Tumgik
#mag108
belleisnowhere · 7 months
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"All the world’s a stage, and it was empty – my only company, the mocking grotesques of pantomimed humanity."
MAG108: Monologue
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fractal-voidling · 2 months
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MAG108 - #0092008 │ Monologue
TMA, stop ruining the things I love!
I loved monologues back when I did acting
good thing I haven't been back for years, I'd have quit on the spot, lmao
Elias is such a dxck, jfc
lol?
same Martin, same
Elias, if you broke Melanie, I swear to the gods
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the-nameless-juan · 9 months
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Just met the exhusband!!!!!!!
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gunpowdertimsleftgun · 6 months
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relistening to tma and reaching mag108
i'm sorry, you're preforming it WHERE??
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forbidden-me · 7 months
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On MAG108, and I swear I got more whiplash from Peter Lukas than a damn roller coaster. Never knew what was coming. All I know is Elias is gonna get a bonk on the head... like the little wet cat he is-
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a-mag-a-day · 2 years
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As a web!Marthin thruther I go absolutely feral crazy over this episode. Jonny was diabolical for giving us Martin reading MAG108, what I read an a Lonely statement, and making a show of saying “that wasn’t so bad actually!” (foreshadowing lonely!martin) and then Peter shows up (even MORE foreshadowing)
And then we have this. Just ONE episode with Jon before we’re back with Martin. He reads what is very clearly a Web statement, AND THEN SAYS IT WASN’T TOO BAD EITHER !!! it makes me go nuts
Martin indeed has an interesting bias regarding different types of statement, and it's not the gruesome aspect that puts him off
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basilpaste · 3 months
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anyways mag108 (the statement itself, monologue) is INCREDIBLY fucking siffrin coded. guh. theatre horror with the lonely.....
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tma relisten thoughts
is it just me or does tma s3 feel longer than the previous ones because there's So Much going on. i love that we have reached the fun roadtrip pat of the season.
here's some things i've noticed over the last few episodes:
Jon's Spooky Eye Powers are getting stronger, i'm sure its nothing :')
MAG108 is such an interesting episode, its this eombination of the lonely and the eye and once again someone being "attacked" by something that they really love (acting and solitude)
"So, your advice would be less murder?" i love Peter Lukas
Basira is really good at figuring stuff out and connecting the dots, she'd been a GREAT archivist
MAG109 JULIA AND TRAVOR BACKSTORY!!! FOUND MONSTERHUNTER FAMILY!!!!!
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tma-traduzioni · 3 years
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MAG108 - Caso #0092008 - “Monologo”
[Episodio precedente]
[PDF con testo inglese a fronte / PDF with English text to the side]
[CLICK]
MARTIN
Martin Blackwood, Assistente d’Archivio all’Istituto Magnus registra la dichiarazione numero 0092008. Dichiarazione di Adonis Biros, rilasciata il 20 agosto 2009.
Inizio della dichiarazione.
MARTIN (DICHIARAZIONE)
Ha fatto così caldo di recente, quel tipo di caldo appiccicoso che c’è veramente solo in città. Sulla spiaggia, guardando le acque blu cristalline gonfiarsi e retrocedere, sarebbe fantastico starsene semplicemente seduti, immobili e soli; farne esperienza. Ma in città non c’è niente di immobile, nessuna privacy. Il gonfiarsi è quello dell’umanità puzzolente e sudaticcia, e farsi strada tra di loro è come spalmarsi addosso il sudicio e la polvere che pervadono l’aria sulla tua stessa pelle. La puzza è molto più profonda di un semplice odore.
Suppongo di essere fortunato per il fatto che il mio lavoro di rado mi conduce fuori a metà giornata. Sono un attore per mestiere, e sia dotato che fortunato abbastanza da ritrovarmi ingaggiato la maggior parte del tempo. Non sono sicuro di poter dire che mi piace, necessariamente, ma ci trovo una certa soddisfazione.
Mi ricordo la prima volta che ho sentito la vocazione. Avevo nove anni, stavo visitando i miei nonni ad Atene, e i miei genitori mi avevano portato in gita a vedere il grande anfiteatro. Era inverno, non la stagione per i turisti. I miei genitori erano in un angolo da qualche parte a discutere, ma solo per un momento ho avuto il posto tutto per me. E l’ho sentito: quello strano equilibrio, quel punto al centro di tutto dove tu e tu solo parli. Le tue parole non sono sentite da nessuno - e in quel nessuno, l’universo intero.
Sì, sono consapevole che a cose normali c’è - a meno che qualcosa non sia andato terribilmente storto - un pubblico, o per lo meno altri attori con cui scambiare il dialogo. E questo va bene. Ma non è per quello che vivo. Io vivo per il monologo: quando tutti gli altri svaniscono e la luce si stringe su di me, escludendo tutto il resto.
Avete mai avuto le luci del palcoscenico nei vostri occhi? La brillantezza ruba tutto il resto, e se è abbastanza forte, puoi guardare fuori verso il pubblico e non vedere proprio nulla. Solo tu.
Sono un bravo attore, e un performer fisico molto capace, ma questi sono solamente il prezzo che pago per guadagnarmi la mia strada a un monologo. Per le ultime due settimane, ho interpretato la parte di Jaques in Come vi piace. Lo conoscete Shakespeare?
Beh, non è la migliore produzione della commedia, che può essere molto divertente se fatta bene. Il direttore, un uomo di nome David Austin, non ha né la visione né la scintilla per trasformarla in qualcosa di veramente memorabile, e le recensioni lo rispecchiano. Non m’importa però. Non è per quello che lo faccio. Vedete, c’è una parte di Come vi piace che quasi ogni persona che parla inglese conosce, e quella è un monologo di Jaques:
“Tutto il mondo è un palcoscenico,
E tutti gli uomini e le donne solamente degli attori:
Essi hanno le loro uscite e le loro entrate;
Ognuno nella sua vita recita molte parti,
E i suoi atti sono sette età.”
Vi avevo detto che l’avreste riconosciuta. E nonostante tutti i suoi fallimenti il signor David Austin ha preso una decisione registica per cui non posso lodarlo abbastanza: durante questo soliloquio, fa indietreggiare sul palco tutti gli altri attori in questa scena, dietro le luci, e mi fa recitare i versi al pubblico da solo.
Per la commedia, è una brutta decisione: la scena dovrebbe essere Jaques che recita, per scherzo, per divertire il Duca e i suoi amici, quindi questa disposizione rende qualcosa che dovrebbe essere leggero ed energetico una meditazione seriosa e profonda, e non funziona da un punto di vista drammatico. Ma per me, declamare, facendo sentire la mia voce, circondato da persone che mi osservano, eppure completamente solo… ho avuto poche volte una parte che alimentasse la mia anima come questa.
Aiuta il fatto che ci stiamo esibendo al Duke's Theatre a Covent Garden: è tra i teatri più tradizionali che potreste trovare, e quando le luci brillano, il pubblico diventa solo delle sagome, completamente anonime.
Per lo meno, fino a quattro notti fa.
Era il mio grande momento: secondo atto, scena sette. Gli altri erano svaniti, il pubblico era sparito, e c’ero solo io. Almeno, all’inizio. Mi ricordo che fu quando avevo appena iniziato a parlare di “la giustizia”, la quinta età dell’uomo, che la vidi, una maschera, una maschera del teatro. Non una di quelle triste-felice che potreste associare al palcoscenico, ma come un’antica maschera del coro greco, neutra con un vago aspetto di disperazione intorno alla bocca e agli occhi. Se ne stava sopra a uno spesso mantello nero avvolto in modo da coprire completamente chiunque stesse indossando la maschera.
Ma sapevo che era vuota. Era la sagoma vuota di un uomo che non aveva una vita, una presenza. E la vidi nel mezzo della terza fila chiara come se fosse illuminata da un secondo proiettore.
Incespicai. Certo che incespicai. Non credo che nessuno nel vero pubblico l’abbia notato davvero, anche se gli altri attori dopo offrirono la loro falsa comprensione per quello. Arrivai alla fine, e mi trascinai per il resto dello spettacolo, ma la maschera non spariva, e guardando gli altri attori mi convinsi rapidamente che o loro non si erano accorti della cosa in terza fila, o semplicemente non potevano vederla.
Stranamente, non ho mai temuto per la mia sanità mentale. Sono sempre stato… superstizioso, e non avevo dubbio che quello che avevo visto fosse una qualche sorta di spettro di una premonizione. Di cosa, comunque non avevo minimamente idea. A essere completamente onesto, neanche tutt’ora. Questo è uno dei motivi per cui ora mi trovo qui: perché ho questa profonda e logorante paura che questo non preannunci altro se non se stesso, e in ciò, c’è per me un qualche destino stranamente terribile.
Non sono mai stato tanto sociale quanto mi viene detto che un attore dovrebbe essere. Le prove sono sempre state una cosa professionale per me, e raramente sono finite con amicizie, ed evito attivamente le bevute dopo lo spettacolo. Forse non vi sorprenderà scoprire che preferisco invece passeggiare per la città, per trovare quelle strade e quei luoghi dove la folla notturna non si raduna, e vagare tra quelle luci vuote, schiarendomi la testa mentre mi lascio dietro il caldo e le conversazioni stucchevoli. Nei mesi estivi, questo rituale è per me quasi una necessità per rimanere stabile, i miei passi mi portano per strade riecheggianti e luci artificiali, una costruzione per l’umanità priva dall’esistenza disordinata delle persone vere.
La maschera e il mantello non apparvero al teatro la notte seguente. Li cercai, eppure non vidi nulla se non un pubblico di sagome, silenziose e attente, tranne per quando l’applauso era richiesto.
Non fu la mia performance migliore, per quanto ero teso, ma arrivai alla fine. Dopo, Patrick Dunlevy, che interpretava Orlando, insistette molto più del solito affinché mi unissi a loro per dei drink dopo lo spettacolo, e mi ci volle tutta la mia compostezza per mantenere educate le mie scuse, mentre il calore appiccicoso della sua presenza si faceva largo oltre il torpore che stava svanendo delle luci del palcoscenico e dell’estate inoltrata che permeava anche il Duke of York.
Ma gli sfuggii, e scappai nell'umidità rinfrescante delle luci della città di notte. Strade che sapevo essere meno probabilmente popolate erano misericordiosamente deserte, e le finestre degli edifici a entrambi i lati della strada erano illuminate, ma prive di gente visibile. Il mio respiro iniziò a rallentare, i miei passi divennero più sicuri, e lo spessore opprimente dell’aria diminuì abbastanza da permettermi di rilassarmi.
Iniziai a guardare su verso tutte le finestre scure sopra il piano della strada. È una strana verità realizzare che, nonostante la moltitudine di umanità che esiste nel centro di Londra quasi nessuno ci abita davvero. Tutti gli appartamenti e le residenze che se ne stanno sopra le facciate dei negozi movimentati e delle attività sono quasi tutti vuoti. Acquistati come investimenti dai finanzieri e gli oligarchi che non hanno il desiderio o il bisogno di viverci. Se alzate i vostri occhi su verso il centro di Londra, e contate le finestre accese, non è per niente inusuale non vederne nessuna.
Ma quella notte, mentre riprendevo il fiato e alzai la testa, c’era una finestra aperta al secondo piano, e in quella, un’imitazione mascherata di una figura umana. La mia bocca si  spalancò, fino a che non ebbi la strana certezza che la mia espressione fosse uguale a quella del mio inseguitore, e il panico si fece strada nel mio cervello, con passi piccoli come la capocchia di uno spillo dal fondo, centimetro dopo centimetro nel mio teschio. E seppi che quando avrebbe raggiunto i miei occhi sarei scappato.
La figura non si mosse. Certo che non si è mosse, non c'era niente in quella che potesse muoversi - nessuna volontà che avrebbe potuto farle desiderare di seguirmi. Eppure, continuava a guardare, i suoi occhi vuoti mi attiravano a sé.
Corsi per del tempo, attraverso delle strade che sapevo sarebbero dovute essere vibranti di ubriachi e nottambuli e insonni, ma erano tutte silenziose. Ero solo. A volte, quando mi guardavo dietro, la vedevo lì, che mi seguiva con la sua immobilità, la sua assenza.
Quando guardai verso l’alto, le finestre ne erano piene.
Non so per quanto tempo corsi, ma alla fine caddi, fisicamente sfinito, e sprofondai nella disperazione. Alzando la testa, la vidi di fronte a me, che aspettava. Quindi mi alzai, e iniziai a camminare lentamente nella sua direzione.
Non ebbe alcuna reazione, aspettava semplicemente il mio arrivo. Mentre mi avvicinavo, la vidi più chiaramente: la trama pesante del mantello nero di lana; la porcellana scintillante della maschera; lo spazio vacuo e vuoto dietro gli occhi, dentro la bocca. Ero faccia a faccia con il mio demone, e lì non c’era nulla.
In un moto di rabbia improvvisa, la colpii, il mio braccio la prese sul lato di quella che sarebbe dovuta essere una testa. Ma il tessuto si piegò sotto il mio colpo, la maschera cadde, e la figura collassò in un mucchio. Dentro c’era solo un semplice bastone di legno, che prima teneva la cosa su, ma ora era caduto per terra e rimaneva immobile.
Andai a casa velocemente, gli occhi rivolti a terra e furtivi, e andai a letto. Guardai fuori dalla mia finestra la strada sottostante solo una volta.
Non penso che si fermerà. La scorsa notte fu la peggiore. Sapevo che stavano arrivando, ma come ti prepari per qualcosa del genere? La prima era là nel pubblico prima ancora che mettessi piede sul palco. Alla mia seconda entrata, ce n’erano cinque che riuscii a contare. E quando iniziai il mio monologo, l’intero auditorium era pieno di maschere.
Tutto il mondo è un palcoscenico, ed è vuoto - solo la mia compagnia, la grottesca presa in giro dell’umanità in una pantomima. L’infante che miagola, lo scolaro, l’innamorato, il soldato, il giudice, tutti suscitavano un tale ruggito di nulla da loro che mi tolsero il fiato.
Forse avrei dovuto fermarmi: fuggire dal palco, smettere di recitare del tutto. Ma era come una valanga solitaria, e usciva da me come un’onda. E raggiunsi l’oblio. Un’assenza di applausi che quasi mi assordò. Senza tutto.
Dopo lo spettacolo, David venne da me. Sfoggiava il suo miglior sorriso da direttore, e fece per stringermi la mano. La sua bocca si muoveva dicendomi quanto questa performance avesse significato per lui, quanto giusta fosse stata l’energia, e come qualsiasi cosa avessi sfiorato dentro me stesso, avrei dovuto toccarla di nuovo alla prossima messa in scena.
Provai ad ascoltare, ad annuire, ma i suoi occhi erano vuoti, e sapevo che lui non era veramente lì.
Ho un’altra messa in scena stasera. In meno di quattro ore, sarò di nuovo sul palcoscenico, pronunciando quelle battute vuote a fila di orecchie ancor più vuote.
Potrei fuggire, certo, ma non lo farò. Dove scapperei? Tutto il mondo è un palcoscenico, e non posso sfuggire al mio monologo.
MARTIN
Fine della dichiarazione.
[Espira] Questa non è stata poi così male… [Inspira] Non… sono sicuro che ci sia qualcosa da dire su questa qui. Jon ci sta facendo cercare qualsiasi cosa possa coinvolgere i teatri o il circo, ma a essere onesto, non penso che questo sia proprio quello che sta cercando. Gli estranei qui sembrano… er, diversi, credo? Non ci sono clown, o delle danze, o… pelle.
Volevo chiedere a Tim, ma non è stato molto da queste parti nell’ultima settimana o giù di lì. Dice che sta lavorando a qualcosa, il che… voglio dire, potrebbe essere okay? Credo? È solo che è… alquanto… intenso al momento… Lui - a volte mi spaventa.
A dire il vero, nessuno di noi se la sta passando alla grande, ma veramente è Melanie che sembra - non so, è successo qualcosa, credo. Il suo lavoro è stato un po’… trascurato ultimamente, e ogni volta che le parlo, sembra solo trovare un qualche motivo per andarsene. Le ho chiesto di indagare su cosa è successo ad Adonis Biros, l’attore della dichiarazione, e lei non si è scomodata, da quello che posso vedere.
Jon ha chiamato. È in America adesso, voleva che lei lo aiutasse con qualcosa, ma ho dovuto inventare una scusa per lei. Lui, lui non ha bisogno di questo tipo di cose per la testa al momento…
Spero solo che ritorni presto.
… Sai, dicendolo ad alta voce, io, credo di essere davvero molto preoccupato per Melanie. Io - [Sospira] sai cosa, Basira la conosce meglio. Io sono [Ride] sono stato troppo in imbarazzo per chiedere, ma ne ho bisogno. Credo davvero di dover -
[Sedia spostata]
[Porta che si apre e Martin che esce]
MARTIN
[Chiamando nel corridoio] Basira?
…Melanie?
…Tim?
[Comincia un rumore stridulo di statiche acute]
[Porta che si chiude quando Martin rientra]
PETER
Martin, giusto?
MARTIN
[Gasp] N-non ti muovere! E, non ti avvicinare, okay?! Ho un, ho un coltello!
PETER
Davvero? Quello non sembrerebbe essere proprio da te, da quanto mi è stato detto.
MARTIN
Okay, ma - okay, stai alla larga!
PETER
Per favore, Martin, non ti farò del male. Pensavo solo che avremmo potuto fare una chiacchierata.
Da soli.
MARTIN
Oh. Sei... uno di loro, no? Un, un Lukas.
PETER
Sì, è - Peter, piacere di conoscerti! Ora, come facevi a saperlo?
MARTIN
Io, io stavo solo, leggendo? Jon ha lasciato degli appunti, e -
PETER
Capisco. Mi dispiace averti disturbato.
È uno degli scherzetti di Elias.
MARTIN
Io non - cosa?!
PETER
Ti ha suggerito lui di registrare una dichiarazione oggi? Una che mi menzionasse?
MARTIN
Sì? Più o meno - voglio dire, sai, non proprio te, ma -
PETER
Ho una riunione con lui oggi. L’ha proposta lui. Sono sicuro che stia guardando dal suo ufficio, con un sorriso da un orecchio all’altro.
MARTIN
Io... non...
PETER
Ho quasi creduto sinceramente che volesse che incontrassi la squadra. Ah, beh.
MARTIN
Mi dispiace davvero - io - io proprio non - ahaha -
PETER
Ti faccio paura, Martin?
MARTIN
Sì!
PETER
Hmm. Probabilmente è meglio così. E com’è lavorare per Elias? A parte per quando orchestra incontri inquietanti? [Ride]
MARTIN
Ce… ce ne sono molti, a essere onesto.
PETER
E questo non è qualcosa che cerchi in un datore di lavoro, presumo?
MARTIN
Beh, è… voglio dire, hai appena… hai appena detto che ci sta guardando.
PETER
Quasi sicuramente.
Com’è come capo?
MARTIN
Okay, credo? Voglio dire, non poi così tanto con la manipolazione, e a volte… l’omicidio?
PETER
Oh! Quello non sembra proprio l’Elias che conosco. Ha ucciso delle persone lui stesso?
MARTIN
Voglio dire io non, io non ero lì, ma questo è quello che ha detto lui? E ho visto il corpo. I corpi.
PETER
Elias Bouchard, che si sporca le mani… ah, beh. Dobbiamo proprio essere alla fine dei tempi.
MARTIN
Non...
PETER
Quindi, il tuo suggerimento sarebbe meno omicidi?
MARTIN
Io... direi di sì!?
PETER
No, no, è una buona osservazione, ti ringrazio.
MARTIN
Non c’è di… che…
PETER
Sono sicuro di averti disturbato abbastanza per una giornata. Martin, ho una riunione a cui andare e un po’ di cose da dire a in faccia a Elias sullo sprecare il tempo di entrambi. Ci vediamo! Come si dice.
[Porta che si apre]
[Il rumore di statiche stridule svanisce]
MARTIN
S-Sì! Ciao?
[Porta che si chiude]
MARTIN
...cosa?!
BASIRA
Mi hai chiamata?
MARTIN
Sì! Um... hai visto qualcuno?
BASIRA
Quando?
MARTIN
Qua fuori, proprio ora?
BASIRA
Um, no...?
MARTIN
No?
BASIRA
No.
MARTIN
[Sospira] Ha senso.
BASIRA
Quindi, ti serve qualcosa, o…?
MARTIN
Il nome Peter Lukas ti dice niente?
BASIRA
Oh! Sì, a dire il vero. Ho letto un mucchio di vecchie dichiarazioni, è quel vecchio inquietante capitano di una barca, giusto? Della famiglia a cui Elias non vuole che si dia fastidio.
MARTIN
Già, beh, a quanto pare quell’avvertimento non è reciproco.
BASIRA
Era qui?
MARTIN
Già. Io, voglio dire, credo, lo penso…?
BASIRA
Era... woOoOo?
MARTIN
Voglio dire, un po’, già.
BASIRA
Oh. Oh, cielo.
MARTIN
Fooooorse? Non so, onestamente, era solo un po’… straaaambo.
BASIRA
Già. Era per questo che mi volevi?
MARTIN
Oh, no, tipo - sei impegnata?
BASIRA
Un po’. Stavo leggendo della roba sulla Chiesa dell’Ostia Divina…?
[Mentre Basira parla, Martin fa dei piccoli rumori di frustrazione continuamente cercando di far capire che non ne vuole parlare al momento]
Hai controllato quella dichiarazione sulla cappella a Hither Green? Perché a quanto pare, proprio intorno a quel momento, c’è stata un'eclissi solare totale - indovina dove…?
MARTIN
Non lo so.
BASIRA
A Ny-Ålesund! E quando Natalie Ennis ha detto che aveva 300 anni - beh! Quanto ne sai del rapporto tra Edmond Halley e John Flamsteed?
MARTIN
Cosa - Halley come la cometa?
BASIRA
Esatto.
MARTIN
Guarda, Basira, questo è molto interessante ma non è il motivo -uh, uh, sei vicina a Melanie, giusto?
BASIRA
Um, direi di sì? Più vicina di chiunque altro qui, credo.
MARTIN
Sta, sta bene?
BASIRA
Perché? Ha… detto qualcosa?
MARTIN
No... no, è solo che il suo lavoro è stato… guarda, è sempre stata abbastanza, sai, coscienziosa, ma poi ultimamente, tutto è -
BASIRA
Okay, guarda. Non so quale sia la situazione, ma lei non me lo dirà, perché non sta bene. Saremmo dovute uscire la settimana scorsa, ma… penso che abbia qualcosa a che fare con Elias.
MARTIN
Elias. Oh, Dio...
BASIRA
Già.
MARTIN
Beh, beh, allora forse possiamo - cosa?
Oh. Già.
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[Traduzione di: Victoria]
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tma-latino · 3 years
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MAG108 – Caso 0092008 – “Monólogo”
Testimonio de Adonis Biros, sobre su desempeño en el escenario.
[Disclaimer/ Aviso]
[MAG0107] | x | [MAG109]
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This part near the end of Mag108 made me lol
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PETER 
So, your advice would be less murder?
MARTIN
I… suppose!?
PETER
No, no, it’s a good observation, I thank you for it.
MARTIN
You’re wel…come…
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dykehozier · 5 years
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poor martin skakfjsjdkfjs
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soveryanon · 5 years
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(MAG039) ARCHIVIST: And to top it all, I still don’t know what happened to Gertrude. Officially, she’s still missing. But Elias is no help […].
(MAG039) ELIAS: Right. Tell me again, please. SASHA: You’re kidding. […] Well, for the record, if we don’t do something now, it won’t matter either way.
(MAG058) TIM: Look: I tried talking to Elias about it, but it doesn’t seem to do any good!
(MAG062) GERTRUDE: I should really tell Elias about this. MARY: By all means! He’s not exactly big on action, though, is he?
(MAG065) TIM: […] The actual worst thing is that no one here has my back. With any of it! Elias doesn’t care […].
(MAG079) TIM: […] There is something in this place, and it’s messing up our heads. It watches us all the time, it stops me quitting, I’m pretty sure it would stop Elias firing Jon even if he decided to actually try running this place for once. […] Er… Elias is probably still in his office. MARTIN: I thought you said he was a waste of a suit. TIM: Yeah, well he’s better than nothing!
(MAG096) ARCHIVIST: […] A gift from Elias, no doubt. He could have sent this to me any time, filled me in on Breekon and Hope, but no. I had to find it myself, just in time for him to show me he knew all about it. … Cocky prick.
(MAG096) ARCHIVIST: Ohhh… You thought we were going to, er… y’know. Kill her. DAISY: El–Elias didn’t say. ARCHIVIST: No, he doesn’t, uh… He’s not big on micromanagement.
(MAG102) ARCHIVIST: A month, Elias. And you did what, nothing? […] And imagine what might have happened if your rescue had been slower. ELIAS: Sarcasm isn’t going to help, Jon. ARCHIVIST: The only thing here that “isn’t going to help” is you. […] Fine. At least we now know you’re of zero practical use here. So aside from sending me other people’s statements, what can you actually do to help?
(MAG105) XIAOLING: … How long did you say you have been Archivist? ARCHIVIST: Uh… About two years now. XIAOLING: Well, Elias made a good choice. I did offer him someone, but he thought the language might be too much for him.
(MAG107) ARCHIVIST: What irritates me most is that Elias was clearly aware of this, hence his sending me this. Which seems to serve no other purpose but as a restorative. But as usual… he chose to keep this very useful information to himself.
(MAG108) PETER: Oh. That doesn’t sound like the Elias I know. He killed people himself? […] Elias Bouchard, getting his hands dirty. Well-well. Must be the End Times.
(MAG117) ARCHIVIST: […] Elias seems pretty insistent I go along. Part of me thinks it’s just so we can see if whatever this… preparation he’s been trying to do on me works. And you know what? That same… petty little part of me… rather hopes it doesn’t; that all this time, all his… cryptic nudges and “learn to fly by falling” attitude ends up being a complete waste of time. Just to show him.
(MAG134) PETER: […] But I believe I have a plan. However, it requires this place, and it requires someone touched by The Beholding. Elias was, perhaps unsurprisingly, unwilling to help.
->
(MAG138) MARTIN: Great. Great, great. So, what you’re [NERVOUS LAUGHTER] actually saying is that you’re gonna be… no help whatsoever! ELIAS: Just like old times~
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ignotussomnium · 5 years
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“So your advice would be: Less murder.”
god i love this podcast
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jealizmuch · 2 years
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im in love with all of them can you tell
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fma03envy · 3 years
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Statements that remind me of statements caused by different entities my beloved
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