#la compagnia delle anime finte
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#PremioStrega2017 : #2 Wanda Marasco, “La compagnia delle anime finte”, Neri Pozza
Vincenzina muore. Rosa ha paura: paura di vestire la carne morta di sua madre, paura della paura stessa. “Sei venuta dal niente e dalla paura, ma’”, dice Rosa alla madre morta e mentre lo dice lo ricorda a se stessa, nata dal niente del padre Rafele messo “a gobba” sopra sua madre, nata dalla paura di Vincenzina di continuare a non esistere bene “quando si vorrebbe solo esistere bene” (cit.W.M.). La paura diviene per Rosa una malattia: “I medici l’hanno chiamata con un altro nome, ma era la paura”. Non ci pensare più, andrà tutto bene, le dice Vincenzina prima di morire, perché madre e figlia “vivono e muoiono in una dimensione speculare che quasi sta a dimostrare quanto la morte dell’una significhi svelare la verità dell’altra”, come ci ricorda l’autrice in un’intervista per Rai Letteratura (http://www.letteratura.rai.it/articoli/wanda-marasco-le-vite-di-napoli/37261/default.aspx).
Ci si accorge della bellezza di quest’ultimo libro di Wanda Marasco, “La compagnia delle anime finte”, sin dalla prima pagina. Napoli, teatro a cielo aperto, accoglie la storia - reinventata da Rosa – dei suoi genitori, in una sfilza di misfatti febbricitanti: è la Napoli del dopoguerra, “la Napoli stratificata, stratificata nei luoghi, nei significati, nelle epoche storiche”, zoppicante nelle sue incertezze, quella che accoglie le storie delle due famiglie del romanzo: “la famiglia della miseria [Vincenzina] e la miseria della nobiltà decaduta [Rafele]” (cit. W.M.) che genera questa terza famiglia, quella di Rosa e dei suoi fratelli, disgraziata nelle storie di Rafele, nelle storie di rione, nel tentato riscatto sociale, nell’usura e nella violenza ignorante, raccontato da Rosa in un modo che atterrisce per la sua asprezza.
“Sono creature del degrado [��]Ho sempre sentito una sorta di attenzione - di attrazione – verso le persone nate nel degrado, le persone dell’abbandono” ci dice Wanda Marasco, che crea i suoi personaggi non da una ispirazione familiare autobiografica, ma da certe vicende (di altri) vissute come occhio esterno.
I rapporti familiari sono il nucleo concatenante per tutto il libro in un continuo alternarsi di racconti delle due famiglie, l’una – quella di Vincenzina – così povera nelle sua stanza nuda e affollata e inquinata dalla cattiveria della madre, l’altra – quella di Rafele – che con arroganza “cerca di conservare uno status perduto” essendo incapace di “adattarsi alla nuova storia”. Elemento comunque sono queste madri disperate (ognuna della propria disperazione) e il fatto che ogni membro delle due famiglie è certamente a sé – per sé – ma è come se acquisisse dignità storica e individuale solo nel rapporto con gli altri membri del gruppo: un nulla che diviene qualcosa solo in funzione del contesto abitato, finanche nella separazione, nel rinnegare - mai del tutto - le proprie pareti, le proprie origini.
Queste contraddizioni - il fare parte di un luogo rinnegato continuamente - si sposa perfettamente con il linguaggio utilizzato, in un rimando continuo di io-noi, famiglia-mondo, binomi incontro-scontro da cui ci si deve proteggere eppure salvare: l’italiano e il napoletano si intrecciano in una fluttuazione costante di episodi, stati umorali, sentimenti: “le due lingue sono connesse perché connesse all’evoluzione dell’interiorità dei personaggi”, in una Napoli le cui strade sono colme di questo intreccio linguistico tra pubblico (italiano) e privato (napoletano), qui usato “più [come] una coloritura che appartiene solo alle brevi frasi del discorso diretto” (cit. W.M.).
Leggere i libri di Wanda Marasco significa entrare in una dimensione poetica che contrasta e al contempo ci svela la brutalità della vita dei suoi personaggi. È un libro che fa male, questo, per la semplicità con cui vengono descritti certi orrori quotidiani, certe volgarità, certe bassezze, mai enfatizzati, ma riportati nella loro legittimità fastidiosa e invadente, talune volte invalidante, delle/nelle nostre vite e che ci fanno comprendere certi aspetti di noi che spesso preferiamo tenere nascosti per paura: una paura identica, comune, a quella di Rosa.
M.
#1 : i panni della morte
#2 : il padre
#3 : il mercato
#4 : "una sintesi dei sentimenti"
#5 : "comica e randagia"
#6 : il fazzoletto
#7 : dita intrecciate
#8 : "ti vuoi fidanzare con me?"
#9 : "designarci a giudici"
#10 : "chi"?
#11 : Annarella
#12 : la malattia
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Ogni ferita è una persona di cui non si sa nulla.
W. Marasco, La compagnia delle anime finte, Vicenza 2017, p. 42
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SAN BENEDETTO – Saranno a San Benedetto, venerdì 30 giugno alle ore 21.30, i cinque finalisti del LXXI Premio Strega 2017. Si tratta dell’ ultima passerella prima del gran finale, con la proclamazione del vincitore, in programma per il prossimo 6 luglio al Museo di Villa Giulia. San Benedetto rientra così nel novero delle città che ospitano i massimi espionenti della letteratura italiana, la sesta tappa, appena dopo quell di Madrida.
Nella splendida cornice della Palazzina Azzurra si potrà interloquire con Teresa Ciabatti (La più amata, Mondadori), Paolo Cognetti vincitore del premio Strega giovani e ad oggi il più votato (Le otto montagne, Einaudo), Wanda Marasco (La compagnia delle anime finte, Neri Pozza), Alberto Rollo che proprio a San Benedetto nel 2011 fu insignito del Premio Editoria Naizonale dell’ associazione I Luoghi della Scrittura (Un’ educazione milanese) e Matteo Nucci (E’ giusto obbedire alla notte, Ponte delle Grazie). La serata sarà condotta dal critico letterario Stefano Petrocchi, direttore della Fondazione Bellonci.
“Come amministrazione comunale -dice la presidente della Commissione Cultura Rosaria Falco– siamo orgogliosi di ospitare quest’ appuntamento. Insieme a Incontri con l’Autore, rappresentano due eventi culturali fondamentali per la nostra città. Alla Palazzina Azzurra si svolgerà una importante anteprima della finale del Premio Strega, il più presitigioso a livello letterario e mi auguro che ci sia una grossa affluenza di pubblico”.
“Grazie all’ accordo raggiunto con la Fondazione Bellonci -aggiunge Mimmo Minuto proprietario della libreria La Bibliofila- portiamo a San Benedetto i cinque finalisti dello Strega. Come lo scorso anno questa è l’ultima tappa prima della finale. Importante poi è stata la collaborazione con i licei cittadini, con una ragazza dello scientifico Rosetti, Megy Korriko, che ha partecipato alla manifestazione tenutasi presso la Sala della Lupa della Camera dei Deputati alla presenza della Presidente Laura Boldrini. Inoltre la libreria La Bibliofila è tra le venti scelte per segnalare quattro lettori forti che poi andranno a votare il libro migliore. Di questi Olga Mertli e Giovanna Troli sono state scelte direttamente dalla Fondazione Bellucci anche per la finale. Ci abbiamo messo tanto ad arrivare a questo punto ed ora dobbiamo proseguire su questa strada. Per continuare è importante che vengano formate nuove generazioni di lettori.”.
“Con questa serata- è il presidente dell’ associazione I luoghi della scrittura avv. Silvio Venieri che parla- si consolida il rapporto che abbiamo con il Premio Strega. Il prossimo 6 luglio io e Mimmo Minuto saremo al Museo di Villa Giulia per la premiazione finale. Lo scorso 14 giugno erano state selezionate dodici opere e tra queste c’era anche quella della sambenedettese Rita Monaldi che però, purtroppo, non è riuscita ad entrare nella cinquina finale. Venerdì chi verrà alla Palazzina Azzurra, avrà l’occasione importante di potersi confrontare con i cinque che si contendenranno l’ambito Premio Strega”.
La prof.ssa Mimma Tranquilli, inifne, ha posto l’indice sul rapporto con le scuole della città. “È importante -dice -che la letteratura diventi una scelta per i giovani. Il rapporto con il Premio Strega di alcune scuole è esistente sin da prima di oggi. Negli anni ’90, infatti, alcuni studenti vi partecipavano in forma provata, mentre ora è diventato ufficiale. Oggi la lettura è diventata una scelta da parte dei ragazzi che invece di andare a spasso preferisce intervenire nel corso delle serate in cui la letteratura la fa da padrone. Ed essere venerdì sera alla Palazzina Azzurra sarà per loro un momento straordinario. Voglio fare un invito ai genitori, ai vostri figli fatevi vedere sempre ocn un libro in mano”.
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“La compagnia delle anime finte”: il libro di Wanda Marasco nella Napoli visionaria
“La compagnia delle anime finte”: il libro di Wanda Marasco nella Napoli visionaria
(barbadillo.it) – E’ uno strappo di viscere venire al mondo. Fa male sbucare dal buio profondo e acquoso di un ventre di donna. E’ sangue, lacrime, urla. Svuotare, scavare, buttare fuori. Venire alla luce, si dice. Ma la carne di donna lacerata mette al mondo altra carne, con lo stesso destino “Una grotta di carne che aveva fatto i feti destinandoli a una miseria senza fine”. L’unico destino…
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Vortici magazine vi propone una lettura...
Vortici magazine vi propone una lettura…
Vortici Magazine è lietissima di consigliarvi delle letture particolarmente interessanti di tanto in tanto.
Questa volta ci occupiamo dell’ultima fatica letteraria di un’autrice italiana: Wanda Marasco.
Vi presentiamo il suo ultimo romanzo intitolato: “La compagnia delle anime finte” – Neri Pozza Editore.
Dalla collina di Capodimonte, la «Posillipo povera», Rosa guarda Napoli e parla al corpo di…
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SAN BENEDETTO – La Presidente della Camera Laura Boldrini, ha accolto editor, scrittori e lettori in un luogo prestigioso e storico, la Sala della Lupa, dove andò in scena la secessione dell’Aventino dei deputati dell’opposizione antifascista e dove sono conservati i verbali del referendum istituzionale e la copia originale della Costituzione.
Ricordando Tullio De Mauro, Presidente della Fondazione Bellonci, ha voluto affidarsi alle parole di Umberto Eco per esprimere l’importanza della lettura: “Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria. Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito… perché la lettura è un’immortalità all’indietro.” Questa conoscenza, che ci appartiene come uomini, cittadini ed italiani, è uno strumento essenziale per guardare al futuro con fiducia e disponibilità, affidando il compito alle nuove generazioni. Questo in sintesi il pensiero del Presidente della Camera, rivolto ai tanti giovani presenti in sala, sparsi qua e là, assieme ai loro docenti, mescolati agli scrittori e agli editori, in un clima denso di attese…
A vincere il Premio Strega Giovani, giunto ormai alla sua IV edizione, è stato lo scrittore Paolo Cognetti con il libro Le otto montagne edito da Einaudi: il suo, con 58 preferenze su 374, è stato il libro più votato da una giuria composta da ragazze e ragazzi di età compresa tra i 16 e i 18 anni, in rappresentanza di 50 licei e istituti tecnici diffusi su tutto il territorio italiano e all’estero.
Gli studenti del Liceo Rosetti, che ormai da tre anni è legato da un sodalizio di stima e collaborazione con la Fondazione Bellonci, hanno contribuito alla scelta del vincitore votando fra i dodici libri in lizza: le loro preferenze si sono indirizzate a Teresa Ciabatti, Wanda Marasco, Monaldi&Sorti, Alberto Rollo e Marco Rossari, discostandosi da quelle degli altri giovani votanti. Un aspetto di personalità, che indica quanto siano impegnativi e rigorosi i gusti dei nostri giovani giurati, che hanno lavorato nei mesi di aprile e maggio, insieme e individualmente, valutando lingua e stile, sviluppo narrativo, inventività e originalità del testo, cercando qualcosa di più della semplice leggibilità.
A far sentire la presenza del Liceo, condividendo attese e aspettative, sono giunte da San Benedetto la studentessa Megi Korriku e la prof.ssa Adelia Micozzi, referente delle attività legate al Club dei lettori, che comprendono la Giuria del Premio Strega Giovani, il Premio Giovane Promessa del Panorama Letterario Nazionale 2017 e tutte le iniziative culturali della città curate dall’associazione culturale I luoghi della Scrittura e dalla libreria La Bibliofila.
Megi Korriku ha avuto modo di conversare con Alberto Rollo, l’autore del romanzo Un’educazione milanese, edita da Manni, spiegandogli le ragioni del suo voto e condividendo le sue emozioni nella lettura del libro. Rollo ha risposto con entusiasmo tanto da promettere di venire in autunno a San Benedetto per incontrare gli studenti del Liceo. Saluti e foto con gli autori, disponibili al confronto e interessati al parere dei giovani lettori.
Ed appuntamento al 6 luglio quando ci sarà la proclamazione del vincitore o della vincitrice del Premio Strega 2017, dalla cinquina che il 14 giugno ha visto prevalere in ordine di voto:
Paolo Cognetti, Le otto montagne (Einaudi) con 281 voti
Teresa Ciabatti, La più amata (Mondadori) con 177 voti
Wanda Marasco, La compagnia delle anime finte (Neri Pozza) con 175 voti
Alberto Rollo, Un’educazione milanese (Manni) con 160 voti
Matteo Nucci, È giusto obbedire alla notte (Ponte alle Grazie) con 158 voti
Nelle settimane che li separano dalla votazione finale, gli autori finalisti del LXXI Premio Strega incontreranno il pubblico in un programma di appuntamenti che li vedono ospiti di festival e manifestazioni letterarie in Italia, delle Biblioteche di Roma e dell’Istituto di Cultura di Madrid. A San Benedetto del Tronto l’appuntamento è fissato per il 30 giugno in Palazzina Azzurra.
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