#la Lettera amorosa
Explore tagged Tumblr posts
Text
Amants qui n'êtes qu'à vous-mêmes, aux rues, aux bois
et à la poésie ; couple aux prises avec tout le risque,
dans l'absence, dans le retour, mais aussi dans le temps brutal ;
dans ce poème il n'est question que de vous.
René Char, Préface du recueil Lettera amorosa
Ph. Thais Varela
15 notes
·
View notes
Text
"Amants qui n’êtes qu’à vous-mêmes, aux rues, aux bois et à la poésie ; couple aux prises avec tout le risque, dans l’absence, dans le retour, mais aussi dans le temps brutal ; dans ce poème il n’est question que de vous".
---- René Char, épigraphe de Lettera Amorosa (1953, Gallimard) https://cutt.ly/TedD3SS)
2 notes
·
View notes
Text
Il mio amico Nando
Scoprire che Pavese sia stato innamorato di Fernanda Pivano mi ha fatto saltare sulla sedia: eppure adesso mi sembra un'informazione scontata, un'evidenza inevitabile. Ci sono persone che si chiamano, da lontano, questo mi è ormai chiaro. Fernanda Pivano era stata alunna di Pavese, e poi si erano ritrovati alcuni anni dopo il liceo di lei. A me fa tanta tenerezza l'idea di lui che ormai è un uomo fatto, che si è scontato un anno di confino per non tradire ai fascisti la sua "donna dalla voce rauca", che è tornato a casa solo per scoprirla sposata, e che già si lascia "accarezzare" la coscienza dall'idea di togliersi la vita; ecco, mi fa una tremenda tenerezza pensare che lui si sia innamorato come un bambino di una ragazza che aveva conosciuto da studentessa, una ragazza che voleva tradurre l'antologia di Spoon River e che si vestiva da maschio. La chiama "il mio amico Nando" in una lettera in cui racconta, come in un tema di scuola, le vacanze d'estate a Torino in sua compagnia:
"il pensiero è questo: che vorrei cambiare sesso ed essere una compagna di Nando per poterlo sposare io, tanto gli voglio bene. Ma penso che, se fossi una ragazza, non avrei l'occasione di andare con lui in bicicletta e allora è meglio che sia così e che siamo amici... Nando è un ragazzo simpatico e intelligente che, visto di profilo, pare già un uomo fatto, e di faccia invece è giovanissimo, perché ha due grandi occhi che si stupiscono e sorridono sempre. è sempre molto pulito e riavviato, non come me che dimentico qualche volta di pettinarmi."
Questo per me significa abbassare ogni barriera, una cosa che ho scoperto succedere specialmente nelle lettere: e il gioco dei sessi è bellissimo: chi è l'uomo? chi la donna? e chi il maestro e chi l'alunno? Pavese lo scontroso, il burbero, qui è tornato bambino.
Lui l'aveva introdotta alla letteratura americana e lei si era laureata su Melville. E poi erano trascorsi cinque anni in cui non era passato un giorno senza che i due si vedessero, in bicicletta, per Torino. A leggere quello che le scrive, c'è da chiedersi come sia possibile che lei abbia rifiutato di sposarlo per ben due volte. O forse è fin troppo chiaro. Perché è una resa incondizionata, quella di lui, anche se di una dolcezza disarmante. "Analisi amorosa di P." è il titolo che Pavese dà alla lettera dove letteralmente si spoglia davanti a Fernanda Pivano:
"Che potrà fare un uomo simile davanti all’amore? La risposta è evidente. Nulla, cioè infinite cose stravaganti che si ridurranno a nulla. Una volta che sarà innamorato, P. farà esattamente ciò che gli detta la sua indole e che è appunto ciò che non va fatto. Lascerà capire, innanzi tutto, di non essere più padrone di sé; lascerà capire che nulla per lui nella giornata vale quanto il momento dell’incontro; vorrà confessare tutti i pensieri più segreti che gli passeranno in mente; dimenticherà sempre di mettere la donna in posizione tale che essa lasciandolo si comprometterebbe. Questa, che è la prima elementare precauzione del libertino (il solo che applichi con impeccabilità la strategia amorosa), in P. invece si rovescia addirittura. P. si dimentica d’innamorare di sé la donna in questione, e si preoccupa invece di tendere tutta la propria vita interiore verso di lei, d’innamorare di lei ogni molecola del proprio spirito. Ecco la mania di assoluto, di simbolismo, che si diceva in principio. P. gioca (plays) fino in fondo la sua parte amorosa, primo per il suo bisogno feroce di uscire dalla solitudine, secondo per il bisogno di credere totalitariamente alla passione che soffre, per il terrore di vivere un semplice stato fisiologico, di essere soltanto il protagonista di un’avventuretta. P. vuole che ciò che prova sia nobile-, significhi, simboleggi una nobiltà sua e delle cose; diventi un idolo, insomma, cui valga la pena di sacrificare anche la vita, o l’ingegno – che sa di avere grande."
Questo Pavese mi fa letteralmente sentire ubriaca. Rido e piango. Mi fa ridere quando lo leggo, perché lui è così disperato di sé stesso che lo sento proprio sganasciarsi da solo ("si dimentica di innamorare di sé la donna in questione"); eppure lo sento anche piangere amaramente, e fa piangere anche me. Mi fa piangere perché non ho mai letto niente di più intimo e indifeso di questa lettera di arrendevole "analisi amorosa". Sento mio quel "terrore di vivere un semplice stato fisiologico": anche io voglio che sia nobile ciò che provo, e Pavese aveva davvero ragione. E non lo ha detto al mondo, no: lo ha detto a Fernanda Pivano. E anche se capisco bene che lei lo abbia rifiutato per due volte, perché un uomo con una sensibilità del genere deve fare davvero paura, allo stesso tempo non posso credere che lei lo abbia lasciato andare. Non riesco a credere che lei abbia voluto vivere una vita intera senza di lui: senza saperlo al mondo. Lui che in cinque anni non ha provato a baciarla mai, neanche una volta. La prova che i baci necessari esistono e che possono benissimo restare non dati, per sempre. Pavese è un autore che mi dà sicurezza e ho capito perché: perché è così sbagliato che ride di sé, perché vive in mezzo alla guerra e pensa solo alla croce della donna che non ha, ma molto più banalmente perché è un suicida. In questo, il suo pare un trionfo sulla morte, perché lui la controlla, la decide, in qualche modo. La sua biografia mi illude che lui abbia insomma governato la morte. Ma poi non può decidere della vita, tanto meno di quella di lei. Ho preso l' autobiografia di Fernanda Pivano che stava tra i libri di mio padre, e c'è un lungo inserto fotografico in cui è ritratta con tutti gli autori Americani della Beat Generation (questi sconosciuti). Senza Pavese non ci sarebbe stato niente di tutta quella vita, e da quella vita lui è assente, non c'è. Non è incredibilmente ingiusto? Che due persone si chiamino da lontano, a sbracciarsi, e non riescano a incontrarsi, a trovarsi per bene, come si deve? ad avere almeno una foto insieme? a darsi anche solo un bacio? onestamente sono un po' risentita con Fernanda Pivano.
La lettera più bella che le scrive secondo me è questa:
"Cara Fernanda,
se lei ignora l’odore del grano, intendo del grano in pianta, maturo, dondolante, sotto le nuvole e la pioggia estive, è sventurata e La compiango. Pensi che io non avevo mai sentito il grano in pianta, perché venivo sempre in campagna alla metà di luglio quand’è già mietuto, e questa volta è stato come quando un marito, separato dalla moglie da anni, ritorna a trovarla e gli pare un’amante – essa ha cioè delle parole, dei gesti, dei momenti a lui ignoti, a lui sfuggiti al tempo dell’amorosa passione, e che ora gli paiono rivelargli tutto il dolce del primo amore.
Mi metto dunque, stamattina, per le strade della mia infanzia e mi riguardo con cautela le grandi colline – tutte, quella enorme e ubertosa come una grande mammella, quella scoscesa e acuta dove si facevano i grandi falò, quelle ininterrotte e strapiombanti come se sotto ci fosse il mare – e sotto c’era invece la strada, la strada che gira intorno alle mie vecchie vigne scomparse, alla svolta, con un salto nel vuoto. Da questo salto non ero mai passato; si diceva allora che la strada proseguiva sempre a mezza costa, sempre affiancata da colline di così enorme estensione da apparire, viste sopra la spalla, come un breve orizzonte a fior di terra. Ero sempre arrivato soltanto a quest’orizzonte, a questi canneti (capisce? E come quando stesi nel prato, si guarda l’erba: chiude il cielo e sembra una foresta), ma presentivo di là dal salto, a grande distanza, dopo la valle che espande come un mare, una barriera remota (piccina, tanto è remota) di colline assolate e fiorite, esotiche. Quello era il mio Paradiso, i miei Mari del Sud, la Prateria, i coralli, l’Ophir, L’Elefante bianco ecc. Stamattina che non sono più un ragazzo e che il paese in quattro e quattr'otto l'ho capito, mi sono messo per questa strada e ho camminato verso il salto e ho intravisto le colline remote e ripreso cioè la mia infanzia al punto in cui l'avevo interrotta. La mia valle era vaporosa e nebbiosa, la barriera era lontana, chiazzata di sole e di campi di grano, era quel che dev'essere il corpo della propria donna quand'è bionda. Qui naturalmente non parla piu il bambino, l'infante, ma un uomo che è stato quel bambino e adesso è felice di esser uomo e di ricordarsi di Fernanda.
Ciao
Pavese."
Pavese dice che descrivere i paesaggi è cretino. E infatti qui lui non sta affatto descrivendo un paesaggio, no. Qui Pavese sta iniziando Fernanda Pivano al mito della sua infanzia e della sua adolescenza, ma le sta dicendo anche qualcos'altro: cara Fernanda, anche se abbiamo scherzato più volte, io non sono un bambino; sono un uomo, e ti amo. E per renderglielo come più tangibile, questo amore, lui la prende e la innesta nel suo mito come fosse una pianta, nelle sue colline, fin dentro al grano: pura bellezza. Io quando leggo quel ciao alla fine, scritto dopo averle dato del lei tutto il tempo, penso proprio che per quella bellezza avrei rifatto il viaggio della lettera al contrario, mi sarei messa in ginocchio davanti a quest'uomo pieno di problemi e gli avrei riempito le mani di baci: poi lo avrei implorato, per carità, di sposarmi.
#cesare pavese#fernanda pivano#letteratura#epistolary#poesia#poetry#illustrazioni#illustration#watercolour art
9 notes
·
View notes
Text
Il solo amore, è quello impossibile.
Breve sunto di una lezione scolastica
Classe: 12-14 anni
' Il solo vero grande amore, è quello impossibile.'
Mormorio e risatine...
'Prof , spieghi? Le nostre storie non valgono nulla?
' Al contrario. Le vostre storie d'amore, oggi ( e qua di coppie ne vedo tante) sono tali perchè portano dentro il resto di qualcosa di non realizzato, inappagato. Se così non fosse, vi sareste già mollati'
Meta classe si mette piu in attenti e segue, l'altra invece accende i telefoni..'
Si va avanti
'l'amore assoluto, vero, è quello impossibile. E proprio perchè è tale, permette di avere relazioni diciamo 'normali'
' Non capisco' ( ragazza molto sveglia, e sul pezzo)
'L'amore è per caso, e unisce ed interseca vite che si sfiorano, apparetemente inconciliabili. Essi si innamorano, e si agganciano per sempre, ma non stanno assieme'
'Perchè?
Proprio perchè appartengono a mondi oppostiti, per certi versi incompatibili. L'amore lascia qualcosa di aperto, di erotizzato si dice in termini clinici.
Una tensione amorosa legata all'oggetto perduto, che fa in modo tal da rendere quel varco mai aperto, mai chiuso, ma sempre erotizzato
' In senso sessuale??
'No . il sesso non c'entra. Tu puoi fare sesso anche con un ebete, se fisicamante attraente. ( risate fragorose...)
Ma dopo, lui non sarà mai in grado di saziare quel desiderio innescato dal primo incontro, magari andato in fumo'
' Comincio a capire'
' Ok. Allora , dunque. Proprio perchè e' impossibile resterà il Grande Amore, . Perchè non consumato, non toccato, Non immerso nella quotidianità, non usurato dal tempo e dal decadimento del corpo L'altro è sempre quello che avete incontrato, ma non avete potuto avere.'
'Sapete secondo Lacan, quale è la lettera d'amore piu' importante? Quella non spedita. Trattenuta da voi, non in taccata.
Vi faccio un esempio
C'è un film, chiamato i ponti di Madison County che forse voi no, ma il vostro pro qua alle mie spalle ha di certo visto ( prof ingnavo colto di sorpresa mentre scrive al telefono, risate dei ragazzi)
Ecco, chiedete in casa di vederlo, lo trovate su molte piattaforme
Racconta un amore, un amore impossibile.
Che dura solo pochi giorni.
Ma eterno
cito:
Il film è ambientato nello stato dello Iowa. Attraverso i tre diari personali di Francesca Johnson (Meryl Streep), lasciati in eredità ai suoi due figli, avviene il racconto dell’estate 1965. Mentre marito e figli sono in viaggio, Francesca, casalinga, vive una fugace ma intensa storia d’amore con il fotografo Robert Kincaid (Clint Eastwood).
Giunto per fare un reportage fotografico dei sei ponti coperti di Madison County, Robert entra come un uragano nella vita di Francesca, fino a farla innamorare. Lei, però, vive la lotta interiore tra la morale famigliare e la nuova passione sopraggiunta, fino al momento in cui compie una scelta dolorosa.
Nelle pagine del diario, Francesca, nome quanto mai simbolico per la tradizione letteraria, racconta le sue scelte. Non cerca giudizio favorevole, non argomenta con ragioni e motivazioni. Lascia solo dispiegare gli eventi che, nella loro forza poetica, creano ponti empatici. I ponti di Madison County sono ponti reali che collegano i due amanti, ad inizio film, e sono ponti immaginari, che collegano due anime lontane.
L’Iowa, con i suoi spazi sterminati, diventa foglio bianco per scrivere dell’amore tra due individui soli e diversi. Un luogo dove, per pochi giorni, reale e immaginario collassano in corpi avvinghiati, sorrisi e abbracci. Capelli al vento, picnic, bagni caldi e luci soffuse. Canzoni blues, balli e cene come Dio comanda.
Il principio di realtà poi ritorna prepotente, e come lama squarcia i fogli ora pieni di parole. Ma l’immaginazione e il ricordo restano intatti come un diamante, eterno. Prendono spazio e forma non più nel caldo Iowa, ma nella mente dei protagonisti, dove il tempo, così rapido nell’estate 1965, diventa invariato, fisso.
' Avete capito, adesso?
Un amore fugace, impossibile, e per questo eterno'
'Prof, io non credo di aver capito molto, ma qualcosa si.
Quello che so, è che oggi mollo il mio ragazzo..'
Risate generali che durano mezz'ora.
E mi fanno capire, se mai ce ne fosse bisogno che due ore passate qua, con questi studenti che mi hanno pure preso per i fondelli, valgono mille congressi in giro per il mondo.
Maurizio Montanari
6 notes
·
View notes
Text
Annie Oakley
Mira a un bersaglio alto e lo colpirai.
Annie Oakley è stata una grande protagonista dell’epopea del selvaggio West, la sua straordinaria abilità col fucile l’ha resa una vera e propria leggenda.
Si narra che, con un fucile calibro 22, da una distanza di circa 30 metri, potesse spezzare una carta da gioco e bucarla ancora prima che toccasse terra, che riuscisse con una mano sola, a sventare rapine sui treni e uccidere orsi e pantere.
Alcune storie sono vere, altre romanzate, di certo è stata una donna forte, indipendente e agguerrita che ha saputo farsi strada in un mondo difficile e diventare un modello di riferimento.
Ha dimostrato che una donna può competere in un mondo di uomini senza doverne assumere tratti e comportamenti. Che le donne possono essere star dello spettacolo senza compromettere la loro integrità. Che il matrimonio può essere una partnership amorosa tra pari. Ha esortato le donne a praticare sport, in particolare quelli all’aria aperta, allora riservati agli uomini. Ha aperto la strada alle donne nell’atletica.
Partendo dal nulla, ha raggiunto la celebrità con il duro lavoro e la sua grande personalità, riuscendo a sfruttare al meglio i suoi talenti.
Ha insegnato a usare un’arma da fuoco a oltre 15.000 donne, come forma di esercizio fisico e mentale e per difendersi.
Nata col nome di Phoebe Ann Mosey a Willodell in Ohio, il 13 agosto 1860, in una famiglia quacchera, era la sesta degli otto figli e figlie di Susan Wise e Jacob Mosey, morto quando lei aveva sei anni.
Sua madre si era risposata e le aveva dato un’altra sorella ma, nel 1870, era rimasta di nuovo vedova e, trovandosi in grandi difficoltà economiche l’aveva affidata a una famiglia in una fattoria vicina che la teneva in condizioni di schiavitù.
Dopo qualche anno era riuscita a fuggire e tornare a casa dove aveva imparato a cacciare per procurare sostentamento alla famiglia. Con determinazione e grande abilità nell’utilizzo delle armi, aveva messo su un commercio di selvaggina che vendeva a hotel e ristoranti. Con i suoi guadagni era riuscita, in breve tempo, a estinguere l’ipoteca della casa della madre.
La sua bravura nel tiro con il fucile ha determinato tutta la sua vita.
Si esibiva in diverse competizioni e, nel 1881, vinse una gara di tiro al bersaglio con un tiratore di vaudeville di nome Frank Butler che sposò un anno dopo e che divenne il suo agente e partner negli spettacoli.
Nel 1885 la coppia si era unita al Wild West Show di Buffalo Bill di cui lei divenne presto l’attrazione principale. Sbalordiva il pubblico con la combinazione della sua piccola statura e la grande maestria di tiratrice, riusciva a centrare una sigaretta tra le labbra del marito e, prendendo la mira con uno specchio, colpire un obiettivo posto dietro di lei.
Negli anni, si è esibita anche in Europa, per il giubileo d’oro della regina Vittoria a Londra e per altri re e regine.
Importante è stata anche il suo impegno filantropico. Ha speso molto tempo e denaro per le persone malate di tubercolosi, gli orfanotrofi e le giovani in cerca di un’istruzione.
Ha promosso il servizio delle donne nelle operazioni di combattimento per le forze armate degli Stati Uniti.
Aveva anche scritto una lettera al presidente William McKinley proponendo di organizzare per la guerra ispano-americana un gruppo di 50 tiratrici scelte.
Lo stesso fece con il Segretario per la guerra nel 1917 affermando di poter “garantire il servizio di un reggimento di donne che opereranno per la sicurezza nazionale. Ognuna delle quali è in grado di sparare e lo farà, se necessario”. In entrambi casi non ebbe una risposta positiva ma ha dato comunque il suo contributo raccogliendo fondi per la croce rossa e facendo dimostrazioni di tiro presso basi americane.
Dopo un grave incidente, nel 1902 aveva lasciato lo spettacolo di Buffalo Bill per iniziare la carriera di attrice in un dramma teatrale scritto apposta per lei, La Ragazza del West.
Nel 1910 è apparsa in un cameo nel film Actors’ Fund Field Day.
Ha dovuto più volte difendere il suo nome dai polveroni scatenati dalla stampa, come quando, nel 1903 una donna arrestata per droga si era spacciata per lei. Per riabilitare la sua immagine, ha intentato, vincendole, 55 cause per diffamazione contro i giornali.
Ha continuato a stabilire primati e a esibirsi fino alla fine della sua vita.
È morta di anemia perniciosa a Greenville, in Ohio, il 3 novembre 1926, aveva sessantasei anni. Il marito l’ha raggiunta dopo appena 18 giorni.
Fino alla fine della sua vita, è stata silenziosamente generosa con le persone meno fortunate.
La sua storia e le sue gesta, per lo più romanzate, sono state al centro di innumerevoli spettacoli teatrali, film, serie tv, libri e fumetti.
A differenza dell’immagine rimandata da Hollywood che la descrive spesso violenta e mascolina, è stata una donna minuta che amava il pizzo, l’argento, i bei mobili e gli abiti eleganti, come si evidenza nel The National Annie Oakley Center, il museo che le è stato dedicato a Greenville che mira a preservarne la memoria e chiarire le inesattezze e fantasie attorno a questa donna straordinaria.
0 notes
Text
Tu es plaisir, avec chaque vague séparée de ses suivantes. Enfin toutes à la fois chargent. C'est la mer qui se fonde, qui s'invente. Tu es plaisir, corail de spasmes. René Char Lettera Amorosa
Photo Bruno Bisang
1 note
·
View note
Text
aggiornamento post-serata!
sono appena tornato a casa ed è stato divertente! tommy è passato a prendermi, siamo andati da sergio e poi a fare un aperitivo tutti e tre insieme!
dopo che siamo andati via dal bar siamo passati a prendere qualche monster e ci siamo fumati una sigaretta giù da me, ft. teo in videochiamata : ̗̀➛
una cosa che mi tormenta però è lo sguardo sempre triste che tommy ha, ma che secondo me cerca di nascondere... è così da un po' e non credo sia qualcosa che serie tv e palestra riusciranno a colmare...
non si è mai aperto tanto con me dopo la situazione con miriam, e non gliene faccio una colpa, ma i miei sentimenti veri mi fanno sempre preoccupare per lui... spero che magari un giorno si apra con me, anche perché da quando ho scritto la lettera mi sento di essere riuscito ad andare avanti un pochino! **•̩̩͙✩•̩̩͙*˚
questo non cambia il fatto che tommy è il mio migliore amico, e lo rimarrà per l'eternità- tralasciando la questione amorosa, mi ha veramente aiutato a vivere quel ragazzo, e lo ringrazierò per sempre per questo. gli voglio davvero bene, e spero solo che lui riesca a trovare la felicità .·͙*̩̩͙˚̩̥̩̥*̩̩̥͙ ✩ *̩̩̥͙˚̩̥̩̥*̩̩͙‧͙ .
divento sempre un po' emotivo quando parlo di lui, ma forse vuol dire che ho ancora un cuore umano hehe ☾
te l'ho già detto, ma per me sei speciale. ti ringrazio di tutto, e per te ci sarò sempre. grazie Antonio ・❥・
ps: magari un giorno di questi farò un post in cui mi sfogo un po' parlando di lui, buttando su questo blog tutti i miei pensieri per fare un po' di ordine! sconfiggendo la dannata nebbia che mi è entrata nel cervello
0 notes
Text
Merci d’être, sans jamais te casser, iris, ma fleur de gravité. Tu élèves au bord des eaux des affections miraculeuses, tu ne pèses pas sur les mourants que tu veilles, tu éteins les plaies sur lesquelles le temps n’a pas d’action, tu ne conduits pas à une maison consternante, tu permets que toutes les fenêtres reflétées ne fassent qu’un seul visage de passion, tu accompagnes le retour du jour sur les vertes avenues libres.
René Char, La Parole en Archipel, Lettera amorosa
0 notes
Text
C’è una lettera che non oso essere il primo a scrivere ma che pure spero ogni giorno che mi scriverai. Una lettera solo per i miei occhi. Forse me la scriverai e placherà il mio desiderio.
Che cosa può separarci ora? Abbiamo sofferto e siamo stati messi alla prova. Ogni velo di vergogna e diffidenza sembra essersi dissolto tra noi. Non vedremo negli occhil’uno dell’altra le ore e ore di felicità che ci attendono?
Adorna il tuo corpo per me, carissima, sii bella e felice e amorosa e provocante, piena di ricordi, piena di desideri, quando ci vediamo.
La gelosia non è ancora del tutto spenta. Il tuo amore per me dev’essere feroce e violento…
-James Joyce
1 note
·
View note
Text
Haydée Charbagi : ...En 1986, Hélène Martin décide de concevoir un nouveau spectacle. C’est Char lui-même qui propose la liste des textes. Et au haut de cette liste, il a noté : « Poèmes à dire éventuellement. » Il n’est plus donc question de chant, et de fait, dans l’enregistrement qui nous est parvenu, les chansons ne sont pas composées sur des textes de Char, mais sur ceux d’Aragon, Brecht, Eluard ou Guillevic. Les poèmes de Char sont quant à eux, lus, avec la sobriété qu’on lui connaît, par Michel Bouquet. Lors même qu’il s’agit de chansons, mesurées et strophiques, la voix n’intervient que pour lire, pour dire et proférer... ...Deux textes de Char seulement sont chantés : « Jouvence des Névons » et un court extrait de la Lettera Amorosa intitulé « Chant d’insomnie »...
René Char : Grenoble, le 1er février René Char en son siècle - La poésie au miroir de la musique
#René Char#Haydée Charbagi#Michel Bouquet#Hélène Martin#Jouvence des Névons#Chant d'insomnie#la Lettera amorosa
5 notes
·
View notes
Quote
Lunes et nuit, vous êtes un loup de velours noir, village, sur la veillée de mon amour.
René Char, Lettera Amorosa
4 notes
·
View notes
Text
Tamerlan al-Badri (15 agosto 1999) è un librario e imam ceceno ed è uno dei figli di Simon Elliot/Ibrahim al-Badri.
Breve biografia
Tamerlan al-Badri nasce il 15 agosto 1999 a **Groznyj** in Cecenia da una relazione amorosa di Simon Elliot (in Cecenia stava fingendo di essere un arabo e musulmano) e Zuleikh Kuira.
Tamerlan visse un'infanzia abbastanza dura con la madre e il patrigno Khamzat Umarov.
All'età di 16 anni, Tamerlan venne arrestato dalle autorità russe perché aveva partecipato ai movimenti terroristici per l'indipendenza per la Cecenia rimanendo in prigione per 5 anni.
All'età di 21 anni venne rilasciato verso il mese di novembre e da qui iniziò a lavorare come libraio e imam insieme al suo fratellastro Arbi Umarov.
Verso il 2021, Tamerlan trovò una vecchia lettera e quando la lesse scoprí che Khamzat Umarov non è suo padre biologico ma bensì lo è Simon Elliot.
Verso marzo, Tamerlan lasciò la Cecenia e andò a New York per trovare suo padre, una volta conosciuto il padre biologico Tamerlan acquisita il suo cognome arabo al-Badri per non usare il cognome britannico-ebraico Elliot per diverse ragioni tra cui di avere religioni diverse: il padre ebreo mentre Tamerlan musulmano.
Significato del nome:
dall'altaico mongolo: "Timur Lang", "protesi di ferro, per lo zoppo"; condottiero e imperatore di Samarcanda
Personalità:
Un Leone con ascendente in Acquario a volte è instabile perché ha reazioni contraddittorie, a volte è egoista, a volte è altruista.
Il che può causare un conflitto interiore e qualche difficoltà ad essere compreso. Il suo forte orgoglio può anche creare alcuni ostacoli nella sua vita.
Ama sfide e avventure.
A livello sociale, è facile relazionarsi con gli altri, anche se alcune persone non si adattano alla loro personalità testarda e contraddittoria.
Curiosità:
Tamerlan parla 3 lingue: Russo, Inglese e arabo.
I suoi cibi preferiti sono il kebab e la Nutella.
Parenti
Abraham Elliot/Awad Ibrahim Alì al-Badri (nonno)
Simon Elliot/Ibrahim al-Badri (padre biologico)
Khamzat Umarov (padre adottivo)
Zuleikh Kuira (madre)
Arbi Umarov (fratellastro da parte della madre)
Hufaiza al-Badri (fratellastro da parte del padre)
Omayma al-Badri (sorellastra da parte del padre)
Yaman al-Badri (fratellastro da parte del padre)
Hassan al-Badri (fratellastro da parte del padre)
Fatima al-Badri (sorellastra da parte del padre)
Alì al-Badri (fratellastro da parte del padre)
Hagar al-Badri (sorellastra da parte del padre)
Anwar al-Badri (fratellastro da parte del padre)
Hamza Noor (fratellastro da parte del padre)
Khalid al-Badri (fratellastro da parte del padre)
Dawud al-Badri (fratellastro da del padre)
Ayman al-Badri (fratellastro da parte del padre)
Hakim al-Sadr/Barack al-Badri (fratellastro da parte del padre)
Osama e Ines al-Badri (fratellastri gemelli da parte del padre)
Vincent al-Badri (fratellastro da parte del padre)
Hamza al-Badri (fratellastro da parte del padre)
Saddam al-Badri (fratellastro da parte del padre)
Shamsi al-Badri (zio)
Aisha al-Badri (cugina)
Juma al-Badri (zio)
Musa al-Badri (cugino)
Abu Ahmed al-Sammarai (cugino)
Mohammad al-Badri (cugino di II grado)
Burak al-Badri (cugino di III grado)
Prestavolto:
Themo Melikidze
62 notes
·
View notes
Text
Negli anni quaranta, Anais Nin ed Henry Miller camparono per un certo periodo scrivendo racconti erotici per un uomo che li pagava a pagina. Il cliente, che si faceva chiamare "il collezionista", mantenne sempre l'anonimato,scatenando l'indignata curiosità dei due grandiautori che prestavano il loro talento e la loropenna per soddisfare i suoi capricci. Questo collezionista non apprezzava il loro stile e inripetute occasioni pretese che "lasciassero perdere la poesia" e si concentrassero solo sul sesso, perchè il resto non lo interessava.Anais Nin gli scrisse questa lettera a firma propria e di Henry Miller.
Caro collezionista...
Caro collezionista, noi la odiamo.
Il sesso perde ogni potere quando diventa esplicito, meccanico, ripetuto, quando diventa un'ossessione meccanicistica. Diventa una noia.
Lei ci ha insegnato più di qualunque altro quanto sia sbagliato non mescolarlo all'emozione, all'appetito, al desiderio, alla lussuria, al caso, ai capricci, ai legami personali, a relazioni più profonde che ne cambiano il colore, il sapore, i ritmi, l'intensità.
Lei non sa cosa si perde con il suo esame al microscopio dell'attività sessuale, con l'esclusione degli aspetti che sono il carburante che la infiamma. Componenti intellettuali, fantasiose emotive.
Questo è quel che conferisce al sesso la sua struttura sorprendente, le sue trasformazioni sottili, i suoi elementi afrodisiaci. Lei sta rimpicciolendo il mondo delle sue sensazioni.
Lo sta facendo appassire, morir di fame, ne sta prosciugando il sangue. Se lei nutrisse la sua vita sessuale con tutte le emozioni e le avventure che la passione inietta nella sessualità, sarebbe l'uomo più potente del mondo. La fonte del potere sessuale è la curiosità, la passione. Lei sta lì a guardare questa fiammella morire di asfissia. Il sesso non prospera nella monotonia. Senza emozioni, invenzioni, stati d'animo, non ci sono sorprese a letto. Il sesso deve essere innaffiato di lacrime, di risate, di parole, di promesse, di scenate, di tutte le spezie della paura, di viaggi all'estero, di facce nuove, di romanzi, di racconti, di sogni, di fantasia, di musica, di danza, di oppio, di vino. Quanto perde con questo suo periscopio sulla punta del pisello, quando invece potrebbe godersi un harem di meraviglie tutte diverse e mai ripetute! Non due peli uguali. Ma lei non ci permetterà di sprecare parole sui peli; neanche sugli odori, ma se ci dilunghiamo su questo argomento lei si mette a gridare: "Lasciate perdere la poesia!" Neanche due pelli con lo stesso incarnato,e mai la stessa luce, la stessa temperatura, le stesse ombre , mai gli stessi gesti; perché un'amante quando è infiammato veramente, può esprimere i toni più sottili di secoli d'arte amorosa. Quante sfumature, quanti cambiamenti d'età, quante variazioni di maturità e di innocenza, di perversità ed arte. Siamo rimasti seduti per ore a chiederci che aspetto lei abbia. Se ha reso i suoi sensi indifferenti alla seta, alla luce, al colore, all'odore, al carattere, al temperamento.Ci sono tanti sensi minori, che buttano come tanti affluenti nel fiume del sesso, arricchendolo. Solo il battito unito del sesso e dell'animo può creare l'estasi.
Anaïs Nin
15 notes
·
View notes
Text
LA MAGICA MUSICA ECOLOGICA DI VENERUS
Un viaggio dentro e fuori da sé, un tuffo nella coscienza più liquida, l’abbandono della soffocante razionalità.
Il 19 febbraio 2021 è un giorno importante. Mentre il nostro paese tira un sospiro di sollievo e si permette di mettere il naso fuori dalla porta con l’arrivo della zona gialla, esce uno tra i prodotti musicali più attesi dell’anno. Andrea Venerus, cantautore e musicista originario di San Siro, pubblica Magica Musica, il suo primo album per l’etichetta Asian Fake (https://www.asianfake.com/), via Sony Music. Un assaggio del suo talento lo si aveva avuto con A che punto è la notte e Love anthem, i primi due EP rilasciati tra 2018 e 2019, dove l’artista aveva già dimostrato di aver imboccato una strada atipica all’interno del mercato musicale italiano, sintonizzandosi su frequenze che svariano dal jazz al soul, dal funk al blues. Dopo un paio di anni trascorsi a suonare e collaborare con varie personalità artistiche in tutta Italia, finalmente il lavoro è pronto: il wonder boy della musica italiana ci regala un ingresso gratuito nel suo mondo.
Sono due i singoli che precedono l’uscita dell’album. Si tratta di Canzone per un amico, scritta e pubblicata a marzo, durante il primo lockdown, e Ogni pensiero vola, lanciata nell’iperspazio dei digital stores a fine gennaio, esattamente dieci giorni dopo l’annuncio del nome e della data d’uscita del disco. Nel primo singolo è stato facile, quasi naturale, immedesimarsi. Una lettera scritta per un amico (conosciuto in arte come Cleopatria, amico e collaboratore di Venerus dal suo rientro nel Bel Paese) che si presta come strumento universale.
Forse è normale Sentirsi soli in un momento così (Canzone per un amico)
In un momento in cui le relazioni sono state messe a dura prova dalla grave situazione sanitaria era facile scivolare nell’oblio. Mai canzone fu più puntuale: un brano concepito per chitarra e voce, arricchito dal tocco magistrale di Mace, collega ormai fisso del cantante milanese (oltre alle numerose collaborazioni nell’album OBE i due hanno lavorato a 12 dei 16 brani di Magica Musica). Dopo aver appreso quale sarebbe stato il titolo dell’album, ricordo di essermi preoccupato. In un’era in cui il mercato musicale è saturo, dove per essere notato è necessario discostarsi dalla massa e cercare il particolare, l’impatto immediato, partendo dall’attirare il pubblico con nomi accattivanti, ho pensato che un titolo generico come Magica Musica potesse giocare a sfavore. A sciogliere ogni dubbio è stato il secondo singolo, Ogni pensiero vola. Accompagnato dal solito Mace, Venerus sintetizza in 3.53 minuti il messaggio dell’interno album. Sonorità eterogenee provenienti da angoli remoti del mondo. Strumenti che intervengono in modo puntuale e bilanciato. Ora la chitarra, ora il pianoforte, ora le influenze indù, ora le percussioni sintetizzate tipiche del nostro periodo storico. È da questo brano che mi è sopraggiunta quest’immagine; ho dovuto pronunciarla. Questa è musica ecologica.
Perché niente mi è mai chiaro visto da vicino (Ogni pensiero vola)
Le scienze ecologiche si basano sull’approccio sistemico, una metodologia proveniente dalle filosofie orientali dove si rifiuta la visione atomistica del mondo in favore di una visione di insieme. La realtà è vista come una fitta rete di interconnessioni fondamentali e necessarie. Questo pensiero si ripete nei versi successivi.
Ogni filo d'erba è un mondo visto da vicino E un giardino è un universo o poco più (Ogni pensiero vola)
Il ritorno alla natura: la Terra è un’immensa matrioska di ecosistemi che cooperano sinergicamente. Apparteniamo ad un sottolivello che è parte di un’entità più grande di noi. La meraviglia di amare, vivere in sintonia con la biosfera che ogni giorno ci offre un luogo da poter chiamare casa. Per raggiungere questo stato di coscienza Venerus ricorre alla sfera spirituale, all’esoterismo, allo psichedelico e all’allucinogeno, facendo riferimento al contesto iper-demonizzato delle droghe.
Cerco nuove strade per uscire da me, oh-oh Per superare ogni mio limite E scoprire poi al di fuori che c'è […] Se chiudi gli occhi, non sei più qui Scompaiono i confini del corpo E tutto ciò che ti circonda (Ogni pensiero vola)
Superare le barriere, la brama di sapere cosa c’è dall’altra parte, espandere la propria coscienza per eliminare i limiti del proprio corpo ed essere qui e altrove, ovunque e da nessuna parte. Rifiutare le etichette della società per aderire alla fluidità, alla cooperazione e all’integrazione. Raggiungere l’amore che unisce e regola i rapporti.
Forse è che appartengo a un mondo un po' magico Vorrei volare via lontano da qui E a volte sento tutto attorno un po' strano Chissà se qualcun altro è fatto così (Ogni pensiero vola)
Capita a tutti di uscire in una giornata di primavera (magari post-lockdown), prendere un respiro a pieni polmoni e innamorarsi ancora una volta del vecchio abete nel giardino di casa o delle strade che ci hanno insegnato a guidare. Per un secondo tutto ciò che ci appare nocivo sparisce e siamo un tutt’uno con la natura che ci circonda. Si sente un brivido difficile a spiegarsi. È una sensazione strana, quasi imbarazzante, ci si sente piccoli, ma in fondo una risposta non è necessaria. Un biglietto da visita più che valido.
La tracklist conta 16 brani e vari featuring di spessore, per palati sopraffini. Si nota fin da subito che la maggioranza dei titoli rimandano a concetti intangibili. Salvo Appartamento, Sei acqua e Lacrima=piccolo mare, i pezzi rimanenti rimandano alla natura metafisica del Buyo, delle Luci, della Solitudine, o il concetto di Fuori. Il tema ecologico inaugurato in Ogni pensiero vola, prosegue in Brazil, canzone molto internazionale, inserita nelle playlist di New Music Friday di Spotify in diversi paesi extraeuropei già dal giorno successivo alla pubblicazione. Un toccasana per la nostra musica. Oltre a ribadire l’importanza del concetto di rete e il rifiuto del modello cartesiano, spicca un evidente interesse per il tema dell’universo. Viene naturale chiedersi se siamo soli. Soprattutto oggi che conduciamo vite a 120 km/h e non riusciamo a creare legami stabili. Siamo soli anche fra 8 miliardi di persone.
È così umano perdersi Ci vuol poco, credimi (Brazil)
La mente umana non ha limiti: viaggia stando ferma, esplora universi immaginari, si nutre di emozioni reali. Il suggerimento di Venerus è di nuovo quello dell’esperienza extracorporea, che possa guidare il corpo e i sensi in una dimensione sommersa, in totale espansione, ancora tutta da scoprire.
Dopo essersi innamorati della notte più buia che spinge l’artista sempre più Fuori, Fuori, Fuori… e dopo il primo assolo di chitarra che ricorda IoxTe (A che punto è la notte), si ritorna con i piedi per terra. Il primo ospite dell’album è Frah Quintale: invitato nell’Appartamento di Venerus, aiuta a dare forma al primo featuring. La caratura del personaggio (figura ormai affermata del panorama hip-hop italiano) spinge a pensare ad un certo tipo di adattamento a livello di sonorità e testo, ma Venerus dimostra di mantenere le redini e non deraglia. Pur essendo ancora al principio del viaggio si notano due ridondanze che saranno ricorrenti lungo tutto il tragitto: in primis, il mondo, da intendersi come luogo dove semplicemente essere, fuori dal canone di normalità. L’amore, il dolore, la follia, l’eccesso, la poesia, coesistono senza farsi la guerra. In secundis, l’artista di Asian Fake si serve del metalinguaggio per raccontarci quanto la scrittura lo aiuti a conoscere la natura che lo circonda. Un mezzo per fare chiarezza, quindi, il canale comunicativo più adatto per diffondere il messaggio.
Con Sei acqua si raggiunge una delle tappe fondamentali del disco. L’ascoltatore si confronta con un brano che necessariamente richiede una seconda occhiata al titolo, perché, fin da subito, si ha la netta sensazione di essere testimoni di qualcosa di unico. Negli anni trascorsi a studiare musica a Londra, Venerus racconta di aver avuto l’occasione di assistere ad un concerto dei Calibro 35, collettivo di compositori italiani formatosi nei primi anni 2000. Durante il countdown dell’uscita del disco avvenuto sul canale Twitch di Asian Fake, il ragazzo di San Siro ha raccontato di quanto si sia sentito onorato di aver potuto lavorare assieme ad un’istituzione della storia musicale italiana. Una cooperazione di questa portata dimostra due cose. Venerus è un fenomeno catalizzatore per la musica italiana e la ricerca musicale che c’è dietro al suo disco è la dimostrazione del suo talento. Sei acqua è la punta di diamante del disco, oltre che pezzo di rilevanza internazionale assieme a Brazil.
Il suono delle campane d’apertura è puro risveglio spirituale.
Ho scritto una canzone da dare ai nostri cuori (Sei acqua)
La narrazione, facilmente divisibile in sequenze e accompagnata da una struttura musicale da fiaba, scritta probabilmente nel periodo vissuto a Roma, accarezza la sfera amorosa con grande delicatezza. Un pezzo che racconta come la vita sia eternamente guidata dall’amore, che annulla la distanza tra Terra e Cielo, dimostrando che siamo tutti, inevitabilmente, vittime di problematiche comuni. L’interludio in crescendo apre una sorta di feritoia spazio-temporale che dona all’interprete un momento di chiaroveggenza, in cui tenta di allinearsi con l’Universo. Terminata la trance, il brano ritorna sui binari originari con una nuova consapevolezza, in un’esplosione orchestrale che traghetta l’ascoltatore verso una nuova vita.
Dopo essersi fatti cullare da Una certa solitudine, è il momento di not for climbing e amanda lean, produttori emergenti della scena romana a cui Venerus aveva già dato spazio in Love Anthem. Solo dove vai tu è un sussurro all’orecchio, un momento di estrema sincerità dove si abbatte l’ultima barriera tra la persona che siamo e la persona che vogliamo essere. Si entra sulle punte, con la paura di fare rumore, e si esce senza riuscire a tenere ferma la testa.
Lucy (chiara citazione a Lucy in the sky with diamonds dei Beatles), assieme alla traccia numero 11, Ck, incarna più di tutte l’adesione dell’artista al mondo delle droghe sintetiche e ai suoi effetti. Le lettere LSD tatuate sul piede sono la dimostrazione di come l’artista classe ’92 non abbia mai nascosto di farne uso.
Quello che fai Ha un'eco in tutto ciò che ti sta attorno Ma forse non sai Che esiste un altro lato di quel mondo attorno a te Ma se mai, mai, mai tu vorrai Capirci giusto un po' di più Abbandona ogni struttura per un viaggio, un'avventura Potrai parlare al cielo se lo vuoi (Lucy)
Il groove di Lucy chiede a gran voce di ballare: è la canzone da festival per antonomasia. La natura duale di Ck, originariamente concepita come due brani separati, mette a confronto due mood: uno più sincopato e ansiogeno ed un altro più leggiadro e sonnolento. Se il primo è figlio di una sostanza eccitante, il secondo viene da una sostanza rilassante.
L’arte che permea Magica Musica proviene direttamente dall’Eden. Si tratta di un pezzo che non avrebbe sfigurato all’interno di A che punto è la notte, primo EP dell’artista. Si ricrea infatti un’atmosfera simile a quella di Senzasonno e di Note vocali, in una nuova connotazione cosmica, denotata da echi elettronici e dalla distorsione sulla voce. A dare nuovo umore (altro concetto ricorrente del disco) è l’arrangiamento a cui partecipa Phra dei Crookers, ennesima figura illustre che ha sposato il progetto di Asian Fake.
Se ancora non fosse stata percepita l’impronta spirituale dell’album, ecco Namastè, introdotta da percussioni esotiche e fiati orientaleggianti. Sopra una melodia che ricorda San Siro di Franco126, Venerus si diletta assieme al collega e amico Rkomi, figura camaleontica che è riuscita a coniugare alla perfezione l’hip-hop con il pop, vantando featuring assieme a grandi artisti come Ghali, Sfera Ebbasta ed Elisa. Dopo averli ascoltati in Non vivo più sulla Terra, uno dei pezzi di spicco di OBE, tornano a lavorare assieme confermando una straordinaria intesa: l’anagramma di Mirko si cala in modo eccezionale nell’immaginario di Venerus tracciando parallelismi tra il terreno e il metafisico, rimanendo allo stesso tempo fedele alla dialettica che lo ha reso un punto di riferimento per il grande pubblico.
Il cielo è il grembo, lei è la luna La vedo anche con le palpebre unite da una graffetta […] Le onde spezzano il tuo corpo, quel fuoco non vuole spegnersi Amore, cosa ci prende? (Namastè)
La già citata Ck è seguita da un intermezzo strumentale. Cosmic interlude è una traccia che i fan di Venerus aspettavano con trepidazione. Date le notevoli capacità compositive dell’artista, pare riduttivo incontrare un solo brano di questo genere. Le note dell’organo elettrico scivolano e si rincorrono. All’armonica rispondono suoni sintetizzati, sparati come raggi laser in uno scenario che rimanda a 2001: Odissea nello spazio. Tre livelli sonori che dialogano in un linguaggio ancora tutto da decodificare. Raggiunto il picco intensivo, l’astronave comincia a planare e atterra dolcemente, mentre qualcuno fa partire un carillon. Gli occhi sono ormai serrati, ma siamo vigili. Vogliamo sapere come va a finire, quanto ancora c’è da dire. Ancora non ci è dato sapere se la sonda inviata è stata in grado di trovare nuove forme di amore nell’universo.
Lacrima=piccolo mare, prodotta assieme a Vanegas e Mace, è un pezzo ingannevole: il ritmo inciampa ogni volta che le parole sembrano andare fuori tempo. A completare il quadro, l’intervento del sax di Coltreno, membro imprescindibile della band durante i concerti live.
Mentre il viaggio volge al termine, alla traccia 14 si trova l’ultimo featuring cantato. Vinny condivide il palco con l’icona del rap, nonché grande amico, Gemitaiz in Buyo. Tra violenti bending di chitarra e samples che si alternano e si sovrappongono, il rapper porta con sé gli 808 che recentemente hanno dominato le produzioni. Ancora una volta, Magica Musica. Tra i fumi della marijuana, in una dimensione onirica, i due mischiano i problemi della dipendenza a quelli d’amore con disarmante onestà, dimostrando quanto labile sia il confine fra le due sfere. In un momento di lucidità, Venerus fa scivolare sopra al tavolo un’eterna verità:
In amore non vince il più forte Ma chi è disposto a perdere (Buyo)
Nonostante l’hating per Gemitaiz nel web, il risultato finale è un pezzo di spessore.
Nel brano di chiusura, come vuole la tragedia greca, si raggiunge la catarsi. Luci è la canzone che tutti si aspettavano di trovare in Magica Musica. Un’ouverture che sembra riprendere il motivo del brano precedente (Canzone per un amico) allarga le braccia per cullarci un’ultima volta. Tra echi naturali e suoni che si riverberano, il pezzo esplode in un assolo di chitarra viscerale. C’è bisogno del ritorno della voce per risentire la terra sotto i piedi e riprendere coscienza. L’arpeggio che introduce l’outro è qualcosa di primordiale, come se esistesse da sempre all’interno della mente umana. Si diventa spettatori e attori allo stesso tempo: dentro al mondo creato da Venerus riusciamo ad ascoltare la colonna sonora, infrangendo le convenzioni del cinema. Ancora una volta, non si sa dire con precisione dove ci si trovi: sentiamo dei piedi calpestare pozze d’acqua, ma sentiamo anche riverberi cosmici; siamo qui e siamo altrove; siamo sulla Terra e siamo nello spazio; siamo la parte e siamo l’insieme.
Se mi pensi forte, io ti sento da qui (Luci)
Dopo aver viaggiato in lungo e in largo, la sonda è atterrata. Ora potrà finalmente riposarsi.
Difficile non commuoversi quando la puntina raggiunge il centro del vinile. La mole di sensibilità necessaria per tale lavoro non è quantificabile. Non si insegna, si invidia. Ogni tema è esposto in modo chiaro: l’interesse per l’universo, che torna anche nell’intervista a Franco Malerba (primo astronauta italiano a viaggiare nello spazio) a una settimana dalla pubblicazione del disco; l’amore per la natura, evocata nei testi e nelle sonorità che trasportano l’ascoltatore ora nella foresta, ora in un bazar, avvicinando l’immagine dell’artista a quella di un guru; l’acuta spiritualità e l’esoterismo, mai nascosti anche in relazione ai viaggi ultracorporei; l’aura pan-amorosa in un revival del sentimento hippie anni 60. Venerus dimostra a tutti di essere in grado di navigare abilmente nel mare dei generi musicali senza perdere la rotta. Timbro immediatamente riconoscibile, flow cangiante, sicurezza nell’uso dell’autotune, senza alcuna ostentazione. Sacro e profano si mescolano senza obiezione. Ancora più intrigante è la ricerca del suono, la sperimentazione, il bagaglio di studio e di esperienza alle spalle, la volontà e la necessità di saperne sempre di più. Un album che non ha la pretesa di individuare singoli, di porre una canzone più in alto di un’altra. Anzi, tutte le canzoni sono “singolabili”, ma il concept dell’album le tiene unite in un’unica indivisibile realtà. Non si conosce pratica che divida la parte dall’insieme. In un’era in cui si discute se sia ancora lecito parlare di generi musicali per incasellare la musica in raccolte da propinare al grande pubblico, Venerus sintetizza un genere tutto suo catalizzando funk, jazz, blues, soul, sonorità hip-hop, senza la pretesa, ma la certezza, di arrivare alle porte del pop. Le radio che in questi giorni stanno trasmettendo la sua musica ne sono la dimostrazione. Il virtuosismo che contraddistingue Magica Musica è una boccata d’aria fresca per il nostro paesaggio musicale, da tempo troppo statico e schiavo di influenze esterne. Con questo disco Venerus si propone come ambasciatore della transizione musicale italiana, pronto non a settare un nuovo standard, quanto un nuovo metodo di fare musica. In attesa di poterci ritrovare (e perdere) ad un concerto, l’invito è quello di continuare ad esplorarci: andare sempre più a fondo nella nostra coscienza, scuoterla come una palla di vetro alla ricerca dell’ennesima Magica Visione.
11 notes
·
View notes
Text
“ [...] perché è impossibile spiegare filosoficamente perché si ama e si vuole essere amati da quella precisa persona con l’esclusione di tutte le altre.
All’epoca, non ho cercato la risposta a questa domanda nell’esperienza che stavo vivendo. Non ho scoperto, come sto facendo adesso, qual era la base del nostro amore. Né che il fatto di essere ossessionato, nello stesso tempo dolorosamente e deliziosamente, dalla coincidenza sempre promessa e sempre evanescente del gusto che noi avevamo dei nostri corpi – e quando dico corpi non dimentico che «l’anima è il corpo» [...]
È così: la passione amorosa è una maniera di entrare in sintonia con l’altro, anima e corpo, e soltanto con lui o lei.
Siamo al di qua e al di là della filosofia.”
André Gorz, Lettera a D. Storia di un amore
#Andrè Gorz#lettera a D#storia di un amore#citazioni letterarie#citazioni#Gèrard horst#dorine#segno#presenza#sostegno#dialogo#spiegare#perchè si ama#impossibile#entrare in sintonia#anima#corpo#tu sei l'essenziale senza il quale tutto il resto perde il suo significato e la sua importanza#fine#senso di tutta la vita
21 notes
·
View notes
Photo
Che cosa può separarci ora? Abbiamo sofferto e siamo stati messi alla prova. Ogni velo di vergogna e diffidenza sembra essersi dissolto tra noi. Non vedremo negli occhi l’uno dell’altra le ore e ore di felicità che ci attendono?
Adorna il tuo corpo per me, carissima, sii bella e felice e amorosa e provocante, piena di ricordi, piena di desideri, quando ci vediamo. Ti ricordi i tre aggettivi che ho usato nel mio libro parlando del tuo corpo? Sono “musicale e strano e profumato”.
La gelosia non è ancora del tutto spenta. Il tuo amore per me dev’essere feroce e violento…
Lettera di James Joyce a Nora Barnacle, 22 agosto 1909
41 notes
·
View notes