#l’ha presa proprio male stavolta
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Oh to be a put*ana come autorevolmente affermato da Elodie in the brodo mefitico del mondo nuovo
#sanremo 2023#pillon#l’ha presa proprio male stavolta#sanremo#Italy tag#italian#Italian typical bullshittery
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headcanon featuring: nahris surana, anders language: ita
trigger warning: death (s*), angst/comfort
I Sotterranei della torre non sono il miglior posto per gli incontri. È sempre buio e c’è una grande umidità a causa del lago che li circonda, ma non ha importanza. Ai Templari non piace andare lì, così non controllano mai. Di solito, Anders è il primo a presentarsi ai loro appuntamenti quotidiani. Legge e rilegge sempre lo stesso libro, mentre Mr. Wiggums dorme appollaiato sulle sue gambe. Nahris arriva solo dopo che ha finito tutte le lezioni del giorno – che sono tante – e a quel punto restano in silenzio a farsi compagnia, oppure chiacchierano un po’. Certe volte Anders sparisce e Nahris sa che ha di nuovo tentato di scappare. Allora scende comunque nei Sotterranei, perché ormai ha giurato che si sarebbe presa cura di Mr. Wiggums. Ma oggi è diverso. Quando Anders arriva, Nahris è già lì, raggomitolata per terra con la schiena contro il muro. Decide di imitarla e di sedersi lì, proprio a fianco a lei, e resta zitto, in attesa. «L’ho visto.» Oggi un amico di Anders è morto. Lo hanno trovato impiccato tra gli scaffali della libreria. È il terzo in due mesi. Il mago schiude le labbra, alla ricerca della cosa giusta da dire. Ma si rende conto che non c’è. Prova ad allungare la mano verso la spalla della ragazzina, che finalmente alza il capo e si gira a guardarlo. Solo ora si accorge che non l’ha mai vista piangere. «Non ce la faccio più! Io 𝘰𝘥𝘪𝘰 essere così! 𝘓𝘰 𝘰𝘥𝘪𝘰!» Sbotta, a voce più alta di quanto dovrebbe. Mr. Wiggums si strofina contro di lei, ma Nahris sembra non accorgersene. È come se una coltellata avesse appena trafitto il petto di Anders. Vederla stare male così, per una cosa che non ha scelto di essere, gli fa male. «Nessuno lo capisce.» Prosegue l’elfa, asciugandosi frettolosamente la guancia. «Jowan pensa che sto esagerando. Che almeno 𝘪𝘰 non dovrei lamentarmi, perché i professori mi amano tutti e persino i Templari mi lasciano stare—» il prezzo di essere la preferita di Irving, immagina. «Ma 𝘭𝘰𝘳𝘰 sono ovunque. Dormo e mi guardano. Mangio e mi guardano. Studio e mi guardano. Me li sento addosso continuamente, anche quando non ci sono.» Anders le rivolge un’occhiata di pietà. «E ogni tanto penso che potrei farlo anche io. Perché no? Una corda non è così difficile da Evocare.» «Nahris,» la interrompe l’altro, accennando stavolta a un abbraccio vero e proprio, «tu puoi cambiare le cose. Ma per farlo devi essere viva.» «𝘊𝘰𝘮𝘦? Tutti quelli che si ribellano vengono spariscono o... 𝘱𝘦𝘨𝘨𝘪𝘰.» Il solo pensiero di poter diventare un’Adepta della Calma le mette i brividi. «Sei ancora troppo piccola per questo.» La rimprovera, passando la mano tra i suoi capelli rossi. «Quando sarai più grande capirai.» «Ma io non voglio capi—» «Ti prometto» e abbassa lo sguardo, alla ricerca del suo, «che troverò un modo per portarti fuori da qui.» Anders raramente fa promesse. Nahris abbassa le palpebre, sciogliendo la rigidità della posa per abbandonarsi meglio contro di lui. Mr. Wiggums si intrufola tra le loro gambe. Restano così a lungo.
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Lottare:
Impegnare le proprie forze materiali o spirituali in una decisa azione di affermazione o di difesa, combattere. E’ questo che trovo scritto se cerco su wikipedia il significato di questo verbo (Avrei potuto prendere un Garzanti ma per te sarebbe stato ancora più incomprensibile apprenderne il significato) Analizzando il significato del verbo devo dire che “AFFERMAZIONE-DIFESA-COMBATTERE” calza a pennello. E si , lo sai perchè? perchè in circa 365 gg ho affermato di essere innocente difeso il nostro amore e combattuto per noi . Peccato che la tua moneta di ricambio non è stata piacevole per niente e continui ad ostinare a non capire. Ho sbagliato. Ho fatto esplodere una bomba. Ho sofferto tanto.. mi sono presa anche le colpe che non avevo gli insulti che non meritavo e che continuano a risuonarmi nella testa , ho chinato il capo per noi , per me e per te . Perchè io senza te non so vivere. Stasera poi hai affermato praticamente che dopo un anno ANCORA non mi merito le tue “sorprese” , non mi merito un ragazzo che mi venga a trovare nella città in cui studio a meno che non sia io a portarlo, non mi merito un ragazzo che scampanella sotto casa perchè vuole far pace con me , non mi merito un ragazzo che dice agli altri che sono la migliore di tutte , non mi merito un ragazzo che mi faccia trovare uno straccio di disco scaricato illegalmente dicendomi “so che ti piace sta roba e volevo farti felice” , non mi merito le scuse del mio ragazzo , non mi merito di farmi guarire perchè DEVO guarirmi unicamente da sola, non mi merito la ragione perchè la regione è sempre tua da un anno a questa parte , non mi merito di dire “ma no amore non è così” , non mi merito di dire “sono triste perchè xxxxx” , non mi merito di potermi lamentare, non mi merito di pretendere perchè io devo solo DARE AMORE . Ho lottato tanto amore mio , ma proprio tanto, non mi son mai abbassata a tanto per nessuno , mi hai fatto provare una soglia del dolore a me sconosciuta e sai quanto io sorpottio il dolore. Ti ho solo chiesto di combattere insieme dopo un anno .. perchè penso di meritarmelo un po , penso di continuarla con te sta lotta al mostro ma te no amore mio , tu dici che non devi fare nulla che ti sei afflosciato e se mi va bene così bene altrimenti posso scegliere di andarmene. Sai cosa penso ora Amore mio? Che tu non mi voglia, perchè non hai voglia di lottare non hai voglia di ternermi , mi sento sola,non accettata, derisa. C’è il mio alterego che mi sta sputando addosso per quanto sto strisciando. Il fatto è che te sei il mio Amore e non voglio perderti. Pensi che faccia bene? Sapere che hai bruciato tutto ciò che ho creato per te disegni lettere parole, tu non puoi immaginare quanto tenga ai miei disegni, me ne ero quasi dimenticata la mia mente lo aveva rimosso sai perchè? Perchè se ci penso penso anche che non ti meriti il disegno a seguire , ma vedi amore io un altra chance te l’ho data ti ho ridato in mano parte di me un mio diisegno anche se pensavo che non lo meritassi , me ne hai chiesto un altro e ancora non l’ho fatto sai perchè amore? perchè ho paura. Si cazzo, ora ho paura e ho paura anche per il disegno che hai appeso , ho paura perchè se dopo un anno non hai voglia di lottare con me per me vuol dire che io non mi merito nulla e che ogni sforzo fatto fino ad ora sia vano. Dici che non faccio più nulla bhe amore .. ora sai cosa si prova a non sentire più attenzioni. Io lo so che il principale problema per te rimarrrà il sesso , ma ti giuro non è un problema posso darti sesso ogni volta che lo vorrai ma non cercare amore perchè l’amore si fa in due non in uno e l’amore è come una lotta . Se te non lotti con me non puoi nemmeno fare l’amore. E si Amore mio mi sono rassegnata.. te non vuoi lottare per me non me li merito i tuoi artigli sul mondo per difenderci , forse aveva ragione lui amore Sono una FALLITA , lui me l’ha detto amore e te hai rinforzato in concetto , con stasera hai mandato all’aria tutta la mia battaglia di un anno semplicemete perchè tu non hai le forze mentali o spirituali e non hai voglia di difendermi e di combattere. Volevo un cavaliere combattente non di certo un principe ma tu no lasci fare la spartana solo a me . E io amore sto perdendo perchè sono una fallita e ti giuro che sto cadendo e stavolta mi faccio male perchè tu hai perso la capacità dell’ascolto. Tu il mio cuore non lo vuoi più sentire mentre io con il tuo ci vivo. Volevo solo fare a modo mio,a modo tuo a modo nostro la nostra lotta insieme a te. Ma te non vuoi , non me lo merito quindi amore continuo a raccogliere i blocchi di cemento mentre tu poi me le rilanci sopra , ma amore io sono forte ce la faccio. Ce la faccio per noi. Promesso Lè
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[ Blake & Shoto _ Night in the Hell _ 26/02/2020 _ #Ravenfirerpg ]
* Sapete una cosa che nessun cittadino di Ravenfire sarebbe riuscito mai ad immaginarsi? Blake al Long Night in una serata di festa. Chiunque conosce il venticinquenne dooddrear sa molto bene che non avrebbe mai deciso di partecipare in un caos del genere, soprattutto in un luogo in cui la perdizione e l’anticristo può presentarsi quando meno se l’aspetta. E invece è lì, è proprio lì, appoggiato alla soglia dell’entrata, con un cappuccio di pelle che gli nasconde i capelli, con il rosario al collo e con un succo di frutta al mirtillo (che sembra anche vino!) in un bicchiere di vetro. Ha il viso falsamente rilassato, gli occhi pieni di gelo che guardano un punto fisso e la spalla che cerca di incollarsi sempre di più alla parete d’ingresso. Gli occhi non si spostano, non batte neppure ciglio in realtà da quelle figure che sta prontamente ascoltando e stalkerando. C’è un ragazzo ed una ragazza, il primo gli è noto l’altra assolutamente no e la cosa lo fa andare in bestia. Deglutisce, roteando gli occhi, mentre questi si fanno rosso fuoco. * «Esibizionista. Cosa vuoi che sia. » * Sussurra e, sospirando, aspetta il suo turno sorseggiando il suo succo di frutta. Quanto sarebbe durata quella chiacchierata? Quanto sarebbe durato l’immobilismo del ragazzo dalle ali nere?* « Dio, se balla... » * Schiocca le dita ad una ragazzetta. * « Devi farmi un piacere al prezzo di un tattoo gratis. Vai a strappare una piuma da quelle ali e portamela. » Shoto Ryuck *Shoto immaginava che a Blake non sarebbe piaciuta una festa del genere, mezza satanica, con il suo amore per la chiesa, inoltre ci teneva davvero molto ad andarci con la sua Ophelia, così gli aveva semplicemente scritto che ci sarebbe andato, senza troppe spiegazioni. Credendo che, una volta saputolo, sarebbe stato tranquillo... Ma non credeva che la gelosia di Blake l'avrebbe spinto a seguirlo in un posto del genere. Stava ordinando da bere per se e Pheli quando si accorge della ragazza che gli si avvicina troppo e gli strappa la piuma dalle ali. La tentazione di scagliarle il bicchiere contro è tanta ma seguendola con lo sguardo incrocia proprio lui, Blake, con in mano la piuma. A cosa gli serve? Sussurra all'orecchio della sua amica la scoperta e si mette spalle al bancone, in bella mostra di fronte a lui guardandolo e facendo finta di parlare ancora con Pheli* Non vedo l'ora di scatenarmi in pista, se vuoi puoi cercare il tuo "ragazzaccio" mentre io mi scateno *chiaramente si riferiva al suo dooddread, Darryl, ma non gli sembrava opportuno, con tutti i casini che succedono con il consiglio, urlare quella parola nel bel mezzo di una festa frequentata da chiunque. Nemmeno per la sicurezza della sua stessa amica. Si separano con un occhiolino e Shoto si muove verso la pista, in modo da essere sempre in bella vista per il suo di dooddread, ed inizia ad ondeggiare lentamente con i fianchi mentre si fa prendere dal ritmo della musica...sperando che Blake perda la testa e lo raggiunga in fretta per poterlo avere alla sua mercé nel suo territorio* Blake Edward Hill * Quando Shoto aveva parlato della festa a Blake, quest’ultimo aveva semplicemente risposto in modo fugace, un ok gli era bastato come accettazione sia sua che dell’altro, seppure la situazione non era proprio così. Quella festa alquanto satanica in cui Shoto aveva deciso già in precedenza non gli piaceva e tutt’ora che è lì a contemplarlo come luccichio in un locale di tenebre è convinto che Shoto non è al suo posto. Come fa la luce a divertirsi con le tenebre? Sarebbe impazzito per trovare la risposta. Quando decide di far intervenire una ragazza, Blake è sicuro di vedere una reazione enormemente infastidita di Shoto e ha ragione, ma sotto quel cappuccio i suoi occhi brillano quando sente addosso gli occhi del veggente. Con una certa eleganza, mai vista prima cucitagli addosso, incomincia a giocare con quella piuma con una mano (rigorosamente contenuta in due guanti di pelle nera) mentre con l’altra avvicina il bicchiere di succo alla bocca in una mossa prontamente sexy. Se in questi gesti l’attenzione era sugli oggetti ora i suoi occhi cerulei si spingono oltre, nuovamente alla ricerca dell’altro. Accenna addirittura un sorriso malizioso quando sente con il suo udito super sensibile che Shoto avverte l’altra. L’espressione che si delinea sul volto di Blake sembra dire “e ora? Farai l’esibizionista? “ . Scuote leggermente il capo e, ancora in piedi e appoggiato con una spalla alla parete, incrocia un piede e mette la piuma fra le proprie labbra come con una sigaretta. * « Scate... Che? » * Sussurra mentre spalanca gli occhi e bada silenziosamente a tutti i movimenti di Shoto mentre va in pista. Le sue anche che si muovono, il suo sorriso, quelle ali da scenografia... Se fosse stato il Blake di una volta, gli avrebbe vietato qualsiasi cosa anche di respirare quasi. Ma lui, no, respira profondamente cercando la pazienza, cercando di non perdere la testa, cercando di non sentire nulla di violento scorrergli tra le vene. Il cappuccio al suo posto sulle spalle, gli occhi infuocati di non sa nemmeno lui cosa alla ricerca di quelli a mandarla del ragazzo, mentre con la piuma presa prima gli sfiora il collo* « Non vuoi provare il bagno del Long Night, vero? » * La voce è grave, ammaliante e anche un po’ grezza come al suo solito, ma il messaggio è chiaro e ridondante. L’ha eccitato, Blake è proprio stato sedotto stavolta. Ha un fuoco di gelosia dentro che sta scoppiando, ma tutto in lui in fin dei conti scoppietta. * Shoto Ryuck *sinceramente, pensava che Blake avrebbe resistito di più, non ha nemmeno realmente iniziato a ballare quando senta la piuma contro il proprio collo e sorride, sentendosi eccitare dalla voce del maggiore. Lo guarda con uno dei suoi sorrisi dispettosi si, ma anche tremendamente felice che sia lì* Per quanto mi riguarda, possiamo anche fare sesso nella stanza dove si terrà l'evocazione...con te andrei ovunque *inutile dire che Shoto gli si appiccica subito ma non nel modo dolce in cui fa di solito, bensì gli avvolge le braccia attorno al collo e fa aderire i loro bacini senza smettere di ancheggiare a tempo con la musica e sfar sfregare i loro corpi. Blake è caduto nella sua trappola e, adesso che l'ha attratto in pista, ha intenzione di sedurlo in ogni modo possibile* Sei in trappola ora Blake Edward Hill * Vederlo in pista con quelle ali gli ha fatto perdere la testa. Già quei discorsi fatti con quell’amica l’avevano reso vulnerabile, ma ora la situazione gli sta sfuggendo di mano.,E se un’altra persona gli mette gli occhi addosso? No, no, assolutamente. È particolarmente disposto a stare alla sua mercé perché altrimenti dovrebbe risolvere la sua gelosia in altri modi e non vuole perdere il controllo. Shoto lo guarda e gli sorride in maniera strana dal solito. * « Così mi provochi e poi mi fai pensare come applicarle.. » * Gli occhi di Blake sono fissi sul viso di Shoto mentre sente che il ragazzo lo avvolge a sé. Non sa nemmeno perché e come, ma ora sta ancheggiando anche lui. Ancheggia e più lo fa e più perde la testa, il cuore, la serietà. * « Sono stato arrestato? Non me n’ero accorto, poliziotto alato.. » Shoto Ryuck È esattamente ciò che voglio.... Provocarti e che soddisfi ogni fantasia sessuale che hai... *l'idea che Blake pensi a lui in modo malizioso e passionale lo fa impazzire, vorrebbe che soddisfasse ogni fantasia sessuale sul suo corpo perché Shoto gli permetterebbe davvero si rivoltarlo come un calzino, è probabilmente il suo peccato mortale la lussuria e Blake è l'unico a cui permetterebbe mai di avere questo controllo su di lui* Arrestato? No, non c'è giustizia stanotte....sei stato catturato. Sei la mia preda *è famelico Shoto ma non può farci niente, averlo lì che balla con lui in quel modo così voluttuoso lo fa sentire ebbro di lui. È bello, bello da star male mentre balla, molto di più che nella visione in cui era forte dei suoi poteri... Adesso è veramente lì presente con lui, c'è la sua anima, non solo l'istinto di nutrirsi. E Shoto non può resistere all'anima di Blake...neanche se volesse* Blake Edward Hill « Ne ho tante.. E ne hai tante anche tu. Ammettilo.. » * Lo sguardo di Blake è concentrato totalmente su Shoto e la voce che percepisce alle sue orecchie non riesce a fargli distogliere l’attenzione. Shoto l’attrae in tutti i sensi e la sensazione non era mai stata provata da Blake che di solito curava tutti con aria di indifferenza o di semplice menefreghismo educato. * « Allora non ho peccato abbastanza per la tua giustizia.. » * Sussurra con fare malizioso. Non ci stava riuscendo, no. Aveva la testa su di lui, sui suoi movimenti, sulle sue forme, sulla sua voce.. Dio, Shoto lo sta seducendo senza fare niente di che, soltanto ancheggiando. Deglutisce e posa spudoratamente una mano sul suo fondo schiena. Non gli interessa di nessuno e di nessuno sguardo. Questo lo porta ad essere più audace e a ballare anche lui. * « Non mi giustizierai? Sei sicuro? » * Dice in modo ancor più provocatore, prima di volergli far fare un giro* Shoto Ryuck Tante non è sufficiente per descriverle.... E alcune ti farebbero inginocchiare e implorare pietà per la mia anima *lo guarda, provocatore, dominante... E nemmeno lui si spiega come abbia fatto a perdere già la testa per lui, ma è da quando la visto osservarlo da lontano che vuole saltargli addosso. Geme a voce alta nel suo orecchio,, affinché lo senta nonostante la musica quando gli afferra la natica e fa aderire i loro corpi che ballano in sincrono, sinuosi e fluidi. Blake è un ballerino migliore di quello che Shoto credeva* No, perché ora sei il mio schiavo e tutto ciò che devi fare è soddisfare il mio piacere *questa storia dei giochi di ruolo al veggente sta piacendo un po' troppo e gli sta decisamente sfuggendo di mano, ma con Blake ormai Shoto molla del tutto le briglie e viaggia senza pilota automatico* Blake Edward Hill « Allora fammi vedere come mi metti in ginocchio ad implorare.. » * Avrebbe dovuto rispondere altro, qualcosa di più educato e riservato, ma proprio non ce la fa. Quello sguardo provocatore aggrava la situazione, sente il pudore sfuggirgli tra le mani non appena gli geme nell’orecchio. I suoi pensieri sono da arresto, chiunque potrebbe notarlo da quel gesto sulla sua natica. * « Schiavizzami di più se sono il tuo schiavo, potrei ribellarmi e ribaltare le cose... » * Sussurra al suo orecchio prima di fargli compiere un giro e attirarlo nuovamente a sé in un colpo. Ballare con lui lo smuove in tutto e per tutto, Blake se la cava ma il suo luccichio si muove così bene che le vibrazioni che sente sono infinite e vanno chissà dove. * Shoto Ryuck Sei sicuro Blake? Potresti non essere ancora pronto a farti possedere da me *è lascivo, peccaminoso all'ennesima potenza mentre si struscia su di lui e balla con lui sussurando e sospirando al suo orecchio per provocarlo sempre di più* E chi ti dice che non è questo che voglio dal mio schiavo? Che si ribelli e sculacci come si deve il suo padrone? *lo guarda con un un sorriso malizioso mentre gli si allontana solo per girare e poi torna fra le sue braccia. Non è il suo genere, Shoto parte molto dalla street dance...ma questo non vuol dire che non sia in grado di ballare con lui in questa pista... E soprattutto di sedurlo* Blake Edward Hill << Forse si, forse no. So solo che hai fatto in modo che i miei occhi fossero gelosamente incollati su di te. Sei uno stregone, non un veggente. >> * Il modo in cui Blake sta parlando va oltre l'immaginazione di se stesso, non sapeva neppure di saper utilizzare la voce come uno strumento persuasivo cercando di imitare il tono di voce di Shoto. E' strabiliante come pian piano Shoto modifica non solo ogni sua prospettiva, facendogli immaginare per giunta di essere uno schiavo-padrone, ma anche il modo di esprimere se stesso. Le parole del veggente hanno già provocato troppi brividi, ecco perché decide di farlo volteggiare. * << Se lo faccio cosa succede? >> * Chiede quasi come un bambino, eppure è lascivo ed intrigante anche lui adesso. L'immagine passata da Shoto è viva nella sua mente quasi come un desiderio, sarebbe così bello farsi punire da quei guanti sexy... e ricambierebbe, con più di delicatezza * Shoto Ryuck Te l'avevo detto, che avevo il potere di farti pensare quello che volevo.... Cioè me *gli sorride, non può farne a meno, nel ricordare le loro prime conversazioni, il loro gioco. Blake che lo credeva un dooddread ed ora eccoli qui... In un turbine di passione e Shoto lo ama sempre di più anche per questo. La passione con cui lo avvolge e lo stringe a sé gli da mille brividi e stanotte a voglia di cedere ad ogni fantasia sessuale con lui* Devi farlo per scoprirlo.... Magari è ciò che vuole il tuo padrone, una bella sculacciata dal suo schiavo per essere stato cattivo....una ribellione che una volta consumata potrò sedare e punire a mia volta il mio schiavo ribelle... *vuole fare tutti Shoto, ogni cosa...vuole avere ogni ruolo e poi scambiarseli ancora ed ancora ed ancora. Vuole farlo fino a collassare, tutta la notte... Perché Blake non gli basta mai, il suo corpo ne vuole sempre fi più ed il suo cuore anche peggio. Vuole che lo prenda in ogni modo possibile ed essere preso in ogni modo possibile. Lo bacia per comunicargli quello che prova, la passione che lo brucia, il modo in cui Blake lo bruci, con la sua gelosia, la sua possessività* Sono stato cattivo a lasciare il mio schiavo da solo mh? Ti sei sentito solo? Temevi che volessi un altro schiavo? Blake Edward Hill « Come stregone non sei niente male, Shoto. La prima mossa è farti pensare, la seconda qual ��? So che c'è. » * Gli risponde, pronto ad un'altra sorprendente frase da Shoto. I loro modi di pensare spesso divergono e, non l'avrebbe mai detto, a Blake incomincia a piacere capire cosa gli passa per la mente, cosa lo rende diverso da lui, cosa gli fa perdere la testa a parte ovviamente quelle movenze in quel ballo che lo stanno trasformando davvero in uno schiavetto al suo servigio. Adora guardarlo e sta incominciando anche ad adorare un ipotetico pensiero: farsi stringere dalle sue braccia, dalle sue ali. Seppur nere, infatti, le ali avrebbero potuto ricondurlo in paradiso. A quella risposta Blake deglutisce rumorosamente. Davvero Shoto gli sta chiedendo di fare quello che ha appena detto? Dove vuole arrivare?A vedere il Blake che ha visto nella visione? Aggrotta per un secondo le sopracciglia e poi scuote la testa mentre un brivido di passione lo travolge. * « Devo farlo per scoprirlo... Mi stai chiedendo davvero di fare una cosa del genere? Magari il mio padrone non sa che l'ho fatto già qualche volta e sta cercando di indurmi ad atti poco comuni.. Dovresti sedare le idee del tuo schiavo, più che incitarle. » * Ora è proprio il vecchio Blake, lascivo, impulsivo.. peccato che non ha del gin tra le mani ed ha bevuto invece un succo di frutta! Il problema di Blake è proprio quello di farsi facilmente provocare. Lo sa che questi sono giochi perversi che risvegliano la sua natura assassina eppure qualcosa gli parla nel profondo del suo cervello. E' un animale in fin dei conti, quindi il problema in sé non è neanche il tono utilizzato da Shoto, ma lui stesso. Rotea gli occhi, istintivamente. Di solito non lo fa mai, ma Shoto lo sta proprio provocando ad una gelosia incontrollata. * « Stai rischiando, padroncino luccicoso. Se ti avessi trovato con un altro eri morto. » * E con morto ora Blake, che evidentemente non era più il solito cucciolo, si riferiva proprio alla morte istantanea per ''artiglio''/mano sua. * Shoto Ryuck Beh, è semplice, la seconda è farmi amare *è incredibile come Shoto riesca a trasformare un momento di pura passione in una quasi confessione d'amore. Il fatto è che per lui quelle attenzioni così carnali lo sono già, perché son cose che non ha mai permesso a nessuno, non ha mai fatto o voluto fare con nessuno. Perché nessuno lo ha mai posseduto e non lo possiederà mai come Blake e vuole che sia chiaro al dooddread, perché questa è la differenza fra loro due stasera e il Blake che ha visto a caccia nella sua visione* Il tuo padrone sa benissimo cosa ti sta chiedendo e quanto ti costa...e gli piacerebbe provare a spingersi fin dove il suo schiavo si sente... Ma provaci almeno, perché l'idea di essere sculacciato e marchiato e qualsiasi altra idea tu possa avere lo eccita da impazzire *non vuole forzarlo, questo mai... Sa che lo farebbe star male sia per i poteri sia perché si sente in colpa anche a torcergli un capello, ma Shoto è un turbine di passione, desidera follemente quel tipo di rapporto almeno una volta con lui, cerca di farglielo capire, strusciando il proprio corpo su di lui e il proprio bacino sul suo a tempo con la musica ma in modo decisamente poco casto e fraintendibile* Blake Edward Hill « C’è una tappa intermedia: la mia gelosia. La stessa che stai dimenticando. » * Deve essere così che funziona Blake: prima pensa a Shoto, poi è così tanto geloso da rischiare di impazzire e poi sente esplodere dentro tutto l’amore che prova per lui. È come un pupazzo al servizio dell’amore del veggente che, a questo punto, ha capito bene dove andare a sbattere: sta facendo impazzire il dooddrear di proposito per avere le redini, tutte le redini possibili che possono esistere tra di loro. Blake gliele lascia senza pensarci due volte, lo fa con uno sguardo appassionato, delle labbra che si serrano in un “mh” che sembra nascondere fin troppe cose. * « Il mio padrone... ha immaginato anche dove queste sculacciate devono avvenire? » * Sussurra, o meglio mima la risposta con le labbra dato che il tocco di Shoto, soprattutto da parte del suo bacino, gli fa perdere l’utilizzo delle corde vocali, gli spezza la voce così come gli spezza il fiato. * « Mettiamo in chiaro una cosa. Avevo cose di pelle ovunque nel mio armadio qualche anno fa... e non ho buttato via nulla... Sono solo conservate. Ci proverei anche ora. » * La voce è calda come mai prima di allora, normale in quel caso, anche quando si tratta di tutte i gesti che sta “volontariamente fraintendendo”. * « Vedi che ti metto in castigo, padroncino alato. » Shoto Ryuck Dimenticando? Non credo proprio.... La sto scatenando, è diverso. Sono tuo Blake e mi piace quando me lo fai sentire *sorride in modo malefico per poi prendersi un momento di pausa da quel discorso e baciarlo con foga e passione in quella pista da ballo, incurantendi chiunque sia lì attorno a loro* Dove vuoi Blake....ma io sono eccitatissimo e ne ho bisogno adesso..... Devi assolutamente rispolverare tutta l'apparecchiatura che hai ed usarla su di me....ti prego.... O farò il cattivo e dovrai per forza mettermi in castigo *preme il bacino sul suo per fargli sentire di essere già eccitato perché ballare con Blake gli da una scarica elettrica mai provata bene e vuole fare sesso con lui in ogni posizione del mondo esistente o nuova. È lascivo mentre gli parla, perché vuole provocarlo a sua volta* Blake Edward Hill « La stai scatenando bene. Ogni parola che pronunci è un colpo al cuore, Dio.. » * Deglutisce mentre i suoi occhi color cielo si fanno sempre più intensi quasi pronti a voler mangiare ogni brandello di pelle che Shoto si ritrova. Dio, sta diventando anche un cannibale! Ma allora è proprio pazzo di lui! Il cervello non riesce a pensare ad altro e quel bacio passionale che segue ne è solo la prova. Shoto gli ha scompigliato letteralmente l’anima. * « È peccato mortale rispolverare l’apparecchiatura... Ma tu... Ti sto pensando in ogni singolo modo. Se tu sei eccitatissimo, io non so come descrivermi. Sei il desiderio che mi tiene sveglio di notte e mi consuma, luccic... » * Non riesce nemmeno a concludere il concetto che il bacino di Shoto sembra affrettare le cose, non che il proprio bacino non avesse niente da tenere a bada, ma non si era avvicinato per evitare... quello strusciarsi. * « Sho... » Shoto Ryuck E quale è migliore di questa per commettere peccato Blake? *sussurra al suo orecchio, inebriato dallo scombussolamento che gli provoca, desiderando almeno una notte sentire la bestia e soddisfare questo desiderio peccaminoso che sente nei suoi confronti e solo nei suoi. Poggia le mani sui suoi glutei, premendo il bacino del maggiore contro il suo, affinché non possa sfuggire a quel contatto e balla in quel modo, ondeggiando il bacino, obligandolo quasi a muoversi con lui, mentre i loro membri si scontrano, si strusciano, si desiderano. E come colpo letale lo guarda negli occhi, mostrandogli le scariche di piacere che lo avvolgono a quel contatto attraverso il suo viso* Blake Edward Hill * Quel sussurro viene percepito da ogni singola cellula del corpo di Blake, quasi come quando si droga di morfina, ma con l'effetto contrario. Se infatti la morfina sembra assolutamente capace di renderlo stabile, calmo, Shoto è la droga che lo esalta ad abbandonare i riti religiosi e a ritornare a quell'ammaliatore che era un tempo. Si, di fronte a Shoto, Blake è allo stesso un ammaliatore ed un ammaliato. In quel momento, però, sembra essere soltanto la seconda opzione con l'aggiunta di brividi di eccitazione che sembrano essere difficili da dominare. Dominare, che parola in quella situazione... * « I peccati sessuali sono peccati condivisi.. » * Pronuncia senza fiato, letteralmente pronto a svenire dall'eccitazione, ma pur cercando di essere più fine possibile. Ciò che segue distrugge quel tentativo, distrugge tutto, qualsiasi cosa. Sente le mani di Shoto posarsi su di sé, avvicinare possessivamente i bacini, le loro lunghezze nascoste. Blake chiude gli occhi, non gli risponde nemmeno più almeno per qualche secondo, ma quando li riapre trova quello sguardo caldo, sensuale che lo sta uccidendo. Lo prende dalla nuca avvicinando le sue labbra con fare altamente possessivo. * « Dì soltanto un'altra parola e proverai la mia lingua ovunque. » * Sussurra sulle sue labbra quasi come se quella sia proprio una minaccia, ma la vera minaccia è lì nei pantaloni di Shoto. Blake lo sa bene. * Shoto Ryuck Voglio condividerlo con te.... *e non può fare a meno di rivolgergli un sorriso malizioso e vittorioso alla sua successiva minaccia, che non è altro ciò che desidera* Eppure è tutto ciò che desidero *infila una mano nella tasca posteriore dei suoi pantaloni per palparebla sua natica e fargli sentire le sue intenzioni per niente caste... Se ancora non le ha capito. *
Blake Edward Hill A pensarci bene, non si condividono i peccati. Si compiono. * Le parole fluiscono quasi senza pensarci, leggere e veloci proprio come l'entrata e la fuoriuscita di ossigeno nel corpo di un essere vivente. Blake ha perso la testa, questo ormai era risaputo da qualche minuto, ma in quell'istante ogni consapevolezza cristiana sembra proprio andare in frantumi. Quant'è difficile essere un buon cristiano con quella sexy figure davanti a sé. Deglutisce, sono quelle le sue ultime parole e, dopo aver udito perfino una specie di assenso da parte del ragazzo, non riusce a trattenersi. E' in un gesto di miserabile tentativo di controllo che Blake si spinge proprio a lui mentre un dito si infila tra la cintura e la pelle di Shoto. * Shoto... * Sussurra a un centimetro dalle sue labbra mentre i suoi occhi si distaccano solo per trovare un muro, un muro vicino contro cui sbatterlo. * Shoto Ryuck E dovremmo proprio compierlo, adesso *dopo queste sule parole, la lotta al dominio continua, perché Shoto non si lascerebbe mai dominare senza provocarlo e farlo indispettire un po'. Non sarà mai docile,non gli importa. Lo coinvolge in un bacio estremamente peccaminoso, mordendo e succhiando voracemente le sue labbra, come si stesse nutrendo di lui ed è così... Ha fame di lui e non finirà mai questo desiderio. A quell'intrusione ancora insufficiente sospira sulle sue labbra guardandolo negli occhi, impaziente* Ti prego Blake.... Ti voglio... Ne ho bisogno... Blake Edward Hill * Se da un lato Blake viene travolto da quel bacio peccaminoso, estremamente bisognoso adesso le sue mani spingono in un solo colpo il ragazzo contro il muro. La mano, quella stessa mano le cui dita si trovavano qualche secondo prima fra la cintura e la pelle di Shoto ora vanno più giù, più dentro. C’è la gente che balla intorno a loro, ma quella stessa gente non viene percepita da Blake, lo spoglierebbe lì, semplicemente perché neppure la gelosia riesce a frenare quella pazza voglia che sente per l’asiatico. Non parla più, non vuole neppure, ma forse dovrebbe dopo aver sentito l’impazienza di Shoto, del suo ragazzo. Ancora deve farci l’abitudine a quella parola eppure lo ama da morire, anzi no, da vivere. L’altra mano afferra la spalla dell’altro, le sue labbra scivolano verso il mento, poi verso il collo, poi un sussurro: * « Ti voglio ora. » Shoto Ryuck *le mani dli Shoto, coperte dai guanti, viaggiano sul corpo del maggiore, mentre geme senza ritegno nel trovarsi con le spalle al muro, bloccato dal suo corpo. Spinge il bacino contro la mani del ragazzo che, inoltrandosi così lentamente nei suoi pantaloni gli sta facendo perdere il senno come se fosse sotto effetto di droghe... Ma Blake è la sua droga. Lo guarda, lo bacia famelico sulla labbra, per poi inclinare il capo all'indietro lasciandolo libero di baciarlo ovunque voglia arrendevole per la prima volta* Anche io... Blake non resisto più, sono serio. Prendimi Blake Edward Hill * Sentire Shoto gemere non ha prezzo, è come se un vortice lo travolgesse per mai più ridargli la lucidità giusta per staccarsi. E, infatti, non si stacca, anzi la mano a contatto con il suo bacino incomincia a muoversi fra carezze incoscienti e non mentre il suo corpo si spinge letteralmente verso Shoto, verso il muro. Blake trattiene il fiato prima di fare una cosa forse alquanto sconcertante essendo in mezzo ad una folla: prende una mano di Shoto e lo conduce con la mano libera sui proprio pantaloni, precisamente sui bottoni. Lo vuole, vuole che ogni sua parte di lui aderisca con la propria. È in quell’istante, immerso nella libido, che Blake quasi avverte il voler essere lui a “sentirlo di più “. Lo bacia ovunque, famelico di divorare ogni brandello di pelle viva. Lo morde tra la spalla e il collo, quasi a ricordare a se stesso e a realizzare che è suo. * « Voglio sentirti anch’io.. » Shoto Ryuck *è sorpreso che Blake abbia fatto un gesto simile in pubblico, ma allo stesso tempo ne è estasiato e desidera solo di più. Lo tira a sé dalla cintura per poi sbottonargli i pantaloni e frettolosamente infilare una mano a raggiungere la sua intimità per poterla accarezzare* Blake.... Per Satana.... Se non mi porti via da qui te lo succhio qui davanti a tutti *ed è dannatamente serio Shoto, mentre lo guarda lussurioso come non lo è mai stato con nessuno. Solo Blake riesce a farlo bruciare in quel modo e glielo mostra con i movimenti della sua mano e con quelli delle labbra su quelle del maggiore* Blake Edward Hill * Estasi, desiderio, emozioni blande e profonde che si mescolano insieme... E' tutto un vortice di emozioni che vanno a combaciarsi, formando un puzzle avente l'immagine di un solo uomo al mondo: il suo. Quel toccarsi, quell'essere uno per l'altro qualcosa di vero, quel qualcosa che può essere toccato, accarezzato, sfiorato e forse perfino mangiato. Non sarebbe una novità se vedessimo Blake affondare le proprie labbra sul collo di Shoto e assaporare la sua pelle così.. candida. L'azione di Shoto gli fa perdere le staffe e, a quelle parole, prende un respiro e lo prende letteralmente in braccio dai fianchi, senza se e senza ma. Shoto è leggero, Blake lo sa bene, e quindi non fa alcuno sforzo, essendo abituato con i cadaveri. Lo carica sulle spalle e si volta con il viso soddisfatto e con i pantaloni sbottonati. * << Shoto Ruyck, io sono Satana. E tu sei mio. >> * Accennò un sorriso e si avviò all'uscita per chissà quale luogo per nascondere l'amore sotto ad un materasso o sotto le nubi polverose di piume nere e volteggianti.
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Avevo già preparato l’itinerario, avevo già gli accrediti pronti e mi ero già fatto un piano per fare avanti e indietro tra Treviso e Bologna. Un anno fa, esattamente, l’Osservatorio e tutto questo ridicolo baraccone che quotidianamente si premura di far impazzire i tifosi con le sue folli decisioni, mi ruppero letteralmente le uova nel paniere.
Dopo la prima partita della serie disputata al Palaverde e segnata da qualche tensione tra bolognesi e polizia, si decise per il divieto sistematico all’interno di tutta la serie per ambo le tifoserie. Interdizioni di trasferta che i felsinei si portarono dietro persino nelle finali di Brescia. Il mio “sogno” di assistere a una delle sfide più calde e storiche del basket italiano andava in frantumi, lasciando addosso a me (ma soprattutto addosso ai tifosi delle due squadre) una rabbia latente, trasformata presto in polemiche e isterismi tipici di questa nostra Italia, che cerca di celare i propri problemi o le proprie mancanze dietro la parola “divieto”.
Così ho temuto che anche quest’anno la solfa si ripetesse, ed ho aspettato che si arrivasse a ridosso delle prime due sfide in terra veneta per assumere una certa consapevolezza che finalmente ce l’avrei fatta ad assistere a un Treviso-Fortitudo. Eppure la Questura di Treviso ci ha provato ugualmente a mettersi di traverso, obbligando (a poche ore dalla palla a due) i tifosi emiliani partecipanti alla trasferta (150) a comunicare i propri dati anagrafici.
Una qualcosa che i fortitudini si erano visti richiedere già in occasione della partita disputata a Udine in campionato, allorquando la Fossa decise di disertare la trasferta. Stavolta no. Con un eloquente comunicato lo storico gruppo bolognese ha annunciato che – sebbene le iniziative volte a non trasformare il basket nel calcio si protrarranno – “incoerenza per incoerenza andremo a Treviso”. Una presa di posizione che francamente ritengo corretta, presa sull’onda di una decisione che forse mirava a far desistere i supporter della Effe nell’affrontare la trasferta.
Di certo, parliamoci chiaro, con gli strumenti di cui è dotata oggigiorno la polizia italiana, non è certo la schedatura preventiva di 150 persone l’unica soluzione per identificare eventuali autori di gesti violenti. Semmai – mi permetto di fare della dietrologia – con questa scelta si pensava di poter far leva sull’antropologa reazione degli ultras, generalmente restii ad accettare di buon grado questo genere di imposizioni e portati a disertare l’evento in questione. Lo avevano fatto a Udine, “magari lo faranno anche qui”, avrà pensato qualcuno. E invece no.
C’è ovvio fermento nell’ambiente. La Serie A2 è divenuta a tutti gli effetti un contenitore di vecchi blasoni. Ci sono piazze e squadre che hanno fatto la storia della pallacanestro e solo paragonando i nomi di chi disputerà questi playoff a quelli di A1 si può capire quanto si sia lavorato male nell’ultimo decennio. Treviso-Fortitudo e Virtus Bologna-Roseto, ad esempio, sono sfide che meriterebbero ben altri palcoscenici. Ma tant’è.
Certo, in città come quella veneta ci sono state trasformazioni, cambiamenti e scossoni epocali. La vecchia Pallacanestro Treviso (meglio conosciuta come Benetton Treviso), vincitrice di scudetti e coppe, non esiste più e al suo posto si è fatta largo la Universo Treviso Basket, società creata da un consorzio di vecchi giocatori, che dal 2012 è divenuta idealmente prosecutrice di quel marchio che tanti successi aveva portato tra il Sile e il Cagnan. La risposta del pubblico non è mancata e il Palaverde resta uno dei palazzetti italiani con la più alta media di spettatori.
Particolare non trascurabile è il passaggio dal colore verde ai colori biancazzurri, riprendendo così quelli del gonfalone comunale.
Ma Treviso-Bologna è anche un salto indietro di vent’anni. Quando le due compagini erano solite giocarsi le fasi finali dei tornei di A1 e le due tifoserie darsi battaglia in palazzetti letteralmente infuocati. Una rivalità storica, che finisce volta per volta nel tramutarsi in un vero e proprio spot per il basket italiano. Me ne accorgerò da qui a poco, quando, dal mio piccolo scranno di palla a spicchi romana, capirò ancor più cosa vuol dire questo sport a simili latitudini.
Gara 1 e gara 2, distanti due giorni ma in grado di mandare in fibrillazione due tifoserie. È la mia prima volta a Treviso e ne approfitto anzitutto per una visita al grazioso centro cittadino, non disdegnando neanche una puntatina al vecchio stadio Omobono Tenni: anche il calcio ha conosciuto il suo splendore, con la Serie A a metà anni duemila. Ma Treviso è soprattutto basket, volley e rugby. Sebbene le prime due discipline abbiano conosciuto un recente declino a causa dell’abbandono dei Benetton.
L’autobus numero 4 è quello che porta a Villorba, piccolo comune distante sette chilometri dal capoluogo dove è ubicato il Palaverde, impianto costruito nel 1983. Uno dei primi a divenire di proprietà privata.
Tra le tante bancarelle che vendono cibo si fanno strada centinaia di tifosi muniti di sciarpe e bandiere. Treviso non ha di certo smorzato la sua passione per questo sport e sogna il ritorno in A1. La città sembra quasi non aver avvertito il crollo che l’ha portata a dover risalire la china dai bassifondi del basket italiano, e ora la sua fame di vittorie si manifesta nel perenne tutto esaurito del palazzetto. Chi ha l’immagine stereotipata del tifoso nordico freddo e senza “rabbia” in giornate come queste rischia di mettere a serio repentaglio le proprie certezze.
Il mio giudizio – lo dico subito – sarà complessivamente sulle due gare. Inutile star qui a sviscerare singolarmente le due tornate da quaranta minuti. Molto più interessante e giusto assemblare queste partite.
Altra cosa di cui mi compiaccio è l’atavica differenza tra la spocchia di molti personaggi del calcio e la semplice disponibilità di chi opera nel mondo del basket: società con cui è sempre possibile dialogare in maniera costruttiva (a parte qualche rara eccezione) e addetti ai lavori che fanno della gentilezza e dell’accoglienza il proprio cavallo di battaglia. Fosse così in qualsiasi sport il nostro lavoro sarebbe a dir poco agevolato e anche in caso di difficoltà si riuscirebbe comunque ad uscirne senza veleni e rancori. Ma il genere umano è bello perché vario e capiamo perfettamente in in universi dove gira un’ingente quantità di denaro ci sono interessi e gerarchie ben differenti. Oltre a nepotismi e servilismi che troppo spesso vanno a finire davanti a qualsiasi deontologia professionale.
Chiusa la parentesi polemica – che non possiamo farci mancare – apriamo quella più bella e interessante sull’ambiente. Il frame che mi rimarrà impresso alla fine dei complessivi ottanta minuti di gioco sarà il tifo assordante e continuo delle due fazioni, sin da un quarto d’ora prima della palla due. Praticamente dall’entrata nel settore ospiti dei fortitudini. Il tutto come se si stesse regolarmente giocando: sciarpate, manate e cori a rispondere. Uno spettacolo già di suo. E non sono certo uno che si esalta facilmente, ma devo dirlo con franchezza: l’ambiente del Palaverde ti fa uscire dagli spalti col mal di testa, tanto è il rumore prodotto.
Perché qui non è solo una questione di curva. Qua sono un po’ tutti a pensare ancora che il tifo, le urla e gli schiamazzi possano avere un effetto decisivo sulle sorti della partita. E come dargli torto? Quello trevigiano è un pubblico spigoloso e rude, tipicamente veneto direi. Queste caratteristiche ovviamente vanno interpretate nell’accezione positiva dei termini.
Se siete amanti del bon-ton che è ormai proprio di determinate realtà calcistiche vi consiglio di non mettere piede nei palazzetti del basket, ma soprattutto in realtà come queste. Un qualcosa che mi è rimasto impresso è come spesso lo speaker che annuncia punti e cambi venga letteralmente coperto dal furibondo vocio degli spettatori. E non può che farmi piacere essendo ciò uno degli aspetti che meno amo della pallacanestro: così come le musichette prima e dopo le partite. Tutte cose che abolirei di colpo per lasciare spazio ai soli veri protagonisti: i tifosi. E qua diciamo che se questo non avviene gli stessi, per dirla tutta, cercando di procurarselo da solo a suon di decibel alzati di volta in volta.
Il duello con quelli della Fossa (spalleggiati dagli Unici) è a tratti mozzafiato, tanto che faccio fatica a tenergli testa con la mia semplice reflex. Un botta e risposta che ha come obiettivo quello di coprire vocalmente gli avversari. Tanti gli insulti e le invettive lanciate, belle le esultanze sulle “triple” o ai canestri che poi finiscono per decidere le due contese. Come sempre il portamento dei felsinei è ben diverso da quelle delle classiche tifoserie di pallacanestro. Prima linea occupata interamente da ultras e tifo coordinato dalla prima all’ultima fila. Osservare i fortitudini dal vivo è sempre una piacevole immersione nel passato. Quel passato dove l’organizzazione e la coesione tra tutte le componenti del tifo rendevano le curve italiane (in particolar modo quelle del calcio) dei veri e propri muri umani in grado di spaventare l’avversario di turno.
Di tanto in tanto si accendono dei focolai verbali tra alcuni spettatori bolognesi assiepati proprio sotto il settore ospiti e il resto del pubblico trevigiano, ma sono schermaglie dialettiche che steward e polizia riportano senza problemi nei ranghi. In fondo spesso è meglio far sfogare verbalmente i tifosi e controllare la situazione con fermezza e un pizzico di buon senso.
Sebbene il livello non sia certo eccelso, anche le due sfide in campo assumono un interesse magnetico. Tanta la tensione che si tramuta in partite giocate punto a punto dove alla fine la Fortitudo ha il merito di mostrare maggiore lucidità sotto canestro, anche grazie a Mancinelli e Cinciarini, che in questa categoria possono pesantemente fare la differenza. Finisce così con la festa bolognese in ambo i casi, un parziale di 2-0 che indirizza la serie sotto le Due Torri e lascia gli emiliani a festeggiare dopo le sirene finali, con tanto di sfottò ampiamente ricambiati dai trevigiani.
Pubblico trevigiano che comunque non dispensa fischi ai propri giocatori, sostenendoli anche a risultato acquisito e incoraggiandoli nel finale dei match. C’è ancora una trasferta sicura da affrontare, quella del PalaDozza, dove i veneti si giocheranno l’intera stagione. Un successo infatti allungherebbe la serie. Un’impresa ardua, considerando che il fortino di Piazzale Azzarita non viene violato da tempo immemore. Ma nel basket mai dire mai, è uno sport bello proprio perché infinito e imprevedibile.
Mentre piacevolmente prevedibile sarà lo spettacolo delle tifoserie. Che a prescindere meriterebbero ben altri palcoscenici.
Simone Meloni
GALLERIA GARA 1
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GALLERIA GARA 2
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Treviso Basket-Fortitudo Bologna (Gara 1 e 2 playoff): una pubblicità per lo sport italiano Avevo già preparato l'itinerario, avevo già gli accrediti pronti e mi ero già fatto un piano per fare avanti e indietro tra Treviso e Bologna.
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Aiutatemi, devo liberarmi di lui, di Manuel Agnelli, è la mia ossessione, di quelle vere, che non ti mollano, è il mio feticismo…
Il feticismo è un’ossessione erotica, ma ossessione vera, di quelle che non ti lasciano vivere serenamente. Me l’ha ben spiegato il maestro Ayzad, nell’ultima chiacchierata che ci siamo fatti, lui sì che ne capisce, i feticismi sono materia sua, ci scrive libri, ci fa corsi e docenze. E io un feticismo ce l’ho, e si chiama Manuel Agnelli. E che qualcuno mi aiuti, me ne liberi, non ne posso più. Basta, basta, basta, è un’ossessione che mi porto dietro, dentro, da anni. Non ci vivo bene, non ne sono fiera, me ne devo salvare. Me lo implora quel briciolo di razionalità rimastami, e l’ho capito appieno durante questa quarantena: non sto bene, non è normale, non è sano, dopo aver ahimè invano sperato di essere migliorata, maturata, finalmente cresciuta, ritrovarmi… davanti a un video, in paranoia, e persa, ‘fatta’. Di quell’uomo lì. Come una adolescente in calore, come se non conoscessi gli uomini, e come se non avessi i miei guai a vivermeli per davvero, nella vita vera, oh, insomma, lo dico io per prima, è una vergogna, starmene imbambolata così, senza ritegno, misura, con lo stomaco rovesciato, che fa male, perché io ci sto male, per un accordo, due accordi, quel che ca*zo sono, per quelle sue dita che battono sui tasti, o scorrono su una chitarra. E dai, su, basta, è ora di finirla, ma io non ne sono capace, non ce la faccio, allora senti: l’altra mattina, mi sono svegliata male, e tardi, chissà che m’ero sognata, ma c’avevo un nervoso, una smania, smania che conosco benissimo: si chiama astinenza da Manuel Agnelli. Astinenza che si placa e colma, che ci vuole, i suoi dischi stanno lì, ma io niente, mi sono voluta rovinare, mi sono messa a guardarmelo e riguardarmelo per bene, quel video dannato, quello della sua cover di Video Games di Lana Del Rey. Per riscoprirmi come mi so e mi odio, rincretinita, una groupie, e di quelle all’ultimo stadio. Ma che sconcio, che pena, e che rabbia. Cr*sto, come se gli anni non fossero passati, il tempo fosse fermo a quel giorno, a quel primo maggio… ma di quanti anni fa? Boh, e me lo ricordo come fosse ieri, uno dei miei momenti più belli, l’epifania, l’iniziazione, la prima volta, il primo trip. Il primo maggio, lo sai, a Roma c’è il concertone, in piazza San Giovanni, concertone che io avverso come detesto le folle, il caos, gli ammassi, proprio quello che in questi mesi ci è più vietato e per questo giustamente rimpiangiamo, agogniamo, beh, io mai l’ho sopportato.
*
Tu sei mai stato a un concerto del primo maggio? Piazza San Giovanni è un carnaio. È un inferno di facce, braccia, gambe, urla, un casino assoluto, casino che io aborro e però quell’anno mi ci avevano trascinato, giuro, non convinta ma costretta, c’ero andata, senza nemmeno sapere chi ci fosse a esibirsi sul palco. Stavo lì, e me ne volevo andare, era un supplizio, e c’ero quasi riuscita, a persuadere chi era con me a portarmi via, lasciare quel delirio, quando ecco, sul palco… Cr*sto! Cantava Male di Miele, no, a dire il vero la prima che ha cantato non lo ricordo, io so solo che è stato… come una morsa, un veleno, mi è entrato dentro e mi ha infettato, una stretta, una contrazione, è stato che io ho detto, anzi gridato, ma tanto in quel frastuono non s’è sentito: “QUELLO LÌ CHI È?!?”, e chi lo sapeva, che ‘quello lì’ sarebbe divenuto la mia dannazione, il mio feticismo: signori, Manuel Agnelli degli Afterhours. E io, io (e questo se lo legge un fan della prima ora degli Afterhours mi taglia la gola…) io che vado di corsa a comprarmi Non è per sempre, e poi subito Quello che non c’è, e sono felice come per un regalo inaspettato: esistono gli Afterhours, cioè, Dio, sei Tu che esisti e me ne hai dato prova. E non sapevo niente di Hai paura del buio?!!! Ti rendi conto? Dopo ho recuperato, e perfettamente, ho comprato pure Germi, i libri di Manuel e su Manuel, così c’ho tutte le mie dosi belle preparate, ma ora, io c’ho bisogno soltanto di una cosa, di liberarmene sì, ma pure che Manuel mi dia una mano, e che gli accada quello che io gli gufo: cioè che lo faccia, un grande sbaglio, che cada e si frantumi lui e la sua gloria, che si rovini, musicalmente naufraghi, capitomboli. Così da deludermi e imputarglielo, e aggrapparmi a questo finora mai avvenuto errore, tramite il quale uscire dalla mia ossessione. Invece no, è sempre peggio, più profonda, inquieta, folle la mia passione per lui, è ogni album è un’ansia che si seda all’ascolto, e ci fosse mai una nota, un verso che non mi abbia conquistato.
*
Tu prendi Folfiri o Folfox, già dal titolo mi pareva insensato, che poi fosse un album doppio, una megalomania propria del personaggio, che c’hanno le loro ragioni quelli che additano a Manuel ogni snobismo, snobismi che a me smembrano, e così… alle prime note di Non voglio ritrovare il tuo nome: rieccolo, lui, e rieccomi, da lui stordita, presa, e malata, malata, malata, e che qualcuno mi dia un antidoto, mi suggerisca un calmante, così se non me ne libero almeno la addormento, ‘sta fregola, e guarda che a me le gocce, quelle che iniziano con la L, mi fanno niente, ho bisogno di roba più forte… Ma lo sai che forse Manuel ritorna in giuria a X-Factor? Chissà quanti soldi sarà capace di spillare stavolta, lui è l’unico che mi possa indurre a seguire un talent, sia chiaro, lo faccio esclusivamente per lui, ma tu l’hai visto o no, dietro quel banco, chi è, com’è, quello che sa, da starci ore e ore e tutta una vita da schiava inginocchiata ai suoi piedi, in venerazione…Vabbè, basta, se torna a X-Factor giuro che miglioro, ce la metto tutta, non lo vedo, no, è il primo passo dei 12, niente Manuel in tv… non è che magari gli rifanno fare pure Ossigeno? Va bene, va bene, a X-Factor lo salto, così inizio a guarire, sì, però… però… almeno la prima puntata…almeno uno sguardo …per un saluto…è pure questione di buona educazione…per vedere che mi fa…chi lo sa…magari mi è passata…e poi mica è colpa mia…ogni feticismo va vissuto, se lo reprimi peggiora, che ti credi, è la verità, lo dicono i medici, me lo dice pure il mio.
Barbara Costa
*Qui ascoltate “Video Games”, Manuel Agnelli ft. Rodrigo D’Erasmo
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