#lorenzo targhetta
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nofatclips · 4 months ago
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2359 by Gaspar Claus - Video starring Denis Lavant, directed and edited by Ilan J. Cohen
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marsraph · 9 months ago
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SMISS - FIND ME
Réalisation/Montage/Étalonnage : Raphaël Sawadogo-Mas Animations : Thibaud Teti Musique : Smiss Mix Prod : Rare0000 Mix Voix : Arthur Ely Prod additionnelle : Jacques Mastering : Lorenzo Targhetta
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lamilanomagazine · 2 years ago
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Bologna: Nuovo Forno del Pane Outdoor Edition
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Bologna: Nuovo Forno del Pane Outdoor Edition. A poche settimane dalla conclusione del progetto di residenza, in corso fino al 30 giugno 2023, il Nuovo Forno del Pane Outdoor Edition promuove una serie di incontri nati dalla progettazione condivisa delle artiste e artisti in residenza. Concepito come un laboratorio di autoformazione aperto al pubblico, il programma mette al centro il punto di vista delle artiste e degli artisti ponendoli come “indicatori” delle tematiche più rilevanti e urgenti del contemporaneo. Lezioni, performance, visite guidate, incontri con artisti, dj-set compongono un ricco calendario che si sviluppa tra il 9 e il 26 giugno 2023 e sono stati ideati da: Lorena Bucur (Cremona, 1996), in residenza presso il Distretto culturale Pianura Ovest, San Giovanni in Persiceto, Convento di San Francesco; Beatrice Favaretto (Venezia,1992), in residenza presso il Distretto culturale Reno Lavino Samoggia, Casalecchio di Reno, Montagnola di Mezzo; Valentina Furian (Venezia,1989), in residenza presso il Distretto culturale Savena - Idice, San Lazzaro di Savena, 10Lines e Kappa NÖUN; Giorgia Lolli (Reggio Emilia, 1996), in residenza presso il Distretto culturale Pianura Est, Budrio, Le Torri dell'Acqua; Lorenzo Modica (Roma, 1988), in residenza presso il Distretto culturale Appennino Bolognese, Castiglione dei Pepoli, Municipio di Castiglione dei Pepoli; Davide Sgambaro (Cittadella, Padova, 1989), in residenza presso il Distretto culturale Imolese, Imola, Centro d’Arte Novella Guerra. Gli appuntamenti che si terranno in diversi spazi del MAMbo - Museo d’Arte Moderna di Bologna (sala conferenze, foyer, biblioteca) e, in un caso, al Cassero LGBTI+ Center. Si parte venerdì 9 giugno con Valentina Furian che introduce Morena Poltronieri ed Ernesto Fazioli nell’incontro STREGA DONNA DEA (MAMbo, sala conferenze, h 17.30); segue, sempre il 9 giugno, Hold me while I’m Naked: Lewis G. Burton in dialogo con Beatrice Favaretto e Cassero LGBTI+ Center (Cassero, h 20.30). A seguire, venerdì 16 giugno, Lorenzo Modica dialogherà con Francesco Targhetta (MAMbo, biblioteca h 17.30), mentre mercoledì 21 giugno sarà la volta della lecture-performance di Giorgia Ohanesian Nardin introdotta da Giorgia Lolli I want to shake you off me | maybe this is my dancing (MAMbo, foyer, h 20.00, su prenotazione). Ultimi due appuntamenti: venerdì 23 giugno con Franco Bifo Berardi che presenterà il suo libro Disertate!, introdotto da Davide Sgambaro (MAMbo, sala conferenze, h 17.30) e lunedì 26 giugno con Adrian Paci, introdotto da Lorena Bucur (MAMbo, sala conferenze, h 17.30). A conclusione della residenza, dal 30 giugno 2023, sarà disponibile una pubblicazione che racconterà l’esperienza delle sei artiste e artisti ospiti del territorio metropolitano di Bologna.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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asctx · 6 years ago
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kfromthecastle · 4 years ago
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downtobaker · 4 years ago
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Le novità E/O della settimana in libreria
Le novità E/O della settimana in libreria
da redazione
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Mathias Énard, Ultimo discorso alla Società proustiana di Barcellona
Ultimo discorso alla Società proustiana di Barcellona accompagna vent’anni di scrittura romanzesca e disegna una sorta di autobiografia nomade dell’autore di Bussola, Premio Goncourt 2015.
Traduzione dal francese di Lorenzo Alunni e Francesco Targhetta €18,00 – pp. 272
https://www.amazon.it/Ultimo-discorso-So…
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federicodeleonardis · 5 years ago
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Uno sguardo dal ponte, due interventi “autorevoli”su Facebook: Minini e Barrese
Sono profondamente indignato, sono stupefatto, non ho parole per esprimere cosa provo 1.
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. Non seguo i social, non so maneggiarli, una certa nausea mi prende a vedere sempre gattini o cagnolini conditi da discorsi che vogliono essere mordaci o spiritosi e non lo sono affatto e che nel migliore dei casi, raro, sono intelligenti (alcuni amici malati di facebook lo sono e quindi i loro interventi, a volte interessanti, leggibili, ma mi rifiuto di cadere nella trappola del cattivo gusto della pagina, la distribuzione grafica delle immagini senza nessun criterio estetico, pura informazione, puro spiattellamento di colori e forme volgari, frammisti a frasi e lettere demenziali che le intersecano senza alcun intento compositivo, il tutto condito da faccette infantili che sorridono idiote e da like impersonali di massa.
Bene, sono snob e me ne vanto. E sono anche uno stronzo perché approfitto del penchant piuttosto deprimente della mia dolce metà verso il pettegolezzo digitale per lasciare a lei il compito di segnalarmi se per caso pescasse qualcosa di interessante: sono snob, ma non cretino.
Ieri lo ha fatto e che cosa ha pescato? Toh, l’intervento di un antico conoscente (di circa 30 anni fa), che stimo come grafico, sull’articolo di un gallerista non certo dei peggiori sulla piazza (anche se con la sua bellissima moglie, dalla capigliatura imperiale che mi ricordava il magnifico Ritratto (di una non meglio specificata Signora col generoso petto in primo piano) di Palma il Vecchio, oggi al Poldi Pezzoli di Milano, ha generato una figlia che ahinoi ne ha seguito le orme certamente in peggio). Antonio Barrese risponde a Massimo Minini! Udite udite (andate a leggerli su Facebook o se preferite aprite questi link:  [email protected] e poi   [email protected]  ).
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Sono profondamente indignato, stupefatto, depresso al punto che vorrei non aver mai seguito la vocazione di scultore. Vorrei avere la voce di un leone e mettermi a ruggire all’indirizzo di questi personaggi, ambedue noti e affermati nel piccolo mondo che li riguarda. Mi affido a questo foglio per calmare i bollenti spiriti, per dare uno sfogo alla mia aggressività, repressa da una situazione che ha tappato la bocca a tutti e in cui tutti, chi colpevolmente, chi per debolezza, chi per impotenza obiettiva, sono vittime. Il Grande Gallerista (andate a rileggervi i nomi dei suoi pari nella conferenza “profetica” di cui parla), dopo aver sproloquiato di mercato, mercanti, galleristi e supermercati dell’arte, afferma che se la Fiera di Basilea viene annullata ci sarà un crollo generale che farà molte vittime e sotto la valanga resteranno tutti: “belli e brutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri” . In altre parole, sta arrivando Sansone!
Viva Sansone, ci voleva lui perché i Grandi Manovratori volgessero la loro attenzione ad altro che le Fiere, che ne so, Pannoloni per adulti, Ciucciotti per anziani infantili, Boscaioli 2, e lasciassero l’arte agli artisti,  azzerando con una raffica di pallottole virali quella pletora di speculatori minori che hanno intrattenuto rapporti di lingua in bocca col mercato (nel migliore dei casi) o addirittura loschi, con la mafia (nel peggiore). Ma  è lecito domandare all’esternatore: tu dov’eri all’epoca della Vacche Grasse durata fino alla comparsa di Sansone? “Siamo stati sorpresi come pivelli nel momento sbagliato”. Forse tu sei una verginella? Non ti rivolgevi da pari a pari ai Grandi Galleristi, novella Cassandra, nel convegno di cui tu parli? Cosa facevi tu per l’arte, chi hai aiutato, sostenuto gratuitamente, quale novello matta clark, quale rebecca horn con le pezze al culo hai portato avanti, quale voce è venuta fuori dalla tua scuderia di cavalli di razza? Certo in “un mondo di lupi” devi lottare alla pari, ma i lupi sono solo gli altri? L’alibi non mi sembra valido. Un buon gallerista è un modesto promotore di talenti sconosciuti, ripeto, modesto: manda avanti qualcuno che da tempo aveva previsto l’andazzo e lo combatteva, col suo linguaggio e perché no, anche con la tua tanto decantata “mente”. Parli di arricchimento di quest’ultima come scopo principale dell’arte , fai appunto la verginella quando i buoi sono scappati: l’ovvietà ritardata è la peggiore delle ipocrisie e ha ragione Barrese a darti addosso sull’ossimoro della liaison di questo termine con la ricchezza.
Ma veniamo a quest’ultimo, cosa propone? L’ artista cinetico-programmatico che, ripeto, stimo pur non condividendone affatto l’indirizzo , trascinato dall’indignazione afferma che gli artisti dovrebbero essere pagati profumatamente, perché il loro mestiere è insostituibile, prezioso per la società, per la quale lavorano al futuro. Sei uno pratico, Antonio, navigato, non ti facevo tanto ingenuo, la questione è seria.
Pagati? Ho sentito bene? Se gli artisti fanno il loro lavoro per essere pagati siamo alle solite: il cane si mangia la coda, o meglio il lupo mangia l’agnello e siamo al punto di partenza. L’artista dovrebbe sempre fare un altro mestiere per vivere. Intanto dovrebbe vivere, prendere sul serio la vita, coi suoi rischi e le sue meraviglie, altrimenti non ha niente da dire. E poi eventualmente, se ce l’ha , produrre arte. Non solo mente e ricchezza fanno a pugni, ma su un altro ring se la battono anche mestiere e impegno artistico. L’arte non è un lavoro, un mestiere, un’occupazione (programmata o meno) per la quale chiedere un rendiconto: basta a se stessa e non va tutti i mesi a ritirare la pensione. Altra cosa è la competenza: ma questa certamente non la decide il mercato, bensì la storia. La società del futuro decreterà se quell’artista è stato profeta, se ha effettivamente indicato una via. Se con la gioia di aver scoperto e indicato una soluzione per un futuro migliore, una gioia che lo ha aiutato non tanto a sbarcare il lunario, quanto a superare le bastonate che gli infliggono i cretini (siano essi Papi intrallazzoni o presuntuosi che affermano che il naso del David è troppo lungo), ha il diritto di essere ricordato su una piccola targhetta all’angolo di una via: Giardino Wanda Osiris, largo Mike Buongiorno, via Adriano (Celentano: lasciatemi ridere un poco,  visto che mi sto calmando: proprio queste amenità ci regala l’attualità. Se andiamo di questo passo altro che Corona ci vuole!)
Per terminare con una nota di realtà che riguarda proprio la nostra peste e la poesia: ricoverato in una casa di riposo per anziani handicappati, da tempo affetto dalla sindrome che lo accomunava a Hoelderlin, ieri asfissiato da Sansone è morto Benedetti: Tersa morte 3se l’è portato via. Onore a te Mario: lo avevi previsto. Alla maniera degli antichi, ti dedicheremo una stella:
 Via Ferrante Aporti
 E’ rimasto affumicato dalle bombe
il muro fino all’Osteria. Macchie
macchie lisce inosservate senza
nomi, senza fiori, nessuno lo sa.    
 Il vecchissimo oste passa e ripassa
e non mi vede, non mi chiede
che cosa ci faccio in piedi lì fuori.4
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Note
1. Immagine di una scultura visibile nella Galleria Lorenzo Vatalaro di Milano /2. D.F. Wallace /3. Guanda   / 4. Per la cronaca: proposta all’Assessore alla Cultura di Milano la conservazione almeno di una parte del muro di cui parla Benedetti e una targa, nemmeno una telefonata da Ferrovie Grandi Lavori: la sepoltura della memoria è di molto precedente l’arrivo di Sansone.
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02. Désiré, Lighght, Lila Tirando A Violeta & Lithe - Tense Inside by Club Late Music Emergence is the second collaborative EP of the Global URL Nation. Unlike the previous release Exquisite Corpse, which was a musical transposition of the surrealist literary game, this time participants collaborated without any constraints or instructions. The release affirms the constituent power of autonomy. It honors both chaos and order as integral parts of creation. From the interplay of 13 artists, randomly grouped, emerge a whole that is stronger than the sum of its parts. With an unpredictable behavior, individual entities collide and coalesce into a heterogeneous assembly, where the accretion of different personalities, tastes and intents composes the outlines of a harmonious body. Turning the vacuum of liberty into a consensual (im)balance, Emergence seeks to illustrate the value of collective action - an authentic appreciation of self-organization. TRACKLIST 01. ASJ & Victor Metske - EXERTION 02. Désiré, Lighght, Lila Tirando A Violeta & Lithe - Tense Inside 03. ccontrary, DEEjAY f, GRIG & Heedless - 22lontr 04. 1.5L, Ancestral Vision & Giek_1 - epicureanism 19:19 CREDITS Cover by AKUA https://ift.tt/37JegFp Mastering by Lorenzo Targhetta Produced by : Désiré @desirbonaventure Lighght @lighghtmusic Lila Tirando A Violeta @lilatirandoavioleta Lithe @lithetrax
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solounfoglio · 7 years ago
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JAIN: di Dynabeat e della sua contagiosa energia
Parliamo di circa due anni fa, abbondanti. Sono a casa del mio amico Miguel e a colazione ci troviamo a mangiare pane e AllMusic. O MTV, se c’era ancora. Non ricordo. Ma ricordo la televisione accesa su un canale musicale e la voce di Mig che mi dice: “Hey, Lori guarda questo video. È troppo forte!” Targhetta di presentazione a lato dello schermo: Jain – Come. Sono talmente affamato che non ci faccio nemmeno caso, ascolto a malapena la musica e azzanno una consistente fetta di pane e nutella. La canzone finisce, la vita va avanti.
Parliamo ora di un anno fa: sono in macchina con la mia famiglia, in viaggio verso il Trentino per trascorrere le vacanze lontano dall’afa di Milano e dintorni. Alla radio una replica di un programma. Improvvisamente lo speaker lancia la pubblicità e al posto di una réclame parte un brano che qualcosa mi ricordava. Forse mi ricordava una colazione fatta da Miguel un anno prima. Come di Jain dopo quella mattina in macchina è diventato ufficialmente l’inno della mia estate passata e con lei tutto l’album Zanaka che ho adorato, consumato e imparato a memoria. Ho fatto ricerche sulla cantante e la sua storia, la sua formazione musicale e culturale mi hanno affascinato parecchio. Sin dall’infanzia si è trovata a trasferirsi tra la Francia (sua terra natale), Sud Africa, Congo, Emirati Arabi arricchendo il suo bagaglio misto di cultura, famiglia ed esplosiva curiosità.
Jean Louise Galice, che ora si fa chiamare Jain richiamando il Giainismo da cui deriva il suo motto “non essere deluso se perdi e non essere orgoglioso se vinci”, è un portento, un talento che non tutti ancora conoscono e che porta al piatto panorama della musica estiva (e non solo) fatta di Despacito e affini, un’arte pressoché completa e ricercata.  Ritmi del vecchio continente, ritmi della musica passata, ritmi del futuro, accenti sbagliati e una voce che è il traduttore della vita, della speranza e della contagiosa elettricità che nasconde sotto le trecce. I suoi video, così come le sue canzoni sono eclettici, spettacolari e coinvolgenti, stralci di quadri di Escher, Magritte e Bosch. Le cose spariscono, cambiano colore, non hanno per forza un ordine, anzi è proprio nella rivoluzione del paesaggio che si svolge il suo lavoro. I videoclip dei suoi singoli sono un’unità spazio-tempo che si uniscono e mostrano gli effetti collaterali ed invisibili che questo tipo di musica ha su di noi.
Qualche giorno fa è uscito il nuovo singolo Dynabeat (per ora su YouTube appena 367 mila views, ma aspettiamo settembre per tirare le somme), un brano che non compare direttamente nel suo album d’esordio ma che ha già accolto consensi (tra cui il mio, dato che questa canzone mi ha mandato in fissa per settimane) dallo scorso autunno quando è stato rilasciato sul suo canale insieme a Son of a Sun. Un mix tra pop e disco anni ’80 che fa ballare anche chi, come me, non sa stare a tempo e citando Dalla “a ballare sembra un cavallo”. Ma Jain fa miracoli, insomma. Tra temi personali (All my days), sociali e politici (Hope, Come, Makeba) e canzoni d’evasione (Dynabeat), il tutto è unito dalla voglia di vivere e comunicare che in modo esplosivo viene fuori ai suoi concerti, malgrado la setlist ridotta causa repertorio. Sul palco si presenta senza band ma con un sintetizzatore e una Martin, un paio di microfoni per registrare i cori e uno per cantare. Il resto è lei che si fonde con il palco, il pubblico, la musica e la sinergia che è somma di suono e contrasto. Contrasto tra la sua musica colorata e il suo abbigliamento bianco e nero, scontro sensoriale voluto e ormai iconico.
Date un’occhiata a questa esibizione a “Le Ring” organizzata da Deezer per capire meglio.
Dietro quella che potrebbe essere la sorella maggiore ideale nei momenti bui della giornata ci sta una persona che ha scalato le classifiche europee e lentamente anche quelle d’oltreoceano. Dopo un tour statunitense ora si è ritirata in studio e registrare tracce nuove insieme al suo produttore/scopritore Yodelice. Speriamo ci dia la possibilità di illuminare l’inverno, quantomeno.
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Illustration by Lorenzo Molino - LNZ
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