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Italy and (This is) Water by Soap&Skin from the upcoming album From Gas to Solid / you are my friend - Director: Ioan Gavriel & Anja Plaschg
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April 23 in Music History
1464 Birth of English composer Robert Fayrfax.
1627 FP of Heinrich Schütz's opera Dafne at Hartenfels Castle. Wedding of Princess Sophia of Saxony. Perhaps the first German opera.
1649 Birth of composer Andreas Kneller.
1685 Italian composer Giovanni Legrenzi becomes director of music at St. Mark's in Venice.
1691 Death of French composer, harpsichordist and organist Jean Henri d'Angelbert at age 62, in Paris.
1715 Birth of composer Johann Friedrich Doles.
1735 Birth of composer Ildephons Haas.
1747 Birth of composer Alexandre-Auguste Robineau.
1756 Birth of Philadelphia composer Alexander Reinagle.
1764 Austrian composer Leopold Mozart and his two children arrive in London from Paris.
1775 FP of Mozart's opera Il Re pastore, Salzburg.
1787 Death of Italian castrato Giovanni Battista Andreoni.
1807 FP of Catel's "L'Auberge de Bagnères", Paris.
1809 Birth of composer Eugène Prosper Prévost.
1812 Birth of French composer Louis Jullien.
1830 FP of Adam's "Danilowa"
1835 FP of Hartmann's "The Corsairs", Copenhagen.
1852 FP of Halévy's "La Juif errant", Paris.
1856 FP of Offenbach's "Les Dragées du baptême", Paris.
1857 Birth of Italian composer Ruggiero Leoncavallo Napoli.
1858 Birth of English composer Dame Ethel Smyth in Kent.
1864 FP of Benvenuti's "La Stella di Toledo", Milan.
1872 Birth of American composer George Arthur Farwell in St. Paul, MN. 1876 Birth of Finnish soprano Aïno Ackte in Helsingfors.
1877 Birth of Polish soprano Elena Ruskowska in Lemberg.
1881 Birth of composer Otakar Sini.
1881 FP of Gilbert & Sullivan's operetta Patience at the Opéra-Comique in London.
1882 Birth of composer and conductor Albert Coates, in St Petersburg, Russia.
1883 Birth of Belgian baritone and composer Armond Crabbé in Brussels.
1890 Birth of American conductor and composer Donald Tweedy.
1891 Birth of Russian composer Sergei Prokofiev.
1900 Birth of French composer Henry Barraud in Bordeaux.
1900 Birth of composer Ary Verhaar.
1904 FP of George Whitefield Chadwick's concert overture Euterpe. Boston Symphony.
1910 FP of Nevin's "Poia", Berlin. Florence Easton, soprano; Putmam Griswold, bass and Emma Lucy Gates Bowen, soprano.
1911 FP of Alban Berg's String Quartet, Op.3. Brunner-Holzer-Buchbinder-Hasa Quartet in Vienna.
1912 Birth of American composer Bernard Brindel Chicago, IL.
1913 Birth of German-American composer Jan Meyerowitz.
1913 FP of Schubert's "Claudine von Villa Bella" singspiel, only the Overture and Act I completed, Vienna.
1919 Birth of American electronic music composer Bulent Arel.
1919 FP of Boughton's "The Moon Maiden", Glastonbury.
1920 Birth of composer Louis Barron.
1920 FP of Leos Janácek's opera The Excursions of Mr. Broucek at the National Theater in Prague.
1922 FP of Edgard Varèse's Offrandes for voice and small orchestra, Carlos Salzedo conducting in NYC.
1923 Birth of Ukrainian bass-baritone Vladimir Valatis in Selo.
1924 Birth of American composer Arthur Frackenpohl in Irving, NJ. 1927 Birth of American composer Russell Smith in Tuscalousa AL.
1934 Birth of Italian tenor Sergio Tedesco in La Spezia.
1941 Birth of American composer Elizabeth Vercoe.
1943 Birth of composer Hugh Davies.
1946 Death of Guatemalan composer Jesús Castillo.
1948 Birth of American composer Jarrad Powell.
1948 FP of Andre Caplet's concerto for Ondes Martenot and Orchestra, in Vienna.
1950 Death of Italian soprano Gemma Bellincioni.
1952 Death of German soprano Elizabeth Schumann at age 66.
1953 Birth of American composer Jody Diamond.
1958 FP of Robert Kurka's opera The Good Soldier Schweik New York City Opera, NYC.
1960 Birth of Irish pianist Barry Douglas in Dublin. 1963 FP of Martin's "Monsieur de Pourceaugnac" after Molière, Geneva.
1869 FP of Hervé's "Le Petit Faust" operetta, Paris.
1975 Birth of Russian pianist Olga Kern.
1975 Death of tenor Ernest Wilhelm.
1976 FP of Menotti's "The Egg" church opera, Washington Cathedral, DC.
1979 FP of George Rochberg's The Slow Fires of Autumn with flutist Carol Wincenc at Tully Hall in NYC.
1981 FP of Ezra Laderman's String Quartet No. 6 The Audubon. Audubon Quartet in NYC.
1983 Death of German composer Heinrich Konietzny.
1998 FP of James MacMillan's Why is this night different?. Maggini Quartet at Wigmore Hall in London.
2004 FP of Gabriela Lena Franks´s Three Latin American Dances Keith Lockhart conducting the Utah Symphony, Salt Lake City, UT.
2004 FP of Thomas Pasatieri´s THE SEAGULL. Merola Singers of the San Francisco Opera, conducted by Robert Lyall.
2005 Death of English composer Robert Farnon in Guernsey.
2005 FP of Les Marsden's Concerto Burlesco for Trombone and Orchestra with the Mariposa Symphony Orchestra and guest artist virtuoso trombonist Tom Ashworth, for whom the work was composed; Mariposa, CA.
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“Semplicemente, mi considero fuori dalla circolazione”. Bob Dylan: l’intervista delle interviste
Ragazzi, ci sono riuscita: ho incontrato Bob Dylan! Sì, proprio lui, quel Bob Dylan lì. Perché, tu quanti Bob Dylan conosci?!? Ma lo sai che non è vero quel che dicono, che Bob Dylan è un tipo scorbutico, inavvicinabile, che detesta le interviste? Con me è stato gentilissimo, disponibilissimo, un gran chiacchierone. Com’è il vero Dylan? Molto simpatico, vecchio e tappo, e con gli occhi blu. Come la sottoscritta, odia i selfie e dei social non sa che farsene. Ci siamo incontrati in un noto albergo romano, quale non te lo dico, ho giurato a Bob di mantenere il segreto: la sua presenza qui a Roma è top-secret. Ti spoilero che con me Dylan ha accettato di parlare di tutto, tranne che del suo nuovo disco, Rough and Rowdy Ways, che esce il 19 giugno, disco di cui ha già impegni in esclusiva. Eccoti l’intervista.
Bob Dylan, tu perché hai deciso di chiamarti Bob Dylan?
È una cosa comune cambiare nome. Non è così incredibile. Molta gente lo fa. La gente cambia città, cambia Paese…
Hai scelto Dylan in omaggio a Dylan Thomas.
Ma niente affatto. Ai tempi, io Dylan Thomas nemmeno lo avevo letto, di sicuro non sono stato ispirato dalla lettura di una sua poesia per cambiare il mio cognome.
Vero cognome che è Zimmerman, radice tedesca…
Sì, ma i miei antenati erano russi. Non so come hanno fatto ad avere un cognome tedesco venendo dalla Russia. Forse se lo sono dato sbarcando a Ellis Island, o qualcosa del genere.
Il futuro Bob Dylan nasce il 24 maggio 1941 a Duluth, e cresce a Hibbing, centro di poche anime in Minnesota.
Ti dico: a Hibbing, d’inverno, c’era solo silenzio. Tutto era immobile. Solo freddo, neve e ghiaccio. Per avere una esperienza allucinogena, bastava guardare fuori dalla finestra! Poi arrivava l’estate, e tutto si faceva caldo e appiccicoso. L’aria diveniva metallica. In quelle zone la terra è particolare, è piena di metallo. Ovunque si sente lo spirito indiano.
Vivendo così isolato, il folk come è entrato nella tua vita? Tramite giornali, tv…
Io non sono certo cresciuto con la televisione! Quando la tv è arrivata, le trasmissioni iniziavano alle 4 del pomeriggio e finivano alle 7 di sera. La musica mi è arrivata dalla radio. Da bambino ascoltavo la radio fino a notte fonda. Ascoltavo Muddy Waters, John Lee Hooker, Jimmy Reed. E Howlin’ Wolf! Tutta la notte, tutte le notti. Fino alle 2, le 3 del mattino.
E quando hai cominciato a suonare?
A 12 anni. Da solo. Ho comprato una chitarra Silverstone. Con manuale degli accordi allegato. La chitarra costava 40 dollari, che non avevo, né potevo chiedere a mio padre. A quello del negozio bastò un acconto di 5…
La prima canzone che hai composto?
A 15 anni, era una canzone per Brigitte Bardot. Era composta da un solo accordo. Non era granché. Nel frattempo continuano a cercare e scoprire musica, scoprivo Odetta, Etta James, Harry Belafonte. E a suonarla. Alle superiori, ho formato un paio di gruppi, no, di più. Li cambiavo spesso perché i soldi (degli altri) mi portavano via i componenti. L’ultimo anno, ho messo su un gruppo con un mio cugino. Dopo il diploma, ognuno è andato per la sua strada.
Tu vai a Minneapolis, all’università, ma solo per un anno: da lì andavi spesso a trovare un amico tuo…
Woody Guthrie. Mi ha rivelato un mondo completamente nuovo. Dopo aver imparato quasi 200 canzoni di Guthrie, sono andato a trovarlo. Sapevo che era ricoverato in un ospedale di Morristown, nel New Jersey. Ci sono andato in autobus. Mi sono seduto vicino a lui, e ho cantato le sue canzoni. Sono tornato a trovarlo molte volte, e siamo diventati amici.
Tu fin da ragazzino scappavi di casa, salivi sui treni merci per andartene in giro negli Stati Uniti, senza soldi, dormendo dove capitava. Poi un pomeriggio ti sei fermato a New York…
Cantavo la sera al Greenwich Village, in un locale gestito da un italo-americano. Tutti potevamo esibirci da lui, in cambio di pasti gratis, e a questa condizione: non fare scappare i clienti.
In Chronicles, i tuoi diari del tempo, scrivi di un ragazzo dai capelli rossi che si esibiva prima di te, faceva cabaret.
Sì, era Woody Allen. E già faceva morire dal ridere!
Poi per te è arrivato Albert Grossman, e il successo…
Io sono entrato nel business per sopravvivere. Quando ho iniziato io, in ambito musicale non c’era proprio niente da guadagnare, se riuscivi a mantenerti potevi già dire che ti stava andando bene. Non era la grande industria musicale da milioni di dollari che è oggi.
Ma com’erano questi anni ’60?
C’era… spazio. Tanto spazio. Senza alcuna urgenza. C’era tutto il tempo del mondo per fare qualcosa. Non c’era ansia, non c’era tensione. Nessuno le conosceva. A New York accadeva tutto in strada, di notte, nei caffè. La comunicazione di massa ha ucciso tale autenticità, preferendogli un enorme spettacolo di carnevale.
Come compone Bob Dylan? Esiste la cosiddetta ispirazione?
Le canzoni mi vengono soprattutto quando sono isolato, nello spazio e nel tempo. È il primo verso che dà l’ispirazione. Poi, è proprio come cavalcare un toro. Di solito ho in mente prima la melodia. Ma fare musica è una cosa immediata. Io devo suonare ogni giorno, almeno per un po’. Non mi esercito per 12 ore di seguito, però… E uso sempre gli stessi tre accordi.
E come fai a decidere quando è meglio una cosa o l’altra?
Istinto.
È vero che Like a Rolling Stone è stata fatta in una sola volta?
Sì. Una sola registrazione. È incredibile. Dà una sensazione di totale unità. Non credo sarebbe stato possibile fare Like a Rolling Stone in un altro modo. In che altro modo avresti potuto farla?
Non lo so, io so quello che hai detto tu su Highway 61 Revisited, l’album che la contiene: “Non sarò più capace di realizzare un disco migliore di questo”.
Su quel disco c’è molto materiale di quello che mi piacerebbe ascoltare.
E Self Portrait?
Quell’album era uno scherzo. Quel mio ritratto in copertina è uno scherzo. È l’album che ho fatto non tanto per prendere in giro il mio pubblico, ma l’immagine che mi avevano costruito e che la gente si era fatta di me.
Un album fatto male apposta, brutto apposta!
Sì, e doppio. Uscì, vendette, tutti dissero che ero finito.
Tu avevi appena cambiato casa, eri ritornato a New York dopo aver vissuto a Woodstock, per sfuggire alla fama…
A Woodstock, entravo in casa e ci trovavo delle persone. Perfetti estranei, gente che arrivava a tutte le ore del giorno e della notte e io non potevo farci niente. Chiamavo la polizia, li mandavano via, ritornavano. Insieme ad altri. Erano il gregge del Festival di Woodstock, per me show e sintesi definitiva di una massa di str*nzate. Così sono scappato a New York, ma anche lì… la gente si assiepava in strada. Si sedeva in strada, dormiva di fronte casa mia, alcuni entravano dentro, rovistavano persino tra i miei rifiuti. Self Portrait è un album di rabbia, rabbia causata anche da loro.
Il tuo incidente con la moto a Woodstock…
Dissero che ero in acido, altri che avevo voluto uccidermi. Sai, non devi mai prestare attenzione a quanto gli altri dicono di te. Se lo avessi fatto, il mio cuore sarebbe morto da tempo.
Keith Richards dice che la celebrità è bella ma che, se potesse scegliere, preferirebbe non essere famoso. E tu?
Prendi Elvis Presley: oggi è più famoso di quanto lo sia stato da vivo. Vive nei pensieri della gente. Ma si finisce per chiedersi se la gente si ricorda della sua musica oppure di tutta la roba che è stata scritta su di lui.
Richards non ha mai nascosto il suo rapporto con le droghe. Il tuo?
Le droghe non hanno mai avuto molto successo con me. Non sono stato mai dipendente da niente. Ma non voglio dire nulla che possa suonare di incoraggiamento a qualcun altro.
Ma chi è davvero Bob Dylan?
Io non sono un misterioso, se non per coloro che non hanno mai provato le cose che ho provato io. Per quanto mi riguarda, non mi considero estraneo a nulla. Semplicemente, mi considero fuori dalla circolazione.
Una volta hai detto a Joan Baez: “Tu lotti perché credi che il mondo possa cambiare, io no”.
Il mondo va così e niente lo cambia. Pazzo e scombinato com’è, bisogna guardarlo dritto negli occhi.
Ti fermerai mai?
Non ho ancora scritto la mia ultima cosa. Non sono ancora giunto al punto in cui giunse Arthur Rimbaud quando decise di smettere di scrivere per trasportare fucili in Africa.
Barbara Costa
(Le parole di Bob Dylan sono vere, le trovi in queste vere interviste: Playboy intervista Bob Dylan, marzo 1966; Playboy intervista Bob Dylan, 3 marzo 1978; Rolling Stone, intervista a Bob Dylan, 21 giugno 1984. In parte raccolte in Dylaniana: Bob Dylan racconta Bob Dylan, Gammalibri, 1994. Il dialogo tra Bob Dylan e Joan Baez è tratto da: Bob Dylan: play a song for me, Interlinea, 2011. I diari di Bob Dylan sono in Chronicles. Vol. 1, Feltrinelli, 2005).
L'articolo “Semplicemente, mi considero fuori dalla circolazione”. Bob Dylan: l’intervista delle interviste proviene da Pangea.
from pangea.news https://ift.tt/2TyKPjQ
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For Ava from Keith Albert Tedesco on Vimeo.
**VFF official selection - short film competition**
A kooky, london-local foreigner can't help but make people smile. So when she meets young and gloomy Jay, she is determined on lifting his spirits... even if it takes the entire night.
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