#lealtà verso gli altri
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«Non incontrerai mai due volti assolutamente identici. Non importa la bellezza o la bruttezza: queste cose sono relative. Ciascun volto è il simbolo della vita. E tutta la vita merita rispetto. È trattando gli altri con dignità che si guadagna il rispetto per se stessi»
(Tahar Ben Jelloun)
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#momentino sfogo ma#che brutto quando devi rivalutare il rapporto che avevi con una persona#quando scopri che nonostante aveste litigato tu hai mantenuto alcuni livelli di decenza e lei invece no#e ha parlato male di te in giro#wow che classe che maturità che senso di lealtà verso qualcuno che è stato importante per te#e la cosa che mi fa prudere le mani dalla rabbia è che lei è convinta di avere giustificazioni e ragioni per il modo in cui si è comportata#e continua a comportarsi#come se passare un brutto momento ti dia il via libera per essere una merda con gli altri#news flash tutti abbiamo passato un brutto momento visto come cazzo va il mondo ultimamente ma non siamo stati delle merde a riguardo
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50 REGOLE D'ORO PER LA VITA
Non stringere mai la mano a qualcuno senza alzarti in piedi. In una negoziazione, non fare mai la prima offerta. Se ti confidano un segreto, mantienilo. Se ti prestano una macchina, restituiscila con il serbatoio pieno. Fai le cose con passione o non farle affatto. Quando stringi la mano, fallo con fermezza e guarda quella persona negli occhi. Vivi l'esperienza di viaggiare da solo. Non rifiutare mai una pastiglia di menta, i motivi sono ovvi. Accetta consigli se vuoi invecchiare. Mangia con la nuova persona a scuola o in ufficio. Quando scrivi un messaggio mentre sei arrabbiato: finisci, rileggi, cancella e riscrivi il messaggio. A tavola non si parla di lavoro, politica o religione. Scrivi i tuoi obiettivi e lavora per raggiungerli. Difendi il tuo punto di vista, ma sii tollerante e rispettoso verso gli altri. Chiama e visita i tuoi parenti. Non rimpiangere nulla, impara da tutto. L'onore e la lealtà devono essere presenti nella tua personalità. Non prestare denaro a qualcuno che sai che non ti restituirà. Credi in qualcosa. Fai il letto quando ti svegli al mattino. Canta sotto la doccia. Prenditi cura di una pianta o di un giardino. Guarda il cielo ogni volta che ne hai l'occasione. Scopri le tue abilità e sfruttale. Ama il tuo lavoro o lascialo. Chiedi aiuto quando ne hai bisogno. Insegna un valore a qualcuno, preferibilmente a un bambino. Apprezza e ringrazia chi ti tende la mano. Sii gentile con i tuoi vicini. Rendi la giornata di qualcuno più felice, renderà felice anche te. Competi con te stesso. Concediti un regalo almeno una volta all'anno. Prenditi cura della tua salute. Saluta sempre con un sorriso. Pensa velocemente, ma parla lentamente. Non parlare con la bocca piena. Lucida le tue scarpe, taglia le unghie e mantieni sempre un aspetto curato. Non esprimere opinioni su argomenti che non conosci. Non maltrattare mai nessuno. Vivi la tua vita come se fosse l'ultimo giorno. Non perdere mai una meravigliosa opportunità di rimanere in silenzio. Riconosci l'impegno di qualcuno. Sii umile, anche se non sempre. Non dimenticare mai le tue radici. Viaggia quando puoi. Concedi il passo. Balla sotto la pioggia. Cerca il tuo successo senza arrenderti. Sii giusto, difendi chi ha bisogno di te. Impara a goderti i momenti di solitudine.
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🧑🎤 VECCHIONI: "ETTORE COME SINWAR"
• IL TALLONE DI ACHILLE DI VECCHIONI
Di Tonino Serra Conti
Caro prof. Vecchioni
amo in lei il poeta, il cantore delle emozioni profonde, l'insegnante amato nel suo liceo, l'uomo buono che ha sofferto molto ma, mi permetta di dirle con affetto, che lei è un gran pasticcione.
Paragonare Ettore a Sinwar è una solenne bestemmia, caro professore, e nei suoi allievi potrebbe provocare una grave confusione. Non avrei mai immaginato che, forzando il mito avrebbe tradito il logos, preferendo un paragone suggestivo, ma falso, alla realtà cruda ma vera.
Mai avrei pensato che sarebbe diventato un cattivo maestro.
La seguiranno in molti purtroppo perché confonderanno la sua musica con le sue parole inappropriate. Lo stanno già facendo.
Ettore, "il grande Ettorre", è l'eroe magnanimo per eccellenza, il guerriero che si batte per la sua gente affrontando a viso aperto il più forte e invincibile degli eroi greci: Achille, figlio di Teti, che lo aveva reso quasi immortale.
Sa bene di morire nel duello, sotto le mura di Ilio. Lo sa così bene che saluta per l'ultima volta Andromaca, la donna amata che sta per lasciare sola insieme con il piccolo Astianatte, al quale augura comunque un futuro felice: "Non fu sì forte il padre".
Ma si fa uccidere in un duello impari per proteggere la sua città, si sacrifica per essa.
Sinwar non affronta il nemico con lealtà. Si nasconde nelle caverne profonde e sicure, dove ha ammassato viveri e danaro, assistendo al massacro della sua gente, che sacrifica sull'altare di un ideale di morte. Non difende i suoi cittadini, ma se ne fa scudo e li lascia uccidere.
Prima di scatenare il pogrom di vecchi e bambini, prima di rapire e stuprare uomini e donne ridotti a schiavi, sapeva che avrebbe portato il suo popolo al massacro: lo desiderava, anzi, per suscitare la commozione contro il nemico che si era costruito con odio per anni.
Il sangue della sua gente sarebbe servito a erigere uno stato islamista, fanatica, malvagia.
Ama il martirio, ma degli altri.
Dal suo regno sotterraneo vede soddisfatto la sua gente morire sotto le bombe da lui innescate
No. Sinwar non è Ettore.
E non merita, come lei auspica, che il suo cadavere sia restituito alla famiglia per rendergli onorata sepoltura.
Sinwar non ha una famiglia, non ha un padre come Priamo che gli dei pietosi aiutano a raggiungere di nascosto la tenda dove abita l'assassino del figlio Ettore. Ha solo dei complici di una vita violenta, di assassini senza umanità alcuna.
Lascia non un orfano puro come Astianatte, ma figli educati all'odio con lettere deliranti e un esempio diabolico. Questi familiari chiederebbero il suo corpo per farne un feticcio di morte, un monumento all'intolleranza, al razzismo, all'odio eletto a sistema.
No. Sinwar non avrà un Omero che ne racconti i giochi in suo onore, con il mondo eroico che si inchina davanti alla purezza del più grande di loro.
Ecco, professore, il nemico restituisce il corpo di un uomo che rispetta, non il cadavere di un uomo odiato per la sua ferocia, che ha disonorato ogni principio di civiltà.
Questo cadavere sia bruciato e le sue ceneri vengano disperse.
Come quelle di un altro efferato assassino, anche lui cresciuto nell'odio verso gli ebrei e nel sogno infernale di distruggere un popolo.
Era Adolf Eichmann.
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Caro professore,
avrebbe potuto dire ai suoi allievi e ai fanatici che domani costruiranno il mito di Sinwar anche attraverso le sue parole, che il macellaio di Gaza e dei palestinesi non è Ettore: Sinwar è Thanatos, la personificazione della morte.
Omero, che le consiglio umilmente di rileggere, racconta che era un dio crudele, figlio della Notte come Ipno, che concede ai mortali la dolcezza del sonno.
Thanatos è invece il dio dell'angoscia e dell'incubo: abita il mondo sotterraneo dal quale esce per tormentare i mortali.
Nell’Alcesti di Euripide Thanatos è il tetro sacerdote dell’Ade che combatte con Eracle venuto a riprendere Alcesti: il dio della morte che combatte per sottrarre una sventurata alla vita.
Ieri nell'Ade, oggi a Gaza.
E siccome a lei piacciono i paragoni, vorrei ricordarle che Freud, profondo conoscitore dell'animo umano, contrappone teoricamente Eros a Thanatos, due divinità che da sempre agitano l’inconscio dell’uomo tra istinti di vita e istinti di morte.
Sta qui la differenza tra Ettore e Sinwar: non simili, ma contrapposti e incompatibili come lo sono il culto della vita e la morbosa adorazione della morte.
Io so con chi stare. Senza alcun dubbio e nessuna confusione.
Fino alla sconfitta definitiva di Thanatos e dei suoi fanatici fedeli.
Buona vita e buone letture, professore.
Di Tonino Serra Conti
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Il Bushido si fonda su sette concetti fondamentali, ai quali il samurai deve scrupolosamente attenersi:
義, Gi: Onestà e Giustizia
Sii scrupolosamente onesto nei rapporti con gli altri, credi nella giustizia che proviene non dalle altre persone ma da te stesso. Il vero Samurai non ha incertezze sulla questione dell'onestà e della giustizia. Vi è solo ciò che è giusto e ciò che è sbagliato.
勇, Yu: Eroico Coraggio
Elevati al di sopra delle masse che hanno paura di agire, nascondersi come una tartaruga nel guscio non è vivere. Un Samurai deve possedere un eroico coraggio, ciò è assolutamente rischioso e pericoloso, ciò significa vivere in modo completo, pieno, meraviglioso. L'eroico coraggio non è cieco ma intelligente e forte.
仁, Jin: Compassione
L'intenso addestramento rende il samurai svelto e forte. È diverso dagli altri, egli acquisisce un potere che deve essere utilizzato per il bene comune. Possiede compassione, coglie ogni opportunità di essere d'aiuto ai propri simili e se l'opportunità non si presenta egli fa di tutto per trovarne una. La compassione di un samurai va dimostrata soprattutto nei riguardi delle donne e dei fanciulli.
礼, Rei: Gentile Cortesia
I Samurai non hanno motivi per comportarsi in maniera crudele, non hanno bisogno di mostrare la propria forza. Un Samurai è gentile anche con i nemici. Senza tale dimostrazione di rispetto esteriore un uomo è poco più di un animale. Il Samurai è rispettato non solo per la sua forza in battaglia ma anche per come interagisce con gli altri uomini. Il miglior combattimento è quello evitato.
誠, Makoto: Completa Sincerità
Quando un Samurai esprime l'intenzione di compiere un'azione, questa è praticamente già compiuta, nulla gli impedirà di portare a termine l'intenzione espressa. Egli non ha bisogno né di "dare la parola" né di promettere. Parlare e agire sono la medesima cosa.
名誉, Meiyo: Onore
Vi è un solo giudice dell'onore del Samurai: lui stesso. Le decisioni che prendi e le azioni che ne conseguono sono un riflesso di ciò che sei in realtà. Non puoi nasconderti da te stesso.
忠義, Chugi: Dovere e Lealtà
Per il Samurai compiere un'azione o esprimere qualcosa equivale a diventarne proprietario. Egli ne assume la piena responsabilità, anche per ciò che ne consegue. Il Samurai è immensamente leale verso coloro di cui si prende cura. Egli resta fieramente fedele a coloro di cui è responsabile.
by Wikipedia
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Dieci domande:
La tua più grande paura
La tua più grande gioia
Il tuo più grande pentimento
La cosa di cui sei più orgoglioso
L'obiettivo più importante che hai raggiunto
La cosa più importante per te nella vita
La cosa più brutta che ti è mai successa
La cosa più bella che hai trovato di recente nella tua vita
La cosa più brutta che hai trovato di recente nella tua vita
La cosa più bella che ti è mai successa
1. Non essere abbastanza ⛓️
2. Quando mi sono innamorato, perché ero talmente felice e grato della vita che mi sentivo in grado di poter fare ogni cosa o essere rimasto me stesso nonostante tutto. 🔝
3. A volte mi chiedo come sarebbe andata la mia vita se avessi continuato gli studi facendo l'università fuori città o (forse questo è più un capriccio) avrei voluto prestare più attenzione al mio modo di relazionarmi con certe persone 💭
4. Sono orgoglioso di me stesso, di che persona sono 🧘♂️
5. Allenarmi tutto un anno tutti i giorni senza perdermi d'animo, e ho altri obbiettivi ancora in corso. 💪
6. L'amore e rendere felici le persone che amo. 👫
7. Essere stato tradito da un mio migliore amico e da una ragazza in cui credevo molto. ❤️🩹
8. sto lentamente ritrovando un po' di pace interiore.☮️
9. Mi sono trovato in un periodo piuttosto lungo di rabbia e rancore verso persone che hanno tradito la mia fiducia, lealtà e affetto.💢
10. Quando mi sono sentito amato (escludendo il mio nucleo famigliare)😍
Però adesso sono curioso di sapere chi mi ha fatto tutte queste domande Ahahah
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Un antropologo propose un gioco ad alcuni bambini di una tribù africana.
Mise un cesto di frutta vicino ad un albero e disse ai bambini che chi arrivava prima vinceva tutta la frutta.
Quando gli fu dato il segnale per partire, tutti i bambini si presero per mano e si misero a correre insieme, dopodichè, una volta preso il cesto, si sedettero e si godettero insieme il premio.
Quando fu chiesto ai bambini perchè avessero voluto correre insieme, visto che uno solo, il vincitore, avrebbe potuto prendersi tutta la frutta, essi risposero 'UBUNTU': come potrebbe essere uno felice se tutti gli altri sono tristi?"
UBUNTU nella cultura africana sub-sahariana vuol dire: 'Io sono perchè noi siamo'.
La lealtà verso il prossimo è alla base del vivere bene con se stessi e gli altri, UBUNTU dovrebbe animare le giornate di noi tutti🌈
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La lealtà, la lealtà è un debito, e il più sacro, verso noi stessi, anche prima che verso gli altri. Tradire è orribile. Tradire è orribile.
Luigi Pirandello, Sogno (ma forse no)
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50 REGOLE D'ORO PER LA VITA Non stringere mai la mano a qualcuno senza alzarti in piedi. In una negoziazione, non fare mai la prima offerta. Se ti confidano un segreto, mantienilo. Se ti prestano una macchina, restituiscila con il serbatoio pieno. Fai le cose con passione o non farle affatto. Quando stringi la mano, fallo con fermezza e guarda quella persona negli occhi. Vivi l'esperienza di viaggiare da solo. Non rifiutare mai una pastiglia di menta, i motivi sono ovvi. Accetta consigli se vuoi invecchiare. Mangia con la nuova persona a scuola o in ufficio. Quando scrivi un messaggio mentre sei arrabbiato: finisci, rileggi, cancella e riscrivi il messaggio. A tavola non si parla di lavoro, politica o religione. Scrivi i tuoi obiettivi e lavora per raggiungerli. Difendi il tuo punto di vista, ma sii tollerante e rispettoso verso gli altri. Chiama e visita i tuoi parenti. Non rimpiangere nulla, impara da tutto. L'onore e la lealtà devono essere presenti nella tua personalità. Non prestare denaro a qualcuno che sai che non ti restituirà. Credi in qualcosa. Fai il letto quando ti svegli al mattino. Canta sotto la doccia. Prenditi cura di una pianta o di un giardino. Guarda il cielo ogni volta che ne hai l'occasione. Scopri le tue abilità e sfruttale. Ama il tuo lavoro o lascialo. Chiedi aiuto quando ne hai bisogno. Insegna un valore a qualcuno, preferibilmente a un bambino. Apprezza e ringrazia chi ti tende la mano. Sii gentile con i tuoi vicini. Rendi la giornata di qualcuno più felice, renderà felice anche te. Competi con te stesso. Concediti un regalo almeno una volta all'anno. Prenditi cura della tua salute. Saluta sempre con un sorriso. Pensa velocemente, ma parla lentamente. Non parlare con la bocca piena. Lucida le tue scarpe, taglia le unghie e mantieni sempre un aspetto curato. Non esprimere opinioni su argomenti che non conosci. Non maltrattare mai nessuno. Vivi la tua vita come se fosse l'ultimo giorno. Non perdere mai una meravigliosa opportunità di rimanere in silenzio. Riconosci l'impegno di qualcuno. Sii umile, anche se non sempre. Non dimenticare mai le tue radici. Viaggia quando puoi. Concedi il passo. Balla sotto la pioggia. Cerca il tuo successo senza arrenderti. Sii giusto, difendi chi ha bisogno di te. Impara a goderti i momenti di solitudine.
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I samurai aderivano a un rigoroso codice d'onore e di condotta noto come Bushido. Composto da sette principi fondamentali, questo codice fungeva da bussola per i samurai sia nella loro esistenza quotidiana che nel loro ruolo di difensori del loro signore e della loro nazione. 1️⃣ Integrità (Gi) - Questo principio sottolinea l'importanza dell'onestà e della rettitudine in ogni aspetto della vita, sottolineando il fare ciò che è eticamente giusto, indipendentemente dalle conseguenze. 2️⃣ Valore (Yu) - Il samurai è stato sottoposto a un addestramento rigoroso per incarnare il coraggio in battaglia e affrontare la morte con grazia. Il coraggio implicava anche difendere la rettitudine, anche di fronte alle avversità o al dissenso. 3️⃣ Compassione (Jin) - Questo principio accentua l'empatia, la gentilezza e la generosità verso gli altri, un impegno a trattare tutti con dignità e comprensione. 4️⃣ Riverenza (Rei) - Il rispetto, una pietra angolare della cultura giapponese, permeava l'etica del samurai. Questo principio implicava mostrare deferenza e stima verso gli altri, fossero essi superiori, anziani o avversari. 5️⃣ Sincerità (Makoto) - Essenziale per costruire la fiducia e preservare la propria reputazione, l'onestà era una virtù non negoziabile. I samurai credevano nella schiettezza e nella sincerità sia nelle parole che nelle azioni. 6️⃣ Onore (Meiyo) - Al centro dello stile di vita del samurai, l'onore ruotava attorno al mantenimento della propria reputazione e al rispetto dei propri impegni. Per i samurai il disonore era considerato più grave della morte. 7️⃣ Lealtà (Chugi) - I samurai dimostravano incrollabile lealtà verso il loro signore e la loro patria, sottolineando il primato del dovere e degli obblighi sugli interessi personali. Oltre ad essere un semplice codice di condotta, questi sette principi del Bushido racchiudono uno stile di vita olistico per il samurai.
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Sport: Modena aderisce alla Carta etica della Regione per promuovere inclusività e lealtà nel campo di gioco
Sport: Modena aderisce alla Carta etica della Regione per promuovere inclusività e lealtà nel campo di gioco. Lo sport come opportunità educativa e inclusiva, da praticare con lealtà, onestà e solidarietà, evitando dannosi comportamenti ed esasperazioni. Sono alcuni principi della Carta etica dello sport della Regione Emilia-Romagna, a cui aderisce ora anche il Comune di Modena, in continuità e coerenza con alcuni progetti già attivi sul territorio, finalizzati alla legalità e alla correttezza sportiva tra i giovani. L’adesione al documento prevede anche che gli enti firmatari possano beneficiare di alcune premialità nei bandi regionali per le concessioni di contributi e altre forme di sostegno a favore della pratica sportiva. Varata nel 2022 per dire no a ogni forma di discriminazione, violenza e altri atti illeciti in campo sportivo, la Carta è costituita da 14 articoli rivolti a tutti coloro che, a vario titolo, partecipano in Emilia-Romagna alla diffusione dell’attività motoria e dello sport. Dagli atleti e praticanti alle società sportive, dai genitori e le scuole fino alle amministrazioni pubbliche, il documento definisce un perimetro entro il quale ogni soggetto aderente è chiamato a rispettare e promuovere un codice di comportamento che tutela il valore sociale della pratica sportiva, valorizzando l’integrazione e la relazione tra persone e rigettando, quindi, qualsiasi forma di eccessivo individualismo ed esasperato spirito di competizione. La Carta prevede, appunto, anche l’impegno delle amministrazioni pubbliche nell’assicurare ai propri cittadini la possibilità di praticare l’attività motoria e sportiva, facilitandone l’accessibilità e l’inclusione, e potenziando gli spazi urbani per l’attività motoria, soprattutto dei più giovani. "Aderire alla Carta etica dello sport – ha precisato l’assessora allo Sport e Pari opportunità Grazia Baracchi – vuol dire fare un altro passo verso una condivisione piena con le società sportive, i gestori degli impianti e i cittadini, affinché gli spazi della città dedicati alle attività sportive, come palestre, piscine, campi sportivi, siano sempre più inclusivi, aperti a tutti e tutte, e in grado di trasmettere i valori più autentici dello sport". Nell’orizzonte etico, culturale e sociale tracciato dalla Carta, si collocano, in particolare, due progetti che vedono l’impegno del Comune di Modena nella diffusione tra i più giovani della legalità e correttezza sportiva. Il primo è SportBoard, progetto internazionale che coinvolge anche la società sportiva Scuola di pallavolo Anderlini nell’ambito del programma “Erasmus+ Sport”. Il progetto, che a settembre entra nella sua fase operativa, punta a migliorare la gestione delle attività sportive, monitorando i comportamenti sui campi, nelle palestre e negli spogliatoi, e fornendo quindi gli strumenti per un’efficace autoregolamentazione delle realtà sportive. La seconda attività è “Io gioco corretto”, che ha come scopo la prevenzione dei comportamenti scorretti e la promozione del rispetto delle regole e della valorizzazione delle diversità. Sviluppato per le scuole primarie, nell’ambito del progetto Scuola Sport, “Io gioco corretto” prevede dei percorsi didattici in cui docenti ed esperti presentano dei giochi nei quali gli alunni si alternano nei ruoli di arbitraggio e autoarbitraggio, attinenti a delle regole precedentemente elaborate in classe.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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The prince of my heart
Arthur Pendragon x reader
Trama: sei stata costretta a sposare Artù Pendragon ma non tutto va come previsto, fino a quando…
Avvisi: nessuno credo ma se ne trovate qualcuno ditemelo e lo aggiungo
P.S. trovate altri immagina sul mio profilo Wattpad: NamelessAlessandra e se vi va potete preordinare il mio libro cliccando su questo link:
La festa intorno a me procede alla perfezione, mentre io gioco distratta col cibo nel mio piatto. Dovrei mangiare, soprattutto nelle mie condizioni, ma lo stomaco mi si è chiuso nel momento in cui, appena entrata nella sala, mio marito non mi ha neanche degnata di uno sguardo. Dopo aver passato l'intera settimana ad organizzare questa festa nei minimi dettagli per festeggiare la riuscita della sua impresa.
Quando mi è stato detto che avrei sposato il principe Artù Pendragon ero felicissima, avevo sentito così tante belle storie su di lui, sul suo coraggio, sulla sua lealtà, ed ero sicura che il mio sarebbe stato un matrimonio felice, che sarei stata invidiata da qualsiasi dama del reame. Poi è arrivato il giorno delle nozze, sono stata svegliata all'alba per potermi preparare alla perfezione, per eguagliare la bellezza di quello che di lì a poco sarebbe diventato mio marito. Ho attraversato la navata per raggiungerlo davanti a tutti i membri importati del regno con gambe tremanti e un sorriso emozionato, e per qualche attimo, mentre ci rendevano marito e moglie, Artù mi ha sorriso dolcemente. Per un attimo ho creduto davvero di aver realizzato il mio sogno. Fino a quando, subito dopo la cerimonia, durante il banchetto, mi sono resa conto degli sguardi che indirizzava alla serva della sua sorellastra. Gwen, col tempo avevo imparato essere quello il suo nome. Artù passava con me solamente alcune notti, per svolgere il suo compito da marito, e nel resto del tempo si rifugiava nei suoi compiti da reale, ignorandomi del tutto. Avevo imparato a non restarci male, ero diventata amica di Morgana e passavamo insieme molto tempo, chiacchierando, leggendo, passeggiando. Aveva l'accortezza di non far ritrovare me e la sua serva nella stessa stanza nello stesso momento, non perché avrei potuto fare qualcosa di spiacevole, ma perché aveva a cuore la mia sofferenza, e il tatto di non sbattermi davanti agli occhi che mio marito fosse innamorato di un'altra. Una donna che in comune con me non aveva nulla e che non avrei mai potuto rimpiazzare. Non importa quanto io mi sforzi, portandogli da mangiare quando so che non ha il tempo di raggiungere la sala per sedersi a tavola con noi, non importa quanto mi impegni nel cercare di capirlo, aiutarlo, per togliergli il peso che grava sulle sue spalle, dovuto al dover portare la corona un giorno. L'unica risposta che ottengo, in cambio, è l'umiliazione di vederlo sorridere e chiacchierare amabilmente in pubblico con Gwen. La stessa Gwen che ora gli versa del vino, arrossendo a qualcosa che lui le sta dicendo, ma che io, nonostante sia al suo fianco, non riesco a sentire.
-Ti piace la festa, marito caro?- decido di domandare, quando la bruna si è allontanata da lui. Artù si gira a guardarmi per un solo attimo prima di tornare a godersi lo spettacolo delle ballerine davanti a noi mentre annuisce con la testa
-molto, moglie. Ti ringrazio. Anche se devo ammettere di non comprendere il motivo per cui tu possa aver organizzato tutto questo, quando in paese molti lamentano di non avere cibo a sufficienza per sfamarsi- le sue parole mi colpiscono come delle lame. Merlino, che si era avvicinato a noi forse per dire qualcosa al suo padrone, si congela sul posto e mi lancia un'occhiata preoccupata. Qualche volta è capitato che mi abbia trovata in qualche angolo appartato del castello, per non farmi vedere mentre piangevo, e abbia provato a consolarmi. Abbozzo un sorriso verso di lui che mi guarda con pietà, trattengo le lacrime e mi schiarisco la voce.
-Questo è il motivo per cui ho chiesto che anche al villaggio fosse indetta una festa, perché tutti possano festeggiare le imprese e i successi del loro futuro re, e possano cibarsi come meritano. Ora se vuoi scusarmi sono molto stanca, credo che andrò a riposare- rispondo solamente, scosto la sedia e, senza che lui mi degni di uno sguardo, esco dalla sala. Una delle prime cose che ho chiesto, dopo aver compreso i sentimenti di Artù verso Gwen, è stata di avere una camera da letto solamente mia. Mio marito non ha discusso minimamente la mia domanda e mi ha fatto preparare delle stanze dove poter alloggiare, e dove viene a trovarmi quando deve adempiere al suo compito. Col tempo, questa stanza è diventata il mio rifugio, e capitano giorni in cui non esca per nulla, lasciando che sia Elizabeth, la mia serva personale, a portarmi da mangiare. Quando mi chiudo la porta alle spalle e mi ci appoggio contro per prendere respiri profondi, sento il rumore di passi e poi una mano che bussa.
-(Y/N), sono io, cara. Aprimi- la voce di Morgana mi arriva attutita dal legno, mi affretto ad asciugarmi le guance inumidite dalle poche lacrime che mi sono sfuggite e sforzo un sorriso mentre le apro. Lei mi stringe in un abbraccio, subito dopo aver chiuso la porta dietro di sé.
-Artù è uno sciocco ingrato. Domani gli parlerò io e vedrai se non ti porterà più rispetto prossimamente. Tutte le dame hanno sentito la sua risposta e non stanno facendo altro che commentare- mi sussurra arrabbiata, mentre mi passa una mano tra i capelli per scioglierli dalla pettinatura che avevo preparato apposta per lui.
-Va tutto bene, Morgana. Non c'è bisogno che tu gli parli- mormoro allontanandomi dalle sue braccia, prima di ritrovarmi piegata in due dal dolore, col fiato rotto.
-(Y/N), che succede? Chiamo subito qualcuno, vado a chiamare Gaius- esclama la mora allarmata, provo a dirle che non c'è bisogno, che nelle mie condizioni è normale, mia madre me lo raccontava sempre, per prepararmi e non farmi spaventare, ma dalla mia bocca non esce altro che un gemito di dolore. Morgana, quindi, mi aiuta a sedermi sul letto e corre fuori. Pochi minuti dopo rientra seguita da Gaius, ma il mio dolore sta scemando.
-Vorrei comunque effettuare dei controlli, se per voi va bene- propone l'anziano, e nonostante io provi a rifiutarmi, la principessa insiste affinché la mia salute sia controllata e così qualche tempo dopo Gaius sta confermando quella che fino ad ora per me era un'ipotesi che nascondevo dietro gonne più ampie.
-Siete incinta, mia signora- le sue parole sono seguite da un verso scioccato di Morgana che mi guarda emozionata. Col cuore in gola mi tiro a sedere
-vi chiedo, per favore, di non dirlo a nessuno. Non ancora. Ci penserò io a fare l'annuncio. Vi prego- domando lasciando oscillare lo sguardo dall'uno all'altra. Entrambi annuiscono, comprensivi, e mi lasciano riposare.
Il giorno seguente decido di restare in camera tutta la mattinata, Elizabeth mi porta da mangiare e Morgana viene a trovarmi per tenermi un po' di compagnia. Mi prega di unirmi a loro per cena e non voglio deluderla. Così mi preparo, indossando uno dei miei abiti più belli e, lentamente, cammino verso la sala dove mangeremo. Appena entro faccio giusto in tempo a sentire delle voci discutere prima di nascondermi per poter ascoltare. La sala è ancora vuota, fatta eccezione per Artù, Merlino e Morgana.
-Cosa vuoi che ti dica, Morgana? Siamo sposati e faccio del mio meglio con lei, ma non la conosco ancora così bene- la voce di Artù è infastidita, sento il rumore di vino che viene versato e poi Morgana parlare.
-Potresti almeno mettere a tacere le dicerie che girano, sei il principe e lei è tua moglie. Dovresti portarle più rispetto- lo sgrida -se sapessi quanto era triste ieri sera per come ti sei rivolto a lei, dopo aver passato l'intera settimana ad organizzarti quello stupido banchetto, facendo attenzione anche che il popolo ricevesse parte del cibo per non farli indispettire- continua, testarda. Artù sospira e, prima che le cose possano degenerare, decido di fingere il mio arrivo come se non avessi ascoltato nulla.
-(Y/N), che bello vederti. Questa sera stai benissimo!- esclama Morgana, la prima a vedermi. Merlino mi accenna un sorriso mentre Artù si gira a guardarmi e si alza in piedi venendo verso di me.
-Mi scuso per il mio comportamento di ieri sera, (Y/N), avrei dovuto essere più gentile con te- mi si rivolge mentre mi sposta la sedia per farmi sedere. Gli sorrido, fingendo di non sapere che le sue parole sono solo dovute alla richiesta della sorellastra, e prendo posto. Quando anche Uther ci raggiunge, mangiamo in silenzio. Morgana, seduta di fronte a me, mi lancia delle occhiatine sorridendomi. Vuole che faccia il mio annuncio ma ancora non mi sento pronta.
-Credo che (Y/N) voglia annunciare qualcosa- dice di punto in bianco proprio lei, la incenerisco con lo sguardo quando gli occhi di tutti si puntano su di me. Col cuore in gola appoggio la mia posata accanto al piatto e mi schiarisco la voce, solo che quando apro bocca per parlare la mia testa inizia a girare velocemente e, quando provo ad alzarmi, perdo l'equilibrio cadendo. Artù mi afferra in tempo, impedendomi di farmi male e tutto diventa molto confuso.
Riapro gli occhi per ritrovarmi in una stanza che non è la mia. Mi guardo intorno confusa. Ricordo la mia testa che girava come impazzita e poi tutto è diventato buio. Provo ad alzarmi, riconoscendo la camera di Artù.
-Piano, non sei ancora abbastanza forte da poterti alzare, Gaius ha detto di fare attenzione. Che nelle tue condizioni non dovresti affaticarti- è proprio la voce di mio marito la prima cosa che sento, qualche secondo dopo appare nel mio campo visuale. Tra le mani ha un vassoio colmo di cibo e lo appoggia sulle mie gambe prima di sistemarmi il cuscino e chiedermi come mi sento. Come risposta muovo il capo su e giù, scrutando ciò che c'è sul vassoio.
-Ho chiesto alla cuoca di preparare i tuoi piatti preferiti e te li ho portati così che tu non debba alzarti dal letto- spiega notando la mia evidente confusione. Gli accenno un sorriso prima di mormorare un grazie e bevo un po' di spremuta d'arancia. Il silenzio regna per qualche attimo.
-Perché non me lo hai detto, (Y/N)?- domanda Artù mentre sto masticando un po' di carne. A giudicare dalla luce del sole deve essere primo pomeriggio. Mi sento spiazzata e vorrei scoppiare a piangere davanti al suo sguardo deluso, così abbasso il mio.
-Non ne ero certa fino alla sera della festa. Quando sono tornata in camera, un malore mi ha colpita mentre parlavo con Morgana e Gaius è venuto a controllare la mia salute. Lui mi ha dato la conferma e... stavo pensando al modo giusto di dirtelo, l'occasione perfetta. Non volevo causarti un fastidio come con la festa- mormoro a voce bassa, Artù non mi risponde subito, anzi prende posto al mio fianco, sul lato libero del letto. La fame mi è passata così allontano il vassoio ma lui me lo riappoggia sulle gambe.
-Mi dispiace, sono stato un insensibile. Sin da quando ci siamo sposati, ho fatto di tutto per tenerti lontana da me, nascondendomi dietro ai miei doveri, perché avevo paura. Ricordo la sofferenza di mio padre quando mia madre morì, lo ha accompagnato per gran parte della mia infanzia, e ancora adesso quando qualcuno la nomina, nei suoi occhi si vede la tristezza. Non volevo che ci legassimo sentimentalmente perché ho il terrore che quello che è accaduto a loro possa accadere a noi, ero convinto che se ti avessi tenuta lontana... avremmo potuto diventare amici e nulla di più- confida e quando alzo gli occhi, a metà del suo discorso, incontro il suo sguardo colmo di rammarico e tristezza.
-Ma con Gwen non sembri essere così terrorizzato- commento insicura, giocando con un pezzo di pane accanto alla carne ancora quasi del tutto intatta. Artù mi osserva confuso, per qualche attimo.
-Gwen?- domanda, infatti, prima di sgranare gli occhi come se avesse compreso e scoppia a ridere. Mi prende in giro? Con le guance rosse dall'umiliazione mi tolgo di nuovo il vassoio dalle gambe e faccio per alzarmi, ma lui ferma immediatamente la risata, scende dal letto e corre dal mio lato per fermarmi. Quando provo ad allontanarlo mi afferra dalle braccia e, approfittando della mia momentanea debolezza, mi imprigiona contro il suo corpo.
-Ti prego non andare via. Tra me e Gwen non c'è nulla. Credimi- parla con il viso a pochi centimetri dal mio, mi si spezza il fiato, lo guardo negli occhi e vorrei credergli. Con tutto il cuore. Ma non riesco.
-Non prendermi in giro, Artù, vedo la complicità che c'è tra voi, e sento come le donne del reame parlano di voi quando pensano che io non stia ascoltando. È già abbastanza umiliante così, non ho bisogno che mi menti spudoratamente- commento furiosa, provo di nuovo a dimenarmi, ma Artù mi blocca le braccia dietro la schiena e, così facendo, i nostri visi si avvicinano ancora di più. Trattengo il fiato, sentendo lo stomaco sottosopra.
-Tra me e Gwen non c'è nulla, (Y/N)- ripete, senza allontanare gli occhi dai miei. Sento il materasso premere contro il retro delle mie gambe ma non ci cado sopra perché Artù mi tiene premuta contro il suo petto. Lo sguardo intenso incatenato al mio, il suo profumo di fresco mi entra nelle narici, mentre il sole che entra dalla finestra lo circonda quasi come se fosse un angelo.
-E allora perché sei sempre con lei? Parlate, ridete, perché fai con lei ciò che vorrei così tanto tu facessi con me? Perché lasci che nel reame parlino di me come l'ignara moglie stupida e tradita?- domando, senza fiato per la discussione ma anche per la vicinanza. Artù respira profondamente prima di rispondere.
-Io non credevo che tu dessi retta alle voci- mormora solo, con una risata amara approfitto del suo aver allentato la presa su di me e lo allontano con forza per poter andare via, ma lui mi afferra da dietro, stringendomi dalla vita. La mia schiena contro il suo petto, mentre mi stringe le mani per tenermi ferma e intreccia le nostre dita sulla mia pancia, dove proprio ora il nostro bambino si sta formando. Appoggia la fronte contro il mio collo.
-Credimi, tra me e Gwen non c'è nulla. Prova qualcosa per Merlino e la sto aiutando a conquistarlo- mormora contro la mia pelle, il suo respiro caldo mi dà i brividi -e lei aiuta me, perché è da quando un mese fa sei diventata mia moglie che sono costantemente combattuto tra il tenerti lontana per proteggerti e il correre da te a stringerti tra le braccia, anche solo per inspirare il tuo profumo, che è così buono. Quando hai chiesto di avere le tue stanze private ero sul punto di negartelo, non capivo perché volessi stare lontana da me. Gwen mi ha spiegato che era il mio comportamento che ti feriva e, nonostante mi chiedesse di parlarti e chiarire con te, non le ho dato ascolto e sono stato uno sciocco. Ti prego di credermi se ti dico che tra me e lei non c'è nulla- aggiunge stringendo leggermente la presa intorno al mio corpo. Mi lascio leggermente andare contro di lui, appoggiando la testa all'indietro contro la sua spalla. Chiudo gli occhi, trattenendo le lacrime di sollievo. Non è vero che ama Gwen.
-Puoi perdonarmi? Prometto che da ora in poi passerò tutto il mio tempo a riconquistarti- sussurra spostando il viso dal mio collo e iniziando a lasciare baci lungo la mia guancia e sulla mia tempia. Mi giro tra le sue braccia e apro gli occhi per guardarlo. Lui mi sta già guardando, pieno di speranza.
-Metterai fine alle voci che girano su di noi- inizio a parlare, lui annuisce. -E quando siamo in pubblico non mi parlerai mai più come alla festa- aggiungo, lui annuisce appoggiando la fronte contro la mia, mormorando una serie di "te lo prometto". Appoggio una mano sul suo petto.
-Quando faccio qualcosa per il palazzo, mi impegno sempre per aiutare anche il popolo. Non avrei mai lasciato che loro morissero di fame mentre noi banchettavamo- parlo ancora, lui mi stringe dal bacino, inspira il mio profumo
-Mi dispiace, sono stato uno stupido- mormora contro il mio orecchio, mi lascia un piccolo bacio. -Tornerai a condividere la stanza con me?- domanda subito dopo, un respiro tremante mi sfugge dalla bocca.
-Sì, tornerò a condividere la stanza con te. Ma fino a quando non sarà nato il bambino non lasciarmi mai da sola. Sono terrorizzata- sussurro lasciando scivolare le dita tra i suoi capelli. Alza il viso per tornare a guardarmi e sorride.
-Non ti lascerò mai più, anche quando il bambino sarà nato. Te lo prometto- sussurra e aspetta che io gli dia il consenso prima di baciarmi. Per la prima volta, dal giorno del matrimonio, le nostre labbra si incontrano in maniera dolce, delicata, piena di sentimento, invece che frettolose, durante un rapporto che una volta concluso ci allontanerà ancora di più. Artù mi stringe contro di sé, mugolando nella mia bocca, e sorridendo nel bacio.
-Ora però mangia, non vogliamo che ciò che è accaduto ieri sera si ripeta, non è così?- domanda quando si allontana da me e mi aiuta a tornare a letto. Lo vedo allontanarsi verso la porta e aggrotto le sopracciglia.
-Dove vai?- domando quando è sulla soglia, si gira verso di me senza smettere di sorridere
-a dire di preparare le tue cose perché torni a stare qui. Poi vengo da te e ti aiuto a mangiare, sei ancora debole. E avviserò mio padre che per il resto della giornata sarò qui a prendermi cura di mia moglie e del nostro futuro bambino- le sue parole mi scaldano il cuore, e lo stomaco si riempie di calore soprattutto perché lo fa davvero. Ordina alle serve di preparare le mie cose, parla con il padre e poi torna da me, lasciandomi appoggiare contro il suo petto e imboccandomi lentamente, fino a mangiare tutto ciò che aveva portato. Da allora le voci che giravano a corte vengono cessate, e io e Artù recuperiamo il tempo perduto stando insieme ogni momento in cui non è impegnato per i suoi doveri. Finalmente va tutto bene.
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Spriz Tedesco: cane a pelo lungo e coda arricciata
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Spriz Tedesco: cane a pelo lungo e coda arricciata
Il cane Spitz tedesco è una razza che risale all’antichità e si è sviluppata in Germania come cane da pastore. Questi cani sono conosciuti per la loro intelligenza, lealtà e coraggio, e sono anche molto amati per il loro pelo lungo e soffice e la coda arricciata.
Gli Spitz tedeschi sono cani molto attivi e hanno bisogno di molto esercizio fisico e mentalmente stimolante ogni giorno. Questi cani sono anche molto intelligenti e hanno bisogno di molto addestramento e impegno da parte del proprietario per mantenere la loro mente attiva e impegnata.
Il pelo lungo e soffice dell’Spitz tedesco richiede molte cure, tra cui una toelettatura regolare per prevenire nodi e grovigli. Anche se questi cani sono resistenti alle condizioni atmosferiche avverse, è importante tenerli al caldo durante i mesi invernali.
Gli Spitz tedeschi sono cani molto leali e affettuosi con i loro proprietari e possono essere molto protettivi nei loro confronti. Questi cani sono anche molto socievoli e si adattano facilmente alla vita in famiglia, anche se possono essere un po’ riservati con gli estranei.
Questi cani sono anche molto coraggiosi e sono stati addestrati per proteggere le pecore e i proprietari. Tuttavia, è importante notare che questa qualità può causare comportamenti aggressivi verso altri animali o persone, quindi è importante addestrare e socializzare adeguatamente questi cani per evitare questo tipo di comportamento.
In generale, l’Spitz tedesco è un cane intelligente, leale, affettuoso e molto attivo che ha bisogno di molto esercizio fisico e mentale ogni giorno. Questi cani sono anche molto belli e hanno un pelo lungo e soffice che li rende molto amati da molte persone. Se sei alla ricerca di un cane che sia intelligente, affettuoso e molto attivo, allora l’Spitz tedesco potrebbe essere la scelta giusta per te.
Quanto costa il cane spriz tedesco?
Il costo di un cane Spitz tedesco può variare in base a molte cose, come la provenienza della cucciolata, la qualità della genealogia e la posizione geografica. In generale, il prezzo di un cucciolo di Spitz tedesco può oscillare tra i 700 e i 1500 euro.
È importante ricordare che l’acquisto di un cane non è solo un impegno finanziario, ma anche un impegno a lungo termine per la cura e la salute dell’animale. Oltre al costo del cucciolo, ci sono anche altre spese associate all’essere proprietario di un cane, come il cibo, le cure veterinarie, i prodotti per la toelettatura e l’addestramento.
Se stai considerando l’acquisto di un cane Spitz tedesco, è importante fare una ricerca accurata sulla razza e trovare un allevatore affidabile che abbia esperienza e che possa fornirti tutte le informazioni necessarie sulle cure e sulla salute dell’animale. In questo modo, puoi essere sicuro di avere un cane sani e felice che ti accompagnerà per molti anni.
Spriz Tedesco addestramento
L’addestramento di un cane Spitz tedesco è importante per garantire che sia un animale equilibrato e ben comportato. Ecco alcuni consigli per addestrare il tuo Spitz tedesco:
Inizia presto: è importante iniziare l’addestramento del cucciolo il prima possibile, poiché i cani sono più ricettivi all’apprendimento durante la loro giovane età.
Usa il rinforzo positivo: l’addestramento basato sul rinforzo positivo, come il premio con leccornie o il gioco, è un modo molto efficace per addestrare un Spitz tedesco. Questo tipo di addestramento incoraggia il cane a ripetere comportamenti desiderati.
Sii coerente: è importante essere coerenti nell’addestramento, in modo che il cane sappia cosa è atteso da lui.
Sii paziente: l’addestramento di un cane richiede tempo e pazienza, quindi è importante non aspettarsi risultati immediati.
Usa un linguaggio semplice e chiaro: usa un linguaggio semplice e chiaro per comunicare con il tuo cane durante l’addestramento, in modo che possa capire cosa gli viene chiesto.
Socializza il cane: è importante socializzare il tuo Spitz tedesco, in modo che possa interagire in modo sicuro e positivo con altri animali e persone.
Addestra regolarmente: è importante addestrare il cane regolarmente per mantenere la sua mente attiva e per mantenere i suoi comportamenti desiderati.
L’addestramento di un cane Spitz tedesco richiede tempo e pazienza, ma può essere molto gratificante sia per il proprietario che per il cane. Con un po’ di impegno e dedizione, puoi addestrare il tuo Spitz tedesco a diventare un animale ben comportato e equilibrato.
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"La lealtà è un debito, e il più sacro, verso noi stessi, anche prima che verso gli altri."
Sogno (ma forse no) // LUIGI PIRANDELLO
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ei ha fatto benissimo, mi creda, oggi è una buona giornata per lei. Sono delle decisioni che costano, lo so, ma noi intellettuali, dico noi perché la considero tale, abbiamo il dovere di rimanere lucidi fino alla fine. Ci sono già troppe cose superflue al mondo, non è il caso di aggiungere altro disordine al disordine. In fondo perdere dei soldi fa parte del mestiere di produttore. I miei rallegramenti, non c'era altro da fare, e lui ha ciò che si merita, per essersi imbarcato con tanta leggerezza in un'avventura così poco seria. No, mi creda, non abbia né nostalgia né rimorsi, distruggere è meglio che creare quando non si creano le poche cose necessarie. E poi, c'è qualcosa di così chiaro e giusto al mondo che abbia il diritto di vivere? Un film sbagliato per lui non è che un fatto economico, ma per lei, al punto in cui è arrivato, poteva essere la fine. Meglio lasciar andare giù tutto e far spargere sale come facevano gli antichi per purificare i campi di battaglia. In fondo avremmo solo bisogno di un po' di igiene, di pulizia, di disinfettare. Siamo soffocati dalle parole, dalle immagini, dai suoni che non hanno ragione di vita, che vengono dal vuoto e vanno verso il vuoto. A un'artista, veramente degno di questo nome, non bisognerebbe chiedere che quest'atto di lealtà: educarsi al silenzio. Ricorda l'elogio di Mallarmé alla pagina bianca? e di Rimbaud? un poeta mio caro, non un regista cinematografico, lo sa di Rimbaud quando ha finito una poesia, la sua rinuncia a continuare a scrivere, la sua partenza per l'Africa? Se non si può avere il tutto, il nulla è la vera perfezione. Mi perdoni quest'eccesso di citazioni, ma noi critici facciamo quello che possiamo. La nostra vera missione è spazzare via le migliaia di aborti che ogni giorno, oscenamente, tentano di venire al mondo. E lei vorrebbe addirittura lasciare dietro di sé un intero film, come lo sciancato si lascia dietro la sua impronta deforme? Che mostruosa presunzione credere che gli altri si gioverebbero dello squallido catalogo dei suoi errori. E a lei che cosa importa cucire insieme i brandelli della sua vita, i suoi vaghi ricordi, o i volti delle persone che non ha saputo amare mai?
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Ultimamente, sto riflettendo molto su quanto io mi senta solo. Vedo continuamente le persone andarsene via dalla mia vita, come nulla fosse, e continuo a chiedermi perché, senza riuscire a trovare una risposta concreta. Mi pongo decine e decine di domande su cosa possa esserci di sbagliato in me, analizzo i miei comportamenti verso gli altri e su quello che faccio per loro, eppure, di cose sbagliate, non riesco a trovarne. Ma allora perché le persone continuano a voltarmi le spalle, nonostante la mia lealtà, nonostante il rispetto, le attenzioni, e quei piccoli gesti che, a volte, non riesco a fare a meno di offrire agli altri pur di renderli un minimo felici? Ho una qualche maledizione addosso? Sto forse pagando in questa vita, errori o peccati di un'altra vita passata, oppure c'entra il destino? O magari, essendo più realisti, semplicemente non sono abbastanza per gli altri?
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