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Luigi Bruti & Roberto Lanciotti – A New Dream - Arranger Workstation (1995)
#album art#music#1990s#luigi bruti#roverto lanciotti#synth#electronic#jazz#smooth jazz#jazz funk#synth funk#roland g-800#roland synth
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Arranger Legacy | Roland RA-95
A metà degli anni 90, il dominio commerciale di Roland nel mercato degli arranger dilagava. La filiale produttiva di Acquaviva si poneva di fronte alla casa madre giapponese con orgoglio avendo dimostrato un settennio di vendite straripanti, al punto da far quasi impallidire i ricavi dei modelli giapponesi. Gli italiani avevano cucito attorno al generatore sonoro MT-32 un corredo di stili di…
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#arranger legacy#e-66#francesco rauchi#giorgio marinangeli#luigi bruti#marcello colo#pro-e#ra-30#ra-90#ra-95#riccardo gerbi#roberto lanciotti
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___ LWC//likewearingclothes
#lwc#lwc likewearingclothes#cool brand#new brand#new talents#luigi celenza#designer#fashion designer#look book#ss17#reihan bruti#man model
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I&f RotoWeb Illustrato luglio 2021 “Per Niccolò Ciatti - Fatti non foste a viver come bruti...” Il debutto di “Per Niccolò Ciatti - Fatti non foste a viver come bruti...” è previsto il 12 agosto a Scandicci alle 21.15 in Piazza della Resistenza. Il sindaco di Scandicci ha aderito con entusiasmo alla proposta che è della Associazione Alice in cerca di teatro no-profit in collaborazione con la Onlus Niccolò Ciatti. Ugo De Vita lo ha scritto con Luigi, Cinzia e Sara Ciatti, il testo è un recital di una trentina di pagine, si compone di prose, versi e musiche, con al violino il grande maestro Fabio Consiglio, che era accanto a Gigi Proietti nel suo “Cavalli di battaglia”. “Proprio attraverso una pagina di teatro civile come questa - dice Ugo De Vita - Firenze e Scandicci questa estate grideranno la richiesta di giustizia per Niccolò alla Spagna e al mondo intero.” Riccardo Rescio per Italia&friends Firenze 17 luglio 2021 (presso Scandicci Piazza della Resistenza) https://www.instagram.com/p/CRa3OPwrH7B/?utm_medium=tumblr
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NOIR Release Official Video "Daydreaming"
NOIR Release Official Video “Daydreaming”
NOIR, the new project led by Cristiano Pagani and Marco Raccichini with Luigi Bruti’s collaboration, born from the ashes of PTSD, present the official video of the song “Daydreaming”, a cover of RADIOHEAD‘s classic and first official released song by the Italian band. The video was directed and shot by Andrea Speca and Chiara Gualterio of Giovani Elettrici Film…
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CABIN FEVER - produced by Hans-Jörg Scheffler 70 musicians from 12 count... Cabin Fever ! I'm proud to be a part of it ! 640 seconds of audiovisual sensory overload created by 70 musicians remotely from 12 countries over the course of 3 months. Jean Phillipe Rykiel (Rhodes/Synth), Eric Mouquet (Synth, Haaken Continuum) Ludovic Beier (Accordina), Jean Mi Kajdan (Guitar), Norbert Galo (Guitar) Hervez Dupres (Guitar), Claire Galo-Place (Harp) Benoit Tioneb (beatbox) Raphaelle Brochet (Vocals), David Ahlund aus Schweden (Rapvocals), Tatsuya Nishiwaki(Chromatic Harmonica), Gaku Terauchi (Singende Säge) und Shanti(Vocals) aus Japan , Tommy Snyder(Percussion, Flute, Vocals), Scott Tibbs (Keyboards) Thomas Lang (Drums) Mike Babitt (Vocals) Mark Altekruse (Guitar) und John Ohnmacht (akustische Gitarre) Don Lewis (LEO, Vocals)aus den USA, Stephane Pigeon (Obertongesang) und Bastiaan Barth (Keyboards) und Jeroen Ravensloot (Synth)aus Belgien, Erlend Krauser (Gitarre) , Eugen Leonhardt (Guitar) Gundy Keller (Git/Drums/Bass) Nastassja Gulia (Vocals) Moira Serfling (Vocals, Bluesharp), Tom Baetzel (Gitarre/Bass/Beatbox), Ufo Walter (Bass) Lukas Ruschitzka (Keyboards) Bertram Ernst (Keyboards,Vocals), Markus Pocholek (Synth) Christian Wissing (Vocals) Ernst Galla (Guitar/Vocals), Thomas Dill (Guitar), Paul Fischer (Vocals,Tuba/TinWhistle/Streichpsalter). Heyko Gülicher (Bass), Timo Ickenroth (Percussion) Martin Pfuhler (Bass), Manni Miketta (Bass), Ede Hellwig (Dudelsack, Gitarre, Bass, Sprachsynthese) Dirk Brandt (Drums) Jan Fride (Drums) Matthias Knorr (Drums) Hans Peter Salentin (Horns) Torsten Kamps (Sax/Flute) und Peter Wölke (Sax) Bastian Richter (Vocals) und Karsten Meusel (Vocals) Jan Giesecke (Federphon)und Ingo Borgardts (Bass Klarinette)aus Deutschland. John Maul (Piano) Jay Stapley (Guitar), Dave Spiers (Synths)und Jacob Collier (Vocals) aus England, Martin Tichy (Violine) Claudia Tichy(Vocals) Penelope (Beatbox) aus Österreich, Luigi Bruti (Akkordeon aus Italien) Elizaveta Khripounova (Vocals aus der Ukraine) Luis Ribeiro (Congas aus Brasilien) Makinto (Flute/Vocals) World citizen Artemiy Pavlov (Synth aus der Ukraine) Adrian Scott (Vocals) aus Australien, Jerry Korvarsky(Keyboards) aus Hawai If you like please share it to make it go "viral"!MOINS
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“Siamo stati l’ultima avanguardia! Ma nessuno ci ricorda più”. Dialogo con Giancarlo Pagliasso sull’Arte Debole
Chiacchierando col teorico dell’Arte Debole, GianCarlo Pagliasso, ho potuto finalmente comprendere che cosa fu il movimento da lui guidato, e quali furono le critiche che questo portava in essere. Proprio perché si fondava su una critica, Pagliasso rivendica: «Siamo stati l’ultima avanguardia! Ma nessuno ci ricorda più». Effettivamente quel periodo dell’arte italiana, seppur molto prolifico, ci è ancora troppo vicino per “meritare” una storicizzazione compiuta, quasi come se occorresse la morte d’ogni suo partecipante per poter chiamare in ballo la storia. Contrariamente a ciò, oggi, quest’ultima è talmente contemporanea da estinguersi compiendosi; come dice Pagliasso: «Se non vieni storicizzato sul nascere, oggi non esisti».
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Renato Alpegiani, “Senza titolo”, 1997
L’Arte Debole fu un movimento artistico comparso a metà anni ottanta, e che si sciolse nei primi anni novanta. Il nucleo fondatore era già impegnato in una precedente realtà: il Gruppo di Ricerca Materialista (G.R.M.; composto da Pagliasso, Ghiazza e Saini), che si prestava particolarmente all’arte performativa. A questo si aggiunse una coppia di pittori, Alpegiani e Antinucci; e tre designer: Santachiara e gli scomparsi Ester e Scacchetti. Come suggerisce il nome stesso, l’Arte Debole si votò all’insegnamento del filosofo Gianni Vattimo e del suo Pensiero debole – essendo stato, Pagliasso, allievo di Vattimo quando ancora insegnava Estetica nella sua Università di Torino. Alla luce dell’importante prassi teoretica vattimiana, consolidatasi nel 1983 con l’opera Il pensiero debole, Pagliasso ritiene d’aver trovato il punto d’appoggio per sostanziare la ricerca già intrapresa dal G.R.M. – ciò porterà all’Arte Debole, prendendo in prestito una definizione del critico Flavio Caroli.
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La poetica della detta avanguardia (descritta da Pagliasso nella raccolta di saggi Déjà Chimera) è strettamente legata al raggiungimento vattimiano: laddove l’Essere non può più essere indicato nell’ente, l’arte non potrà più intrappolare l’Assoluto (né discuterne) – giacché ipotizzarne la ricerca, e soprattutto l’esistenza, sarebbe una presunzione metafisica; su questa riga l’Arte Debole tentò di rappresentare il superamento della comprensibilità dell’Essere attraverso i suoi metaforici “resti”: degli elementi bruti. Internamente alle dinamiche postmoderne, il Pensiero debole segnò il passaggio (ultimo) dalla metafisica all’antropologia filosofica – con questa “grave colpa storica” subì un’infinità di critiche da parte dei propri avversari teoretici (possiamo ricordare le querelle tra Vattimo e il fu Viano), e l’incomprensione dei più: che ancora non sanno intendere il significato del termine debolezza, nel dizionario debolista. La stessa sorte toccò all’Arte Debole: tacciata d’impoverire la missione dell’arte, di ridurla all’inutilità. Ciò fu completamente scorretto, proprio perché l’Arte Debole si poneva profeticamente come segnalatore d’un pericolo (internamente al mondo artistico): essa temeva che l’arte potesse divenire una realtà fredda, incapace di dialogare umanamente coi propri fruitori – il suo intento, infatti, era marxianamente critico, dice Pagliasso: «Volevamo prevenire la deriva mercatista creando un’arte popolare, capace di comunicare con chiunque: anche mediante gli oggetti quotidiani, e quelli disusati».
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GianCarlo Pagliasso, “L’inganno”, 1990
Proprio per questo, l’Arte Debole, tentava di riscoprire il kitsch (da sempre, e inconsapevolmente, prediletto dal gusto massificato) con opere plastiche dal carattere povero e relativamente gradevole. Infatti in una replica d’annata, Pagliasso asserì che l’Arte Debole cercasse di descrivere la superficie dell’esistente come un ornamento sporco: l’accusa a cui rispondeva imputava, al movimento, una superficialità intenzionale. Pagliasso ebbe così modo di definire ulteriormente la propria visione dell’epoca postmoderna, per l’Arte Debole stessa il reale era un ornamento sporco: l’uomo occidentale, allora, stava votandosi alla promessa di progresso personale posta dal liberismo; il senso sociale era ormai pesante da sopportare, oltreché invalidante per la corsa all’oro dei singoli; la divisione interna degli individui, anziché unirli, li stava atomizzando… Il futuro sembrava già perduto, e l’Arte Debole intendeva lamentare debolmente questa precognizione: senza alcuna arroganza comunicativa, ma anzi con un carattere sommesso. Questo rese il movimento un maestro di “verità”, un esemplare “stare al mondo” – seppur “poco competitivo”, secondo l’insegnamento odierno. Per questa debolezza (che è l’unica vera fortezza desiderabile) è toccata loro una sorte peggiore dello stesso Pensiero debole – giacché, seppur criticato ininterrottamente, Vattimo ha saputo evolvere la propria riflessione portandola su questioni teologiche e politiche, fino a indebolire Marx (nella speranza d’una rivoluzione socialista che ci converta globalmente – abbattendo il capitalismo, e instaurando una società che ponga la carità e l’intersoggettività al primo posto); altresì l’Arte Debole trovò ben presto fine, sentendosi ancora addossare la colpa d’una presunta morte dell’arte (di hegeliana memoria), la quale (se è) ha le proprie cause in ciò che questo movimento artistico indicava come un pericolo.
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È forse una caratteristica dei profeti essere oggetto di risa, e bersaglio delle sassaiole? Effettivamente oggi l’arte cerca per sé la via d’una nuova classicità, per purgarsi d’ogni “avanguardismo anti-borghese” – quasi pensando d’eliminare così dal presente le conseguenze della riduzione dell’arte a mercato, ciò dimenticando che il capitalismo assume tutto in sé (pure i propri detrattori), e che divora anche sé stesso per sopravvivere. In tutto questo, evidentemente, non c’è spazio per i rivoluzionari cortesi: che questa consapevolezza sia la nostra storicizzazione, allora.
Paolo Pera
*In copertina: Luigi Antinucci, “A-mare n. 2”, 1998
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PEDASO – Il Campionato Nazionale Ciclocross CSI è andato al di là di ogni aspettativa come svolgimento e partecipazione sotto l’attenta regia della Società Sportiva Mario Pupilli di Grottazzolina con il supporto della struttura nazionale del Centro Sportivo Italiano per il settore ciclismo nel proporre un inedito campionato nazionale CSI per il ciclocross.
Un centinaio i ciclocrossisti da Marche, Abruzzo, Umbria, Lazio, Lombardia ed Emilia Romagna (di cui una settantina tesserati CSI nel contendersi le 12 maglie tricolori in palio) che si sono avventurati tra sterrato, rampe e tratti ghiaiosi del percorso disegnato all’interno della struttura La Contea dei Ciliegi (del titolare Luigi Bruti) regalando un colpo d’occhio meraviglioso e una vista mozzafiato con il colore azzurro del cielo e del mare.
Più che positive in ogni categoria del CSI le performances di Giacomo Viozzi (New Mario Pupilli CSI) e Omar Silenzi (New Mario Pupilli CSI) tra gli junior sport, Gisella Giacomozzi (Hair Gallery Cycling Team) tra le master donna 1, Cinzia Zacconi (New Mario Pupilli CSI), Claudia Cantoni (Gruppo Ciclistico Canino), Roberta Senzacqua (Adria&Sibilla), Anna Maria Rossi (Scuola Indoor Cycling e Fitness) tra le master donna 2, Luca Bonifazi (New Mario Pupilli CSI) tra gli élite sport, Walter Funari (Xtreme Bike Team), Alessio Tempestilli (Adria&Sibilla), Federico Bianchi (Giatra Servizi Rifer Gomme) e Alessandro Conti (Hair Gallery Cycling Team) tra i master 1, Adriano Pacifici (Xtreme Bike Team), Flavio Sinapi (Le Mole Bike Asd) e Daniele Rametta (Giatra Servizi Rifer Gomme) tra i master 2, Rossano Achilli (New Mario Pupilli CSI), Daniele Paolini (Team Studio Moda), Piero Rosati (Le Mole Bike Asd), Andrea Ercoli (Adria&Sibilla) e Alessio Mastrofabi (Cicli Battistelli) tra i master 3, Massimo Viozzi (New Mario Pupilli CSI), Fabio Costanzi (New Mario Pupilli CSI), Andrea Mandolesi (Adria&Sibilla) e Marco Frattaroli (Adria&Sibilla) tra i master 4, Francesco Infelli (Ciclismo Vetralla), Massimo Egidi (Gruppo Ciclistico Canino), Mauro Mercuri (Xtreme Bike Team), Gianluca Ciccolini (Adria&Sibilla) e Fabrizio Viozzi (New Mario Pupilli CSI) tra i master 5, Enrico Caponera (Herald Editore), Lorenzo Bufalini (Giatra Servizi Rifer Gomme), Giampiero Belletti (Adria&Sibilla) Filippo Chiofalo (Bike Garage) e Romano Baldassarri (New Mario Pupilli CSI) tra i master 6, Paolo Pirani (New Mario Pupilli CSI), Angelo Ciancarini (Mtb Santa Marinella Cicli Montanini), Luciano Quintarelli (Team Bike Palombara Sabina), Giacomo Paccani (Croce Verde Orzinuovi) e Giuseppe Monaldi (Team Studio Moda) tra i master 7, Marco Crescentini (Team Bike Terenzi), Paolo Tempestilli (Adria&Sibilla), Gianni Damen (New Mario Pupilli CSI), Fernando Dell’Aira (Bici Club Spoleto) e Marcello Tuzi (New Mario Pupilli CSI) tra i master 8.
Con la festa finale, il pranzo, la messa officiata da Don Osvaldo e la proclamazione dei nuovi campioni nazionali presso il palazzetto dello sport di Campofilone, viva soddisfazione è stata espressa dalle autorità Tarcisio Antognozzi (presidente regionale CSI Marche), Gaetano Sirocchi (presidente regionale CSI Fermo), Enzo Martino (referente nazionale per il ciclismo CSI), Gabriele Cannella (sindaco di Campofilone) e Carlo Bruti (vice sindaco di Pedaso) per un evento storico del ciclocross in ambito nazionale che ha dato impulso al movimento ciclistico del CSI Marche con l’auspicio che possa diventare una tappa fissa del calendario ciclocrossistico non solo a livello regionale.
“Il nostro grazie – ha commentato Giampiero Conti,responsabile dell’organizzazione – va a tutti i partecipanti che hanno onorato la manifestazione con la loro presenza unitamente agli sponsor, alle autorità comunali e ai rappresentanti del Centro Sportivo Italiano. Di complimenti ne abbiamo ricevuti molti e abbiamo voluto accontentare tutti non solo nella parte strettamente tecnica ma anche al di fuori del contesto agonistico con il pacco gara e il pranzo finale a base di prodotti tipici locali che ha preparato la Pro Loco di Campofilone e alla quale rivolgiamo un sentito ringraziamento”.
I CAMPIONI NAZIONALI CICLOCROSS CSI 2020
Junior Sport: Giacomo Viozzi (New Mario Pupilli CSI)
Master donna 1: Gisella Giacomozzi (Hair Gallery Cycling Team)
Master donna 2: Cinzia Zacconi (New Mario Pupilli CSI)
Elite Sport: Luca Bonifazi (New Mario Pupilli CSI)
Master 1: Walter Funari (Xtreme Bike Team)
Master 2: Adriano Pacifici (Xtreme Bike Team)
Master 3: Rossano Achilli (New Mario Pupilli CSI)
Master 4: Massimo Viozzi (New Mario Pupilli CSI)
Master 5: Francesco Infelli (Ciclismo Vetralla)
Master 6: Enrico Caponera (Herald Editore)
Master 7: Paolo Pirani (New Mario Pupilli CSI)
Master 8: Marco Crescentini (Team Bike Terenzi)
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Superfluo inesplicabile, chi per darsi uno sfogo crea nella natura un mondo fittizio, che ha senso e valore soltanto per essi, ma di cui pur essi medesimi non sanno e non possono mai contentarsi, cosicché senza posa smaniosamente lo mutano e rimutano , come quello che, essendo da loro stessi costruito per il bisogno di spiegare e sfogare un'attività di cui non si vede né il fine né la ragione, accresce e complica sempre più il loro tormento, allontanandoli da quelle semplici condizioni poste da natura alla vita sulla terra, alle quali soltanto i bruti sanno restar fedeli e obbedienti.
Luigi Pirandello (Quaderni di Serafino Gubbio operatore)
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NUOVO CAPITOLO "Ray Owlers, oltre il buio" di Luigi Formola I CONSIGLI DI MISS. GREEGRAM La primanotte seguente, al risveglio, Ray si preparò molto prima dell'orario previsto per andare a Blackmoon. Aveva fissato il soffitto della sua camera al buio, senza riuscire ad addormentarsi profondamente; liberare la sua mente da tutti i pensieri era impossibile. Dopo le minacce dei Guardiaronda, e aver visto di persona quanto fossero spaventosi i loro modi da bruti, Ray aveva superato il limite della paura. Nessuno l'avrebbe più intimorito. Non sarebbe rimasto all'oscuro di tutto per entrambi i cicli di vita, non avrebbe emesso l'ultimo vagito, dopo duecento anni di vita morendo come un piccolo feto pronto a tornare allo stato embrionale senza aver avuto qualche risposta, non avrebbe vissuto semplicemente seguendo le regole senza capirne il motivo. I sogni hanno fermato la terra, i sogni sono fatti di colore e di calore. Il sole ci ha distrutto. Il buio ci ha salvato. I sogni di Ray erano pieni di luce e calore al punto che sembravano reali. Ray poteva solo immaginare quale fosse la sensazione del sole sul proprio corpo, sulla propria pelle pallida, e non riusciva a pensare che fosse un male per tutta l'umanità. Il sole ci ha distrutto. Perché? Il buio ci ha salvato. In che modo? Adesso, Ray, riusciva a comprendere perfettamente la tenacia di Sid per battersi e non essere sottomesso perdendo quel briciolo di umanità e libertà di decisione rimasta ai cittadini di BlackBay Side. Ray voleva la verità, esattamente come aveva sempre detto anche Sid, e non si sarebbe arreso. La curiosità per arrivare a una soluzione a tutta la catena di eventi che aveva scombussolato la sua vita era diventata esponenziale. Nella sua testa continuavano a ripetersi le parole della fiaba Oltre la gabbia della paura contenuta in Raccolta dei Racconti della Secondanotte, il libro preso alla libreria del vecchio Owie a MarketMood. [...] continua su #wattpaditalia #wattpad https://www.wattpad.com/463154716-ray-owlers-oltre-il-buio-i-consigli-di-miss
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Arranger Legacy: Roland E-20, E-10, E-5 e PRO E
Arranger Legacy: Roland E-20, E-10, E-5 e PRO E
Era una gioia inedita suonare un arranger alla fine degli anni 80. Che tempi memorabili, quelli in cui si entrava nei negozi di strumenti musicali per cercare tastiere dalla tecnologia tutta nuova: avevano suoni e accompagnamenti brillanti che ti colpivano al cuore al punto che, dentro alla tua immaginazione, ti sentivi un direttore di una grande orchestra, il leader di una ricercata jazz band o…
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Dexibell XMURE: arranger per tastieristi e chitarristi
Dexibell XMURE: arranger per tastieristi e chitarristi
A seguito di un’interessante conversazione avvenuta nei giorni scorsi con Luigi Bruti, direttore R&D di Dexibell, è nata per il sottoscritto l’opportunità di pubblicare un nuovo articolo-focus su XMURE, l’arranger del futuro, per la testata di SM Strumenti Musicali: il prodotto software sta vivendo una stagione di sviluppo e merita l’attenzione di noi appassionati suonatori di arranger. Ci sono…
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Approfondiamo la conoscenza di Dexibell XMURE
Approfondiamo la conoscenza di Dexibell XMURE
Premessa
Abbiamo già affrontato un paio di volte l’argomento XMURE in questo blog. Oggi ritorniamo su questo tema e lo facciamo a seguito di una lunga conversazione del sottoscritto con Marco Di Paola di Dexibell. Marco si è gentilmente prestato a soddisfare tutta la mia curiosità a favore dei lettori di Tastiere Arranger e, sotto la supervisione di Luigi Bruti con la gentile collaborazione di Ro…
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Dexibell XMURE cresce
Dal 29 marzo ad oggi, Dexibell ha offerto segnali di vitalità e continuità pur nel periodo di globale isolamento: l’azienda marchigiana si è distinta sul web per una serie progressiva di webinar informativi e istruttivi. Gli onori di casa sono abitualmente svolti dal dimostratore ufficiale Ralf Schink, con il suo inglese simpaticamente grattugiato di spiccati accenti teutonici.
Nel corso del…
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Dexibell XMURE, arranger premiato
Dexibell XMURE, arranger premiato
Dai concitati giorni della fiera del Winter NAMM sino ad oggi, non ci siamo ancora congratulati con Dexibell per il riconoscimento che gli è stato conferito dagli editori, giornalisti e lettori della rivista web dedicata agli strumenti musicali, MS Retailer. Recuperiamo oggi.
Trentatresima rassegna dei premi del magazine MS Retailer (2019)
The Music & Sound Retailerè un portale…
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MusikMesse 2017: lo stand Dexibell
MusikMesse 2017: lo stand Dexibell
Dexibell Combo J7 (foto di Mario Jr Restagno) Questa nuova casa di produzione di strumenti e idee musicali, nata sulle ceneri di Roland Europe, sta guadagnando numerosi consensi grazie agli innovativi pianoforti della serie Vivo, celebri per il design unico e la polifonia illimitata. E qui a Francoforte ha portato altri frutti della propria ricerca di innovazione: l’organo liturgico digitale…
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#combo j7#ikitaro takehashi#luigi bruti#ralf schink#riccardo gerbi#roberto gaetani#roland europe#vivo#xmure
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