#le domande da porci
Explore tagged Tumblr posts
Text
Io e la mia capacità di non perdere alcuna occasione per dimostrare e dimostrarmi di essere davvéro scémo...
4 notes
·
View notes
Text
"Non bisogna mettere a posto le cose.
Le cose vanno lasciate come sono.
Non si può trattenere un amore finito e nemmeno fissarsi a proseguire un progetto che non vuole essere realizzato.
Tutte le nostre energie sono indirizzate a questo: a mettere a posto le cose.
E trascorriamo ore a cercare di capire di chi è la colpa, a piangerci addosso, a ripetere in modo continuativo quell'atteggiamento che sappiamo non portare a nulla.
Vogliamo essere più espansivi, più simpatici, meno sensibili.
Perché vogliamo essere a posto. Cerchiamo la perfezione.
E non riusciamo a comprendere invece che è proprio il disordine della nostra vita, l'inaspettato, il non accettato che ci guidano alla comprensione più autentica di noi stessi e degli altri.
Dobbiamo solo affidarci alla vita e lasciarci guidare da ciò che accade.
Senza porci domande, senza chiedere il perché di ciò che è successo. Dobbiamo solo gustarci gli eventi che accadono e sentire profondamente cosa suscitano in noi.
Tutto il resto verrà da sé.
Perché saremo così colmi di energia vitale, così svegli e presenti, così attenti che la via da seguire sarà lì chiara davanti ai nostri occhi. E a noi non resterà altro da fare che imboccarla nel modo più naturale e semplice possibile.
E' giunto il momento di non fare niente.
Di spegnere la mente con i suoi pensieri, i pregiudizi, le preoccupazioni.
Non cercate più nulla.
Fatevi vuoto. Ricercatelo in ogni dove.
E vi stupirete di come le cose si metteranno a posto da sole."
Elena Bernabè
45 notes
·
View notes
Text
Il guscio della lumaca
Quali che siano le ragioni profonde del tramonto dell’Occidente, di cui stiamo vivendo la crisi in ogni senso decisiva, è possibile compendiarne l’esito estremo in quello che, riprendendo un’icastica immagine di Ivan Illich, potremmo chiamare il «teorema della lumaca». «Se la lumaca», recita il teorema, «dopo aver aggiunto al suo guscio un certo numero di spire, invece di arrestarsi, ne continuasse la crescita, una sola spira ulteriore aumenterebbe di 16 volte il peso della sua casa e la lumaca ne rimarrebbe inesorabilmente schiacciata». È quanto sta avvenendo nella specie che un tempo si definiva homo sapiens per quanto riguarda lo sviluppo tecnologico e, in generale, l’ipertrofia dei dispositivi giuridici, scientifici e industriali che caratterizzano la società umana.
Questi sono stati da sempre indispensabili alla vita di quello speciale mammifero che è l’uomo, la cui nascita prematura implica un prolungamento della condizione infantile, in cui il piccolo non è in grado di provvedere alla sua sopravvivenza. Ma, come spesso avviene, proprio in ciò che ne assicura la salvezza si nasconde un pericolo mortale. Gli scienziati che, come il geniale anatomista olandese Lodewjik Bolk, hanno riflettuto sulla singolare condizione della specie umana, ne hanno tratto, infatti, delle conseguenze a dir poco pessimistiche sul futuro della civiltà. Nel corso del tempo lo sviluppo crescente delle tecnologie e delle strutture sociali produce una vera e propria inibizione della vitalità, che prelude a una possibile scomparsa della specie. L’accesso allo stadio adulto viene infatti sempre più differito, la crescita dell’organismo sempre più rallentata, la durata della vita – e quindi la vecchiaia – prolungata. «Il progresso di questa inibizione del processo vitale», scrive Bolk, «non può superare un certo limite senza che la vitalità, senza che la forza di resistenza alle influenze nefaste dell’esterno, in breve, senza che l’esistenza dell’uomo non ne sia compromessa. Più l’umanità avanza sul cammino dell’umanizzazione, più essa s’avvicina a quel punto fatale in cui progresso significherà distruzione. E non è certo nella natura dell’uomo arrestarsi di fronte a ciò».
È questa situazione estrema che noi stiamo oggi vivendo. La moltiplicazione senza limiti dei dispositivi tecnologici, l’assoggettamento crescente a vincoli e autorizzazioni legali di ogni genere e specie e la sudditanza integrale rispetto alle leggi del mercato rendono gli individui sempre più dipendenti da fattori che sfuggono integralmente al loro controllo. Gunther Anders ha definito la nuova relazione che la modernità ha prodotto fra l’uomo e i suoi strumenti con l’espressione: «dislivello prometeico» e ha parlato di una «vergogna» di fronte all’umiliante superiorità delle cose prodotte dalla tecnologia, di cui non possiamo più in alcun modo ritenerci padroni. È possibile che oggi questo dislivello abbia raggiunto il punto di tensione massima e l’uomo sia diventato del tutto incapace di assumere il governo della sfera dei prodotti da lui creati.
All’inibizione della vitalità descritta da Bolk si aggiunge l’abdicazione a quella stessa intelligenza che poteva in qualche modo frenarne le conseguenze negative. L’abbandono di quell’ultimo nesso con la natura, che la tradizione filosofica chiamava lumen naturae, produce una stupidità artificiale che rende l’ipertrofia tecnologica ancora più incontrollabile.
Che cosa avverrà della lumaca schiacciata dal suo stesso guscio? Come riuscirà a sopravvivere alle macerie della sua casa? Sono queste le domande che non dobbiamo cessare di porci.
23 maggio 2024
22 notes
·
View notes
Text
"Non bisogna mettere a posto le cose.
Le cose vanno lasciate come sono.
Non si può trattenere un amore finito e nemmeno fissarsi a proseguire un progetto che non vuole essere realizzato.
Tutte le nostre energie sono indirizzate a questo: a mettere a posto le cose.
E trascorriamo ore a cercare di capire di chi è la colpa, a piangerci addosso, a ripetere in modo continuativo quell'atteggiamento che sappiamo non portare a nulla.
Vogliamo essere più espansivi, più simpatici, meno sensibili.
Perché vogliamo essere a posto. Cerchiamo la perfezione.
E non riusciamo a comprendere invece che è proprio il disordine della nostra vita, l'inaspettato, il non accettato che ci guidano alla comprensione più autentica di noi stessi e degli altri.
Dobbiamo solo affidarci alla vita e lasciarci guidare da ciò che accade.
Senza porci domande, senza chiedere il perché di ciò che è successo. Dobbiamo solo gustarci gli eventi che accadono e sentire profondamente cosa suscitano in noi.
Tutto il resto verrà da sé.
Perché saremo così colmi di energia vitale, così svegli e presenti, così attenti che la via da seguire sarà lì chiara davanti ai nostri occhi. E a noi non resterà altro da fare che imboccarla nel modo più naturale e semplice possibile.
E' giunto il momento di non fare niente.
Di spegnere la mente con i suoi pensieri, i pregiudizi, le preoccupazioni.
Non cercate più nulla.
Fatevi vuoto. Ricercatelo in ogni dove.
E vi stupirete di come le cose si metteranno a posto da sole."
Elena Bernabè
14 notes
·
View notes
Text
Io credo che la vera politica sia un'eco profonda, un'onda che si propaga non per imposizione, ma per risonanza. Tutti siamo attori di questa commedia, ma spesso ci dimentichiamo che il nostro ruolo va ben oltre l'essere semplici spettatori. La politica che ci viene propinata oggi è un gioco di potere sterile, un tentativo di modellare gli altri come argilla, ignorando che ogni individuo è un universo a sé.
Ci vorrebbe una politica che sia un faro, che indichi una direzione non con l'imperativo, ma con l'esempio. Una politica che nasca da un'esperienza personale, da una trasformazione interiore. Chi ha sperimentato sulla propria pelle il potere della crescita, chi ha afferrato la bellezza di un'armonia interiore, dovrebbe sentire il bisogno di condividere questa scoperta, non per imporla, ma per offrirla come un dono. Un dono che si riceve, si assapora e, se lo si desidera, si rigenera.
Finché la politica continuerà a essere un gioco di forza, un tentativo di manipolare dall'esterno, non potremo mai conoscere la vera evoluzione. Non capiremo che il potere più grande è quello che abbiamo su noi stessi. Possiamo tentare di controllare il mondo esterno, ma è come cercare di afferrare l'acqua con le mani: più stringiamo, più ci sfugge.
Cerchiamo soluzioni ai mali del mondo, ma non le troveremo mai in leggi e regolamenti. Possiamo costringere le persone a rispettare delle norme, ma non possiamo costringerle a cambiare cuore. Le leggi possono impedire che si commettano reati, ma non possono far nascere un senso di responsabilità e di rispetto per gli altri.
Il problema è che viviamo in un mondo sempre più frammentato, dove l'anonimato regna sovrano e l'indifferenza è diventata la norma. Siamo come atomi che si scontrano senza mai toccarsi veramente. Anche nel mondo virtuale, dove la distanza fisica è annullata, ci nascondiamo dietro maschere e filtri, costruendo identità false e cercando l'approvazione degli altri.
È fondamentale ritrovare il senso di comunità, riallacciare i fili di un dialogo autentico. Dobbiamo imparare a confrontarci con le opinioni degli altri, a rispettare la diversità, a coltivare un pensiero critico. Dobbiamo smettere di cercare risposte preconfezionate e iniziare a porci delle domande.
Io credo che la soluzione passi da ognuno di noi. Dobbiamo essere coerenti tra ciò che pensiamo e ciò che facciamo. Dobbiamo essere i primi a mettere in pratica i valori che predichiamo. Dobbiamo diventare noi stessi il cambiamento che vogliamo vedere nel mondo.
Ma torniamo a noi: perché ricerchiamo così tanto il riconoscimento degli altri? Chi siamo veramente al di là delle etichette e dei ruoli che la società ci impone? Perché troviamo più facile seguire la massa, anche quando sappiamo che non è la strada giusta? Cosa ci impedisce di ascoltare la nostra voce interiore e di seguire il nostro cuore? Ognuno di noi dovrebbe porsi queste domande e cercare una risposta sincera.
Io cerco di vivere in armonia con i miei valori. Cerco di essere autentica, di ascoltare gli altri, di imparare dagli errori. Vedo gli altri non come avversari, ma come specchi in cui riflettermi. Osservo le mie reazioni, le mie emozioni, e cerco di comprenderle. Non cerco di cambiare il mondo esterno, ma di trasformare me stessa.
E tu, ti sei mai chiesto se le tue azioni sono in linea con i tuoi valori? Se le tue parole corrispondono davvero a ciò che pensi? Iniziamo da noi stessi, per poi estendere questo cambiamento al mondo che ci circonda.
So che questa è una strada lunga e difficile, ma sono convinta che sia l'unica possibile. Se ognuno di noi facesse un piccolo passo in questa direzione, potremmo creare un mondo migliore, un mondo più giusto, un mondo più umano.
Questo blog è il mio piccolo angolo creativo. Ogni parola e ogni immagine presente in questo post è frutto della mia immaginazione. Se ti piace qualcosa, condividi il link, non copiare.
#tumblr#blog#newpost#conoscitestesso#spiritualità#meditazione#consapevolezza#anima#misticismo#riflessioni#pensieri#citazioni#filosofia#psicologia#introspezione#attivismo#sociale#giustizia#uguaglianza#dirittiumani#sostenibilità#ambientalismo#arte#creatività#pittura#musica#scrittura#poesia#digitalart#universo
2 notes
·
View notes
Text
⚜️"L'AVVIO DI UN NUOVO CICLO"⚜️
Quando lo specchio del Passato cade, la nostra Immagine si frantuma in mille pezzi.
E noi insieme a lei.
La Realtà del nostro Mondo sta cambiando aspetto. La relazione con noi stessi è in un momento di imponente trasformazione.
La sensazione predominante è di trovarsi di fronte ad un Bivio.
Ma non abbiamo contezza di quale strada scegliere. E nemmeno quali siano le destinazioni offerte.
La peculiarità dei nostri "momenti di Bivio" è quella di porre tanti interrogativi interiori, affinché possiamo strutturare delle scelte consapevoli e mirate.
Non siamo certi di voler abbandonare ciò che abbiamo. Non tanto in termini materiali, ma di Relazione.
Gli affetti, le comodità, le sicurezze. Sono considerati da sempre elementi positivi nell'Essere Umano.
Ma possono rappresentare anche gabbie di sofferenza e di schiavitù, dove non si cresce mai, dove spesso, brillare della propria autentica Luce, diventa pressoché impossibile.
Il Bivio allora risponde a questa necessità sempre più prorompente di scoprire la "Verità di chi siamo", aldilà dell'immagine che quotidianamente ci proiettano gli Altri.
Solo io posso sapere chi sono veramente.
E posso saperlo se esco dalla mia zona comfort, per avventurarmi nell'ignoto.
L'Altro vorrà vedermi sempre con gli stessi occhi. Vorrà "strumentalizzare" la mia presenza secondo i suoi bisogni, strutturarla affinché non generi ferita dentro di lui o magari allontanamento e abbandono.
Non è sempre così, ma negli anni, all'interno dei rapporti più intimi inizia generalmente a prevalere il "senso di possesso" e, anziché diminuire, si impenna, alimentato dall'ossessivo bisogno di sicurezza.
Ci proiettiamo sempre meno verso il cambiamento e la naturale "impermanenza" delle cose, per abbracciare la stabilità e la sicurezza.
E' così che imprigioniamo le persone nel gioco al massacro del "copione unico", dove i personaggi non riescono più ad uscire dal loro ruolo, anche se le loro condizioni interiori sono completamente cambiate.
Ci si fissa su una pettinatura, su un atteggiamento, su un'unica convinzione e prospettiva di vita e di manifestazione.
E non ci si interroga più.
E se fossimo sempre dentro alla stessa recita da anni?
Se invece di questa "copertura appresa", si nascondesse dentro di noi un altro Sè completamente diverso?
Giugno ci aiuta a porci le domande giuste. Ad interrogarci su quanto tendiamo ad accogliere e credere fermamente al giudizio proiettato e costruito dall'Altro su noi stessi.
E quanto anche noi tendiamo a voler vedere le persone "rassicuranti e immutabili", magari lamentandoci e soffrendo, ma non considerando mai fino in fondo di rivoluzionare le nostre credenze interiori e le nostre situazioni materiali.
Se l'Altro ci vede così, è un suo bisogno. Ma noi non siamo in genere ciò che l'Altro vede. E non siamo l'appagamento della sua necessità di proiezione conscia o inconscia, né tantomeno delle sue insicurezze.
L'Altro vede di noi stessi ciò che gli è funzionale e comodo per rispondere alla sua "recita personale".
E viceversa.
E ci si incoraggia a restare nel copione. Nessuna deviazione. Nessuno scomodo interrogativo.
Potrebbe essere pericoloso scoprire e stanare la Verità dell'Altro. Figuriamoci quella di noi stessi!
Eppure si cambia. Lungo il corso di tutta la Vita. E ci si spoglia. Si tolgono strati e strati di maschere e trucco che ci sono stati imposti nelle varie sedi teatrali.
Fino a giungere all'Essenza. E l'Essenza presuppone un bivio: vado o resto?
Giugno sarà così. Un tira e molla fra il Vecchio e il Nuovo. Con punte di altissima riflessione sul "nuovo modello esistenziale" da abbracciare nelle settimane estive e autunnali.
Saranno mesi fondamentali per noi quelli avvenire.
Gli Accadimenti inizieranno a verificarsi. E ogni Accadimento sarà un Bivio. E ogni Bivio una Scelta.
Preparatevi. E iniziate a "capirvi".
La Materia si sta indebolendo. Tutto si velocizzerà. E già a breve si verificheranno inattesi e repentini movimenti.
Restate concentrati. E proponetevi di non scegliere in base alla "convenienza".
Attivate il sensore del Cuore Cristallino. E lasciatevi guidare.
Vi porterà così allineati al vostro Autentico Sè, da poter sentire pienamente tutta la potenza e la gioia rompere i muri dell'omertà esistenziale.
Buon Lunedì, care Anime. Settimana piuttosto intensa ... Molto intensa ...
✍️ Mirtilla Esmeralda
2 notes
·
View notes
Text
Alla fine le domande non sono cambiate da quando Platone scrisse la Repubblica. Cos'è la giustizia? Tutte le società inevitabilmente decadono? Siamo noi gli autori della nostra vita? Quali forze si possono organizzare per contrastare il potere dei demos?, il popolo, contro i governanti, per garantire la giustizia? Quali sono i nostri ruoli e doveri come cittadini? Come dovremmo educare i giovani? Quando è lecito infrangere la legge? Come si previene o si rovescia la tirannia? Può la natura umana, come credevano i giacobini e i comunisti, essere trasformata? Come proteggiamo la nostra dignità e libertà? Cos'è l'amicizia? Cosa costituisce la virtù? Cos'è il male? Che cos'è l'amore? Come definiamo una buona vita? Esiste un Dio? Se Dio non esistesse, dovremmo attenerci ad un codice morale? Se non riusciamo a porci queste domande fondamentali, se non riflettiamo su questi concetti,ci indeboliamo.
La distinzione di Aristotele tra il buon cittadino e la brava persona è fondamentale. La lealtà della brava persona non è verso lo Stato. La persona buona “agisce e vive virtuosamente e trae la felicità da quella virtù”. Il buon cittadino, invece, è definito dal patriottismo e dall’obbedienza allo Stato. La brava persona, come Socrate o Martin Luther King entra inevitabilmente in conflitto con lo stato quando vede lo stato allontanarsi dal bene. La brava persona è spesso condannata come sovversiva. La brava persona è raramente premiata o festeggiata dallo Stato. Questi riconoscimenti sono riservati al buon cittadino, la cui bussola morale è circoscritta dai potenti.
#noalpensierounico
#robertonicolettiballatibonaffini #filosofiainpillole #bravapersona #buoncittadino #demos #aristotele #liberopensiero #domande #politica
instagram
4 notes
·
View notes
Text
La nostra identità è sempre approssimativa
Lo sappiamo, abbiamo un’identità approssimativa. Non ci è mai possibile conoscere totalmente noi stessi. Così ci arrangiamo con quello che crediamo di aver capito di essere. Per il resto, vi sono ragioni del cuore che la ragione non conosce, come ha ben detto Pascal.
Ma vi è approssimazione e approssimazione. Possono essere molto differenti i modi con cui ci approssimiamo, ossia ci avviciniamo, alla conoscenza di noi stessi. Cercando di comprende le remote e invisibili esperienze a cui sono ancorate le nostre abitudini emotive. Oppure cercando di diventare consapevoli dell’effettivo impatto che produciamo sugli altri con i nostri modi di agire. E’ strada da fare e occorre fiato e impegno per farne molta. Il fiato del desiderio, della necessità che sentiamo di voler sapere di più di noi stessi, senza accontentarci. E l’impegno, lo sforzo di interrogarci, di porci domande nuove, di dubitare di ciò che crediamo di aver già capito della nostra identità. Occorre anche l’impegno di buoni romanzi e buoni film, di esperienze con un po’ di coraggio, di conversazioni con gli amici che hanno la pazienza e la voglia di andare a fondo, di curiosità verso le altre persone. Insomma si fa strada, e si conquista consapevolezza, irrobustendo lo sguardo e il pensiero, perché sono lo sguardo e il pensiero che abbiamo allenato che ci consentono di vedere con maggiore accuratezza l’invisibile della nostra unicità.
Potremmo anche farci, lungo questa strada, un paio di domande, diverse e complementari: sin dove arriva la mia identità? e anche: di cosa è fatta la mia identità? Durata e sostanza del nostro io. Orizzontale e verticale di chi siamo.
L’identità si estende, è un movimento che viaggia e si sposta, nel tempo, nei luoghi e nelle relazioni. Dunque, cosa raggiunge? Quale mondo include e quale esclude la mia identità? Noi siamo anche dove non arriviamo.
L’identità è anche contenitore che si riempie, di esperienze, di idee, di valori, di emozioni. E tanto altro ancora. Quale dunque il suo contenuto, la sua materia? Quanto di questo contenuto che ha dato sostanza alla nostra identità è stata una scelta consapevole? E nei casi in cui non lo è stata, nei casi in cui abbiamo avuto esperienze che non abbiamo scelto, quanto, successivamente, le abbiamo trasformate in riflessione, ne abbiamo compreso il segno che hanno lasciato nel nostro cuore?
Così abbiamo ineludibilmente identità approssimative. Ma per quanto la nostra identità sarà sempre più vasta di ciò che ne potremmo dire, possiamo fare questo viaggio da passeggeri inconsapevoli, oppure ovvero cercare di capire meglio dove caspita stiamo andando, evitando così di rimare sorpresi o delusi di ciò che ci accade.
1 note
·
View note
Text
"Non bisogna mettere a posto le cose.
Le cose vanno lasciate come sono.
Non si può trattenere un amore finito e nemmeno fissarsi a proseguire un progetto che non vuole essere realizzato.
Tutte le nostre energie sono indirizzate a questo: a mettere a posto le cose.
E trascorriamo ore a cercare di capire di chi è la colpa, a piangerci addosso, a ripetere in modo continuativo quell'atteggiamento che sappiamo non portare a nulla.
Vogliamo essere più espansivi, più simpatici, meno sensibili.
Perché vogliamo essere a posto. Cerchiamo la perfezione.
E non riusciamo a comprendere invece che è proprio il disordine della nostra vita, l'inaspettato, il non accettato che ci guidano alla comprensione più autentica di noi stessi e degli altri.
Dobbiamo solo affidarci alla vita e lasciarci guidare da ciò che accade.
Senza porci domande, senza chiedere il perché di ciò che è successo. Dobbiamo solo gustarci gli eventi che accadono e sentire profondamente cosa suscitano in noi.
Tutto il resto verrà da sé.
Perché saremo così colmi di energia vitale, così svegli e presenti, così attenti che la via da seguire sarà lì chiara davanti ai nostri occhi. E a noi non resterà altro da fare che imboccarla nel modo più naturale e semplice possibile.
E' giunto il momento di non fare niente.
Di spegnere la mente con i suoi pensieri, i pregiudizi, le preoccupazioni.
Non cercate più nulla.
Fatevi vuoto. Ricercatelo in ogni dove.
E vi stupirete di come le cose si metteranno a posto da sole."
Elena Bernabè🌷
0 notes
Text
Genova capitale del libro con circa 130 presentazioni: un libro ogni tre giorni per far vivere la cultura in Liguria verso il Salone del Libro di Torino
Genova capitale del libro con circa 130 presentazioni: un libro ogni tre giorni per far vivere la cultura in Liguria verso il Salone del Libro di Torino. Sono stati quasi 130 i libri presentati all'interno del circuito di Genova Capitale italiana del Libro, ovvero un libro ogni tre giorni. Questo il primo bilancio sugli autori e le opere presentate in un anno nel capoluogo, tra sistema bibliotecario e Palazzo Ducale, senza contare gli eventi come il Book Pride o La Storia in Piazza. Tra i prossimi appuntamenti anche quello in programma, mercoledì 27 marzo a Palazzo Ducale "Conoscere i nemici e raccontarli per combatterli" con il professor Matteo Bassetti, direttore della Clinica Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, affiancato dall'onorevole Ilaria Cavo e da Mario Paternostro per parlare di divulgazione scientifica, della lezione della pandemia e anche di come combattere le fake news. Il percorso culturale avviato proseguirà con la partecipazione della Liguria per la prima volta regione ospite al Salone del Libro di Torino, dal 9 al 13 maggio. Nello specifico delle iniziative principali di Genova Capitale italiana del Libro, grande successo per 'Wisława Szymborska. La gioia di scrivere', Library at night, Arcipelago della Creatività, 200 anni di Berio, Rolli Days - Esposizione Offiziolo Durazzo Pallavicini, Berio Night e Biblioteca Vivente. "Oggi tracciamo un primo bilancio di Genova Capitale del Libro - spiega Jessica Nicolini, coordinatrice delle Politiche culturali di Regione Liguria - ma non ci fermiamo qui: a maggio la Liguria sarà ospite per la prima volta al Salone Internazionale del Libro di Torino con uno stand di 220 metri quadri, che avrà come protagonisti i nostri editori e tutta la nostra cultura. In programma ci sono tre grandi eventi che parleranno della comicità, della poesia e del cantautorato della nostra regione: il libro, insomma, continuerà ad essere sfogliato". "Palazzo ducale è stato cuore pulsante di moltissime iniziative - aggiunge Francesco Berti Riboli, vice presidente della Fondazione Palazzo Ducale -, non ultimi il Book Pride, la visita di Orhan Pamuk e l'importante presenza di Jhumpa Lahiri come ambasciatrice di Genova Capitale italiana del Libro. Non sono mancati anche i grandi fotografi, Steve McCurry e oggi l'inaugurazione di Aqua Mater di Sebastião Salgado. Nel solco della storia, i libri sono stati protagonisti anche degli eventi de La Storia in Piazza con tema la libertà. La Liguria è ricca di artisti della parola, che sono anche comici, giallisti, rapper, che su diverse generazioni e in maniera diversa, ma sempre efficace, esprimono la propria parola". "È un onore poter partecipare a una delle presentazioni di Genova Capitale italiana del Libro - prosegue l'onorevole Ilaria Cavo -. Il calendario dimostra la grande potenzialità della lettura, che è veicolo di idee e riflessioni. Nel caso dell'incontro con il professor Bassetti la riflessione che siamo chiamati a fare riguarda le difficili scelte fatte nel periodo del Covid, proiettando il lettore fino alle più recenti sfide contro le malattie infettive, che vanno spiegate senza cadere nella trappola delle fake news. Un dibattito sempre attuale, senza dimenticare il passato, che parte dai libri e che entra nella quotidianità di ognuno di noi". "L'incontro di mercoledì sarà un'occasione per parlare della mia esperienza come medico, riportata anche nelle pubblicazioni – spiega Matteo Bassetti, direttore della Clinica malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova – L'obiettivo è fare un excursus su ciò che è successo quattro anni fa durante il Covid fino a parlare più in generale del mondo dei microbi. A seguito del Covid, infatti, il pubblico ha in un certo senso 'riscoperto' che esistono le malattie infettive: le persone hanno iniziato a porci molte domande su questo tema, ad esempio in questi giorni sulla "malattia X", sulla Dengue o sul morbillo. Poi si parlerà della lotta contro le fake news a tema malattie infettive e in generale nel campo della medicina, argomenti sui quali ci sono purtroppo tanti "pinocchi" che raccontano molte bugie, facendo correre il rischio alle persone di rimanere fregate".... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
0 notes
Text
450 pasti per 450 mani tese, incrociando lo sguardo di 450 volti che possono raccontare 450 storie diverse. Ciò che avviene ogni giorno nelle nostre mense è davvero un piccolo miracolo. Persone comuni – accomunate dal desiderio di fare comunità – per offrire un piccolo segno di umanità a persone spesso incapaci di percepire il calore tanto è il freddo che hanno dovuto patire. Nessun guadagno, nessuna ricompensa, nessun doppio fine. Solo amore ed empatia verso chi ci chiede un semplice pasto quando invece vorrebbe porci altre mille domande, fra cui: «perché tu sei lì e io sono qui?». Domandiamocelo. Perché? Chi ci segue sa bene quanto ci sia noto l’ambiente del volontariato. Eppure, ogni volta sembra s’impari qualcosa di nuovo: una nuova reazione emotiva, una sfumatura fino a quel momento mai colta, una parola comune che pronunciata da quella persona pare assumere un colore diverso. Abbiamo visto gioire per un pasto più ricco, scalpitare per un secondo giro di buste, sorridere per la sicurezza di potersi nutrire con dignità un altro giorno ancora. In Penisola abbiamo numeri ben diversi; ma ogni contesto, in proporzione, ha le sue criticità. Impariamo a notare tutto questo, e ricordiamoci che la beneficenza – il “fare del bene” – non è ingrediente solo del Natale; la si deve fare sempre, perché ogni giorno ci sarà una mano tesa che chiede di essere accolta. Sono mani consumate, sordide, lesionate dal freddo, annerite dalla polvere dei gradini, segnate dai lacci che tengono insieme miseri averi, lucide per lo strofinio frenetico delle monete. Impariamo a riconoscerle quelle mani, e a stringerle come se fossero di un nostro fratello o di una nostra sorella. Questo gesto non darà risposta al a quel “perché”, ma aiuterà a renderlo meno logorante.
0 notes
Text
Esistono politiche e normative che possono incoraggiare le aziende ad adottare materiali di imballaggio più sostenibili o a richiedere il riciclo dei rifiuti di schiuma? Il ruolo del governo è molto importante in questo settore. Un numero sempre maggiore di governi sta iniziando a imporre regole e sanzioni per il riciclaggio della schiuma, il che sta stimolando l’industria del riciclaggio della schiuma.
4 Alternative ai materiali espansi:
Esistono opzioni di imballaggio ecologiche che possono sostituire i materiali espansi? Queste alternative sono già ampiamente disponibili sul mercato? La richiesta di alternative alla schiuma è stata forte, ma non è possibile che la tecnologia attuale possa sostituirla completamente e il fatto che la schiuma sia ampiamente utilizzata è stato determinato dal feedback del mercato nel corso degli anni.
5 Impatto delle alte temperature e dei cambiamenti climatici
Il clima caldo ha un impatto maggiore sul riciclaggio della schiuma? Richiede contromisure speciali? Le alte temperature estive possono portare alla fusione dei materiali espansi, che si ammorbidiscono e si sciolgono ad alte temperature. Ciò significa che il riciclaggio della schiuma può essere in qualche modo limitato durante i mesi estivi, poiché il materiale espanso potrebbe non mantenere la sua forma e consistenza originale. Per questo è necessario adottare misure come evitare di esporre il materiale espanso alla luce del sole per ridurre al minimo le possibilità di esposizione al calore.
Le 5 domande sul riciclo della schiuma e sul riciclaggio interessano molte persone che lavorano nel settore al giorno d’oggi, così come molti nuovi arrivati che vogliono entrare in questo settore. Se avete altre domande da porci, non esitate a contattarci, cliccando sul link sottostante e lasciando i vostri recapiti!
0 notes
Link
#angolocottura#arredarelacucinainbaseallospazioadisposizione#comearredareunangolocottura#cucinaseparata
0 notes
Text
Il passato influenza la percezione che abbiamo della realtà
Ecco come il vostro cervello vi inganna, la realtà che credi essere vera è un’illusione. Il nostro cervello è un organo incredibilmente complesso e potente, ma non è immune all’inganno. Secondo una ricerca condotta dalla Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati di Trieste, il cervello umano non riflette la realtà in modo fedele, ma la costruisce sulla base di ciò che abbiamo visto poco prima, combinando le informazioni sensoriali attuali con una traccia di informazioni passate. Questo studio, pubblicato sul prestigioso Journal of Neuroscience, ha rivelato un fenomeno affascinante che rivela quanto sia profonda la connessione tra la nostra percezione e le nostre esperienze passate. Secondo i ricercatori guidati da Michele Fornaciai, il nostro cervello è costantemente bombardato da una sovrabbondanza di stimoli provenienti dal mondo esterno. Questa discrepanza tra la capacità limitata del cervello di elaborare tutte queste informazioni e la grande quantità di dati che ci circondano porta a una distorsione percettiva, comunemente nota come “bias”. Il cervello cerca di trovare regolarità e coerenza nel mondo esterno, rendendolo più prevedibile e gestibile. Questo bisogno di coerenza influisce sulla nostra percezione, creando una versione soggettiva della realtà.
Per studiare questo fenomeno, i ricercatori hanno coinvolto un gruppo di volontari e li hanno sottoposti a un esperimento visivo. I partecipanti hanno osservato gruppi di punti bianchi e neri che venivano presentati loro su uno schermo del computer in rapida successione. I risultati sono stati sorprendenti: la percezione dei partecipanti era effettivamente influenzata dalle immagini visualizzate in precedenza. Ad esempio, se i partecipanti avevano visto un insieme di oggetti più grande o numeroso, tendevano a sovrastimare le dimensioni o la quantità degli oggetti successivi. Questo fenomeno di percezione illusoria è stato identificato come il risultato dell’interazione dei neuroni visivi nel cervello. I neuroni combinano le informazioni sensoriali attuali con una traccia di informazioni passate, creando una sorta di media tra l’immagine precedente e quella attuale. “Questo processo avviene quando l’immagine inizia a prendere forma nella nostra mente”, spiegano i ricercatori della Sissa. Questa ricerca non solo ci aiuta a comprendere meglio il funzionamento del nostro cervello, ma rivela anche quanto sia importante il ruolo delle aspettative nella nostra percezione. Domenica Bueti, coordinatrice dello studio, sottolinea l’importanza delle nostre esperienze passate nel modellare la nostra percezione degli eventi futuri. Le aspettative che deriviamo dalle nostre esperienze sensoriali influenzano la nostra interpretazione del mondo che ci circonda. I risultati di questo studio italiano ci spingono a riflettere sul modo in cui percepiamo la realtà e come le nostre esperienze passate influenzano la nostra prospettiva. Il cervello umano è un sistema straordinario, ma non è immune da distorsioni. Il nostro modo di vedere il mondo è intrinsecamente legato alle nostre esperienze e alle aspettative che abbiamo sviluppato nel corso della vita. Comprendere come il nostro cervello costruisce la realtà può avere implicazioni significative in molteplici ambiti, tra cui la psicologia, la neuroscienza e persino l’intelligenza artificiale. Questa ricerca ci spinge a porci domande sulle nostre percezioni e ad approfondire il modo in cui il cervello umano elabora le informazioni. Mentre continuiamo ad esplorare i misteri della mente umana, siamo sempre più consapevoli del potere e delle limitazioni del nostro cervello e della sua capacità di costruire la realtà che ci circonda. Read the full article
#cervelloumano#Déjàvu#illusioniottiche#intelligenzaartificiale#neuronicerebrali#neuroscienza#percezioneillusoria#ricordi
0 notes
Text
Che cosa possiamo conservare?
Che cosa dobbiamo custodire e preservare?
Che cosa siamo in grado di cambiare?
In queste concrete condizioni, senza idealismi facili, senza illusioni?
Col nostro corpo, con le nostre energie, con gli strumenti disponibili?
Mi pare che queste siano le domande più rivoluzionarie che oggi possiamo porci.
E mi pare che solo da questi interrogativi, estremamente umili e concreti, potremo avviare la lunga marcia di una nuova stagione della storia.
In questi mesi ne sento con più forza il profumo.
Forse perché mi sento, in un certo senso, molto più debole.
Forse il profumo dell'avvento richiede olfatti da bambini, e l'estrema sensibilità dei morenti?
Forse la novità, in questa ghiacciaia crudele che è diventata la storia, balbetta nei sorrisi dei neonati?
Vedo una rivoluzione fatta di carezze.
Vedo gli Orchi battuti dalle Fate.
Vedo una gioia sconfinata già vicina alle porte.
Vedo le nostre piazze rianimate.
Vedo già prossima la Festa.
Marco Guzzi
0 notes
Photo
Tutte le ipotesi possono essere plausibili www.statodiemergenza.com Covid19: meteoriti e mutazione del virus - Stato di Emergenza Gabriele Lombardo 15 - 19 minutes Vi ripropongo questo articolo in cui espongo una teoria che per vari motivi non ho continuato a seguire, ma che ancora oggi rimane attuale. Il Covid19 era arrivato da poco in Italia e gli impatti di meteoriti si moltiplicavano esponenzialmente. Nessuna ipotesi era da escludere, ogni tesi era possibile e ben accetta. L’articolo: Cosa è il Covid19? Da dove proviene? Come siamo arrivati alla situazione attuale? Queste sono alcune delle domande che è lecito porci. Iniziamo con una introduzione storica ma generica e rapida. covid19 Covid19 ed impatti meteoritici. HIV ed epidemie influenzali Complici la globalizzazione e i disastri ambientali e forse altri fattori non molto conosciuti, nascono nuovi virus e cominciano a viaggiare a ritmo frenetico nel nostro Mondo. Per esempio l’HIV, che provoca l’Aids, è misterioso: nato in Africa e diffusosi nel mondo a partire dagli anni Ottanta, ha fatto, a oggi, più di trenta milioni di vittime, andando ad inficiare proprio il sistema immunitario, il quale, subendo un immunodeficienza, favorisce il progredire di altre patologie, infezioni, ecc.. Il virus HIV viene ormai considerato da molti progettato o modificato in laboratorio, anche se ufficialmente nessuno ne vuole parlare apertamente. L’HIV si trasmette, prevalentemente, con il sangue e attraverso i rapporti sessuali, noi, dobbiamo invece andare in direzione dei virus respiratori, ovvero che si trasmettono per contagio diretto con altri liquidi fisiologici attraverso l’aria e cioè attraverso le goccioline del respiro delle persone infette (in inglese droplet). “Il virus dell’influenza l’ha sempre fatta da padrone, nella storia, a partire dalla Spagnola del 1918, seguita dall’epidemia di Asiatica, nel 1957-58, e da quella di Hong Kong, nel 1968-70. E, in tempi più recenti, nel 2005, dall’allarme scattato per l’influenza aviaria (il virus dei polli, anch’esso di origine cinese), poi rientrato. E successivamente, nel 2009-2010, dall’influenza suina. Copia https://www.instagram.com/p/Cm0xG1CNvsN/?igshid=NGJjMDIxMWI=
0 notes