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#l'eroe è morto
yomersapiens · 2 months
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Pensavo fosse amore invece era un altro esame alla prostata
Tutto sta andando esattamente come deve andare ovvero molto storto. Niente segue i piani. Ci sono costanti ritardi e io non sono una persona puntuale, mi vanto sempre di avere un'enorme pazienza. Lo dico a ogni ragazza "Non hai idea delle dimensioni della mia pazienza" e poi si sorprendono e confermano "Accidenti, ma è gigantesca, non ne ho mai vista una così grande!" e io sorrido soddisfatto ma oramai mi sono rotto le palle di essere paziente. Lo penso mentre entro in ospedale, un controsenso. Entro perché sono un paziente ma vuoi sia il caldo, vuoi siano i ritardi e i rimandi: sono diventato impaziente.
Mentre ero in bici stamattina faceva fresco, quel bel fresco che di sicuro finisce che mi ammalo. Mi hanno fatto entrare in una sala piena di studenti della mia malattia o affezionati del settore. C'era un dottore giovane al centro, penso stesse cercando di fare colpo sulla classe perché era eccessivamente preciso nel descrivermi gli effetti collaterali della prossima terapia che dovrei iniziare. Questa volta sperimentale, quindi ci sono pochissimi studi al riguardo e io mi sento come un porcellino d'India, uno di quelli spelacchiati però. Aspetto mi riempiano il pancino glabro con pastiglie dai risultati imprevedibili ma sorrido, perché almeno, forse, finalmente, qualcosa si muove. Ho bisogno di una novità o di qualcosa che funzioni. O forse solo di qualcosa che mi distragga? Ecco, penso che sia più che altro questo. Io me lo sarei fatto quel dottore oggi, così, davanti a tutta la sua classe, per insegnare agli studenti che cosa è la disperazione. Che faccia ha. Ma non se ne è fatto nulla, mi hanno mandato via dicendo che è ancora troppo presto e che devo essere ulteriormente paziente. Sicuro se lo limonavo mi infilava il nuovo farmaco nella scollatura.
È vero, ultimamente latito molto da queste parti, sono colpevole. È che sto scrivendo per una specie di magazine online e allora quando voglio spremere la prostata della mia creatività lo faccio laggiù ma mica perché io mi sia scordato di questo luogo, accidenti no. Io vi guardo. Vi spio. Vi ammiro e nel privato, vi desidero. Però laggiù in teoria mi pagano, in pratica mi fanno promesse e io sono un giovane pieno di speranze e sogni che ha imparato a portare pazienza e pazientemente aspetto.
Ieri ho festeggiato due anni di Ernesto, il mio gatto. In pratica un giorno mio fratello suona alla mia porta con un gatto rosso in mano e mi dice "Da oggi tu hai un gatto, io devo partire per le ferie" e da allora quel rosso pezzo di merda controlla la mia vita. Sta male con il pancino, mangia poco, fa la pupù brutta e l'ho portato dalla veterinaria e ho speso più soldi per lui che per la mia salute fisica e mentale. Quanto cazzo costa mantenere un felino? Un altro essere vivente in generale. Cioè, poi mi chiedono perché non ho figli. Ma io ho passioni, ho una carriera da morto di fame da mantere, mica posso permettermi il lusso di far crescere una mia copia in miniatura. Sicuro mi uscirebbe ancora più stronzo del sottoscritto e magari che vuole studiare pure. Ma col cazzo. Una cosa buona di Ernesto è che è stupido come la merda ma bello come il sole. Proprio come suo padre (me).
Ho lavorato per quasi un mese e mezzo in una cucina. Ho fatto l'aiuto cuoco. Ricordo che undici anni fa, quando mi trasferii a Vienna, ero pieno di sogni e speranze ma al tempo stesso ero consapevole dei limiti umani di cui soffrivo (essere stupido come la merda, che è una condizione più grave delle mie malattie croniche) e allora me l'ero già messa via e ricordo che andavo in giro per ristoranti di finti italiani (una cosa che ho imparato vivendo all'estero: più grande è il tricolore, più ossessivamente il locale è decorato con la bandiera italiana, meno i proprietari saranno della penisola, una volta bazzicavo in questa pizzeria chiamata "Pizzeria il Vesuvio da Mario" che era un'accozzaglia di stereotipi e il proprietario era un mistro tra un panda, Lino Banfi e un libanese e c'erano poster delle Marche ovunque, cioè chi cazzo appende poster delle Marche pensando sia una buona idea? Solo questa chimera più occhiaie che talento nel fare la pizza) (dove ero rimasto?) (ah sì) andavo in giro per ristoranti a pretendere di venire assunto solo per via delle mie origini. Non portavo manco un curriculum, dicevo: "Sono italiano, sicuro sono più bravo di voi a cucinare". Undici anni fa credevo davvero un sacco nelle mie scarse potenzialità nonostante l'essere stupido come la merda. Beh, all'epoca nessuno mi assunse e invece oggi, pensate un po'? No, nemmeno oggi mi hanno assunto. Mi hanno usato per sostituire uno che se ne doveva andare e invece alla fine non se n'è più andato. Però ragazzi, quante cose ho imparato lavorando in cucina. Tipo a tagliare i datteri! Oppure che altro, ah sì, a farmi le foto sembrando uno che ci sa fare con i coltelli. Il tutto perché sto guardando la terza stagione di The Bear e se prima ho detto che mi sarei limonato il dottore che c'era oggi in ospedale beh, non avete idea di cosa farei a quel cuoco modello di Calvin Klein.
Insomma, ho migliorato le mie capacità culinarie. A resistere allo stress. A tagliare. Oramai taglio che è un piacere e perché, con quale fine, se non fare da mangiare al mio gatto del cazzo che ha la diarrea da una settimana e se non gli preparato il tacchino magro con le verdurine poverino non mangia? Ecco cosa sono diventato, il cuoco personale del mio felino. Tornerei anche domani a lavorare in cucina perché, per una volta, il mio cervello era in pausa. Non avevo tempo per dargli ascolto, c'erano troppe cose da fare contemporaneamente. Ora capisco perché tutti ci infiliamo in lavori del cazzo: perché dobbiamo stare lontani dai discorsi che il nostro cervello si mette a fare.
Io al mio cervello gli voglio bene. Ma non siamo fatti l'uno per l'altro.
Qualche giorno fa mi è stato chiesto qual è la parte del mio corpo che mi piace di più e io non ho saputo rispondere. Non c'è una singola parte di me che mi piace. Ok, mi ritengo una divinità scesa sulla terra per via di una punizione ma al tempo stesso, questo corpo terreno, mi disgusta. Una volta avrei detto "il mio cervello" ma oramai neanche quello. Ha troppi problemi. È un vecchio motore a scoppio che cerca di restare al passo con i tempi ma viene lasciato indietro da tutto. C'è stato un periodo in cui siamo andati d'accordo ma ora non fa altro che sabotare ogni cosa bella che mi accade e amplificare le cose brutte e distrarmi dalle cose importanti e soprattutto non mi fa smettere di cercare carte Pokémon. Dai, io già non ho soldi, perché mi fai questo? Avessi un figlio e non un gatto sono sicuro che prenderebbe la mia collezione di carte e ci vomiterebbe sopra. Almeno Ernesto mi vomita solo su i pavimenti. O nelle scarpe. O nello zaino. Per questo motivo sono andato a lavorare in cucina, per migliorare e farlo smettere di vomitare ovunque. Ha funzionato? Aspettate un attimo che pulisco il vomito dal tappetino della cucina e ve lo dico.
Il bello del passato, quando è veramente passato e smette di fare male, è che puoi ricordare selettivamente solo le parti che ti fanno comodo e pensare che poi, alla fine, non sia stato così una merda. Che gli anni di psicanalisi siano quasi stati divertenti perché ehi, sono passati! Per questo torna il fascismo e l'ignoranza e la demenza e persino io che sono stupido come la merda me ne rendo conto che qualcosa non torna. Il passato è passato e così deve restare ma se siete come me, una persona che è costretta a portare pazienza da tutta la vita, allora il passato sembra un luogo fantastico. È il momento in cui le cose non andavano così male. Il presente mi fa paura. Mi fa ancora più paura pensare al domani, con una terapia nuova che magari non funziona e un gatto che vomita e caga ovunque e io senza un lavoro decente ma una una collezione di carte Pokémon da fare invidia a qualche bambino alle soglie della pubertà. Poi anche lui andrà incontro al mio stesso destino, scoprirà la figa e Pikachu andrà a farsi fottere fino al momento in cui pure la figa perderà il suo potere e penserà "Oddio sono finalmente libero!!!" e invece no, torna Pikachu e 'sto giro costa il triplo.
Ho bisogno di certezze se voglio dare certezze ma al momento l'unica cosa che riesco a dare è la certezza di non starci con la testa. Da fuori sembro anche capace di controllare tutto ma se entrate un secondo dentro il cranio ci sono le matasse di pelo di Ernesto e la polvere. Io pensavo che dopo il libro tutto sarebbe stato in discesa e invece manco per il cazzo. Dopo che realizzi il tuo sogno ti rendi conto che la bestia di insicurezze che hai dentro non si placa. Il mio mostro vuole di più, non si accontenta e io come posso spiegargli che per me è già abbastanza così, vivere con la consapevolezza delle mie copie vendute sentendomi in colpa per non essere stato migliore delle mie aspettative. La mia bestia interiore è più vorace di Ernesto davanti a una scatoletta Gourmet Gold (mica cazzi per lui spendo) e poi divora e smembra e aspetta io mi volti soddisfatto per rigurgitare ogni brandello sul pavimento, fissarmi con i suoi occhi a feritoia per sfidarmi dicendomi "Voglio di più, ancora, meglio, questo non era abbastanza".
Ci ho riflettuto e io sono un figlio degli anni 80. Sono nato in un'epoca in cui ci hanno inculcato, come verme distruttivo, il pensiero che se non riesci a ottenere una cosa è solo perché non stai lavorando abbastanza. Devi lavorare di più e la otterrai. Fottuto verme del cazzo, io vorrei solo dormire la notte e avere una terapia che funzioni. A me, dei tuoi desideri non importa una sega. Però sai com'è, nella mia testa ci sei tu e io non sono un pozzo di intelligenza, sono stato cresciuto così dalla televisione e da quarant'anni di Berlusconi e dai fottuti americani e i loro film del cazzo e mi sono sempre identificato nell'eroe inaspettato, colui sul quale nessuno avrebbe mai scommesso e alla fine porta a casa il risultato e la partita e vince tutto e io cosa ho vinto? Ho più paranoie che parole e se siete arrivati a leggere fino a questo punto vi state rendendo conto dell'abisso. Il successo, la realizzazione del noi è un'utopia. La calma, la pace, il silenzio del verme nel cervello è l'obiettivo. Anche il proprio gatto che smette di avere diarrea e vomitare è un altro obiettivo ok.
Sono stato bene per un periodo e ora aspetto solo di avere nuovi sogni che accuratamente cercherò di non realizzare per tornare a stare bene.
Quando mi guardo intorno cerco di capire se sono il più vecchio nella stanza. Sono a quel punto dell'età dove non è facile capirlo. La maggior parte dei miei coetani appare vecchia come un 56k e io li guardo e penso "Cristo ma faccio schifo come loro?" e magari loro hanno una copia di se stessi che sta crescendo e che costa un sacco più del Giratina V che tanto desidero mentre io invecchio e basta e i miei tatuaggi sono stupendi perché ho una pelle magnifica ma il verme in testa mi ripete quanto dovrei fare (invece di bere solo alcolici che saranno controproducenti per la prossima terapia) è solo l'ennesimo prodotto del capitalismo che è servito ai nostri genitori per comprare casa quando avevano vent'anni mentre a noi cosa resta? Portare pazienza. Ecco cosa ci resta.
Il mio amico Matteo (che non sono io, è un altro Matteo, Matteo è un nome molto comune) mi ha detto che da quando ha divorziato ha perso interesse nell'uscire e conoscere nuove persone e mettersi in gioco perché ritiene di aver scopato abbastanza per questa vita. Lo invidio molto. A me scopare piace ma io, se c'è una cosa che metterei da parte per questa vita, è continuare ad avere sogni e desideri. Ne ho avuti abbastanza. Tutti figli del capitalismo e di una realizzazione di sè che non ha senso.
Finisco il mio ultimo vino, rileggo quello che ho scritto e maledico questo posto dove riesco, mio malgrado, a essere la versione di me stesso che vorrei essere sempre.
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elperegrinodedios · 1 year
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Testimonianza di un convertito...
(Quarta parte)
Rimasi lì seduto tutta la serata a fare sarcasmi sul film e presi molto interesse per Nicky Cruz. Vedete, voi pensate con una mente e ora come Cristiano anch'io penso con la stessa mente ma come stregone pensavo con una mente diversa: Dave Wilkerson (Il pastore) era il nemico e Nicky Cruz (il criminale) era l'eroe. Cosi, rimasi seduto e pensavo questo tipo è in gamba e convertirà il predicatore... e poi lui si salvò! Ora, quel termine non voleva dire niente per noi ma quando poi lui cambiò dal vecchio Nicky Cruz, al nuovo Nicky Cruz, allora quello davvero significava qualcosa: era impossibile! Se Nicky Cruz era cambiato era davvero un miracolo incomprensibile a qualsiasi stregone. Veramente incomprensibile!
La pietra angolare tutto il fondamento della stregoneria è che non si può far un sortilegio non si può mescolare una pozione, non si può fare un rito senza una salda conoscenza della astrologia. E' la base, di tutte le pratiche della Stregoneria. Uno dei suoi insegnamenti è che si nasce con una tal personalità e non si può fare niente per cambiarla e la mia, era piuttosto squallida così come era.
Così uscendo da lì mi trovavo in uno stato a dire poco confusionale, di stress mentale, di grande oppressione e di un forte senso di smarrimento. La mia condizione io l'avevo ereditata e tutto ciò che avevano i miei genitori era stato trasferito a me. In altre parole avevo ereditato i loro demoni o alcuni simili a loro. E cosi, io non ero mai stato libero dal momento in cui quel dottore mi aveva dato la pacca sul sedere in sala parto, fino a tale notte del '72. Forse voi quando vi siete salvati vi siete sentiti meravigliosamente, ma non penso, che vi siate sentiti così tanto meravigliosamente di me, quando mi sono salvato io!
Per la prima volta potevo pensare da solo senza questo peso, come del cotone nella mia testa; è più o meno il solo modo per descriverlo. E la mia sensazione era quella che se mi avessero ucciso uscendo da quel posto ora io, sarei morto felice. E me ne andai senza pensare a nessun pericolo. La notte seguente tornai dicendo: "Vorrei vivere abbastanza a lungo da potermelo godere!". Ed il motivo era che non si abbandona la Stregoneria una volta che si è stati iniziati: una volta dentro, dentro per sempre! La mia vita ora, ogni giorno, è in continuo pericolo: quella di mia moglie e la mia e quella di tutte le persone che ne sono poi uscite. I Cristiani rimangono stupefatti, quando dico loro, che il più grande mago, stregone che sia mai esistito fu re Salomone. Quando tornò indietro, tornò veramente indietro! E come tutte le cose che ha scritto nella Bibbia, sono davvero grandi cosi altrettanto grandi sono quelle scritte nella Bibbia della Stregoneria!! Gli stessi riti di iniziazione e anche come preparare Bibbie della Stregoneria o come evocare demoni, sono tutte cose scritte e create da lui. Questi che seguono sono tipi di gioielli creati mediante la istruzione demoniaca per persone molto importanti.
Prima di raccontarvi cosa significano, io voglio dirvi questo: "Era impossibile comperare questi ornamenti, eccetto la croce ansata, al di fuori di un negozio di Stregoneria", fino a pochi anni fa. Erano fatti a mano, da gioiellieri appartenenti al sacerdozio, e venduti solo agli stregoni iniziati nei negozi di occultismo. "Da allora gli illuminati hanno deciso che uno degli scherzi peggiori che potevano fare ai Cristiani era mettere loro questi gioielli attorno al loro collo e sulle loro mani". E il motivo è: "Che questa roba attira i demoni" "Essi si abbarbicano nei posti dove la si trova".
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Ora, se rimanete scioccati nel vedere di seguito la Stella di David è perchè solo recentemente è stata chiamata la Stella di David. Per migliaia di anni era stata chiamata Esagramma o Sigillo di Salomone.
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Ora, quandob una strega, vuole praticare atti di Stregoneria si mette un pentacolo che è la stella a cinque punte dentro a un cerchio, che è la loro forma di protezione più forte. Dopo, depongono questa stella a sei punte, cosi detto esagramma, l'inglese "hex", che vuole dire "fare magia nera o lanciare un sortilegio su qualcuno". Cosi che, la mettono in un cerchio sul pavimento e questo fa apparire i demoni, secondo le loro istruzioni. È il segno più "maligno della Stregoneria". Lo so che forse, non riesco a farvi capire, quello che vorrei farvi capire, ma è molto pericoloso avere quell'affare. La "stella a cinque punte" dentro al cerchio, il pentacolo con una punta verso l'alto, significa Stregoneria; con due punte verso l'alto significa culto del demonio o Satanismo.
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È interessante notare, che il simbolo della stella orientale, è una stella a cinque punte con le due punte in su. Simboleggia la testa di capra, che secondo i satanisti rappresenta il diavolo ed essi usano questa testa di capra e la adorano proprio come adorassero il diavolo stesso. (Segue)
Fine quarta parte
lan ✍️
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lamilanomagazine · 7 days
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Addio a Totò Schillaci, l'eroe delle "Notti Magiche" di Italia '90
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Addio a Totò Schillaci, l'eroe delle "Notti Magiche" di Italia '90. Salvatore "Totò" Schillaci, indimenticato protagonista dei Mondiali di calcio di Italia '90, è morto a 59 anni dopo aver combattuto contro il cancro.... Leggi articolo completo su La Milano Read the full article
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bergamorisvegliata · 8 months
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LA RETORICA PATRIOTTARDA: NESSUNO È MORTO PER FARE L'ITALIA, RICORDATELO! -di Sergio Ragaini-
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Negli anni 90, quando c'era il fenomeno Leghista, con slanci di secessione, veniva recitato una sorta di "mantra", che era: "È morta tanta gente per fare l'Italia". Anche tra le generazioni più giovani questa frase era spesso recitata. E spesso diventava addirittura: È morta tanta gente per unire l'Italia ". In effetti, nessuno è morto per fare l'Italia. Se non quelle persone che, in nome dell'Italia, sono state mandate a morire. Questa, però, è ben altra cosa! Infatti queste persone non sono morte "per fare l'Italia", ma "a causa dell'Italia". Ed è esattamente l'opposto! Quando ho chiesto ad una persona, tra l'altro di una certa Cultura, quando queste persone sarebbero morte per fare l'Italia, la sua risposta era stata: "Durante le guerre mondiali".
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Ovviamente, durante le guerre Mondiali, nessuno era morto per fare l'Italia, visto che già esisteva un Regno d'Italia, e le Guerre Mondiali, di conseguenza, non avevano alcuna relazione con l'Unità d'Italia. Però la gente ci credeva: e, a quanto pare, anche le persone di Cultura. Ancora, sempre in quel periodo, anche la Resistenza veniva citata come impulso volto all'unità d'Italia: mentre, al limite, era uno slancio contro il Fascismo e il Nazismo. Tuttavia ,con l'Unità d'Italia non aveva alcuna relazione. Tutto questo è evidente: tuttavia, questi concetti venivano ribaditi a mo' di mantra, sotto un puro impulso emotivo, senza nemmeno pensare che non volevano dire niente: semplicemente perché falsi. Questo è ciò che continua a tenere in piedi l'Italia: la Retorica Patriottarda. Su questo l'Italia si fonda. E il suo grande eroe, al quale sono state dedicate Vie, Piazze e persino Stazioni Ferroviarie, è Giuseppe Garibaldi,
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un pirata e ladro di cavalli in Sudamerica, un mercenario in Italia, ma venerato come "L'Eroe dei due Mondi". E tutta questa retorica, condita con informazioni fasulle, non permette alle persone di capire che l'Italia è la nostra rovina. Se, solo per un istante, questo venisse compreso, l'Italia, almeno nella forma attuale, finirebbe domani.
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lettieriletti · 1 year
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L'eroe è morto - Serie completa da 1 a 20
L’eroe è morto – Serie completa da 1 a 20 Il mondo è in pericolo! Solo il leggendario Eroe può salvarlo, ma… è morto. E un contadino codardo e un po’ pervertito dovrà prendere il suo posto (e il suo corpo) per lanciarsi in un’avventura fantasy che fa il verso ai successi Danmachi e SAO!  
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05.04.79
“You change your name, you change your mind, and leave this fucked up place behind, but I'll know. Yeah, I'll know.”
Ellen sparisce dietro l'angolo col corridoio, una carezza sulla testa della figlia che sancisce l'inizio della fine.
«Lo faccio, Ash. E poi ce ne andiamo».
La bambina le sorride. Fa finta di starsene rannicchiata sul suo letto, le cuffie più grandi di lei a premerle sulle orecchie e proteggerla dai rumori della vita che va. Ma non dura molto. Appena la madre scompare dalla sua vista ecco che il corpo intorpidito si muove da solo, i calzini spaiati incontrano il pavimento gelido della stanzetta e le mani s'ancorano allo stipite della porta, e se potesse lancerebbe gli occhi in soggiorno come potessero diventare le stelle del gigante Thjazi tanto tempo fa.
È solo un mormorio sopito, un ruscello che riposa d'estate. All'inizio. È l'eco dei passi scalzi di una ragazzetta bionda che capisce e no, che interviene e no, che mantiene il tuo segreto con tutto ciò che ha invece di chiedere aiuto, la voce cadavere in una gola asciutta quando anche solo ci pensa.
E quando il tonfo sordo di ossa, pelle, muscoli, le parti morbide, deboli, fragili di un essere umano che si scontrano col freddo e col male e col buio, le arriva all'orecchio subito scatta in una corsa che pur di pochi metri le incendia i polmoni. Piccola contro la soglia in chiaroscuro del soggiorno, una figura che vorrebbe stagliarsi ma tremola come fiammella in autunno.
Lo sbattere d'ali della civetta in camera contro le sbarre le ricorda che deve fare qualcosa, foss'anche urlare, foss'anche...
Qualcosa. Non gelare come corpo morto. Stringere i pugni. Parlare, che Ronan ha paura del rumore delle corde vocali consumate.
«LASCIALA STARE» e prenditela con me, vorrebbe dire, che non ho la tua taglia ma forse ho il tuo fuoco,
la tua rabbia,
i tuoi occhi.
Il volto si tinge del freddo di Londra che sua madre ha voluto per lei, due borse piene e che non si chiudono sui sedili posteriori della macchina in vialetto.
Quel qualcosa che vola le sembra quasi un UFO o un presagio, ma lo allontana, dopo quel colpo di mano con cui a ferirla è la fede, uno scherzo del destino che è da vent'anni che porta al dito tutti i santi giorni.
Come un film disgraziato Ellen è l'eroe che con le tempie gonfie e le ginocchia che tremano la prende in braccio e la porta via, e tampona il sangue con le mani, con le maniche, con quello che può.
È un attimo, un sogno che quando apre gli occhi si scorda che è reale e le fa fare domande. La vede sorridere tra le palpebre socchiuse e sorride anche lei, anche se il labbro le brucia. Il frullio delle ali di Pearl e il nuotare sereno di Romeo le chiedono di voltarsi e accorgersi che va tutto bene, anche se è in pigiama a sorvolare l'autostrada, un'aranciata grande nel sottobicchiere dell'auto.  
«Che è successo, mamma?».
«Ce ne siamo andate».
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shinjumidori · 6 years
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New entry! ❤️
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ryo-maybe · 2 years
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Saw Yuusha wa shinda at a local library and just about had a conniption
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imperotenebre · 7 years
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newsintheshell · 2 years
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▶️ THE LEGENDARY HERO IS DEAD: ONLINE IL SECONDO PROMO (TANTI VIDEO OGGI, SÌ) PER LA SERIE ANIMATA IN ARRIVO DAL 6 APRILE!
A portarci in simulcast la commedia fantasy, tratta dal popolare manga firmato da Subaruichi, edito in Italia da J-POP Manga con il titolo L'EROE È MORTO!, sarà Crunchyroll.
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alfredomedici · 3 years
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PAGINA 80
Ines era li perché lo stupido cocainomane Enrico immediatamente doponla sparatoria contro Arturo le aveva telefonato dicendole che 《u duttor l'agghjie lass't sang sang nterr! E mo n' pot chiù mbrugghià ne a te e ne a me. L' agghjie lass't for o campsant...( il dottore l'ho lasciato sanguinante per terra! E adesso non può più imbrogliare ne te ne me. L' ho lasciato fuori al cimitero...)》.
La voce concitata e lugubre di Enrico aveva convinto la spaventata donna a chiamare il 118, la polizia e correre lei stessa all'entrata secondaria del camposanto.
Arturo difatti era in un mare di sangue e ad Ines parve morto.
Ma il medico e gli infermieri del servizio d'urgenza avevano già attaccato una flebo nella vena della vittima e trasferito sulla lettiga e quindi nell'ambulanza quel corpo irreale ma riconosciuto, tanto che Ines riprese la speranza e con la speranza un pezzo di inaspettata felicità.
In ospedale Arturo fu sottoposto a trasfusione fino a riprenderlo e prepararlo per la sala operatoria.
Al lento risveglio dallo stato stuporoso Arturo cominciò a percepire la bocca secca e voglia di fare pipì.
Si ritrovò con tubi infilati un po dappertutto e con l'immagine del dott. Rocco Mondello, sua antica conoscenza adolescenziale, un fascistello qualunquista diventato chirurgo, che lo sovrastava dall'altro capo di quel contenitore con assi d'acciaio che doveva essere un letto d'ospedale.
《Caro Arturo! Mi hai riconosciuto? Sono Rocco, ricordi? Sei stato vittima di una sparatoria e hai un fegato attraversato da un proiettile che è uscito dal fianco ed un altro che andremo ad estrarre con facilità》.
<porco cazzo> si trovò a pensare Arturo <essere salvato da sto stronzo è poco dignitoso, e poi gli dovrò essere grato per anni!>.
Fu in quel momento che lo scrittore Alessio Medici gli chiese: 《vuoi vivere, tornare con Ines e rivedere i tuoi amici e pazienti? Oppure vuoi fare l'eroe e rifiutarti di farti operare da un coglione di persona che non hai mai stimato?》
Arturo ci pensò un po e si trovò a rispondere al suo autore: 《visto che è solo una storia inesistente puoi farmi morire da eroe? Rifiuto l'intervento di quel fascista raccomandato. Mi fai dire le ultime parole d'amore ad Ines e poi mi lasci morire con gioia come in un film di Frank Capra》.
Alessio, perplesso, accontentò Arturo.
Fece entrare nella stanza Ines in lacrime. Fece dire ad Arturo tutto l'amore che aveva sempre provato per lei e così lasciò morire Arturo.
Da eroe.
Come aveva sempre sperato.
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ideeperscrittori · 4 years
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MATTEO RENZI E L'USO DEI MORTI
I morti non possono parlare e tanta gente ne approfitta. Su Facebook trovi un mucchio di stronzate attribuite a Einstein, a Voltaire, a Oscar Wilde e persino a Charlie Brown, che non è morto ma non può più dire niente perché è morto il suo autore. Quelle stronzate in realtà sono elucubrazioni di persone che usano una tecnica vecchia come il mondo: il principio di autorità. L'ha detto Tizio e allora posso evitare un lungo ragionamento che non sarei in grado di fare. È vero e basta. Contraddirmi significa essere brutte persone. Significa sputare sulla memoria di Tizio. Per fortuna oggi c'è Google e bastano rapidi controlli per capire che Tizio non si è mai sognato di pronunciare certe parole. Tanta gente evita questa fatica, forse perché inserire qualche parola chiave su Google è contrario alla sua religione, e si limita a condividere il presunto parere di Einstein, anche quando Einstein dice che vogliono inserire microchip nei nostri corpi con i vaccini e che le scie chimiche ci uccideranno tutti. Esiste un altro modo per usare i morti: inventare quello che direbbero se fossero ancora qui. I morti non possono tornare in vita per punirti, per sputtanarti, per urlare sui tetti del mondo il loro barbarico: "È una stronzata che non direi mai". Matteo Renzi ha usato questa tecnica e l'ha fatto nel modo peggiore, perché ha scavato in una ferita. Si è servito dei morti di Bergamo e Brescia per rovesciare addosso a chi lo ascoltava l'applauso immaginario delle vittime di una catastrofe. Quei morti sono stati arruolati nel suo esercito immaginario. Matteo Renzi ha affermato: "Se i morti di Bergamo e Brescia potessero parlare direbbero: ripartite anche per noi". Ha detto "se potessero parlare" per dipingersi come l'eroe che restituisce la voce alle vittime. Google non può aiutarci a smentire il suo delirio messianico. Ma non serve Google per capire che si tratta di un'azione ignobile.
— L’Ideota
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ilsalvagocce · 4 years
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toti dichiara che gli anziani non sono indispensabili la moglie di sean connery dichiara che suo marito soffriva di demenza senile
sean connery è james bond
mi fa sorridere james bond che non trova le parole
mi fa sorridere james bond che ti dà il cucchiaio se gli chiedi il bicchiere
lo amo di più
l'eroe è fragile
sei fragile pure tu mia madre è affetta da demenza senile mio padre assomiglia a sean connery
aspettiamo che passi la bufera restiamo con la mascherina pure seduti in poltrona bordeaux, cuciniamo il ragù ci vediamo sotto casa magari, mia madre è una 007, intoccabile, bellissima, mio padre è guglielmo da baskerville, è  il padre di indiana jones e tutto assieme, è bellissimo pure lui, mi ha chiamato e ha detto hai sentito? è morto sean connery, e io gli ho detto ora sei l'unico al mondo, abbiamo sorriso dispiaciuti, siamo fragili e siamo indispensabili.
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abr · 4 years
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RIP Pablito. 
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Vincitore del concorso "Racconti siciliani 2020"
Titolo: Antieroe (parte 1 di 3)
Genere: fantasy
Copyright: Tutti i diritti riservati
"Il Male nasce dal Bene.
Il Bene nasce dal Male.
Un inverso che saprà
legarli insieme
sarà la salvezza"
Stupidi massi! È la quarta volta che inciampo!
Potevamo prendere un
sentiero meno scosceso e invece no! Passiamo tra alberi caduti e rasoi di pietra!
Non capisco il loro odio per le scorciatoie...
Come se fosse meglio faticare e rischiare di spezzarsi l'osso del collo!
Non ce la faccio più, sono esausta.
I gemelli dicono che abbiamo cominciato a camminare quindici minuti fa, ma sono sicura che lo dicono solo per non sentirmi lagnare.
Sarà più di un'ora che saliamo su questa collina, altrimenti non sarei così stanca e le gambe non si piegherebbero da sole ad ogni passo... No, non ho nè mal di testa nè sento strane voci che mi chiamano... Sì, ho capito, ho capito! Mi muovo! Uff, non sono indistruttibile come voi!
...
Già...
...
Chi vogliamo prendere in giro!
Nessuno di noi è indistruttibile, ecco perchè Vidrik è morto.
Ma se non lo sono loro che... AHIA! Un'altra volta! POSSIAMO PRENDERE UNA SCORCIATOIA ALMENO PER LA DISCESA?!
E siamo a cinque cadute... e continuo anche a non sentire nè voci nè dolore alla testa...
Di questo passo arriverò in cima grondante di sangue...
Di che stavo parlando?
Ah, sì. Se non sono indistruttibili loro che sono eroi coraggiosi da più tempo di me, io lo sono ancora meno.
...
Se cado per la settima volta, giuro che impreco!
Che schifo, ho le mani piene di terra e sangue!
Avevo lavato i pantaloni ieri...
Spero di non prendere qualche infezione...
Non ridere, Xandra! Sono proprio i tagli più piccoli che causano i danni maggiori... Bravi, sì, prendetemi in giro!... Non vi conviene offendere l'eroe che vi salverà tutti!
Mi viene da ridere.
Non posso averlo detto!
Sarà tutta quest'atmosfera epica che mi sta dando alla testa.
Io non sono un eroe, sono tutto l'opposto di ciò che un eroe dovrebbe essere.
Quando Melissa ha perso il lavoro mi è dispiaciuto moltissimo, ma oltre a questo non ho fatto nient'altro per lei.
Il mio dispiacere è stato l'unico aiuto che le ho dato.
Avrei potuto chiedere al panificio di fronte casa se cercavano personale, solo che era troppo faticoso andare fin lì dopo una giornata estenuante all'università.
Faccio sempre così. Se vedo qualcuno in difficoltà mi giro dall'altro lato, fingo che non succeda niente e continuo per la mia strada.
Proprio come alle medie, quando cambiavo corridoio ogni volta che vedevo Gaia che veniva presa in giro da quelle dell'altra classe.
Che potrei mai fare io, pigra e codarda come sono?
Anche quando mia madre aveva avuto l'incidente in auto ed era finita in ospedale ho sofferto molto, ma dentro di me ero sollevata perchè non era successo a me.
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synaptica · 4 years
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Re Mida e l'oro
Narra il mito che un giorno Mida ritrovò il vecchio satiro Sileno, compagno del dio Dioniso a lui molto caro, mentre vagava ubriaco nei suoi giardini. Avendolo riconosciuto ed essendo un seguace del culto di Dioniso lo accolse a braccia aperte e diede per lui una festa durata dieci giorni. Alla fine della festa re Mida riaccompagnò personalmente Sileno da Dioniso che al rivederlo, avendolo dato per morto, non stava in se dalla gioia. Dioniso per ricompensare Mida, gli chiese di esprimere un desiderio e lui l'avrebbe esaudito. Mida ci pensò un attimo ed alla fine decise di chiedere al dio la facoltà di tramutare in oro ogni cosa che toccasse. Grande fu la gioia di Mida mentre sperimentava il suo dono mentre faceva sogni di gloria e di potere. Ecco cosa Ovidio ci racconta (Metamorfosi, Libro XI) "(...) Bacco esaudì il desiderio, sdebitandosi con quel dono, presto fonte di guai, ma allo stesso tempo si rammaricò della scelta fatta da Mida. Lieto, godendo a suo danno, se ne andò via l'eroe di Frigia ed iniziò a toccare ogni cosa per saggiare il suo dono. Quasi non credendo a se stesso, staccò un rametto verdeggiante dal ramo di un basso leccio e quello diventò d'oro. Prese un sasso da terra ed anche quello divenne colore dell'oro. Tocca allora una zolla di terra: al suo magico tocco diventa una pepita d'oro; raccoglie aride spighe di grano: un raccolto d'oro; stringe un frutto raccolto da un albero: lo si direbbe un dono delle Espèridi; se poi avvicina le dita in cima a uno stipite e quello appare tutto sfolgorante. Persino mentre si lava le mani nell'acqua limpida, quell'acqua, fluendo dalle sue mani, potrebbe ingannare D��nae. Immaginando d'oro ogni cosa, Mida non riesciva più a nascondere le sue speranze. (...)" Quando arrivò a casa e venne l'ora di cena, i servi iniziarono ad apparecchiare la tavola e fu a quel punto che Mida si rese conto del vero significato di quel dono. Ecco come Ovidio ci narra quello che successe (Metamofosi, Libro XI): "(...) E mentre esulta, i servi apparecchiavano la tavola, imbandendola di vivande e pane tostato. Ma, ahimè, ora, come tocca i doni di Cerere con la mano, quei doni diventano rigidi; se poi con avidità cerca di lacerare con i denti qualcosa, appena l'addenta una lamina d'oro ricopre la pietanza; mischia ad acqua pura il vino del suo benefattore Bacco: oro liquido gli avresti visto colare dalla bocca. terrorizzato per l'inaspettata sciagura, ricco e povero insieme, vuol sottrarsi all'opulenza e odia ciò che aveva un tempo tanto sognato. Tanta abbondanza non può calmargli la fame, arida di sete gli arde la gola e, come è giusto, inizia ad odiare l'oro (...)" Grande fu lo sgomento ed il terrore tanto che corse da Dioniso per pregarlo di togliergli il dono nefasto. Il dio, mosso a compassione, disse a Mida di andare a bagnarsi alle sorgenti del fiume Pattolo, che sgorgavano dal monte Tmolo, perchè le acque avrebbero portato via il suo dono. E così fu. Da allora la leggenda vuole che le acque di quel fiume si arricchirono di sabbie aurifere.
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