#luglio 2020
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L'anno delle raccomandate
Ottobre 2023: Arriva una cartella dell'agenzia delle entrate. 2800 € per la dichiarazione dei redditi di 2 anni prima. Chiamo l'AdE e si scopre che hanno sbagliato di 2300 € ("eh sa questi sono controlli automatici, a volte ai computer certe cose sfuggono", MAH) . Comunque devo saldare i rimanenti 500 €, perché il mio CAF aveva sbagliato la provincia di residenza e quindi le addizionali comunali e regionali erano sbagliate.
Novembre 2023: Arriva un'altra cartella da 1000 €. Chiamo di nuovo: "ah sì, questo deriva sempre dall'errore nei controlli, la può ignorare".
Luglio 2024: Quando suona il postino per la raccomandata ormai è panico. Questa volta l'AdE mi chiede 330 € per tasse non pagate sul TFR ricevuto nel 2020. Stavolta dall'assistenza mi spiegano questo meccanismo geniale: quando il datore di lavoro ti paga il TFR, non sa esattamente quante tasse dovrà trattenere. Fa una stima approssimativa e ti toglie quelle. Si chiama tassazione provvisoria. Poi, a distanza di anni l'Agenzia delle Entrate fa il calcolo definitivo e poi ti chiede il resto, se la stima del datore di lavoro era in difetto. Ovviamente la stima nel mio caso era in difetto. Settembre 2024: Ormai quando arriva la busta verde non scappo neanche più, accetto rassegnato il mio destino. Stavolta non è l'Agenzia delle Entrate, ma la società di riscossione comunale. E' un "Atto di pignoramento di fitti e pigioni" (chi dice "pigione" nella vita reale?). Sono io che devo dei soldi al comune? No. Un'altra persona non ha pagato tributi comunali per 850 €. Si dà il caso che questa persona dal 2013 al 2015 mi abbia affittato casa. Adesso, alla società di riscossione risulto "essere debitore di un canone mensile di locazione" a questa persona, e quindi mi pignora le somme a debito. Questa cosa si chiama Pignoramento Terzi. Solo che sono passati quasi dieci anni da quando vivevo lì. Non ho avuto debiti o controversie, ho pagato l'affitto sempre in tempo e non ho mai più sentito la proprietaria dopo la fine del contratto. Ora, la mia unica spiegazione per questa serie di eventi è che ci sia qualcuno che ha fatto una mia bambolina voodoo, e che ci stia infilando nel culo tanti fogliettini verdi.
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Negli anni Duemila la scoperta di ingenti giacimenti di gas naturale nel Mediterraneo orientale ha consentito all’entità sionista di ridurre la dipendenza energetica dall’estero e di diventare nel 2020 un esportatore. Il giacimento più importante, Leviathan, si trova a meno di 200 chilometri dalle coste della Palestina e Israele spera che se ne trovino altri per aumentare le riserve e incrementare l’esportazione verso l’Europa, che dall’inizio della guerra russo-ucraina è alla ricerca di nuove fonti energetiche. In quest’ottica, lo scorso 29 ottobre il ministero dell’Energia israeliano Israel Katz ha dichiarato di aver concesso 12 licenze a sei società per l’esplorazione di gas naturale al largo della costa mediterranea per creare maggiore concorrenza e diversificare i fornitori. Le licenze avranno una durata iniziale di tre anni, con la possibilità di estenderle fino a sette anni. Tra le società a cui sono state assegnate le licenze si trova l’italiana Eni che guiderà le esplorazioni a ovest del giacimento Leviathan. Un portavoce di Eni ha dichiarato che la gara d’appalto è stata lanciata a dicembre e che il gruppo italiano ha presentato la sua offerta a luglio. Già a marzo 2023 durante la visita di Netanyahu a Roma, il primo ministro israeliano aveva confermato la volontà di “accelerare le esportazioni di gas verso l’Europa attraverso l’Italia”.Lo Stato italiano, che è il principale azionista di ENI, si riconferma quindi complice del colonialismo israeliano all’ennesima potenza.
STRISCIA DI GAZA E IMPERIALISMO A SEI ZAMPE
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È bene che le persone aprano gli occhi sulla direzione che ha preso questo Governo di Destra.
Riprendo due articoli comparsi sulle pagine di Repubblica negli ultimi cinque giorni.
Più disturbi alimentari e meno fondi dal governo: “Lasciano sole le Regioni”
LA TESTIMONIANZA
“Io, madre di un’anoressica, vi dico che questo governo se ne frega dei più deboli”
di Caterina Giusberti
Niente più fondi per i disturbi alimentari che riguardano 4 milioni di italiani: “E’ la seconda causa di morte tra i ragazzi, senza sostegno sono perduti”
«Queste non sono devianze, sono malattie psichiatriche gravi. Queste ragazze e questi ragazzi non hanno più voglia di vivere, si trasformano. Senza la rete sui disturbi alimentari dell’Emilia-Romagna la mia famiglia sarebbe stata persa. Ma a questo governo dei fragili, dei deboli, non importa nulla: si vede dalle scelte che fanno». Claudia è mamma di una ragazza di 17 anni che si ammalata di anoressia a luglio 2020, in piena pandemia. All’improvviso al mare non voleva più mangiare il gelato, a cena litigava con la forchetta, sminuzzava tutto, ha iniziato a pesare sempre meno.
La situazione è precipita in pochi mesi, a ottobre 2020 ha vissuto il primo di una serie di ricoveri salva-vita. «E ne stiamo uscendo, faticosamente, adesso», dice Claudia.
Per un periodo sua figlia è stata seguita anche dal centro Gruber. «Ma i posti in residenza erano pieni - racconta - quindi ci avevano prese in day hospital: io la portavo tutti i giorni alla mattina e la andavo a prendere la sera. Dopo un po’ però ci dissero che non era il posto per lei, perché era troppo grave, stava perdendo troppo peso. Così alla fine abbiamo trovato posto a Parma, in una struttura residenziale che si chiama Il Volo». Sua figlia c’è rimasta nove mesi. «Quando è arrivata lì non mangiava niente, pesava 37 chili. Poi lentamente, piano piano, hanno iniziato a farle riprendere un pochettino di peso. Col tempo ha iniziato a potere uscire un po’ e alla fine è tornata a casa». Ma ancora adesso è seguita da uno psicologo, un dietista e un neuropsichiatra. In casa, a ogni pasto, misuriamo quello che mangia con la bilancia o con un mestolo. La rassicura sapere che lo facciamo», spiega Claudia
Sapere del taglio del fondo nazionale sui disturbi alimentari l’ha molto allarmata. «Penso a mia figlia che ha ancora bisogno di essere seguita - prosegue - Ma penso anche chi ha un ragazzo o una ragazza che precipita in questo problema oggi. Senza una rete di sostegno sei perso. Il rischio al quale esponi i tuoi figli è elevatissimo. È la seconda causa di morte per i ragazzi in Italia, dopo gli incidenti stradali. Servono risorse strutturali, stabili, sicure».
Disturbi alimentari, rete di cura più fragile
di Jessica Muller Castagliuolo
Le strutture dedicate alla cura dei disturbi alimentari e della nutrizione in Italia sono 126, frammentate a livello regionale. Senza il finanziamento molte rischiano la chiusura
Negoziare una tregua. Fermarsi prima che sia troppo tardi.
È complesso quando teatro di battaglia politiche è il proprio corpo che, chilo dopo chilo, finisce per identificarsi con la malattia che lo divora. Un percorso feroce, che svuota o sedimenta troppo. A camminare su questo filo sospeso sono sempre più ragazze e ragazzi che dai disturbi alimentari stanno cercando di uscire. Un grido collettivo che proviene da corpi silenziosi, la cui traccia evapora davanti a uno specchio.
Nel riflesso, l’immagine di un’epidemia: i disturbi alimentari sono la seconda causa di morte tra i giovani dopo gli incidenti stradali.
Oltre 3 milioni le persone prese attualmente in carico in Italia.
“Oggi il disturbo prevalente è la bulimia nervosa. I disturbi mutano rapidamente perché sono collegati a contesti culturali e sociali del nostro tempo. Sono sofferenze profonde, c’è un desiderio di morte dentro”. Laura Dalla Ragione, direttrice della Rete disturbi alimentari Usl 1 dell’Umbria, ci racconta che negli ultimi anni la situazione è cambiata, non solo per l’aumento dei casi, che dai 680.456 del 2019 sono cresciuti di un milione nel 2023, per arrivare a 1.680.456, “a cambiare è la psicopatologia: in questo momento i quadri dei disturbi alimentari puri sono il 40%, il 60% sono invece quadri di comorbilità con altre patologie. Ad esempio, l’autolesionismo, un fenomeno che è aumentato moltissimo”.
Vale anche per le malattie del nostro tempo: anoressia, bulimia nervosa e disturbo da alimentazione incontrollata, sono sempre più presenti nell’immaginario collettivo, ma i connotati clinici faticano ancora a trovare residenza stabile e un “paesaggio" concreto.
Susan Sontag scriveva che “è quasi impossibile prendere residenza nel regno dei malati senza lasciarsi influenzare dalle sinistre metafore architettate per descriverne il paesaggio”. Vale anche per le malattie del nostro tempo: anoressia, bulimia nervosa e disturbo da alimentazione incontrollata, sono sempre più presenti nell’immaginario collettivo, ma i connotati clinici faticano ancora a trovare residenza stabile e un “paesaggio" concreto.
Il Fondo cancellato
Tuttavia, l’emendamento votato dal Senato il 21 dicembre 2021 sanciva un passo in avanti con l’istituzione di un Fondo presso il Ministero della Salute di 25 milioni di euro (15 milioni di euro per il 2022 e 10 milioni per il 2023) dedicato all’apertura di centri specializzati e alla creazione di una rete di sostegno per pazienti e famiglie. Ma la Legge di Bilancio 2024 taglia il finanziamento e i centri di assistenza, già pochi e frammentati a livello regionale, rischiano la chiusura il 31 ottobre prossimo.
Le strutture sul territorio nazionale, secondo l’ultimo censimento al 2023, sono 126 di cui 112 pubbliche 14 appartenenti al settore del privato accreditato. 63 i centri al Nord (20 in Emilia-Romagna e 15 in Lombardia), 23 al Centro (di cui 8 nel Lazio e 6 in Umbria), 40 quelli distribuiti tra il Sud e le Isole (12 in Campania e 7 in Sicilia). “Ci sono regioni che hanno attivato degli ambulatori con questi fondi perché non avevano nulla: il Molise, l’Abruzzo, le Marche, la Campania, la Puglia. È stato assunto personale a termine che non potrà essere rinnovato”, commenta Dalla Ragione.
Ma cosa implica per una persona affetta da un disturbo alimentare interrompere le cure?
“L’interruzione delle cure è un elemento di aggravamento del quadro e significa lasciare i pazienti in balia di sé stessi. Quando si inizia un trattamento si instaura un rapporto di fiducia.
Non puoi dire a un paziente, dopo averlo a fatica convinto che questo sia il percorso giusto, che l’ambulatorio ora chiude.
Ci sono pazienti delicati che possono anche rapidamente avere un’evoluzione negativa”
Stefano Tavilla, co-fondatore della Fondazione Fiocchetto Lilla, spiega: “Le liste d’attesa si allungheranno e purtroppo si inizierà a pensare a una risoluzione della cura verso il basso. In quel contempo, la malattia va avanti. A quel punto la condizione di salute del paziente si aggrava e quando si è finalmente presi in carico la malattia non sarà più certificata da un percorso di guarigione, ma di raggiungimento di minimi obiettivi, che possono essere un particolare peso o la scomparsa di sintomi. Questo vuol dire che andiamo a creare una generazione di malati a lungo termine”.
I livelli essenziali di assistenza [L.E.A.]
È intanto in corso la revisione dei Lea (livelli essenziali di assistenza), ferma al 2017, e sono state fatte proposte dalle società scientifiche e dalle associazioni dei familiari, per inserire finanziamenti vincolati e permanenti per i Disturbi dell’alimentazione e della nutrizione e di allargare le prestazioni gratuite necessarie al monitoraggio della patologia, vista la complessità e la durata delle patologie.
“La nostra istanza è nata già con una manifestazione di piazza ad ottobre 2021, in pieno Covid – continua Tavilla - Attualmente su 21 regioni solo 9 hanno una rete completa.
Si finisce per peregrinare in Italia alla ricerca di un sistema di cura e si creano lunghe liste d’attesa.
L’inserimento nei L.e.a. permetterebbe a tutte le regioni di avere le risorse dedicate per creare una rete minima di cura che va dall’intercettazione del paziente in ambulatorio, alla comunità residenziale o all’ospedale”. Laura Dalla Ragione aggiunge: “Ci devono essere dei fondi vincolati per i disturbi alimentari, esattamente come per l’autismo.
Sono patologie dove il tasso di mortalità e molto alto e dove, essendoci una componente psichica e medica, la mortalità non è solo legata al suicidio (come avviene per le salute mentale), ma anche a conseguenze organiche”.
Dai disturbi alimentari si può però guarire. Ma, come conclude Laura Dalla Ragione: “Non c’è in letteratura un caso di remissione spontanea da queste patologie: non si guarisce senza cure.
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Ci sono domeniche di luglio dove sembra di stare al sicuro, ma non c'è riparo, il mondo è nella luce. (Pierluigi Cappello, Un prato in pendio. Tutte le poesie 1992-2017, Milano, Rizzoli, 2020).
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“ Il primo dei “lupi solitari” a entrare in azione è stato il norvegese Anders Breivik: il 22 luglio 2011 ha compiuto la strage di sessantotto giovani radunati per un seminario nell'Isola di Utoya in Norvegia. Gesti come questi fanno scattare l’emulazione. Pochi mesi dopo, il 13 dicembre, c’è una strage a Firenze in pieno centro: due migranti senegalesi, Samb Modou e Diop Mor, vengono uccisi da un estremista di destra, sostenitore di Casa Pound, Gianluca Casseri, che si suicida per evitare l’arresto. Un altro “lupo solitario”, David Sonboly, un diciottenne tedesco di origine iraniana, il 22 luglio 2016 uccide nove persone nel centro commerciale Olympia di Monaco. Il 3 febbraio 2018, a Macerata un raid razzista: Luca Traini, ventottenne leghista e ammiratore di Hitler, spara dalla propria auto in corsa in alcune zone della città, ferendo sei persone, tutti africani, colpevoli di avere la pelle nera come l’assassino della povera Pamela Mastropietro. Al suo arresto fa il saluto romano. Il 13 maggio 2019, il suprematista Brenton Tarrant uccide a Christchurch in Nuova Zelanda quarantanove musulmani che pregavano in due moschee e ne ferisce altri quarantotto. Sul fucile, usato, c’era scritto il nome di Traini. Prima di compiere un tale orrendo gesto, aveva messo in rete il suo manifesto: “Il genocidio dei bianchi, causato dall'immigrazione di massa”. Il 28 settembre dello stesso anno l’americano Patrick Crusius uccide ventidue persone a El Paso (Texas), ferendone altre ventiquattro. “Difendo il mio Paese dalla sostituzione etnica e culturale portata avanti da un’invasione.” Gli stessi messaggi di odio che si ritrovano sul social di Tarrant. Pochi giorni dopo, il 9 ottobre, un attentato antisemita: Stephan Balliet, ventotto anni, estremista di destra, durante la festa ebraica dello Yom Kippur, prende d’assalto la sinagoga di Halle (Germania), dove si trovano cinquantadue fedeli. Non riuscendo a entrare, uccide a caso due passanti e un ragazzo di vent’anni in una tavola calda. Prima dell'azione aveva pubblicato un documento nel quale affermava che “la radice di tutti i problemi sono gli ebrei”. Per poi aggiungere: “Gli Stati hanno l’obiettivo di uccidere il maggior numero di anti-bianchi, meglio se ebrei”.
Sembra che, nella sola Germania, siano oltre dodicimila le persone appartenenti a gruppi neonazisti. E questi gruppi sono spesso armati. Sempre in Germania, un’altra strage di nove stranieri è avvenuta a Hanau il 20 febbraio 2020. Morto anche il “lupo solitario” che aveva scritto: “Alcuni popoli che non si riescono a espellere dalla Germania vanno sterminati”. Nel solo 2020 sono stati sciolti tre gruppi neofascisti pronti alla lotta armata. Ritornando nel nostro Paese, vorrei sottolineare l’arresto il 22 gennaio 2021 di Andrea Cavalleri, un ventiduenne di Savona. Voleva imitare Anders Breivik e Brenton Tarrant, mosso da un’ideologia suprematista. Contava di realizzare stragi tramite il suo gruppo il “Nuovo Ordine sociale” che propagandava sul canale Telegram “Sole Nero”. È accusato di associazione con finalità di terrorismo, di incoraggiare a compiere massacri nelle scuole. “Io una strage la faccio davvero. L’unica cosa da fare è morire combattendo. Ho le armi. Farò Traini 2.0.” Oltre agli ebrei, il giovane savonese aveva preso di mira anche le donne. “Gli ebrei sono il male primo da eliminare.” In quel giorno saranno dodici le perquisizioni nei confronti di persone legate al giovane ventiduenne, nelle città di Genova, Torino, Cagliari, Forlì, Cesena, Palermo, Perugia, Bologna e Cuneo. Questa è la chiara manifestazione di quanto sia esteso il fenomeno dell'estrema destra e del suprematismo bianco anche nel nostro Paese. “
Alex Zanotelli, Lettera alla tribù bianca, Feltrinelli (collana Serie Bianca); prima edizione marzo 2022. [Libro elettronico]
#Alex Zanotelli#razzismo#demagogia#saggistica#sessismo#Lettera alla tribù bianca#discriminazione#leggere#terrorismo#strage di Utøya#Anders Breivik#Utoya#Norvegia#Diop Mor#Gianluca Casseri#Casa Pound#Firenze#David Sonboly#libri#Monaco di Baviera#Luca Traini#Macerata#Halle#Germania#Pamela Mastropietro#Christchurch#Patrick Crusius#Savona#Brenton Tarrant#Stephan Balliet
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A Febbraio 2020 arrivai in B., poco prima dell'inizio del lockdown, mi innamorai follemente del lavoro che faccio ancora oggi e a maggio aprì p.iva, perché era l'unica maniera per continuare a farlo. Se ci avessi riflettuto davvero, non l'avrei fatto.
Passai un anno terribile con un responsabile inadatto; a dicembre diede di matto e andò via per lasciare il posto a G., che era il collega che mi aveva fatto innamorare di questo lavoro. A ottobre 2021, andai via senza un piano B, ero stufa ed in burnout.
A Novembre entrai in un'altra agenzia, mi trovai malissimo. A livello umano, meravigliosi; a livello lavorativo dei cani. A giugno maturai l'idea di andare via, a luglio lo resi ufficiale e andai a prendere un caffè con L. per chiedere il mio rientro in B. Decisero fin da subito che era un sì, disperati com'erano, ma solo il 31 agosto me lo comunicarono. Era il 2022. A ottobre G. lasciò la società, chiuse p.iva e ora guadagna di più forse facendo un lavoro che ama di meno, ma sta bene mentre prima no. Mi disse di andare via, ma testarda com'ero e come sono ancora, non lo ascoltai. A Gennaio, incazzata nera, mandai a fanculo l'allora responsabile, L. e pure Carlo, per poi ritornare sui miei passi perché non sentivo ancora concluso il mio percorso lì. Rientrai in un altro ufficio senza responsabile e dimostrai tutto quello che potevo per diventarlo. Il 31 marzo 2023 persi papà, un mese dopo diventai responsabile. Ancora una volta, non ascoltai G. che mi consigliò di rifiutare.
Lo sono stata fino a fine gennaio, portando avanti un ufficio senza personale, facendo numeri che altri uffici pieni di gente non facevano, fatturando come l'anno prima e lasciando come sempre i soliti regali.
A gennaio mi è stato detto di fare un passo indietro perché sull'ufficio la società aveva un progetto e io di questo progetto non facevo parte.
Ci hanno messo un ragazzo di 22 anni e forse in cuor loro stanno realizzando di aver fatto una stronzata, ma non lo ammetteranno mai.
Nel frattempo ho fatto dei colloqui e a fine aprile andrò via. Giusto il tempo di farmi pagare una fattura.
E il capitolo Bolina si chiuderà.
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LO ZAMBIA ABOLISCE LA PENA DI MORTE
Adempiendo a un impegno preso durante la campagna elettorale, il presidente dello Zambia, Hakainde Hichilema ha firmato il decreto ufficiale che abolisce la pena di morte nella nazione. L’abrogazione da parte dello Zambia della legge sulla pena capitale la rende venticinquesima nazione in Africa ad abolire la pena di morte.
Hichilema ha presentato al parlamento il disegno di legge per porre fine alla pena capitale il 25 maggio 2022, in commemorazione dell’Africa Freedom Day, giorno in cui ha anche commutato le condanne di 30 prigionieri nel braccio della morte, salvandoli dall’esecuzione. “Un’enorme pietra miliare nella rimozione delle leggi coloniali che non si adattano all’ordinamento democratico del Paese” secondo l’attivista per i diritti umani dello Zambia Brebner Changala.
Lo Zambia è il centododicesimo Stato ad aver abolito del tutto la pena capitale, la quinta nazione dell’Africa subsahariana ad abolire la pena di morte in questo decennio mentre altre 24 nazioni nel mondo di fatto non la applicano più. Tra gli ultimi, il Ciad ha abolito la pena di morte per tutti i reati nel maggio 2020. Nel luglio 2021 il parlamento della Sierra Leone ha votato all’unanimità per abolire la pena di morte. Nel maggio 2022 la Repubblica Centrafricana ha adottato una legislazione per abolire la pena di morte e il nuovo codice penale adottato dalla Guinea Equatoriale nel settembre 2022 ha rimosso la pena di morte dai suoi statuti.
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Fonte: Zambia Daily Mail
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Che cos’è – Regime Oss (One Stop Shop)
Con l’adozione dei regimi opzionali Oss e Ioss l’Italia dà attuazione al c.d. “VAT e-commerce package”, che rappresenta una priorità all’interno del più ampio Digital Single Market Strategy e uno dei pilastri della riforma globale dell’IVA rappresentata dalla Commissione europea nel VAT action plan del 2016.
L’entrata in vigore dei regimi OSS/IOSS, originariamente prevista dalla Direttiva Ue n. 2455/2017 il 1°gennaio 2021, è stata posticipata al 1° luglio 2021 in considerazione degli effetti negativi della pandemia Covid-19. Una volta entrati in vigore, in questi regimi confluirà anche quello del MOSS. I regimi OSS/IOSS introducono un sistema europeo di assolvimento dell’IVA, centralizzato e digitale, che, ampliando il campo di applicazione del MOSS (concernente solo i servizi elettronici, di telecomunicazione e di teleradiodiffusione) ricomprende le seguenti transazioni:
vendite a distanza di beni importati da territori terzi o Paesi terzi (ad eccezione dei beni soggetti ad accise) effettuate da fornitori o tramite l'uso di un'interfaccia elettronica
vendite a distanza intracomunitarie di beni effettuate da fornitori o tramite l'uso di un'interfaccia elettronica
vendite nazionali di beni effettuate tramite l'uso di un'interfaccia elettronica
prestazioni di servizi da parte di soggetti passivi non stabiliti nell'UE o da soggetti passivi stabiliti all'interno dell'UE ma non nello Stato membro di consumo a soggetti non passivi (consumatori finali).
Attenzione: i soggetti iscritti al MOSS alla data del 30 giugno 2020 saranno automaticamente registrati al nuovo sistema OSS a partire dal 1° luglio 2021
Il mini sportello unico (MOSS) è un sistema elettronico che consente ai soggetti passivi che forniscono servizi di telecomunicazione, di teleradiodiffusione ed elettronici (TTE) a consumatori nell'UE di dichiarare e versare l'IVA dovuta in tutti gli Stati membri dell'UE in un unico Stato membro. A decorrere dal 1° luglio 2021 il MOSS sarà esteso a tutti i servizi B2C che hanno luogo in Stati membri in cui il fornitore non è stabilito, alle vendite a distanza intracomunitarie di beni e ad alcune cessioni nazionali di beni e diventerà quindi uno sportello unico (OSS).
Vantaggi
Lo sportello unico semplifica gli obblighi in materia di IVA per le imprese che vendono beni e forniscono servizi a consumatori finali in tutta l'UE, consentendo loro di: registrarsi elettronicamente ai fini IVA in un unico Stato membro per tutte le cessioni di beni e le prestazioni di servizi ammissibili a favore di acquirenti situati in tutti gli altri 26 Stati membri dichiarare l'IVA tramite un'unica dichiarazione elettronica OSS IVA ed effettuare un unico pagamento dell'IVA dovuta su tutte le cessioni di beni e prestazioni di servizi collaborare con l'amministrazione fiscale dello Stato membro nel quale sono registrati per l'OSS e in un'unica lingua, anche se le loro vendite avvengono in tutta l'UE. Per maggiori dettagli, consulta anche il portale dedicato della Commissione Europea One Stop Shop (europa.eu)
Fonte Agenzia delle Entrate
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Il 14 agosto 2018 crollava l'intero sistema bilanciato della pila 9 del viadotto del Polcevera, più noto come ponte Morandi, provocando 43 morti e 566 sfollati. Il 7 luglio 2020 è iniziato il processo con 59 imputati, centinaia di persone hanno chiesto risarcimenti. Il 3 agosto 2020 è stato inaugurato il nuovo viadotto Genova San Giorgio, costruito su disegno dell'architetto Renzo Piano.
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Verrà,in un tempo futuro,
tanta tenerezza,tutta quella sommersa,ed avvolgerà ogni cosa.
Chissà forse sarà domani♥️
D.P.©
18 luglio 2020.
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Essere trasparenti non serve ad un cazzo.
Vi ricordate l'esame per cui da giorno 14 ho studiato tipo matto e che ho dato giorno 4 no?
Bene,ce n'era un secondo che era giorno 11 luglio e che hanno differito al 17 luglio
Mi sono focalizzato dato che ho ripreso a studiare manco un due giorni dopo l'ultimo esame,sul fatto che FOSSE il 17 e non l'11,di conseguenza che fosse prenotabile fino al 12 e non fino al 6.
Ecco mi sono sbagliato,lo dico a mio padre strammatizzando e dicendo che ho vinto il "minchione d'oro" per questo mese(onestamente io faccia a terra e delusissimo)e....sbuffa e comincia a dire con tono interrogatorio e ora?fra quanti mesi lo dai?fra un anno?e quando ti laurei?al che io preso molto in contropiede gli faccio notare che la sessione di esami è a settembre(manco un mese.) E che ogni volta mi si fanno pulci come se non facessi un cazzo.
"eh ma un colpo non dai esami perché c'è il covid,un colpo perché sei preso a male e ora fai minchiate"
Io mantengo la calma e mi difendo dicendogli che è eccessivo e avrebbe potuto dirmi molto tranquillamente solo "quando è la prossima sessione" ed invece no.
Rinfacciato che quasi è colpa mia il fatto che nel 2020/21 ha colpito il mio rendimento:secondo semestre del primo anno accademico+ intero secondo anno accademico ci sono state solo delle lezioni scadenti e asettiche a schermo,con un mondo impazzito e 2 mesi di fila chiusi a casa(marzo 2020/maggio 2020 con anche periodi di zone colorate fino a metà 2021)in cui bisognava uscire con autorizzazione che mi hanno ucciso accademicamente voglia ed interesse(ho comunque dato 4 esami a.a 20/21 e 5 nel 19/20 benché a pezzi),in cui ho perso il gruppo studio e le amicizie neonate in facoltà,in cui la relazione con la mia ragazza si è logorata e si è ammalata di depressione per poi mollarmi e metterci anche delle corna nel mentre perché si.
Rinfacciato che ho osato avere periodi di alti e bassi in cui ho sempre cercato di performare e fare nonostante fossi "preso a male".
4 anni del cazzo piuttosto che 3
E tu che ti vanti di essere l'unico in famiglia a non farmi pesare le cose come dici,reagisci così perché ho sbagliato una data del cazzo per prenotarmi.
Tu che mi hai visto piangere e appassire per un anno,che mi hai visto andare più volte dalla psicologa perché non ce la facevo e piuttosto che apprezzare il resto,conta questo.
Non mi meritate,vi meritavate il figlio più tossico del mondo che usciva di casa solo per non farsi sentire,che vi dava problemi su problemi a farvi chiedere dove avete sbagliato,mentre invece qua si chiede sempre dove sbaglio io.
Chissà quante ne avete fatte passare a mia sorella,che di problemi ne ha avuti molti di più e ci ha messo anche di più a prendere quel pezzo di carta,o forse no, alla fine lei ha trovato l'amore della sua vita e a 22 anni viveva da lui,cosa di cui purtroppo io non ho avuto la fortuna e quindi mi state già vedendo sfavorito in partenza perché non mi sono sistemato subito come lei,come se la botta di culo di trovare l'amore al liceo e di trovarlo con la casa di proprietà per convivere bella e pronta, sia da tutti e per tutti.
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Oggi, 26 anni fa, moriva la principessa Diana
Diana Spencer, 26 anni dopo. Come sarebbe la sua vita oggi se fosse ancora tra noi? Il 31 agosto del 1997, la vita della principessa più amata e riconoscibile del mondo si spegneva in un tunnel parigino. Ma se si fosse salvata, che contorni avrebbe la vita di lady D. oggi? Così come milioni di persone ricorderanno per sempre cosa stavano facendo nel momento in cui le Torri Gemelle crollavano nel 2001 o il Governo italiano annunciava il lockdown duro nel 2020, indelebile, per tanti, è rimasta la sensazione provata nell'ascoltare, alla tv o alla radio, l'annuncio della morte di una delle principesse più famose, invidiate e copiate del mondo.
Princess Diana Era il 31 agosto del 1997: in un tunnel parigino, il Pont de l'Alma, dopo un incidente disastroso, moriva Diana Spencer, ex moglie dell'allora principe del Galles Carlo, madre di due figli e acclamatissimo personaggio pubblico e reale. La "principessa dei cuori della gente", così si era autodefinita nella famosa intervista rilasciata alla BBC nel 1995, all'epoca dello schianto fatale aveva solo 36 anni: sognava una vita piena, così si legge in una lettera datata luglio 1996 inviata al presidente della New Zealand Foundation for The Blind che andrà prossimamente all'asta, e desiderava godersi quella libertà sudata dopo il divorzio dal principe Carlo, finalizzato nel 1996 dopo anni di patimenti, litigi, reciproche ripicche e tradimenti velenosi.
Diana durante un viaggio in Egitto nel 1992 26 anni dopo la sua morte, il mondo sembra ancora toccato dalla sua scomparsa come se gli anni non fossero mai passati. Che la si ami o la si odi (ma più la prima: sembra non esserci spazio per l'indulgenza nei confronti della rivale storica, ora regina, Camilla), Diana rimane un personaggio indimenticato, cristallizzato in quell'eterna giovinezza e bellezza strappatele dalla morte. Ma chi sarebbe oggi, Diana, se fosse ancora viva? Difficile volare così in alto, aprendo sliding doors così impegnative. Chi l'ha conosciuta sostiene che la sua vita sarebbe stata votata agli altri, proprio come nei suoi ultimi anni: si sarebbe dedicata alla beneficenza e alla filantropia, investendo buona parte della sua immagine pubblica in attività utili. E avrebbe avuto nuovi partner, giovane, bella, ricca e contesa com'era.
Diana durante un viaggio in Egitto nel 1992 L'amante con il quale ha lasciato questa vita, Dodi Al Fayed, è stato consegnato alla memoria e ai giornali come il suo grande (nonché ultimo) amore. Non lo era, come ci hanno detto le biografie e recentemente The Crown su Netflix, fotografia romanzata ma tendenzialmente puntuale degli ultimi giorni di vita della principessa (che saranno al centro dell'ultima stagione in uscita a novembre). Al Fayed era, fatalmente, un divertimento estivo, un ripiego per dimenticare Hasnat Khan, il chirurgo pakistano di cui si era invaghita tanto da volerlo sposare in segreto. Read the full article
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⚠️RESILIENZA ⚠️
Oggi parliamo di uno degli argomenti più trattati da noi mental coach “Anche nel più profondo buio troverò la mia Luce!”.
L’esempio attuale,più eclatante,di resilienza è questo signore qui,o meglio questo umilissimo fenomeno e mega atleta chiamato Gianmarco Tamberi.
Rialzatosi con prepotenza da un bruttissimo infortunio Luglio 2016(lesione del legamento deltoideo e lacerazione della capsula articolare della caviglia sinistra) che poteva costargli quasi la carriera e, con un unico pensiero fisso in testa”Tokyo 2020”… Il resto è poesia 🙏🏻❤️
https://lucasola38.wixsite.com/feeling_good
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Il Mare Senza Stelle
Scheda informativa
Titolo originale: The Starless Sea Autore: Erin Morgenstern Editore: Fazi Editore Prima edizione: luglio 2020 Pagine: 615 Prezzo: € 18,50
Trama
Zachary Ezra Rawlins è uno studente del Vermont che un giorno trova un libro misterioso nascosto fra gli scaffali della biblioteca universitaria. Mentre lo sfoglia, affascinato da racconti di prigionieri disperati, collezionisti di chiavi e adepti senza nome, legge qualcosa di strano: fra quelle pagine è custodito un episodio della sua infanzia. È soltanto il primo di una lunga catena di enigmi. Una serie di indizi disseminati lungo il suo cammino — un'ape, una chiave, una spada — lo conduce a una festa in maschera a New York, poi in un club segreto e infine in un'antica libreria sotterranea. Là sotto trova ben più di un nascondiglio per i libri: ci sono città disperse e mari sterminati, amanti che fanno scivolare messaggi sotto le porte e attraverso il tempo, storie bisbigliate da ombre. C'è chi ha sacrificato tutto per proteggere questo regno ormai dimenticato, trattenendo sguardi e parole per proteggere questo regno ormai dimenticato, trattenendo sguardi e parole per preservare questo prezioso archivio, e chi invece mira alla sua distruzione. Insieme a Mirabel, un'impetuosa pittrice dai capelli rosa, e Dorian, un ragazzo attraente e raffinato, Zachary compie un viaggio in questo mondo magico, attraverso miti, favole e leggende, alla ricerca della verità sul misterioso libro. Ma scoprirà molto di più.
Recensione
[...] I libri sono più belli quando vengono letti, invece che spiegati. [...]
Il Mare Senza Stelle è il secondo romanzo di Erin Morgenstern, ed è un libro che parla di libri e di vite di personaggi di libri che in realtà sono persone in carne e ossa (o, al contrario, di persone in carne e ossa che, in realtà, sono personaggi di libri).
[...] sono tutte diverse. Però hanno degli elementi simili. Tutte le storie li hanno, a prescindere dalla forma che assumono. Prima c'era qualcosa, poi qualcosa è cambiato. Dopo tutto, il cambiamento è l'essenza di una storia. [...]
È un libro che parla di storie e di destini, i quali possono variare a seconda che il personaggio decida di diventarne il protagonista o meno. Dell'impossibile che è possibile, proprio perché “I'm possible”.
[...] Un corso specializzato in Lettura, ecco che cosa ci vuole. Niente compiti scritti, niente esami, nessuna analisi, soltato lettura. [...] È strano, non è vero? Amare un libro. Quando le parole sulle pagine diventano così preziose che ti sembrano parte della tua stessa storia perché lo sono. È bello avere qualcuno che finalmente ha letto le storie che io conosco così intimamente. [...]
Ed è un libro che parla di lettori, che non possono fare a meno di amare i libri, di immaginarsi nella storia, di voler essere parte della storia, facendoti inoltre riflettere su cosa faresti e su cosa provano anche gli altri. Perché leggere, e parlare di ciò che si è letto, è condividere non solo emozioni, ma anche storie. Ma l'Amore ne Il Mare Senza Stelle non si limita a essere quello per i libri. E, da questo punto di vista, è molto contemporaneo e aperto, dal momento che inserisce, naturale come dev'essere, non solo l'amore tra un uomo e una donna, ma anche quello tra due uomini e due donne. La narrazione è scorrevole e diretta, facendo entrare il lettore nella storia anche se la sua storia non è tra quelle raccontate.
Valutazione
★★★★★ 5/5
Della stessa autrice
Il Circo della Notte, Fazi Editore, 2021
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MORTI PER COVID IN AFRICA
L'Africa è stata colpita dal covid in modo molto particolare, visto che la popolazione non sembra essersene neppure accorta, nonostante praticamente nessuno si sia vaccinato, ma i politici hanno pagato un caro prezzo, schiattando come mosche.
Il presidente del Burundi Pierre Nkurunziza ad esempio, mosto poche settimane dopo aver espulso i rappresentanti dell'OMS nel 2020, a soli 55 anni.
Il primo ministro di Eswatini Ambrose Mandvulo Dlamini, morto a fine 2020 a soli 52 anni.
Il ministro dei Servizi Pubblici di Eswatini Ntshangase Christian, morto a gennaio 2021 a 60 anni.
Il ministro del Lavoro di Eswatini Makhosi Vilakati, morto a gennaio 2021 a 45 anni.
Dopo questi morti, il governo di Eswatini autorizzò la vaccinazione generale, nell'aprile 2021, e non si è più registrato alcun morto fra i politici, mentre iniziarono i morti fra la popolazione di "coincidenze".
Il ministro dei Trasporti del Malawi Sidik Mia morì a gennaio 2021 a 55 anni.
Il ministro del Governo Locale del Malawi Lingson Belekanyama morì nel gennaio 2021.
A marzo 2021 il Malawi autorizzò l'uso dei vaccini covid, nessun politico è più morto.
Il ministro per la Presidenza del Sud Africa Jackson Mphikwa Mthembu morì a gennaio 2021 a 62 anni.
Il ministro della Giustizia della Tanzania morì a maggio 2020.
Il presidente della Tanzania Johm Magufuli morì a marzo 2021 a 61 anni. Fu quello che prese per il culo l'OMS mostrando i test positivi fatti ad una capra ed una papaya.
Il successore di Magufuli cambiò le leggi adattandosi alle richieste di vaccini e lockdown dell'OMS.
Il vice presidente dello Zanzibar Maalim Seif Sharif Hamad morì a febbraio 2021.
Il ministro dell'Agricoltura dello Zimbawe Perrance Shiri morì a luglio 2020.
Il ministro degli Affari Esteri dello Zimbawe Sibuso Moyo morì a gennaio 2021 a 60 anni.
Il Ministro dei Trasporti dello Zimbawe Joel Matiza morì a gennaio 2021 a 60 anni.
Il Primo Ministro della Costa d'Avorio morì a marzo 2021 a 56 anni.
La Regina del Sud Africa ed il Re degli Zulu (fratello e sorella) morirono nel luglio 2020 e marzo 2021.
Messi tutti in fila così fanno una bella coincidenza, nevvero?
➡️ Un nutrizionista italiano in Australia: t.me/italiaaustralia
MD
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Uccise un palestinese affetto da disturbo dello spettro autistico: assolto agente israeliano
di Fatto Quotidiano
6 Luglio 2022
È stato assolto dall’accusa di omicidio colposo l’agente della Guardia di frontiera israeliana che il 31 maggio del 2020 sparò e uccise il giovane palestinese Yiad al-Hallak, 32 anni, affetto da disturbi dello spettro autistico. Yiad stava andando in un istituto per persone con bisogni speciali accompagnato dalla propria insegnante di sostegno nell’area della città vecchia di Gerusalemme, proprio dove una pattuglia della Guardia di frontiera stava svolgendo alcuni controlli.
Quando l’agente gli ha intimato di fermarsi Yiad si è spaventato e si è dato alla fuga, nascondendosi dietro un cassonetto mentre l’agente lo inseguiva insieme ad un altro ufficiale. Secondo la famiglia, il giovane era rimasto disorientato dalla presenza improvvisa di agenti di polizia e stava cercando un posto appartato. Pensando che avesse un’arma, l’agente ha aperto il fuoco, freddandolo con sette colpi. Si è in seguito chiarito che ciò che Yiad impugnava era semplicemente un cellulare. Ma, secondo la Corte, “l’imputato si è trovato in una situazione complessa, in una zona che era stata teatro di numerosi attentati. L’agente avrebbe preso parte all’inseguimento mentre era già iniziato e dunque non disponeva di una visione completa della situazione. “Ha compiuto un errore sincero, di cui si pente. Lui non sapeva che Yiad fosse innocente e che fosse sullo spettro autistico”.
Nel corso del processo, i legali della famiglia ha sottolineato come, tra le numerose telecamere di sicurezza sparse un po’ ovunque nella città vecchia, stranamente nessuna abbia ripreso le dinamiche dell’accaduto, sostenendo inoltre che, sparando, l’agente abbia violato in ogni caso le regole d’ingaggio. La famiglia di Yiad al-Hallak si è indignata di fronte alla sentenza e sta valutando la possibilità di ricorrere in appello davanti alla Corte Suprema: “Non c’è alcuna giustizia. Ai loro occhi siamo tutti terroristi”, hanno commentato in aula i familiari del giovane. La Guardia di frontiera intanto ha fatto sapere che l’agente ��� la cui identità è stata finora tenuta nascosta per proteggerlo da ritorsioni – avrà ora la possibilità di tornare in servizio.
Aggiungo: Yiad era con la sua insegnante di sostegno.
Anch'io sono un' insegnante di sostegno e non ho dubbi su come si sarà comportata questa donna: allo stesso modo di come mi sarei comportata io e di come si sarebbe comportato chiunque altro faccia questo mestiere.
Avrà urlato ai soldati che Yiad era autistico.
Avrà urlato ai soldati che Yiad scappava per paura.
Avrà urlato ai soldati che era innocuo e disarmato.
Avrà urlato ai soldati che era come un bambino.
Ma i soldati non l'hanno ascoltata perché era una palestinese, quindi per loro certamente bugiarda e terrorista.
E quando hanno appurato che Yiad era veramente autistico ( dopo averlo ucciso, ovviamente ), ecco che si dimostrano contriti perché "non lo sapevano".
Davvero?
Davvero l'insegnante di sostegno che era con lui non si sarà sgolata a dirvelo?
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