#letti in un anno
Explore tagged Tumblr posts
eratropposopportare · 4 months ago
Text
letti in un anno #9
PASSATO: [febbraio 2023 - luglio 2024]
*La voz del amo - Stanislaw Lem *Fiasco - Stanislaw Lem *Provocación - Stanislaw Lem *Edén - Stanislaw Lem *En busca del tiempo perdido : La fugitiva - Marcel Proust *Quienes se marchan de Omelas - Ursula K. Le Guin (racc.) *La ciudad y la ciudad - China Miéville Un talento para la guerra - Jack McDevitt (The Expanse 1) El despertar del leviatán - James S. A. Corey Luna 2 : Luna de lobos - Ian McDonald Marte azul - Kim Stanley Robinson Il tempo si deve fermare - Aldous Huxley Aniquilación - Michel Houellebecq All I am - Sam Bettens Tierra - Eloy Moreno Dysphoria mundi : El sonido del mundo derrumbándose - Paul B. Preciado Born a crime and other stories - Trevor Noah El libro de los Baltimore - Joël Dicker Forastero en el matrimonio y otros cuentos - Emir Kusturica (racc.) Nací - Georges Perec *En busca del tiempo perdido : El tiempo recobrado - Marcel Proust Años de perro - Günter Grass La vida entera - David Grossman Luna 3 : Luna ascendente - Ian McDonald Sapiens : De animales a dioses - Yuval Noah Harari Libertad - Jonathan Franzen *La glándula de Ícaro : El libro de las metamorfosis - Anna Starobinets *Las estrellas son legión - Kameron Hurley [INCREDIBILE!!!] (The Expanse 2) La guerra del Calibán - James S. A. Corey Proyecto Hail Mary - Andy Weir Diario de un escándalo - Zoë Heller Trilogía de Copenhague - Tove Ditlevsen Vagabundos - Hao Jingfang [pessimo.] *Nunca me abandones - Kazuo Ishiguro [assai sopravvalutato] Embassytown : La ciudad embajada - China Miéville *La tierra larga - Terry Pratchett e Stephen Baxter La investigación - Stanislaw Lem (The Expanse 3) La puerta de Abadón - James S. A. Corey *Mugre rosa - Fernanda Trías Cuna - Arthur C. Clarke y Gentry Lee El país de las nubes purpúreas - Arkady e Boris Strugadsky (The Expanse 4) La quema de Cíbola - James S. A. Corey La estación de la calle Perdido - China Miéville *Lo que hay - Sara Torres
PRESENTE: Noches de cocaína - J. G. Ballard FUTURO: Qualsiasi cosa di China Miéville, che ha una immaginazione fantastica! Finire la serie The Expanse...
*con l'asterisco gli ebook
0 notes
filorunsultra · 8 months ago
Text
SciaccheTrail TRC Expedition 2024
Ogni anno c'è il weekend di Sciacche, e ogni anno c'è un pezzo su questo blog intitolato così (qui il primo, qui il secondo). Ah, avvertenza: ho scritto di getto e senza rileggere. Lo faccio quasi sempre su questo blog (mai altrove, beninteso). Poi ci ritorno sopra nei giorni successivi. Cosa imperdonabile, lo so, ma qui mi permetto sciatterie altrove vietate. Facile insomma che se rileggete un articolo dopo qualche tempo, cambi qualcosa.
Tumblr media
Io, la Chri, Pass, Marta e Amanda Basham, durante un'intervista per Coltellate all'Alba, la domenica mattina, al negozio del Nic e la Chri di Manarola.
Dunque, partiamo dall'inizio. L'anno scorso, il giorno dopo la gara, io e il Pass ci recammo a Riomaggiore per la conferenza stampa di presentazione di una nuova distanza, la 100k, che si sarebbe aggiunta alla classica 47k. Andammo alla presentazione e c'era già un'idea di percorso, l'idea: unire il mare all'entroterra, da cui, parrebbe, provengano le vere origini dei popoli delle Cinque Terre. Qualche mese fa il Nic mi invitò a correrla e io intelligentemente rifiutai (perché continuo a essere convinto che non riuscirei a preparare una 100k dura per fine marzo). Il Pass invece ci credeva e si è iscritto, e io sono andato a fargli da pacer, un po' per lui, un po' per la gara, a cui, comunque, in qualche modo avrei voluto partecipare. Un anno dopo sono a Cognola, dopo una corsa in Argentario e una pastasciutta a Povo (che in primavera suscita ancora più nostalgia), con il Metti e la Marta, ad aspettare la Leti che esca di casa tutta trafelata dopo aver "smontato" il turno in comunità. Comunque la strada per Monterosso è lunga e brutta e la Cisa fa davvero schifo. Alla fine arriviamo all'imbrunire, trovando il Pass nel suo furgone, parcheggiato nel carissimo parcheggio sul mare a Monterosso, cercando di dormire in vista dell'imminente parenza. Andrea è qui dal giorno prima e ha già ritirato il pettorale, così accompagniamo Marta a ritirare il suo, trovando il Nic già completamente andato (lo dice lui) ma galvanizzato dal weekend che sta per iniziare. Poi andiamo a mangiarci una pizza in paese, dove ci sono seduti anche Kathrin Goetz e suo marito, e dove soprattutto incontriamo il grande Jacopo Bozzoli che avevo visto l'ultima volta al Morenic e sono super contento di rivedere. Dopo la pizza torniamo in macchina ad aiutare il Pass a prepararsi lo zaino.
Tumblr media
I letti per la prima notte: la Leti sopra, nel tendalino, io sotto, nel furgone, Marta e Metti nella macchina del Metti. Il Pass non c'è perché è in gara e la sua partenza è a Riomaggiore a mezzanotte. Dopo aver fatto lo zaino, la Marta va a letto, visto che il giorno dopo deve correre la sua prima ultra e ha programmato di svegliarsi esageratamente presto per fare colazione. Prima che parta, io, il Pass e la Leti ci chiudiamo in furgone per ammazzare il tempo guardando il documentario di Jeff Browning a Moab 240 (Jeff è il mito del Pass). Poi lo accompagniamo alla stazione di Monterosso per prendere il treno che lo porterà alla partenza a Riomaggiore, ad appena 13 minuti di treno più in là. Non glielo dico, ma ho programmato di svegliarmi verso l'una e mezza di notte per vederlo passare al suo 17esimo chilometro a Monterosso, così io e la Leti andiamo a letto per provare a dormire. Due ore dopo la sveglia suona ed è orribile. Mi metto le Birkenstock e vado al ristoro, dove i primi devono ancora passare. In generale i tempi stimati sono tutti più lenti e così passa un'ora prima che Andrea arrivi. Poi alla fine distinguo la sua corsa sbucare dall'oscurità e gli chiedo come va. Ha scavigliato un paio di chilometri prima, si fa una fasciatura ma per il resto sta bene; è contento di vedermi e faccio con lui un chilometro fino al parcheggio. Torno a dormire. La seconda sveglia è dannatamente presto, appena quattro ore dopo. Facciamo la prima colazione e poi accompagniamo Marta alla partenza. Ci sono Kuba, Mau e la Raffaella Ressico, sono contento di vederli. Nel frattempo mi arriva un messaggio dal Pass che dice di aver scavigliato di nuovo, ha perso una ventina di posizioni ed è rimasto solo, percepisco che sia vicinissimo a ritirarsi ma non glielo chiedo: se sta male sarà lui stesso a dirmelo, ma non sarò io a dargli l'idea. Intanto la 47k parte e io, il Metti e la Leti andiamo a fare una seconda colazione. Poi loro partono di corsa verso Manarola, io resto in macchina e poi prendo un treno, per raggiungerli, prezzo di 5 euro (per fare circa 8 minuti di treno). A Manarola la Marta passa in sesta posizione e sta benissimo, siamo contenti di vederla e le facciamo un po' di tifo, forse troppo perché affronta le scalette dopo il paese con eccessivo entusiasmo. Mangiamo un panino vegetariano di rara bontà e riprendiamo il treno per Monterosso.
Tumblr media
Qui iniziano i casini: il primo treno che prendiamo non ferma in paese e così ci ritroviamo a Levanto. Il controllore non ci fa la multa e per pura casualità non mi controlla il biglietto che non ho, perché non avevo fatto a tempo a farlo in stazione. A Levanto dobbiamo aspettare venti minuti e iniziamo a pensare di non riuscire ad arrivare in tempo alla aid station di Riccò del Golfo, dove dovrei iniziare a fare da pacer al Pass. Quando arriviamo finalmente a Monterosso spostiamo tutte le cose della Marta nel furgone del Pass, con l'idea di prendere la macchina del Metti con cui la Leti dovrebbe accompagnarmi a Riccò, mentre Metti resterebbe in paese per aspettare l'arrivo della Marta. Saliamo finalmente in macchina, la Leti gira la chiave ma la macchina non si accende. Proviamo un paio di volte ma la batteria è chiaramente andata. Nel frattempo il Metti si è aperto una gamba contro un pezzo di ferro arrugginito che spunta da terra nel parcheggio, ma non ha tempo per preoccuparsene e non gli fa nemmeno tanto male. Andiamo in cerca di un paio di cavi e dopo dieci minuti finalmente li troviamo in un bar vicino, ma non funzionano. L'unica è andare col furgone del Pass, che però la Leti non si sente di guidare. Così chiudiamo tutto, rispostiamo le borse, abbassiamo il tendalino, e io e il Metti partiamo. Il furgone del Pass non ha benzina e i freni sono andati, ma in qualche modo, tra incidenti e tornanti, arriviamo a Riccò. Scendo al volo e il Metti riparte. Da qui le nostre strade si dividono. Una volta tornato indietro, mi racconteranno, il Metti avrebbe chiesto una medicazione ai medici della gara, poi sarebbe andato al pronto soccorso di Levanto, pagando altri 5 euro di biglietto del treno (nelle Cinque Terre il biglietto costa sempre 5 euro, che tu faccia una o cinque fermate, sempre 5 euro). In ospedale gli avrebbero fatto la profilassi antitetanica chiedendogli consenso soltanto dopo avergliela iniettata. Nel frattempo avrebbero trovato altri cavi con cui far partire l'auto. Il buon Tommi Maggiolo, un nostro amico ligure che abbiamo conosciuto alle Group Runs del mercoledì, aveva deciso di raggiungerci da Chiavari per vederci arrivare. Non aveva calcolato gli scioperi dei treni e così sarebbe rimasto bloccato a Monterosso e costretto a dormire con noi in furgone la notte successiva.
Tumblr media
Nel frattempo alla aid station di Riccò del Golfo aveva iniziato a piovere. La Chri era arrivata ma del Pass ancora nessuna traccia. Resto ad aspettarlo lì per delle mezz'ore quando finalmente lo vedo comparire nel tracking della gara e decido di andargli in contro. Riesce a correre in salita ma gli fa male la caviglia. Si cambia, mangia qualcosa, e ripatiamo. I primi chilometri dopo la aidstation sono i migliori che avremmo trovato nei successivi 40. Il tempo fa schifo e, ammettiamolo, anche il paesaggio. Comunque proseguiamo, inseguendo il fantasma della Chri 10 minuti avanti a noi (solo poi sarebbero diventate mezz'ore, e infine ore). La prima discesa sembra il Vietnam, è piena di fango e il sentiero non è davvero un sentiero. Raggiungiamo finalmente il ristoro di Biassa e poi affrontiamo il Telegrafo, che non tarda ad arrivare. Superata quell'ultima cima e il relativo ristoro, ritorniamo sul versante del mare, da cui risbucano dalle nuvole gli ultimi raggi di sole della giornata. Il tramonto arriva definitivamente a Riomaggiore: il Pass è carico e sente profumo di arrivo, ma è ancora lunga, 8 chilometri più lunga di quello che avremmo immaginato. Addenta comunque le salite di Riomaggiore e di Manarola, ma le discese sono un'interminabile agonia. La caviglia gli fa male e le rocce bagnate dall'umidità del giorno sono diventate delle saponette. La discesa da Volastra è forse il pezzo peggiore della 47k, quando lo si affronta con appena 40 chilometri sulle gambe, figurarsi con 80 e una caviglia malmessa. Ciononostante, arriviamo a Corniglia. Da qui a Vernazza dovrebbe essere veloce ma non lo è. Inizio a guardare l'ora poco prima di arrivare in paese, conto di fargli tirare dritto il ristoro per chiudere sotto le 24 ore, ma quando scorgo un'altra ansa della costa da dover superare mi convinco che non ce la possiamo fare. Ogni chilometro è interminabile e Andrea non si capacita di come possano esserlo: è normale amigo, gli dico. Le gare lunghe sono così. Ci sono due tipi di ultra, quelle in cui, grossomodo, la media è di 10km/h, e cioè quelle in cui tendenzialmente corri, chilometro più chilometro meno, e ci sono quelle da 5km/h, in cui cammini. Puoi andare più lento o più veloce ma grossomodo la media è quella. Ne mancano più di 6, e al nostro passo significa due ore. Così affrontiamo l'ultima discesa a Vernazza e poi quella fino a Monterosso. Terribile resta terribile, ma è l'ultima. Sul sentiero a picco sul mare, illuminato solo dalla luna e dalla sua frontale semiscarica (di quattro che ne avevamo, solo quella che mi aveva prestato il Metti era rimasta accesa, e io mi ero ritrovato a correre gli ultimi 20km senza frontale) — sul sentiero a picco sul mare, dicevo, illuminato dalla luna, fermo il Pass e gli faccio notare la bellezza del momento: siamo solo io e lui, di notte, con la luna piena, a guardare la scogliera sotto di noi. Lui è sbudellato e non sono certo che se ne accorga, ma ci tengo a farglielo notare perché spesso quando soffriamo non riusciamo del tutto a assaporare le cose belle. E in alcuni momenti anche io avrei voluto avere qualcuno accanto che mi distogliesse dalla gara e dalla sofferenza e mi facesse guardare quel pezzo di mondo coi suoi occhi. Sussurra qualcosa di sconfortato, si ripete che è ancora eterna: gli dico che lo è, che soffrirà ancora, ma che domani mattina sarà la persona più felice del mondo.
Tumblr media
Nel frattempo i nostri cellulari si sono scaricati e siamo completamente isolati dal mondo. L'ultimo chilometro è lunghissimo e talmente lungo che nemmeno l'adrenalina riesce ad accorciarlo. Così tratteniamo il respiro, poi prendiamo le scalette sul mare, e infine arriviamo in paese. Il gonfiabile d'arrivo è stato smontato e c'è solo un bellissimo archetto di rami di vite e pampini. L'arrivo è intimo: ci sono Metti, Leti, Marta, Tommi, Nic e la Chri, che dopo essere arrivata è rimasta ad aspettare gli ultimi, da buona americana. Mangiamo un sacco al luculliano terzo tempo della gara, in cui siamo rimasti solo noi. L'orologio segna mezzanotte e mezza, il paese è deserto. Ci raccontiamo le storie della giornata, di quanto sia stata bellissima e orribile. Di quanto il Pass sia stato un duro a chiuderla, mosso da un solo sentimento: il desiderio. Ha chiuso SciaccheTrail 100 perché ci teneva da morire, per il Nic, per la Chri, per chi si è sbattuto a organizzarla. Voleva farlo e lo ha fatto, scavando nel profondo. Dio se ha scavato, posso garantirlo. Così raccattiamo le nostre cose e ci incamminiamo per quell'ultimo chilometro tra l'arrivo e il parcheggio. Ci facciamo la doccia e andiamo a letto: io e la Leti nel tendalino, e il Pass e Tommi di sotto.
Tumblr media
La mattina è dolce e il Pass è la persona più felice del mondo, come avevo detto. Salutiamo quattro volte il Tommi che per quattro volte ci saluta per andare a prendere il treno, per poi tornare indietro ogni volta constatando che anche quello è stato annullato. Facciamo colazione e poi Tommi se ne va davvero. Raccattiamo le cose e andiamo a Manarola dove abbiamo un appuntamento con Amanda Basham e sua sorella, il Nic e la Chri per cercare di registrare un podcast che non abbiamo preparato. Non sono mai entrato nel negozio del Nic perché di solito la domenica è chiuso e l'unico momento in cui avrei il tempo è dopo la gara: di per sé è molto carino e accogliente anche se ora è invaso dagli scatoloni. Facciamo l'intervista e parliamo di cose che non ricordo, poi andiamo a mangiare nello stesso posto in cui abbiamo mangiato il giorno prima. Spendiamo in modo irragionevole e mangiamo in modo irragionevole. Poi ripartiamo: Riomaggiore, Spezia, Cisa, Parma, Modena-Brennero. Io e il Pass ci stiamo addormentando e siamo rimasti solo io e lui, ancora una volta. Sono contento perché questo pellegrinaggio ormai per tradizione è nostro. Parliamo di tante cose, animatamente, felici, concordi. Sono contento, anche lui e adesso lo sa. Ci vediamo l'anno prossimo.
Tumblr media
9 notes · View notes
giallofever2 · 3 months ago
Text
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
HAPPY BIRTHDAY/BUON COMPLEANNO
Maestro DARIO ARGENTO
Regista, sceneggiatore e produttore cinematografico, nato a Roma il 7 settembre 1940. Capace di lavorare su generi cinematografici raramente affrontati dal cinema italiano (giallo, thriller, horror), ha creato un suo universo visivo ed espressivo, a tratti in debito con il cinema di Mario Bava. Ha inoltre assimilato e riproposto, sempre in chiave personale, il linguaggio di alcuni registi americani (Roger Corman, George A. Romero, Wes Craven). I suoi film, forti, tesi, ricchi di suggestioni, volutamente antirealisti e soprattutto capaci di suscitare forti emozioni, nascono "per essere rappresentati e non per essere letti. Nascono per immagini e non per concatenazioni di storie" (D. Argento, Profondo thrilling, 1994, p. 351). A partire dal 1973, si è dedicato alla produzione, oltre che di film propri, anche di quelli di altri registi, fra cui Romero, Lamberto Bava, Michele Soavi. Figlio del produttore cinematografico Salvatore e di Elda Luxardo, famosa fotografa di origine brasiliana, abbandonò presto gli studi per trasferirsi a Parigi, dove rimase per un anno vivendo di espedienti. Tornato poi a Roma iniziò a collaborare, poco più che ventenne, a giornali e riviste (in particolare al quotidiano romano "Paese sera" e a "Filmcritica"). Nel 1967 iniziò l'attività di sceneggiatore per film western e commedie, firmando tra l'altro, insieme a Bernardo Bertolucci, C'era una volta il West (1968) di Sergio Leone. Il suo esordio nella regia risale al 1970 con L'uccello dalle piume di cristallo, al quale hanno fatto seguito gialli di grande successo popolare (tra i quali Profondo rosso, 1975) e film di struttura più fantastica come Suspiria (1977) e Inferno (1980). Unica eccezione in questo percorso artistico così caratterizzato, il film di impianto storico, ma dai toni sarcastici, Le cinque giornate (1973).
Generalmente si considera la sua filmografia divisa in due fasi: in quella iniziale A. ha utilizzato sceneggiature dall'impianto apparentemente logico-razionale, con una serie di delitti compiuti da un assassino che viene smascherato al termine del film. A partire da Profondo rosso, uno dei film horror italiani degli ultimi trent'anni che ha maggiormente colpito l'immaginario dello spettatore, nelle sue storie sono risultati prevalenti gli elementi fantastici, e il dato visivo è diventato l'aspetto centrale del film, con un impasto di emozioni barocche e una colonna sonora che ha spaziato dalla musica classica al rock più ossessivo (per le scelte musicali A. si è affidato in particolare ai Goblin). In realtà, molti elementi rivelano una decisa continuità del suo lavoro: la claustrofobia di ambienti e situazioni (con una Torino ricreata come città incubo), le nevrosi dei suoi personaggi, un uso libero e delirante della macchina da presa che esalta la forza delle immagini senza troppo interessarsi della verosimiglianza di storie e dialoghi. Nei gialli dei primi anni, per es., ricorre un elemento decisamente antirealistico: le vittime, infatti, sono spesso pedinate dalla macchina da presa, che sembra così rappresentare il punto di vista dell'assassino, ma il colpo decisivo viene inferto da un diverso angolo visuale tanto da creare un effetto sorpresa per lo spettatore, violando volutamente le regole auree del giallo cinematografico. Più volte colpito dalla censura (Profondo rosso è uscito in Francia tagliato di quasi mezz'ora rispetto alla versione originale), A. ha saputo comunque conquistarsi un pubblico fedele e affezionato: le sue opere sono state distribuite in tutto il mondo ed è sicuramente uno dei registi italiani più noti all'estero. I suoi primi film (L'uccello dalle piume di cristallo; Il gatto a nove code, 1971; Quattro mosche di velluto grigio, 1971) hanno creato un genere e hanno avuto numerosissimi imitatori in Italia e all'estero, come testimonia la lunga serie di titoli in cui viene riproposta la zoologia fantastica che lo ha reso famoso. Anch'essi concepiti per un cast internazionale, ma meno facili da imitare, i suoi horror fantastici lo hanno avvicinato ai migliori autori dell'horror contemporaneo, quali Romero (con il quale ha instaurato un rapporto di collaborazione, essendo stato coproduttore del suo film Dawn of the dead, 1979, Zombi, e avendolo affiancato nel 1990 nella regia di Due occhi diabolici), e John Carpenter. Nel 1993 con Trauma, A. ha inaugurato il rapporto cinematografico con la figlia Asia che si è approfondito in seguito, in particolare per due film che l'hanno vista protagonista: La sindrome di Stendhal (1996) e Il fantasma dell'Opera (1998). Asia Argento, che ha lavorato con registi come Nanni Moretti, Abel Ferrara e Peter Del Monte, nel 2000 ha esordito nella regia con il film Scarlet diva.
Nel 2001 A. è quindi apparentemente ritornato a una struttura narrativa più tradizionale (il giallo classico) con Nonhosonno, anche se le emozioni visive hanno continuato a essere l'elemento più moderno e interessante. Il suo cinema, non sempre adeguatamente apprezzato dalla critica in Italia (che al più lo valuta come un discreto mestierante), è invece oggetto di culto soprattutto in Francia (dove nel 1999 gli è stata dedicata una retrospettiva completa presso la prestigiosa Cinémathèque française) e negli Stati Uniti, dove esiste una vasta e approfondita pubblicistica.
4 notes · View notes
heytheredeann · 2 years ago
Note
no aspetta ti stai guardando i film nostrani? non sono per lo più pattume alla de sica? hai qualche rec?
GUARDA pensavo la stessa cosa pure io, solo che poi mi è capitato di guardare un film italiano interessante, poi un altro, e ho finito per pensare che okay, ci sono le cazzate alla De Sica, cinepanettoni e compagnia, però a questo punto se mi sono CAPITATI dei bei film, sarà che sono io che sono prevenuta e non me li sto andando a cercare i film italiani belli?
Se andiamo a vedere anche i film statunitensi variano molto per qualità, semplicemente ne guardiamo talmente tanti che riconosciamo che non necessariamente i film brutti riflettono la qualità dell'intero cinema americano.
Non conosco ovviamente i tuoi gusti, ma ti faccio un elenco di film italiani che ho visto e che mi sono piaciuti, in ordine casuale (molti sono su Netflix):
Moglie e marito (2017)
Storia di un uomo e una donna sposati ma sull'orlo del divorzio che si ritrovano, dopo un esperimento mal riuscito, uno nel corpo dell'altra. L'ho trovato carino e interessante, e merita punti anche solo per Kasia Smutniak vestita da uomo francamente ahah
Perfetti sconosciuti (2016)
Film tratto da un'opera teatrale se non sbaglio, quindi che si svolge quasi interamente in un solo set, mi aspettavo che fosse noiosetto e invece è stato molto coinvolgente, pieno di intrecci, colpi di scena e personaggi interessanti da cercare di inquadrare durante la storia. La premessa è una cena tra amici, durante la quale per gioco vengono messi i telefoni di tutti sul tavolo e letti ad alta voce tutti i messaggi/ascoltate in vivavoce tutte le chiamate.
La dea fortuna (2019)
Forse uno dei miei film preferiti in assoluto, italiani o no. Parla di una coppia gay in crisi, dopo 15 anni passati insieme, che si ritrova a doversi occupare dei figli della migliore amica di uno dei due, che è malata e non vuole che sia la propria madre a prenderli a carico.
Lasciarsi un giorno a Roma (2022)
Una storia di coppie un po' disastrate, il protagonista in particolare si occupa in segreto di gestire una posta del cuore, dove riceve una richiesta di consiglio da parte della sua fidanzata, che vuole lasciarlo. Il protagonista inizia a parlarle, senza rivelare la propria identità, per capire come salvare la relazione. In parallelo, un amico del protagonista ha difficoltà a gestire il rapporto con la moglie, sindaco di Roma. Mi era piaciuto moltissimo il finale.
Il padre d'Italia (2017)
Racconta dell'amicizia tra un uomo gay che si è recentemente lasciato con il fidanzato per via delle loro diverse idee sull'aspetto che avrebbe dovuto avere la loro famiglia in futuro, e una ragazza incinta senza nessuno a cui appoggiarsi. Veramente molto bello, ho sentito molto vicine le difficoltà del protagonista a costruirsi un futuro in quanto appartenente a una categoria per cui non esistono veramente script in questo paese, così come ho molto apprezzato l'insistenza del suo ex fidanzato a non accontentarsi delle briciole che gli vengono concesse solo perché "c'è chi sta peggio". Bello bello bello.
Era ora (2023)
Un uomo con molte difficoltà a gestire il suo tempo, per lo più in termini di bilancio lavoro-famiglia, si ritrova incastrato in una specie di loop temporale in cui ogni volta che si sveglia è passato un intero anno, di cui lui non ha memoria. Cerca, quindi, di sistemare la propria vita nell'unico giorno che ha a disposizione, con poco successo ovviamente.
Le fate ignoranti (2001)
QUEER QUEER QUEER! Bello bello, anche qui ho amato moltissimo il finale. Storia di una vedova che scopre che il marito la tradiva con un uomo da sette anni, e finisce per avvicinarsi a questo gruppo di amici queer.
19 notes · View notes
yourdirtiestdreams · 6 months ago
Note
Ma tutto beneeeeee😂🫡
Va bene allora consigliami un libro interessante, e ovviamente titoloni questo romanzo rosa
È difficile consigliare libri perché i gusti di lettura sono strettamente personali e non ti conosco, però i miei sicuri go-tos sono:
Non ti ho chiamato amore ma ti ho pensato tale/ho una proposta da farti di Dario Matassa. Call me by your name Di Andrè Aciman. The Wall of Winnipeg and me/From Lukov with love Di Mariana Zapata. Ogni libro che parla di noi di Noemi Antonelli. I libri di Michael Faudet che ho nominato quasi un anno fa (che ricordi) e boh non saprei. Ne ho letti tanti e me ne piacciono troppi
(il libro incriminato è snap shot di Ruby Rana)
2 notes · View notes
precisazioni · 2 years ago
Text
ho aperto un profilo su goodreads e mi sto entusiasmando all'idea di recuperare ogni libro che ho letto. lo scorso anno ho fatto qualcosa di simile con letterboxd, glitchwave e prima ancora con rateyourmusic; giorni fa ricordavo come, nelle crisi depressive, passavo intere giornate a catalogare la mia collezione di dischi per poi cancellarla, e di nuovo catalogarla e cancellarla, dalla mattina fino alla sera: mi piazzavo appena sveglio al computer a catalogare migliaia di dischi; arrivava la sera a cancellavo tutto per poi il giorno dopo ricominciare
non ho idea di come abbia capovolto i disturbi ossessivo compulsivi: il recupero è in larga parte avvenuto per mano mia. non che ne faccia un vanto, per anni ho provato indifferenza nell'aiutare: la percezione era che nessuno, nel concreto, l'avesse fatto con me. non che ne sia sicuro, ma forse le cose non stavano esattamente così: a ripensarci, oggi non escludo che all'epoca, preso dai miei patemi, non mi rendessi conto di chi, vanamente, provava a darmi un aiuto
posso affermare con discreta fermezza di avere voltato pagina alla depressione, al disturbo ossessivo compulsivo e all'insofferenza altrui; ho smesso di cancellare tutto e di intendere la mia vita come surrogato di un'esistenza digitale mai soddisfacente. adesso è il turno di goodreads, dove a recuperare i titoli letti mi è venuta voglia di leggerne altrettanti, di moltiplicare il tempo che dedico tra i libri; un obiettivo di cui dovrei più spesso sentirmi lieto, dato che per anni non sono riuscito a concentrarmi abbastanza da permettermi di leggere
14 notes · View notes
kanako91 · 10 months ago
Note
Mi piacciono i FORSE ahah E per la seconda domanda, sì, sono sempre io :) Allora, sì, la tipa scrive femdom e l'ultimo uscito è con un sick sub. E no, non ho letto nulla di lei anche se le trame m'intrigano. Ecco perché chiedevo: la tua lista mi sta aiutando molto a trovare letture interessanti e quindi mi sono detta "chissà se Alex conosce questa autrice". Grazie mille per le risposte e, buona scrittura <3
Direi che dopo un anno quella lista può avere un sequel, perché ho aggiunto altri titoli in wishlist e ne ho letti un paio! Giacché c'ero, ne ho approfittato anche per indicare quelli della vecchia lista che ho letto nel frattempo, se vuoi andare a recuperartela ;)
Letti e piaciuti
Curio The Complete Series di Cara McKenna, che non è propriamente Femdom, ma la protagonista va da un gigolò per avere le sue prime esperienze s3ssuali e nelle novelle successive esplorano vari aspetti del loro rapporto e c'è una parte più Femdom, comprensiva di p3gging. Ho scritto una lunga recensione, se vuoi più dettagli!
Pleasure and Purpose di Megan Hart, che è un fantasy erotico composto da tre racconti: il primo è decisamente Maledom/femsub, ma il secondo già è più sfumato come dinamica (il protagonista maschile domina a mo' di principino viziato che è) e il terzo è puramente Femdom. Storie davvero meravigliose, il worldbuilding mi è piaciuto molto!
The Gargoyle's Captive di Katee Robert, fantasy romance in cui nonostante l'asta in cui la protagonista femminile viene "acquistata" dal protagonista maschile, c'è una bella dinamica enemies-to-lovers e Femdom (per quanto solo a letto).
Saving Suzy di Stefanie Simpson, questo è più romance erotico e devo dire che la parte romance non mi ha coinvolta molto, ma il Femdom è abbastanza vario e con praticità che non si vedono spesso.
If She Says Yes di Tasha L. Harrison, è anche age gap in cui è lei quella più grande (la madre del migliore amico di lui!) e c'è un percorso molto bello di riscoperta di sé dopo la morte del marito e soprattutto in una posizione più dominante.
Bonus: non è Femdom (se non nella novella extra), ma Release di Suzanne Clay è stata una lettura meravigliosa che consiglio vivamente!
Abbandonati
I'll Do Anything di Daisy Jane, è un bully romance con Femdom... almeno così promette. Mi aspettavo una bella storia di vendetta che si trasforma in amore, ma alla fine c'è molto angst per il 40% e quando inizia il Femdom è così concentrato su di lui (c'è una c0ck cage, ci speravo!) e poco su di lei. L'ho messo in pausa due settimane e quando l'ho ripreso ho detto "nope" così forte che l'ho abbandonato. Ho altri libri della stessa autrice già acquistati in sconto e quindi li leggerò, nella speranza che siano migliori.
Ancora da leggere
Unbound di Cara McKenna
Love and Pretence di Stefanie Simpson
The Only One di Daisy Jane
Cohen's Control di Daisy Jane
Soul of a Witch di Harley LaRoux (mi dà vibes fortissime Femdom, ma non ricordo se l'autorə ha confermato)
Surrendering to Scylla di Wren K. Morris (monster romance, lei è il mostro! E mi pare proprio sia Femdom)
In wishlist
Bound to Me di Katie Ashley
Servicing the Target di Cherise Sinclair
Femdom Tales di Lola Bowie (3 racconti)
Crossing the Line di Megan Hart
Wanna Be Yours/Voglio essere tuo di Megan Hart
Vanilla di Megan Hart (la protagonista è una Femdom, ma non ho capito bene se poi "coinvolge" il protagonista maschile)
Beg For It di Megan Hart
Sanctuary di Rebekah Weatherspoon
The Devil's Doorbell di AA.VV. (raccolta di racconti erotici tra cui ce ne sono forse un paio con del Femdom, dalle recensioni che ho letto)
Stray di Daisy Jane
Crystals and Contracts di A.A. Fairview (è esplicitato che il protagonista maschile è sub, almeno)
Bind Me di Esme Taylor
Prelude to Hope di Stefanie Simpson
Mutual Beginnings di Stefanie Simpson
Neon Hearts di Stefanie Simpson
Lay Me Down in Ivy di Stefanie Simpson
Maneater di Emily Antoinette
Power Play di Charlotte Stein (mi sembra di aver capito sia Femdom, da confermare)
Direi che ti ho dato parecchio da spulciare :D
(Lato scrittura posso dirti: con il fill non sto andando avanti al momento, ma sto lavorando alla revisione di una novella MMF k1nky che voglio pubblicare quest'anno 😬 Poi, la fine del fest è lontana, vediamo come vanno le cose...)
2 notes · View notes
abatelunare · 2 years ago
Text
Libri che vanno letti 10
Era inevitabile che accadesse. Prima o poi dovevo pur caldeggiare un libro dell’autore su cui ebbi la sventura di laurearmi. Sto parlando del modenese Antonio Delfini. Figura particolare, per non dire stravagante. Inclassificabile - il che male non è - dal punto di vista letterario. Grande amico del poeta Eugenio Montale (che lo menziona nella raccolta di racconti La farfalla di Dinard) e nemico mortale di Tommaso Landolfi, con il quale - ho saputo - per poco non si è battuto a duello. In questi anni stanno rivalutando e ristampando la sua opera. Il libro che ha avuto più edizioni è proprio Il ricordo della Basca, che io posseggo nell’Einaudi (la Garzanti lo ha rimesso fuori con il titolo I racconti, se non sbaglio). Il professore con cui mi sono laureato ne ha letto alcune pagine durante la prima lezione della sua materia (Lingua e letteratura italiana). Il secondo anno gli ho chiesto la tesi su di lui. Me ne sono pentito? Di preciso non lo so. E poi sarebbe troppo tardi. Ormai è andata.
Tumblr media
15 notes · View notes
raffaeleitlodeo · 2 years ago
Photo
Tumblr media
Ho letto i commenti più disparati sulla sentenza con la quale il tribunale di Firenze ha condannato Andrea Serrani, il tifoso che aveva "palpeggiato" la giornalista Greta Beccaglia davanti alle telecamere, e credo che valga la pena tornare sull'argomento per fare chiarezza. La prima cosa da sapere è che il legislatore, nel 1996, è intervenuto per modificare profondamente il delitto di violenza sessuale introducendo la fattispecie prevista dagli articoli 609-bis e seguenti del codice penale, opportunamente inserita fra i delitti contro la persona e non, come in precedenza, fra i delitti contro la morale. A differenza del passato, che distingueva fra la "violenza carnale" e gli "atti di libidine violenti" prevedendo per essi pene diverse, il nuovo art. 609-bis c.p. oggi vigente sanziona ogni genere di "atti sessuali" compiuti da un soggetto contro l'altrui volontà. La fattispecie, pertanto, non comprende solo i rapporti sessuali "completi" (ciò che, in precedenza, il codice chiamava "congiunzione carnale") ma anche una ulteriore gamma di condotte, caratterizzate dalla violazione della sfera sessuale altrui. La cassazione, chiamata a definire la portata della norma incriminatrice, ha chiarito da tempo che toccare repentinamente una persona nelle sue parti intime, in maniera tale che essa si trovi impossibilitata a reagire, integra la fattispecie violenza sessuale, prevista e punita dall'art. 609-bis del codice penale. Solo chi non frequenta professionalmente le aule di giustizia può quindi stupirsi del fatto che il tribunale di Firenze abbia condannato l'imputato per tale reato e non per "molestie" o altra diversa fattispecie prevista dal codice. C'è stato chi ha commentato sorpreso o addirittura "scandalizzato" la pena comminata all'imputato ritenendola eccessiva: è bene chiarire, a questo proposito, che il legislatore, dopo aver disposto che il reato di violenza sessuale venga punito con la reclusione da 6 a 12 anni, al fine di adeguare la pena alla effettiva gravità della condotta ha previsto all'ultimo comma della cosiddetta attenuante del "fatto di minore gravità" che, ove riconosciuta, consente di diminuire la pena in misura non eccedente i due terzi e questo è quanto è accaduto nel caso di specie. Il giudice, come prevedibile, ha ritenuto che la condotta contestata a Serrani potesse beneficiare dell'attenuante in questione, diminuendo la pena base in misura prossima al minimo e applicando ad essa la riduzione per il rito abbreviato, scelto dall'imputato, condannando l'imputato a un anno e sei mesi di reclusione. Nulla di particolarmente severo, quindi, né di sproporzionato in relazione alla pena prevista reato contestato. Come quasi sempre accade quando la pena risulta inferiore a due anni, Il giudice ha poi concesso la sospensione condizionale (subordinandola tuttavia alla frequenza di un percorso presso un'associazione che operi nel contrasto alla violenza), per cui l'imputato non sconterà un solo giorno in carcere. Dal punto di vista giudiziario, quindi, si è trattato di una vicenda estremamente lineare, quasi banale, il cui esito non ha sorpreso nessuna persona che conosca il diritto e sulla quale non varrebbe la pena di spendere molte parole: poiché in molti, a giudicare dai commenti letti sulle pagine social dei mezzi di informazione, continuano a pensare che la condotta dell'imputato non meritasse alcuna sanzione ritenendola un semplice atto di goliardia, è bene invece che di questa sentenza si parli, e che sia chiaro che non si è trattato di un verdetto stravagante, dettato dal capriccio di un giudice ma che essa rappresenta la normale reazione dell'ordinamento giuridico di fronte a un comportamento oggi non più accettabile, sia per il codice che per la stessa coscienza civile delle persone.
Marco Fanti, Facebok
9 notes · View notes
eratropposopportare · 2 years ago
Text
letti in un anno #8
PASSATO: [giugno 2021 - febbraio 2023]
Nostromo : Relato de un litoral - Joseph Conrad El largo viaje a un pequeño planeta iracundo - Becky Chambers Vernon Subutex : Volumen 2 - Virginie Despentes Mire al pajarito - Kurt Vonnegut Vernon Subutex : Volumen 3 - Virginie Despentes La conjura contra America - Philip Roth Red Mars - Kim Stanley Robinson El Doctor Fischer de Ginebra - Graham Greene La cucaracha - Ian McEwan Tifón - Joseph Conrad Una semana de vacaciones - Christine Angot Marte verde - Kim Stanley Robinson La esfera luminosa - Liu Cixin El héroe de las mujeres - Adolfo Bioy Casares (racc.) Cuentos de H. Bustos Domecq - Adolfo Bioy Casares (racc.) La casa en el confín de la tierra - William Hope Hodgson L’ora desiata vola : Guida al mondo dei rebus per solutori (ancora) poco abili - Pietro Ichino Pornotopía : Arquitectura y sexualidad en “Playboy” durante la guerra fría - Paul B. Preciado El laberinto de las aceitunas - Eduardo Mendoza Garriga El buque fantasma - Frederick Marryat *La historia de tu vida - Ted Chiang (racc.) *Destinos truncados - Arkadi y Borís Strugatski Fantasmas - Henry James *Mundo anillo - Larry Niven *Los ingenieros del mundo anillo - Larry Niven Un occhio - Stuart Gordon Il segreto dell’ultrauomo - A. E. Van Vogt / La lupa di Thargha - ? Las máquinas de Dios - Jack McDevitt Artemisia - Andy Weir Gli anni delle tenebre - Christopher Stork / Conquistatori spaziali - Luigi Naviglio La fiebre del heno - Stanislaw Lem El brazo marchito y otros relatos - Thomas Hardy (racc.) El marciano - Andy Weir Existiríamos el mar - Belén Gopegui El balneario - Carmen Martín Gaite (racc.) *Una princesa de Marte - Edgar Rice Burroughs El lado frío de la almohada - Belén Gopegui *El trono del mundo anillo - Larry Niven El revés de la trama - Graham Greene El invencible - Stanislaw Lem Fluyan mis lágrimas, dijo el policía - Philip K. Dick Astronautas - Stanislaw Lem La casta de los Metabarones - Alejandro Jodorowsky / Juan Giménez (fum.) La historia personal de David Copperfield - Charles Dickens Contrapunto - Aldous Huxley Il gigante annegato - J. G. Ballard (racc.) La zona del disastro - J. G. Ballard (racc.) Le sabbie di Marte - Arthur C. Clarke *En busca del tiempo perdido : La prisonera - Marcel Proust Luna : Luna nueva - Ian McDonald
PRESENTE: La voz del amo - Stanislaw Lem
FUTURO: Fiasco - Stanislaw Lem *En busca del tiempo perdido : Albertine desaparecida - Marcel Proust
0 notes
pizzettauniversale · 1 year ago
Note
Ma Auri stavo guardando le foto e tu in vacanza ti sei letta un libro al giorno??? Insegnaci
Non un libro al giorno, però in una settimana ne ho letti 4, 5 se ci metti quello del giorno prima della partenza, cioè l’ho letto lunedì.
Ma semplicemente fin da piccola leggo tantissimo (fun fact da piccola ho vinto il premio grande lettrice nella mia scuola per due anni di seguito, poi non l’ho più vinto perché hanno smesso di farlo 😞) e leggo molto velocemente. Quando ho tempo leggo veramente tanto, come in vacanza. Poi ci sono dei periodi in cui leggo molto meno, ad esempio gli anni dell’università ho letto meno, perché dopo ore di studio non avevo voglia di leggere altro, però nelle pause dagli esami lèggevo moltissimo (al secondo anno di università a fine della sessione di esami, in due settimane mi sono letta 16 libri). Adesso leggo la sera e soprattutto sui mezzi, poi dipende anche dal libro, se mi piace lo divoro, se non mi piace molto ci metto molto tempo.
4 notes · View notes
mynameis-gloria · 2 years ago
Text
Dear 2022,
Ho scritto un pippone madornale e riflettendoci bene credo che queste parole  servano più a me stessa che ai miei cari lettori. Arrivati a questo punto dell'anno solitamente si tende a tirar le somme, ringraziare e ripensare tutto ciò che è successo nell'arco dei mesi, immergendosi per qualche minuto nei ricordi in maniera più intensa e poi attendere l'anno che verrà. Il 2022 per me è stato un anno pieno, ricco, decisivo per alcuni aspetti e molto difficile per altri. Un anno tosto
Colmo di ostacoli e di sfide, di inizi e conclusioni, scadenze ed attese. Speranza, coraggio, curiosità e passione, paure ed insicurezze. Ho cambiato lavoro, abitudini e routine, ho chiuso un capitolo per iniziarne uno durato poi qualche mese: gioioso, allegro e spensierato. Lì ho trovato la leggerezza che la mia mente credeva di aver smarrito, sono uscita da quel loop che portava i postumi della quarantena, ho trovato nuove persone, coltivato amicizie e mantenuto quelle storiche. Ho provato sentimenti nuovi ed altri li ho riscoperti, fatto diverse esperienze; ho visto il mare e goduta il tempo, ho partecipato persino al mio primo matrimonio in veste di adulta ed amica, ho viaggiato e fantasticato, preso innumerevoli treni e dormito su altrettanti letti ed avuto conferma che ferma non voglio stare, che i miei occhi hanno bisogno di vedere, stupirsi, ed il mio cuore innamorarsi, scalpitare, perdersi e gettarsi a capofitto anche se per brevi momenti più e più volte, che ho bisogno di continui stimoli e che d'arte, libri, cinema, natura e cultura, buon cibo e buon vino non posso farne a meno...
Ho anche sofferto, provato nostalgia e malinconia, rabbia e gelosia, giocato e rischiato. In questo 2022 ho imparato persino a chiedere aiuto, a dire basta, capire che sopportare a lungo non sempre è la cosa migliore, e fingere che sia tutto ok ancora meno. Ho appreso che mente e cuore sono tesori troppo importanti e che bisogna prendersene cura. Sto capendo che:
devo essere meno severa con me stessa e più indulgente
Comprendere ed accettare l'emotività e l'empatia, che volente o dolente, son parte di me.
Va bene sbagliare, chiedere scusa, aprire e chiudere rapporti, senza sentirsi in colpa e fustigarsi, senza addossarsi pesi. Sporcarsi e sudare ma anche riposare. Che tutto serve, bene e male che sia. Imparare a fregarsene dei giudizi esterni, che non sono sempre la suprema e assoluta verità.
Vivere e ridere per il gusto di farlo. Tutte queste azioni hanno richiesto una grande dose di coraggio. Ci ho messo un pò, lo ammetto, ma poi ce l'ho fatta o mi sento di essere sul sentiero giusto. Mi ritrovo ora ad affrontare con consapevolezza e tenacia nuove sfide, forse più personali, interiori, che non si concluderanno stasera, con la curiosità di vedere dove tutto ciò mi porterà. Esco da questo 2022 cambiata, cresciuta (non invecchiata guaiii) con sogni e speranze ovviamente sempre nel solito cassetto, che ogni tanto mi piace lasciar aperto; con la voglia di fare e scoprire, sbattere la testa ancora ed ancora, potermi migliorare, cadere e poi rialzarmi e prendere ciò che verrà.
In quest'ultima settimana ho incontrato alcune persone che mi hanno ricordato concetti essenziali da tenere bene a mente:  non c'è passato e futuro ma c'è ora. E adesso è l'unico momento che possiamo vivere e mentre ascoltavo mi dicevo che non potrebbe essere più vero, bisognerebbe solo ricordarcelo un pò più spesso// le vite virtuali, che appaiono sui social non sempre sono lo specchio della realtà, che di specchio ce n'è uno e dovrebbe essere dentro noi stessi// la vita non è fatta di "domani è un altro giorno" ma di "domani è un giorno in meno" perciò continuiamo a scegliere di fare quello che in quel momento ci fa star bene.
Devo dire che sono fortunata ad avere attorno a me persone così sagge e speciali, amici e famiglia su cui so di poter contare e li ringrazio. Ringrazio ogni persona abbia contribuito a rendere quest'annata così intensa e movimentata, avermi supportata e sopportata ed esser stata mia compagna di viaggio, anche solo per brevi istanti. È stato bello. Con l'augurio di un nuovo anno e di nuove frizzanti avventure, e chissà magari di ripercorrere nuovi passi insieme, mando un abbraccio in cui c'è tutto il mio amore.  🌱💛
Gloria
10 notes · View notes
chez-mimich · 1 year ago
Text
JULIEN GREEN: “PARIGI”
Ci sono libri che avremmo potuto scrivere noi, ne siamo convinti tutti, solo che li hanno scritti altri e, forse, questa convinzione è dovuta al fatto che in realtà convivono nella nostra mente gli echi dei tanti libri letti. Mi è capitato di provare questa sensazione dopo le prime due o tre pagine di “Parigi” di Julien Green. Parigi è da sempre una città narrata, filmata, raccontata, cantata attraverso i secoli , come poche altro città lo sono state: forse solo New York e Londra hanno avuto la stessa “fortuna narrativa”. Il libro è semplicemente un atto di amore incorruttibile ed eterno per Parigi. “…Avevo affisso al muro una mappa di Parigi, che catturava lungamente il mio sguardo e quasi a mia insaputa mi erudiva. Scoprii che Parigi aveva la forma di un cervello umano…” Julien Green tratta Parigi con lo stesso approccio che fu dei surrealisti. Più di un passo, di questo prezioso volumetto edito da Adelphi, sembra attingere al patrimonio della letteratura surrealista, a cominciare dallo strabiliante “Nadja” di André Breton fino al mirabolante “Le Paysan de Paris” di Louis Aragon. È proprio l’anima del vero flâneur che anima tutto il volume e basta la lettura di qualche pagina per rendersene conto “…Chi non ha perso tempo in una città non può certo pretendere di conoscerla bene. L’anima di una metropoli non si lascia cogliere tanto facilmente per entrare in comunicazione con lei bisogna essersi annoiati, avere un po’ sofferto nei luoghi che la delimitano…” Parole di questo tenore sono proprie solo di pochissimi autori, legati alla città da un cordone ombelicale mai reciso. Il lettore di questo libro non può avere con l’autore che la stessa affinità elettiva, perché Parigi richiede una dedizione totale, non uno sguardo da turista e questa non è una guida turistica. Basta leggere “Le alture del Sedicesimo” (ove sedicesimo sta per XVI Arrondissement), dedicato al quartiere di Passy (per intenderci quello che inizia sotto il Ponte di Bir Hakeim, dove l’urlo di Marlon Brando squarciava la quiete parigina).La descrizione della Rue de Passy ha molto a che fare con le meraviglie del “paesano” paragonata ai “passages” dove provare la “vertigine del moderno”: il vinaio Nicolas, la pasticceria Coquelin, gli sguardi che i garzoni lanciano ai polpacci delle massaie, la Rue Raynouard, tutto ciò non può nascere da una semplice ammirazione per la città, nemmeno da un amore per la città, ma può nascere solo da una devozione per Parigi che è di molti, ma non di tutti. La stessa cosa può dirsi per le scorribande sentimentali di Julien Green nei giardini del Palais Royal, “uno di quei luoghi dove aleggia un non so che di misterioso, più facile da percepire che da dire”, scrive l’autore preso ormai dal feticismo più sfrenato: “La mia mano sfiorò una delle colonne bianche (…) Come in preda ad una allucinazione, infilai il viso tra le sbarre della cancellata le cui punte di lance dorate brillavano contro un cielo minaccioso…” Evitate di leggere un libro così se non l’amate come l’amo io, potrebbe deludervi perché leggereste un libro su una città e non su “la” città. Curiose coincidenze: lo scorso anno, proprio in queste settimane lessi “Paris s’il vous plaît” (Einaudi). Ecco, la giovane autrice romana, tra i contemporanei, è quella che maggiormente sembra essere sulla stessa lunghezza d’onda con libri simili a questo, dove la bellezza di Parigi si rivela in tutta la sua convulsività e vale la pena ricordare che come scrisse Breton “La beauté sera convulsive ou ne sera pas.”
Tumblr media
2 notes · View notes
racconterodinoi · 1 year ago
Text
24/07/2023
“Il tempo, proprio lui, ci aveva guariti.”
“Racconterò di noi” chiude qui.
Ad un anno esatto dal nostro addio. Non sono mai stata brava con le parole, tante idee, tanti concetti racchiusi nel mio cuore che non riuscivano ad uscire. Ed è per questo che ho raccolto frasi dai libri letti che mi aiutassero ad esprimere ciò che ho vissuto anzi abbiamo vissuto. La nostra è stata una storia breve ma intensa. Fatta di sguardi, passione, baci, serate fino alla 4 di mattina. Ci siamo consumati. Ci siamo sentiti. Ad oggi con il cuore pieno di cerotti non rimpiango nulla di ciò che ho vissuto anche se ha fatto tanto male. Anche se a volte ancora ti penso. Anche se il tempo ormai ha guarito tutte le ferite. Ci auguro il meglio.
Grazie per avermi fatto capire il vero amore. (F)
Antonella ♥️
Tumblr media
4 notes · View notes
silenzipienidirumore · 2 years ago
Text
ho scritto pagine, diari, e quaderni interi perché ero convinta che un giorno, quando saresti tornata da me, te li avrei letti.
ero così convinta che per allora il tuo sguardo sarebbe rimasto lo stesso, che mi avresti guardata sempre con quell’aria incantata, e che avresti ascoltato ogni mia parola.
dalle del tempo, del tempo, del tempo. era questo che mi dicevan tutti. ed è ciò che ho fatto.
dicono che scrivere di qualcuno è l’unico modo per aspettarlo senza farsi del male… ed io ti ho scritto; ti ho scritto ogni giorno, per tutto questo tempo. ti ho scritto qualche pagina ogni giorno, per un anno, perché non volevo annoiarti con il mio amore… anche se il dolore non ho mai smesso di sentirlo
poi il tempo è passato, e tu nel frattempo sei andata avanti con diverse persone mentre io mi sono limitata a scrivere anche di questo
hai avuto la capacità di non voltarti nemmeno una volta, nemmeno uno sguardo, un accenno, un ripensamento. quella decisione in te viveva chissà da quanto… eri già pronta, ma io no, e tu mi hai uccisa.
quella persona è morta ormai tanto tempo fa, alla fine è una sentenza. una condanna. un ergastolo. un massacro.
e non c’è modo peggiore di morire, quello che non ti permette di replicare
4 notes · View notes
virginialunare · 2 years ago
Text
Fine anno del real estate all'insegna delle Smart Cities
Tumblr media
La stagione degli eventi di settore volge al termine e lo fa con la presentazione del Rapporto sulle Nuove Periferie Lombarde realizzato da Scenari Immobiliari in collaborazione con il gruppo Unipol e in particolare con la società dedicata al tema della rigenerazione urbana Urban Up.
Mercoledì 15 dicembre nella cornice natalizia dell’Hotel Principe di Savoia a Milano, si è festeggiato il fine anno delle ricerche del real estate come di consuetudine con il tema delle Future Cities.
Un tema, quello della città, che è andato a sovrastare quello della competizione tra nazioni e che deve essere inteso al di là dei confini amministrativi delle singole città ed essere esteso ad un sistema di centri urbani collegati ed interconnessi.
In questo scenario la Lombardia è regione che nel corso degli ultimi otto anni ha fatto della rigenerazione e della riqualificazione urbana il cardine del proprio paradigma del real estate. Un periodo relativamente breve se letto con la lente di ingrandimento di questo settore dove le tempistiche sono drammaticamente più dilatate.
L’approccio, come molte volte è stato sottolineato, deve necessariamente prendere forma dall’incastro perfetto di tutte le componenti che caratterizzano la realizzazione di un’infrastruttura immobiliare: dalla sua progettazione fino alla commercializzazione degli spazi. Proprio in questi due capi del processo realizzativo si può nascondere uno dei maggiori rischi di insuccesso, ovvero nel rischio paventato della “cattedrale nel deserto”. Ogni singola opera di rigenerazione urbana, sia anche basata su di un “format”, deve essere necessariamente adattata alla realtà del contesto in cui si inserisce adattandosi come un ambito su misura nel panorama socio-economico di riferimento.
Studio degli aspetti sociali ed economici, del grado di attrattività della location e grado di infrastrutturazione in senso ampio della location rappresentano i punti da cui da partire per immaginare un processo ideale di rigenerazione urbana. A ciò va, inevitabilmente ad aggiungersi, la necessità di dare vita ad un progetto che consenta una flessibilità dell’utilizzo degli spazi.
Come sottolineato poco sopra, il grado di attrattività delle aree dove insistono le aree dismesse tradizionalmente oggetto delle operazioni di rigenerazione urbana rappresenta un driver fondamentale per il successo delle operazioni. E’ indubbio che la vicinanza con centri di eccellenza e buoni collegamenti infrastrutturali possono consentire anche a realtà non prettamente centrali di rappresentare una location ideale per risiedere anche da parte di studenti o giovani professionisti che non potrebbero sostenere il costo di un affitto in centri urbani più cari o semplicemente preferiscono contesti con caratteristiche diverse da quelli della grande città.
Inoltre, anche se la destinazione residenziale sembra rappresentare la naturale destinazione per molti interventi di rigenerazione urbana, in molti casi si assiste ad un mix funzionale che comprende oltre al retail anche l’asset class ricettiva, il direzionale e il coworking e anche tutte le altre tipologie di infrastrutture immobiliari in grado di attrarre persone, minimizzando quindi il rischio del sorgere di quartieri dormitorio tipici delle periferie del secolo scorso.
Dal punto di vista dei numeri, secondo quanto rilevato da Scenari Immobiliari, la rigenerazione urbana sul territorio lombardo nel periodo 2023-2035, per le operazioni censite potrebbe avere un impatto sul mercato immobiliare lombardo di circa 224 miliardi di valore aggiunto a cui fanno eco risvolti che devono essere letti attraverso la lente del paradigma della sostenibilità. In primis, la rigenerazione urbana che oltre rappresentare un consistente risparmio di suolo anche grazie all’evoluzione delle tecniche costruttive, mira ad un efficientamento dal punto di vista ambientale ed energetico. La rinascita di nuove centralità può rappresentare un driver per la sopravvivenza di centri più periferici e soprattutto nel caso di realizzazione di sviluppi residenziali a costo calmierati andare a rispondere ad una domanda crescente e che non sempre trova risposta. Dal punto di vista della Governance, invece, la collaborazione virtuosa tra i diversi attori può portare ad una nuova ridefinizione del rapporto pubblico privato indispensabile per la messa a terra di molteplici interventi.
2 notes · View notes