Tumgik
#lo amavo tanto
francesca-70 · 9 months
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Succede che una mattina ti svegli e vedi che fuori non piove più e allora ti chiedi – beh? Che è successo?
Ecco, quella mattina successe a me che da tanto tempo non amavo, ma non per chissà quale motivo, non amavo e manco io sapevo il motivo preciso, ma forse sì che lo sapevo: che senso poteva avere per me l’amare se non amare che te?
Quella mattina io avevo una gran voglia di dirti – ti amo -, almeno credo.
Quanto mi manchi amore mio. Certo, io lo sapevo già dentro di me di questa cosa che mi manchi ma l’ho capita bene solo quando fuori ha smesso di piovere e a me mi giocava il cuore.
avanti, bisogna comunque provarci o almeno provo a convincermi che bisogna provarci.
Fossi riuscito a dirti ti amo oggi me ne fotterei della pioggia che smette o che non smette, facesse cosa cavolo vuole la pioggia, fossi riuscito a dirti ti amo io ora non sarei qui a pensare a dimenticarti senza cancellarti.
Sei incancellabile tu.
Sei come quelle macchie di inchiostro sul taschino della camicia, solo che sulla camicia ci puoi mettere una giacca, un maglioncino, ma su di te cosa ci posso mettere?
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Charles Bukowski
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be-appy-71 · 6 months
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Sono stato molto male quando ho scoperto che la donna che amavo, anni fa, si era sempre presa gioco dei miei sentimenti. Quando l’ho messa davanti all’evidenza, sentendosi alle strette e non potendo mentire come aveva sempre fatto, ha reagito aggredendomi, per poi sparire con freddezza. Senza pietà. Lasciandomi in frantumi. Mi è cascato il mondo addosso. La vita mi aveva già riservato “qualche” dispiacere, ma in quel momento, giuro, quel dolore, mi sembrava il più profondo di tutti. Non mi ero mai sentito tanto devastato, nemmeno dopo la morte di mio padre.
Mi sentivo vuoto. Abbandonato. Tradito. Immobile. Ingannato. Solo e perso. Mi sentivo sciocco, stupido. Avevo messo tutto ciò che avevo in quella storia, in quell’amore che credevo immenso. Avevo creduto a tutto.
Parlavamo di figli, matrimonio, di futuro, di tramonti da guardare insieme, mano nella mano, quando saremmo diventati vecchietti…
Non so per quanto tempo l’ho sognata. Fredda. Glaciale. Impassibile.
Non so quante volte mi sono svegliato di soprassalto con crisi di pianto. E di freddo. Freddo dentro.
Era un incubo dormire.
Era un incubo svegliarmi.
Non c’era un posto nel mondo dove mi sentissi bene.
E cercavo l’amore, come se l’amore si possa cercare. Lo cercavo negli altri. Proiettando il mio dolore e le mie aspettative su di loro, sulle le loro azioni, sui loro comportamenti, sulle parole che pretendevo mi dicessero. Sulle promesse che speravo mi facessero. Cercavo l’amore per riempire un vuoto.
Poi un giorno, guardando il mare, ho provato ancora quel senso di freddo e solitudine, ma subito dopo ho sentito nascere qualcosa dentro di me. Era una piccola luce. E ho capito, solo in quel momento, che lei non se lo meritava tutto quel dolore che provavo.
E ho capito che l’amore che cercavo era sempre stato lì, al suo posto, dentro di me.
Ero io la persona da amare.
Solo io potevo riempire quel vuoto.
Ero io, Roberto, la persona che veniva prima di tutto.
Ero io quello da abbracciare.
E poi sono rinato... ♠️🔥
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Roberto Emanuelli
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der-papero · 7 days
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Ciao Papero! Mio parere non richiesto sui cartoni animati (io orgogliosamente cresciuta con Telecapri e reti regionali). Yattaman ok, per gli altri robottoni io non li amavo, però stravedevo per Harlock e Galaxy Express. Le parti violente ci sono ma più discrete che in Ken o nei Cavalieri dello Zodiaco, che ricordo di aver iniziato a 6-7 anni e a posteriori forse era presto. Ricordo che guardavo tutto ma che sotto sotto mi impressionavo. Su tutt'altro genere e di quegli anni meravigliosi ci sono Lamù, Maison Ikkoku, Orange Road, Pollon e il Fantazoo che sono uno spasso anche per i più piccoli. Mi piaceva tanto anche Mila e Shiro che ha fatto appassionare tanti ragazzini alla pallavolo, poi a seconda dei tuoi gusti ci sono Holly e Benji oppure Jenny la tennista. In definitiva, credo che robottoni e anime con toni troppo seriosi o violenti siano da evitare per adesso.
Ciao,
grazie mille per il tuo parere SUPERPREZIOSO, il primo :)
Sì, da due giorni che ci penso, e guardando di nuovo Trider G7, che dovrebbe essere uno dei più "sciapiti" della categoria, mi sono reso conto che forse è meglio aspettare.
C'è pure il discorso della lingua, che se da un lato è ancora presto (ascolta in italiano tutto il giorno, ma comprende veramente poco per ora), dall'altro mi chiedevo se quei dialoghi potevano essere un ulteriore banco di apprendimento, come lo sono in film in tedesco per me, ma considerando tutte le variabili, forse è meglio aspettare i 6/7 anni, avrà un vocabolario migliore e potenzialmente sufficiente per poterli capire.
No, Ken se lo vede da sola se vuole e quando sarà, che io non ce l'ho mai fatta a vederlo 😅.
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mucillo · 2 months
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Charles Bukowski: “Sei incancellabile tu”
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Succede che una mattina ti svegli e vedi che fuori non piove più e allora ti chiedi – beh? Che è successo?
Ecco, quella mattina successe a me che da tanto tempo non amavo, ma non per chissà quale motivo, non amavo e manco io sapevo il motivo preciso, ma forse sì che lo sapevo: che senso poteva avere per me l’amare se non amare che te?
Quella mattina io avevo una gran voglia di dirti – ti amo -, almeno credo.
Quanto mi manchi amore mio. Certo, io lo sapevo già dentro di me di questa cosa che mi manchi ma l’ho capita bene solo quando fuori ha smesso di piovere e a me mi giocava il cuore.
che prima avevo la scusa per non vedere il sole, pioveva, mica era colpa mia, ma le nuvole ora sono andate via portandosi dietro tutte le scuse. Ok, tu non ci sei, ok, ma va bene, va bene anche se va male, va bene perché io ti amo lo stesso.
C’è come un diario che ho chiuso nel petto, sento che devo tirarlo fuori e devo farlo senza schemi se non gli schemi che mi porto nel cuore.
Ah! Mannaggia mannaggia, mannaggia al cuore che non sa far calcoli ma che pure spesso sbaglia i conti.
Ma io non ero riuscito a dirti quel ti amo.
Era una primavera quando andasti via, lo ricordi? Io cercavo di farmi forza, la vita andava avanti sentivo dirmi da tutti.
Quando te ne sei andata io mi sono un po’ rincoglionito.
Mi persi, diciamoci la verità, perdendoti io mi persi. E tu? Ah! No scusa, non volevo chiederti se anche tu ci sei rimasta male, era un e tu come stai? Roba del genere insomma, un e tu cosa fai ora? Che stai facendo adesso, adesso è in questo momento, che stai facendo in questo momento? Non mi interessa cosa stai facendo nella vita, io non ci sono più nella tua vita, cosa vuoi che mi importi?
Sicuramente starai facendo tante cose belle, bellissime, ma a me importa adesso, adesso adesso mi importa, adesso in questo momento. Io adesso ti sto pensando facendomi del male. Io vorrei non pensarti ed averti invece qui, qui vicino a me.
Ma non ci sei. Non voglio pensarti ma non lasciarmi solo, non andare via anche dai miei sogni.
Tu dolce ferita mi tagli il cuore, ma io sorrido sai? Non mi fa male questo maledetto male. Sorrido perché dentro ci sei te e ti vedo, almeno posso vederti. Ti vedo pure che dai un bacio a quello lì e questo un pò a dirti il vero mi fa incazzare.
Ma tu non lasciarmi lo stesso, tienimi con te pure se sono incazzato.
Tienimi con te. Non mi fa male la ferita al cuore, no, non mi fa male, sei tu che non ci sei, non andare via oltre.
A volte mi sento tanto forte da poterti dire che non esisti senza di me.
Ma non è vero sai? È che ci provo ad andare avanti, bisogna comunque provarci o almeno provo a convincermi che bisogna provarci.
Fossi riuscito a dirti ti amo oggi me ne fotterei della pioggia che smette o che non smette, facesse cosa cavolo vuole la pioggia, fossi riuscito a dirti ti amo io ora non sarei qui a pensare a dimenticarti senza cancellarti.
Sei incancellabile tu.
Sei come quelle macchie di inchiostro sul taschino della camicia, solo che sulla camicia ci puoi mettere una giacca, un maglioncino, ma su di te cosa ci posso mettere?
(Charles Bukowski)
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ermalx · 3 months
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Odiarti per cosa?
Perchè ti amavo davvero?
Perchè ti ho dato la mia vita?
Nonostante tu mi abbia ferito,
nonostante i tuoi assurdi misteri
ti ho amato e non ho esitato a mettere nelle tue mani
il mio cuore e i miei sentimenti.
Ti ho affidato i miei segreti più profondi anche se tu pensavi sempre il contrario.
Perché dovrei odiarti?
Sì, tutto quello che ti ho dato
è stato sincero...
non c'è mai stato un briciolo di sospetto per me,
non ho previsto nulla,
ciò che ho dato è perché l'ho sentito
anche se spesso ho sbagliato...
Non ho potuto combattere con i tuoi demoni.
Almeno non da solo.
Ho vinto la lotta dal dolore e dalle ferite
che ti hanno aperto prima che arrivassi io,
ti sei lasciata battere da loro nuovamente
e mi hai fatto arrendere alla fine.
Giuro che volevo guarirti,
ma non me l'hai permesso;
tuttavia,
Hai sabotato ogni tentativo
di guarirti con il mio amore,
e non ti biasimo...
Forse le ferite erano più profonde
e hanno prevalso nonostante quello che provavamo,
forse non sono stato abbastanza,
né quello giusto.
Per questo non ho potuto.
Non ho soddisfatto le tue aspettative?
Non vuoi amarmi
ed è per questo che devo andarmene.
Odiarti?
Perché?
Non posso più farlo adesso!
Ho sempre saputo in cosa mi stavo cacciando.
Eppure ho deciso di rischiare
e scommettere sull'amore che provavo per te;
la battaglia non era solo mia,
in fondo lo sapevo che sarebbe stato difficile,
ma speravo
di non sbagliare.
Ci sarà sempre una poesia,
una canzone, un profumo,
un posto che mi faccia pensare a te,
ma non posso più restare,
Non posso più aspettare,
Verrai nel mio letto un'ultima volta?
Faremo l'amore ancora prima di salutarci?
Ne ho davvero tanto bisogno.
Non voglio arrivare cercare una persona
diversa da te per soddisfare
anche questi miei desideri,
perchè io, non sono come te.
Spero che il tuo orgoglio non prevalga
e che se c'è qualcosa
scapperai da me
nel pieno della notte,
come quella prima volta.
Devo solo ringraziarti
per la lezione che mi hai insegnato,
perché anche per me
è stato un buon apprendimento.
Grazie amore mio, per sempre!
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chouncazzodicasino · 9 months
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Amavo il Natale da piccola. Ricordo perfettamente la vigilia, la strada per arrivare a casa di nonna con una Roma notturna che mi affascinava tanto, soprattutto passare sopra Corso Francia illuminato con quelle luci gialle, io lo chiamavo il ponte di nonno. Arrivare a casa e trovarla sempre perfetta con le sue decorazioni elegantissime in ogni angolo, il presepe con decisamente troppe pecore e il terreno fatto di ceci e lenticchie, le tante candele rosse sparse per casa (sì, una volta sono venuti i pompieri), i rami di eucalipto rosso, i fazzoletti ricamati a tema natalizio, il vassoio gigante degli antipasti con pomodorini, mozzarelline, carciofini, cipolline, olive e salamini tutto rigorosamente disposto in fasce precisissime, il pandoro con la candela sopra, il Mont blanc enorme e il dolce della castagna, noi tanti cugini che dopo cena andavamo ad addormentarci tutti accalcati sui divani di velluto mentre i grandi facevano la cioccolata (o in realtà preparavano i regali) e chi voleva andava a messa. Al loro ritorno si mangiavano i dolci e poi i regali. Scatola grande "aaah questi sono calzini!" e scatola piccola "finalmente delle scarpe", classica battuta degli zii o che adesso faccio io. Era molto bello.
Poi una grande fase di Natali divisi per due nuclei familiari, ma sempre belli bene o male. Vigilia con papà e nonna poi la mattina del 25 in macchina per scendere dagli zii e da mamma.
Da un po' di tempo abbiamo ricominciato a fare il Natale uniti. La famiglia allargata. I primi istanti non senza un pochino di imbarazzo ma per fortuna il ruolo di giullare mi riesce benissimo e devo dire ha aiutato tanto in quei momenti. In questi ultimi anni per me l'unica vera cosa che significa Natale è passare queste giornate con mia nonna. È l'unica cosa che mi preme. L'unica cosa per cui mi impunto.
Lo scorso Natale l'ho passato a casa col covid. Piangendo. Non per il covid, ma perché avevo infettato tanti miei amici ad una cena qualche giorno prima, rovinando il loro Natale e quello delle loro famiglie. Gli unici due giorni senza olfatto e gusto sono stati 24 e 25, come beffa del menù godurioso, credo. Col senno di poi ci rido e ci ridiamo sopra, soprattutto perché mi sono beccata il soprannome di Cavallo di Troia.
Quest'anno non sento il Natale ma non me ne dispiaccio. Nelle ultime 48 ore si sono susseguite una serie di notizie e cambiamenti di programma per cause di forza maggiore che all'ultima ho reagito ridendo. Si naviga a vista. Io, alla fin fine, vorrei solo mantenere la certezza del vedere nonna, controllare se il presepe ha sempre troppe pecore e il terreno fatto di ceci e lenticchie anche se adesso non lo fa più lei, portarle dei rami di eucalipto rosso, accendere tante candele rosse in giro per la casa, farla ridere e farle assaggiare il dolce della castagna.
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canesenzafissadimora · 6 months
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Non è una colpa il non capirsi più.
Mi chiedo solo se ci siamo capiti davvero qualche volta.
Mi chiedo se ciò che cerco sia troppo,
ma forse troppo è lo stesso che cerchi tu.
Ho spolverato via la fantasia dai nostri libri
di storia.
La storia dev’essere reale, ti dicevo, eppure nelle storie migliori può essere fantastica.
La fantasia non è poi sempre così lontana dalla realtà, a volte la realtà la supera, si gira, la guarda e si compiace, a volte vince lei.
Allora forse ho inventato tutto, perché volevo innamorarmi ancora.
Ho inventato una sintonia che non c’è stata mai e ho costruito un mondo che non è mai esistito.
Si inizia a fingere per disperazione, così accade alle persone.
Fingi che sia amore, fingi che vada tutto bene, fingi di essere felice.
Fingi e te ne convinci anche, per qualche istante.
Poi la notte torni a casa.
Nella tua stanza al buio c’è un fruscio
di sottofondo, sei in mezzo a tutto quel silenzio che ride di te e delle bugie che ti racconti.
Ti confonde l’anima, poi qualcosa fa la spia alle tue tragiche convinzioni, svelandoti la verità.
Ti viene negato anche il sonno, sprofondi
in un letto che cancella il riposo, accompagna soltanto le strane immagini del tuo dormiveglia sconveniente.
Io mi chiedo chi sei e tu non sai niente di me. Se fossi vicina a me ti guarderei dormire
e non avrei bisogno di altro per sentirmi tranquillo.
Un rapporto che funziona solo quando quei due non si parlano, direbbero di noi, perché guardare gli altri è semplice, degli altri
si sa sempre così poco e ci si ostina a gettare ombre per coprire le proprie.
Ti amavo, eri bellissima ma tu distruggi tutto quello che tocchi.
Mi sono dovuto allontanare per non farmi distruggere.
Forse lo fai perché niente e nessuno distrugga te.
Dev’essere davvero triste accorgersene. Perché non sempre lo riconosci, ma ogni tanto te ne accorgi anche tu che fai di tutto per non dare alle persone nessun motivo per rimanere.
Così puoi sempre dirti che sono gli altri
ad andare via.
Dai la colpa a me ma è tuo il merito,
o forse io non merito colpe che non ho, nemmeno tu.
Un tempo sarei restato lo stesso, oggi no.
E finalmente mi accorgo che sono cambiato, perché si cambia non soltanto se si vuole, volere a volte non basta, si cambia se impariamo ad amarci davvero.
La trasformazione avviene da sé, come
la nascita di una farfalla da un bozzolo
di dolore.
Ti porterei un fiore se servisse e nuovamente la mia vita se bastasse.
Ti direi soffiala e esprimi un desiderio
di cui non ti stancherai mai, io lo esaudirò.
Sento il tuo profumo persino dentro una tua fotografia, rapito dall’aria, fra polvere e vertigine.
La guardo, spingendoci dentro gli occhi,
per schiacciare le mie miserie, con l’eleganza di una profezia.
Avrei soltanto bisogno di una magia improvvisa.
Sono fragile…ma chi non lo è di fronte alla felicità?
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Massimo Bisotti
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yellowinter · 5 months
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(...)
Non sono cose semplici, affatto... c'è il mondo che urla e va a velocità folle, c'è quello che provo che urla e mi porta pensieri devastanti, ci sono le altre persone che in continuazione mi dicono cosa devo o non devo fare... è tossico. Perché io lo sono, ma non voglio più esserlo. I pensieri sono tossici, sono una cazzo di trappola mortale e sto cercando di osservarli ma senza giudicarli, senza dargli il potere di cambiarmi... respiro e lascio andare anche loro per riuscire a vivere nel qui ed ora il più possibile. Come fanno gli altri animali, come fa la natura... resta in equilibrio e armonia, esiste e basta.
Cercavo amore per me nell'amore per gli altri, cercavo pace con l'uso di sostanze, cercavo di controllare le situazioni perché mi dava l'illusione di fare andare bene le cose, agivo con violenza verso di me e le persone che amavo sperando erroneamente di ricevere gentilezza e quella comprensione che tanto desideravo, puntavo il dito contro perché ero arrabbiata ed è più facile incolpare gli altri piuttosto che se stessi. Ora ho capito che devo ribaltare tutto... e questa volta abbraccio me stessa, mi dico che posso farcela, che ci credo. Piango per ore ogni giorno, ma va bene e so che passerà.
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tiaspettoaltrove · 4 months
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Voglio leccarti il cervello.
Rifletto sempre, continuamente, perfino quando gioco a “Balatro” o “Euro Truck Simulator 2”. Ma ieri, in particolare, riflettevo sull’origine della mia ricerca. Sulla ricerca di quella ragazza unica, particolare, speciale. Succube, come amavo definirla un tempo, nel precedente blog. Aggettivo che fu introdotto peraltro da Alice, da quella piccola grande meraviglia che chissà dove è finita ora. Quella voglia di dominio, di avere il controllo, di dettare la linea, risponde in realtà probabilmente solo all’esigenza di essere ascoltato. Perché allo stato attuale non lo sono, dagli altri, nella vita reale. E intendiamoci, non mi metto in un angolino a piangere, affatto. Ma ci penso. E al contempo diminuisco sempre più la quantità di parole, quasi a diventare muto. Trattengo il fiato, non lo spreco. Mi limito, in mezzo agli altri, a qualche battuta ogni tanto. Così, per non sembrare troppo estraneo, per non mettere in imbarazzo nessuno (soprattutto gli altri, appunto). Ma in linea generale non sono ascoltato, non lo sono davvero, nel profondo. Si fa, piuttosto, finta di ascoltarmi. Ma mi rendo poi conto che le mie parole volano via nell’aria troppo in fretta, incapaci di essere accolte, assimilate, introiettate. Un sottofondo, un passatempo, ma nulla più. È un peccato, sinceramente. È un peccato perché ritengo che le mie parole abbiano un valore. Che i miei pensieri, non siano sempre così banali o vuoti. Che i miei ragionamenti, abbiano una loro logica. Ma a cosa è dovuto questo? Forse, in generale, nessuno ascolta più nessun altro? Difficile rispondere a questa domanda. Certo, ci sono le varie scuole di pensiero a dire che è calata la soglia di attenzione, che è colpa dei social network e dei video brevi, e bla bla bla. Le solite cose. Io non posso limitarmi a credere questo, ci dev’essere qualcosa di più profondo. Qualcosa che si è rotto, uno spartiacque, un momento preciso che ha eretto un muro. Sono io il problema? No, non lo sono. Il problema è semmai il mondo. Ma alla fine di tutto ciò, ecco, quella ragazza tutta per me la vorrei in modo così potente proprio per questo, credo. Per contare qualcosa per lei, in modo totale, esclusivo, assoluto. Un’ispirazione, una guida, un punto di riferimento insostituibile. È come se vorrei che lei compensasse tutto quello che là fuori non posso ricevere. Nel senso che non me ne frega niente di essere ascoltato (a trecentosessanta gradi) dagli altri, ma solo da lei. Voglio lei e solo lei. Voglio vivere, umanamente, per lei. E voglio al contempo che lei diventi la schiava del mio cuore, dei miei desideri, delle mie voglie, delle mie ossessioni. Al mio cospetto e nuda di ogni freno, di ogni remora, di ogni vestito. Completamente nuda, fresca, pulita e depilata di ogni dubbio. Pura. Il regalo più grande della mia vita, l’unico a parte la vita stessa. Una ragazza da amare in modo viscerale, distorto, malato, irrazionale, ma anche lucidissimo. A cui poter quasi leccare perfino il cervello. Annegando tra le sue gambe.
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intotheclash · 4 months
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- NERO: E in che cosa credi? - BIANCO: In un sacco di cose. - NERO: Va bene. - BIANCO: In che senso, va bene? - NERO: Va bene, quali cose? - BIANCO: Credo in certe cose. - NERO: Questo l'hai già detto. - BIANCO: Probabilmente non credo più in una serie di cose in cui credevo una volta, ma questo non significa che non creda più in niente. - NERO: Be', fammi un esempio. - BIANCO: Più che altro, credo nel valore delle cose. - NERO: Nel valore delle cose. - BIANCO: Sì. - NERO: Ok. Di quali cose? - BIANCO: Di un sacco di cose. Le cose culturali, per esempio. I libri, la musica, l'arte. Cose di questo genere. - NERO: Va bene. - BIANCO: Queste sono le cose che per me hanno valore. Sono la base della civiltà. O quantomeno, un tempo avevano valore. Probabilmente oggi non ne hanno più così tanto. - NERO: E cosa gli è successo, a quelle cose? - BIANCO: La gente ha smesso di dar loro valore. Io ho smesso di dar loro valore. Entro un certo limite. Non saprei neanche spiegarle bene perché. Quel mondo è in gran parte scomparso. E fra poco lo sarà del tutto. - NERO: Non so se riesco a seguirti, professore. - BIANCO: Non c'è niente da seguire. Va bene così. Le cose che amavo un tempo erano molto fragili. Molto delicate. Ma io non lo sapevo. Pensavo che fossero indistruttibili. E mi sbagliavo.
Cormac McCarthy - Sunset Limited
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Che poi ho amato tanto. Ho amato con l'anima, il cuore, la pelle. Ho amato con attenzione, con premure non richieste e sguardi amorevoli. Ho amato fino a non averne più amore. Fino a prosciugarmi.
Poi nelle notti fredde, in cui il letto tremava insieme a me, ai miei terrori, ai miei incubi e preoccupazioni, pensavo, piangendo nel cuscino che se l'amore che davo non era abbastanza, l'amore che prendevo sapeva d'amarezza.
Non si curavano di me. Non importava nulla al mondo che per un briciolo d'amore, e parlo d'amore vero, quello ormai dimenticato, io mettevo da parte il mondo, mettevo da parte me.
Chiedevano. Urlavano. Pretendevano.
Ed io?
Io restavo inerme, ed ascoltavo in silenzio il poco significato che i miei sforzi avevano nelle vite di chi amavo.
Con arroganza mi mettevano davanti i miei errori, le mie mancanze, i miei difetti, il mio essere fatta diversa dagli altri.
Volevano abbracci. Carezze. Baci. Premure.
Volevano un amore differente, ma con parole di cui ordine nemmeno più ricordo, dicevano che andava bene il mio. Che sarei cresciuta. Col tempo cambiata.
Eppure mi chiedevo, in cuor mio che cosa non andasse in me. Quale tassello mancava? Il puzzle sembrava completo.
Poi ricordavo i pezzi lasciati in giro.
I "Ti voglio bene, papà" che diventavano schiaffi.
Gli abbracci che sapevano d'alcol e mani incontrollate poggiate dove non volevo.
Eppure lo sapevo che ero rotta. Rotta di brutto, che pure i pezzettini del puzzle che ancora rimanevano in me, ormai erano ammaccati, spiegazzati.
Non si incastrava niente.
Il mondo andava avanti ed io spingevo a più non posso nel alleggerire il carico degli altri e dimenticandomi del mio. Dimenticandomi di me.
Eppure ora mi vedo.
Mi guardo allo specchio e vedo le rotture, le crepe, i pezzi che da anni si sono sgretolati, la polvere di stelle di cui pensavo fossi stata creata, ora non era che un ammasso di poltiglia infinita in cui giorno dopo giorno continuo a sprofondare.
Mi sono persa in me stessa insomma.
Una tragica fine per chi di se non sa niente.
E mi perdo nel libretto d'istruzioni di questo corpo che non sento mio, di questa testa che pesa più del dovuto e di questo cuore che batte sempre con maggiore irregolarità.
Eppure sono ancora qua. Alla mercé delle battute che feriscono, ma dinanzi alle quali abbozzo un sorriso stropicciato che spero spazzi via l'insicurezza che celano i miei occhi. Dinanzi a parole che non valgono per altri, ma che per me diventano man mano segnali stradali dinanzi ai quali mi fermo per capire la direzione in cui andare.
Ed io? Io dove voglio andare?
......................................................
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animadiicristallo · 6 months
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ti canto la verità
non ricordo più come si fa
a sentirsi in contatto col mondo
ad amarti come amavo un tempo
bugia nella verità
scusa le mie personalità
so bene che a volte sembro un mostro
ma ti sei incuriosita per questo
lei è arrivata con quell'aura
con l'anima che le balla, con lo sguardo che le parla
canta per trovare calma
bella il doppio se impugna la chitarra
figlia di un bellissimo dramma
sembra non c'è cosa che tu tema
scusa la mia solita domanda
ma ogni tanto il tuo chakra congela
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willspencerp · 1 month
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*Will raggiunge il Parco Rosewater, incontra una donna di nome Kelly, che assomiglia un pò a sua moglie Sarah, ma vestita in modo provocante e dotata di un carattere più aperto. Durante i loro spostamenti, sembra conoscere alcune cose che solo il protagonista e sua moglie potevano sapere, e si comporta in maniera molto seducente verso Will. Kelly accompagna l'eroe e lo aiuta a raggiungere un altro dei loro posti speciali, l'Hotel Lakeview. Will entra nel Pete's Bowl-O-Rama dove incontra Walter mentre parla con la bambina, che fugge appena vede Kelly. Dopo Walter rivela che il nome della bimba è Laura. Fuori Kelly dice a Will di aver visto Laura e cominciano a inseguirla. Arrivano così all'Ospedale Brookhaven, dove Kelly si sente male e si mette a riposare in una delle stanze dell'ospedale.
Will incontra Angela, svela il motivo della presenza di Angela e Walter a Silent Hill. Un articolo di giornale narra che Angela ha ucciso il padre, che abusava di lei con il consenso della madre.
Walter invece è stato preso in giro per anni dai suoi compagni per via del suo carattere. Ha ucciso il cane di un giocatore di football e poi ha sparato nella gamba al padrone. Appare chiaro che, al suo arrivo a Silent Hill, è impazzito vedendo che tutti si prendevano gioco di lui, e ha deciso di uccidere chiunque avesse incontrato. Inizialmente cerca di spiegare a Will perché abbia ucciso tutte quelle persone, ma poi si rivolta anche contro di lui, ma viene ucciso. Will prova vergogna ad aver ucciso Walter, e dopo ciò, Walter inizia a farsi domande sugli eventi che lo hanno portato in quella città e poi ad un tratto Sarah sparisce a causa di Lucyfer Morningstar e Will preoccupandosi per sua moglie trova una lettera:
"Nei miei sogni agitati,
vedo quella città.
Silent Hill.
Mi avevi promesso che un giorno
mi avresti riportato lì.
Ma non l'hai mai fatto.
Beh, ora sono lì da sola…
Nel nostro 'posto speciale
E ti aspetto…
Aspetto che tu
mi venga a trovare.
Ma non vieni mai.
E così aspetto, avvolta nel mio
bozzolo di dolore e solitudine.
So di aver commesso una cosa
terribile. Una cosa che
non mi perdonerai mai.
Vorrei poter cambiare
le cose, ma non posso.
Mi sento così patetica e brutta
mentre sono stesa qui, ad aspettarti...
Ogni giorno fisso le crepe
nel soffitto e tutto ciò a cui penso
è quanto sia ingiusto tutto ciò...
Oggi è venuto il medico.
Mi ha detto che posso tornare
a casa per un breve periodo.
Non è che sto migliorando.
E' che forse questa potrebbe
essere la mia ultima possibilità...
Sai cosa intendo...
Nonostante ciò, sono felice di tornare
a casa. Mi sei mancato tantissimo.
Ma ho paura, Will.
Ho paura che tu in realtà
non voglia che torni a casa.
Ogni volta che vieni a trovarmi,
So quanto è difficile per te...
Non so se tu mi
odi o ti faccio pena...
O forse ti disgusto solamente...
Questo mi dispiace.
Quando ho scoperto che
stavo per morire, non volevo
accettarlo in alcun modo.
Ero sempre arrabbiata e
me la prendevo con le persone che amavo di più.
Soprattutto con te, Will.
Ecco perché capisco
Se mi odi veramente.
Ma voglio che tu
sappia questo, Will.
Ti amerò per sempre.
Anche se la nostra vita insieme deve
finire in questo modo, non la cambierei
per nessuna cosa al mondo. Abbiamo
trascorso dei meravigliosi anni insieme.
Beh, questa lettera è durata
fin troppo, quindi ora ti saluto.
Ho detto all'infermiera di dartela
dopo che me ne sarò andata.
Ciò significa che quando la
leggerai, sarò già morta.
Non posso chiederti di ricordarmi,
ma non potrei sopportare che tu
ti dimenticassi di me.
Questi ultimi anni in cui
mi sono ammalata... Mi dispiace così tanto
per quello che ho fatto a te, che ho fatto a noi...
Mi hai dato così tanto e
io non sono stata capace di ricambiare
neanche una piccola cosa.
E' per questo che voglio che
tu continui a vivere la tua vita adesso.
Fa quello che è meglio per te, Will
Will...
Mi hai resa felice."
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abatelunare · 7 months
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Mistificazioni oniriche
Nel sogno di stanotte sono tornato in un posto. Ci andavo sempre con i miei quand'ero piccino. Per farci le vacanze estive. E lo amavo tantissimo. Si tratta di Pietra Ligure. Era più o meno come lo ricordavo. Tranne che per un trascurabile dettaglio. Nella realtà è una città di mare. Nel sogno era una località di montagna. (Con tanto di sciatori, fra l'altro).
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flame-in-the-wind · 1 month
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Amavo mio padre con tutto il mio cuore, ricordo i momenti passati con lui con estremo affetto, nonostante molte cose io le stia pian piano dimenticando. Le cose con mia madre invece sono sempre state un po' diverse, più fredde e distaccate. Forse un po' per carattere, o perché si dice che le figlie femmine siano un po' più legate ai padri, non lo so. Abbiamo passato molti anni separate e questo ha aumentato la distanza tra di noi, non mi sono mai confidata, non le ho mai parlato dei miei problemi e delle mie preoccupazioni, quando siamo tornate a vivere insieme ero ormai adulta, le fasi più difficili della mia vita le avevo affrontate e superate da sola. Vivere insieme non è stato semplice all'inizio, non ci conoscevamo affatto e il muro che c'era tra di noi era diventato spesso e solido, muro che adesso stiamo pian piano abbattendo. Avevamo due visioni del mondo diverse, due generazioni opposte che entravano in conflitto, convinzioni che stiamo cercando di allineare, stereotipi e pregiudizi che sto cercando di estirpare. Parliamo tanto, soprattutto di mio padre, mi racconta aneddoti passati, ricordi che hanno condiviso o che semplicemente ha ascoltato da lui, questo ci ha avvicinate parecchio e ne sono felice. Mi sprona a fare le cose da sola e non le importa se non ho amici, non mi giudica per questo, non mi giudica se riempio il soggiorno e la mia camera di manga e cose a tema anime, nonostante si ostini a chiamare 'pupazzi' le mie action figure, non giudica questo aspetto di me all'apparenza infantile. Non le ho ancora parlato del mio orientamento sessuale, non so se capirebbe, l'asessualità è un argomento complicato, difficile da capire, soprattutto per una persona che di orientamenti non ne capisce un granché, abbiamo lavorato molto sulle altre lettere dell'acronimo e sono già solo contenta di questo, spero però che potremmo fare lo stesso anche per quella A che un po' rivela chi sono. Una cosa di cui dobbiamo ancora lavorare parecchio sono sicuramente i tatuaggi, ogni volta che torno a casa con uno nuovo è sempre un po' contraria e nonostante l'ultimo sia dedicato a lei, questo non ha cambiato molto la sua visione.
So che preferirà sempre gli altri suoi figli, rispetto a me, ormai ne ho preso consapevolezza e l'ho accettato, fa ancora male a volte, ma non mi importa; sento di amare anche lei, a modo mio, le voglio bene e voglio prendermi cura di lei, perché non ha avuto una vita semplice e se lo merita. E niente, avevo bisogno di buttare fuori tutto questo, sono giorni difficili per me, sto prendendo decisioni che non pensavo avrei mai preso e sto riflettendo tanto su di me e sulla vita in generale, volevo sfogarmi e ormai questo blog è come una sorta di diario per me, che di sicuro userò più spesso. Quindi mamma, anche se non avrò mai il coraggio di dirti queste cose, sappi che ti voglio bene e che ci sarò sempre per te, perché ti ammiro e invidio la tua forza d'animo. Sei una grande donna, anche se nessuno lo ha mai davvero capito.
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thecatcherinthemind · 1 month
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È vero, ho pianto tanto: ho pianto per averti amato e ho pianto quando il tuo fantasma ha continuato a presentarsi anche negli altri. Io però, se ci penso, di te mi sono liberata. Ed è vero neanche che ti amavo e non solo amarti era doloroso, ma è riuscito ad essere doloroso anche il tuo ricordo, lo è tuttora anche se sbiadito. Ed è vero, non sei più con me, però io ti amavo.
Tu invece continui a vivere con te stesso e forse quasi ti invidio: se solo non fosse che tu invece ti detesti e da te stesso non hai scampo.
Non so a chi sia andata peggio.
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