#macigno
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Odio restarci male per cose così piccole che gli altri nemmeno notano o pensano. A volte è proprio un macigno questa sensibilità.
- romyy999
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Stai male.
Hai un macigno sul petto che non sopporti più.
Ti è sempre sembrato di stare facendo qualcosa nella tua vita, poi ti guardi indietro e ti accorgi di non aver fatto un bel niente, niente di rilevante, nessun obiettivo raggiunto.
Non sai fare niente.
Non hai fatto niente.
“Tutto quello che hai è solo per caso e non per merito, non ti meriti nulla di quello che hai” continui a ripeterti.
Non hai più nessuno accanto, nessun amico, nessun conoscente.
L’amore della tua vita non ti vuole, non ti desidera così tanto e fa bene, forse si è reso conto di che fallimento sei.
Non hai un posto nel mondo.
Non hai la forza di fare niente, sei bloccata. Anche se ci provi il macigno si fa sentire, la vista si annebbia e vorresti solo sdraiarti e smettere di muoverti.
Pensi continuamente e non agisci mai. “Sei inutile” ti ripeti.
E lentamente sparisci, scivoli sul divano e guardi la tv.
Guardi la vita di persone che fortunatamente hanno qualcosa da raccontare, e ti perdi in loro per non pensare alla tua, di vita.
Vuoi sparire e volare via, come una nuvola nel cielo, così leggera.
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Cuori caldi in corpi freddi.
Le chiesi di avvicinarsi, d'istinto sentii il suo cuore caldo, incredula del mio chiese di toccarlo, e solo sfiorandolo, d'incanto nel suo brivido gelammo. Lo sguardo allibito sciolse il macigno ed avviliti dal freddo, sul ghiaccio rotto ballammo.
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vorrei qualcuno che mantenesse per qualche minuto il macigno che porto sul petto da anni, così da respirare, anche solo per qualche istante
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Ci sono giorni in cui la vita sembra un macigno... ma poi...
Ci si rimbocca le maniche e nonostante tutto..... si va avanti!
💄💋👠
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Ringraziamenti e buonanotte
Lasciate che io ringrazi di cuore tutti voi che mi avete espresso la vostra vicinanza in questo social, chi con un commento, chi con un like, chi con un messaggio personale. Perché in questo modo avete reso meno pesante una giornata che ci è piombata addosso come un macigno. Grazie davvero. E buonanotte.
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Diffidate anche da coloro a cui non frega nulla se la sera vi fanno andare a dormire con un macigno nel cuore e la testa piena di domande non meritano il vostro pensiero
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“La solitudine a tratti bella..a tratti pesante come un macigno…” 🥹
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raga il 10 ottobre è la giornata mondiale della salute mentale, da pazza in culo quale sono e sempre sarò vi chiedo: quale è la cosa più coraggiosa, forte, difficile, grande che abbiate mai fatto per voi, per la vostra salute mentale, per il vostro benessere?
direi che per me sia stato accettare di essere schizofrenica perché non lo so, a volte la risposta a tutte le tue domande non è una liberazione ma un macigno. forse solo dopo che ci fai pace ti rendi conto di tutto il resto: che sei ancora umano, che provi anche emozioni belle oltre a quelle che ti fanno stare una merda e soprattutto che non è la tua malattia a definirti, ma il modo in cui l'affronti.
sì direi proprio che questa sia stata la cosa più difficile.
per voi?
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Credo che questa foto,scattata in vacanza il giorno del mio matrimonio,esprima chiaramente il mio stato d’animo : la prima vacanza bella dal 2020 a oggi,al di là del lieto evento. Dopo anni di malattia,disagi,sofferenza fisica e non solo,finalmente la serenità. A qualcuno tre anni possono sembrare pochi,ma quando si sta male sembrano un’eternità. Ora mi sembra di essermi tolta un macigno dal cuore e ho imparato una cosa importante,quella di dare valore solo all’essenziale. Non voglio più disperdere le mie energie per cose marginali o di poca rilevanza. Come si dice “ poco ma buono “ sia che si tratti di persone o di altro
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Ogni giorno, perdo tutto
e tu con me
e te;
e si sfuocano
le colazioni,
si induriscono
i biscotti al burro;
perdo il quadro
che ride e vive,
la cornice delle tende,
le verità stupende
che non ho detto e
la stupidità
di avere paura.
Perdo tutto, ogni giorno;
la pelle nuova,
la ruga che ho sorriso,
la ruga che ho pianto,
la voce,
la mia e la tua,
il coro che sono,
l’assolo.
Perdo parole
che avremmo potuto dirci, non dirci,
dire meglio.
Perdo possibilità
e una possibilità,
il ritmo del respiro,
la pazienza,
le sementi di un’idea.
E perdo le facce degli altri
in strada,
la mia su una vetrina buia.
Ogni giorno perdo uno scorcio
carico di sole,
e la mia età
salda,
che mi ancora alla terra
come un macigno
o una nascita,
che mi seduce
e trascina,
che tracima;
perdo la speranza
che esonda sulla mia fretta,
sulla mia calma.
Perdo
il miracolo di un giorno,
l’elemosina del tempo,
lo scialacquio degli attimi,
con la risacca magra
di qualche
felicità.
Ogni giorno perdo tutto:
il significato,
la velleità del buio
e gli abbagli,
la vastità sul bivio
e l’ombra lunga
degli sbagli,
le rime,
le rime per te,
l’amore,
la bambina che crede,
la bambina in cui credi,
e un’ansia del petto
che può fremere
e domandare
e guardare
e regnare ogni giorno,
mentre perde.
E perde tutto.
Perdo giurisdizione
ed emozione;
si consuma,
si annebbia,
sbraita come un fumo
la mia vita,
che ogni giorno perde me,
mentre perdo tutto.
Perdo il timpano dolce
sotto le voci affettive
che sono un’ala,
a curarmi,
o macerie.
Ogni giorno,
poi,
mi sveglio –
se mi sveglio –
e tutto,
tranne te
e tu con me,
ritrovo.
- Beatrice Zerbini
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non so se mi sto solo distraendo o se davvero non mi interessa più, ma so che mi ha fatto stare male e mi ha lasciato un macigno al posto del cuore.
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non mi ricordo l'ultima volta che ho riso di gusto e non riesco più a capire chi sono io, quali sono i miei interessi? una mia passione? un argomento in cui spacco che se mi chiedi qualcosa ti so rispondere nulla assolutamente nulla sono completamente vuota mi sento completamente persa non ho la minima idea in quale direzione andare piango spesso ultimamente sono apatica non c'è nulla che sia in grado di smuovermi emotivamente mi sento una pesantezza addosso un macigno è da una settimana che dopo cena mi viene la nausea e prima delle tre di notte non riesco ad addormentarmi
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IL MANDATO FAMILIARE: QUANDO GETTARE LA SPUGNA VA PIÙ CHE BENE.
Nessuno di noi sfugge al mandato familiare, quella missione che implicitamente e tacitamente viene assegnata dal sistema familiare senza che tu te ne accorga.
A volte è davvero tardi per accorgersene, ma i più “connessi” alla propria coscienza, non cedono facilmente al risucchio e si dibattono come pesci nelle reti, fino ad ottenere la libertà.
Una libertà che di solito si ottiene a caro prezzo e quel pagamento spesso avviene sotto forma di perdite, traumi, shock o eventi di vita che ti schioccano un voltaggio impressionante di energia che ti rende estremamente lucido per qualche giorno.
Una donna che intraprende ad esempio una carriera tipicamente maschile, pericolosa, violenta e dice di farlo “per il padre” di gareggiare per lui, che è stato sempre lui a dargli la forza, la spinta, la cazzimma…. Vittorie, sudore, fatica ma anche incertezze.
Quella figlia sta vivendo il ruolo che gli ha dato il padre, molto probabilmente: certo io non posso saperlo, parto da un caso singolo per espandere il pensiero anche ad altri.
Poi il padre muore e l’energia del sistema inizia a cambiare: quella promessa inizia a non gravare più come un macigno, quel contratto firmato chissà dove e chissà quando, diventa “carta straccia”.
Ed ecco che questa figlia inizia a non farcela più, inizia a perdere colpi, a fare improvvisi retromarcia, ad allontanarsi dal personaggio pensato per lei;
fino al ritiro repentino e definitivo: il mandato è stato strappato.
In questi casi la coscienza è abbastanza desta ed evidentemente la fame di vita “propria” è urgente: la decisione sembra il frutto di eventi circostanziali ma io, credo, sia il risultato di un lungo rimuginio, e non la reazione scomposta ad una sconfitta.
Le urla di rabbia e dispiacere sono dedicate al padre, all’averlo deluso, scontentato, non “onorato”.
E meno male, dico io.
Ma la liberazione è inevitabile, il richiamo alla vita è troppo forte.
Conosco molte persone che hanno trovato la via soltanto dopo la morte di un genitore ingombrante che aveva incasellato il figlio/figlia in un ruolo predeterminato, posando una greve scure sulle sue ali e instradandolo verso percorsi alieni alla sua essenza.
Io penso che tutto sommato, questa donna, come molti altri, ora inizierà la sua vita.
Queste sono mie interpretazioni non hanno alcuna pretesa di verità.
Sono mie sensazioni che nascono spontaneamente osservando delle dinamiche che ho osservato per 15 anni ogni giorno.
Gli eventi di massa li osservo per comprenderne le dinamiche profonde e per cercare di entrare in contatto con le forme che assume la vita quando tentandi farsi largo.
La vita per rompere gli argini e ricondurti a se, trova i modi più strani la cui logica sfugge ad occhi inesperti.
Credo che tutto sommato, nulla sia accaduto per caso, la sua rivale, la perdita del padre, la sconfitta, l’attenzione su di lei.
E alla fine, sorpresa: le viene riconosciuto comunque un premio in denaro pari a quello che ricevono le medaglie d’oro e questo accade sempre per motivi legati alle leggi universali, cioè perché la vita premia la vita.
La vita l’ha premiata lo stesso perché la resa era la cosa giusta.
Cambiare strada.
Rinnovarsi.
Abbattere la scure.
E tutto questo è davvero meraviglioso se guardato cogli occhi di un ricercatore.
Nulla accade per caso, soprattutto quando strappi il foglio del mandato familiare ( anche senza rendertene conto come in questo caso, o forse sì chi lo sa ) e inizi a disegnare su un foglio bianco la tua vita.
Dedico questo post a chiunque senta di aver fatto a pezzi questo mandato e anche a chi ne sente il peso senza riuscire ancora a volare.
Noi siamo i figli che per volare devono “pagare le ali”.
Auguri a tutti noi.
ClaudiaCrispolti
( lo sport non mi interessa, non seguo le olimpiadi, non sono un’esperta di sport, mi reputo una ricercatrice nel campo della crescita e dell’evoluzione e amo osservare la realtà come se fosse un grande laboratorio. I grandi eventi di massa sono una ghiotta occasione di studio e riflessione per me.
Queste sono SOLTANTO mie interpretazioni lo ripeto.
Niente polemiche, niente tifo pro e contro. Qualsiasi commento inadeguato per tono o contenuto verrà eliminato e la persona bloccata.
Ho molto da fare, ma scrivere fa parte del da fare.)
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“Eh quel macigno sul petto che nn va via…” 💔
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Volevo dirti che alla fine avevi ragione tu. All'inizio ti sembrerà di non riuscire a respirare e lo stomaco ti si contorcerà impedendoti di mandare giù anche un solo boccone. Ma poi passa. Giorno dopo giorno senti il macigno sul petto venire sempre un po' meno fino a scomparire. Smetti di chiederti che cosa stia facendo l'altra persona nonostante tu conosca le sue abitudini a memoria. Così anche tu sei diventato un ricordo. Il più bello e doloroso della mia vita. Ed è strana, sai. Questa cosa dei giorni che passano e delle persone che diventano ricordi. Volevo dirti che ho ricominciato a studiare nonostante le pareti di casa minacciavano d'inghiottirmi e scappavo in biblioteca per salvarmi da quello che siamo stati. In questi caldi pomeriggi d'aprile ho ripreso a camminare da sola, come mi hai suggerito di fare tu. Forse dovevo solo ricordarmi come si facesse dopo che mi hai tenuta per mano per anni. E il girasole che mi hai regalato...E' appena germogliato. L'ho annaffiato con cura, sai, la stessa che non abbiamo avuto per tenerci stretti. Spesso mi sono sentita un po' come quel girasole, non te l'ho mai detto. Non ci siamo più detti tante cose. Giravo attorno a te, alla tua luce, e lo sapevo che prima o poi mi avresti bruciata. Avevo ustioni dappertutto. Ma non ti ho fermato e non lo rifarei neanche ora che non sei più la persona che conoscevo tempo fa, ora che non sei più la mia persona.
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