#ma ho gradualmente smesso
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davidewblog · 3 months ago
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La confidenza con le mie coinquiline è arrivata col tempo, gradualmente, senza che quasi lo si notasse di giorno in giorno. Però è cresciuta davvero tanto nel tempo, e me ne rendo conto se penso a piccoli dettagli.
Cioè, in verità c'è stato un tipo di confidenza che c'è stato da subito, che è ciò che mi ha stupito ed emozionato in modo dirompente quando ero appena arrivato nell'appartamento: il fatto che le compagne di casa fin da subito si mostrassero tranquillamente in pigiama, in accappatoio, a volte in mutande, davanti a me, che girassero sempre a piedi scalzi (e non hanno mai smesso), che già dai primi giorni hanno mostrato di non avere problemi di distanza, per esempi sedendosi nel divano attaccate a me.
Poi c'è un altro tipo di confidenza che invece non c'era all'inizio ed è cresciuto pian piano col tempo, fatto più di discorsi, di parlarmi delle loro timidezze e ansie, anche sul loro corpo. Per esempio, ho capito che qualcoa cambiava la prima volta che Annarita mi ha chiesto "sono troppo magra", facendomi capire che per lei era un problema serio e la mia parola era importante, oppure quando Veronica mi ha chiesto "ho le tette troppo grandi?", per non parlare di Violetta che da un certo momento in poi ha iniziato a parlarmi con serenità di quando ha il ciclo, e da lì ho capito molte cose che prima non capivo sul mondo femminile. Quando poi mi ha chiesto di comprarle gli assorbenti, ho capito che eravamo arrivati ad un altro livello.
Questa confidenza fatta di apertura relativamente sia alle loro ansie che ai loro corpi, ho capito che è rara, perché mi sembra a volte neanche le ragazze fidanzate ne parlano con i loro fidanzati. Invece, le mie compagne di casa con me davvero non si fanno problemi. Sanno che sono maschio, sanno che sono eterosesuale, ma ho quasi l'impressione (anzi, una volta Violetta me lo ha proprio detto chiaramente) che per loro è più facile confidarsi con me che con altre ragazze.
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Io tutto questo lo accolgo assai volentieri, diciamo che devo solo cercare di tenere a bada le mie emozioni e i miei ormoni quando parlando con loro la questione va a finire in modo molto esplicito sui loro corpi, ma anche questo sto imparando a gestirlo, devo dire.
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seoul-italybts · 1 year ago
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[✎ ITA] VOGUE Korea : JungKook È la Mia Musica! | 18.09.2023
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🎙 Jungkook is My Music! 🎶
Jungkook È la Mia Musica!
~ Tutta la musica del mondo, JungKook ~
VOGUE KOREA Ottobre 2023 | Co-produzione creativa by JungKook
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“Ovviamente, al primo posto viene l'ARMY”
Mentre, gradualmente, l'estate va ritirandosi, il leggiadro alito dell'autunno si fa strada, scivolando, sempre più vicino. È in questo frangente che Jung Kook ha scelto di lasciare una lettera d'amore per le/i sue/oi fan.
__ VOGUE KOREA |  Twitter |  🗞 Orig. KOR | 📸 Foto
Hai quasi concluso le tue promozioni per Seven. Come ci si sente?
Mi sono divertito molto e credo d'esser diventato anche più sicuro, strada facendo. Mi ha aiutato a pensare con più ottimismo al mio futuro.
In precedenza, hai detto che sei felice che i membri dei BTS abbiano l'opportunità di evolvere e maturare, grazie, appunto, a questi progetti solisti. In che modo questa "indipendenza" ti ha aiutato a crescere?
Lavorare individualmente è estenuante, perché devi fare tutto da solo. Ma è un'esperienza in cui c'è tanto da imparare, ad esempio, come registrare le canzoni.
Eri solito dire che non capisci perché la gente ti ami. Ma, recentemente, hai cambiato idea e hai imparato ad accettare la cosa, conscio che se così tante persone ti vogliono bene, ci sarà ben un motivo. Hai anche detto che questo mutamento è avvenuto all'improvviso, ma che è stato piuttosto naturale. Questo cambiamento ha forse avuto qualche tipo di impatto su di te, sia personalmente che come artista?
Sono diventato più aperto e schietto con tuttə e riguardo ogni cosa. Sono davvero grato alle/gli ARMY.
La vita è un susseguirsi di scelte, e preparare un progetto solista sicuramente avrà significato prendere tante decisioni difficili. Tu ti sei detto “Voglio credere in me stesso, voglio provarci. Probabilmente fallirò, ma, per ora, voglio avere fiducia nelle mie capacità.” Questo è il tipo di approccio di cui tuttə avrebbero bisogno. Che consigli puoi dare a chi vuole aumentare la propria autostima?
Per avere fiducia in se stessə, bisogna entrare nell'ottica. Si tratta di prendere atto della realtà ed accettarla, cercando di impegnarsi ancor di più.
In un'intervista, hai detto, “Voglio diventare un cantante incredibile. Voglio cantare al meglio possibile”. "Seven" è già fantastica, ma sono sicurə tu punti sempre a nuove vette. È risaputo che ogni artista – siano essi cantanti o pittori ecc. - provi un po' di invidia per i talenti naturali che i suoi colleghi sembrano avere, e questo talvolta può scoraggiare. Il sentimento è tipo, “Io non arriverò mai a quel livello”. Ma, nel tuo caso, sembra tu abbia superato questa fase, che tu abbia smesso di fare paragoni col prossimo e che, piuttosto, tu stia cercando di essere all'altezza delle tue aspettative personali, dico bene? Quando hai adottato questo approccio? Com'è successo?
Sì, esatto. Non ricordo chiaramente quando ho iniziato a pensarla così, ma è un cambiamento che è avvenuto naturalmente. Forse è un'altra faccia del mio essere ambizioso, visto che ho sempre puntato a traguardi più alti. Ogni giorno, aspiro sempre ad essere una persona migliore di quello precedente [ride].
Che cosa ti dà maggiore conforto e piacere, di questi tempi?
Le/gli ARMY, ovviamente.
Recentemente, hai fatto piuttosto scalpore con un bellissimo spot di moda [*Calvin Klein]. Qual è il tuo stile preferito, ultimamente?
Vesto, per lo più, di nero o bianco e mi piace aggiungere colore esclusivamente attraverso le scarpe [ride]. Altrimenti, preferisco l'all-black...
Quali sono stati il tuo rimpianto e la tua gioia maggiore, quest'estate?
La prima cosa che mi viene in mente – probabilmente perché è successa di recente – è la mia apparizione al concerto solista di Yoongi hyung. Credo avrei potuto fare di meglio [ride]! Una cosa felice, invece, è che Seven ha ricevuto consensi. ARMY, vi voglio bene!
Presto sarà autunno e tu avrai ancor più impegni da sbrigare. Quando avrai concluso queste promozioni soliste, cos'è qualcosa di nuovo che ti piacerebbe provare?
Vorrei esibirmi il più possibile. Inoltre, vorrei incontrare le/gli ARMY.
Tutti gli occhi sono puntati sulla tua prossima mossa. Qual è la forza motivante che ti aiuta a perseguire i tuoi obiettivi personali, a dispetto dei giudizi e dell'opinione pubblica?
Non c'è dubbio siano le/gli ARMY. Sono certo sia merito delle/i mie/i fan, se sono qui, di tutto il loro amore e supporto. Le/gli ARMY mi aspettano sempre con tanta pazienza, quindi ci tengo a renderlə fierə e a farlə sentire speciali. È vero, sono sempre molto sotto pressione, ma più è il senso di responsabilità, più devo cercare di agire con naturalezza ed essere me stesso, credo.
⠸  ita : © Seoul_ItalyBTS⠸ 
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saladinovasser · 2 months ago
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Certo che hai raso l’idea.
Quindi, collegandomi alla risposta precedente, la tua ύβρις è stata ridimensionata. E se ho capito bene, avevi una sorta di “arroganza” nel saper fare una cosa davvero bene (correggimi poi se sbaglio). Se ti va, parlamene.
Comunque intanto ho imparato una cosa. Grazie.
Purtroppo si, la società mette una certa pressione se non sei buono come loro vogliono. Per buono intendo rispettare determinati punti come appunto è il lavoro, la famiglia, i traguardi che raggiungi… per non parlare dell’aspetto esteriore che è diventato la prima cosa che si guarda. Non so se mi spiego bene.
Io sono più per l’anima. Sono più per l’ osservare uno sguardo. Infatti troppo spesso, mi sento “diverso”(e non sto dicendo di essere unico o meglio o peggio degli altri, semplicemente diverso). È una mia sensazione.
Ah, comunque non mi hai di certo annoiato. Ci tengo a dirlo.
Siamo tutti diversi. Ogni uomo nella sua struttura fisica e nella sua combinazione spirituale è in quanto individuo, diverso dagli altri. Ed il paradosso è che almeno in questo, nell’essere diversi, siamo tutti uguali.
Poi la società ci propone dei modelli a cui adeguarci e noi tutti, chi più chi meno, proprio in virtù della diversità che ci accomuna tutti, ci adeguiamo ad essi. Ma è una forzatura. Un’alterazione dello stato di natura. L’adeguamento alla “società civile” è comunque un atto (magari necessario e per certi versi scontato) di prevaricazione e di insubordinazione verso la nostra natura originaria.
Non sentirti quindi “diverso”, e per associazione “sbagliato” o “anormale”, perché non sei uguale agli altri, ma sentiti “uguale”, quindi “giusto-così“ o “normale”, perché non sei diverso (nella tua prerogativa di essere diverso) dagli altri.
Anzi spesso mi sono sentito diverso anch’io e mi sono reso conto che proprio quella diversità è quello che mi individualizza e mi rende chi sono, differenziandomi da chi non sono.
La mia arroganza invece riguardava ai tempi quella di essere un buon pugile. Ho iniziato a praticare il pugilato a 12 anni nella mia città natale fino a 25-26 anni, poi per qualche anno, quando mi sono trasferito all’estero, avevo smesso e perso la mia forma fisica. Però ho gradualmente ripreso ad allenarmi intorno ai 30 anni e nell’arco di un paio d’anni, sono tornato sul ring a 32 anni.
Ero convinto che avrei potuto farne proprio il mio “lavoro” perché oltre ad essere sempre stata la mia grande passione, mi ritenevo piuttosto bravo ed in quel momento ero veramente al meglio delle mie condizioni (mi allenavo con professionisti campioni italiani ed anche un campione europeo e sinceramente rispetto ad alcuni di loro non ero così inferiore) ma l’esito non è stato positivo ed ho perso tutti gli incontri che ho disputato.
Poi il Covid ha bloccato tutto e da allora non ho più ripreso. Avrei voluto chiudere la mia “carriera pugilistica” con una vittoria, ma purtroppo non ho più avuto occasione di fare altri incontri ufficiali.
Anche se mai dire mai (per la federazione pugilistica italiana è possibile combattere fino a 40 anni), e grazie a Dio non ho problemi di salute, oltre a sentirmi fisicamente ancora bene come quando avevo 20 anni (magari un po’ appesantito e fuori allenamento ma in un paio di mesi si sistema tutto), c’è sempre la componente mentale e psicologica che al momento non aiuta. Ho tanti impegni e responsabilità e non riesco ad avere adesso quella concentrazione e quella dedizione che richiederebbe invece tornare all’agonismo.
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ilgiornoprima · 1 year ago
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Ascoltando quella canzone un paio di mesi fa una notte sentii per la prima volta di capirti davvero e di capire davvero le tue scelte. Tu hai creduto fortemente per la prima metà della tua vita in Dio, poi gradualmente botta dopo botta hai smesso. O meglio, ci credi ancora come si crede in quelle cose che sappiamo che esistono ma che non sono toccate in sorte a noi. Io ho la metà dei tuoi anni e sono giovane, e in Dio ci credo ancora. E posso permettermi di cercarlo negli altri. La maggior parte delle persone non hanno a cuore l'esistenza di Dio: ci credono oppure non ci credono, resta il fatto che non ci soffrono. E non ci pensano.
Io sono quella persona che vuoi proteggere perché ti ricordo te alla mia età e tu sei quella persona che io voglio proteggere perché tu sei l'adulto che sarei diventata io un domani se non avessi incontrato qualcuno come te a proteggermi da giovane. Entrambi abbiamo qualcosa da insegnarci: tu sei rassegnato e perciò consapevole, mi mostri i limiti della vita, mentre io sono ingenua e dunque sentimentale e ti mostro dove può ancora arrivare il cuore.
Questo, questo è il VERO motivo per cui non siamo amici.
Tu però oggi non credi in Dio. E io amo ciò che sei. Amo le tue scelte, i tuoi pensieri, la tua vita, il tuo modo di sentire e di rapportarti a me. Perciò... Perché mai dovrei volerti cambiare?
Io sono per te la possibilità di vivere nella fede, in una vita in cui non hai più spazio per praticarla. Incontrandomi incontreresti Dio.
"I'm singing at a funeral tomorrow, for a kid older than me" —> canto al funerale del bambino (adulto) che sarei potuto diventare un domani
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coglilarosa-evitalespine · 2 years ago
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oggi ho inaspettatamente incontrato Lorenzo alla stazione della metropolitana. ci siamo visti e riconosciuti da subito ma nessuno dei due ha avuto le palle di salutare l’altro. in realtà io ci ho pensato ma l’orgoglio ha avuto la meglio. era con due matricole, chiacchieravano sulla banchina ma quando sono entrati tutti e tre nel mio stesso vagone, lui ha gradualmente smesso di ascoltarle per guardare me. io, nervosa, gli ho dato le spalle ma mi sono girata varie volte e lui era sempre lì, a fingere di ascoltare quelle due ragazzette mentre mi guardava e sorrideva con quel suo fare da finto stronzo, fino alla fine del viaggio, quando è sceso con loro a una delle due stazioni cui sono solita scendere anch’io; ho preferito arrivare all’altra stazione, al capolinea, per non dargli l’impressione che lo seguissi, paranoico com’è. erano abbastanza vicini a me, quindi sono riuscita a capire che quelle che ragazze erano della zona mentre lui aveva l’auto parcheggiata nel parcheggio della metropolitana.
se dovessi incontrarlo di nuovo in metro e dovesse scendere di nuovo alla stazione col parcheggio ho pensato di scendere anch’io lì, magari mi darà un passaggio per non farmi sentire il freddo e avremo anche modo di scambiare due parole; per tornare a casa deve passare davanti a casa mia, è la strada più breve.
ora che ci penso è una sorta di dejà-vu, o meglio, un desiderio che avevo tempo fa che oggi si è realizzato. indossava anche il cappotto che avevo pensato potesse indossare. allora le manifestazioni funzionano davvero.
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blogitalianissimo · 6 years ago
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Sì, l’anime delle personificazioni nazionali. Quando ero attiva in quel fandom creai parte di questi personaggi (ovvero le personificazioni regionali), ma così per divertimento, non avevo intenzione di trasformarli in nulla di serio. Un anno e mezzo fa (presa dalla noia) provai a ridisegnare i miei oc, e... dopo i vari “disegna la mia regione dai”, o ancora “dai qualche vignetta con tizio e caio”, decisi di creare questo blog (che è diventato un puttanaio di trash italiano misto, ma ssshh). 
Adesso sono molto distaccata da Hetalia, cioè nel fandom vero e proprio manco da anni, perciò non so manco se considerare questa roba “Hetalia”. Penso siano personificazioni e basta, anche se comunque non negherò mai che è partito tutto da Hetalia, anzi io sono una delle poche persone a non “rinnegare” il passato hetaliano. 
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ninfettin · 2 years ago
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Sto toccando con mano quanto un disturbo alimentare invalidi ogni aspetto della persona, anche lo stesso carattere. In questi mesi in cui ho smesso di abbuffarmi gradualmente non mi ero resa conto di essere un po' più spigliata, loquace, gentile e disponibile e disposta ad uscire dalla comfort zone. Qualche giorno fa mi sono "abbuffata" e i giorni successivi sono stati orribili. Ho odiato vestirmi, uscire, non parlavo e volevo stare da sola per non sentire nulla, in primis il mio corpo. Ora sembro sotto anfetamina. Mi muovo, faccio, esco, poco ma lo faccio, non ho ansie a programmare perché non ho paura che mi abbufferò il giorno prima dell'evento. Mi sono bruciata 10 anni e mi sorprendo ancora di essere sopravvissuta nonostante tutto quello che mi sono fatta.
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gabbiadicarta · 2 years ago
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ciao, sto vivendo una situazione un po' strana e avrei bisogno di un consiglio. l'anno scorso ho sofferto di anoressia. ho seguito una nutrizionista che mi ha aiutato a riprendere peso, anche se ho avuto la sensazione di non aver del tutto guarito la parte mentale, ma solo il corpo. nel frattempo dovendo anche andsre a scuola avevo troppi pensieri per la testa, quindi ho interrotto il percorso con lei. nei mesi da settembre a dicembre avevo ripreso tutto il peso perso a causa di abbuffate, che lei non mi aveva aiutato a gestire. a gennaio, con l'inizio dell'anno nuovo, ho avuto il covid. da lì è iniziato un periodo per me di depressione e reclusione sociale, non che di estrema ansia. non riuscivo a fare nulla, ho smesso di uscire, dormire, fare verifiche ed interrogazioni e via dicendo. in questo periodo è successa una cosa strana, nel senso che non riuscivo a mangiare, ma il mio corpo comunque aveva memoria delle abbuffate e quindi capitava che magari non riuscissi a mangiare a pranzo ma poi facessi una merenda dolce o cose così. in questo modo, ho continuato a prendere peso, fino alla fine della scuola. a quel punto ero completamente disgustata da me stessa non solo come corpo ma come persona in generale. senza accorgermene ho smesso gradualmente di mangiare tutti i dolci che mi concedevo per cercare di tenere il mio umore alto e avere un po' di energie, perché si sa che dolci e cioccolato danno felicità. con l'estate ho perso di nuovo drasticamente peso, pur restando nella fascia del normopeso, e ora ho di nuovo il peso che avevo verso dicembre.
ora, ciò che mi stavo chiedendo è se i problemi che ho avuto da gennaio in poi fossero di natura di un disturbo alimentare o legati semplicemente alla depressione.
mi domando ciò perché ho paura di cosa potrebbe accadere con il rientro a scuola, di come potrei gestire lo stress.
detto questo, scusa per la domanda lunghissima, spero non sia troppo per te. un bacio, ti ammiro tanto 🦋🌼
ciao, non preoccuparti, non mi stai arrecando nessun tipo di disturbo!
io non sono una psicologa, non sono un'esperta e di conseguenza tutto ciò che ti dico è connotato da incertezza e potrebbe essere errato; sulla base della mia esperienza posso affermare però che è molto comune, nel panorama dei dca, il passaggio da un disturbo alimentare all'altro nell'arco di qualche mese. la tua situazione potrebbe essere però anche un mix perfetto tra dca e depressione, poiché uno non esclude l'altro.
la cosa che posso consigliarti è di riprendere le sedute di psicoterapia, cercando magari qualcuno in grado di farti sentire a tuo agio, anche se per uscirne devi avere della forza di volontà, non bastano delle sedute.
per lo stress, prova a trovare qualcosa in grado di stimolarti, un hobby. quando ero malata io non ne avevo ed è stata molto difficile per me superare le giornate, quindi prova ad investire tutte le tue energie su qualcosa. ☁️
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puntidistacco · 3 years ago
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Sapere di averti incontrata per caso osando con le mie prime mosse nel mondo dei più indifesi e di averti conosciuta per pura e spassionata curiosità un po’ più tardi del previsto mi rincuora; certe volte senti che stia andando tutto come deve andare. Non prendiamoci in giro, per quanto ciascuno di noi possa essere convinto di essere in grado di controllare il fato questo ci tiene sempre profondamente legato ai suoi fili. Cadiamo laddove è giusto raccogliere qualcosa di buono per proseguire. Riprendiamo a correre laddove è giusto che ci si ricomponga per incastrare un nuovo pezzo di noi nel grande puzzle del mistero che ci forgia. Tu per me sei sempre stata la trasgressione in ogni sua forma. Sei stata un fuori margine imprevisto ma voluto. Sei stata l’eccesso che ha riempito i vuoti che temevo di saltare. Sei stata lava ustionante sul terreno arido di Un’Estate che non concede il tempo di riflettere. Lasciarsi travolgere da te non mi ha consentito di interfacciarmi gradualmente con i miei limiti semplicemente perché io non ho potuto fare a meno di diventare, a un certo punto, completamente cieca, facendo finta che avessero smesso di esistere. Mi manipolavi a tal punto che la vita che vivevo quasi non mi bastava. È stato come un lungo sogno, una lunga sbronzata o -l’aver preso talmente tante botte- da non capire neanche più dove si stia andando a finire. E lo so, lo so che non ero più io, ma era così bello per una volta non sentirmi in me; fuori da tutto quello con cui bisticciavo non avvertivo nessun macigno che mi tenesse ancorata al suolo. Ero convinta di volare. Un giorno ti sei stancata di farlo insieme a me.
Mi dicevi che mi preoccupavo troppo, che vivevo le emozioni così intensamente “che se avessi continuato così mi sarei persa decenni”, che eri contenta di un ricongiungimento così inaspettato come quello che ci aveva bussato alla porta, che dovevo lasciarmi andare e che le conseguenze non mi avrebbero dovuto riguardare nel presente che ora è passato. Non averti più intorno, col senno di poi, è stato un miracolo. Per la serie: credevo fosse amore amicizia, invece erano guai.
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abatelunare · 4 years ago
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Abate Maligno
Io sono maligno. Penso male. Ma solo quando le circostanze mi spingono a farlo. Come quella volta - ma andiamo indietro negli anni - che ho incontrato una conosciuta in Rete. Appuntamento serale in gelateria. Alle dieci e mezza ha ricevuto una telefonata da un'amica della pro loco. Mi dispiace devo andareeeeeeeee. Come in quella canzone dei Pooh. Nessuno mi leva dalla testa che sia andata in questo modo. Ha detto alla sua amica che doveva vedersi con uno conosciuto su internet. Ascolta, tu alle dieci e mezza mi telefoni. Se questo mi piace, resto. Se no, vengo via con la scusa della pro loco. Il sospetto mi è stato confermato in seguito. Perché ha smesso di rispondere alle mie mail. Gradualmente, però.
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ortensia-mizu-seiryuu · 5 years ago
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Post un po' più intimo e personale del solito, quindi daje, andiamo con l'italiano~ Sono almeno due settimane che non pubblico nulla e mi dispiace aver smesso all'improvviso. Ma come ogni cosa improvvisa la mia inattività non era programmata. Da un certo momento in avanti non me la sono più sentita. Se dovessi spiegarvi i motivi non saprei farlo. Un malessere che neanche riuscirei a descrivere degnamente si è insinuato gradualmente dentro di me, inchiodandomi a un'apatia che oserei definire diversa da quella fino ad ora conosciuta. Non è un malessere che riguarda strettamente Instagram, anzi a dirla tutta avrei preferito se fosse stato limitato soltanto a questo. Invece si è esteso a ogni aspetto della mia vita, bloccandomi. A oggi non riesco ancora a capire se questa mia apatia si avvicini di più al concetto di sospensione nel tempo o di dilatazione dello stesso. Sento come se per me si fosse fermata ogni cosa, e al tempo stesso come se dentro a questa immobilità ci avessi trascorso anni interi. Mi sento come se tutto quello che ho fatto nella mia vita non abbia portato a nulla di buono. Questa settimana ho usato un raffreddore come scusa per rimanere a casa (e sorvoliamo sui sensi di colpa per averlo fatto), prendermi del tempo per me, a volte non fare niente, a volte passare anche otto ore incollata a Pokémon Scudo che mi aiuta a staccare dalle domande spiacevoli. Perché ho tante domande. Domande e paure riguardo al mio futuro, una demoralizzante ponderazione mentale con la quale pensavo non avrei avuto più nulla a che fare. Purtroppo più passa il tempo meno soddisfatta sono dell'ambiente di lavoro in cui mi trovo, di come svolgo i miei compiti, di come potrebbe andare la mia vita se finito i tirocinio mi mandassero a casa o decidessero di assumermi definitivamente. In ogni caso credo che ne uscirei comunque insoddisfatta e delusa. Continua nei commenti ⤵️ #overhaul #chisakikai #kaichisaki #chisakikaicosplay #overhaulcosplay #overhaulmha #overhaulbnha #mhacosplay #bnhacosplay #mha #bnha #cosplay #myheroacademia #bokunoheroacademia #bokunoherocosplay #myheroacademiacosplay #luccacomics #Luccacomics2019 #luccacomicsandgames (presso Lucca, Italy) https://www.instagram.com/p/B50Cornog2N/?igshid=3fj0app3o7cp
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levysoft · 6 years ago
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Aveva appena eseguito un nuovo esperimento esaminando la grafite comune, il materiale della mina delle matite, ma i risultati sembravano fisicamente impossibili: il calore, che tipicamente si disperde lentamente, aveva attraversato la grafite alla velocità del suono. È come mettere una pentola d'acqua su un fornello acceso e osservare l’acqua bollire quasi istantaneamente invece di dover aspettare vari minuti.
Non c'è da stupirsi che Duncan, studente laureato al Massachusetts Institute of Technology, non riuscisse a credere ai suoi occhi. Per assicurarsi di non aver commesso errori, ha verificato tutto quattro volte all'interno del suo apparato sperimentale, ha fatto l'esperimento ancora una volta e poi si è preso una pausa. "Ho cercato di dormire un po', sapendo che non sarei stato in grado di dire se l'esperimento avrebbe avuto successo o meno per diverse ore, ma trovavo molto difficile spegnere tutto per la notte", ricorda. Quando, la mattina dopo, la sveglia di Duncan ha suonato, è corso al computer (ancora in pigiama) e ha effettuato nuove misurazioni solo per trovarsi di fronte lo stesso risultato: ancora una volta, il calore si era propagato in modo incredibilmente veloce.
Duncan e i suoi colleghi hanno pubblicato i loro risultati la scorsa settimana sulla rivista “Science”. Il fenomeno, noto come “secondo suono,” ha messo i fisici in uno stato di euforia, in parte perché potrebbe aprire la strada alla microelettronica avanzata, ma soprattutto perché è così profondamente strano.
Per capire perché, basta pensare a come il calore si propaga attraverso l'aria. Viene trasportato attraverso molecole che si scontrano costantemente tra loro e disperdono il calore in tutte le direzioni, avanti, di lato e persino all'indietro.
Questa fondamentale inefficienza rende il calore conduttivo relativamente lento (il calore radiante, al confronto, può viaggiare alla velocità della luce come radiazione infrarossa).
La stessa lentezza caratterizza il calore che si muove attraverso un solido. Qui, i fononi (pacchetti di energia vibrazionale acustica) trasportano il calore in modo molto simile a quanto fanno le molecole nell'aria, permettendogli di propagarsi in tutte le direzioni e  disperdersi lentamente. "È un po' come prendere una goccia di colorante alimentare e metterla nell’acqua: si diffonde", dice Keith Nelson, tutor di Duncan al MIT. "Non si sposta semplicemente in linea retta, come una freccia, dal punto in cui si mette la goccia”.
Ma questo è esattamente ciò che suggerisce l'esperimento di Duncan. Nel secondo suono, la retrodiffusione dei fononi viene pesantemente soppressa, consentendo al calore di proiettarsi in avanti. "È così che si comportano i movimenti ondulatori", afferma Nelson. "Se ci si trova in una piscina e si produce un'onda, essa lascerà il punto in cui siamo... Ma non è normale che il calore si comporti in quel modo”.
E nella maggior parte dei casi non lo fa.
Il secondo suono è stato rilevato per la prima volta nell'elio liquido 75 anni fa e successivamente è stato osservato in tre solidi. "Tutte le indicazioni iniziali erano che si trattasse di un fenomeno che sarebbe rimasto confinato in pochissimi materiali e solo a temperature molto basse", afferma Nelson. In quanto tale, gli scienziati pensavano di essere arrivati alla fine della storia. “Non era molto chiaro che cosa potesse essere il secondo suono, a parte un'affermazione scientifica”, dice Nicola Marzari, ricercatore di scienzia dei materiali presso l'Istituto Federale Svizzero di Tecnologia, a Losanna, che non era coinvolto in questo studio. "Così, l'intero campo di studi è rimasto sopito per molti anni".
Ma i notevoli miglioramenti nelle simulazioni numeriche hanno contribuito a rivitalizzarlo circa cinque anni fa, consentendo agli scienziati di riconoscere che il fenomeno avrebbe potuto essere più diffuso. Gang Chen, un ingegnere del MIT, per esempio, era in grado di prevedere che il secondo suono potesse essere visibile all'interno della grafite a temperature piuttosto miti. Quella predizione elettrizzò Duncan, che lo provò appena possibile, fino ad accontonare il resto delle sue ricerche quando i risultati si sono dimostrati così poco intuitivi.
Innanzitutto, Duncan ha depositato calore nel campione di grafite usando due raggi laser incrociati per creare una figura d'interferenza, che alterna regioni luminose e regioni buie, che corrispondono a creste e avvallamenti nelle onde di luce che collidono. All'inizio, le creste riscaldavano la grafite mentre le depressioni rimanevano fredde. Ma quando Duncan ha spento i laser, lo schema avrebbe dovuto scomparire lentamente, mentre il calore scorreva dalle creste calde verso le depressioni fredde. L'esperimento avrebbe raggiunto la sua conclusione una volta che l'intero campione avesse raggiunto una temperatura uniforme.
O almeno questo è ciò che accade normalmente. Ma quando i laser hanno smesso di brillare, la grafite ha mostrato di avere altri piani, continuando a permettere al calore di fluire fino a quando le creste calde sono diventate più fredde delle depressioni. Questo è un po' come un piano cottura che diventa ghiacciato nell'istante in cui lo si spegne, invece di raffreddarsi gradualmente fino alla temperatura ambiente. "È strano", dice Nelson. "Il calore non dovrebbe farlo!".
E certamente non dovrebbe farlo a temperature così elevate. Marzari, che ha previsto il fenomeno quasi nello stesso periodo di Chen, era quindi abbastanza fiducioso che sarebbe risultato valido. Nonostante ciò, non era certo che il secondo suono sarebbe stato osservato alle alte temperature previste. "Se mi avessi chiesto di scommettere il mio mutuo sull'esistenza di questo effetto, avrei detto di sì", dice Marzari. "Ma la domanda è sempre: succede a 100 Kelvin, 20 Kelvin o 0,1 Kelvin?"
L'esperimento di Duncan ha trovato l'effetto a 120 Kelvin, un valore più di 10 volte superiore rispetto alle misurazioni precedenti. "Nessuno ha mai pensato che sarebbe stato in grado di farlo a temperature così elevate", dice Venkatesh Narayanamurti, professore di ricerca in tecnologia e politiche pubbliche presso l'Università di Harvard, che non era coinvolto nello studio. "In tal senso, smentisce un po' il senso comune".
Ciò suggerisce anche che la scoperta potrebbe trovare un uso pratico futuro. Non solo la temperatura è molto più pratica del freddo criogenico richiesto per lavorare con i risultati precedenti, ma la grafite è un materiale comune: due caratteristiche che potrebbero aiutare gli ingegneri a superare il problema scoraggiante della gestione del calore nella microelettronica.
Immaginate solo se il calore si esaurisse alla velocità del suono, consentendo a materiali e dispositivi di raffreddarsi molto più rapidamente. Tale impresa sicuramente consentirebbe agli ingegneri di costruire microelettronica più piccola ed efficiente. Con questo in mente, Narayanamurti (che ha lavorato al secondo suono quando era ai laboratori AT&T Bell dal 1968 al 1987) sospetta che il campo presto conoscerà ancora una volta un notevole sviluppo. "Se fossi ancora ai Bell Labs, farei esperimenti su di esso perché sarà importante tra 10 o 15 anni".
(L'originale di questo articolo è stato pubblicato su "Scientific American" il 22 marzo 2019. Traduzione ed editing a cura di Le Scienze. Riproduzione autorizzata, tutti i diritti riservati.)  
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mevleviye · 6 years ago
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serbo del rancore ingrato ed immotivato verso qualcuno che ha smesso di cercarmi, gradualmente: dalla sua assenza - scaturita da un "meccanismo di autodifesa" e non sincero disinteresse - mi ha indotto a pensare che questo mi abbia sostituito o che mi abbia dimenticato e che ora sia indifferente di me.. ma temo d'aver mal interpretato le sue intenzioni, ho reagito impulsivamente e questo silenzio mi ha frustrato sino ad abbandonarlo per "proteggermi".. ed ora lo rimpiango
perché ingrato ed immotivato? a me sembra comprensibile un po’ di risentimento per il sentirsi abbandonati, a prescindere dalle motivazioni dichiarate e/o effettive che vi stanno dietro. io predico sempre trasparenza: se temi di aver frainteso allora chiedi chiarimenti; mi pare che tu abbia più da guadagnarci che da perderci vista la situazione. in ogni caso non so cosa tu abbia fatto per scatenare eventuali “meccanismi di autodifesa” ma da persona estranea alla cosa non mi pare la più salubre delle interazionidalla posta del cuore è tutto, buonanotte
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lilsadcactus · 6 years ago
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Oggi ho visto i miei vecchi amici e ho parlato con benni e luz di com'è finita gradualmente con Ale. Perché è stata una storia trascinata per mesi quando invece era chiaro che aveva smesso di essere una cosa genuina. Mi hanno detto entrambe: le opzioni in questi casi son due, o si chiude del tutto separandosi completamente oppure si rimane amici con il rischio, beh, di ricadere. In fondo non è finita per un motivo solo, ma per varie cose e tu hai già dato varie opportunità, per cui una ricaduta non è da escludere se rimanete tanto in contatto.
E anch'io lo so, lo so, lo so, però a volte mi manca così tanto che mi dico: se ci torno e si ricomincia ma nulla cambia io posso sopportare ancora e stare lo stesso insieme a lui. E dio, quanto mi sorprendo quando penso cose del genere. Io che sono sempre stata per la solitudine, io che non avevo bisogno di nessuno, che dicevo se non è buono non ne vale la pena. Adesso dico per 3/4 è marcio, ma guarda quello spicchio, quello sembra buono! No, no, io devo tornare in me. Voglio recuperare me stessa, la mia forza, il mio carattere, la mia sicurezza. Voglio sentirmi a mio agio. Voglio frequentare persone che gradiranno la mia spontaneità, senza impegno. Come prima di lui.
Voglio fare le cose che facevo prima che la mia vita fosse cosa fa Ale? Facciamo di tutto per non disturbare i suoi piani, farò come vuole lui. Voglio le mie passeggiate, voglio le mie sessioni di masturbazione, voglio fare sesso con qualcuno che non si lavi le mani immediatamente dopo avermi toccata come se provasse schifo per me.
Voglio lasciare questo periodo di monogamia che non mi ha fatto bene per niente. Io ero felice quando ero poligama, ero serena.
Guardo questi due anni della mia vita e mi sento invecchiata di 10anni, eppure ne ho solo 18. Non mi pento di 2 anni di storia, ma poteva andare meglio; ne sono uscita bruciata e col cuore a pezzi, è la realtà.
E se non trovo qualcuno voglio stare da sola e amarmi. Avrò comunque i miei amici, mi sono mancati tantissimo.
(bonus: è il terzo Alessandro che mi spezza il cuore, dite che sono maledetti e dovrei smettere di frequentarne? Secondo me sì)
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fumonegliocchiblog · 3 years ago
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Liz e lo svapo per ultra sessantenni
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Liz ha smesso 4 anni fa di pubblicare video ma quello che ci racconta sullo svapo è ancora terribilmente attuale Era il settembre del 2011 quando Liz, una deliziosa e all'apparenza mite signora inglese, diede inizio al suo canale YouTube Vapingpoint con l'obbiettivo di condividere il suo percorso con altri ultra sessantenni. Il canale è stato chiuso ( ma rimane come archivio) dopo poco meno di 7 anni. L'ultimo video pubblicato nel giugno del 2018 racconta non solo le ragioni della chiusura ma anche e soprattutto, a mio avviso e non ostante gli anni passati, il vissuto di molti di noi. Trovo le sue considerazioni terribilmente attuali. Liz , oggi ultra settantenne, continua le sue battaglie sociali sul suo blog e continua felicemente a svapare Di seguito la trascrizione completa del suo ultimo video, buona lettura!
L'ultimo video di Liz
Ho aperto un canale video nel 2011.
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L'ho chiamato "Vaping per gli ultra sessantenni". Ora sono nei miei settanta. Forse sono solo diventata vecchia e scontrosa, ma non ho intenzione di fare altri video o scrivere sul vaping. In primo luogo, ci sono meravigliosi video sul vaping e sui prodotti da vaping su internet, o meglio, al momento ci sono. Il timore che ho è che i video dei vapers che promuovono il vaping potrebbero essere chiusi perché la gabbia piena di odio sul vaping ci costringe e la libertà di parola viene limitata da coloro che ci controllano. Quindi proprio ora, nel giugno 2018, in Inghilterra, siamo liberi di diffondere la parola che il vaping è una buona cosa. Nel Regno Unito, sembra esserci un atteggiamento più sano verso il vaping. È permesso dai nostri controllori. Si possono comprare liberamente i dispositivi e il vaping è sancito come una cosa utile per i fumatori per "smettere" di fumare. Ma non ho usato il vaping per smettere di fumare, anche se, naturalmente, lo fatto. Ho fumato per cinquant'anni. Quando le norme contro il fumo si sono diffuse nella società e i fumatori sono diventati la minoranza perseguitata, ho giurato che non avrei MAI smesso. La parola "smettere" è una parola messa in giro dal Tobacco Control per dare l'idea che smettere di fumare sia una cosa da niente che chiunque può farlo, come se fosse una cosa semplice. Io non ci credo. La gente fuma per ragioni diverse dalla semplice dipendenza dalla nicotina. È sempre stata la nicotina ad essere incolpata eppure, con l'avvento del vaping, molte idee sulla nicotina avrebbero dovuto essere abbandonate. La nicotina era la parte cattiva del fumo che, ci è stato detto, ci assuefaceva e ci uccideva. Il Tobacco Control ha mentito a se stesso e al mondo demonizzando la nicotina. Ci sono ancora persone che pensano che la nicotina causi il cancro. E che è ciò che ci rende schiavi del fumo. Dalle mie esperienze come fumatore impotente, è qualcos'altro nel tabacco che brucia, qualche combinazione di sostanze chimiche di cui il mio corpo si riempiva ogni volta che fumavo una sigaretta. Come vaper, ora, non ho mai il disperato bisogno se non svapo, bisogno che diventava insopportabile senza una sigaretta. C'è qualche altro fattore nel tabacco inalato che crea il desiderio. Svapo circa tre ml di liquido al giorno. Lo preparo da sola. La quantità di nicotina è tra l'1,1 e lo 0,6 per cento. Non sembra importare quale forza sia la forza della nicotina, ma il sapore è importante per me. Svapavo spesso glicerina vegetale pura senza nicotina e senza aroma. È piacevolmente dolce. Ma attualmente ho solo glicerina vegetale acquosa che è insipida, poco interessante e insapore. Sono passata al vaping come SOSTITUTO al fumo. Non è mai stata mia intenzione, come si dice, di "smettere". I l fumo è profondamente radicato nella mia psiche. E credo che sia radicato in questo modo in molte persone. Il fumo è un conforto per me. Un modo per riempire un buco. Un'attività piacevole, significativa. È il marcatore di esperienze di picco, bassi profondi, celebrazioni, trionfi, un amico che mi accompagna attraverso la mia vita. Il mio migliore amico. Quanto è sconsiderato che qualcuno mi dica che devo semplicemente 'smettere'. È più realistico considerare l'idea che molte persone che fumano, per qualsiasi ragione psicologica, non smettono semplicemente, ma abbandonano un amico. La depressione che queste persone provano, il vuoto, la solitudine, i cuori pesanti sono perché stanno soffrendo un lutto. Io non potrei mai affrontare il dolore. Così il vaping, per me, è stato la sostituzione di un amico con un altro. Sono diventata un vaper felice. Ho ottenuto ciò che il Controllo del Tabacco voleva. Ho smesso di fumare. Ma ora, vedo una sorta di follia nel mondo che è cresciuto intorno al vaping. In alcuni paesi è illegale. Anche il possesso di armamentario per il vaping può farti finire in prigione. Non pensate che questa sia una società primitiva e arretrata in qualche luogo remoto. Sta succedendo nei cosiddetti paesi civilizzati. In alcuni, la nicotina è illegale. La nicotina! Invece di accogliere una tecnologia che potrebbe veramente far rinunciare la gente ai suoi migliori amici e scoprire un nuovo amico, abbiamo la proibizione, la falsa scienza, le storie di paura e la persecuzione. I responsabili sono gli stessi del Controllo del Tabacco che sono in missione per rendere il mondo intero libero dal fumo e distruggere l'industria del tabacco. Stanno usando le stesse tattiche sul vaping. Nel Regno Unito, abbiamo già restrizioni sulle dimensioni dei nostri serbatoi, la forza del nostro liquido elettronico e, la cosa più frustrante di tutte, le minuscole bottiglie da 10 ml in cui dobbiamo comprare il liquido elettronico. Questo, per una persona disabile, mi fa impazzire. Inoltre, ora stiamo producendo e scartando milioni di bottigliette!
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Ma, almeno, nel Regno Unito, il vaping non è illegale. Da quando ho iniziato a svapare, i vapers stessi sono cambiati. La gioia assoluta e il cameratismo della scoperta del vaping sono evaporati. C'è il mio tipo di vaper, quello che si considera ancora un fumatore che ora svapa, che ha cambiato amici per così dire, e poi c'è l'altro tipo di vaper che è un amaro anti-fumatore. I vapers anti-fumo non fanno nulla di buono. Semplicemente alienano i fumatori. Rigurgitano il dogma antifumo che li ha avvelenati. Smettono per paura e conformità. Non mi interessa se la gente fuma o svapa. I fumatori hanno avuto abbastanza persecuzioni. Devono essere il gruppo più discriminato sulla terra in Occidente. Non c'è stata alcuna considerazione per i fumatori nel Regno Unito, anche se, alcuni paesi europei non sono stati così infettati in modo terminale dalle lobby anti-fumo. Per me, vedere come il controllo del tabacco si è promosso in tutto il mondo, è spaventoso. È totalitario nella sua forma più chiara. Significa, per me, che qualsiasi ideologia che usi le stesse tattiche potrebbe gradualmente rimuovere il nostro diritto ad essere liberi. Lo strumento più forte che il Controllo del Tabacco ha usato, per progetto, pianificato alla loro conferenza quando si stavano formando e di proposito, era che potevano sostenere che il fumo passivo stava colpendo gli altri, e che i fumatori non stavano uccidendo solo se stessi, ma anche tutti gli altri. Hanno usato questo per guidare la loro ideologia. Finora, quanto sia pericoloso il fumo passivo non è stato dimostrato. Le coppie in cui un partner fuma e l'altro no sono state studiate per tutta la vita senza produrre alcuna prova di pericoli mortali. Questo è importante nel considerare come il controllo del tabacco stia infettando le menti della società per demonizzare anche il vaping. Cosa sta facendo il nostro vapore agli altri? Quanta paura può avere la società di noi? Così, mentre divento sempre più soddisfatta dei dispositivi che noi vapers possiamo comprare, che stanno diventando sempre migliori, mi allarmo di come, questo meraviglioso amico che ho, venga demonizzato dagli anti-fumatori. Per me, è tragico come il vaping non sia stato accettato per il piacere che dà a milioni di persone. O, nella mia esperienza personale, la capacità di passare questo fumatore devoto, ME, ad un sostituto amico, di smettere, di entusiasmarmi per fare effettivamente video per sette anni, di scrivere blog, difendere e parlare di vaping. Se il vaping ha fatto questo a me, può cambiare milioni di persone. E naturalmente lo ha fatto! Senza volerlo, il mio umile canale video 'Vaping for the over sixties', ha incoraggiato centinaia di persone a smettere di fumare. Lo so, perché mi scrivono. Ringrazio tutti per aver guardato i miei video che lascerò come STORICO. Lascerò tutto qui finché YouTube non mi rimuoverà per la cosiddetta "promozione del vaping". Persone più giovani di me devono continuare a combattere la battaglia. Molti di voi non ricordano i brutti tempi in cui la gente era libera in un mondo vecchio stile pieno di fumatori. Non potete conoscere l'immaginazione, la creatività, l'ottimismo degli scrittori, degli artisti, dei registi e della società in generale in quei giorni. Ora sembra essere scomparso. Una coltre di depressione è caduta su di noi. La società si è alterata, addormentata, curata. È diventata una topiaria dove ogni germoglio vagante viene tagliato in modo che tutti si conformino al disegno dei controllori. Tutti in Occidente si lamentano che i loro diritti sono violati da questa, quella o quell'altra cosa. I tassi di suicidio sono aumentati. L'ossessione per lo stile di vita ha superato la spontaneità di godersi la vita. Nessuno fuma più dietro il capanno a scuola. O usa il fumo come rito di passaggio. Usano roba molto più pericolosa. I bambini si vergognano dei loro genitori perché fumano, bevono o sono grassi. La scuola li rende tali dicendo ai bambini quanto sia pericoloso per la vita fumare, bere e mangiare. I loro genitori si uccidono. Quanto deve essere spaventoso per qualcuno che ami. Ci sono anche genitori che si agitano per i comportamenti dei loro figli. Siamo ossessionati dal vizio, ma il fumo è il male più grande di tutti. Mi chiedo a volte, in questo tempo di guerra - la guerra al fumo, alle droghe, al bere, al cibo, al pensiero, all'odio, agli uomini, al bullismo, e alle molte altre guerre dell'era moderna come sarebbe stato il mondo per i giovani se non ci fossero state le guerre, come sarebbe stata la vita in una società dove ai gruppi di pressione non era permesso partecipare al governo, dove le droghe erano legali e controllate dal punto di vista medico, dove il rito di passaggio era una sigaretta, o il sesso era una cosa che si faceva piuttosto che semplicemente guardare. E dove la gente era libera di NON offendersi. È politicamente scorretto parlare di molte cose che una volta erano discusse apertamente e, nel Regno Unito, nei vent'anni in cui ho vissuto qui, le persone che conosco sono diventate più reticenti, più timide e più timorose di essere semplicemente se stesse. In Occidente ci stanno igienizzando mentalmente. Newspeak è il nuovo linguaggio. Siamo entrati nel 1984 di George Orwell. Chiedo ai giovani che mi ascoltano di indagare su come il mondo è cambiato dai tempi in cui eravamo liberi da un'eccessiva regolamentazione. Come, gradualmente, siete stati imbavagliati, manipolati e sottoposti a lavaggio del cervello. Noi vecchi non saremo qui ancora per molto. Abbiamo rivelato una verità sbalorditiva: nonostante mangiassimo in modo sbagliato, fumassimo e bevessimo in modo sbagliato, fossimo disciplinate in modo sbagliato, fossimo palpate, flirtate, persino violentate, in una società gestita da uomini, siamo sopravvissute. Abbiamo persino prosperato. Siamo la generazione più longeva di tutti i tempi. Tutti al giorno d'oggi hanno un miglior tenore di vita, una migliore tecnologia medica, migliori scelte nel cibo, nell'abbigliamento e nella maggior parte delle cose materiali rispetto a noi. E la maggior parte delle persone sa leggere e scrivere. Con tutti i modi sbagliati in cui siamo stati trattati che in questi tempi sarebbero considerati scioccanti, e tutti i comportamenti sbagliati che abbiamo praticato nel nostro stile di vita e che ora sono disapprovati, la mia generazione ha sviluppato una vera grinta, ha prodotto musica meravigliosa, commedia, letteratura, poesia, scienza e idee che hanno cambiato il mondo. E lo abbiamo fatto in un mondo di fumatori. Siate consapevoli del pericolo di un mondo pieno di coloro che promuovono le proprie ideologie in nome della SALUTE o della FELICITÀ. Stanno facendo in modo che i governi legiferino ogni vostra azione. Siate scettici su qualsiasi cosa che regoli i vostri pensieri. Siate scettici della cosiddetta scienza. Indagate i finanziamenti, i pregiudizi, il motivo dello scienziato che fa la scienza. Non credete a nulla solo perché vi viene detto di farlo. La salute segue la felicità. E la felicità può svilupparsi quando si è liberi. Se fumate, fumate senza sensi di colpa. Molti fumatori NON muoiono per il fumo. Se svapi, svapa senza sensi di colpa. Siamo il grande esperimento che vale la pena. Non lasciate che chi disapprova a denti stretti vi butti giù. E ai fumatori, ai vapers e a coloro che sono interessati alla libertà, resistete al totalitarismo di qualsiasi tipo. Se non l'avete fatto, leggete (o guardate i film) il libro 1984 di George Orwell. Grazie per aver svapato con me. Vi auguro gioia. Read the full article
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edsitalia · 4 years ago
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EDS4
15) Il principe azzurro sul cavallo marrone
Sono sempre la solita, penso tra me e me…camminando trafelata verso il locale, mi ripropongo di arrivare puntuale e poi…guardo l'ora, sono in ritardo di qualche minuto, lui sicuramente sarà già lì, galante fino al midollo, non mi farebbe mai aspettare.
Apro la porta del locale, intravedo di sfuggita i gestori impegnati nel loro lavoro e la gente seduta ai tavoli, il locale è accogliente, c'è tanto legno anche nell’arredo, rende l'atmosfera calda, Andrea è sempre stato bravo a scegliere la giusta location.
Scorro i visi per provare a trovarlo senza l'aiuto del cameriere che fra un po' mi verrà sicuramente incontro, eccolo, è  più o meno al centro della sala, ha la giacca scura, braccia sul tavolo, impeccabile come sempre, elegante e sicuro di se, mi guarda e accenna ad un sorriso, sicuramente ha lo sguardo su di me da quando sono entrata, gli piace osservarmi, non è il tipo che si precipita o che si sbraccia  , questa sua calma mi ha sempre affascinata. Gli faccio cenno con la mano e mi avvicino al suo tavolo, il cameriere mi incrocia :”Buongiorno, prego". “Buongiorno” gli rispondo sorridendo “raggiungo un tavolo grazie"
“Prego si accomodi signora"
Andrea è sempre intento a guardarmi, io mi sintonizzo con il suo sguardo color nocciola, so che quando sarò più vicina ai suoi occhi starò bene.
“Ciao, carino questo posto" esordisco spostando la sedia dal tavolo per sedermi, ora sono all'altezza dei suoi occhi, le mie guance avvampano, lo sento e per smorzare la tensione dico “uff che corsa", lui mi guarda sempre sorridendo “Ero in trepida attesa dolce Francesca”
“Si scusami” “Nessun problema” mi rassicura lui…gli guardo le mani mentre sposta il tovagliolo e noto il suo bel orologio che esce dal polsino, mi piace il suo stile, sobrio ma curato…”Come stai?” gli chiedo…”Impegnato col lavoro, ma il tempo per te lo trovo sempre, lo sai" sorrido, Andrea riesce sempre a farmi sentire importante, con classe e disinvoltura. Comincio a guardarmi intorno e cerco di posticipare nella mia mente il momento in cui mi chiederà di me ma lui interrompe il mio divagare porgendo le mani verso di me, braccia appoggiate al tavolo, palmi rivolti verso l'alto “Prendi le mie mani Francesca" ecco, quando fa così è perché ha capito che c'è qualcosa che mi frulla in testa, sorrido un po' imbarazzata e guardo le sue mani, ho un attimo di esitazione ma poi appoggio le mie mani sulle sue, la sensazione è bella, sento calore e quiete. Andrea con sguardo dolce mi chiede “Come ti senti?” So che quando mi fa questa domanda non si aspetta una risposta generica, vuole che scenda in profondità, in contatto con me stessa e le mie sensazioni… chiudo gli occhi per un momento, mi ascolto e rispondo “Mi sento sconfitta Andrea, mi sono arresa" “Spiegati, in cosa ti sei arresa?”
“Ho smesso di cercare, ho capito che stavo cercando ciò che non esiste"
“Cosa non esiste?” chiede Andrea “L'amore, come lo desidero io, non esiste, l'ho idealizzato nella mia mente" Andrea guarda per un attimo in basso e sta per aprire bocca quando sentiamo “Signori volete ordinare?” Alzo lo sguardo e  vedo il cameriere pronto ad annotare le nostre richieste, io d'istinto lascio le mani di Andrea, e mi ritraggo, pudicamente restia a mostrare le mie emozioni in pubblico, provo riguardo verso quella presenza fastidiosa seppur gentile, noto che Andrea ne rimane dispiaciuto ma è altrettanto rispettoso delle mie sensazioni…ordiniamo e quando siamo di nuovo soli Andrea mi dice “Perché dici così, cosa ti ha fatto prendere coscienza di ciò? “
“Perché l'ho cercato a lungo, conosco, seleziono, mi appassiono ma poi qualcosa si spezza"
“Si spezza il sentimento o l'ideale che ti eri costruita?”
“Qualcosa si spezza dentro di me"
“Allora si, si spezza il tuo ideale, un sentimento condiviso si alimenta costruendo, affrontando, risolvendo, dopo le bufere torna più intenso di prima, perché ne esce forgiato, ma se senti che qualcosa dentro di te si spezza è un qualcosa che ti eri costruita tu" Abbasso lo sguardo  sconfortata e replico “È che io do tanto valore alle emozioni, alle cose che mi vengono dette, che per me diventa tutto reale, così reale che credo di aver trovato quello che cerco"
“Il fatto che tendi a credere a ciò che ti dicono è una conseguenza dell'idealizzazione. Dai fiducia alle persone”
“Quindi faccio bene a non fidarmi più…” replico spazientita “ Fidati ma abbi sempre un minimo di riserbo…soprattutto all'inizio, un uomo che desidera conoscerti davvero lo fa un po' alla volta, se ha intenzioni serie si avvicinerà gradualmente…” “Si, me ne sono resa conto" abbasso lo sguardo avvilita, nel frattempo il cameriere ci porta da bere, Andrea prende il vino e me ne versa un po'…”Dai bevici su" mi sorride scherzoso strizzandomi l'occhio e poi prosegue “ Francesca parti sempre dal presupposto che alla gente piace apparire…ma in sostanza scarseggiano…invece io sono proprio così…e me ne vanto…con tutte le mie imperfezioni e difetti…” sorride portandosi il calice di vino alla bocca…quando fa così, queste sue battute un po' da sbruffone lo riempirei di baci, so che lo fa per riportare il sorriso sul mio viso triste e mi piace, gli sorrido e giocherellando col bicchiere lo canzono “Chissà…millantatore…mmm, buono il vino" mentre lo osservo sorridendo…lui riprende il suo discorso…”Francesca devi essere più parsimoniosa nel tuo modo di essere…le persone devono meritarsela la tua bontà…il tuo modo di essere vera…” Mi adombro nuovamente, Andrea ne è sicuramente dispiaciuto e mi tocca la mano in segno di conforto, dischiudo le labbra per l'emozione e guardo le nostre mani…”Signori i vostri piatti" interrompe il cameriere che è intento a servirci, ci troviamo davanti le portate fumanti e cominciamo a mangiare…dopo un po' ritorno sull'argomento e dico “Sai mi ci è voluto un po' per capirlo e so che hai ragione, anche se mi farà sempre male”
“Cosa ti farà sempre male? Ammettere che ho ragione?” mi chiede sorridendo…”No” sorrido a mia volta “quando hai ragione hai ragione, e non mi pesa dirlo, mi farà sempre male l’opportunismo e il prendere quello che conviene  da parte delle persone”
“Lo so Francesca, sei un'anima bella per questo, resta così, con questa meraviglia che hai negli occhi, solo ricordati che alcuni questa meraviglia l'hanno persa e non è mai scontato che chi hai davanti accetti di farsi conoscere per ciò che è”
“Si vero, far uscire ciò che uno è, andando oltre i filtri della vita quotidiana, forse dovrei essere più tollerante…”
“Dovresti smettere di idealizzare, tu hai un ideale di uomo ed è giusto che sia così ma non potrà mai corrispondere alla realtà, perché quell'ideale è nella tua mente” “Nel senso che prima o poi mi deluderà o non rispecchierà i miei standard?" chiedo  “Be si, devi imparare a fare i conti con come è realmente la persona e non rivestirla delle qualità che dovrebbe avere  ma che in realtà non possiede” annuisco un po' pensierosa cercando di cogliere il senso delle sue parole…”Fammi un esempio” gli chiedo.. “Be per te il principe azzurro deve avere il cavallo bianco. Ne conosci uno col cavallo marrone e te ti convinci che il suo cavallo non è marrone ma bianco e così quando l'incanto finisce il povero principe diventa pure un rospo per te…”  scoppio a ridere…”Ah alla fine sono pure io la cattiva…povero principe"
“E certo lui ha sempre avuto il cavallo marrone, sei tu che lo vedevi per forza bianco" scoppiamo a ridere e tutta la tensione che avevo all'inizio è scomparsa, mi sento più leggera e parlare con Andrea mi ha davvero fatto bene…finiamo il nostro pranzo e optiamo per una passeggiata fino al suo lavoro, con calma, l'aria è piacevole, e camminandogli vicino provo il desiderio di prendergli la mano, mi piacerebbe farlo ma mi trattengo e rifletto che sto bene insieme a lui, è un uomo pacato ma con una profondità d'animo che ammiro e lo trovo anche molto attraente nei modi…”Quindi hai smesso di cercare Francesca"…
“Si, non cerco più” gli rispondo sorridendo…”Bene, così ora forse riuscirai a vedere ciò che hai davanti" , lo guardo e dico scherzando “Ma io ho te davanti"
“Appunto…cerchi tanto in giro ma a me mi vedi?” Si ferma e mi guarda negli occhi…il mio battito comincia ad aumentare e tutto ad un tratto intorno a noi sento silenzio, percepisco il cinguettio dei passerotti in lontananza, passano pochi secondi ma a me sembrano un'eternità, lui prosegue “Cosa pensi di me Francesca…dimmi"
“Be, tu ci sei sempre…”
“Esatto, ci sono sempre, per te non è una dimostrazione tangibile? L'interesse, un sentimento, non va dimostrato? Hai parlato prima di parole che poi non si rispecchiano nella realtà, e che alla fine ti deludono, e allora perché non inverti il tuo guardare?” Rimango ammutolita, quasi attonita, non perché lui non mi piacesse, ma le sue parole mi spiazzano…”Non me l'aspettavo Andrea" riuscii a dirgli “Devi decidere cosa vuoi Francesca, inseguire amori fugaci senza un futuro o costruire qualcosa di duraturo"…riflettei un attimo e poi sorridendo gli dissi “Noooo, tu mi stai mettendo alla prova…vuoi vedere se ci casco"…Andrea non poté non sorridere a sua volta e disse “Beccato"
“Ma vedi come sei" gli dissi con la faccia da finta arrabbiata…”Be dovevo eseguire il test, altrimenti che amico ero" mi disse camminandomi a fianco con le mani in tasca…lo trovavo adorabile, e pensai per un attimo che ero quasi dispiaciuta non stesse parlando sul serio…”Ma se ti avessi preso sul serio?”
“Be” disse lui “ci saremmo divertiti" tirando fuori la lingua …”Ma Andrea"… gli mollai un colpetto sul braccio in forma di riprensione.. ”Be almeno io ci tengo a te davvero, questo si, ma i legami fissi lo sai che non fanno per me" mi disse guardandomi e strizzandomi l'occhio…eravamo giunti sotto il suo ufficio ed era arrivato il momento di salutarci, la complicità che si era creata mi fece venir voglia di abbracciarlo e mentre lo strinsi lui mi sussurrò…”Magari un giorno arrivo col cavallo bianco, non si sa mai…stai all'erta" lo guardai, gli accarezzai il viso e gli augurai “Buon lavoro, e grazie del tuo tempo"
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