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#luce di felicità
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Il mio fuoco mi ha insegnato a dire NO a credere che emergere si PUO'
e pure se non so il futuro cosa potra' riservarmi
so che di sicuro il mio fuoco sarà lì a scaldarmi.
articolo 31🔥
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mostro-rotto · 1 year
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La felicità la si può trovare anche negli attimi più tenebrosi, se solo uno si ricorda... di accendere la luce. Albus Silente
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iviaggisulcomo · 2 years
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"Rinunciando alle emozioni negative eliminiamo anche le altre, perché la differenziazione è del tutto arbitraria. La rabbia, in certi casi, può essere molto più positiva della gioia, e il disgusto più della speranza.
Non esiste davvero un'emozione negativa: esistono soltanto emozioni. Costretti alla felicità, siamo vincolati alla produzione (...) Ma la nostra è una felicità intensiva, d'allevamento, i cui frutti troppo grandi e numerosi piegano l'albero che siamo sotto il peso della paura di vivere.
In questa massificazione della felicità, in quest'obbligo dell'abbondanza soltanto la tristezza può salvarci: l'inquinamento luminoso della nostra fame chimica di conoscenza ci impedisce di guardare dritti alle nostre stelle polari. La parola tristezza racconta quel ritorno all'oscurità che è il solo a permettere una chiara visione del cielo."
A. Colamedici, M. Gancitano, Lezioni di meraviglia
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segaligno · 1 month
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Cerco quella ragazza che faccia l’amore solo ed esclusivamente con me. Che se ne freghi di Tik Tok e di Instagram, perché ci sono io a leccargliela, mica i reel della gente in cerca di visibilità.
Cerco quella ragazza che faccia quello che dico io. Che mi appartenga nell'anima e nel corpo, che viva solo per il nostro amore, immune alle distrazioni vuote del mondo moderno. Una fanciulla il cui sguardo si perda nei miei occhi, anziché nei freddi schermi illuminati da luci effimere.
Cerco quella ragazza che, nel silenzio delle notti stellate, ascolti solo la melodia del nostro respiro, sincronizzato come un'unica sinfonia di desiderio. Che non abbia bisogno di applausi digitali, perché troverà la sua gloria nell’adorarmi. Che scelga di essere la mia musa, di danzare con me sulle note di una passione eterna, di abbandonarsi a un amore che non conosce confini, in cui ogni tocco è un giuramento di fedeltà. Che faccia delle mie parole il suo vangelo, dei miei desideri il suo credo, che sappia perdersi nelle mie braccia e ritrovarsi, ogni volta, più vicina alla felicità.
Immagino quella ragazza che non abbia timore di abbandonare ogni maschera, di mostrarsi nella sua essenza più pura e vulnerabile, perché sa che nel mio abbraccio troverà rifugio e non giudizio. Cerco una compagna che, con la stessa devozione, mi stringa forte, come se fossi l’unico ancoraggio nel mare in tempesta. Una ragazza che non si perda nei riflessi ingannevoli del mondo, ma che si immerga nella verità del nostro legame, senza esitazioni, senza remore.
Desidero quella donna che non cerchi conferme altrove, ma che sappia che nel nostro amore c’è tutto ciò che le serve, tutto ciò che desidera, tutto ciò che sogna. Che sappia che le nostre anime si sono scelte non per caso, ma per una forza che va oltre il tempo e lo spazio, oltre i banali giochi delle apparenze. Una donna che sappia amare non solo con il corpo, ma con il cuore, con l’anima, con tutto ciò che è, in una comunione di intenti che ci renda inseparabili, invincibili.
Cerco quella ragazza che, nel nostro mondo, costruito solo per noi due, sappia che non esiste altro al di fuori, perché al di fuori non esiste nulla di più reale, di più intenso, di più vero di questo amore che brucia come un fuoco eterno, che illumina la nostra vita con una luce che nessuna tecnologia potrà mai eguagliare.
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finestradifronte · 3 months
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Mi manca...
Lo zoccolare fino in spiaggia con mia madre che mi diceva "cammina bene alza quei piedi"...pinoli per terra da schiacciare con i sassi...
l'odore della siepe di caprifoglio dalla pensione trieste al bagno emilio e quello dei giornali dell'edicola, misto a quello del mare e degli abbronzanti e della piadina...
la cuffietta bianca della piadinara...quella anziana, la prima ..che faceva le piade tirate a mattarello con il bordo frastagliato e il pezzetto di carta marroncina per portarle via ...
la luce bianca del mattino e la bassa marea con le righe della sabbia sotto i piedi, i buchini dei cannolicchi e schivare i granchi 
fare capannella con il tettuccio del lettino e il telo, il caldo sulla pelle...l'odore dell'abbronzante e il libro con sabbia tra le pagine...
e aspettare le 11 che non arrivavano mai per il bagno... il freddo dell'acqua al primo tuffo  o l'andare giù piano piano con tutta la pelle d'oca... i rumori attutiti quando si è sott'acqua.... il cretino di turno che ti slaccia il bikini...le spalle di mio padre per salirci a fare i tuffi...
correre sulla sabbia bollente saltellando tra un'ombra e l'altra...  stendersi al sole senza fare la doccia e sentire la pelle tirare con il sale che brucia appena sulla pelle un po' scottata sulle spalle ...
il fastidio della sabbia tra le dita e lavarsi i piedi nel rubinetto sotto le docce aspettando con il costume in mano per sciacquare anche quello...il profumo dello shampoo e il rigagnolo di schiuma e acqua sulla sabbia...
il cemento rigato e rosso e bollente della banchina del porto con le barche che partivano da Milano Marittima per la gita a Rimini e la voglia di tuffarsi lì ma la mamma non voleva...e stare in equilibrio sul muretto tra la banchina  e gli scogli ad aspettare gli schizzi delle onde,
il mare grosso i rari giorni che faceva temporale e a fare il bagno tuffandosi dentro le onde e ci si riempiva il costume di sabbia..
la pizza che faceva la sorella della vedova di Emilio alle cinque...e io le confondevo poi sempre quelle due...la Maria e l'Anna
Il rullo per tirare il campo da bocce e il barattolo bucato con il talco per fare le righe...e le premiazioni delle gare al  pomeriggio e se le coppie erano miste io ero un po' gelosa se mio padre giocava con la mamma della cecilia perchè era così bella...
e guardarti da lontano mentre giocavi a calcio sporco di sabbia dappertutto e cominciare a scoprire  quell'emozione nuova quell'attrazione mai provata... ecco cosa vuol dire innamorasi...il dondolo dell'Hotel Miramare dove per la prima volta ho capito che potevo anche godere del mio corpo...
I giardini del tennis con la terra rossa e la giostra e l'odore dei pini...
le tonde alla sera su e giù per viale Roma e baci infiniti sulle panchine, le feste al Giardino D'Estate con Gianni Togni che cantava Luna..e le puntate all'ippodromo di Cesena e le gite al Parco Naturale che mi sembrava così lontano...
Gli amici che poi non avresti rivisto più,  quelli che rivedi solo lì...e quelli che sono ancora con me ......il primo primissimo bacio sul dondolo della casa in affitto ...
il rumore degli aerei con la pubblicità...la pizzeria da Duilio e il cinema Italia all'aperto ...le lacrime  quando era ora di tornare e il grano nei campi era già mietuto e le arature portavano l'autunno...
Mi manca la felicità pura e spensierata di quel periodo quando ancora tutto poteva essere e ogni cosa era nuova e da scoprire ...e che non è stata mai più.
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libero-de-mente · 2 months
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Il Sogno Giallo di Arles
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(racconto di fantasia)
Arles, una piccola città nel sud della Francia, era diventata la tela sulla quale Vincent Van Gogh dipingeva i suoi sogni più vivaci. In quel periodo, i girasoli erano i suoi assoluti protagonisti. Non erano solo fiori, ma un simbolo, una fiamma che bruciava dentro di lui.
Un pomeriggio, mentre il sole calava tingendo il cielo di arancio e rosa, Van Gogh si ritrovò in un campo di girasoli. I fiori, alti e orgogliosi, si piegavano sotto il peso dei petali dorati, quasi volessero toccare la terra con i loro cuori gialli. Vincent prese la sua tela e i pennelli, e iniziò a dipingere.
Con pennellate veloci e vigorose, catturò la luce che danzava tra i fiori, il vento che muoveva le loro teste e il silenzio profondo della campagna. In ogni pennellata, c'era tutta la sua passione, la sua gioia, ma anche una profonda malinconia. I girasoli, per lui, erano un modo per esprimere la bellezza della vita, ma anche la sua fragilità.
Mentre dipingeva, pensava a suo fratello Theo, al quale voleva dedicare queste tele. I girasoli, con la loro luminosità intensa, erano un omaggio alla loro amicizia, un ponte tra due anime unite dall'arte.
Quando l'ultimo raggio di sole scomparve, Van Gogh tornò a casa con la tela ancora umida. Si sedette davanti al camino e osservò l'opera, soddisfatto e commosso. In quel campo di girasoli, aveva trovato la sua felicità, seppur effimera.
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solosepensi · 8 months
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Discorso all’umanità
Mi dispiace, ma io non voglio fare l’Imperatore, non è il mio mestiere, non voglio governare ne conquistare nessuno, vorrei aiutare tutti se possibile, ebrei, ariani, uomini neri e bianchi, tutti noi esseri umani dovremmo aiutarci sempre, dovremmo godere soltanto della felicità del prossimo, non odiarci e disprezzarci l’un l’altro. In questo mondo c’è posto per tutti, la natura è ricca, è sufficiente per tutti noi, la vita può essere felice e magnifica, ma noi lo abbiamo dimenticato. L’avidità ha avvelenato i nostri cuori, ha precipitato il mondo nell'odio, ci ha condotti a passo d’oca fra le cose più abbiette, abbiamo i mezzi per spaziare, ma ci siamo chiusi in noi stessi. La macchina dell’abbondanza ci ha dato povertà, la scienza ci ha trasformato in cinici, l’avidità ci ha resi duri e cattivi, pensiamo troppo e sentiamo poco. Più che macchinari ci serve umanità, più che abilità ci serve bontà e gentilezza, senza queste qualità la vita è violenza e tutto è perduto. L’aviazione e la radio hanno riavvicinato le genti, la natura stessa di queste invenzioni reclama la bontà nell'uomo, reclama la fratellanza universale, l’unione dell’umanità. Perfino ora la mia voce raggiunge milioni di persone nel mondo, milioni di uomini, donne e bambini disperati, vittime di un sistema che impone agli uomini di torturare e imprigionare gente innocente. A coloro che mi odono, io dico, non disperate! L’avidità che ci comanda è solamente un male passeggero, l’amarezza di uomini che temono le vie del progresso umano. L’odio degli uomini scompare insieme ai dittatori e il potere che hanno tolto al popolo ritornerà al popolo e qualsiasi mezzo usino la libertà non può essere soppressa.
Soldati! Non cedete a dei bruti, uomini che vi disprezzano e vi sfruttano, che vi dicono come vivere, cosa fare, cosa dire, cosa pensare, che vi irreggimentano, vi condizionano, vi trattano come bestie. Non vi consegnate a questa gente senza un’anima, uomini macchina, con macchine al posto del cervello e del cuore. Voi non siete macchine, voi non siete bestie, siete uomini!
Voi avete l’amore dell’umanità nel cuore, voi non odiate, coloro che odiano sono quelli che non hanno l’amore altrui. Soldati! Non difendete la schiavitù, ma la libertà! Ricordate nel Vangelo di S. Luca è scritto – “Il Regno di Dio è nel cuore dell’uomo” – non di un solo uomo o di un gruppo di uomini, ma di tutti gli uomini. Voi ,voi il popolo avete la forza di creare le macchine, la forza di creare la felicità, voi il popolo avete la forza di fare che la vita sia bella e libera, di fare di questa vita una splendida avventura. Quindi in nome della democrazia usiamo questa forza, uniamoci tutti! Combattiamo per un mondo nuovo che sia migliore, che dia a tutti gli uomini lavoro, ai giovani un futuro, ai vecchi la sicurezza. Promettendovi queste cose dei bruti sono andati al potere, mentivano! Non hanno mantenuto quelle promesse e mai lo faranno! I dittatori forse sono liberi perché rendono schiavi il popolo. Allora combattiamo per mantenere quelle promesse, combattiamo per liberare il mondo, eliminando confini e barriere, eliminando l’avidità, l’odio e l’intolleranza. Combattiamo per un mondo ragionevole, un mondo in cui la scienza e il progresso diano a tutti gli uomini il benessere. Soldati, nel nome della democrazia siate tutti uniti!
Hannah puoi sentirmi? Dovunque tu sia abbi fiducia. Guarda in alto Hannah le nuvole si diradano, comincia a splendere il sole. Prima o poi usciremo dall'oscurità verso la luce e vivremo in un mondo nuovo, un mondo più buono in cui gli uomini si solleveranno al di sopra della loro avidità, del loro odio, della loro brutalità. Guarda in alto Hannah l’animo umano troverà le sue ali e finalmente comincerà a volare, a volare sull'arcobaleno verso la luce della speranza, verso il futuro. Il glorioso futuro che appartiene a te, a me, a tutti noi. Guarda in alto Hannah, lassù.
Charlie Chaplin - Discorso all’umanità
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me-soltanto-me · 14 days
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Rimaneva il profumo, sulla pelle, il respiro, sulle labbra. Eravamo e resteremo un sogno, un desiderio, come quelle stelle che cadono e poi svaniscono.
Anime, quello eravamo noi, e quello resteremo, anime che si strappavano la pelle di baci, legati dallo stesso amore e corpi prestati a un destino che non ci apparteneva. Eravamo lo spazio tra la felicità e la nostalgia, e non importa se non saremo più quei pochi momenti di luce, noi apparteniamo alla notte, nessuno può ascoltarci...
Davide Bianco
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tulipanico · 18 days
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Mi piace, di questo periodo, il fatto che il sole sorga nel momento esatto in cui mi sveglio due volte alla settimana, mi piace soprattutto godere del giorno appena iniziato mentre guido per arrivare all’ambulatorio lontano. Le ombre lunghissime che interrompono la luce sull’asfalto, la terra rivoltata dei campi, pronta ad essere nuovamente madre, che pare fatta d’oro. Le cime di alcuni alberi che iniziano a tingersi di giallo, tutto ha colori così intensi da bloccare le parole poco sotto le corde vocali. Ascolto una canzone dei Canova che mi chiede se ho mai provato la felicità. Allora ci ripenso, rimastico la vita nella bocca e sì, avverto il sapore dolce della felicità sulla lingua, in mezzo agli altri. Indubbiamente pochi attimi, fugaci, ma il miele c’è. L’ho sentito allargarsi nel petto, riempire il cuore, di tanto in tanto. Che poi, si vive per questo, per quel poco di miele.
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scrivocomeposso · 10 months
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La ciclicità con cui ricado nell'abbisso mi inquieta.
Momenti in cui quel piccolo raggio di luce che si era fatto spazio nel mio cuore scompare.
Sono spenta e sola e non mi sembra un caso, ma una strana scelta.
Allontano la felicità perché è così che ho imparato.
Non me la merito.
Non mi merito.
Forse non è ancora tempo per la libertà.
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lunamarish · 1 month
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Dicono che quando una persona ha compiuto la sua missione su questa terra, se ne va. Come se non avesse più nulla da fare qui. Siamo noi, che siamo ancora vivi, che dobbiamo trovare un senso al dolore, affinché non ci imprigioni e non ci faccia perdere di vista il nostro compito. Ma per ora dobbiamo avere pazienza. Prima di tutto, con noi stessi. Non esiste un manuale su come attraversare il nostro lutto. È personale e unico. E cercare di incasellarlo per la comodità degli altri non farà altro che prolungare indefinitamente la sofferenza e bloccarci in un pantano dal quale sarà difficile uscire. È necessario appoggiarsi alle persone che ci vogliono bene, come se fossimo bambini di nuovo. Abbiamo bisogno di loro per attraversare con fiducia questo sentiero sconosciuto, questo cammino misterioso che prima o poi tutti dovremo percorrere. Senza dimenticare, come disse C.S. Lewis dopo la perdita di Joy, che il dolore che ora sentiamo è parte della felicità di allora. Attraversare un lutto profondo è come rinascere. Ci sembra di attraversare un canale di parto oscuro, scivoloso, in cui ci sentiamo compressi, spaventati. In cui a volte non possiamo vedere la luce alla fine del tunnel. Ma un giorno sporgiamo la testa, vediamo il sole, altre facce ci sorridono. Ci rendiamo conto che non siamo soli. Che non siamo gli unici nell'universo ad aver sofferto una perdita. E, soprattutto, che i nostri cari che sono morti continuano a vivere nel nostro cuore. Il miglior omaggio che possiamo fare loro è vivere la nostra vita pienamente. Grati per il tempo che li abbiamo avuti accanto a noi e fiduciosi che un giorno saremo di nuovo insieme. Mi sarebbe piaciuto dirti addio.
(dal web)
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ec-chi-mo-si · 2 months
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Ho bisogno di cambiare. Forse questa è l'unica cosa che so al momento. E' tornato il buio, è tornato prepotentemente, come non mai e non so come affrontarlo. Sinceramente non so cosa sia andato storto nella mia vita, in quale momento o in quali momenti mi sono perso. Non è la prima volta che mi accade, ho avuto i miei periodi no ma non sono mai stati così visibili, esposti al mondo. C'è un mondo di rabbia dentro me che ho sempre saputo gestire ma ultimamente no, basta veramente un cazzo e come una bomba sono pronto ad esplodere. Questo mi fa tremendamente paura, anche perché non importa chi ci sia dall'altro lato e si ritroverà a beccarsi tutto il mio odio. Odio, odio per cosa? Questo ancora devo capirlo. Nella mia vita ho sofferto si, come tutti e meno di molti ma questo non può e non dovrebbe giustificare nulla. Sono bloccato, non riesco a vivere, e quando poi lo faccio e torno alla normalità è sempre peggio, ogni volta fa un po' più male. Forse la parte peggiore è vivere quegli attimi di felicità che mi mancano perché sono un ingordo, ho bisogno di sentirmi pieno, a volte anche un po' apprezzato ma allo stesso tempo non sono capace di gestirlo. Ho imparato che non sono mai contento di nulla, non mi basta mai e quindi come si fa? Come posso sopraffare questo mio modo di essere? Sono sempre in conflitto con me stesso, come se ci fossero due personalità che a volte convivono nello stesso momento e questo crea un conflitto enorme, vado in tilt. Spesso penso che l'unica soluzione sia quella di isolarmi, di mandare tutti via, le persone sono sempre state bene senza di me, possono continuare a farlo per il resto della loro vita. Ma della mia che ne sarà, deve davvero finire così? Deve essere davvero "un solo attimo di beatitudine può forse colmare una vita intera?". Non sono pronto a questo, non sono pronto a vivere un futuro misero fatto di solitudine, ne ho già vissuta tanta, ad un certo punto deve arrivare il mio momento no? Forse il mio momento è già arrivato e l'ho perso? Ed ora che si fa? Come supero tutta la tristezza che sento in ogni centimetro della mia pelle? Tutta questa tristezza che a volte non ha fatto parte della mia vita per alcuni attimi. Ci si abitua mai a stare male? Dobbiamo davvero vivere una vita di merda quando potremmo essere felici? Non lo so, ho perso il libretto delle istruzioni di questa vita. Ho perso tanto e sto continuando a perdere, sto continuando a perdermi. Aspetto un po' di luce in questa oscurità, una mano che forse mi tiri su anche se so che dipende tutto da me. Da me, appunto, questo è il problema più grande. Ho sempre provato a fare tutto da solo nella mia vita e questo è il risultato, un "uomo" a pezzi che distrugge tutto ciò che tocca. In fondo volevo solo una vita, una famiglia, una casa e dei figli, ed invece eccomi qui, io e i miei demoni a pensare su come farla finita. Ho bisogno di cambiare, ma per cambiare devo cambiare me, non so se ci riuscirò.
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susieporta · 13 days
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PERCHE' NON SENTO AMORE?
(Da una mia ricerca interiore personale esperienziale)
Per risponderti devo partire dall’inizio, da quando eri ancora in fasce.
Ogni essere umano nasce con un corpo fisico e un’essenza, quello che è nel profondo.
L’ essenza è amore, coscienza, intelligenza, felicità e gioia.
Nella parte profonda, c’è l’anima, quel continuum energetico che passa di corpo in corpo e si chiama essenza o coscienza profonda.
Alla nascita, nel cervello in cui troviamo la personalità, non c’è scritto ancora quasi nulla.
Ci sono solo alcune informazioni in base a ciò che il bambino ha registrato nel liquido amniotico, quando era ancora nella pancia della mamma.
Noi siamo come dei semi che devono crescere, evolvere, cambiare. Abbiamo bisogno di svilupparci, insomma.
E come si permette a queste caratteristiche e qualità di essere sviluppate?
Con l’educazione della famiglia.
Ecco i problemi dell’uomo.
Ogni anima ha già una vocazione, una sua direzione che verrà compiuta grazie alle varie esperienze. E spesso le qualità che ci portiamo dietro ne fanno parte.
Per avere un’immagine più vivida del concetto di semi e crescita osserva che i bambini, crescendo, mostrano già delle tendenze.
Ad esempio, se nella vita precedente era un musicista si porterà dietro, in questo corpo, l’amore per la musica, la capacità di apprendere facilmente le note, l’attrazione per alcuni strumenti musicali.
Questi sono semi ed è necessario un buon terreno per farli crescere.
È chiaro che se nascerà da una famiglia di musicisti o da una famiglia che pur non essendo nella musica, non interferirà in questa tendenza del figlio, lui potrà sviluppare questo seme.
Il problema è che a volte i genitori interferiscono eccome…
E certi semi rimangono infossati. Non crescono.
Cosa vuol dire educare secondo te?
Educare vuol dire aiutare a tirar fuori le caratteristiche, far uscire ciò che è già all’interno.
Illuminare la propria strada.
Capisci anche tu che plasmare qualcuno in ciò che non è non è educare.
Con un’educazione sana, è difficile che il bambino si porti dietro dei buchi.
Svilupperà le sue capacità di comprendere e di sentire con naturalezza; imparerà a esprimersi a modo suo, ad amare a modo suo.
Nel secondo caso, quei semini infossati scatteranno.
Come?
Creando un buco.
I buchi rivelano un vuoto.
Sono parti di noi sviluppate poco o non sviluppate affatto.
Zone che non siamo in grado di scorgere, perché non ci arriva luce, cioè la nostra consapevolezza.
I buchi più profondi sono quelli dove la caratteristica non solo non si è sviluppata, ma è stata addirittura considerata sbagliata, da nascondere, qualcosa di cui vergognarsi.
È chiaro che quel semino si è nascosto molto sotto. È stato represso.
E lì, sotto il buco, si cela una ferita sanguinante.
Quei semini agiscono dall’inconscio.
Quel “Sento che mi manca qualcosa”, altro non è che il semino che attende il suo momento per emergere.
Noi non sentiamo il semino, non identifichiamo la ferita, percepiamo solo un bisogno che non trova mai sollievo.
E più profondo è il buco, più forte il bisogno ci torturerà.
Sono vuoti esistenziali.
Il che comporta che possiamo sbarazzarcene solo colmandoli dall’interno.
Solo portandoci consapevolezza ed entrando in contatto con quelle qualità essenziali.
Ovviamente non ne siamo a conoscenza ed è per questo che cerchiamo di buttarci dentro roba sperando di trovare il tappo giusto.
Ma tutto quello che finisce nel buco, come l’amore delle persone, viene risucchiato dentro e non lascia niente.
Sei come una voragine che vuole risucchiare tutto ciò che di bello trova attorno a sé.
Il vero guaio è che noi basiamo tutta la nostra vita su questi buchi neri.
E tutto ciò che attiriamo, spesso, serve solo a renderli sempre più affamati.
Mi chiederai cosa c’entra l’amore con tutto questo.
E io ti rispondo che l’amore fa parte delle qualità e delle potenzialità che abbiamo tutti come esseri umani e che quindi vanno sviluppate.
Se il seme dell’amore non germoglia, lascia spazio a uno dei buchi neri più famosi della storia: il buco d’amore.
ROBERTO POTOCNIAK
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fuoridalcloro · 11 months
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Ogni bella giornata di novembre è quasi sempre un'occasione persa. La luce ha fretta la luce di novembre non aspetta, ci pensi sopra e non è più in offerta. E ci si illanguidisce alla promessa di una felicità, ah, più che certa se solo avessi avuto l'accortezza di predisporre il giusto materiale: un giro inconcludente in bicicletta e labbra sfaccendate da baciare.
-Patrizia Cavalli-
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canesenzafissadimora · 2 months
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Quando fai ridere una persona, le doni poesia.
La bagni di luce e la luce sposta l’anima dal buio.
La luce allontana i mostri le paure e gli inganni.
Anche solo per pochi secondi
sufficienti per riprendere fiato.
Per riprendere il volo.
Quando fai ridere una persona
sei complice della sua meraviglia
la inviti a sognare
a credere nei miracoli
a tornare bambina
e non esiste, credimi, invito più grande.
Ridere è come piangere, urlare, fare l’Amore.
Entrare a far parte dell’infinito
e rinascerci dentro.
Ridere è una cosa seria.
Un legame intimo e assoluto.
E’ l’arma più potente che esista per abbattere muri, dolori.
Per disinnescare il tempo e ritrovarsi liberi.
Quando fai ridere una persona
non le hai fatto soltanto il regalo più bello del mondo
ma le stai donando una bussola magica
per non perdersi mai.
Hai lasciato un segno indelebile
nel libro della sua felicità.
E quando sarà la volta della tristezza
quando non saprà dove trovare rifugio
penserà a te, a quella risata
a quell’attimo eterno, leggero
a quell’attimo in cui senza saperlo
sei diventato il suo scudo, la sua cura.
Quando senza volerlo
le hai salvato la vita.
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Andrew Faber
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tiaspettoaltrove · 6 months
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La rotta la traccio io.
“Sarò, sempre, un po’ distante”. L’ho scritto nel testo introduttivo di questo blog, e lo ribadisco. Lo sono, e lo sarò sempre più. Perché? Perché quando sono troppo presente, vengo punito. O meglio: quando mi spoglio completamente, quando mostro completamente me stesso per ciò che sono. Mi è capitato anche di recente, con una ragazza che certamente mi starà leggendo. Non sono arrabbiato con lei, davvero, ormai quello della rabbia è un moto che riservo a cose più grandi di me, e non alle persone. Sono semplicemente riflessivo, analizzo la realtà, traggo le mie considerazioni. È evidente ch’io non sia per tutti, che sia difficile gestirmi. È per quello che me ne sto sempre qui da solo, non scrivo a nessuna, mi faccio gli affari miei. Cerco di essere presente il meno possibile, quel tanto che mi basta per sfogarmi quando ne ho bisogno, senza manie insensate di protagonismo. Ovvio, parlo e parlerò sempre di me, nei miei post, ma il tutto finisce entro questo spazio. Chi mi contatta privatamente (e ogni tanto, qualcuna, a quanto pare lo fa) deve sapere che fa male. Tutto qui. Perché poi, se mi si dà corda, si finisce per essere travolti, abbagliati da una luce accecante. È risaputo che voglio dominare, che voglio persuadere, sedurre, condizionare. Che voglio far impazzire colei che incautamente decide di avvicinarsi a me. È così, e non potrebbe che essere così, perché la mia natura è questa. Il mio affetto, il mio amore, la mia attenzione si esprimono attraverso “il polso”, attraverso quella voglia intrigante di piegare a mio volere e piacimento. Non cerco né ho mai cercato la massa, ma solamente quell’unicità da poter imprimere a fuoco a mio piacimento. Posso dare tutto, ma alle mie condizioni. Posso portarti sino al punto più alto del sogno più bello, ma solo se sei con me. Se vuoi fare di testa tua, se vuoi ribellarti, se vuoi fingere di essere migliore di me, sbagli in partenza. In quasi ogni rapporto interpersonale degno di questo nome c’è quella fase in cui la ragazza si rende conto che quello che prova per me è divenuto, in fretta, troppo grande. Insostenibile, perché comporta il rischio della felicità. Subentra la paura, la paura di perdermi, di non essere alla mia altezza, di diventare dipendente. Non posso farci niente, è così e basta. Per quello non mi arrabbio. So quanto valgo, so chi sono e conosco pertanto sia i miei punti di forza che quelli deboli. L’auto-isolamento me lo sono imposto per preservarmi, per difendermi da chi vuole affacciarsi dal balcone, ma subito dopo andare via. Da chi ha paura di cadere di sotto. Con me non puoi tornare indietro, per quello è meglio evitare proprio di affacciarsi. Io, in qualche modo almeno, resto per sempre. E chi mi ha conosciuto lo sa. Ci rimetto sempre io? Sì ok, pazienza. Ormai sono abituato. Ma non crediate che io non capisca, perché capisco benissimo. E vi comprendo anche. Ma non per questo cambio rotta. La strada la decido io, sta a voi poi seguirla o meno. Questa è la libertà che vi lascio.
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