiche e navi), nella parte che affaccia sul mare.
Oggi invece, il Castello di Otranto risulta essere una delle testimonianze più affascinanti del passato e gran parte dei turisti che si recano in questo luogo, decidono sempre di scattare una foto ricordo.
Otranto Cava di Bauxite
Passando all’aspetto paesaggistico, Otranto è nota anche per la Cava di Bauxite (detta anche laghetto di Bauxite), situata vicino alla baia delle Orte.
Sembrerebbe proprio che le sue origini risalgono al periodo della seconda guerra mondiale, quando si praticava l’estrazione mineraria.
Nel caso della bauxite (tipo di roccia sedimentaria), come molti di voi già sanno, si può estrarre l’alluminio.
Tale pratica commerciale fu portata avanti per alcuni decenni, fino al 1976. Da quel momento, la cava rimase in uno stato di abbandono ma cambiò d’aspetto, per via della natura. Infatti, il laghetto che si può ammirare al centro è il risultato di una serie di infiltrazioni d’acqua.
Oggi questo luogo risulta essere uno dei più fotografati in assoluto. Vi basta cercare cava di bauxite su instagram per capire quanti turisti decidono di recarsi qui ogni anno.
E’ davvero uno spettacolo di colori imperdibile. Pertanto, nel caso in cui doveste recarvi a Otranto, fateci un salto.
Altri luoghi di interesse: Cripta di San Nicola, Cripta del Padreterno, Catacombe di San Giovanni, Chiesa della Madonna della Serra, Palazzo Lopez, Palazzo de Mori.
Masserie e torri costiere
A Otranto è possibile trovare una serie di masserie e torri costiere, che danno quel tocco in più a livello di fascino e soprattutto tradizione secolare.
Tra le masserie troviamo: Consalvi, Panareo, Cippano, Creste, Bandino, dell’Orte, Torre Pinta, Ficola, Maramonte Nuovo, Muzza, Fagà, Cerra, Murrune, Frassanito, Autigne, Montelauro, Prosperi, Fabrizio.
Mentre per quanto riguarda le torri costiere, bisogna citare: Fiumicelli, Santo Stefano, del Serpe, dell’Orte, Sant’Emiliano.
Otranto curiosità
Lo stemma di Otranto è rappresentato da una torre e da un serpente.
Secondo la descrizione araldica, rappresenta:
“Un campo d’azzurro, alla torre cilindrica d’argento, avvinghiata da una serpe di nero che, risalendo in senso sinistrorso i fianchi di essa torre, introduce la testa nell’alta finestra aperta nel campo. Lo scudo fra due rami di quercia e d’alloro decussati alla base è timbrato dalla corona urbica del rango di città”.
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A new report details child well-being in New York City - New York Nonprofit Media
Today is the last Buzz column of the year! Reporter Zach Williams will be on vacation through the end of the year, with things picking up again on Jan. 2. In the meantime, feel free to send your suggestions – including his use of the third person – for how the Buzz can improve in the upcoming year and better keep pace with all the happenings in the New York nonprofit space. Don’t forget to also send word of all your end-of-year fundraising and events to [email protected] so that they can be featured early next month.
Someone is keeping busy at the nonprofit Institute for Community Living. That would be David Woodlock, a proponent of behavioral health care collaboratives and chief executive of the nonprofit, and a former deputy commissioner of the New York State Office of Mental Health.
New York City is expanding a program that helps mothers incarcerated at Rikers Island. The Crafting Family Connections pilot program allows some mothers to join their children at programming hosted by the Children’s Museum of Manhattan. This program has now secured funding to operate through the end of 2002, according to a Dec. 17 press release. It is jointly funded by the city Department of Correction and the Mayor’s Fund to Advance New York City.
“We know that visits between incarcerated women and their children are critical to the development and maintenance of strong family bonds,” Toya Williford, executive director of the Mayor’s Fund, said in the press release, “which in turn reduces rates of anxiety, depression, and stress, and positively impacts childhood development.”
Community Mediation Services has received a $1.05 million contract from the New York City Administration for Children’s Services. The money will fund a community partnership program, according to the City Record. The Maramont Corporation has received an $8.77 million contract to provide food services for family shelters on behalf of the Department of Homeless Services.
Shorefront YM-YWHA Of Brighton Manhattan Beach got a $110,046 contract from the city Department of Health and Mental Hygiene to provide medical and mental health services for children. Ramapo for Children will provide similar services for the department, per a $124,187 contract. Central American Legal Assistance will provide $310,000 worth of legal and social services for children in immigration court.
Want to see what it looks like when a nonprofit goes kaput? Legally speaking, it looks like the stipulation agreement that the Trump foundation reached with state Attorney General Barbara Underwood, which she announced yesterday. “Today’s stipulation accomplishes a key piece of the relief sought in our lawsuit earlier this year,” Underwood said in a Dec. 18 statement. “Under the terms, the Trump Foundation can only dissolve under judicial supervision – and it can only distribute its remaining charitable assets to reputable organizations approved by my office.”
A new report from Citizens’ Committee for Children outlines child well-being across New York. The Community Risk Ranking analyzes 18 different factors among six categories: Economic Security, Housing, Health, Education, Youth, and Family & Community. It then applies this analysis to rank the city’s 59 community districts from highest to lowest risk to children. Read the full report here.
Source: https://www.nynmedia.com/content/new-report-details-child-well-being-new-york-city
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Eleanor at Louis’ concert in London | April 22, 2022
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I coniugi Peruzzi, benefattori dello Spedale degli Innocenti a Firenze e fondatori del convento dei Minimi in Lecce
Lecce, chiesa di S. Maria degli Angeli
di Giovanna Falco
Si aprono nuove prospettive di ricerca sulla storia della chiesa di Santa Maria degli Angeli e del convento di San Michele Arcangelo dei Minimi di San Francesco di Paola, ubicato in piazza dei Peruzzi a Lecce: i fondatori Giovannella e Bindaccio di Bernardo di Bindaccio Peruzzi[1] furono anche benefattori dello Spedale degli Innocenti di Firenze, dove i loro ritratti sono conservati insieme con quelli di altre personalità dell’Istituto fiorentino.
Tutte le fonti che trattano della fondazione del complesso conventuale dei Minimi in Lecce[2], seppur contraddittorie sulle date, concordano nell’attribuirla a Giovannella Maremonte, vedova di Bindaccio Peruzzi, morto il 14 luglio 1502[3].
La vedova Peruzzi su disposizione testamentaria del marito, volle far realizzare in un giardino fuori porta San Giusto un oratorio e chiesa. Il 14 maggio 1524 il notaio Sebastiano de Carolis di Firenze rogò l’atto di fondazione del convento dei Minimi di San Francesco di Paola, alla presenza del provinciale genovese dell’Ordine e di Giovannella[4].
Con testamento del 13 marzo del 1527, rogato a Firenze dal notaio Paolo Antonio de Rovariis[5], la Peruzzi donò altri beni per l’erigendo convento.
Purtroppo i documenti originari sono stati dispersi, così come i riassunti degli atti del 1524 e del 1527, eseguiti nel 1766 dal notaio Lorenzo Carlino[6].
Lecce, chiesa di S. Maria degli Angeli, portale di ingresso
Il giardino dov’è sorto il complesso conventuale dei Minimi, era conosciuto dai leccesi come Panduccio, distorsione dialettale del nome del proprietario, la cui presenza a Lecce è attestata negli anni Settanta del Quattrocento[7]. Ritornato a Firenze, Bindaccio Peruzzi ricoprì ruoli rappresentativi per l’Arte dei Mercanti[8], di cui nell’aprile del 1502 era ancora membro del consiglio, seppur assente[9]. Tre mesi dopo donò parte dei suoi beni allo Spedale degli Innocenti di Firenze, così com’è riportato nella targa del ritratto che lo commemora (www.catalogo.beniculturali.it › sigecSSU_FE › schedaCompleta.action): «Bindaccio Peruzzi priore del comune nel MCCCCXCV largi’ con testamento de’ X luglio MDII parte de’ suoi averi a questo brefotrofio e l’esempio del misericordioso consorte fu seguitato dalla moglie»[10] .
Stemma dei Peruzzi
Grazie alla consultazione delle carte d’archivio dell’Ospedale degli Innocenti, Luigi Passerini e Alessandra Mazzanti e Vincenzo Rizzo, individuano la vedova di Bindaccio in Giovannella Peruzzi, il cui ritratto nel Settecento era esposto nel guardaroba dell’Istituto[11]. La vedova Peruzzi figlia «di Niccolò De Noe»[12], proveniente dalla «Basilicata nel Regno di Napoli»[13], morta nel 1527[14].
Le date coincidono, ma Giovannella Peruzzi, nei documenti dell’archivio dell’Istituto fiorentino risulta essere un’esponente di casa de Noha, e non di casa Maremonte.
Stemma dei Maramonte
La diversa interpretazione del cognome della fondatrice nei documenti conservati presso il convento leccese è indirettamente chiarita da Michele Paone, quando scrive che nel 1524: «in Firenze la vedova di Bindaccio Bernardo Peruzzi, Giovannella, orfana di Nicola Gionata e Margherita Maremonte, donò ai minimi di S. Francesco di Paola la chiesa di S. Maria degli Angeli»[15]. La provenienza dalla Basilicata del padre di Giovannella, Nicola de Noha, è attestata (salvo che non si tratti di un caso di omonimia) da Giustiniani: nel 1457 re Alfonso diede Latronico «per ducati 600 a Cola de Ionata de Noha»[16]. Conferma la distorta lettura dell’atto del 1524, il nome del notaio fiorentino tramandato in maniera errata: si è individuato, infatti, Sebastiano de Carolis, in Bastiano di Carlo da Fiorenzuola, i cui atti, anche quelli del 1524, sono conservati presso l’Archivio di Stato di Firenze, dove non è reperibile l’annata 1527 di Paolo Antonio Rovai, il notaio che ha redatto il testamento della vedova Peruzzi[17].
Lecce, chiesa di S. Maria degli Angeli, particolare dell’ingresso
Alla luce di questa identificazione, sono tanti gli elementi da riprendere in considerazione, per aggiungere nuovi capitoli alle vicende del complesso monastico. Riguardo al campo prettamente artistico, non è da escludere la provenienza diretta dei disegni per realizzare la chiesa commissionata dalla Peruzzi, dalla Firenze dei grandi artisti rinascimentali, poiché i lasciti per entrambe le istituzioni denotano l’appartenenza della coppia all’elite fiorentina. Seppur di fattura locale e successiva, è evidente, ad esempio, il richiamo iconografico della lunetta della chiesa leccese alle opere di Andrea Della Robbia.
Andrea della Robbia, Madonna con Bambino e Angeli (1504-1505), cattedrale di San Zeno, Pistoia (dal sito Tuscany sweet Life)
Andrea della Robbia Madonna con Bambino e angeli (1508 ca. – 1509 ca.), Museo Civico di Viterbo, prima chiesa di San Giovanni dei Fiorentini Viterbo (dal sito della Fondazione Federico Zeri, Università di Bologna)
Un’attenta analisi delle fonti minime, contestualizzata con le vicende storiche di Puglia e Firenze, inoltre, potrebbe determinare il perché la scelta dei fondatori ricadde su quest’Ordine. Lo studio delle vicissitudini delle famiglie dei fondatori e delle fasi costruttive del complesso monastico, potrebbero individuare l’epoca e il perché la famiglia Maremonte passò alla storia come fondatrice della chiesa di Santa Maria degli Angeli, il cui stemma è presente in facciata assieme a quello di Bindaccio Peruzzi.
Note
[1] Cfr. F. Bruni, Storia dell’ I. e R. Ospedale di S. Maria degl’Innocenti di Firenze e di molti altri pii stabilimenti, Volume I, Firenze 1819 p. LXXXII.
[2] Cfr. L. Montoya, Coronica general de la Orden de los Minimos de S. Francisco de Paula su fundador, lib. I, Madrid 1619, p. 87; G. C. Infantino, Lecce sacra, Lecce 1634 (ed. anast. A cura e con introduzione di P. De Leo, Bologna 1979), pp. 93-94; F. Lavnovius, Chronicon generale ordinis Minorum, 1635, p. 193; R. Quaranta, Storia della provincia pugliese dei Minimi nel manoscritto Historialia monumenta chronotopographica provinciae Apuliae del p. Antonio Serio: (metà sec. XVIII), Roma 2005, pp. 35-40; F.A. Piccinni, Principiano le notizie di Lecce, in A. Laporta (a cura di) Cronache di Lecce, Lecce 1991, pp. 15, 224-226; A. Foscarini, Guida storico-artistica di Lecce, Lecce 1929, pp. 126-130; G. Paladini, Note storico-artistiche, in L’Ordine: corriere salentino, 6 luglio 1934 , a 29, fasc. 27 (www.internetculturale.it); G. Paladini, Guida storica ed artistica della città di Lecce. Curiosità e documenti di toponomastica locale, Lecce 1952, pp. 212-224; L. G. De Simone, Lecce e i suoi monumenti. La città, Lecce 1874, nuova edizione postillata a cura di N. Vacca, Lecce 1964, p. 114-118; O. Colangeli. S. Maria degli Angeli. S. Francesco di Paola, L’ex convento dei Minimi francescani, Galatina 1977; M. Paone, Chiese di Lecce, vol. I, Galatina 1981, pp. 317-319.
[3] Cfr. A. Foscarini, Op. cit., p. 126; O. Colangeli. Op. cit., p. 5.
[4] Il Provinciale genovese, sostituiva padre il generale dell’Ordine, Marziale de Vicinis, assente. Padre Antonio Serio lo individua in Michele de Comte, Francesco Antonio Piccini, invece, in Antonello de Vicinis. Il Chronicon conferma quanto asserito da Serio (cfr. F. Lavnovius, op. cit., pp. 190-191). Da Piccinni in poi la data riportata è il 10 maggio 1524 (cfr. G. Paladini, Guida storica ed artistica della città di Lecce, cit; L. G. De Simone, op. cit; O. Colangeli. Op. cit).
[5] Cfr. R. Quaranta, Storia della provincia pugliese dei Minimi, cit, p. 36. De Simone e Paone datano l’atto al 1524, attribuendolo al notaio Antonio de Boccariis.
[6] Cfr. F.A. Piccinni, op. cit.
[7] Cfr. C. Massaro, Territorio, società e potere, in B. Vetere (a cura di), Storia di Lecce. Dai Bizantini agli Aragonesi, Bari 1993, pp. 315-316; Ministero dell’Interno. Pubblicazioni degli Archivi di Stato, XVIII, Archivio di Stato di Firenze. Archivio Mediceo avanti il Principato. Inventario, volume secondo, pp. 35, 212, 361; F. Carabellese, Bilancio di un’accomandita di casa Medici in Puglia del 1477 e relazioni commerciali fra la Puglia e Firenze, in Archivio storico pugliese 1896 a. 3, fasci 1-2, vol. 2, pp. 77-104.
[8] Nel 1496 è mastro di zecca per l’oro (Cfr. P. Argelatus, De Monetis Italiae vario rum illustrium virorum Dissertationes. Parte Quarta, Milano 1752; I. Orsini, Storia delle monete della Repubblica Fiorentina, Firenze 1760, pp. 191 e 272).
[9] Cfr. G. Milanesi, Delle statue fatte da Andrea Sansovino e da Gio. Francesco Rustici sopra le porte di S. Giovanni di Firenze (1) 1502-1524, in G. Milanesi, Sulla storia dell’arte toscana scritti varj di Gaetano Milanesi, Siena 1873, pp. 247-261, p. 247, pp. 250-52. La targa è stata trascritta anche in G.B. Niccolini, Iscrizioni per i ritratti de’ benefattori del R. Spedale degli Innocenti di Firenze, in C. Gargiolli (a cura di), Opere edite e inedite di G.B. Niccolini, Tomo VII, Milano 1870, p. 728.
[10] Fu priore del quartiere San Giovanni nel bimestre Settembre – Ottobre 1495 (Cfr. I. di San Luigi, Istorie di Giovanni Cambi cttadino fiorentino pubblicate, e di annotazioni, e di antichi munimenti accresciute, ed illustrate da Fr. Ildefonso di San Luigi carmelitano scalzo della provincia di Toscana Accademico Fiorentino, volume secondo, Firenze 1785; F. Bruni, Storia dell’ I. e R. Ospedale di S. Maria degl’Innocenti di Firenze e di molti altri pii stabilimenti, Volume I, Firenze 1819, p. LXXXII). Nel 1759 il ritratto di Bindaccio era esposto nell’Istituto: «Dalla Chiesa per la Porta a manritta si passa nel primo Cortile, intorno intorno ornato di Colonne Corintie di pietra serena, co i Ritratti de i più insigni Benefattori alle Lunette» (G. Richa, Notizie istoriche delle chiese fiorentine. Divise nei suoi quattro Quartieri, Tomo ottavo, Firenze 1759, p. 129). Nel 1845 i ritratti di Bindaccio e Giovannella, dispersi o deteriorati, furono ridipinti gratuitamente rispettivamente da Giuseppe Marini e Carlo Falcini, per volontà del commissario dell’epoca cavalier Michelagnoli (Cfr. O. Andreucci, Il fiorentino istruito della chiesa della Nunziata di Firenze, Firenze 1857, pp. 175 e 275). Attualmente sono conservati presso il deposito dell’Istituto.
[11] Cfr. G. Richa, op. cit., p. 396. La scheda del ritratto è consultabile a questo link: https://www.beni-culturali.eu › opere_d_arte › scheda ›
[12] L. Passerini, Storia degli stabilimenti di beneficenza e d’istruzione elementare gratuita della città di Firenze, Firenze 1858, p. 946.
[13] A. Mazzanti, V. Rizzo, Memorie dell’organo di Santo Stefano a Campi: un priore, tre famiglie di artisti e di artigiani, Opus libri, 1992, p. 31.
[14] Cfr. U. Cherici, Guida storico artistica del R. Spedale di S. Maria degli Innocenti di Firenze, Firenze 1926, p. 52.
[15] M. Paone, Chiese di Lecce, vol. I, Galatina 1981, p. 317.
[16] L. Giustiniani, Dizionario Geografico – Ragionato del Regno di Napoli, Tomo V, Napoli 1802, p. 223.
[17] Cfr. Archivio di Stato di Firenze. Notarile antecosimiano. Inventario sommario. Trascrizione su database informatico degli inventari N/272-275 a cura di Eva Masini (2015).
#Bindaccio Peruzzi#chiesa di S. Maria degli Angeli#Giovanna Falco#Giovannella Maremonte#Giovannella Peruzzi#Lecce#Nicola de Noha#Spedale degli Innocenti di Firenze#Monumenti di Terra d’Otranto#Pagine della nostra Storia#Spigolature Salentine
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MULDROTHA (Ex-FALLUJAH, THE ZENITH PASSAGE) Streams New Song "To The Kingdom Underground"
MULDROTHA (Ex-FALLUJAH, THE ZENITH PASSAGE) Streams New Song “To The Kingdom Underground”
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Muldrotha, the band featuring ex-Fallujah vocalist Alex Hoffman, Fallujah drummer Andrew Baird, The Zenith Passage guitarist Rob Maramonte and Decrepit Birth bassist Sean Martinez, released their first single with Hoffman titled “Lungs of the Mother” in December 2019. Now they’re back with a new song called “To the Kingdom Underground” and…
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Algı tutsaklığı cenderesinde K. Kıbrıs ve Suriye – Özkan Yıkıcı
https://wp.me/pXsHy-Kq5 Yerleştirilen resmi idolojilerle, kurgulaştırılıp kabulendirilen algılarla birlikte, olayın kendisi ve yaşanan gelişmelerin nasıl kolayca yanlışlarla yerleşeceğinin, önemli kanıtlarıyla savruluyoruz. Kıbrıs ve Suriye gelişmeleri ile algısal operasyon gündemleşmelerin çelişki gerçeği, tekrar tekrar yaşanmaktadır. Oluşturulan ve üstüne dinsel ve etnik damıtma tabusal sosu da eklenince, kitleler de tüm gösdergelere rağmen bu yanlışlara dinsel veya ulusal gözle kolayca kapılıp gidilmektedir. Hele de günümüzde etnikliğin ırksalaştığı, dinseliğin siyasalaşıp gericileşme yapılanmasına döndüğü koşullarda, bu kandırmacalar gayet kesin gerçek gibi beyinlere kazdırtıldı. Son günlerin gelişmeleri ve resmi eksen tutumu yanında, potansiyel kitlesel destek ve beslemeci akademisyen atışlarıyla bu cendere iyice kendini hisetirmeğe başladı…. Kıbrıs gerçekleri genellikle resmi idolojisel çenbre sıkıştırılıp adeta nedenli kesin gerçekler olsa da bunu hala yıkamadı. Nitekim, çoktandır kanıtlanan ve önce İngiltere ve giderek ABD devşirmeli Nato çıkarlı Kıbrıs gerçeklerinin belgeleri uçuşurken, bunun da bedeleri ödetilirken, üstelik kendilerine Anti Amerikancı diyen kessimler bile hala bu sis duvarını aşamadılar. Nitekim, Türkiyedeki nerede ise tüm çevreler Kıbrıs konusuna ayni resmi bakışla bakıyor ve K. Kıbrısdaki “örnek demokrasiden” söz etmektedirler. Tersi K. Kıbrısta da hem Kıbrıs gerçeklerine hem de Türkiyede olanlara karşı ayni yanlış idolojikleşme yerleşti. Bundandır ki K. Kıbrısta olan birçok gelişme Türkiyede haber dahi yapılmazken, Türkiyedeki ayni gelişmelerin de çoğu K. Kıbrısta yer bulmuyor. Bu gerçeklikle özellikle dara düşünce de Kıbrıs algısı da kulanılmaktadır. Nitekim, GTürkiyede tüm karşıtlıklara karşın, özellikle devlet eksenli partiler her konuda keskin ayrım çizmekle meşkulken, Kıbrıs konusunda adeta resmi eksende birbirlerine suçlama bahanesine dek gerilemektedirler. Bunun son örnekleri, benim de sürekli izlediğim Tele 1 kanalında bizat Hocam KOngar ve Yanardağın ısrarla Ecevit İnönü Kıbrıs politikalarını övüp AKP karşıtı örnek olarak sunmalarında raslıyorum. Kıbrıs olayını Ecevite “Kıbrıs Fatihi” diye söyleyip, bundan AKP yönetimini Suriye konusunda eleştirmeğe çalışıyorlar. Tabi ki Suriye direk işkaline de hala net karşı da çıkmış değilerdir. Hat ta yeri geldiğinde özellikle CHP kesimleri biran önce Kürtlere vurulmasını dahi savundular… Tabi, Türkiye politikasının eleştirisel gerçeği K. Kıbrısta pek de haber yapılmıyor. Bunu yapan “Afrin işkali gibi” Afrikanın da başına gelenler malum….. Son günlerde K. KIbrısta kendine has gelişmeler olmaktadır. Vijdani ret yoluyla hapse giden Halilin durumu, vekil adayının rakiplerini dövdürtme tutumu ve mahkeme de olanlar, Dom otel sorunu ile aslında özünde Vakıfların gelinen aşaması gibi birçok gelişme, aslında K. Kıbrısın nerelere doğru gitmekte olduğunun basit birer güncel gelişmeleridir. Ama hala şu palavra da sürüyor: “iki liderin görüşüp sorunu çözme çabaları, ziyaretleri”! Türkiye medyası bunları pek söylemez. Söylemez de birçok yakınımızın dahi bize söyledikleri vardır: “Sizde enazından demokrasi vardır”! Buradaki olayları sıralamaya ve buranın Türkiyeye olan bağımlılığını tekrarlayınca da sanki bunlar yokmuş ve net Yardım veya eşgüdüm heyetleriyle idarecilik kurumsalaşmamaışcasına bizim burayı çağdaş demokatik örnek olarak kafalarına algılarla süslediler. Aynisi neyazık ki buradan Türkiyeye bakışta da çoğunlukla gerçekleşiyor. Türkiyede olanları ve hele de direk buraya yansımaların da olmasına rağmen, “Türkiyede çok önemli gelişmeler olduğu, dış güçlerin kıskandığı, Suriyede önemli yerler ele geçirdiği, yükselen binalardan önemli yolların yapıldığı” ezberi hep tekrarlanmaktadır. Ekonominin önemli şekilde büyüyüp dünyaya dersler verdiği söyleniyor. Sadece hafifçe dinin yerleşmesinden şöylesine serzeniş yapılmaktadır. Örneğin, Yetmişlerden beri burada seçimlerde vatandaşlıklarla veya bir yere kabarık insan yazdırtma örneklerinin son dönemde Türkiyede görülmesi de bağdaştırılmıyor. Bugün seçimlerde Türkiyede bir yerde yüzlerce insan hayali seçmen olarak açıklanırken, eskiden benzerinin yurtaş yapma adına ayni tekniğin uygulandığı K. Kıbrısta çoktan bellekten sildirtildi. Buda eğer okunuyorsa, bu yazıyla Türkiyeli kesime anımsatalım. K. Kıbrısta bir eve onlarca ve hat ta yüzlerce kişinin atresi gösterilerek seçmen veya Yurtaş yapılmak için atres olarak gösterildi. Nemi oldu: çoktan unutulup bu yanlışlarla hem seçim kazandırıldı, hem de yurtaşlık dağıtıldı! Onun için seçim sonucundan sonra bunlar kazanan kaybeden kabullenme ile unutulup gidilir. Nasıl ki zamanında İzmir, İstanbul ve Ankara seçimleri alınırken, çöplerdeki oy farkından fazla pusula bulunduğu gibi….. Gerçekten önemli günler yaşanıyor. Tabi son değil. Ama, bu yaşananlarla yeni bir yaşam tarzı da geliyor. Karşıt, hamlelerle kendi yapısal kurumsalaşmasını gerçekleştiriyor. Şöylesine bakın: Geçen 22 Ocakta Bursa buyurması ile Afrin işkali yazıldı diye Afrika linç girişimine uğradı, Meclisin tepesine kabile bayrağı çekildi! Sonuç mu; şu anda yargılanan Afrika yazarları oluyor. Yine kitap bulundurmak, sidisinde Kürtçe şarkı olma Güneyden gelen Suriyeli gazetecinin yurt dışındaki katıldığı eylem nedeniyle, yasal kitap dağıtma gibi konular artık K. Kıbrıs yargısında dava konusu!Yayınlanan Vakıflarla ilgili bilgilerin hala karşılığı yok. Şimdilerde ise Vijdani retden hapise girme ve Maramonte otelin geleceği tartışması mevcut. Mevcut olan başka şey de şu: 22 Ocak Afrika linç girişimcilerini veya meclisin tepesine çıkan ayni kişileri kucaklayıp karşılayanlar, taşımacılıkla katılım sağlayanlar kimisi mecliste olup “muhalefetle” Vijdana karşı ve yolsuzluklarını da örtme çabasında. Nitekim, Ombusmanın da açıkladığı yasal olmayan yerin eski makamcının oğluna verme yasadışılığı hala suskunlukta beklemektedir. Hem de CTP başkanlı hüküemtde olup sayın Tufanın hükümeti döneminde demokrasinin geliştiğini söylediği bir zamanda gerçekleşmektedir.***** Konumuzun bir ayağı da Suriye idi. Suriyede de algı esirliği ve kandırmaca gündemi son hızla sürüyor. Salı günkü Fehim Taştekin buna gayet güzel parmak bastı. Tekrarlayacak değilim. Fakat, düşünün! Pazartesi sabahı Trumpun Erdoğana gönderdiği mesajla uyarıldık. Ardından Erdoğan telefonla devreye girip ikindini bu ateşlemenin hızını kestirti. Bu anlatıdan sakın konu Amerikan Türkiye eksenli olduğu gelmesin! Başka bir ülkenin “Suriyenin” bir bölgesinin nasıl yönetileceği gündemi oluyordu. Sanki, Suriyenin Doğu Fıratı Türkiye ve Amerikanın parçası olup, bu sorunu çözme girişimleri olarak algılatıldı! Gerçekten öyle: Suriyenin ülke toprağı olan bir yerin hangi ülke askerleriyle tutulup yönetileceği konusu gündem oldu. Dahası, o toprakta yaşayan Kürtlerin orada kalıp kalmama tartışması da yapılıyordu. Halbuki bu yer Suriye toprağı olup, Kürtler de Suriye yurtaşıdır. Nasıl yaşayıp buranın statüsü de Suriyesiz belirlenemeceği kesin. Ama, öylesine bir tartışma ve ardından sonuç sunuldu ki Suriyenin kuzeyi Amerikan Türkiye siyasal çıkarlı bölge gibi olacağının konumunu yansıtıyordu. Dahası var: Suriyede devrilmek istenen Esaat artık yerinde kalıyor. Kürtler de belirli bölgede dinamik olarak ortada. Ama, bu sorunu çözecek ve belirleyecek kesimler Kürtlerle Suriye yönetimiyken, Trump mesaj gönderiyor, Erdoğanla gerilim sonrası ayni gün telefon konuşması yapıyor ve Suriyenin Kuzeyinde tanpon bölgeden söz ediyorlar! Üstelik Suriyeli olmayan, orada işkalci olan, toprak bütünlüğünde Suriye yeri konumundaki bölgeden söz ediyoruz. Tabi savaşın gidişatı ve kazanan cepetdeki Rusya, iran ve Suriyenin ne dediği de hiç dikate alınmıyor… Yer Suriye, ama tartışıp gerilimleşip anlaşan Türkiye Amerika! Böylesi net algılarla gerçekler örtülüp işkallerin yasalaştırılıp normaleştirilmesi ve uluslar arası kural olarak konulan ülkelerin toprak bütünlüğü de yerlebir edilen ilke sözkonusu.Hep yazdık ve tekrar uyaracağız. Suriyede salt Suriyeli değil, uluslarası güçlerin yaşadığı dar dünya savaşı alanı halindedir. Öyle ki Sincandan tutun Amrikaya varan Cihatcı devşirmelerle Amerikan Rus askerlerine dek değişik askeri güçler bu savaşta yer aldı. Araap şehlerinin sermayeleri veya paralı asker şirketli milisler dahi Suriyede resmen kendi değimleri ile uygulama alanı buldular. Oysa, Suriye bir ülkedir ve sınırları belli. Şimdi bu sınırlarda ülkelerin askerleri veya çeşitli yerlerden gelen gözü kara Cihatcılar işkal edip buradan yer almaya çalışıyorlar. Türkiye de ÖSO yapısıyla ve direk asker göndrerek Suriye topraklarında bulunmaktadır. Şimdilik siyasal yenilgi veya hedeflere ulaşamama net olmadığı için, iç kamuoyu hala çoğunluğu sırf Anti Kürt idolojikleşmesi nedeniyle hala açık askeri işkal le Kürtlerin dağıtılma taleplerindedirler. Bunlar en basit gerçekten bizi uzaklaştırıyor: Söz konusu olan topraklar Suriye toprağıdır. Buranın yapılanmasını da Suriye halkının kararı olacaktır. Halbuki, kendi anayasaları en gerici durumda olan ve demokratik hakların olmadığı ülkeler, ısrarla Suriyeye anayasa hazırlama komisyonunda da yer almaya uğraşıyorlar. Kendi halkına vermeği istemediği özgürlükleri kimine göre Suriyelilere vereceklermiş! Buyrun Suriye algı operasyonlarına.
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ŠTO ođe u Crnogorskoj istoriji nije jasno! Činjenica Kraljevina Duklja - Dukljana prva država Našeg naroda, Dukljani! Činjenica, Dukljansko kraljevstvo se raspalo jer se familija nije mogla dogovoriti ko će sjest na tron kraljevine! Činjenica, tu neslogu, ratove između familije nasljednika koristi srbijanski kralj i osvaja Duklju! Činjenica, narod Dukljani postaju vazali Srbiji! Činjenica, nijesmo dugo bili vazali dolazak knjaza iz francuske kuće Bo Baux - Balšići - Knezovi Baux Provansa - Francuska i opet narod slobodan nijesu vazali Srbiji! Činjenica, Stefan I. Crnojević Francuz normanskog porijekla, vitez krstaških ratova „Étienne I. de Maramont“! plemićka kuća i dalje smo slobodni, nijesmo vazali! Činjenica, prodiranjem Osmanskog carstva postajemo vazali stim da Staniša jedan od sinova Ivana uzima islam i postaje Skender-beg sa vladarskim stolom u Skadru i tu prvi put u Našoj historiji narod se podjelio! Činjenica Maramont, Crnojević, Bušatlija je ista familija stim kao Bušatlija opet je narod bio slobodan čak i od Osmanskog carstva! Činjenica, da Naš narod koji nije pošao za Stanišom do Petrovića su opet bili vazali Osmanskom carstvu! Činjenica, od 1697. do 1918-te nijesmo vazali nikom! Činjenica, od 1918 opet vazali srbijansko-jugo slovenskom kraljevstvu! Činjenica, opet nam uzeše ime narodno identično ko prvi put što su Dukljansko! Činjenica, da 1948 godine 99% naroda se pisalo Crnogorci, da bi sječu narodnog identiteta imena učinjeli "drugovi" sa takvim perfidnim efektom za 10X bolje no Radikali od 1918,. Činjenica da osnovni falsifikat istorije Balkana pa tako i Naše počinje izmišljenim rodoslovom Pedra Osmučevića kojeg je on načinjeo da bi postao "admiral" u Nepobjedive armade“. Falsifikat je postigo efekat ali dolaskom rodoslova u nas, počinje masovno krivotvorenje historijskih činjenica pa tako, starih zapisa nema uništeni su a oni što su ostali falsifikati sve na "latinskom" što Vam sve govori da falsifikati cvjetaju na Balkanu od domaćih tkzv., "silnika"! Ono što je 100% tačno nalazi se u Mađarskoj, Bugarskoj, Turskoj arhivi čak kod Talijana smo našli tekstove što magle historiju! Činjenica kad sve sabereš Mi smo ipak kraljevi Balkana što smo najmanje vremena od svih naroda Balkana bili vazali! *Fotografija Falsifikat rodoslova familije Ohmućevićev - Grgurić, Bosanske navodno " plemićke" familije a koju je napravio moreplovca Petra (Pedra) Ohmućevića što je i bio admiral španske armade i što je ovimm"radom" počela era lažiranja istorije!
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Francuska porodica Maramont - Crnojević ! Knjiga "Histoire de l'empire de Constantinople sous les empereurs françois, republiée par Buchon, 1826, t. II, str. 284 " (Istorija carstva Konstatinopolja pod francuskim carevima, koju je preveo Buchon, 1826, t. II, str. 284) tu je jasno predstavljeni srodstvo dviju (francuskih ) napuljskih i crnogorskih porodica!
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New #hoboken tweet. New property for sale: 503 Monroe St, Hoboken, NJ 07030 Giovanni Maramonte https://t.co/cTq6SHxFSn
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Someone's running late.... #like #likethefilm #phillyindiefilm #maramont #222market
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