#ma che non lo conoscessi
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avevo tanta paura di perderlo e adesso mi chiedo se veramente provassi qualcosa per lui
#non riesco a capire me stessa#penso che fossi innamorata#una forte infatuazione#ma che non lo conoscessi#i suoi occhi e il linguaggio del corpo#il modo il cui mi toccava ed il suo essere affettuoso#mi perdevo nei suoi baci#per un attimo andava tutto bene#la sua presenza riempiva il burrone della mia infelicità#e mi sentivo abbastanza#mi sentivo amata#amata da una persona così#sembrava un angelo#ma cosa so io della sua mente ?#di chi è lui ?#ho percepito profondità e anche dolore#ma anche tanta immaturità ed escapismo#mi manca ma non so se lo rivorrei indietro#c’è troppo in ballo#e sono ancora innamorata della persona più sbagliata di tutte#ho paura che diventi evidente#e se prima era socialmente accettabile ora non lo è più#ho ritrovato cose scritte due anni fa#certi giorni mi sento di nuovo così#non so più cosa fare a riguardo#non voglio vivere tutta una vita e poi lasciare questa terra senza mai aver ricevuto un suo bacio#e probabilmente non mi ricambia#e probabilmente mi ricambierebbe se per prima dimostrassi interesse in un modo almeno un po’ intenzionale#forse non succederà mai niente#ma se succederà qualcosa non saprò come gestirlo e rischia di andare tutto in macerie
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la smetti di parlare così di uno che ha pestato una donna. non nasconderti dietro incertezze e corona. fosse stato un altro povero stronzo non avresti MAI pensato a una difesa così a spada tratta e lo sai benissimo. poi se sei convinta tu e vai a letto serena ok, dimostri la persona che sei.
#mi fa ridere che mi parli come se mi conoscessi#“non avresti mai pensato così e lo sai benissimo”#ma mollami#ma poi difesa a spada tratta solo perchè ho detto che non credo a qualcosa solo perchè lo ha detto corona#riprenditi o curati ma comunque mollami
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Denti
"Devi andare…"
Si era infilata sotto le coperte, nuda. Aveva fatto l’amore. Era andato tutto come doveva andare, aveva finto. Come sempre. Ed eccolo lì quello sguardo, quell'insofferenza, quel disinteresse. Glielo leggeva negli occhi come lo aveva visto in tutti gli altri. Non faceva quasi più male. Sgattaiolò fuori dal letto, senza dire nulla e si rivestì. Aveva la mente straordinariamente lucida e distaccata, indifferente. Una cena, un uomo, del sesso, il copione sempre uguale. Non serviva tirar fuori le emozioni, per una cosa così, gli uomini non le vogliono. Si impara a non darne, si impara a nasconderle, a camuffarle perché nessuno te le cerca: si può anche farne a meno.
Il calore effimero di quelle ore stava già sparendo dal suo corpo, al cuore non era neppure arrivato vicino. Sentiva che non lo avrebbe più rivisto e forse ne avrebbe scordato presto anche il nome. Peccato, pensò. Perché questo almeno aveva un sorriso bellissimo in cui per un attimo si era persa, fantasticando di poter restare ed essere la benvenuta. Ciò che aveva imparato sugli attimi era ormai diventato il suo credo: gli uomini ti arrivano in un attimo, bruciano in un attimo e in un attimo spariscono, non bisogna affezionarsi alle meteore. Si infilò il cappotto mentre lo guardava aprirle la porta.
"Allora, ciao" – le disse
"Buonanotte" – rispose lei
Agli addii spesso non serve altro. Nemmeno girarsi per guardarsi un’ultima volta. Se scegli di restare estraneo, lo resti sempre per chiunque. E lei rispettava le loro scelte, sparendo come gli attimi di cui conservava i ricordi e che le avevano tolto il futuro. Non era più tempo di illusioni, l’amore è solo una favola che ti racconti, addosso lascia solo segni.
[2015©Yelena b.] www.yelenabworld.tumblr.com
"Il sorriso è un gesto di clemenza del silenzio." (Achille Bonito Oliva)
Scusami. Ti scrivo solo per dirti questo: scusami. Ieri sera, mentre facevamo l’amore ho avuto paura: mi stavi mangiando pian piano il cuore e capivo che stavo innamorandomi di te, del tuo muoverti con disperata grazia su di me, del tuo odore e del tuo sapore. Delle tue labbra, che pur assaggiavo e gustavo. E ho avuto paura. Oggi capisco che mi sei entrata nelle vene.
Forse abbiamo corso troppo. Non c’è stata progressività: ci siamo conosciuti in rete e siamo finiti quasi subito a letto. Il forte bisogno di sentirsi cercati e accettati fa perdere il senno a chiunque. Siamo partiti dalla coda. E tu allora scrivimi o telefonami: interrompi il freddo insopportabile del silenzio che circonda entrambi da ieri.
Ho avuto paura perché pur stando con me, godendo finalmente entrambi dei nostri corpi, ieri tu facevi sesso con molta rabbia. Sembrava volessi farmi scontare le colpe di un altro uomo. Eri la portavoce guerriera dell’intero genere femminile nella sacra crociata contro quello maschile. Ma io non sono il nemico di nessuno. Semmai, sono nemico dell'odio. Sono un uomo solo apparentemente sicuro di sé, mentre invece custodisco e nutro senza dovermene vergognare una mia timida delicatezza interiore.
Ameresti la mia variegata fragilità d'animo, se la conoscessi. Vorrei solo vedere i tuoi denti, le tue labbra schiudersi per farmi partecipe di un tuo prezioso, raro e soprattutto autentico sorriso. Non quello formale, da geisha, per i clienti del tuo studio, ma quello vero. Che t'esca spontaneo semplicemente perché sei contenta, proprio felice dentro di vedermi. E di essere finalmente desiderata da un uomo: perché non è ancora peccato desiderare una donna, né lo è godere nell'essere oggetto di brama maschile.
Non è comune per me desiderare una donna qualsiasi e ieri c’è stata per il mio cuore una rivoluzione copernicana. Sul mio cammino ho trovato te. Non può essere un caso. Si: ho avuto paura di innamorarmi di nuovo. Si ha sempre paura, di qualcosa che si scopre di amare. Paura di perderla, paura di essere vulnerabile. Ancora curo le bruciature profonde e dolorose di due anni fa. E anche tu hai avuto l’anima lacerata. Sebbene tu non mi abbia ancora detto molto a riguardo.
Iniziamo da capo, col piede giusto: vuoi? Vediamoci stasera, magari domani o doman l’altro; che ne dici del weekend? Mi urgi. Decidi tu e per favore conosciamoci meglio. Schiudiamo le porte dei nostri pudori offesi. Spezziamo la cortina silenziosa che ci circonda. Non ti dirò più “devi andare.” E rinnovo la mia richiesta di scuse per averlo detto. Che vero cafone!
Provo vergogna. Sin da ora ti prego di venire e restare quanto vuoi, con i tuoi pensieri sdraiati sul mio torace: li accarezzerò e ti farò sentire a casa, protetta, coccolata. Mia veramente, stavolta. Mia. È il nostro autunno. E la vita in fin dei conti è solo un lentissimo, inconsapevole scivolare verso la fine. Accompagnami: insieme sarà più dolce.
RDA
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Senza amore sono nulla
Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi Amore, sarei come il bronzo che risuona o il cimbalo che tintinna.
E se anche avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza; se anche possedessi una fede così grande da trasportare le montagne, ma non avessi Amore, io non sarei nulla.
Paolo Prima lettera ai Corinzi 13:1-2
L'amore che tutto regge, tutto guida, tutto è. Noi solitari continuiamo a donarlo anche quando non ci viene dato o ricambiato. Amore prezioso che manca ma viene condiviso lo stesso con affetto, una parola o un gesto gentile.
cywo
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Parole
"Ha tette grosse, sorride e dice sempre di sì", così mi è stato detto di lei. Una frase che in altri contesti giudicherei maschillista, se non conoscessi chi l'ha pronunciata e se non fosse riferita a lei. Invece mi ha fatto piacere sentirla, anche se forse non credo fino in fondo che sia vera.
Al di là delle cattiverie assunte a scopo consolatorio a mo' di antidepressivo in gradazione che vanno dalle tonnellate di cioccolato metaforiche (ma anche no!) fino ad arrivare a vagonate di tavor metaforico, passando per altrettanto metoforiche benzo, quella frase (che chissà se corrisponde a verità, come mi piacerebbe credere) mi ha fatto riflettere.
Hai avuto bisogno di scegliere una donna molto più giovane di te che ti dicesse sempre sì e ti adorasse come un dio?
Un po' mi torna e un po' no. Torna con il tuo desiderio di essere compiaciuto (ma quanto intenso è questo desiderio e fino a quali confini si spinge non l'ho mai capito), ma mi stride con il ricordo del piacere che provavi nel confronto con una che sapeva tenerti testa e che non ti diceva sempre di sì.
Quella tensione ti piaceva, me lo ricordo bene. Ti piaceva. Niente di più, niente di meno. Ma soprattutto niente di più.
Mi sono ritrovata a pensare che, se davvero fosse così, se avessi scelto di stare con una con le tette grosse e che dice sempre sì perchè la volevi in quel modo, allora è stato giusto che non fossi io perchè io non sono così.
Oltre a non dirti sempre di sì, non ho nemmeno due tette grosse. Anzi, per essere precise, non ho nemmeno (più) DUE tette.
Forse davvero non sei tu la persona con cui avrei potuto costruire qualcosa di bello e profondo e sono ragionevolmente sicura che non lo sia nemmeno lui, anche se è una presenza di cui in questo momento ringrazio.
Forse davvero non mi sono costruita per stare in coppia. Libertà e condanna al contempo.
Chissà se sono fiera di non essere una donna e persona che dice sempre di sì. Chissà se, in altre situazioni e ad altre condizioni, continuerei a non esserlo.
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Non so cosa scrivere eppure mi sento l'anima nebulosa con tante cose dentro che nemmeno so decifrare.
Mi sento stanca e insoddisfatta. Non so cosa sto facendo e mi sento persa in un mezzo a un vuoto: non vedo una direzione, un'obiettivo, qualcosa. Vivo le giornate a comandi: questo mese fai il training, rispondi alle telefonate, fai i colloqui ecc ecc. Per il resto niente più.
Penso alla mia non-famiglia: non sento nessuno da quando sono partita. Va bene così, era quello che volevo ma non vuol dire che mi faccia stare bene. Mia madre e mio fratello sono a fare le vacanze che lei sognava di fare per festeggiare i suoi 50 anni. Mio padre non lo so né mi interessa.
Chiamo e sento solo i nonni - qualche giorno fa li ho videochiamati e mi sono teletrasportata nel mio paesello. Preparavano le cose per il ferragosto, mentre qui è stata una settimana lavorativa normale (e pure pesante per sto training a orari del cazzo).
Con la coppia indiana stiamo organizzando di scalare il monte Fuji il mese prossimo. Era una cosa che non ho potuto fare 5 anni fa, quando le mie conoscenti lo avevano fatto e che io ho proposto. Vediamo.
Mi sento molto a casa con loro. Mi meraviglio di come il sud sia sud in tutto il mondo: danno grande spazio al cibo, condividono sempre, mi chiamano sempre ma allo stesso tempo criticano tutti, sono pettegoli, sono talmente legati al loro cibo da non volerne sapere di nient'altro. Il risvolto della medaglia è che è un sud molto arretrato: ieri abbiamo visto un film e, a quanto pare, è ancora necessario che la donna sia vergine al matrimonio, il matrimonio combinato è ancora comune, le donne devono servire il marito e badare ai figli, sono devotissimi alla religione e mille altre cose che forse non si vedono più dai tempi dei miei nonni.
Penso a quante persone diverse io abbia incontrato da gennaio. In Erasmus ho fatto amicizia con una polacca, una greca e oggi me la rido con degli indiani, oltre a convivere con persone cinesi, messicane, ceche, francesi, americane, italiane e così via.
Paradossalmente sono in Giappone ma il giapponese lo uso pochissimo. Tutti prima di partire mi hanno detto:"Chissà come migliorerai col giapponese adesso" e invece all'estero succede che entri in delle bolle per cui nel tuo quotidiano parli tutt'altra lingua. Parlo in inglese stentato perché noto che se non ho un interlocutore madrelingua non metto sforzo né in pronuncia né in grammatica e parlo come mangio.
Dicevo, ci sono persone di ogni tipo ed alcune si sono lanciate verso il vuoto in questo paese senza sapere niente della lingua. Mi sono ricordata che al primo anno di università rifiutai la borsa erasmus che avevo vinto perché non c'erano più paesi disponibili che parlassero in inglese e per me era impensabile buttarmi in un paese di cui non conoscessi la lingua. Ad oggi lo farei ma sono passati 7-8 anni di vita nel mezzo e sono ormai adulta. Qui ci sono ragazzini di 20 anni stentati e alla loro età non avrei avuto il coraggio.
Per molti, o forse per tutti, questo è un paese di passaggio. Vieni, prendi il visto studentesco di 1 anno e te ne vai a casa, con la possibilità di aver detto di aver vissuto dall'alta parte del globo. Nessuno rimane e a ben dire (anche perché i giapponesi fanno lo stesso). Questo è un posto unico al mondo dove le cose sono così diverse da tutto il resto della normalità che gli studiosi lo hanno definito "Galapagos syndrome": esistono cose solo per i giapponesi perché questa è una società tutta particolare con esigenze proprie. Se non sei abituato a questa vita non riesci a fartene un'abitudine e se ci sei nato non riesci a vivere altrove. È un posto difficile, ben oltre le aspettative della gente comune.
L'altra volta sentivo il podcast de Il Post sui libri giapponesi sempre più amati in Italia e mi fa sempre ridere quella patina di fascino che hanno tutti quando si parla di qui. Mi fa sempre sorridere e far incazzare questa cosa. Il prof Coci intervistato nel podcast ha detto cose storicamente vere ma per come le ha dette erano cagate per me. Eppure anche io ne sono stata vittima e vivo tuttora a mie spese le conseguenze di questa infatuazione.
Così come mi fanno ridere sia italiani e indiani che dicono:"A me interessa solo la lingua, la cultura non mi interessa". Come se le due cose si potessero separare così, all'acqua di rose.
Ripensandoci forse a Rovigo stavo meglio. Chissà se potrò trovare la serenità anche in questo paese.
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𝒞𝒶𝓅𝒾𝓉𝑜𝓁𝒾 𝒾𝓃 𝑒𝓁𝒶𝒷𝑜𝓇𝒶𝓏𝒾𝑜𝓃𝑒...
Ecco a voi la lista di tutti i capitoli in elaborazione. Non so esattamente quando arriveranno o quando li pubblicherò ma in tanto saprete quello che ho in cantiere per voi
𝚈𝚊𝚗𝚍𝚎𝚛𝚎 𝙲𝚊𝚜𝚜𝚒𝚜 𝙿𝚎𝚍𝚊𝚕𝚒𝚊𝚗 𝚡 𝚛𝚎𝚊𝚍𝚎𝚛 𝚙𝚝.𝟸
ᴿᴵᶜᴴᴵᴱˁᵀᴬ
Pubblicato
𝚂𝚒𝚗𝚘𝚜𝚜𝚒 Due anni dopo il ritorno Cassis Pedelian, stai organizzando le tue nozze con lui, con tuo grande dispiacere. Tuttavia la presenza a te familiare metterà i bastoni tra le ruote agli intenti di Cassis di legarti a se.
𝑸𝒖𝒊 𝒍𝒂 𝒑𝒂𝒓𝒕𝒆 𝟏
𝚈𝚊𝚗𝚍𝚎𝚛𝚎 𝙰𝚛𝚝𝚑𝚞𝚛 𝙿𝚎𝚗𝚍𝚛𝚊𝚐𝚘𝚗 𝚡 𝚛𝚎𝚊𝚍𝚎𝚛
Pubblicato
𝚂𝚒𝚗𝚘𝚜𝚜𝚒 Dopo 16 anni di lontananza da Camelot vieni costretta a tornare, inconsapevole di quanto si cambiato il tuo piû caro amico.
𝚈𝚊𝚗𝚍𝚎𝚛𝚎 𝙰𝚚𝚞𝚊𝚖𝚊𝚛𝚒𝚗𝚎 𝙷𝚘𝚜𝚑𝚒𝚗𝚘 𝚡 𝚛𝚎𝚊𝚍𝚎𝚛
𝚂𝚒𝚗𝚘𝚜𝚜𝚒 Alla ricerca dell’assassino di sua madre, Aqua si ritrova davanti alla figlia di una cara amica di Ai. L’unica persona che potrebbe conoscere uno dei segreti di Ai è morta e rimani solo tu con un grande segreto per lui.
𝚈𝚊𝚗𝚍𝚎𝚛𝚎 𝙹𝚎𝚛𝚎𝚖𝚢 𝙰𝚐𝚛𝚒𝚌𝚑𝚎 𝚡 𝚛𝚎𝚊𝚍𝚎𝚛
ᴿᴵᶜᴴᴵᴱˁᵀᴬ
𝚂𝚒𝚗𝚘𝚜𝚜𝚒 Sei una cameriera al servizio degli Agriche, con l’unico intento di sopravvivere a questo inferno. Il tuo piano di usare come scudo il tuo giovane maestro viene dato alle fiamme dallo stesso Jeremy, infatuato dell’unica persone che gli si stata accanto.
𝚈𝚊𝚗𝚍𝚎𝚛𝚎 𝙲𝚊𝚜𝚜𝚒𝚜 𝙿𝚎𝚍𝚎𝚕𝚒𝚊𝚗 𝚡 𝚛𝚎𝚊𝚍𝚎𝚛 - 𝚈𝚊𝚗𝚍𝚎𝚛𝚎 𝚁𝚘𝚡𝚊𝚗𝚗𝚊 𝙰𝚐𝚛𝚒𝚌𝚑𝚎 𝚡 𝚛𝚎𝚊𝚍𝚎𝚛 - 𝚈𝚊𝚗𝚍𝚎𝚛𝚎 𝙹𝚎𝚛𝚎𝚖𝚢 𝙰𝚐𝚛𝚒𝚌𝚑𝚎 𝚡 𝚛𝚎𝚊𝚍𝚎𝚛 - 𝚈𝚊𝚗𝚍𝚎𝚛𝚎 𝙳𝚒𝚘𝚗 𝙰𝚐𝚛𝚒𝚌𝚑𝚎 𝚡 𝚛𝚎𝚊𝚍𝚎𝚛 -
ᴿᴵᶜᴴᴵᴱˁᵀᴬ
𝚂𝚒𝚗𝚘𝚜𝚜𝚒 Uno strano scherzo del fato. Un filo rosso collegato al tuo mignolo ti collega alla tua anima gemella. Sei cosi entusiasta di essere l’unica a poterlo vedere, tanto che perdi di vista il fatto che la persona dall'altro parte del filo non sia molto innocua.
𝚈𝚊𝚗𝚍𝚎𝚛𝚎 𝚁𝚊𝚔𝚒𝚎𝚕 𝙴𝚍𝚎𝚛𝚟𝚎𝚗𝚗𝚎 𝚡 𝚛𝚎𝚊𝚍𝚎𝚛 ( 𝙼𝚒𝚗𝚘𝚛𝚎 𝚈𝚊𝚗𝚍𝚎𝚛𝚎 𝙿𝚕𝚊𝚝𝚘𝚗𝚒𝚌𝚘 𝙼𝚊𝚛𝚒𝚊𝚗𝚗𝚎 𝙴𝚍𝚎𝚛𝚟𝚎𝚗𝚗𝚎 )
Pubblicato
𝚂𝚒𝚗𝚘𝚜𝚜𝚒 Tornata indietro nel tempo a prima che conoscessi Rakial, vuoi fare di tutto per evitare il vostro incontro. Inconsapevole dei Piani di Marianne e dell'infatuazione di Rakial per te. Non era così che era andata la prima volta.
𝚈𝚊𝚗𝚍𝚎𝚛𝚎 𝙼𝚘𝚛𝚝𝚎 𝚡 𝚛𝚎𝚊𝚍𝚎𝚛 𝚡 𝚈𝚊𝚗𝚍𝚎𝚛𝚎 𝚃𝚘𝚍 𝚡 𝚈𝚊𝚗𝚍𝚎𝚛𝚎 𝙶𝚘𝚎𝚝𝚑𝚎
Pubblicato
𝚂𝚒𝚗𝚘𝚜𝚜𝚒 Uno strano comportamento e senso di estraneità ti colpisce, insieme ai comportamenti insoliti dei tre mietitori. Tutto sembra avere qualcosa che non va. Ma che cosa?
𝚈𝚊𝚗𝚍𝚎𝚛𝚎 𝙷𝚊𝚍𝚎𝚜/𝙰𝚕𝚘𝚗𝚎 𝚡 𝚛𝚎𝚊𝚍𝚎𝚛
ᴿᴵᶜᴴᴵᴱˁᵀᴬ
𝚂𝚒𝚗𝚘𝚜𝚜𝚒 ???
𝚈𝚊𝚗𝚍𝚎𝚛𝚎 𝙰𝚗𝚊𝚜𝚝𝚊𝚜𝚒𝚞𝚜 𝙳𝚎 𝙰𝚕𝚐𝚎𝚛 𝙾𝚋𝚎𝚕𝚒𝚊 𝚡 𝚛𝚎𝚊𝚍𝚎𝚛 𝚙𝚝. 𝟸
ᴿᴵᶜᴴᴵᴱˁᵀᴬ
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𝚂𝚒𝚗𝚘𝚜𝚜𝚒 Non c’era modo che Anastasius potesse capire quella donna. Anche quando avrebbe potuto avere un’intera corte alla sua merce, lo aveva liquidato.
𝑸𝒖𝒊 𝒍𝒂 𝒑𝒂𝒓𝒕𝒆 𝟏
𝚈𝚊𝚗𝚍𝚎𝚛𝚎 𝙹𝚞𝚍𝚎 𝙳𝚞𝚊𝚛𝚝𝚎 𝚡 𝚛𝚎𝚊𝚍𝚎𝚛 𝚡 𝚈𝚊𝚗𝚍𝚎𝚛𝚎 𝙲𝚊𝚛𝚍𝚊𝚗 𝙶𝚛𝚎𝚎𝚗𝚋𝚛𝚒𝚊𝚛
Pubblicato
𝚂𝚒𝚗𝚘𝚜𝚜𝚒: Gira voce, all’alta corte, che l’Alto Re e l’Alta Regina abbiano un amante condiviso. Il mistero sulla sua identità assilla il popolo nel mentre c’e chi cerca di mantenerlo ancora segreto.
𝚈𝚊𝚗𝚍𝚎𝚛𝚎 𝙿𝚊𝚞𝚕 𝙰𝚝𝚛𝚎𝚒𝚍𝚎𝚜 𝚡 𝚛𝚎𝚊𝚍𝚎𝚛
Pubblicato
𝚂𝚒𝚗𝚘𝚜𝚜𝚒: In una notte come tanto Lady (nome), va a far visiti suo futuro marito nelle sue stanze, nella speranza che potesse risparmiare la vita del suo ex-amante.
𝙿𝚞𝚋𝚋𝚕𝚒𝚌𝚊𝚣𝚒𝚘𝚗𝚎↬ 01/05/2023
𝚃𝚎𝚛𝚖𝚒𝚗𝚊𝚝𝚊↬ ???
#post in cantiere#yandere x reader#anime e manga#x reader#yandere oshi no ko#yandere manhwa x reader#yandere anime#yandere character x reader#yandere the way to protect the female lead's older brother x reader#yandere 4koda#yandere#yandere owari no seraph#yandere who made me a princess
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L'ultima volta che ho visto l'Inter andare in finale di Champions ero in terza superiore.
La sera della semifinale ero ospite a casa di due miei carissimi amici, fratello e sorella, insieme ai genitori e alla morosa del fratello, tutti e sei interisti sfegatati: con una formazione 2-2-1-1 (ovvero i genitori su un divano, le ragazze sull'altro e io e il fratello sulle sedie), qualche birra e il ventilatore, comincia Inter-Barcellona.
La partita inizia male e prosegue peggio, l'Inter va sotto di un gol e in casa c'è disperazione, finché arriva una distrazione da fuori: una macchina sta facendo avanti indietro nella strada chiusa, sgasa, clacsona e tiene la musica a palla. Nessuno si fa troppe domande finché la morosa del fratello, con un filo di voce, dice di sapere chi è a farlo: il suo ex, che la stalker già da tempo.
I genitori si guardano, il fratello è parecchio nervoso e la ragazza fissa il pavimento; ma la macchina se ne va e la partita riprende.
L'Inter pareggia ma soffre da matti, e sul finire del primo tempo riappare la macchina, con clacson sgasate e tutto quanto. La ragazza è sull'orlo delle lacrime. Fischia l'intervallo e la macchina si ferma esattamente davanti all'ingresso del condominio. In questa orgia di clacson e bestemmie contro Thiago Motta il padre si alza, prende le chiavi e dice "ora scendo e gliene dico quattro".
Esplode la casa.
La madre scoppia a piangere, la ragazza lo prega di non andare, il figlio è bianco come un cencio, ma lui non ascolta nessuno; attraversa la cucina, arriva alla porta e davanti ci sono io. Gli sussurro "non si rovini la serata per questo cretino..." ma lui mi fa l'occhiolino ed esce.
Ci sono due cose importanti da sapere sul padre: è siciliano (come la madre) trapiantato in Emilia, ed è uno degli uomini più gentili, colti e delicati che conoscessi.
Con cinque spettatori sul balcone come testimoni esce di casa, si piazza in mezzo alla strada, e la BMW (bc of course) del tamarro gli si ferma davanti.
E lui, 100kg di gentiluomo meridionale, tira un cazzotto epico sul cofano.
"SCENDI DA QUELLA MMMINGHIA DI AUTO" grida con un accento palermitano che non è più il suo da due decenni. Lo stalker saggiamente rimane dentro.
Allora si avvicina al finestrino, e con un volume sempre più alto e una mise sempre più da Padrino gli spiega che se lo rivede sotto casa, lo andrà a cercare. Se sentirà il suo nome, lo andrà a cercare. Se suo figlio o la ragazza verranno colpiti da un fulmine, lo andrà a cercare.
"CAPISTI, AH?" gli dice in un siciliano sempre più macchiettistico. Lo stalker sta per rispondere. Il padre tira un altro cazzotto sul cofano. Non vuole sentire parole. Lo stalker fa cenno con la testa di sì, accende il motore e sparisce.
Risale le scale a secondo tempo iniziato da qualche minuto. All'ingresso ci sono sempre io, stavolta con una birra aperta in mano, che gli passo. "Lei è il mio eroe personale" gli dico. "Lo so!" risponde con un sorriso. Va a consolare sua moglie, si scusa con il figlio e la ragazza per essere intervenuto in cose non sue, e sprofonda sul divano.
Come finisce la serata è scritto nella storia: l'Inter rimonta e vince 3-1. Un mese esatto dopo vincerà la Champions League. È il 2010, e da allora nessuno ha mai più rivisto lo stalker nella mia città.
Pazza Inter, interisti più pazzi.
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Così è iniziato tutto...mi sentivo straordinaria perchè così mi vedevi e sentivi.
È finita che hai scelto di ignorare tutto il buono fatto per qualcosa che ti avevo nascosto per evitare discussioni per evitare di farti sentire male un qualcosa che vedevi solo tu, creato da te, una esasperazione di tutto che tu stesso hai scatenato.
Ci venivamo incontro. Era reciproco pensavo, ma tu ti sei sempre sentito ai miei comodi e non lo sapevo. Anche io ho cercato di avvicinarmi ai tuoi bisogni, alle tue esigenze spesso diametralmente opposte alle mie ma lo ho sempre considerato parte di noi, non un peso da farti notare ora. Con te era tutto diverso, noi eravamo diversi. Chissà se per te post covid davvero esisteva un NOI. Qualcuno che avevamo creato tu ed io. Davvero ti sorprende e puoi biasimarmi oggi se vedo tutto cadere nell'incertezza? le conversazioni, i nostri momenti sia belli che brutti, ultimamente ormai più brutti, la mia voglia di capirci, la mie lamentele per il tuo distacco, i chiarimenti che non hanno evidentemente mai chiarito nulla... quanto ho giustificato pure io... quanto ti aspettato che tornassi mentre il marchio che mi hai messo non te lo permetteva e credimi piu ci penso piu mi immedesimo in tutto quel male che sentivi. Quanto ho cercato di comprendere anche quando non volevi essere capito forse.
Il mio bagaglio emotiv onon è mai stato un mistero e solo tu pensavo mi conoscessi...la paura dell'abbandono, la mia ricerca disperata di stabilità, l' impulsività che ha causato troppi guai tra di noi, la mia necessità di essere contenuta in diverse situazioni e di avere un compagno che attraversasse la vita con me, il mio bisogno di comunicare in modo spontaneo.
Ma tu hai sempre preferito comunicare con te stesso, trarre le tue conclusioni arbitrariamente. Io invece ho sempre bisogno del confronto per fare anche talvolta passi indietro, scusarmi e voler imparare a fare meglio. Ho bisogno di capire, analizzare, riflettere insieme e ripercorrere per poi però saper mettere un punto e andare avanti solo cosi rimetto insieme i pezzi. Non pretendo tu sia come me ma i pezzi non li hai saputi rimettere insieme in anni. E io non sapevo tu fossi fermo là. Perdonami quindi per non averti forse saputo accompagnare nella guarigione.
Dicevi di voler superare ma vibravi in altro senso non te ne faccio una colpa e solo oggi lo vedo chiaro avanti a me.
Potrei definirmi un'anima errante. Certo ..cercavo uomo della mia vita mentre era ora di preparare cena per il marito...questo pensavi di me mentre facevamo entrambi! Salti mortali per fare parte della vita dell'altro.
Per sempre tua.
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Solitamente per chiunque è l'amore al centro della propria vita, tutto ciò su cui si costruisce tutto. Io, al centro, ho messo il lavoro. Dopo una settimana dalla morte di papà, sono ritornata dietro la scrivania come se niente fosse, morendo un pochino dentro ogni volta in cui qualcuno mi dava le condoglianze. Lo sapevano tutti. Sono ritornata lì il giorno dopo l'aborto e quando, dopo un mese, ebbi un'emorragia, organizzavo l'ufficio mentre dovevo essere in ospedale. Sabato mattina, appuntamenti confermati, si dovevano fare. Stavamo salvando vite? No, non ne salviamo, ma stavo salvando la mia. Subito dopo il primo controllo, che non era andato bene, ero lì di nuovo in ufficio e la mia collega che, preoccupata, mi disse:"Se non ti conoscessi, penserei che stai bene" Io dentro ero morta, con la paura di aver abortito l'unico figlio che avrei potuto avere.
B. ha tenuto insieme i pezzi quando non sapevo nemmeno io quanto fossi distrutta.
E ora la lascio.
Chi terrà insieme i pezzi da domani?
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Non cerco un percorso per essere lasciata in pace e, se anche lo conoscessi, non lo insegnerei mai.
È meraviglioso lasciarci disturbare dalla vita, dagli altri e nello stesso tempo non restarne schiacciati.
Non si tratta di essere imperturbabili, ma imperturbati dal turbamento, accogliere ogni visitatore, e si sa, i piú scomodi e molesti hanno grandi doni in tasche nascoste.
E accogliere non è accettare, si può accogliere l’inaccettabile, e poi ci si può piú efficacemente ribellare, spingere via, scappare, denunciare, quando è necessario.
Si è vivi e saper dire o urlare: «No!» è una delle facoltà umane piú onorevoli.
C’è una bellissima parola negli scritti del Buddha:
nibbidā.
Significa “sereno disincanto”.
Di solito, noi siamo sereni quando siamo incantati, illusi, e quando ci ridestiamo, ci disincantiamo, diventiamo amari, cinici, sfiduciati.
Ma in questa parola c’è un invito che, come in tutte le parole del Buddha, è anche un percorso e una visione.
Il disincanto può essere sereno perché ci aspetta l’incantevole realtà, la serenità profonda dell’abbandonarsi a e non dell’essere abbandonati da.
Tutto scorre e posso abbandonarmi allo scorrere, anziché costantemente lottare con la corrente, posso entrare nella corrente, farne parte.
Chandra Livia Candiani
Il silenzio è cosa viva
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-“Perché tra gli altri proprio lui?”
-“Perché lui era come me. Quando lo vidi per la prima volta sembrava che lo conoscessi da una vita, e lui conoscesse me. Ci vidi qualcosa di simile a me nei suoi occhi, non so come sia potuto accadere ma anche se eravamo perfetti sconosciuti è come se lui mi riconoscesse ogni volta.”
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Se fossi Dio e conoscessi il segreto farei un essere identico a te; lo proverei (alla maniera dei fornai quando assaggiano il pane, cioè: con la bocca), e se quel gusto fosse uguale al tuo, cioè il tuo stesso odore, e il tuo modo di sorridere, e tacere, e stringermi la mano severamente, e baciarci senza farci male - di questo sono sicuro: ho messo tanta attenzione quando ti bacio—; allora, se fossi Dio potrei replicarti e replicarti, sempre uguale e sempre diversa, Senza mai stancarmi dello stesso gioco, senza nemmeno trascurare quella che eri per quella che saresti stata dal nulla; Non so se mi spiego, ma voglio chiarire che se io fossi Dio, farei il possibile per essere Ángel González amarti come ti amo io, aspettare con calma che tu crei te stessa ogni giorno per sorprendere ogni mattina la luce appena nata con la tua stessa luce e chiudere l'impalpabile sipario che separa Il sogno dalla vita, resuscitandomi con la tua parola, felice Lazzaro, io, ancora impregnato di ombre e di indolenza, sorpreso e assorto nella contemplazione di tutto ciò che, insieme a me stesso, recuperi e salvi, sposti, lasci abbandonato quando — poi — taci... (Ascolto il tuo silenzio. Odo costellazioni: esisti. Credo in te. Ci sei. Mi basta).
Ángel González, Mi basta così, da Trattato di urbanistica, 1967
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questa notte ho sognato qualcosa di veramente molto bizzarro perché appena svegliata ho avuto una consapevolezza che mi ha portato ad una tristezza immotivata, mi pare di ricordare qualche frangente. c’era un cane davvero grande e non ricordo se fosse un pastore tedesco oppure un terranova comunque correva in un prato grande e neanche troppo affollato, se non dai vecchietti che portavano anche loro un cane a correre. l’altra razza di cane loro era però un chihuahua bianco e marrone, non riesco a capire se stessero giocando o meno però a na certa vi giuro si sono azzannati il bello è che i signori pensavano a litigare fra di loro che spostare sti cani allora io non lo so che pensavo de fa l’eroina della situazione e nonostante non conoscessi nessuno dei due cani ho provato a tirare il guinzaglio ad uno ma si è girato verso di me e mi è saltato addosso però ridevo invece di piangere perché credevo che stesse giocando nsomma non lo so se ho una specie di autismo o meno però non ho chiesto aiuto quando ha rincorso me successivamente son riuscita a scappare fine del sogno non ci ho capito un cazzo però appena mi sono svegliata ho sentito un cane abbaiare ed ho pensato a quel piccolo chihuahua ora sono triste
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mi ero allontanata perché tu non volevi ferirmi con la verità nonostante io la conoscessi già, e tu al posto di provare a tenermi mi hai lasciato stare perché ormai ti eri fidanzata. ultimamente abbiamo fatto una videochiamata e condividendo il tuo schermo ho notato che mi avevi salvato con nome e cognome. io non l'ho mai cambiato perché nonostante il tuo modo di fare mi mancavi e mi sentivo ancora un pò vicina anche se incazzata. so che è solo un nome in rubrica ma è una di quelle sciocchezze che magari ti pesano per come sono andate e ancora vanno le cose. quando ti ho chiesto perché l'hai fatto mi hai detto 'è stato un periodo buio' ma so già perchè ti sei comportata così. altra cosa è che durante quella stessa chiamata mi hai mostrato una foto dicendo che fosse il tuo ex. ed io conoscendo quelli che hai avuto prima di me so che era il tipo (o uno dei tipi) con cui sei stata nel periodo in cui ci siamo allontanate e bho mi ha toccato anche quello diciamo così. non voglio neanche sembrare oppressiva o altro perché so che non ti piace fare discorsi del genere dato che ti mettono a disagio e vai in panico, quindi cerco solo il momento giusto. per ora son contenta di parlarti ancora e vederti ancora. anche se siamo ancora lontane.
non so neanche io se mi piaci ancora o cosa ma mi mancava davvero tanto ridere con te di qualsiasi cosa. di come non riesci a fare una pizza di come cerchi di giocare a cose che ti consiglio io anche se non sono il tuo genere, di come io faccio la scema con la play e tu mi ridi appresso, di come quando abbiamo cucinato insieme, di come ci parliamo ancora dei nostri problemi senza problemi lol. mi mancava. e noto che mancava anche a te. e che sei confusa tu come lo sono io. uff.
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È passato un anno e io non riesco a soffocare la rabbia che provo nei tuoi confronti. Ho taciuto per un anno intero, sono caduta nella disperazione e il mio mondo si è disintegrato, ma tu cosa minchia puoi saperne? Rinchiuso lassù su quel monte, a guardare i frammenti dall'alto della tua intoccabilità. Stronzo egoista. Se penso alle foto che anni fa io e lei ci scattavamo chiuse nel bagno della tua sala prove. Se penso alle risate da bambine. Ti sei preso quello che hai voluto senza minimamente tenere in considerazione il dolore che avresti potuto causare. Passo le notti a sognare di prenderti a pugni, a morsi persino, tanto atavico e primordiale è il dolore che provo. Passo le notti in preda all'angoscia e le giornate spezzata in due. Mi muovo nel mondo come fossi una macchina, non ho più niente se non un surrogato di esistenza. Mi hai rovinato la vita, senza avere mai avuto la minima cura non tanto di non fare del male a me, perché ero una conoscente, ma di non rovinare una storia che era di una bellezza e di una purezza tanto sacre che non credo potrai mai comprendere il peso incommensurabile delle tue azioni. Mi hai strappato via il sorriso vero, la gioia profonda, la poesia, la musica, la tenerezza e l'amore, ogni parvenza di alito vitale. Hai calpestato la mia vita e non hai mai nemmeno avuto le palle di scusarti. Perché lo hai fatto? Non che io non conoscessi la tua reputazione, lo sapevo già quanto fossi viscido, ma perché a me? Non lo sai quello che ho dovuto affrontare nella mia vita per riuscire a provare finalmente un minimo di fiducia nel genere umano, perché mi hai strappato via la possibilità di fidarmi di qualcuno? Perché non ti sei fermato mentre profanavi un cuore non tuo? Mi hai lasciato solo angoscia, rabbia, ansia e umiliazione, al punto che non me ne frega nulla di sotterrarmi così. Da tempo ormai ho smesso di preoccuparmi della forma. Non meritavo nulla del genere, non in quel periodo soprattutto, ma tu che ne sai? Che ne sai che mi hai portato via l'amore più bello della mia vita mentre piangevo la morte di una delle persone più importanti per me? Che ne sai che hai ferito a morte quell'amore mentre stavo ancora cercando di dimenticare le scene di una malattia terminale che mi hanno trasformata, in quei mesi? Che ne sai di come tutti ci dicevano quanto volessero una storia come la nostra, quando ci guardavano? Perché hai insozzato una cosa così pura? Ho desiderato tu non fossi mai esistito in questo anno, ho sperato di saperti sofferente provando vergogna per queste pulsioni, ma la verità è che quella rimasta senza nulla sono io, e non capirò mai per quale motivo tu abbia deciso di distruggermi con tanta leggerezza. Non ti perdonerò mai, non riuscirò mai a soffocare l'odio viscerale che provo nei tuoi confronti per esserti messo in mezzo. Mi hai lasciato un peso nel cuore enorme che non so se sarò mai in grado di alleggerire, dal momento in cui non riesco ancora a sopportarlo senza crollare. Mi hai dato un dolore che è grande quanto l'amore che ho provato per lei per cinque anni e che lì è rimasto, ma contaminato. Un amore così bello che non so se riuscirai mai a provare o persino immaginare, altrimenti non ti saresti mai permesso di sputarci sopra, approfittando di un momento di debolezza in cui non avevi il minimo diritto di entrare, un momento che hai dissacrato totalmente, come hai dissacrato la nostra storia, la mia storia, la mia vita.
Ti odio profondamente, non ho mai scritto a nessuno queste parole. Ma ti odio ferocemente per avermi distrutta, per avermi spezzata e avermi trascinata in questo limbo.
Non capirò mai per quale motivo tu abbia deciso di distruggermi come fossi il verme più inutile dell'universo. Ma il vero verme sei solo tu.
E la verità è che nemmeno insultarti mi fa sentire meglio.
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