#letteralmente un fever dream
Explore tagged Tumblr posts
Text
zora la vampira si apre con il conte dracula che guarda raffaella carrà in tv e si chiude con dracula che brucia davanti al vesuvio con na jurnata 'e sole in sottofondo se questo non vi basta a farvi venire voglia di recuperare questo cult assoluto del cinema italiano non so che altro dire
#zora la vampira#la scena hiphop underground romana i centri sociali VALERIO MASTRANDREA che fa il fattone con una parrucca arancio#ma anche il messaggio anticapitalista e il tema dell’immigrazione#letteralmente un fever dream
2 notes
·
View notes
Photo
A volte i giorni passano ed io ho la consapevolezza di essere evoluta molto come persona e di aver fatto un percorso molto importante, altre volte mi basta guardare il cielo o ascoltare "little dark age" e mi sento letteralmente overwhelmed e mi sembra di aver vissuto questi ultimi due anni come un fever dream, come se avessi messo in pausa la mia vera vita a dicembre del 2019 e poi l'avessi proseguita, mandando "avanti veloce" in una specie di realtà virtuale dalla quale non sono più uscita. Sembra una cosa estremamente deprimente raccontata così, forse perché in questo preciso momento mi sento molto depressa però, di fatto, questa è la mia verità. Ho avuto sicuramente dei momenti, dei giorni, delle settimane in cui sono riuscita a tornare a galla e a respirare a pieni polmoni, però è tutto cambiato molto. è incredibile come il 2019, e soprattutto i suoi ultimi mesi, sia stato il periodo più felice in assoluto della mia vita e come da lì io non abbia più avuto un "periodo" veramente felice.
2M notes
·
View notes
Text
Spendo due righe brutte e sgrammaticate per parlare del gala perché ripensandoci sembra un fever dream.
Non mi sono mai sentita così figa in tutta la mia esistenza. E non figa nel senso di bella, ma figa nel senso che avrei letteralmente potuto conquistare il mondo se avessi voluto, non so come spiegarlo in altre parole. Non vado a ballare spesso (e forse è anche meglio perché mi so beccata il covid a sto giro) ma questa volta è stata davvero pazzesca, mi ricordo quando mi sono attaccata alla cassa e ho cominciato a ballare in un modo che boh forse solo Maddy in Euphoria, poi la confidence con la quale quando G mi ha detto "me lo dai un bacio?" io mi sono letteralmente fiondata per baciarlo, così random, ceh mi piace troppo il fatto che ho smesso di dare ai baci quel romantico peso che gli davo prima e ora lo faccio perché mi va e me lo sento, è tutto più leggero così, del tipo rivedendo i video di quella sera avevo una faccia assurda come se fossi stata ubriaca ma ero perfettamente lucida, semplicemente perché era come se fossi stata nel mio habitat, piena non tanto di euforia quanto di serenità, come se immersa in un acquario pieno di glitter e gin lemon, non so come spiegarlo in un altro modo. La mia testa è bloccata a quel giorno, come se fossi rinata, come se avessi finalmente capito che c'è un mondo al di fuori della mia squallida brodaglia di ricordi e nostalgie, e questo è un mondo fragoroso e frizzante, nel quale vorrei vivere per sempre.
0 notes
Text
“Posa il tuo capo assonnato, mio amore, umano sul mio braccio senza fede”. Auden, l’amante estremo (ovvero: esegesi del poeta assoluto)
Auden aveva superato i trent’anni e se ne andava negli Stati Uniti in una sorta di esilio dorato insieme al suo amico Christopher Isherwood. Quegli uomini erano un rompicapo. Auden aveva sino allora discettato d’amore senza conoscerlo per davvero, e del resto servì la guerra dell’anno dopo, nel ’39, per mostrargli di che durezza siamo circondati. Di che gelosia si nutre l’amore.
*
La scena è questa: al poeta ultratrentenne si presenta la scelta tra il biondo adulto e l’altro biondino, di diciassette anni, alla fine di una conferenza. Siamo a New York e quel marpione di Auden si fa incantare dall’adulto. Piccolo inghippo: lui è etero. La seconda scelta si rivelerà quella buona. Il diciassettenne si chiama Chester Kallmann, è figlio di un dentista di Brooklyn, sua madre era stata un’attrice al teatro ebreo e il padre si è risposato. Chester ha avuto le sue fidanzatine ma noi posteri rimaniamo beatamente all’oscuro se con quelle prodighe e suicidali ragazze americane il nostro Chester abbia mai combinato qualcosa (the Anything Happened come dicono gli inglesi anche in riferimento a relazioni etero).
*
In ogni caso, nel giro di un paio d’anni di frequentazioni il ribaldo Chester cornifica il saggio anziano Auden che trova spirito, ispirazione e agio per comporre questa poesia stupenda:
Posa il tuo capo assonnato, mio amore, Umano sul mio braccio senza fede; Il tempo e le febbri in ceneri riducono La bellezza individuale nei Bambini pensosi, e la tomba Mostra quanto il bambino sia effimero: Ma tra le mie braccia fino all’alba Riposi la viva creatura, Mortale, colpevole, ma per me Quella che sola ha in sé ogni bellezza.
L’anima e il corpo non hanno confini: Agli amanti quando giacciono sul Suo prodigo incantato declivio Nella costanza della loro tenerezza, Grave manda Venere la visione D’armonia sovrannaturale, D’amore e speranza universali; Mentre un’astratta intuizione sveglia, Tra i ghiacciai e le rocce, L’estasi sensuale dell’eremita.
La certezza, la fedeltà Al battere della mezzanotte passano Come vibrazioni di campane, E i pazzi in voga levano Il loro pedante grido tedioso: Fino all’ultimo centesimo il costo, Tutte le carte temute predicono, Verrà pagato, ma da questa notte Non un sussurro, non un pensiero Non un bacio né uno sguardo sia perduto.
Bellezza, mezzanotte, visione muoiono: Possano i venti dell’alba che soffiano Soavi intorno al tuo capo sognante Mostrare un tale giorno di dolcezza Che l’occhio e il cuore scosso benedicano, Trovino sufficiente questo mondo mortale; Meriggi riarsi ti vedano nutrito Dai poteri involontari, Notti violente ti lascino procedere Custodito da ogni amore umano.
*
La poesia è pubblica con Another time nel 1940. Bennett ha detto una volta con garbo che per fortuna Auden se n’è scappato in USA a cercare il vero amore – altrimenti sarebbe stato cooptato dall’intelligence inglese per servire in guerra in qualche casamatta sperduta, decifrando dal tedesco (“Si sarebbe condannato per cinque anni di guerra a servire come un maggiore disorganizzato, seduto in qualche umida fattoria similnorvegese a Beaconsfield, decifrando messaggi dell’intelligence tedesca”).
*
Ci rimane Posa il tuo capo assonnato, amore dove si vede come l’arte che è amore si nutre di dubbio ed è dal dubbio, dall’incertezza e dalla precarietà che l’uomo può iniziare a provare il desiderio del loro contrario, di ciò che non passa mentre tutto intorno a lui passa e scompare.
*
Diamo uno sguardo alla poesia. Intanto, il metro è il ritmo: il verso è il trocheo, lo stesso utilizzato nelle filastrocche per regolarità e prevedibilità d’accenti. Auden riesce però col consueto talento a rendere imprevedibile anche quel che di regola non lo è. Ecco che già dalla prima strofa il ritmo riserva qualche sorpresa:
Ma tra le mie braccia fino all’alba Riposi la viva creatura, Mortale, colpevole, ma per me Quella che sola ha in sé ogni bellezza.
But in my arms till break of day Let the living creature lie, Mortal, guilty, but to me The entirely beautiful.
But, “Ma”: posto il suo tema, Auden capovolge la direzione dei versi. La morte, ci dice, lo riguarda solo in quanto, indirettamente, concerne l’amato.
*
Iosif Brodskij sosteneva che la fine di una strofa è una pausa accordata dal poeta al lettore con il rischio minimo di spezzare l’incanto. Quando Auden dice
L’anima e il corpo non hanno confini: Agli amanti quando giacciono sul Suo prodigo incantato declivio Nella costanza della loro tenerezza, Grave manda Venere la visione D’armonia sovrannaturale, D’amore e speranza universali;
lancia un ponte di liane sul vuoto per dirci che non esiste confine tra anima e corpo perché le due cose sono legate da un vincolo inscindibile. Gli amanti sono un unico essere, sono letteralmente confusi l’uno con l’altro nell’anima, prima ancora che nel corpo. La priorità non è senza rilevanza per la concezione di Auden: l’anima viene prima, il corpo non è che il mezzo per accedervi.
*
Ancora una parola. Venere fa adagiare coloro che si amano sul suo pendio, un morbido declivio a curva di fianco, e i due aggettivi scelti per descriverla sono tolerant ed enchanted. “Incantato” è più seducente forse, allusione allo stato magico, quasi irreale e denso di meraviglia che l’amore porta con sé. Più ardito e insolito, tolerant è anche più difficile da tradurre in italiano: la dea è “tollerante” nel senso che consente molto, offre agli amanti la sua generosità perché anche loro siano altrettanto generosi l’uno verso l’altro.
*
Il “declivio” di Venere (ondulato, inclinato, precario) è tolerant ed enchanted, “prodigo” e “incantato” perché accosta il regno del fiabesco e il suo tono alto alle comunissime contrade terrestri. Auden è una mente raffinata e compie lo stesso tipo di abbinamento alto/basso con ordinary swoon, dove l’aggettivo comune (ordinary) è avvicinato al sostantivo più ricercato (swoon, “svenimento”). Ne vien fuori una metafora ellittica di abbraccio e unione sessuale. In traduzione la sintesi audeniana va in parte perduta perché l’italiano deve usare una perifrasi per dire la costanza, il beato rinnovarsi dell’abbraccio, “la costanza della loro tenerezza”.
*
Il risultato della serie telescopica d’immagini suscitate dalla lingua di Auden si conserva un poco anche in traduzione: proiezione dell’intimità a due nell’ampiezza della natura, che vi partecipa con le sue fasi alterne ma sempre ritornanti e che, nei versi successivi, provoca una sorta di addomesticamento dell’ingrediente mitologico.
*
Il punto, con creazioni simili, è che poi non ha troppo senso stare a distinguere se il dedicatario era un uomo o una donna e se, e se e ancora un altro se. Non conta nulla che in quel genere di relazione l’adulto non deve premere troppo – altrimenti risulta dalla parte forte – e d’altro canto non deve nemmeno comportarsi da mamma, cosa che lo farebbe diventare carino ma insignificante. Non importa nulla: il canto è solo di Auden e il suo amore non ha colore: Notti violente ti lascino procedere / Custodito da ogni amore umano.
Andrea Bianchi & Paola Tonussi
***
Lay your sleeping head, my love, Human on my faithless arm; Time and fevers burn away Individual beauty from Thoughtful children, and the grave Proves the child ephemeral: But in my arms till break of day Let the living creature lie, Mortal, guilty, but to me The entirely beautiful.
Soul and body have no bounds: To lovers as they lie upon Her tolerant enchanted slope In their ordinary swoon, Grave the vision Venus sends Of supernatural sympathy, Universal love and hope; While an abstract insight wakes Among the glaciers and the rocks The hermit’s sensual ecstasy.
Certainty, fidelity On the stroke of midnight pass Like vibrations of a bell, And fashionable madmen raise Their pedantic boring cry: Every farthing of the cost, All the dreaded cards foretell, Shall be paid, but from this night Not a whisper, not a thought, Not a kiss nor look be lost.
Beauty, midnight, vision dies: Let the winds of dawn that blow Softly round your dreaming head Such a day of sweetness show Eye and knocking heart may bless, Find the mortal world enough; Noons of dryness see you fed By the involuntary powers, Nights of insult let you pass Watched by every human love.
Wystan Auden
*la traduzione della poesia è di Paola Tonussi
L'articolo “Posa il tuo capo assonnato, mio amore, umano sul mio braccio senza fede”. Auden, l’amante estremo (ovvero: esegesi del poeta assoluto) proviene da Pangea.
from pangea.news https://ift.tt/3eRazkN
0 notes