#leggendegiapponesi
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𝘠𝘶𝘬𝘪 𝘖𝘯𝘯𝘢 - 𝘠𝘰̄𝘬𝘢𝘪 𝘎𝘪𝘢𝘱𝘱𝘰𝘯𝘦𝘴𝘦⠀ ⠀curiositá dal Giappone! ⠀ • Dopo aver letto la “Principessa Bianca” mi sono incuriosita riguardo alla figura di questa candida dama che nel folklore giapponese è la famosa Yuki Onna, uno spettro che ha le sembianze di una donna vestita di bianco, con la pelle chiarissima, i capelli neri e gli occhi scuri e profondi che incutono terrore e inquietudine a chiunque la incontri.⠀ ⠀ • Le antiche storie su questo spirito sono molteplici, ma tutte concordano sul fatto che sia una donna bellissima e che riesce a far sognare gli uomini ma anche ad ucciderli senza pietà. ⠀ ⠀ • La leggenda più famosa è stata scritta da Lafcadio Hearn, conosciuto anche con il nome di Yakumo Koizumi, uno scrittore che partì dagli USA alla volta del Giappone come scrittore corrispondente, ma poi ci si stabilì definitivamente e fu qui che scrisse appunto un libro dove raccolse gli studi e le ricerche delle leggende sui fantasmi: “Kwaidan: Stories and Studies of Strange Things”.⠀ ⠀ • La versione completa della leggenda la trovate sul mio blog: LINK IN BIO, andate a leggerla ne vale davvero la pena!•⠀ ⠀ ⠀ ■ L’immagine del post è di Oikawa Tsurara / Yuki Onna, una delle protagoniste del manga “I signori dei mostri” - “Nurarihyon no mago“⠀ scritto da Hiroshi Shiibashi. (devo recuperare questo manga perchè la trama mi affascina un sacco!) ■ ⠀ ⠀ ⠀ #yukionna #oikawatsurara #isignorideimostri #hiroshishiibashi #mangaitalia #curiositàgiappone #japancuriosities #giappone #folkloregiapponese #folklore #yokai #spiritogiapponese #leggendegiapponesi #leggende #curiosità #mangacuriosità #lovejapan #japanstyle https://www.instagram.com/p/B_Uzrm3ntX0/?igshid=1j3a7uvc8pz3n
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"Festa delle Stelle Innamorate - Tanabata 七夕" Il 7 luglio per il Giappone è il ricordo di una leggenda che racconta di un amore eterno: in questo giorno si festeggia il Tanabata Matsuri o Festa delle Stelle Innamorate. L’origine di questa festa viene dal cielo stellato e risale ad almeno 2000 anni fa. La leggenda racconta: Anticamente sulle sponde del Fiume Celeste (Via Lattea) viveva il sovrano di tutti gli dei e imperatore del Cielo, Tentei, la cui figlia Orihime (per noi Vega) passava le giornate a tessere e cucire stoffe e vestiti regali per le divinità. Lavorava di giorno e di notte e senza avere mai un attimo di sosta maneggiava con rapidità e destrezza il suo fuso e realizzava abiti sempre più belli e splendidi per poter vestire tutte le divinità. Lavorava talmente tanto che non aveva neppure il tempo di pensare a sè stessa e ai propri interessi. Giunta all’età adulta però, il padre mosso da pietà, giacchè alla figlia non era mai stato concesso altro che lavorare il fuso, le scelse un marito: era un giovane mandriano, di nome Hikoboshi (per noi Altair) la cui attività consisteva nel far pascolare buoi e fare attraversare loro le sponde del Fiume Celeste. Era un grande lavoratore e anche lui non pensava ad altro che a svolgere il suo lavoro. Essendo matrimonio combinato, i due finirono per conoscersi solo il giorno delle nozze; poco male però perchè non appena i due si conobbero finirono per innamorarsi follemente l’uno dell’altro. Furono talmente presi dal profondo sentimento che provavano l’un per l’altro che dimenticarono completamente i loro doveri, il loro lavoro e gli altri Dei. La loro unica ragione di vita sembrava essere diventata l’amore e la passione. Così la mandria di buoi finì per essere abbandonata a sè stessa e agli dei cominciarono a mancare gli abiti fino ad ora confezionati da Orihime. A questo punto il sovrano degli dei non potè trattenere la rabbia e punì i due severamente: i due sposini che fino a quel momento erano diventati inseparabili, avrebbero dovuto vivere le loro vite separatamente. Per evitare che i due avrebbero potuto incontrarsi, rischiando così di abbandonare nuovamente i loro doveri, l’Imperatore del Cielo creò due sponde separate dal fiume Ama no Gawa (Via Lattea) e rendendolo anche impetuoso e privo di ponti fece si che i due non potessero mai più incontrarsi. Il risultato non fu però quello sperato: il pastore sognando e pensando sempre alla sua innamorata non accudiva ugualmente le bestie e neppure la dolce fanciulla, pensando continuamente al suo amore non cuciva più i vestiti agli dei. Il sovrano allora, disperato e mosso da pietà e commozione, con il consenso anche degli altri dei altrettanto commossi, emise tale sentenza: “Se deciderete di ritornare ad occuparvi delle vostre attività come un tempo rispettando i vostri doveri, rimarrete divisi dalle sponde del Fiume Celeste per un anno intero però, vi sarà consentito di potervi incontrare una volta soltanto nella notte del settimo giorno del settimo mese dell’anno.” A queste parole, i due giovani innamorati, pensando all’idea di potersi incontrare di nuovo ripresero di buona lena a lavorare sodo con la speranza di potersi presto riabbracciare. Da quel momento in poi infatti, dopo un anno di lavoro e fatica i due ogni 7 luglio attraversano il Fiume Celeste e nel cielo stellato si incontrano. Grazie a questa leggenda ogni anno molti giapponesi alzano gli occhi al cielo nella speranza di poter vedere Altair e Vega abbracciarsi ancora una volta. Origini del Tanabata Le versioni di questa leggenda sono molte e molte sono legate e intrecciate all’astronomia, al calendario lunare e a origini e tradizioni antiche di queste popolazioni orientali. Addirittura si pensa fosse una leggenda che prende le sue origini da una storia similissima ambientata nell’antica Cina nei pressi del fiume Hanshui, dove abitava una fanciulla, abilissima tessitrice, orgoglio del padre, sovrano della regione. In età da marito anche lei venne data in moglie a un giovane pastore e, come la leggenda delle due stelle, anche questi due giovani abbandonarono le loro attività lavorative perchè travolti dalla passione e sempre in ugual modo vennero crudelmente separati. In seguito a questa leggenda “terrestre”, la storia venne trasposta in uno scenario celeste dando vita così al mito che tutti conosciamo del Tanabata Matsuri. Il perchè si decise di trasferire il tutto in uno scenario celeste è probabilmente dovuto al fatto che i cinesi erano e sono un popolo di studiosi del cielo e di fenomeni celesti. Storia del Nome “Tanabata” L’origine del nome di questa festa è abbastanza complessa. La festa giunse in Giappone durante l’epoca Nara (l’epoca in cui Nara era capitale, dal 710 al 794 d.C.) con il nome, in kanji, che gli era stato dato in Cina, 七夕 e fu dunque letto, in Giappone, come Shichiseki. Il nome 七夕 shichiseki significa settima sera perché era una festa tenuta la settima sera del settimo mese del calendario cinese, quando Altair e Vega si trovano particolarmente vicine… e l’origine della festa si deve ad una leggenda, appena vista, creata per conferire una certa aura magica alla festa di 乞巧奠 Kikkōden (lett. Festa per pregare per le abilità), un nome alternativo (letto alla giapponese) per la festa cinese. Ma da dove viene il nome “Tanabata” ? La festa di Shichiseki giunse alla corte imperiale giapponese con la sua bella leggenda (fu introdotta dall’imperatrice reggente Kouken nel 755 d.C.), ma negli stessi giorni il popolo festeggiava un’altra festa. O meglio, pare avesse luogo una cerimonia religiosa shintoista, in cui una miko (sacerdotessa shintoista) tesseva una veste su un telaio e questa veniva poi offerta in dono alla divinità perché proteggesse dalla pioggia il raccolto e donasse loro un raccolto abbondante in autunno. In Giappone, infatti, l’inizio dell’estate (circa da metà giugno a metà luglio) è caratterizzato da un mese circa detto 梅雨 “tsuyu” (o baiu), la stagione delle piogge; a fine agosto, poi, c’è la stagione dei tifoni (dura due settimane circa). Durante la cerimonia la miko tessitrice veniva chiamata 棚機つ女 (tanabatatsume, “donna del telaio”) e i primi due kanji (“scaffale” e “apparecchio”) erano letti proprio “tanabata”. Un’altra teoria propone che l’origine del nome Tanabata sia dovuta ad una vera e propria festa per propiziare, dopo la semina, un buon raccolto (e fin qui le teorie coincidono) e che i kanji con cui si scrive “festa di Tanabata” derivino proprio dall’idea della semina. Tanabata Matsuri si scriverebbe infatti 種播祭り. Il primo kanji (“tane”, cioè “seme”) suona assolutamente naturale con la sua lettura “tana” (altri kanji con lettura terminante in -e, terminano in -a nei composti, come ad esempio anche ame, pioggia che diviene ama- in amaoto, amagumo, ecc.). Non si può dire lo stesso però del secondo kanji, Seminare dei semi che si scrive 種を撒く “tane wo maku”; maku però ha una scrittura alternativa non ufficiale: 播く . Quindi 播 si legge hata (sonorizzato in -bata)? No, oggigiorno no, anche se conserva la pronuncia “ha”, forse da “hata”. In compenso leggo ancora “hata” un kanji molto simile, 幡, con il radicale haba di “veste, stoffa” e il significato di bandiera, stendardo (sebbene questo significato sia di norma reso con un altro kanji, 旗 …sempre letto “hata”). Questi passaggi di significati e pronunce tra kanji con significato o pronuncia simile e, eventualmente, la perdita (o l’aggiunta) di una pronuncia o di un significato, sono davvero molto comuni nella “storia dei kanji”, nella loro etimologia, quindi questa teoria che pare fin troppo complessa è anch’essa del tutto plausibile. Ad ogni modo, qualunque sia la teoria, pare che alla fine la festa popolare della semina e delle preghiere per il futuro raccolto si sia fusa con la festa della corte giapponese che l’aveva importata dalla Cina, con la sua doppia natura di leggenda originata dall’astronomia cinese (e forse da un intento educativo nei confronti del popolo) e di “festa dei mestieri”, per così dire. Curiosità La fanciulla tessitrice viene identificata con Vega perchè secondo i popoli orientali Vega, appartenente per noi alla costellazione della Lira, è, secondo gli orientali appartenente alla costellazione della Tessitrice. tanabataAllo stesso modo il giovane mandriano viene identificato con Altair della costellazione dell’Aquila, perché per gli orientali la costellazione di Altair equivale a quella del Mandriano. In questa occasione, l’usanza dei popoli orientali è quella di rivolgere preghiere ai due astri: soprattutto i giovani chiedono protezione per i loro sentimenti e aiuto per poter migliorare le loro abilità e lo studio. Poesie I legami di questa festività con la poesia sono ovviamente forti. La letteratura ha dedicato a questo giorno poesie veramente significative: “Il sentimento d’amore tra i due amanti che, nello spazio interminabile di un intero anno, possono abbracciarsi soltanto in questa settima notte, non viene meno, anzi la notte agognata svanisce in un baleno” Oppure “Gli abiti autunnali tessuti su innumerevoli telai dalla Tessitrice celeste possono forse essere indossati da altri se non dal suo amato Pastore?” Il Tanabata oggi Il Tanabata oggi ha assunto molti significati magici e come famosa festa popolare è caratterizzata da vistose e colorate decorazioni, foglietti di carta con preghiere e desideri appesi ai rami degli alberi, sfilate, parate per l’occasione e cibi tipici. Le decorazioni tipiche sono sette come sette è il mese e il giorno della festa, e ognuno ha la sua valenza simbolica: Kamigoromo: sono gli abiti di carta usati nelle sfilate e nelle parate Senbazuru: file di origami (soprattutto gru) Tanzaku: strisce di carta dove scrivere poesie e desideri da appendere sugli alberi Toami: reti come quelle da pesca per varie decorazioni Kuzukago: cestini per la carta e bigliettini Fukinagashi: strisce colorati penzolanti da ogni parte Kinchaku: borsettine In questo giorno di festa tutti hanno l’opportunità di sfoggiare il proprio Yukata (kimono usato per l’occasione) e si partecipa alle danze, balli e festeggiamenti di ogni tipo con giochi e bancarelle. E alla fine di tutto, come spesso si vede negli anime, arrivano i giochi d’artificio a rendere ancora più magica la serata.
Fonte: http://sakuramagazine.com/ricorrenze-giapponesi-tanabata-matsuri-festa-delle-stelle-innamorate/
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Il filo rosso del destino (運命の赤い糸 Unmei no akai ito) Secondo la tradizione ogni persona porta, è legata da un invisibile filo rosso legato al mignolo della mano sinistra che lo lega alla propria anima gemella. Il filo ha inoltre la caratteristica di essere indistruttibile: le due persone sono destinate, prima o poi, a incontrarsi.
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🎎🎋♥️
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Vorrei sapere
Com'è il tuo viso quando sogna
Con gli occhi chiusi
E il respiro profondo,
Dolcemente addormentato.
Vorrei sapere
Se in quei sogni ci sono anche io
Perché tu sei sempre lì
Rivivo i momenti
Fatti di baci,
Di carezze
Di abbracci.
Come quando con dolcezza mi guardi,
Il mio sguardo si perde nel tuo,
Mentre mi tieni il viso
E socchiudi le labbra
Baciandomi ancora
Ancora.
Uno sguardo perso nell'altro
Perso negli abbracci
Nelle carezze
Nel tempo che scorre
Troppo velocemente
E ci avvisa che la polvere nella clessidra
Ha finito il suo scorrere
I granelli sono ormai scesi
È tardi
Bisogna tornare
Ma altri cinque minuti
Dio del tempo
Te li chiedo
Solo per avere un altro bacio
Solo un altro minuto con lui
Poiché non avrò la fortuna di vederlo dormire stanotte
Vorrei poterti guardare mentre ti addormenti
E sentire il tuo respiro che si fa sempre più profondo
Scivola con me nel mondo dei sogni
Ci potremmo vedere lì
Dove il tempo non scorre
Dove non conosce lancette
Ne secondi
Ne minuti
Ne ore
Ne granelli di clessidra
Dove i nostri momenti
Sono infiniti.
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"Il Filo Rosso del Destino - Akai Ito" E’ una leggenda molto popolare e sicuramente chi è appassionato di manga, anime o dorama non può non averla sentita almeno una volta. 運 命 の 赤 い 糸 Unmei no akai ito ovvero la Leggenda del Filo Rosso del Destino è una credenza orientale che ha origine in un’antica storia cinese che poi si è ulteriormente e maggiormente diffusa anche in Giappone. Secondo la tradizione, ogni persona porta, sin dalla nascita, un filo rosso legato al mignolo della mano sinistra che lo lega in modo indissolubile alla propria anima gemella. Il filo ha come caratteristica quello di essere lunghissimo, indistruttibile e invisibile e serve a tenere unite due persone destinate prima o poi ad incontrarsi e a stare insieme per sempre. Può succedere che per la sua lunghezza, il filo possa aggrovigliarsi e quindi creare non poche difficoltà ai due innamorati prima che possano ricongiungersi l’uno all’altra ma è certo che qualsiasi sia l’ostacolo saranno sempre uniti e legati nel cuore e nell’anima. Da dove nasce questa leggenda? Tutto ha inizio da Wei, un uomo rimasto sin dalla tenera età orfano di entrambi i genitori. Proprio perchè rimasto sempre solo e avendo dovuto sempre badare a sè stesso, il grande desiderio di Wei era sempre stato quello di sposarsi e di avere una numerosa famiglia. Nonostante la sua buona volontà, sino ad età adulta però non era riuscito a trovare una donna che volesse diventare sua moglie o di cui lui si fosse innamorato. Durante uno dei suoi viaggi Wei incontrò nei pressi di un tempio, un anziano signore che rilassatamente stava consultando un libro: questi non era altro che il Dio dei Matrimoni e il suo libro, ciò su cui lui leggeva riguardo le unioni volute dal destino. Dopo essersi presentato e aver guardato il libro, rivelò a Wei che il motivo per cui non aveva trovato moglie era che la donna a lui destinata, quella che era legata a lui tramite il filo rosso era ancora una bambina di 3 anni e che doveva aspettare ancora quattordici anni prima di poterla conoscere e quindi poi anche poterla sposare. Wei rimase un pò perplesso dalla rivelazione e, in un qualche modo anche deluso; chiese dunque incuriosito cosa contenesse il sacco su cui l’anziano signore era appoggiato. Quest’ultimo disse che dentro c’era il filo rosso del destino che legava donne e uomini destinati a stare insieme; si trattava di un filo indivisibile e impossibile da tagliare e il legame che creava era indissolubile: persone dunque legate dal filo erano destinate ad incontrarsi prima o poi e a sposarsi, indipendentemente dai loro comportamenti, da quelli degli altri, da eventi vissuti o da qualsiasi altra influenza esterna. Wei, già perplesso e deluso dalla prima rivelazione non volle credere nemmeno a quest’ultima risposta e per ripicca e sentirsi libero di scegliere la donna da sposare, ordinò ad un servo di uccidere la bambina che, secondo l’anziano signore del tempio, sarebbe dovuta diventare sua moglie in futuro. Il servo, riusc�� solo a ferire la bambina alla testa, ma mosso da pietà non riuscì ad ucciderla. Ferita ma per fortuna risparmiata la bambina, Wei continuò la sua vita di sempre in cerca di una moglie, che nonostante il passare degli anni non riuscì a trovare. Quattordici anni dopo, Wei, ancora celibe, giunge a conoscere una bellissima ragazza di 17 anni proveniente da una famiglia benestante e dopo poco tempo si sposa finalmente con lei. La ragazza, sin da quando l’aveva conosciuta, aveva sempre portato sulla fronte una fascia. Giunti al momento intimo per la coppia, la giovane si rifiuta di lasciarsi togliere la fascia destando la curiosità del marito. Non potendosi più trattenere, la donna scoppia in lacrime per la vergogna e finalmente confessa che il motivo per cui non voleva togliere la fascia dalla fronte era perchè sotto si celava una cicatrice rimasta in seguito ad una ferita procuratagli da un uomo che l’aveva ferita quando ella aveva 3 anni. A quelle parole Wei si ricordò dell’incontro con il Dio dei Matrimoni al tempio e dell’ordine che aveva dato al suo servo; lo stesso poi scoppiò in lacrime nel confessare di essere stato lui ad aver ordinato di ferirla (se non addirittura ucciderla). Una volta chiarito tale malinteso e conoscendo meglio la loro storia accettando con gioia il loro legame, voluto inevitabilmente dal fato, i due giovani si amarono più di prima e vissero la loro vita insieme felici. Curiosità La leggenda del filo rosso è talmente famosa e celebre che è stata spesso alla base di film e telefilm o anche citata molteplici volte in anime e manga. Tra i manga/anime abbiamo ad esempio: Loveless, Nana, Kuroshitsuji, The Vision of Escaflowne, Detective Conan, Inuyasha, Bleach, Toradora, Ranma 1/2, ma ancora Yu Yu Hakusho, Sailor Moon, Fruits Basket e molti altri ancora. Tra i film abbiamo invece Sayounara, Dolls, Touch e anche una famosa serie il cui titolo prende nome dalla leggenda stessa, Akai Ito. E voi? Avete già incontrato la persona speciale a cui siete legati dall’indistruttibile filo rosso?
Fonte: hhttp://sakuramagazine.com/leggende-giapponesi-akai-ito-il-filo-rosso-del-destino/
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