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#jean louise nel
nofatclips · 2 years
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Dearheart by Dear Reader, live bei TV Noir
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personal-reporter · 10 months
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Olivier Messiaen, il musicista che amava gli uccelli
Un uomo che amava la natura e il piacere della musica…. Olivier-Eugène-Prosper-Charles Messiaen nacque ad Avignone il 10 dicembre 1908 dalla poetessa Cécile Sauvage e da Pierre, studioso e insegnante di letteratura inglese. Allo scoppio della prima guerra mondiale Pierre venne  arruolato e la famiglia si trasferì a Grenoble, presso il fratello di Cécile, dove Olivier svolse le prime esperienze musicali e,  dopo i primi approcci da autodidatta, iniziò a prendere lezioni di pianoforte e a dedicarsi alla composizione. Nel 1918, al ritorno di Pierre, i Messiaen si trasferirono a Nantes e, dal 1919, a Parigi, dove Olivier fu ammesso al Conservatorio: fu allievo di Jean Gallon per l’armonia, Maurice Emmanuel per storia della musica, Marcel Dupré per organo e improvvisazione, poi nel 1926 iniziò gli studi di composizione con Charles-Marie Widor per proseguirli poi dal 1927 con Paul Dukas, sotto la cui guida conseguì il Premier prix nel 1930. Durante gli studi Messiaen pubblicò i primi lavori e fu organista presso l’Église de la Sainte-Trinité in sostituzione del titolare Charles Quef e alla morte di questi, nel 1931, rilevò l’incarico. Nel 1932 sposò la violinista e compositrice Louise Justine Delbos, soprannominata Claire, dalla quale nel 1937 ebbe un figlio, Pascal. Colpita da un tumore cerebrale, nel 1947 Claire fu sottoposta a un intervento che, pur riuscendo nell’asportazione, avrebbe causato la perdita della memoria della donna, che avrebbe trascorso il resto della vita in un istituto. Nel 1936 Messiaen iniziò ad insegnare presso la Schola cantorum parigina mentre, insieme a André Jolivet, Jean-Yves Daniel-Lesur e Yves Baudrier fondò il gruppo La jeune France, che, in polemica con Jean Cocteau e il gruppo dei Sei,  propugnava un rinnovamento dei linguaggi musicali. In quel periodo il compositore cominciò a rivolgere la propria attenzione alle potenzialità espressive offerte dalle onde Martenot. Chiamato alle armi al principio della seconda Guerra mondiale,  Olivier nel maggio 1940 fu catturato dalle forze naziste preso Verdun e imprigionato a Görlitz nel campo di concentramento VIII-A e venne liberato nel maggio 1941. Rientrato in patria, ottenne la cattedra di armonia presso il Conservatorio parigino, poi  ampliò progressivamente la propria attività nel campo dell’insegnamento attraverso lo svolgimento di corsi privati di analisi musicale e l’esposizione dei principî alla base del proprio linguaggio nel trattato Technique de mon langage musical del 1944. Presso il Conservatorio passò alle cattedre di filosofia della musica nel 1955, analisi musicale nel 1947 e composizione nel 1962 ed ebbe tra i suoi allievi Pierre Boulez, Karlheinz Stockhausen, Karel Goeyvaerts, Iannis Xenakis, Gerard Grisey, Alexander Goehr, Tristan Murail,  Kent Nagano, George Benjamin  e Yvonne Loriod, con cui stabilì un intenso sodalizio artistico. Invitato a tenere corsi di perfezionamento nei centri di primo piano dell’avanguardia musicale, il compositore fu docente a Budapest nel 1947, a Tanglewood nel 1949, a Darmstadt nel 1949 e nel 1950. Dopo che rimase vedovo nel 1959, nel 1961 Messiaen sposò in seconde nozze Yvonne Loriod e nel 1978 lasciò l’insegnamento presso il Conservatorio, ma continuò a dedicarsi alla composizione musicale e allo studio degli uccelli, che fu la sua seconda grande passione. Il grande musicista morì il 27 aprile 1992 presso l’ospedale Beaujon di Clichy e nel 2014, nel sito del campo di concentramento VIII-A,  venne inaugurato il Centro europeo di istruzione e cultura Meetingpoint Music Messiaen. Read the full article
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reginadeinisseni · 10 months
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Nous sommes tous des assassins (1952) Bande Annonce VF [HD]
Un soldato, ottuso e ignorante, sopravvissuto alla seconda guerra mondiale, continua a uccidere una volta finita la guerra. Quando provoca la morte di una guardia, viene condannato alla ghigliottina. Il suo difensore farà emergere durante il processo le responsabilità sociali dei suoi comportamenti devianti.
Note Cayatte, giornalista e avvocato, al 13° film affronta il suo tema prediletto: il film è un appassionata requisitoria contro la pena di morte. Alle volte un po' didascalico, ma nel complesso un'opera avvincente. Scritto dal regista con Charles Spaak. Premio speciale della giuria a Cannes.
Siamo tutti assassini (Nous sommes tous des assassins) è un film del 1952 diretto da André Cayatte, vincitore del Premio Speciale della Giuria al 5º Festival di Cannes.[1
Titolo originale Nous sommes tous des assassins Paese di produzione Francia, Italia Anno 1952 Durata 115 min Dati tecnici B/N Genere drammatico Regia André Cayatte Soggetto André Cayatte, Charles Spaak Sceneggiatura André Cayatte, Charles Spaak Fotografia Jean Bourgoin Montaggio Paul Cayatte Musiche Raymond Legrand Scenografia Jacques Colombier Interpreti e personaggi Marcel Mouloudji: René Le Guen Raymond Pellegrin: Gino Bollini Claude Laydu: Philippe Arnaud Louis Seigner: abate Roussard Georges Poujouly: Michel Le Guen Louis Arbessier: avvocato del tribunale dei minori René Blancard: Albert Pichon Amedeo Nazzari: dottor Detouche (versione italiana) Jean-Pierre Grenier: dottor Detouche (versione francese) Yvonne Sanson: Yvonne Le Guen (versione italiana) Jacqueline Pierreux: Yvonne Le Guen (versione francese) Antoine Balpêtré: dottor Albert Dutoit Léonce Corne: capitano Girard Henri Crémieux: avvocato di Bauchet Jean Daurand: Girard, l'uomo della cabina telefonica Yvonne de Bray: prima cenciaiola Lise Berthier: seconda cenciaiola Guy Decomble: un ispettore Monette Dinay: la ragazza di Charles Julien Verdier: Bauchet Yvette Etiévant: moglie di Bauchet Juliette Faber: Francine Saulnier Paul Faivre: Biribi Anouk Ferjac: Agnès Paul Frankeur: Léon, capo delle guardie Renée Gardès: madre di Le Guen Jérôme Goulven: Noblet Elisabeth Hardy: madre della bambina François Joux: Saulnier Alinda Kristensen: donna svedese Charles Lemontier: procuratore Roland Lesaffre: detenuto barbiere Liliane Maigné: Rachele Daniel Mendaille: carceriere capo Eliane Monceau: amica di Dutoit Jacques Morel: Charles Jean-Paul Moulinot: direttore della Santé Lucien Nat: avvocato dell'accusa Line Noro: Louise Arnaud, madre di Philippe Marcel Pérès: Malingré André Reybaz: padre Simon Alexandre Rignault: gendarme Solange Sicard: madre di Agnès Sylvie: Laetitia Bollini, madre di Gino Georges Tabet: la pianista Jean-Marc Tennberg: Fredo André Valmy: il piccolo Louis François Vibert: madre di Mousset Henri Vilbert: signor Arnaud
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lamilanomagazine · 2 years
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BAFTA 2023: le nomination
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BAFTA 2023: le nomination. Gli Oscar sono imminenti e la corsa passa attraverso i Golden Globe (tenuti dieci giorni fa) ed i BAFTA. Ed a proposito di questi ultimi, sono appena state annunciate le nomination per la cerimonia che si terrà il 19 febbraio alla Royal Festival Hall di Londra. I BAFTA rappresentano i premi del cinema inglese, assegnati dalla British Academy of Film and Television Arts. In testa alla corsa è “ Niente di nuovo sul fronte occidentale”, il film Netflix di Edward Berger, nominato in ben 14 categorie, tra cui miglior film, miglior regia, e migliore sceneggiatura. A seguire Gli spiriti dell’isola e Everything Everywhere All At Once, entrambi nominati in 10 categorie. Ma andiamo a vedere tutte le candidature, nel dettaglio. Miglior Film: All Quiet on the Western Front The Banshees of Inisherin Elvis Everything Everywhere All At Once TÁR Miglior Film Britannico: Aftersun The Banshees of Inisherin Brian and Charles Empire of Light Good Luck to You, Leo Grande Living Roald Dahl's Matilda the Musical See How They Run The Swimmers The Wonder Miglior Attrice Protagonista: Cate Blanchett - TÁR Viola Davis - The Woman King Danielle Deadwyler - Till Ana de Armas - Blonde Emma Thompson, Good Luck to You - Leo Grande Michelle Yeoh - Everything Everywhere All At Once Miglior Attore Protagonista: Austin Butler - Elvis Colin Farrell - The Banshees of Inisherin Brendan Fraser - The Whale Daryl McCormack - Good Luck to You, Leo Grande Paul Mescal - Aftersun Bill Nighy - Living Miglior Attrice Non Protagonista: Angela Bassett - Black Panther: Wakanda Forever Hong Chau - The Whale Kerry Condon - The Banshees of Inisherin Dolly De Leon - Triangle of Sadness Jamie Lee Curtis - Everything Everywhere All At Once Carey Mulligan - She Said Miglior Attore Non Protagonista: Brendan Gleeson - The Banshees of Inisherin Barry Keoghan - The Banshees of Inisherin Ke Huy Quan - Everything Everywhere All At Once Eddie Redmayne - The Good Nurse Albrecht Schuch - All Quiet on the Western Front Micheal Ward - Empire of Light Miglior Regia: Edward Berger - All Quiet on the Western Front Martin McDonagh - The Banshees of Inisherin Park Chan-wook - Decision to Leave Daniel Kwan and Daniel Scheinert - Everything Everywhere All At Once Todd Field - TÁR Gina Prince-Bythewood - The Woman King Miglior Esordio Britannico da Regista, Sceneggiatore o Produttore: Aftersun - Charlotte Wells (Writer/Director) Blue Jean - Georgia Oakley (Writer/Director), Hélène Sifre (Producer) Electric Malady - Marie Lidén (Director) Good Luck to You - Leo Grande, Katy Brand (Writer) Rebellion - Maia Kenworthy (Director) Migliore Sceneggiatura Non Originale: All Quiet on the Western Front, Edward Berger - Lesley Paterson and Ian Stokell Living - Kazuo Ishiguro The Quiet Girl - Colm Bairéad She Said - Rebecca Lenkiewicz The Whale - Samuel D. Hunter Migliore Sceneggiatura Originale:  The Banshees of Inisherin - Martin McDonagh Everything Everywhere All At Once - Daniel Kwan and Daniel Scheinert The Fabelmans - Tony Kushner and Steven Spielberg TÁR - Todd Field Triangle of Sadness - Ruben Östlund Miglior Documentario: All That Breathes All the Beauty and the Bloodshed Fire of Love Moonage Daydream Navalny Miglior Film Non in Lingua Inglese: All Quiet on the Western Front Argentina, 1985 Corsage Decision to Leave The Quiet Girl Migliori Costumi: All Quiet on the Western Front - Lisy Christl Amsterdam, J.R. Hawbaker - Albert Wolsky Babylon - Mary Zophres Elvis - Catherine Martin Mrs Harris Goes to Paris - Jenny Beavan Miglior Trucco e acconciatura: All Quiet on the Western Front - Heike Merker The Batman - Naomi Donne, Mike Marino and Zoe Tahir Elvis - Jason Baird, Mark Coulier, Louise Coulston and Shane Thomas Roald Dahl's Matilda the Musical - Naomi Donne, Barrie Gower and Sharon Martin The Whale - Anne Marie Bradley, Judy Chin and Adrien Morot Miglior Colonna Sonora Originale: All Quiet on the Western Front - Volker Bertelmann Babylon - Justin Hurwitz The Banshees of Inisherin - Carter Burwell Everything Everywhere All At Once - Son Lux Guillermo del Toro's Pinocchio - Alexandre Desplat Miglior Montaggio: All Quiet on the Western Front - Sven Budelmann The Banshees of Inisherin - Mikkel E. G. Nielsen ElviS - Jonathan Redmond and Matt Villa Everything Everywhere All At Once - Paul Rogers Top Gun: Maverick - Eddie Hamilton Miglior Fotografia: All Quiet on the Western Front - James Friend The Batman - Greig Fraser Elvis - Mandy Walker Empire of Light - Roger Deakins Top Gun: Maverick - Claudio Miranda Miglior Scenografia: All Quiet on the Western Front - Christian M. Goldbreck and Ernestine Hipper Babylon - Florencia Martin and Anthony Carlino The Batman - James Chinlund and Lee Sandales Elvis - Catherine Martin, Karen Murphy and Bev Dunn Guillermo del Toro's Pinocchio - Curt Enderle and Guy Davis Miglior Sonoro: All Quiet on the Western Front - Lars Ginzsel, Frank Kruse, Viktor Prášil and Markus Stemler Avatar: The Way of Water - Christopher Boyes, Michael Hedges, Julian Howarth, Gary Summers and Gwendoy ln Yates - Whittle Elvis - Michael Keller, David Lee, Andy Nelson and Wayne Pashley TÁR - Deb Adair, Stephen Griffiths, Andy Shelley, Steve Single and Roland Winke Top Gun: Maverick - Chris Burdon, James H. Mather, Al Nelson, Mark Taylor and Mark Weingarten Migliori Effetti Speciali: All Quiet on the Western Front - Markus Frank, Kamil Jafar, Viktor Müller, Frank Petzoid Avatar: The Way of Water - Richard Baneham, Daniel Barrett, Joe Letteri, Eric Saindon The Batman - Russell Earl, Dan Lemmon, Anders Langlands and Dominic Tuohy Everything Everywhere All At Once - Benjamin Brewer, Ethan Feldbau, Jonathan Kombrinck and Zak Stoltz Top Gun: Maverick - Seth Hill, Scott R. Fisher, Bryan Litson, Ryan Tudhope Miglior Film d'Animazione: Guillermo del Toro - Pinocchio Marcel the Shell with Shoes On Puss in Boots - The Last Wish Turning - Red Miglior Corto Animato Britannico: The Boy, the Mole, the Fox and the Horse Middle Watch Your Mountain Is Waiting Miglior Corto Britannico: The Ballad of Olive Morris Bazigaga Bus Girl A Drifting Up An Irish Goodbye Casting: Aftersun - Lucy Pardee All Quiet on the Western Front - Simone Bär Elvis - Nikki Barrett and Denise Chamian Everything Everywhere All At Once - Sarah Halley Finn Triangle of Sadness - Pauline Hansson Stella Emergente Naomi Ackie Sheila Atim Aimee Lou Wood Emma Mackey Daryl McCormack... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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gabevond · 3 years
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Pensieri e parole: "Va', metti una sentinella" di Harper Lee.
Pensieri e parole: “Va’, metti una sentinella” di Harper Lee.
Sicuramente il libro più formativo che abbia letto nel 2021. Se non da sempre. Spero di avviare un bel dibattito su questo libro che ha molte cose da dire e che potrebbe farci aprire gli occhi. Titolo: Va’, metti una sentinella Autore: Harper Lee Pagine: 269 Editore: Feltrinelli Voto: 5 Iniziato il: 04/11/2021Finito il: 08/11/2021Trama: Maycomb, Alabama, Jean Louise Finch – “Scout” – ,…
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marichatlenoir · 4 years
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La Coccinelle ~ I dipinti
Una delle antiche custodi del Miraculous della Coccinella è stata la moschettiera francese conosciuta come La Coccinelle. Il suo dipinto è visibile alle spalle di Tikki quando il kwami della Creazione dona a Marinette il prezioso kwagatama come regalo per il suo compleanno.
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Le antiche custodi del Miraculous della Coccinella.
Come nel caso del Cavaliere Nero, anche il dipinto de La Coccinelle è il risultato di una ricostruzione artistica, pertanto non è possibile identificare un personaggio storico realmente esistito che abbia ispirato la moschettiera custode del Miraculous della Coccinella.
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La Coccinelle.
L'ispirazione per la moschettiera è riconducibile ai romanzi della saga Les trois mousquetaires di Alexandre Dumas, tra le letture preferite di Adrien, e alle splendide spadaccine francesi celebrate dall'animazione giapponese: Oscar François de Jarjayes, Simone Lorène e Aramis.
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Adrien legge Les trois mousquetaires di Alexandre Dumas.
La figura de La Coccinelle è il risultato della fusione di due dipinti che ritraggono dei personaggi appartenenti a periodi storici molto distanti: un capitano dell'epoca di Luigi XIII e una famosa pittrice attiva alla corte di Luigi XVI e della regina Maria Antonietta.
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La Coccinelle.
Il corpo della moschettiera è una rielaborazione del dipinto Un Capitaine au temps de Louis XIII del pittore francese Jean-Louis Ernest Meissonier, famoso per la meticolosità pittorica e l'accuratezza storica con cui dipingeva gli eserciti e le campagne militari di Napoleone.
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A sinistra: La Coccinelle. A destra: Jean-Louis Ernest Meissonier, Un Capitaine au temps de Louis XIII.
Realizzato nel 1861 su pannello di quercia, Un Capitaine au temps de Louis XIII è custodito presso The Wallace Collection di Londra. Meissonier ritrae un capitano che indossa abiti dell'epoca di Luigi XIII, sovrano che nel 1622 creò il corpo dei Moschettieri della Guardia.
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Jean-Louis Ernest Meissonier, Un Capitaine au temps de Louis XIII, olio su pannello di quercia, 1861, The Wallace Collection, Londra.
La Coccinelle indossa una camicia bianca a maniche lunghe con ampio colletto in pizzo. La giacca di pelle lunga e senza maniche, originariamente color ocra, diventa rossa a pois neri per richiamare il motivo della coccinella, mentre la fascia verde attorno alla vita diventa nera.
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Confronto del colletto della camicia, della giacca e della fascia.
La mano destra è nascosta dietro la giacca e non si nota l'assenza del guanto, che il capitano del dipinto originale tiene nell'altra mano. La Coccinelle ha un solo guanto e al posto del guanto destro sfilato tiene il filo dello yoyo, che presenta sei pois neri invece di cinque.
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Confronto delle mani e dei guanti.
La spada della moschettiera, riposta nel fodero nero, è una spada da lato a striscia o rapière dall'elsa finemente cesellata e molto elaborata a protezione della mano sull'impugnatura; la lama lunga e sottile è molto leggera e maneggevole per favorire l'agilità nel duello.
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Confronto della spada e particolare dell'elsa di una rapière.
La parte inferiore del dipinto è rimasta inalterata. La Coccinelle indossa dei pantaloni e stivali di pelle alti sopra il ginocchio, con risvolto bianco. L'inquadratura sui piedi è sfumata, ma è comunque visibile lo sperone sopra il tacco dello stivale per spronare il cavallo.
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Confronto degli stivali e dello sperone.
Il viso de La Coccinelle appartiene all'autoritratto di Élisabeth-Louise Vigée Le Brun, straordinaria pittrice francese che realizzò numerosi ritratti della regina Maria Antonietta e dei suoi figli; negli anni della Rivoluzione l'artista frequentò le corti di tutta Europa.
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Élisabeth Vigée Le Brun, Autoritratto, olio su tela, 1781, Kimbell Art Museum, Fort Worth, Texas, Stati Uniti.
Realizzato nel 1781, quando Vigée Le Brun aveva ventisei anni, l'autoritratto è custodito presso il Kimbell Art Museum di Fort Worth in Texas, Stati Uniti. Ribaltando il dipinto e isolando il particolare del viso è possibile riconoscervi la fonte di ispirazione per La Coccinelle.
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A sinistra: La Coccinelle. A destra: Élisabeth Vigée Le Brun, Autoritratto.
Il viso della moschettiera è perfettamente identico a quello della pittrice, anche nelle ombreggiature, nonostante sia stato coperto dalla maschera. L'incarnato delicato, il naso aggraziato e le labbra socchiuse sono di rara bellezza, esaltata dalla luce scintillante degli occhi.
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Confronto dei visi de La Coccinelle e di Élisabeth Vigée Le Brun.
L'identità segreta della misteriosa eroina è celata da una maschera rossa, che tuttavia non presenta i tipici pois neri della coccinella. Gli splendidi orecchini di cristallo sono nascosti sotto i capelli per proteggere il Miraculous della Coccinella da occhi indiscreti.
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Confronto dei visi e particolare della maschera.
Il viso è incorniciato da lunghi capelli neri, con il ciuffo che copre parzialmente l'occhio destro per ricordare la somiglianza a Ladybug. I boccoli che si adagiano sulle spalle sono l'unico particolare dell'acconciatura rimasto inalterato rispetto al dipinto originale.
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Confronto dell'acconciatura e dell'orecchino.
Il cappello a tesa larga è lo stesso indossato dal capitano, ma la posizione della piuma ornamentale è uno dei particolari che sono stati modificati per armonizzarli alla figura della moschettiera che emana eleganza e raffinatezza, proprie dello stile pittorico di Vigée Le Brun.
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Confronto dei visi.
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perfettamentechic · 4 years
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Azzedine Alaïa, couturier tunisino e designer di scarpe, particolarmente affermato a partire dagli anni ’80. La sua abilità nel taglio e le sue interpretazioni idiosincratiche su sagome classiche hanno reso popolare Alaïa per decenni.
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Alaïa, nato il 26 febbraio del 1935 a Tunisi – Tunisia – da genitori che coltivavano grano, è cresciuto con i nonni nella capitale. Azzedine aveva una sorella gemella, affascinante Hafida, sua ispiratrice nel tentare la strada della moda. Si pagava gli studi cucendo orli per una piccola sartoria della zona, imparò a tenere in mano ago e filo grazie alla sorella Hafida, che lavorava come sarta, era molto legato a lei. L’accademia lo aiuterà a scoprire il corpo e le forme. Fu anche influenzato dalla frequente lettura di Vogue.
Alaia mentì relativamente alla propria età per avere accesso al locale istituto delle belle arti a Tunisi, dove studiò scultura. Dopo aver terminato gli studi, Alaïa iniziò a lavorare come assistente di un sarto e nel 1957 si trasferì a Parigi, per lavorare nel campo del design della moda. All’istituto delle belle arti aveva conosciuto Leila Menchari (che per trent’anni disegnerà le vetrine di Hermès) insieme sognavano Parigi; fino a quando nel 1957 decisero di trasferirsi nella capitale della moda per eccellenza dove avrebbero avuto la loro possibilità. Non avevano denaro, ma molta ambizione, insieme prendono in affitto una chambre de bonne.
 Qui, Alaïa fu assunto presso Christian Dior, ma solo per cinque giorni, la Francia era in guerra con gli indipendentisti algerini e chiunque venisse dall’Africa del Nord non era ben visto. Bastarono questi pochissimi giorni alla Maison per capire che il suo unico desiderio era quello di vestire le donne, soprattutto quando vide l’attrice Marlene Dietrich scendere dall’auto con le sue gambe perfette.
La sua fortuna fu andare a lavorare come babysitter dalla marchesa di Mazan e la contessa di Blègiers per le quali cuciva abiti che loro indossavano a cene e teatri.
In questo periodo conobbe il suo compagno, il pittore tedesco Christoph Von Weyhe che gli rimarrà accanto per tutta la sua vita.
Lavorò per due con Guy Laroche per due stagioni, a cui seguì Thierry Mugler prima di decidere di aprire il proprio atelier, nell’appartamento in rue de Bellechasse, sulla Rive Gauche della Senna nei tardi anni settanta.
Da Dior sono rimasto il tempo di un soffio. Da Guy Laroche ho imparato tutto quello che bisogna sapere in fatto di tecnica. Una cosa, però, devo ammettere: detestavo disegnare. A me interessava capire cosa c’era sotto gli abiti, come facevano a stare in piedi. Da piccolo, sono cresciuto studiando le creazioni di Balenciaga sulle riviste di moda. Negli atelier, finalmente, avevo la possibilità di capire come fossero possibili. Ero l’incubo di tutti: passavo il tempo a guardare dentro ogni bustier, dentro tutti i cappotti, sotto ogni tubino.
Non si definiva un designer ma un Couturier, un sarto.
Per vent’anni Alaïa realizzò gli abiti per diverse donne di spicco dell’alta società francese come Marie-Hélène de Rothschild e Louise de Vilmorin.
1979 Alain Bernardin, fondatore  del Crazy Horse, chiede allo stilista di disegnare e realizzare i costumi i costumi delle 23 ballerine del noto locale di cabaret parigino.
Lavorare con le donne, è la cosa più importante per uno stilista. Ne apprendi lo charme, l’attitudine, il gusto. Ricordo quando Cecile Rothschild mi presentò Greta Garbo. L’attrice arrivò con un mantello, pantaloni larghi, camicia da uomo, un cappello e occhiali scuri. Era divina e non parlava molto. Raccontò che le avevano detto che ero bravo e lei voleva cappotti, mantelli e vestiti. Glieli confezionai e, dopo la sua morte, li riacquistai a un’asta.
Alaïa fonda il proprio marchio, a 40 anni, incoraggiato da Thierry Mugler. Lo stilista si impone con uno stile riconoscibile fatto di abiti scultorei. Della sua formazione iniziale di scultore si trovano le tracce lungo tutto il corso della sua carriera, in un notevole lavoro sulla silhouette che gli consente di essere oggi considerato come uno dei pilastri della storia della moda.
Nel 1980 fu prodotta la prima linea di prêt-à-porter dello stilista, con i riflettori puntati addosso, realizza abiti per le donne dell’alta società francese.
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Segna la storia il suo rapporto con Naomi Campbell:
Naomi è come una figlia. Mi fu presentata quando aveva quattordici anni da un’altra modella. La presi subito per una sfilata, ma la madre era contraria.  Quindi la chiamai, e lei mi disse che avrebbe accettato solo se avessi ospitato la figlia a casa mia. Così dopo la sfilata, passavamo le serate insieme. Naomi parlava un inglese terribile, che non capivo: quindi chiamavo al telefono la madre che parlava un po’ di francese, e facevamo assurde conversazioni a tre. In salotto, da soli, mettevo il film Donne di George Cukor e filmati di Josephine Baker. Le dicevo: guarda queste dive, devi imparare da loro.
Nel 1982 Alaïa presenta una sfilata nel grande magazzino di lusso Bergdorf Goodman di New York. Occasione che conosce la giornalista di moda Franca Sozzani con la quale inizia una lunga amicizia che durerà per tutta la vita: la “soeur italienne” la “sorella italiana” come la chiamava lui.
«Era il 1979, lavoravo per Vogue. Mi parlarono di questo sarto straordinario che trattava la pelle in maniera unica, realizzai uno speciale su di lui e volai a Parigi. Volle farmi un abito, iniziò a prendermi le misure commentandole: “Seno: perfetto. Vita: perfetta. Sedere: ah, che sedere mediterraneo!”. Iniziammo a ridere così tanto che tra noi si stabilì un’affinità di quelle che capitano poche volte nella vita. Il nostro era un rapporto d’amore, ammirazione e grandi divertimenti. Azzedine poi era incredibilmente orgoglioso di essere riuscito a farmi licenziare da Elle, che ai tempi dirigevo, per via di una cover mai uscita con un suo abito, da allora ribattezzato “la robe Carla”. Le diceva che l’abito dev’essere un bel ricordo, credeva nel lavoro, nella magia di quei momenti, nell’ideazione, nella creazione, nei dettagli che fanno la differenza, nei materiali, nelle prove dell’abito. Diceva: “Lavorare con le donne è la cosa più importante per uno stilista. Ne apprendi lo charme, l’attitudine, il gusto.”
Stesso anno conosce, attraverso l’illustratore e regista francese Jean-Paul Goude, la cineasta e ex modella di documentari francese Farida Khelfa.
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Maniaco della perfezione, incontra, s’innamora e veste una delle figure più emblematiche del tempo, la cantante Grace Jones.
Grace è un fenomeno della natura: appena entra in una stanza, ha la capacità di cambiarne i volumi e l’atmosfera, come fosse una scultura primitiva. È un’amica e una diva, una donna instancabile e bellissima.
Nel 1984 fu nominato “Miglior stilista dell’anno” e “Miglior collezione dell’anno“, durante la cerimonia di premiazione degli Oscar della Moda, indetta dal ministero francese della cultura nel 1984; in un evento memorabile in cui la cantante giamaicana Grace Jones lo ha portato in braccio sul palco. Anno, ’84, che lo stilista si trasferisce al numero 17 di rue du Parc Royal. La maison viene arredata dalla designer Andrée Putman. La sua carriera salì alle stelle quando due dei più potenti redattori di moda dell’epoca, Melka Tréanton di Depeche Mode e Nicole Crassat di French Elle, lo sostenevano nei loro editoriali. Grazie all’involontaria sponsorizzazione fornitagli dallo stilista Putman, le collezioni Alaïa iniziarono ad essere vendute anche negli Stati Uniti. L’interior designer Andrée Putman stava percorrendo Madison Avenue con uno dei primi cappotti in pelle Alaïa, fu fermata da un acquirente di Bergdorf Goodman che le chiese cosa indossasse, il che diede inizio a una serie di eventi che portarono alla creazione e alla vendita dei capi esortati e venduti a New York City e Beverly Hills
Dal 1988, furono aperte le boutique di Beverly Hills, New York e Parigi, e le creazioni dello stilista iniziarono ad essere sempre più richieste da celebrità come Grace Jones (che indossa i suoi abiti nel film Agente 007 – Bersaglio mobile), Tina Turner, Raquel Welch, Madonna, Brigitte Nielsen, Naomi Campbell, Stephanie Seymour, Carine Roitfeld, la giornalista Franca Sozzani e Carla Sozzani.
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I suoi vestiti seducenti e aderenti sono stati un enorme successo e dai media è stato chiamato “The King of Cling“.
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Nel 1989 Azzedine realizza gli abiti tricolori indossati dalla soprano Jessye Norman durante i festeggiamenti del 200° anniversario della Rivoluzione francese, compreso tutti i costumi della sfilata.
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Agli inizi degli anni ’90, ispirato dall’emergente musica hip hop e dallo stile street, propose il Total Look Maculato ottenendo un grande successo.
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La Collezione Primavera Estate 1992 diviene protagonista nel libro pubblicato da Prosper Assouline.
A metà anni novanta in seguito alla morte della sorella, Alaïa scompare dalle scene, pur continuando a lavorare per una clientela ristretta, e producendo le linee di prêt-à-porter. Ha presentato le sue collezioni nel suo spazio, nel cuore del Marais, dove ha riunito sotto lo stesso tetto il suo laboratorio creativo, la boutique e lo showroom.
Il mondo della moda inizia a cambiare diventa più globale, viene travolto dai grandi gruppi di lusso e dalle collezioni cadenzate con ritmi precisi. Alaïa farà un passo indietro perché, come dirà in seguito:
Non c’è più alcuno studio sugli abiti. Capire cosa significa davvero Couturier, ma soprattutto per comprendere come si possa ingannare il tempo tiranno e le logiche commerciali, rimanendo sempre fedeli a se stessi e coerenti ai propri ideali (di stile). Rema contro corrente, fieramente fuori sistema, rifiuta categoricamente i tempi altrui…Sfilo quando sono pronto.
Le sue collezioni uscivano anche due o tre mesi dopo gli altri, non guardava il lavoro dei suoi colleghi, non si faceva coinvolgere dai trend ma teneva conto di cosa andava di moda.
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Nel 1996 partecipò alla Biennale della Moda a Firenze, dove insieme ai dipinti dell’amico di lunga data Julian Schnabel, ha esposto un abito eccezionale creato per l’evento. I mobili progettati da Schnabel, così come le sue tele di grandi dimensioni, decorano ancora la boutique di Alaïa a Parigi.
All’uscita di Gianfranco Ferré da Dior, gli propongono il ruolo di direttore creativo, lui non accetta perché significherebbe chiudere la Azzedine Alaïa.
Nel 2000 firmò un accordo con il gruppo Prada, grazie al quale il nome del marchio Alaia sarebbe poi tornato in auge nel luglio 2007.
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Per la prima volta le Collezioni Estate Inverno 2002 vengono presentate nella boutique al numero 7 di rue de Moussy.
Nel 2007 riacquisisce il controllo della proprio Maison da Prada ed entra a far parte del gruppo Richemont, che possiede Cartier e Van Cleef & Arpels. Fonda l’Association Azzedine Alaïa insieme a Christoph von Weyhe e la gallerista Carla Sozzani per proteggere i suoi archivi di moda, design e arte con la prospettiva di farla sviluppare in una fondazione di interesse pubblico.
Nel 2008 ha ottenuto la Legion d’onore, la più alta onorificenza conferita dalla Francia.
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Nel 2015 espose i suoi abiti scultura a Villa Borghese a Roma ed espresse con un profumo la sua estetica, il profumo Alaïa, creato dal naso di Marie Salamagne, caratterizzato da note di pepe rosa, fresia, peonia, note animalico e muschio. Il film Van Gogh – sulla soglia dell’eternità di Julian Schnabel è dedicato a lui.
Lo stilista Azzedine Alaïa muore a Parigi il 18 novembre 2017, all’età di 77 anni, dopo che a luglio era tornato sulle passerelle con l’ultima collezione durante la settimana dell’haute couture di Parigi. Per l’occasione aveva sfilato per lui anche Campbell.
Alaïa è deceduto dopo diversi giorni di coma causato da una caduta, secondo le informazioni del settimanale Le Point e in seguito confermate da parenti e collaboratori.
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Un gigante in miniatura. Piccolo di statura, sarto massimo, si arrampicava letteralmente sulle modelle e sulle donne conquistando forme, curve e vette come farebbe un alpinista dello stile.
Non vi sono bozzetti delle creazioni Azzedine, non amava disegnare (come lui stesso aveva dichiarato), creava e realizzava ispirandosi direttamente sul corpo femminile di qualsiasi donna; amando e ammirando il corpo in tutte le sue forme.
Per conoscerlo bisogna amarle, le donne, e interessarsi a loro fino a dimenticarsi di se stessi, per questo io mi vesto sempre allo stesso modo.
L’abito di Madeleine Vionnet del 1935/36 è un esempio di cui nessuno comprendeva l’enigma del drappeggio. 
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Vengono inaugurate mostre in memoria dello stilista. A Parigi nella sede dell’associazione nel 2018, con un esposizione di quarantuno abiti, selezionati dal designer e storico di moda Oliver Saillard. Verso la fine dello stesso anno a London Design Museum, lo celebreranno nella mostra Azzedine Alaïa The Couturier a cura dell’illusionista Mark Wilson: presenti sessanta delle più emblematiche creazioni di Azzedine. 
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Una nuova era della maison è stata inaugurata con l’apertura del primo flagship store a Londra, in New Bond Street ad opera degli stilisti che hanno lavorato al suo fianco e porteranno avanti la sua tradizione.
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Nel gennaio 2019 è stata svelata una targa in onore del suo lavoro nel suo laboratorio del Marais.
EDITIONS ALAÏA
Le creazioni di Azzedine Alaïa resistono alla prova del tempo. La collezione Editions è costituita da modelli provenienti dall’archivio tra il 1981 e il 2017, incarna l’essenza della Maison ALAÏA: un connubio di tradizione e innovazione. Capi fedelmente riprodotti nei atelier  sulla base dei modelli originali, riflettendo l’inimitabile alla bellezza senza tempo di Alaïa e la visione, che aveva, della sensualità e della impeccabile tecnica sartoriale. All’interno di ogni capo, l’etichetta indica la stagione e l’anno, un omaggio al passato, rinnovato nel presente.
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aggiornato al 17 novembre 2020
Autore: Lynda Di Natale Fonte: maison-alaia.com, d.repubblica.it, web
Azzedine Alaïa – Maison Alaïa Azzedine Alaïa, couturier tunisino e designer di scarpe, particolarmente affermato a partire dagli anni '80. La sua abilità nel taglio e le sue interpretazioni idiosincratiche su sagome classiche hanno reso popolare…
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freedomtripitaly · 4 years
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Ci sono film che restano impressi nella nostra memoria e che non è possibile dimenticare, soprattutto per i veri viaggiatori. Film dei quali si ricordano con precisione luoghi, scenari, scene, nomi di città ed i loro protagonisti. Sono i film ed i documentari sui viaggi che hanno generato la voglia di partire e ritrovare dal vivo quei luoghi visti al cinema o in TV, luoghi che abbiamo amato fin da subito, stupefacenti, lontani dalla nostra vita quotidiana; sono film “calamita” perché sono lo stimolo per partire alla scoperta di luoghi che ci attraggono. Viaggiare è sinonimo di vivere ed ecco i film più belli che ci fanno vivere momenti emozionanti, in attesa di partire! Into the Wild Into the Wild è il film cult sui viaggi scritto e diretto da Sean Penn, libera trasposizione del libro di Jon Krakauer “Nelle Terre Estreme”. Into the Wild racconta la vera storia di Christopher Mc Candless che, dopo la laurea, abbandona la sua famiglia benestante ed inizia un lunghissimo viaggio negli Stati Uniti attraversando l’Arizona, il Grand Canyon fino a raggiungere l’Alaska dove termina il suo viaggio. In Alaska si ferma per 4 mesi celebrando la ricerca della libertà, cercando di sopravvivere in quella terra di gelo e ghiacciai. Le immagini, gli scenari, i paesaggi e le ambientazioni del film sono estremamente affascinanti e terrificanti in alcuni tratti. McCandless sperimenta la vita dei local entrando in contatto con gli usi e le abitudini dei luoghi vivendo alla giornata. Il suo viaggio termina dopo 4 mesi con la sua morte ed il suo corpo ritrovato casualmente in un autobus abbandonato in un accampamento. Thelma e Louise Diretto da Ridley Scott, Thelma e Louise è diventato uno dei film più belli della storia mondiale del cinema collezionando importanti riconoscimenti tra cui il premio Oscar per la miglior sceneggiatura. Il film è considerato un vero e proprio cult che inneggia alla libertà, all’emancipazione ed all’amicizia tra donne e che, scena dopo scena, ci fa conoscere luoghi, paesaggi, ambienti e vite quotidiane di tutti i personaggi che le due amiche incontrano durante la loro “fuga”. Il loro viaggio inizia in Arkansas puntando verso l’Oklahoma attraversando Colorado e Arizona percorrendo strade, attraversando pianure infinite con scenari maestosi e pieni di fascino. In realtà la maggior parte delle scene sono state girate nei vasti spazi intorno a Los Angeles come Gorman e la Lockwood Valley mentre alcune scene, le più emozionanti e rappresentative a livello di paesaggio, sono state girate nel deserto dello Utah e a Dead Horse Point dove la leggenda racconta che per liberarsi dall’uomo che li teneva imbrigliati, un gruppo di cavalli si siano lanciati nel canyon preferendo la morte alla libertà negata. Innegabile il collegamento tra la scelta di libertà dei cavalli e la scena finale delle protagoniste di Thelma e Louise. Meravigliose le scene nelle location di Bakersfield, nelle valli della California, con i suoi campi e le sue strade polverose che tagliano i due paesaggi infiniti e mozzafiato. Mediterraneo Scritto e diretto da Gabriele Salvatores, Mediterraneo racconta la storia di un gruppetto di soldati italiani rimasti soli ed isolati su un’isola greca durante la Seconda Guerra Mondiale. Film eccezionalmente bello per i luoghi e gli scenari nei quali si svolge, dove il cielo ed il mare si incontrano per tutta la durata del film. Mediterraneo è stato girato sulla piccolissima isola di Kastellorizo nel Dodecaneso, vicinissima alle coste della Turchia. Molte scene sono ambientate nella città di Megisti, tipicamente greca, della quale , attraverso le immagini del film, ne conosciamo le strade, le piazzette, gli affacci sul mare, le case bianche, il lento ritmo della vita sull’isola. È proprio grazie a Salvatores che abbiamo scoperto l’esistenza di questa piccola meravigliosa isola in mezzo al mare, poco più grande di un francobollo con i suoi 9 chilometri quadrati di roccia e piccolissime spiagge, circondata da un mare caraibico color smeraldo. La piccola città si sviluppa in altezza con le sue case bianche che si affacciano sul porto e che al tramonto brillano come luci mentre il cielo si tinge di arancione. La vita si svolge con ritmi lenti come se il tempo non passasse o come se il tempo non esistesse, qualche bar, un paio di ristorantini che si affacciano sul mare o all’interno degli stretti vicoli che, grazie al contributo di Salvatores, sono oggi diventati meta di coloro che vogliono vivere un’esperienza fuori dal mondo, avvolti da una pace quasi surreale, dal silenzio, dalle voci dei gabbiani ed il rumore delle onde. Un posto dove scappare per scoprire un’altra dimensione e, perché no, anche se stessi. La Mia Africa Film spettacolare scritto dal grande Pollack che con la sua maestra ed il suo genio commuove e stimola lo spettatore a preparare la valigia appena terminata la visione. La Mia Africa vi porta a fare tutto ciò che fino ad ora avete rimandato: viaggiare! Ambientato in Kenya, in quella regione incontaminata, aspra e dura del continente africano è una pellicola autobiografica. I riconoscimenti ricevuti l’hanno portato a diventare un film cult del genere amato dagli appassionati dei viaggi e del romanticismo. Caratteristica del film sono le sue inquadrature ampie che cercano in modo spasmodico di allargare il campo il più possibile per fotografare la bellezza unica al mondo di questa terra. Ed è proprio attraverso queste ampie inquadrature che lo spettatore riesce a farsi un’idea precisa e reale del Kenya, terra di cultura indigena e primitiva di quell’Africa che, se visitata una volta, non vi lascerà mai. Il famoso Mal d’Africa che colpisce tutti coloro che almeno una volta nella vita hanno la fortuna di visitarla. La bellezza di una terra straordinaria ricca di magia che Pollack riesce a regalare allo spettatore unitamente ad una indescrivibile sensazione di libertà che attraversa lo spettatore per tutta la durata del film. La Mia Africa è una delle poche pellicole che è riuscita ad innalzare e celebrare i paesaggi incontaminati del Kenya con una fotografia mozzafiato, precisa e perfetta tanto da aver ricevuto un numero incredibile di premi internazionali. Sette anni in Tibet Film spettacolare prodotto nel 1997 da Jean-Jacques Annaud racconta la storia di un giovane attivista del Partito Nazionalsocialista Tedesco che, nominato dal governo tedesco per scalare le montagne dell’Himalaya, raggiunge il misterioso Nanga Parbat. Il Nanga Parbat è la nona vetta più alta del mondo, pochissimi coloro che l’hanno scalata con successo. Il film è girato per la maggior parte a Mendoza e a La Plata in Argentina, in Nepal, e pochissime scene in Austria ed in Canada. Solo 20 minuti del film sono ambientati in Tibet, come ha ammesso successivamente il regista, 20 minuti che sono costati al regista ed ai protagonisti del film l’allontanamento a vita dalla Cina. Proprio le scene girate nella città sacra di Lasha corrispondono a quei 20 minuti che sono costati la diffida all’intero cast. Resta comunque il fatto che le ambientazioni, gli scenari, i luoghi sono perfettamente riprodotti e che il visitatore attratto dalla pellicola può ritrovare questi luoghi qualora dovesse decidere di fare un viaggio in Tibet. Cast Away Film interpretato magistralmente da Tom Hanks che approda sull’isola con aspetto umano e civilizzato e la lascerà trasformato nel corpo e nell’anima dalla vita alla Robinson Crusoe. Pellicola ambientata in una delle più belle isole del mondo, Monuriki. Monuriki fa parte di un complesso di atolli vicino all’arcipelago delle Isole Fiji e più precisamente vicino alle Isole Mamanuca. Il film è stato girato quasi per intero su quest’isola dove il naufrago vivrà per 4 anni. Piccolissima isola lunga poco più di 1 chilometro e larga non più di 600 metri, leggermente montuosa ma con spiagge di una bellezza paradisiaca. Dopo l’uscita del film l’isola è diventata, nel giro di una stagione, una meta turistica molto ambita e di forte richiamo: l’isola di Cast Away, essendo piccolissima, permette al visitatore, nel momento in cui mette piede sulla spiaggia, di riconoscere immediatamente tutti i luoghi dove sono state girate le bellissime scene del film. Sotto il sole della Toscana Non è solo un film ma un vero e proprio viaggio! Se amate la città non guardate questo film altrimenti tutto il vostro amore per la città svanirà per incanto ed il desiderio di partire per la Toscana diventerà irrefrenabile. Sotto il sole di Toscana è ambientato principalmente in Toscana nella città di Cortona della quale, attraverso le immagini del film, ne conoscerete il centro storico, le vie, i palazzi, la bellissima villa vicino alle mura cittadine; i casolari nelle estese campagne e le sue colline vi faranno decidere di partire alla scoperta della Toscana affrontando un viaggio di serenità, natura, vini deliziosi e cibo eccezionale. Documentari sui viaggi Ma non sono solo i film più famosi, come quelli che vi abbiamo raccontato, che vi scuoteranno dalla poltrona facendovi decidere di fare un viaggio dopo aver visto le immagini del Tibet, delle Isole Caraibiche, del Kenya o della Toscana. Anche i documentari sui viaggi sono pronti a fare la loro parte e siamo certi vi daranno l’input finale per preparare subito le valigie e programmare il vostro prossimo viaggio. Ecco quali sono i docu-film, i documentari e le serie imperdibili per trarre ispirazione. Our Planet È una famosissima serie britannica narrata da Sir David Attenborough che racconta il nostro pianeta a 360°: dalle terre del ghiaccio alle giungle tropicali raccontando le specie più rare, i pesci collezionisti, uccelli rarissimi ed insetti dei quali mai ne immaginereste l’esistenza. Our Planet, in otto episodi mozzafiato, è un inno alle meraviglie della nostra terra, dei suoi habitat più fragili e più possenti, delle forme più estreme della natura offerte attraverso immagini di qualità e perfezione altissime. Profondo Blu Film-documentario che va alla scoperta della flora e della fauna che non possiamo vedere. Profondo Blu vi porta alla scoperta degli Oceani e dei loro spettacolari abitanti, alla scoperta di un mondo sottomarino sconosciuto ai più. Riprese sottomarine fantastiche con immagini e colori che nemmeno la tavolozza di un bravo pittore saprebbe riprodurre. The Endless Summer The Endless Summer è una serie di film-documentari che va alla scoperta del mondo spumeggiante, adrenalitico ed avventuroso del Surf; l’onda perfetta e le evoluzioni dei surfisti sono catturate con maestria dalle videocamere di Bruce Brown con riprese ed immagini che vi faranno sentire protagonisti di questo sport. Seguendo Bruce Brown attraverserete la Nuova Zelanda, l’Australia, le Hawaii, il Sudafrica alla ricerca dell’onda perfetta durante un’estate senza fine. Film-doc che omaggia la gioventù ed inneggia alla libertà, alla voglia di vivere, all’amicizia, al sole e alla natura. Il viaggio nutre l’anima, la conoscenza nutre il cuore. Il cibo nutre il corpo. Mano alle valige: si parte! https://ift.tt/2YaP4p0 I migliori film e documentari sui viaggi Ci sono film che restano impressi nella nostra memoria e che non è possibile dimenticare, soprattutto per i veri viaggiatori. Film dei quali si ricordano con precisione luoghi, scenari, scene, nomi di città ed i loro protagonisti. Sono i film ed i documentari sui viaggi che hanno generato la voglia di partire e ritrovare dal vivo quei luoghi visti al cinema o in TV, luoghi che abbiamo amato fin da subito, stupefacenti, lontani dalla nostra vita quotidiana; sono film “calamita” perché sono lo stimolo per partire alla scoperta di luoghi che ci attraggono. Viaggiare è sinonimo di vivere ed ecco i film più belli che ci fanno vivere momenti emozionanti, in attesa di partire! Into the Wild Into the Wild è il film cult sui viaggi scritto e diretto da Sean Penn, libera trasposizione del libro di Jon Krakauer “Nelle Terre Estreme”. Into the Wild racconta la vera storia di Christopher Mc Candless che, dopo la laurea, abbandona la sua famiglia benestante ed inizia un lunghissimo viaggio negli Stati Uniti attraversando l’Arizona, il Grand Canyon fino a raggiungere l’Alaska dove termina il suo viaggio. In Alaska si ferma per 4 mesi celebrando la ricerca della libertà, cercando di sopravvivere in quella terra di gelo e ghiacciai. Le immagini, gli scenari, i paesaggi e le ambientazioni del film sono estremamente affascinanti e terrificanti in alcuni tratti. McCandless sperimenta la vita dei local entrando in contatto con gli usi e le abitudini dei luoghi vivendo alla giornata. Il suo viaggio termina dopo 4 mesi con la sua morte ed il suo corpo ritrovato casualmente in un autobus abbandonato in un accampamento. Thelma e Louise Diretto da Ridley Scott, Thelma e Louise è diventato uno dei film più belli della storia mondiale del cinema collezionando importanti riconoscimenti tra cui il premio Oscar per la miglior sceneggiatura. Il film è considerato un vero e proprio cult che inneggia alla libertà, all’emancipazione ed all’amicizia tra donne e che, scena dopo scena, ci fa conoscere luoghi, paesaggi, ambienti e vite quotidiane di tutti i personaggi che le due amiche incontrano durante la loro “fuga”. Il loro viaggio inizia in Arkansas puntando verso l’Oklahoma attraversando Colorado e Arizona percorrendo strade, attraversando pianure infinite con scenari maestosi e pieni di fascino. In realtà la maggior parte delle scene sono state girate nei vasti spazi intorno a Los Angeles come Gorman e la Lockwood Valley mentre alcune scene, le più emozionanti e rappresentative a livello di paesaggio, sono state girate nel deserto dello Utah e a Dead Horse Point dove la leggenda racconta che per liberarsi dall’uomo che li teneva imbrigliati, un gruppo di cavalli si siano lanciati nel canyon preferendo la morte alla libertà negata. Innegabile il collegamento tra la scelta di libertà dei cavalli e la scena finale delle protagoniste di Thelma e Louise. Meravigliose le scene nelle location di Bakersfield, nelle valli della California, con i suoi campi e le sue strade polverose che tagliano i due paesaggi infiniti e mozzafiato. Mediterraneo Scritto e diretto da Gabriele Salvatores, Mediterraneo racconta la storia di un gruppetto di soldati italiani rimasti soli ed isolati su un’isola greca durante la Seconda Guerra Mondiale. Film eccezionalmente bello per i luoghi e gli scenari nei quali si svolge, dove il cielo ed il mare si incontrano per tutta la durata del film. Mediterraneo è stato girato sulla piccolissima isola di Kastellorizo nel Dodecaneso, vicinissima alle coste della Turchia. Molte scene sono ambientate nella città di Megisti, tipicamente greca, della quale , attraverso le immagini del film, ne conosciamo le strade, le piazzette, gli affacci sul mare, le case bianche, il lento ritmo della vita sull’isola. È proprio grazie a Salvatores che abbiamo scoperto l’esistenza di questa piccola meravigliosa isola in mezzo al mare, poco più grande di un francobollo con i suoi 9 chilometri quadrati di roccia e piccolissime spiagge, circondata da un mare caraibico color smeraldo. La piccola città si sviluppa in altezza con le sue case bianche che si affacciano sul porto e che al tramonto brillano come luci mentre il cielo si tinge di arancione. La vita si svolge con ritmi lenti come se il tempo non passasse o come se il tempo non esistesse, qualche bar, un paio di ristorantini che si affacciano sul mare o all’interno degli stretti vicoli che, grazie al contributo di Salvatores, sono oggi diventati meta di coloro che vogliono vivere un’esperienza fuori dal mondo, avvolti da una pace quasi surreale, dal silenzio, dalle voci dei gabbiani ed il rumore delle onde. Un posto dove scappare per scoprire un’altra dimensione e, perché no, anche se stessi. La Mia Africa Film spettacolare scritto dal grande Pollack che con la sua maestra ed il suo genio commuove e stimola lo spettatore a preparare la valigia appena terminata la visione. La Mia Africa vi porta a fare tutto ciò che fino ad ora avete rimandato: viaggiare! Ambientato in Kenya, in quella regione incontaminata, aspra e dura del continente africano è una pellicola autobiografica. I riconoscimenti ricevuti l’hanno portato a diventare un film cult del genere amato dagli appassionati dei viaggi e del romanticismo. Caratteristica del film sono le sue inquadrature ampie che cercano in modo spasmodico di allargare il campo il più possibile per fotografare la bellezza unica al mondo di questa terra. Ed è proprio attraverso queste ampie inquadrature che lo spettatore riesce a farsi un’idea precisa e reale del Kenya, terra di cultura indigena e primitiva di quell’Africa che, se visitata una volta, non vi lascerà mai. Il famoso Mal d’Africa che colpisce tutti coloro che almeno una volta nella vita hanno la fortuna di visitarla. La bellezza di una terra straordinaria ricca di magia che Pollack riesce a regalare allo spettatore unitamente ad una indescrivibile sensazione di libertà che attraversa lo spettatore per tutta la durata del film. La Mia Africa è una delle poche pellicole che è riuscita ad innalzare e celebrare i paesaggi incontaminati del Kenya con una fotografia mozzafiato, precisa e perfetta tanto da aver ricevuto un numero incredibile di premi internazionali. Sette anni in Tibet Film spettacolare prodotto nel 1997 da Jean-Jacques Annaud racconta la storia di un giovane attivista del Partito Nazionalsocialista Tedesco che, nominato dal governo tedesco per scalare le montagne dell’Himalaya, raggiunge il misterioso Nanga Parbat. Il Nanga Parbat è la nona vetta più alta del mondo, pochissimi coloro che l’hanno scalata con successo. Il film è girato per la maggior parte a Mendoza e a La Plata in Argentina, in Nepal, e pochissime scene in Austria ed in Canada. Solo 20 minuti del film sono ambientati in Tibet, come ha ammesso successivamente il regista, 20 minuti che sono costati al regista ed ai protagonisti del film l’allontanamento a vita dalla Cina. Proprio le scene girate nella città sacra di Lasha corrispondono a quei 20 minuti che sono costati la diffida all’intero cast. Resta comunque il fatto che le ambientazioni, gli scenari, i luoghi sono perfettamente riprodotti e che il visitatore attratto dalla pellicola può ritrovare questi luoghi qualora dovesse decidere di fare un viaggio in Tibet. Cast Away Film interpretato magistralmente da Tom Hanks che approda sull’isola con aspetto umano e civilizzato e la lascerà trasformato nel corpo e nell’anima dalla vita alla Robinson Crusoe. Pellicola ambientata in una delle più belle isole del mondo, Monuriki. Monuriki fa parte di un complesso di atolli vicino all’arcipelago delle Isole Fiji e più precisamente vicino alle Isole Mamanuca. Il film è stato girato quasi per intero su quest’isola dove il naufrago vivrà per 4 anni. Piccolissima isola lunga poco più di 1 chilometro e larga non più di 600 metri, leggermente montuosa ma con spiagge di una bellezza paradisiaca. Dopo l’uscita del film l’isola è diventata, nel giro di una stagione, una meta turistica molto ambita e di forte richiamo: l’isola di Cast Away, essendo piccolissima, permette al visitatore, nel momento in cui mette piede sulla spiaggia, di riconoscere immediatamente tutti i luoghi dove sono state girate le bellissime scene del film. Sotto il sole della Toscana Non è solo un film ma un vero e proprio viaggio! Se amate la città non guardate questo film altrimenti tutto il vostro amore per la città svanirà per incanto ed il desiderio di partire per la Toscana diventerà irrefrenabile. Sotto il sole di Toscana è ambientato principalmente in Toscana nella città di Cortona della quale, attraverso le immagini del film, ne conoscerete il centro storico, le vie, i palazzi, la bellissima villa vicino alle mura cittadine; i casolari nelle estese campagne e le sue colline vi faranno decidere di partire alla scoperta della Toscana affrontando un viaggio di serenità, natura, vini deliziosi e cibo eccezionale. Documentari sui viaggi Ma non sono solo i film più famosi, come quelli che vi abbiamo raccontato, che vi scuoteranno dalla poltrona facendovi decidere di fare un viaggio dopo aver visto le immagini del Tibet, delle Isole Caraibiche, del Kenya o della Toscana. Anche i documentari sui viaggi sono pronti a fare la loro parte e siamo certi vi daranno l’input finale per preparare subito le valigie e programmare il vostro prossimo viaggio. Ecco quali sono i docu-film, i documentari e le serie imperdibili per trarre ispirazione. Our Planet È una famosissima serie britannica narrata da Sir David Attenborough che racconta il nostro pianeta a 360°: dalle terre del ghiaccio alle giungle tropicali raccontando le specie più rare, i pesci collezionisti, uccelli rarissimi ed insetti dei quali mai ne immaginereste l’esistenza. Our Planet, in otto episodi mozzafiato, è un inno alle meraviglie della nostra terra, dei suoi habitat più fragili e più possenti, delle forme più estreme della natura offerte attraverso immagini di qualità e perfezione altissime. Profondo Blu Film-documentario che va alla scoperta della flora e della fauna che non possiamo vedere. Profondo Blu vi porta alla scoperta degli Oceani e dei loro spettacolari abitanti, alla scoperta di un mondo sottomarino sconosciuto ai più. Riprese sottomarine fantastiche con immagini e colori che nemmeno la tavolozza di un bravo pittore saprebbe riprodurre. The Endless Summer The Endless Summer è una serie di film-documentari che va alla scoperta del mondo spumeggiante, adrenalitico ed avventuroso del Surf; l’onda perfetta e le evoluzioni dei surfisti sono catturate con maestria dalle videocamere di Bruce Brown con riprese ed immagini che vi faranno sentire protagonisti di questo sport. Seguendo Bruce Brown attraverserete la Nuova Zelanda, l’Australia, le Hawaii, il Sudafrica alla ricerca dell’onda perfetta durante un’estate senza fine. Film-doc che omaggia la gioventù ed inneggia alla libertà, alla voglia di vivere, all’amicizia, al sole e alla natura. Il viaggio nutre l’anima, la conoscenza nutre il cuore. Il cibo nutre il corpo. Mano alle valige: si parte! Viaggiare attraverso il grande schermo è più che possibile, basta vedere uno dei film dedicati ai viaggi più belli che siano mai stati girati.
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tasksweekly · 6 years
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[TASK 133: MADAGASCAR]
In celebration of Black History Month, here’s a masterlist below compiled of over 290+ Malagasy faceclaims categorised by gender with their occupation and ethnicity denoted if there was a reliable source. If you want an extra challenge use random.org to pick a random number! Of course everything listed below are just suggestions and you can pick whichever character or whichever project you desire.
Any questions can be sent here and all tutorials have been linked below the cut for ease of access! REMEMBER to tag your resources with #TASKSWEEKLY and we will reblog them onto the main! This task can be tagged with whatever you want but if you want us to see it please be sure that our tag is the first five tags, @ mention us or send us a messaging linking us to your post!
THE TASK - scroll down for FC’s!
STEP 1: Decide on a FC you wish to create resources for! You can always do more than one but who are you starting with? There are links to masterlists you can use in order to find them and if you want help, just send us a message and we can pick one for you at random!
STEP 2: Pick what you want to create! You can obviously do more than one thing, but what do you want to start off with? Screencaps, RP icons, GIF packs, masterlists, PNG’s, fancasts, alternative FC’s - LITERALLY anything you desire!
STEP 3: Look back on tasks that we have created previously for tutorials on the thing you are creating unless you have whatever it is you are doing mastered - then of course feel free to just get on and do it. :)
STEP 4: Upload and tag with #TASKSWEEKLY! If you didn’t use your own screencaps/images make sure to credit where you got them from as we will not reblog packs which do not credit caps or original gifs from the original maker.
THINGS YOU CAN MAKE FOR THIS TASK -  examples are linked!
Stumped for ideas? Maybe make a masterlist or graphic of your favourite faceclaims. A masterlist of names. Plot ideas or screencaps from a music video preformed by an artist. Masterlist of quotes and lyrics that can be used for starters, thread titles or tags. Guides on culture and customs.
Screencaps
RP icons [of all sizes]
Gif Pack [maybe gif icons if you wish]
PNG packs
Manips
Dash Icons
Character Aesthetics
PSD’s
XCF’s
Graphic Templates - can be chara header, promo, border or background PSD’s!
FC Masterlists - underused, with resources, without resources!
FC Help - could be related, family templates, alternatives.
Written Guides.
and whatever else you can think of / make!
MASTERLIST!
F:
Razia / Razia Said (1959) Malagasy - singer-songwriter and guitarist.
Kim Wayans (1961) African-American [including Malagasy] - actress, comedian, producer, director, and writer.
Maya Rudolph (1972) African-American [including Malagasy] / Lithuanian Jewish, Russian Jewish, German Jewish, Hungarian Jewish - actress, singer, and comedian.
Maia Ginger (1974) Malagasy - porn actress.
Noémie Lenoir (1979) Malagasy / French - actress and model.
Ally Mac Tyana / Dany Verissimo-Petit / Dany Verissimo (1982) Malagasy / French - actress and model.
Chaunté Wayans (1982) African-American [including Malagasy] - actress, comedian, writer, and editor.
Jess Tom (1984) Malagasy / Chinese - chef and food writer.
Nataly Andria / Nataly Haritiana Andrianaivoson (1985) Malagasy - actress and singer-songwriter.
Iry Wallenholm (1992) Malagasy - instagrammer (irywallenholm).
Jain / Jeanne Louise Galice (1992) 1/4 Malagasy, 3/4 French - singer-songwriter.
Njara Windye Harris (1993 or 1994) Malagasy - dethroned Miss Madagascar 2017.
Mia Randria (1995) Malagasy - youtuber (Mia Randria).
Demi-Leigh Nel-Peters (1995) South Africa Afrikaner [Dutch (including Frisian), French, German, small amount of Belgian (including Flemish), 1/256 Ukrainian, remote Malagasy, Other Unspecified African, Chinese, Indian, Indonesian (including Sumbawa), Norwegian, English] - model and Miss Universe 2017.
Samantha Todivelou (1997 or 1998) Malagasy - Miss Madagascar 2016.
Brenda Mada (1998) Malagasy - singer.
Felana Tirindraza (1998 or 1999) Malagasy - Miss Madagascar 2017.
Deenyz (?) Malagasy - singer.
Anziza Salema (?) Sakalava Malagasy - singer.
Chila / Vaiavy Chila (?) Malagasy - singer-songwriter.
Poopy / Josée Helihanta Ramahavalisoa (?) Malagasy - singer-songwriter.
Ninie Doniah (?) Malagasy - singer-songwriter.
Valisoa Randriambelonoro (?) Malagasy - Miss Madagascar 2018.
Hanja Ranjalahy (?) Malagasy - Miss Madagascar 2015.
Tanzia Asmina (?) Malagasy - Miss Madagascar 2012.
Marie Clémence Andriamonta-Paes (?) Malagasy, French - producer.
Lalie Rabeharison (?) Malagasy - producer.
Noro / Raharimalala Tina Norosoa (?) Malagasy - musician (Tarika).
Donné / Randriamanantena Dieudonné (?) Malagasy - musician (Tarika).
Hanitra / Rasoanaivo Hanitrarivo (?) Malagasy - musician (Tarika).
Ny Ony / Rasolomahatratra Ny Ony Henintsoa Andriamparany (?) Malagasy - musician (Tarika).
Solo / Randrianasolomalala Victor (?) Malagasy - musician (Tarika).
Cecilia Jolivet (?) Malagasy - instagrammmer (_ceciliajolivet).
Lilas Mia (?) Malagasy - instagrammmer (lilasmia).
Ony Rasoamanitrandrasana (?) Malagasy - model and Miss Atsimondrano (instagram: ony_tsou).
Annie Michram (?) Malagasy - model (instagram: anniemichrammodel).
Ange-Lah (?) Malagasy - singer and also a former member of Hazolahy.
L Saphira (?) Malagasy - singer.
Lianah (?) Malagasy - singer.
Lala Njava / Gabrielle Raharimalala (?) Malagasy - singer.
F - Athletes:
Albertine Rahéliarisoa (1961) Malagasy - middle-distance runner.
Lalao Ravaonirina (1963) Malagasy - sprinter.
Bako Ratsifa (1964) Malagasy - swimmer.
Nicole Rajoharison (1965) Malagasy - swimmer.
Hanitriniaina Rakotondrabé (1967) Malagasy - sprinter.
Vola Hanta Ratsifa Andrihamanana (1970) Malagasy - swimmer.
Monica Rahanitraniriana (1970) Malagasy - sprinter.
Clarisse Rasoarizay (1971) Malagasy - long-distance runner.
Nicole Ramalalanirina (1972) Malagasy - hurdler.
Naina Ravaoarisoa (1976) Malagasy - tennis player.
Laila Ali (1977) Louisiana Creole / African-American [including Malagasy], English, Scottish - boxer.
Dally Randriantefy (1977) Malagasy - tennis player.
Rosa Rakotozafy (1977) Malagasy - hurdler.
Lantoniaina Ramalalanirina (1977) Malagasy - sprinter.
Harijesy Razafindramahata (1977) Malagasy - swimmer.
Ony Paule Ratsimbazafy (1977) Malagasy - sprinter.
Natacha Randriantefy (1978) Malagasy - tennis player.
Josiane Soloniaina (1978) Malagasy - wrestler.
Mbolatiana Ramanisa (1982) Malagasy - swimmer.
Belinda M'Boma (1982) Malagasy - basketball player.
Nirinaharifidy Ramilijaona (1982) Malagasy - sprinter.
Eliane Saholinirina (1982 or 1983) Malagasy - middle-distance runner.
Nantenaina Ramalalaharivololona (1987) Malagasy - tennis player.
Élodie Embony (1987) Malagasy - sprinter.
Asaramanitra Ratiarison (1988) Malagasy - tennis player.
Nathalia Rakotondramanana (1989) Malagasy - weightlifter.
Tojohanitra Andriamanjatoarimanana (1990) Malagasy - swimmer.
Irina Ramialison (1991) Malagasy - tennis player.
Agnès Raharolahy (1992) Malagasy - track and field athlete.
Vania Ravololoniaina (1992) Malagasy - weightlifter.
Sandra Andriamarosoa (1992) Malagasy - tennis player.
Estellah Fils Rabetsara (1994) Malagasy - swimmer.
Zarah Razafimahatratra (1994) Malagasy - tennis player.
Hantan Raharvel (1996) Malagasy - swimmer.
Tessah Andrianjafitrimo (1998) Malagasy / French - tennis player.
Elodie Marion Razafy (1998) Malagasy - swimmer.
Mialitiana Clerc (2001) Malagasy - alpine skier.
M:
Coco Rabaraona (1939) Malagasy - musician.
Pat Rabaraona (1941) Malagasy - musician.
Rocky Rabaraona (1942) Malagasy - actor and musician.
Dave Rabaraona (1943) Malagasy - musician.
Raymond Rajaonarivelo (1949) Malagasy - director.
Bekoto / Honoré August Rabekoto (1953) Malagasy - guitarist, pianist, harmonicist, and flutist (Mahaleo).
Dama / Rasolofondraosolo Zafimahaleo (1954) Malagasy - guitarist, harmonicist, and kabosy player (Mahaleo).
Fafa / Famantanantsoa Andriamihaingo Rajaonarison (1954) Malagasy - singer and guitarist (Mahaleo).
Dadah / Andrianabela Rakotobe (1954) Malagasy - singer and guitarist (Mahaleo).
Charle / Charle-Bert Andrianaivo (1954) Malagasy - singer and percussionist (Mahaleo).
Jaojoby / Eusèbe Jaojoby (1955) Betsimisaraka Malagasy - singer and composer.
Madagascar Slim / Randriamananjara Radofa Besata Jean Longin (1956) Malagasy - guitarist.
Solorazaf / Solo Razafindrakoto (1956) Malagasy - guitarist.
Dwayne Wayans (1956) Malagasy - writer and film score producer.
Keenen Ivory Wayans (1958) African-American [including Malagasy] - actor, comedian, and filmmaker.
Erick Manana (1959) Malagasy - singer-songwriter and guitarist.
Damon Wayans (1960) African-American [including Malagasy] - actor, comedian, producer, and writer.
Rossy / Paul Bert Rahasimanana (1960) Malagasy - singer-songwriter and accordionist.
D’Gary / Ernest Randrianasolo (1961) Bara Malagasy - singer-songwriter and guitarist.
Arnold Vosloo (1962) South Africa Afrikaner [Dutch, some German, Swiss, distant Danish, remote Malagasy, Angolan, Indonesian, Indian, French, Norwegian] - actor.
Justin Vali / Justin Rakotondrasoa (1964) Malagasy - singer-songwriter.
Rajery (1965) Malagasy - musician.
Abdou Day (1966) Malagasy - singer.
Shurik'n / Shurik'n Chang-Ti / Geoffroy Mussard (1966) Malagasy, Réunionese - rapper.
Ty Burrell (1967) 1/64 Malagasy, 63/64 mix of German, English, smaller amounts of Scottish, Irish, French - actor and comedian.
Sébastien Folin (1970) Malagasy - tv presenter and radio host.
Faf Larage / Raphael Mussard (1971) Malagasy, Réunionese - rapper.
Shawn Wayans (1971) African-American [including Malagasy] - actor, comedian, producer, and writer.
Lego (1973) Sakalava Malagasy - singer-songwriter and accordionist.
Nicolas Vatomanga / Nicolas Vatomanga Andrianaivo Rakotovao (1975) Malagasy - pianist, flutist, saxophonist, and composer.
Samoëla / Samoëla Rasolofoniaina (1976) Malagasy - singer-songwriter and guitarist.
Craig Wayans (1976) African-American [including Malagasy] - actor, comedian, producer, and writer.
Jerry Marcoss (1980) Malagasy - singer-songwriter.
Damien Dante Wayans (1980) African-American [including Malagasy] - actor, producer, director, and screenwriter.
Tsiliva / Christophe Tsiliva Diddiot (1982) Malagasy - singer-songwriter, bassist, guitarist, and percussionist.
Damon Wayans Jr. (1982) African-American [including Malagasy] - actor, comedian, and writer.
Malory / Yohann Malory (1985) Malagasy - singer-songwriter.
Tyron Carter / Yohann Michel (1985) Malagasy - singer and rapper.
Mark Ballas (1986) 1/64 Malagasy, 1/4 Mexican [Spanish, Possibly Other], 1/4 Greek, 31/64 mix of Irish, English - actor, singer-songwriter, guitarist, dancer, and choreographer.
Ricky / Olombelona Ricky / Ricky Randimbiarison (?) Malagasy - singer-songwriter.
Wawa (?) Malagasy - singer-songwriter.
Toto Mwandjani (?) Malagasy - singer-songwriter and guitarist.
Mily Clément (?) Malagasy - singer-songwriter and percussionist.
Jarifa (?) Malagasy - singer and composer.
Eric Moscardo (?) Malagasy / Norman - actor.
Thominot Hazolahy (?) Malagasy - musician.
Ari Nao (?) Malagasy / Clipperton Islander - singer (instagram: ari.officiel).
Aina Mitantsoa (?) Malagasy - model (instagram: el_codii).
Yvon Mamisolofo (?) Malagasy - musician (Senge).
Jean Ramanambint (?) Malagasy - musician (Senge).
Sylvestre Randafison (?) Malagasy - musician (Ny Antsaly).
Rémi Randafison (?) Malagasy - musician (Ny Antsaly).
Bernard Razafindrakoto (?) Malagasy - musician (Ny Antsaly).
Franklin Davis (?) Malagasy - singer-songwriter (Mika sy Davis).
Mika (?) Malagasy - singer-songwriter (Mika sy Davis).
Dadalo (?) Malagasy - musician (Oladad).
Evans (?) Malagasy - musician (Oladad).
Kids (?) Malagasy - musician (Oladad).
Tsiry (?) Malagasy - musician (Oladad).
Lova (?) Malagasy - musician (Oladad).
M'Bassa (?) Malagasy - singer (Salala).
Kix (?) Malagasy - musician (AmbondronA).
Honty (?) Malagasy - musician (AmbondronA).
Beranto (?) Malagasy - musician (AmbondronA).
Carryl (?) Malagasy - musician (AmbondronA).
Blanc (?) Malagasy - musician (AmbondronA).
Mboux (?) Malagasy - musician (AmbondronA).
Modeste (?) Malagasy - singer.
Kilema / Randrianantoandro Clément (?) Malagasy - musician and former member of Justin Vali Trio.
Fenoamby (?) Malagasy - musician.
Nogabe Randriaharimalala (?) Malagasy - musician.
Charles Kely (?) Malagasy - singer.
M - Athletes:
Jean Randrianjatovo (1936) Malagasy - long-distance runner.
Solo Razafinarivo (1938) Malagasy - cyclist.
Justin Andriamanantena (1942) Malagasy - judoka.
Rahman Ali (1943) African-American [including Malagasy], English, Scottish - boxer.
Fernand Tovondray (1944) Malagasy - hurdler.
Dominique Rakotorahalahy (1944) Malagasy - track and field athlete.
Tommy Andrianatvoo (1945) Malagasy - judoka.
Jean-Aimé Randrianalijaona (1946) Malagasy - hurdler.
Édouard Rasoanaivo (1947) Malagasy - middle-distance runner.
André Ralainasolo (1947) Malagasy - sprinter.
Jean de Dieu Razafimahatratra (1947) Malagasy - judoka.
Frédérique Andrianaivo (1948) Malagasy - sprinter.
Henri Rafaralahy (1949) Malagasy - sprinter.
Tisbite Rakotoarisoa (1951) Malagasy - middle-distance runner.
Louis Rabetrano (1954) Malagasy - judoka.
Bernard Petitbois (1954) Malagasy - sprinter.
Jules Randrianarivelo (1956) Malagasy - long-distance runner.
Milson Randrianasolo (1957) Malagasy - boxer.
Sylvain Rajefiarison (1958) Malagasy - boxer.
Mamodaly Ashikhoussen (1958) Malagasy - judoka.
Paul Rasamimanana (1958) Malagasy - boxer.
Sylvain Rabary (1961) Malagasy - judoka.
Arsène Randriamahazomana (1961) Malagasy - sprinter.
Hervé Arsène (1963) Malagasy - footballer.
Heritovo Rakotomanga (1963) Malagasy - boxer.
Luc Rasoanaivo-Razafy (1965) Malagasy - judoka.
Toussaint Rabenala (1965) Malagasy - triple jumper.
Zoë Andrianifaha (1965) Malagasy - swimmer.
Jean-Jacques Rakotomalala (1965) Malagasy - judoka.
Alain Razahasoa (1966) Malagasy - long-distance runner.
Jean-Luc Bezoky (1966) Malagasy - boxer.
Fidy Rasoanaivo (1968) Malagasy - footballer.
Hubert Rakotombelontsoa (1968) Malagasy - hurdler.
Anicet Rasoanaivo (1969) Malagasy - boxer.
Franck Rabarivony (1970) Malagasy - footballer.
Alain Rakotondramanana (1970) Malagasy - footballer.
Celestin Augustin (1971) Malagasy - boxer.
Éric Rabésandratana (1972) Malagasy - footballer.
Victor Razafindrakoto (1972) Malagasy - long-distance runner.
Joseph Rakotoarimanana (1972) Malagasy - middle-distance runner.
Stéphane Collet (1972) Malagasy - footballer.
Jean Randriamamitiana (1973) Malagasy - sprinter.
Rodson Dedy Tojosoa (1974) Malagasy - footballer.
Hubert Robson (1974) Malagasy - footballer.
Jean de Dieu Soloniaina (1974) Malagasy - boxer.
Mamisoa Razafindrakoto (1974) Malagasy - footballer.
Hamada Jambay (1975) Malagasy / Comorian - footballer.
Jean Luc Razakarivony (1975) Malagasy - swimmer.
Younous Oumouri (1975) Malagasy - footballer.
Joseph-Berlioz Randriamihaja (1975) Malagasy - hurdler.
Yvon Rakotoarimiandry (1976) Malagasy - hurdler.
Jean Natal Ratsimialona (1978) Malagasy - footballer.
Lalaina Rabenarivo (1978) Malagasy - boxer.
Guy Hubert (1978) Malagasy - footballer.
Jean José Razafimandimby (1979) Malagasy - footballer.
Bota / Jean-Chrysostome Raharison (1979) Malagasy - footballer.
José Rakoto / José Rakotoarisoa Harison (1980) Malagasy - rugby player.
Jimmy Radafison (1980) Malagasy - footballer.
Eric-Julien Rakotondrabe (1980) Malagasy - footballer.
Johann Paul (1981) Malagasy - footballer.
Bruno Rajaozara (1981) Malagasy - footballer.
Jacquot Harinirina (1981) Malagasy - rugby player.
Rija Rakotomandimby (1982) Malagasy - footballer.
Mazinot Valentin (1982) Malagasy - footballer.
Christophe Grondin (1983) Malagasy, Réunionese - footballer.
Marco Randriana (1983) Malagasy - footballer.
Sidonie Rakotoarisoa (1983) Malagasy - rugby player.
Franck Béria (1983) Malagasy - footballer.
Jérémy Morel (1984) Malagasy / French - footballer.
Elie Norbert (1984) Malagasy - judoka.
Jean Tholix (1984) Malagasy - footballer.
Anatole Ndriamparany (1984) Malagasy - footballer.
Kamé Ali / Ali Kamé (1984) Malagasy - track and field athlete.
Faneva Imà Andriatsima (1984) Malagasy - footballer.
Yerison Rabekoto (1984) Malagasy - basketball player.
Gervais Randrianarisoa (1984) Malagasy - footballer.
Hamada Nampiandraza (1984 or 1985) Malagasy - footballer.
Benoît Trémoulinas (1985) Malagasy, Réunionese - footballer.
Faed Arsène (1985) Malagasy - footballer.
Erik Rajohnson (1985) Malagasy, Czech - swimmer.
Damien Mahavony (1985) Malagasy - footballer.
Jean Tsaralaza (1985) Malagasy - footballer.
Andoniaina Andriamalala (1985) Malagasy - footballer.
Charles Ramsdell (1985) Malagasy - basketball player.
Milison Niasexe (1986) Malagasy - footballer.
Lalaïna Nomenjanahary (1986) Malagasy - footballer.
Mathieu Razanakolona (1986) Malagasy / French - alpine skier.
Pamphil Rabefitia (1986) Malagasy - footballer.
Francis Rasolofonirina (1986) Malagasy - footballer.
Tovohery Rabenandrasana (1987) Malagasy - footballer.
Praxis Rabemananjara (1987) Malagasy - footballer.
Tobisoa Njakanirina (1987) Malagasy - footballer.
Jérôme Mombris (1987) Réunionese / Malagasy, French - footballer.
Paulin Voavy (1987) Malagasy - footballer.
Claudio Randrianantoanina (1987) Malagasy - footballer.
Pascal Razak / Pascal Razakanantenaina (1987) Malagasy - footballer.
Michael Rabeson (1987) Malagasy - footballer.
Ando Rakotondrazaka / Andoniaina Rakotondrazaka Andrianavalona (1987) Malagasy - footballer.
Claudio Ramiadamanana (1988) Malagasy - footballer.
Mario Bakary (1988) Malagasy - footballer.
Yvan Rajoarimanana (1988) Malagasy - footballer.
Sarivahy Vombola (1988) Malagasy - footballer.
Antso Rakotondramanga (1988) Malagasy - tennis player.
Dimitri Carlos Zozimar (1988) Malagasy - footballer.
Ronny Rodelin (1989) Malagasy - footballer.
Carolus Andriamatsinoro (1989) Malagasy - footballer.
Jean Dieu-Donné Randrianasolo (1989) Malagasy - footballer.
Henri Charles Gladyson (1989) Malagasy - footballer.
Sedera Randriamparany (1990) Malagasy - footballer.
Tony Mamodaly (1990) Malagasy / German - footballer.
Ibrahim Amada (1990) Malagasy - footballer.
Romain Métanire (1990) Malagasy - footballer.
Anicet Abel (1990) Malagasy - footballer.
Dimitry Caloin (1990) Malagasy / French - footballer.
Fabien Boyer (1991) Malagasy - footballer.
Jordan Dupray (1991) Malagasy - footballer.
Falimery Ramanamahefa (1991) Malagasy - footballer.
Arohasina Andrianarimanana (1991) Malagasy - footballer.
Fetra Ratsimiziva (1991) Malagasy - judoka.
John Baggio / Baggio Rakotonomenjanahary (1991) Malagasy - footballer.
Pierrick Rakotoharisoa (1991) Malagasy - footballer.
Thomas Fontaine (1991) Malagasy, Réunionese - footballer.
Zacharie Boucher (1992) Malagasy - footballer.
Ibrahima Dabo (1992) Malagasy - footballer.
Tsilavina Ramanantsoa (1992) Malagasy - swimmer.
Njiva Rakotoharimalala (1992) Malagasy - footballer.
Bourahim Jaotombo (1992) Malagasy - footballer.
Toavina Rambeloson (1992) Malagasy - footballer.
William Gros (1992) Malagasy - footballer.
Melvin Adrien (1993) Malagasy - footballer.
Stéphan Raheriharimanana (1993) Malagasy - footballer.
Ludovic Ajorque (1994) Malagasy - footballer.
Baggio Rakotoarisoa (1994) Malagasy - footballer.
Zotsara Randriambololona (1994) Malagasy - footballer.
Anthonny Sitraka Ralefy (1995) Malagasy - swimmer.
Marco Ilaimaharitra (1995) Malagasy, Réunionese - footballer.
Albert Rafetraniaina (1996) Malagasy - footballer.
Rayan Raveloson (1997) Malagasy - footballer.
Jeremy Ebobisse (1997) Malagasy / Cameroonian - footballer.
Rinjala Raherinaivo (1998) Malagasy - footballer.
Bryan Adinany (2000) Malagasy - footballer.
George Rakotoarimbelo (?) Malagasy - boxer.
Bruno Saindini (?) Malagasy - footballer.
Anicet Sambo (?) Malagasy - boxer.
Problematic:
Aisha Tyler (1970) African-American, distant Malagasy, Irish, Scottish, English - actress and comedian. - Transphobic “jokes” and misogynistic comments.
Marlon Wayans (1972) African-American [including Malagasy] - actor, comedian, producer, and screenwriter. - Homophobic “jokes” and transphobic “jokes”.
Oscar Pistorius (1986) South Africa Afrikaner [Dutch, German, 1/8 Italian, some French Huguenot, distant Belgian (Flemish, Walloonian), Danish, remote Malagasy, Bengali, Indian, Indonesian, English] - sprinter. - Murdered his ex-girlfriend.
Behati Prinsloo (1989) Namibia Afrikaner [Dutch, Frisian, French, German, distant Kenyan, Latvian, Finnish, remote Malagasy, Angolan, Other Unspecified African, Indonesian, Indian, Chinese, Swedish, Danish, Swiss, Belgian (Flemish and Walloonian), Norwegian, Portuguese] - model. - Cultural appropriation.
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carmenvicinanza · 3 years
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Sarah Bernhardt
https://www.unadonnalgiorno.it/sarah-bernhardt/
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L’attore lascia in camerino la sua personalità, spoglia l’anima dalle sue sensazioni. Non può dividersi tra sé e il proprio ruolo, finché resta in scena perde il suo io.
Sarah Bernhardt è stata l’attrice più famosa del XIX secolo. Acclamata, imitata, celebrata è stata la prima a guadagnare la fama mondiale. Per lei è stato coniato il termine superstar da Jean Cocteau. Una carriera durata oltre 60 anni, fatta di alti e bassi, stramberie di ogni sorta, ha dominato il mondo della recitazione in memorabili spettacoli teatrali e film.
Nacque come Henriette-Rosine Bernard il 22 ottobre 1844 a Parigi. Sua madre, Julie Bernard, era una cortigiana olandese o forse tedesca, il padre ignoto. Venne affidata alle cure di una balia, poi della zia che la mandò in un collegio di suore dove recitò per la prima volta e decise di diventare un’attrice.
Fu il duca di Morny, fratellastro di Napoleone III e amante della zia e poi della madre, a provvedere alla sua educazione. Seguì corsi di pittura e scultura all’Ecole des Beaux Arts, per poi entrare al prestigioso Conservatorio. Nel 1862 fece il suo debutto alla Comédie-Francaise.
Nel 1864, dalla sua relazione col principe belga Eugène de Ligne, nacque il suo unico figlio, Maurice che diventerà uno scrittore.
Alla Comédie-Française recitò in alcuni dei ruoli più impegnativi del tempo, Zaire di Voltaire, Fedra e Britannicus di Racine.
Al suo impegno come attrice affiancava quello di pittrice e scultrice.
Sarah Bernhardt era famosa per le sue eccentricità, come quella di dormire in una bara che serviva anche da baule da viaggio, da cassa per le pellicce e da panca.
Nel 1880, dopo aver schiaffeggiato una collega attrice, lasciò la compagnia e ne fondò una propria con cui partì per l’estero, dove riuscì a far fortuna. Venne finanziata da una serie di nobili con cui intratteneva relazioni e rapporti sin da quando, ancora ragazzina, veniva venduta dalla madre.
A New York incontrò Thomas Edison e registrò su un cilindro sonoro un brano di Fedra. Tornata in Francia, dal 1893 diresse il Teatro del Rinascimento.
Allo scoppiare dell’Affare Dreyfus diede il suo sostegno a Émile Zola. In seguito, ai tempi della Comune di Parigi, si schierò al fianco di Louise Michel.
Ebbe molti amanti, tra i più famosi ci fu Victor Hugo che la definiva la Voce d’oro, Gustave Doré e Gustave Flaubert. Nel 1882, a Londra, sposò un collega di origini greche, Aristides Damala, morfinomane che la trattava malissimo e che mantenne anche dopo la loro separazione, per pagare i suoi vizi si indebitò e fu costretta a vendere i suoi averi. Era una donna libera che seguiva le sue passioni, non si poneva limiti e non aveva timore a schierarsi. Ebbe una relazione amorosa e convisse con la pittrice Louise Abbéma.
Nel 1886, sull’orlo della bancarotta, viaggiando attraverso gli Stati Uniti, ha venduto la sua immagine per la pubblicità di saponi, biciclette, farmaci. Veniva pagata in contanti ma anche in gemme, oro, ettari di pampa argentina.
Dal 1894 il pittore ceco Alfons Mucha ebbe l’incarico di disegnare i suoi manifesti sublimandone la sua immagine di femme fatale e lanciando l’Art Nouveau. I loro sei anni di collaborazione diedero all’attrice un nuovo momento di splendore.
Nel 1899 firmò un contratto di locazione con la città di Parigi per rinnovare e gestire il Théâtre des Nations che ribattezzò Théâtre Sarah Bernhardt e aprì con una produzione de La Tosca, seguita da altri suoi importanti successi, Fedra, Theodora, La signora delle camelie e Gismonda.
Durante i primi anni del 1900, la diva fece una serie di tour in tutto il mondo, è stata una delle prime attrici a recitare in film. La sua interpretazione di Elisabetta I nel film muto del 1912, Gli amori della regina Elisabetta, le donò il successo internazionale.
Ha viaggiato tanto in giro per il pianeta, per lavoro, ma anche per conquista e necessità, requisiva interi treni e piani sui transatlantici per il suo seguito e tonnellate di bagagli.
Amputata di una gamba nel 1915, dopo un incidente, ha continuato a recitare e emozionare.
Nel 1914 ha ricevuto la Legione d’Onore, la più alta onorificenza francese, per aver diffuso la lingua francese in tutto il mondo.
Nel 1922, la notte della prova generale di Un Sujet de Roman, crollò e entrò in coma. Trascorse mesi a riprendersi.
Il 26 marzo 1923, a seguito di un’insufficienza renale, morì tra le braccia di suo figlio. Aveva 78 anni.
Fu Maurice, a gestire il suo teatro, che oggi si chiama Théâtre de la Ville, fino alla sua morte, nel 1928.Nel 1960 le è stata intitolata una stella sulla Hollywood Walk of Fame.
Le sue esibizioni vibranti e drammatiche in così tanti ruoli iconici, hanno affascinato il pubblico, la critica di tutto il mondo e numerosi artisti. Basti pensare a Henry James per La Musa Tragica o a Oscar Wilde che si era ispirato a lei per Salomè.
Incantatrice di scrittori, pittori, donne di cultura e uomini di scienza, Sarah Bernhardt ha delineato un nuovo e inedito modo di fare teatro, trasformando il palcoscenico in un altro mondo: trasfigurato, illuminato, alterato. Ha dato espressione, con genialità assoluta per la sua epoca, al dualismo finzione-verità.
Fu dedita completamente alla sua arte, tanto da essere tutt’uno col suo modo di mostrarsi, eccentrico, surreale, grottesco, esagerato. Disegnava le luci, i costumi, i fondali, i mobili, i tappeti perché l’illusione fosse perfetta. È stata la prima attrice a abolire il suggeritore, nel 1899.
Ha interpretato indifferente ruoli di donne e uomini, definiva la recitazione uno sdoppiamento incessante della personalità, propugnava un’identificazione totale con il personaggio che, uscendo dalla scena, reclamava la sua propria identità.
È stata divina in ogni senso, coi suoi capricci, la sua generosità, la sua libertà, il suo guardare sempre oltre e non arrendersi mai di fronte alle avversità della vita.
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VENERDI 16 APRILE 2021 - SANTA BERNADETTA SOUBIROUS Marie-Bernarde Soubirous, detta Bernadette (in occitano Maria Bernarda, o Bernadeta, Sobirós; in italiano Maria Bernarda,Bernadetta o Bernardetta[2] Soubirous; Lourdes, 7 gennaio 1844 – Nevers, 16 aprile 1879), è stata una mistica e religiosa francese, proclamata santa da papa Pio XI nel 1933. È conosciuta per le apparizioni mariane alle quali riferì di aver assistito in una grotta del suo paese natale (grotta di Massabielle). Tali visioni riguardano una "signora vestita di bianco", divenuta nota poi come Nostra Signora di Lourdes, cui l'allora quattordicenne Bernadette ha assistito. Gli accadimenti di cui fu protagonista la giovane Bernadette hanno reso Lourdes uno dei principali luoghi di pellegrinaggio per chi professa la fede cattolica. I suoi genitori, François Soubirous (1807-1871) e Louise Castérot (1825-1866), gestivano il mulino di Boly, dove ella nacque il 7 gennaio 1844. Fu battezzata due giorni più tardi, il 9 gennaio, primo anniversario di matrimonio dei suoi genitori, nella chiesa parrocchiale di San Pietro. Dopo di lei, i due coniugi ebbero altri sei figli: Marie, detta Toinette (1846-1892), Jean-Marie (1851-1919), Justin, morto prematuramente (1855-1865), Bernard-Pierre (1859-1931) e altri due che morirono in tenera età. La crisi che colpì la Francia agricola si abbatté anche sulla sua famiglia, che visse in estrema povertà. Bernadette conobbe la fame e la malattia: nei primi anni, prima di trasferirsi definitivamente a Nevers, Bernadette visse con la famiglia nel cosiddetto cachot, una casa divenuta di proprietà di un cugino del padre, caratterizzata esclusivamente da una stanza di appena 16 m², scura e malsana, in quanto precedentemente era stata un carcere cittadino, fatto spostare altrove proprio per motivi di cattiva igiene. Di salute fragile, a causa dell'asma sopraggiunta per le continue inalazioni dell'aria malsana dell'abitazione, Bernadette dimostrava meno anni di quelli che aveva. I suoi sentimenti religiosi erano già forti, sebbene ella non conoscesse per nulla il Catechismo, essendo analfabeta. («[...] 🔵 su Facebook ➡️ Tradizioni Barcellona Pozzo di Gotto - Sicilia (presso Lourdes, France) https://www.instagram.com/p/CNuKg4ZHdSU/?igshid=92ra87yh7i0t
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bettalatalpa · 4 years
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Jean Louise Finch, meglio nota come Scout, ci insegna con la sua testardaggine che ogni vita importa, che dovremmo essere più daltonici e che si lotta contro il razzismo non solo con un pugno alzato davanti alla fotocamera, ma tutti i giorni, in ogni momento della nostra vita, ovunque sia possibile e in qualunque modo. Io sono bianca, ma anche nel mio breve soggiorno all'estero ho provato cosa vuol dire essere ridotta a uno stereotipo in quanto italiana: che divertente la mafia, proprio come nei film! Ah ma parlate solo italiano, siete tutti uguali voi italiani. E non era malvagità, solo ignoranza. Leggiamo allora chi del razzismo ne sa qualcosa: #tonimorrison #colsonwhitehead #nnediokorafor #tomiadeyemi #zadiesmith #nelsonmandela #malcom (presso Atticus Finch Law Practice) https://www.instagram.com/p/CBvsArtKoM4/?igshid=13n6uspv4fifk
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barbarapicci · 7 years
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(via FotoStoria (degli artisti) a colori [79° invio]) Cosa troverete: Keith Haring spiaggiato sul divano; Antony Gormley che impacchetta le sue (meravigliose) sculture; David Lynch nel suo studio di pittura; Roy Liechtenstein che suona il flauto; Ron Mueck che “opera” una (fin troppo viva) scultura; Frank Stella scazzato in poltrona; Francesco Clemente inginocchiato fra le sue opere; Jeff Koons col suo stuolo di assistenti all’opera; Fernand Léger con tutto il suo campionario di pennelli; il sorriso leggero di Robert Rauschenberg; Ian Davenport fra le sue colate di colore; Luc Tuymans in studio con modella (ignuda); Allen Jones fra le sue donnine multicolor; il fare “minaccioso” di Kiki Smith; Armando Morales al suo tavolo di lavoro; l’animo romantico di Joseph Beuys; Chris Ofili nel suo studio (immenso) che realizza un’opera (immensa); Bernard Buffet fra i suoi (inquietanti) insetti giganti; il casino di Francis Bacon; James Rosenquist nelle sue fantasie di colore; Jonathan Borofsky sul muletto; Jean Tinguely nel suo magazzino-studio; George Baselitz in contemplazione; Christopher Wool “diviso” fra studio e galleria; la mise eccentrica di Grayson Perry; il (deprecabile) cappello di Louise Nevelson; James Brown in fase riflessiva; Jenny Saville in pausa pittura; lo studio ordinato di Paul Cezanne & more… Clicca per vedere la gallery: https://barbarapicci.com/2017/08/02/fotostoria-artisti-colori-79/
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blueyeslash · 6 years
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Louise Brooks nel film muto tedesco Il vaso di Pandora (1929). L’art director è Gottlieb Hesch ma in realtà gli abiti sono firmati Jean Patou.
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fashioncurrentnews · 6 years
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Buon Compleanno Madonna: i suoi momenti migliori targati anni ’80
All’età di circa 60 anni, (il suo compleanno è il 16 agosto), Madonna ha reinventato se stessa più volte di quante ne possiamo ricordare, dalla versione Madre Terra all’era Disco Queen. Ma nessuno dei suoi personaggi è stato tanto influente quanto la Madonna Louise Ciccone che irruppe sulle scene catturando l’immaginario collettivo negli anni ’80. Attitudine schietta e street da bad-boy, Madonna univa un mix di influenze che andavano dal cattolicesimo al punk: il mondo non aveva mai conosciuto qualcuno come lei prima di allora.
Nei primi anni della sua carriera, il suo look sembrava essere caratterizzato da una peculiare miscela di nonchalance – allora frequentava il club Fun House di New York e portava i capelli disordinati e le sopracciglia folte – e un’incredibile attenzione per i dettagli. Gli accessori non mancavano mai, anzi la parola d’ordine era eccesso: strati e strati di crocifissi di perline, il polso ricoperto di bracciali di plastica, orecchini massicci e quella cintura di lustrini con la scritta ‘BOY TOY’.
A metà degli anni ’80, la lingerie rappresentava la fonte di ispirazione di tanti dei suoi look, vedi i guanti di pizzo o i top reggiseno trasparenti. Nonostante i suoi amici della scena club kid fossero consci del fatto che stesse costruendo la sua estetica prendendo a prestito elementi dagli altri, agli occhi del resto del mondo Madonna era una finestra sullo streetstyle new yorkese fatto di giacche bomber e gonne portate sopra i legging al ginocchio.
Per la fine degli anni ’80, aveva affinato e perfezionato il suo stile rendendolo meno caotico ma sempre tosto, vedi il look taglio corto color platino e labbra rosse di Papa Don’t Preach e il corsetto e le calze a rete nere di Open Your Heart. Nel 1990, con il Blonde Ambition tour Madonna entrava in un’era completamente nuova che prevedeva, dal punto di vista dell’immagine, i capelli biondi pettinati in una coda rigorosa abbinati al leggendario bustino con reggiseno a cono creato per lei da Jean-Paul Gaultier. In onore di questo importante compleanno, Vogue torna con la memoria a quel decennio indimenticabile che ha rivoluzionato la moda.
di Hattie Crisell
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B E A U T Y - dir. Rino Stefano Tagliafierro
OBRAS DE ARTE / ARTS
Asher Brown Durand – The Catskill Valley
Thomas Hill – Emerald Bay, Lake Tahoe
Albert Bierstadt – Among the Sierra Nevada Mountains
Ivan Shishkin – Forest edge
James Sant – Frau und Tochter
William Adolphe Bouguereau – L’Innocence
William Adolphe Bouguereau – Song of the Angels
Ivan Shishkin – Bach im Birkenwald
William Adolphe Bouguereau – Le Baiser
William Adolphe Bouguereau – Nature’s Fan- Girl with a Child
William Adolphe Bouguereau – The Motherland
Ivan Shishkin – Morning in a Pine Forest
William Adolphe Bouguereau – The Nut Gatherers
William Adolphe Bouguereau – Two Sisters
William Adolphe Bouguereau – Not too Much to Carry
Thomas Cole – The Course of Empire: Desolation
Martinus Rørbye – Entrance to an Inn in the Praestegarden at Hillested
William Adolphe Bouguereau – Sewing
William Adolphe Bouguereau – The Difficult Lesson
William Adolphe Bouguereau – The Curtsey
William Adolphe Bouguereau – Little Girl with a Bouquet
Claude Lorrain – Pastoral Landscape
William Adolphe Bouguereau – Cupidon
William Adolphe Bouguereau – Admiration
William Adolphe Bouguereau – A Young Girl Defending Herself Against Eros
William Adolphe Bouguereau – Dawn
William Adolphe Bouguereau – L’Amour et Psych
William Adolphe Bouguereau – Spring Breeze
William Adolphe Bouguereau – The Invation
William Adolphe Bouguereau – Nymphs and Satyr
William Adolphe Bouguereau – The Youth of Bacchus
William Adolphe Bouguereau – The Birth of Venus
William Adolphe Bouguereau – The Nymphaeum
Gioacchino Pagliei – Le Naiadi
Luis Ricardo Falero – Faust’s Dream
Luis Ricardo Falero – Reclining Nude
Jules Joseph Lefebvre – La Cigale
John William Godward – Tarot of Delphi
Jan van Huysum – Bouquet of Flowers in an Urn
Adrien Henri Tanoux – Salammbo
Guillaume Seignac – Reclining Nude
Tiziano – Venere di Urbino
Louis Jean François Lagrenée – Amor and Psyche
Correggio – Giove e Io
François Gérard – Psyché et l’Amour
John William Godward – Contemplatio
John William Godward – Far Away Thought
John William Godward – An Auburn Beauty
William Adolphe Bouguereau – Flora And Zephy
Louis Jean François Lagrenée – Amor and Psyche
Fritz Zuber-Bühle – A Reclining Beauty
Paul Peel – The Rest
Guillaume Seignac – L’Abandon
Victor Karlovich Shtemberg – Nu à la peau de bete
Pierre Auguste Cot – Portrait Of Young Woman
Ivan Shishkin – Mast Tree Grove
Ivan Shishkin – Rain in an oak forest
William Adolphe Bouguereau – Biblis
William Adolphe Bouguereau – Elegy
Marcus Stone – Loves Daydream End
William Adolphe Bouguereau – Head Of A Young Girl
Hugues Merle – Mary Magdalene in the Cave
Andrea Vaccaro – Sant’Agata
Jacques-Luois David – Accademia (o Patroclo)
Michelangelo Merisi da Caravaggio – San Giovanni Battista
Roberto Ferri – In Nomine Deus
Michelangelo Merisi da Caravaggio – Cristo alla colonna
Michelangelo Merisi da Caravaggio – Incoronazione di spine
Paul Delaroche – L’Exécution de lady Jane Grey en la tour de Londres, l’an 1554
Michelangelo Merisi da Caravaggio – Decollazione di San Giovanni Battista
Michelangelo Merisi da Caravaggio – Sacrificio di Isacco
Guido Reni – Davide e Golia
Michelangelo Merisi da Caravaggio – Giuditta e Oloferne
Michelangelo Merisi da Caravaggio – Davide e Golia
Michelangelo Merisi da Caravaggio – Salomè con la testa del Battista
Michelangelo Merisi da Caravaggio – Davide con la testa di Golia
Jakub Schikaneder – All Soul’s Day
Michelangelo Merisi da Caravaggio – San Gerolamo scrivente
Guido Reni – San Gerolamo
Pieter Claesz – Vanitas
Gabriel von Max – The Ecstatic Virgin Anna Katharina Emmerich
William Adolphe Bouguereau – Portrait of Miss Elizabeth Gardner
Jan Lievens – A young girl
Johannes Vermeer – Portrait of a Young Girl
Luis Ricardo Falero – Moonlit Beauties
Joseph Rebell – Burrasca al chiaro di luna nel golfo di Napoli
Luis Ricardo Falero – Witches going to their Sabbath
William Adolphe Bouguereau – Dante And Virgil In Hell
Théodore Géricault – Cheval arabe gris-blanc
Peter Paul Rubens – Satiro
Felice Boselli – Skinned Head of a Young Bull
Gabriel Cornelius von Max – Monkeys as Judges of Art
Michelangelo Merisi da Caravaggio – Medusa
Luca Giordano – San Michele
Théodore Géricault – Study of Feet and Hands
Peter Paul Rubens – Saturn Devouring His Son
Ilya Repin – Ivan il Terribile e suo figlio Ivan
Franz von Stuck – Lucifero Moderno
Gustave Doré – Enigma
Arnold Böcklin – Die Toteninsel (III)
Sophie Gengembre Anderson – Elaine
John Everett Millais – Ophelia
Paul Delaroche – Jeune Martyre
Herbert Draper – The Lament for Icarus
Martin Johnson Heade – Twilight on the St. Johns River
Gabriel Cornelius von Max – Der Anatom
Enrique Simonet – Anatomía del corazón
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Paul Hippolyte Delaroche – Die Frau des Künstlers Louise Vernet auf ihrem Totenbett
Elizabeth Jane Gardner Bouguereau – Too Imprudent
William-Adolphe Bouguereau – The Prayer
Michelangelo Merisi da Caravaggio – Amorino dormiente
Augustin Théodule Ribot – St. Vincent (of Saragossa)
Caspar David Friedrich – Abtei im eichwald
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