#italiano traduzione
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English translation:
Hey you introverted creatures, i think I'm just going to turn this into a kind of blog so you know like starting comment chains and stuff. Feel free to ask for måneskin requests or if there's something you want advice on you can submit anonymously.
I am also going to be writing stuff in both italian and english so i may have to make multiple posts. Have an amazing day!!
Em x
Italiano traduzione:
Ehi, voi creature introverse, credo che trasformerò questo sito in una sorta di blog, in modo da creare catene di commenti e cose del genere. Sentitevi liberi di chiedere richieste di måneskin o se c'è qualcosa su cui volete un consiglio potete inviarlo in forma anonima.
Scriverò anche cose sia in italiano che in inglese, quindi potrei dover fare più post. Buona giornata!!!
Em x
#måneskin#ask blog#måneskin fan page#anonymous asks#italiano#inglese#english#italian#italiano traduzione#inglese traduzione#english translation#italian translation
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NU:Carnival Italia - Evento: Mille giorni di magia!
Pubblicata la traduzione italiana della prima intervista dell'evento "Mille giorni di Magia"!
Corri a leggerla QUI!
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Inochi no tabekata (Come mangiare una vita)
Volume 1
Capitolo #0/ Oltre (i)l=. passato
kako w(h)a dot kanata
Con la mano destra afferrò la ringhiera. Con una leggera spinta, con una mano si lanciò all’insù. Grazie al peso del suo corpo, atterrò con il suo piede sinistro sulle sbarre.
Otogiri Tobi si trovava in piedi sopra le sbarre orizzontali di ferro a braccia incrociate.
“Oi oi, Tobiii……”
Lo zaino agganciato sulla sua spalla sinistra rise stupito.
“Devo dirtelo, quello che hai appena fatto è stato un po’ strano, sai? Sembri un tipo strambo, non credi?”
Tobi, facendo finta di non ascoltare, si guardò intorno nel parco giochi pubblico dei bambini. Sbarre orizzontali di ferro. Uno scivolo. Due alberi piantati. Due panchine. Una fontanella per bere. Lampioni. Un’altalena a due posti.
Due ragazzini si trovavano seduti sull’altalena. Entrambi più piccoli di Tobi. Di quinta o sesta elementare. Tutti e due, spaventati, con una faccia come a voler dire ‘Ma che sta facendo quello studente delle medie? Fa paura’.
“Hai visto?”
He, he, he.
La fastidiosa risata dello zaino si alzò.
Tobi schioccò la lingua. Taci, Baku. Lo pensò solo. Non se lo lasciò sfuggire di bocca. Quei bambini delle elementari non sentivano la voce di Baku. Nel mondo solo Tobi poteva conversare con lo zaino.
Tobi saltò giù dalle sbarre.
“Non hai altro che un corpo leggero. È come quello di una scimmia”
Ignorando Baku che continuava a prenderlo in giro, Tobi iniziò a salire sopra lo scivolo.
I ragazzini dell’altalena avevano smesso di guardare Tobi. Invece di dondolare, giocherellavano con lo smartphone.
Tobi si trovava sopra lo scivolo con la vita all’indietro. A quel tempo, probabilmente l’altezza di Tobi era quella.
Lo scivolo era fatto in metallo. Il colore argenteo faceva vedere le ammaccature. La vernice gialla del corrimano si era staccata in alcuni punti.
“……È forse questo il posto?”
Baku sussurrò.
“Me lo chiedo anche io”
Tobi rispose a bassa voce, mentre si tirava su la manica sinistra della sua uniforme. I cristalli liquidi del suo orologio da polso, preso ad un negozio dell’usato, indicavano le 4:59 del pomeriggio.
Tobi era uno studente di seconda media, non partecipava a nessuna attività extrascolastica, non andava nemmeno in una scuola privata. Il parco chiudeva alle 5:30.
"Senti, farai tardi, non dovresti tornare a casa?"
Baku sghignazzò.
Stai zitto.
Tobi mentre lo pensava, saltò giù dallo scivolo.
L'ombra di Tobi con lo zaino sulla sua spalla era molto più lunga.
La campana iniziò a suonare. È Yuuyake koyake*. Una melodia familiare. Un suono familiare.
*Letteralmente "Tramonto brillante", famosa canzone giapponese per bambini
Tobi alzò gli occhi al cielo serale.
“……Sulle spalle”
“Eh? Che cosa?”
Chiese Baku, senza ricevere risposta; Tobi ripetè mormorando.
“Sulle spalle—”
Già, è così.
Sulle spalle.
Suo fratello maggiore lo portava sulle spalle mentre andavano al parco. Suo fratello cantava qualcosa a bassa voce.
“Hey, fratellone, che canzone è questa?”
Suo fratello schivò la domanda di Tobi e rise.
“Che canzone è, chiedi?”
“Dimmelo”
Tobi assillava il fratello tirandogli leggermente le orecchie.
“Dai, dimmelo. Che canzone è?”
“L’ho inventata”
“Tu, fratellone?”
“Già. Ho inventato questa canzone io, proprio adesso”
Lo ricordava. Chiaramente. Lo ricordava vividamente.
Lo scivolo. Tobi aveva giocato su quello scivolo molte volte. Suo fratello lo controllava seduto su una panchina. Con le gambe incrociate si sporgeva in avanti, i suoi occhi si assottigliavano. Un sorriso appariva sul viso di suo fratello.
Stavano anche sull’altalena. L’altalena aveva due posti, suo fratello stava in una seduta dell’altalena.
“……Già, è così”
Non era andando.
Sulle spalle, lo portava mentre tornavano.
Tobi, stanco dopo aver giocato, veniva portato sulle spalle dal fratello. Sulla via di casa, quando risuonava Yuuyake koyake, lui canticchiava un’altra canzone.
“Tobi”
Baku lo chiamò.
“Oi, Tobi”
Tobi non rispose e uscì dal parco giochi. Davanti a loro si trovava una casa a due piani. Qui era a destra? O avevamo girato a sinistra? Quel giorno che direzione ha preso mio fratello? Merda. Non lo so.
Per adesso Tobi provò ad andare a destra. La strada era così stretta che le auto si riuscivano a malapena a sorpassare. Nessuno degli edifici che si affacciavano sulla strada erano nuovi. Alcuni edifici erano piuttosto vecchi.
C’era un barbiere con l’insegna a spirale rossa, blu e bianca. I muri esterni erano di un profondo verde. Il nome del negozio era ‘Barbiere Hatsushima’. Mi sembra familiare, o forse no.
“Com’è?”
Chiese Baku. Tobi senza fermare le gambe scosse la testa.
Stava cercando un appartamento. Non conosceva l’indirizzo. Però sarebbe dovuto essere da queste parti. Era un appartamento dal colore biancastro, con corridoio e scale esterni. Tobi viveva in quell’appartamento al secondo piano insieme a suo fratello maggiore al tempo.
Non ricordava qual era il numero della camera del secondo piano. Di sicuro era in un angolo. Ricordava più o meno com’era l’interno della stanza. Fuori dalla finestra era installata una recinzione di color nero, suo fratello faceva sedere Tobi su di essa. L’immagine di lui che fuma una sigaretta con i gomiti sulla staccionata era impressa nella sua mente.
Tobi si fermò in mezzo all’incrocio. Sotto i suoi piedi c’era un tombino.
Non importava in quale direzione guardasse, nessuna vista gli tornava in mente.
Da allora erano passati otto o nove anni. Le cose potrebbero essere cambiate nel frattempo, non sarebbe stato strano.
“Che ne dici di questo posto, Tobi?”
Disse Baku.
“Stai—”
Tobi cercò di trattenersi.
“Vedi di tacere, tu!”
Era impossibile. Aveva appena urlato.
“Non arrabbiarti. Ho sbagliato io”
Non sembrava che Baku si stesse davvero scusando.
Tobi sospirò e girò i tacchi. In quel momento.
Un vecchio muro di blocchi anneriti catturò la sua attenzione. Dall’altro lato del muro c’era un angolo. Uno sporco muro di blocchi anneriti. Un angolo.
Strano. Tobi si avvicinò. Dietro l’angolo si trovava un sentiero abbastanza stretto, entrambi i lati sono affollati da case ad uno e due piani. Sul ciglio della strada c'erano dei vasi con delle piante, i pali del telefono erano molto sottili. I cavi elettrici sembravano coprire il cielo. Il cuore di Tobi sussultò.
“In questo posto—ci sono già stato……”
Era stato quel giorno.
Tobi stava correndo in quella strada così stretta. Non era da solo. Suo fratello era con lui. Tobi era mano nella mano con suo fratello che lo trascinava. Era di fretta. Stavano venendo inseguiti? Si. Qualcuno stava inseguendo Tobi e suo fratello. Loro due stavano scappando. Ma perché?
Perché venivano inseguiti? Non avevano tempo per pensare a queste cose? Che dire, non ricorda. Cosa stava succedendo? Suo fratello l'aveva spiegato a Tobi? Oppure nemmeno lui lo aveva capito? Non lo sapeva. Erano comunque disperati. Questo era tutto quello che sapeva.
Non c'era nessuno. Intorno a loro era buio. Non era buio pesto però. Verso il tramonto. Oppure l'alba. Non ricordava quale dei due.
Il sentiero conduceva ad una strada un po' più larga. Guardando a destra c'erano due negozi, a sinistra uno, con dei tendoni allestiti sulla grondaia. Tobi e suo fratello stavano correndo su quella strada probabilmente. Avranno corso a lungo. Ora Tobi non stava correndo, però sentì un dolore nel petto.
Sicuramente Tobi doveva essersi lamentato molte volte. 'Fratellone, è inutile. È impossibile. Mi fa male, non riesco più a correre. Lasciami qui'.
Suo fratello doveva averlo incoraggiato. 'Ce la puoi fare, Tobi. Corri. Puoi ancora correre'.
Esatto.
Devo fare del mio meglio.
Perché, se lo fa il fratellone, posso correre anche io.
Camminando per la strada, arrivò in una strada non più asfaltata, ma fatta da ciottoli. Era una vecchia zona commerciale. La maggior parte dei negozi aveva la saracinesca chiusa. Non rimembrava questa strada chiusa. La strada era errata?
No, non era così. Era il sentiero. Da quel sentiero Tobi e suo fratello erano passati.
“È qui, Tobi?”
Chiese Baku. Tobi non rispose. Penso sia qui. Non mi sbaglio. Vero?
Immaginava si possa definire città bassa. Non c'erano caratteristiche distintive. Per dirla in parole povere, era un banale paesaggio urbano. Era davvero qui?
Finalmente suo fratello prese Tobi in braccio. In quel momento Tobi potrebbe aver pianto. Probabilmente era caduto e non era riuscito a rialzarsi. È così. Sono caduto qui. Suo fratello prese in braccio Tobi e corse.
“È tutto a posto, Tobi!”
La voce di suo fratello gli ritornò in mente.
Si sentiva il rumore delle macchine. Una luce rossa si accese in lontananza, e suo fratello disse “Merda!” e dopo aver vomitato quella parola si voltò. Probabilmente erano più di uno o due a inseguire Tobi e suo fratello. Erano in molti.
“Fermatevi”
Questo era quello che diceva. Era la voce di un uomo. Non in quel momento. Parlo di quel tempo. Ma Tobi non poteva far altro che restare immobile al solo pensiero. Era una sensazione atroce. Lo ricordava così chiaramente. Tobi si aggrappò a suo fratello che lo teneva in braccio, forse aveva chiuso gli occhi. Il "Fermatevi" dell'uomo, detto con tono minaccioso, lo impietrì e sgranò gli occhi.
L'uomo era in piedi davanti a loro. L'uomo teneva qualcosa con entrambe le mani. La punta di quell'oggetto puntata verso di loro. Echeggiò un forte suono. Un suono esplosivo. Il suono era simile a quello che si produce quando si colpisce qualcosa di duro. Che suono era? In quel momento non lo capii. Ora che ci pensava, doveva essere stato uno sparo.
L'uomo aveva una pistola. Aveva sparato a Tobi e suo fratello.
Suo fratello fece "Aaargh" e barcollò. A quel tempo non aveva idea che gli avessero sparato. Però qualcosa a suo fratello era successo. Questo era tutto ciò che Tobi aveva capito.
Tuttavia, suo fratello continuava a scappare con Tobi in braccio. Suo fratello trascinava la gamba. Era chiaramente ferito. Sembrava davvero doloroso.
Da quanto tempo stavamo scappando? Non per una sola decina di secondi o minuti. Più di qualche decina di minuti? Oppure di più?
Suo fratello corse in un vicolo tra gli edifici. Prima di ciò, suo fratello mise Tobi a terra. Fu Tobi a chiedergli di metterlo giù. Comunque, Tobi teneva per mano suo fratello. Era un posto molto umido, puzzolente e sporco. Sopra di loro, le unità esterne dei condizionatori sporgevano come una specie di tetto, facendo molto rumore.
All'improvviso suo fratello aprì una porta e ci spinse dentro Tobi.
"Nasconditi qui"
"Ma, fratellone……"
"Rimani fermo finché non ti dico che va bene. Capito, Tobi? Promettimelo. Non emettere mai alcun suono"
Suo fratello tornò nel vicolo. Tobi era nascosto là dentro. Suo fratello stava per chiudere la porta. Tobi era spaventato e ansioso. Se faccio come mi dice mio fratello, rimarrò da solo. Mi rifiuto. Non voglio restare da solo. Voglio stare con mio fratello. Non voglio stargli lontano.
Però, mio fratello è ferito. Sembrava dolorante tutto il tempo, dev'essere stata dura. Sono sicuro che sia già al limite. È impossibile.
È impossibile.
Tobi gli tirò la gamba. Sono solo un ostacolo.
Non voglio separarmi da lui, non voglio rimanere da solo, ma devo ascoltarlo. Così aveva pensato.
“Sì”
Tobi annuì, ma suo fratello mise un dito sulle sue labbra.
“Shhh”
Riusciva a malapena a vedere il volto di suo fratello.
Tuttavia, per qualche motivo, aveva la sensazione che suo fratello in quel momento stesse ridendo.
Tobi ancora una volta annuì, questa volta in silenzio.
Suo fratello chiuse la porta. Tutto si oscurò.
Tobi ricordava quell'oscurità.
Non era solamente buio. Si poteva sentire persino il suo tocco. Quel buio era pesante. Non perché il buio non gli facesse vedere nulla. Tobi era circondato dall'oscurità. Il buio gli copriva gli occhi, le orecchie, il naso e anche la bocca, non rendendolo in grado di respirare. L'oscurità si insinuò dentro di lui.
Si sentiva come se stesse impazzendo, quindi appoggiò l'orecchio alla porta per ascoltare i rumori esterni. Le unità esterne dei condizionatori facevano ancora un sacco di rumore. Si sentì un po’ sollevato quando udì quel suono. L’oscurità non aveva ancora coperto del tutto le orecchie di Tobi.
Improvvisamente sentì un altro suono. Potrebbe essere il rumore di passi? Poi si udì un forte rumore.
Poco dopo, una voce.
Qualcuno stava urlando. Era mio fratello? Oppure era un’altra persona?
Ovviamente, Tobi voleva uscire. Aveva la mano sulla maniglia della porta. Molte volte era sul punto di aprire la porta, ma esitò sempre.
Nasconditi qui. Suo fratello gli aveva ordinato di farlo. È una promessa, aveva detto, e Tobi annuì. Non poteva infrangere la promessa fatta a suo fratello. Non poteva farlo.
Ma alla fine, avevo paura.
Ero così spaventato, che tutto quello che potevo fare era trattenere il respiro in quell’oscurità.
Prima che se ne rendesse conto, Tobi si era accovacciato. Aspettava solamente suo fratello.
Mio fratello tornerà sicuramente. Va tutto bene, è abbastanza, Tobi. Direbbe così. Tobi credeva in suo fratello. Non aveva altra scelta che credergli.
Nella stanza buia c’era probabilmente una scala. Quella scala portava in un posto ancora più giù. Forse fino in fondo. Fino alle profondità della terra.
Di tanto in tanto, aveva la sensazione che qualcosa si muovesse nell’oscurità. Ogni volta che succedeva, Tobi quasi urlava. Però riusciva a sopprimere le urla, chiamando nel suo cuore suo fratello.
Fratellone.
Fratellone.
Fratellone.
Aiutami, fratellone.
Torna presto, fratellone.
Per favore, ti scongiuro, fratellone.
Fratellone.
Fratellone.
Fratellone.
Aspetterò qui. Perché l’ho promesso. Faccio come mi hai detto tu. Fratellone—
Tobi non sapeva per quante ore aveva aspettato suo fratello, tremando nel buio, forse in dormiveglia, per poi svegliarsi all’improvviso.
Tre ore?
O forse quattro ore?
Dieci ore?
Oppure di più?
Metà giornata?
Un giorno intero?
Forse due giorni?
O magari di più?
“—……”
All’improvviso, si sentì la porta aprirsi ed entrò la luce. Era abbagliante. Per un momento, gli fecero male gli occhi. Però non importava.
“Fratellone!”
Tobi salì le scale. La porta era ancora aperta. Uscì da lì. Puzzava ancora come un buco. Il vicolo era pavimentato in cemento. C’erano macchie rosse sul cemento sporco e crepato.
Era sangue.
…O almeno, lo pensò.
Di chi era il sangue? Non può essere.
Non può essere del mio fratellone.
Non può essere vero. Tobi era sulle scale che portavano al seminterrato buio. Era da solo. Qualcuno aveva aperto la porta dall’esterno. Chi l'aveva aperta?
“Fratellone”
È così. È mio fratello. Mio fratello ha aperto la porta. È sicuramente così. Mio fratello è tornato. Era venuto a riprendere Tobi.
Tobi cercò suo fratello. Doveva essere lì da qualche parte. Se fosse stato mio fratello ad aprire la porta, sarebbe strano se non fosse proprio accanto a me.
“Fratel—……”
Era lì. Un uomo si trovava davanti all’uscita del vicolo. Però, aspetta. Tobi rabbrividì. Non è così.
Non è il mio fratellone.
L’uomo si voltò verso Tobi. Era alto e indossava un cappello. A quel tempo Tobi non sapeva veramente che tipo di cappello fosse. A pensarci adesso, forse quel cappello era un cilindro. L’uomo indossava una sciarpa e un lungo cappotto nero.
Il problema era il volto dell’uomo.
C’era un occhio.
Ce n’era solo uno.
C’era solamente un occhio.
Un solo occhio.
Quello era il volto dell’uomo.
Non era un bulbo oculare. Era solamente un occhio. Se Tobi non ricordava male, il volto dell’uomo, Hitotsume*, sbatté la palpebra. Significa che qualcosa di simile a una palpebra ce l’aveva.
*Letteralmente "un solo occhio"
L’uomo dall’occhio solo aveva una borsa o qualcosa del genere sulla spalla. Sembrava non portasse nient’altro. O almeno, non sembrava avere una pistola in mano. Non era fra quelli che inseguivano Tobi e suo fratello. Sentiva come se non facesse parte di quel gruppo. Ma comunque, aveva un solo occhio.
O forse, quella creatura era qualcosa di più pericoloso, spaventoso e misterioso. Dopotutto, aveva un occhio solo.
L’uomo dall’occhio solo si tolse lentamente la borsa dalla spalla e la porse a Tobi. Si comportò come se stesse dicendo di prenderla.
Tobi scosse rapidamente la testa. L’uomo dall’occhio solo sembra sospetto, e poi quella borsa non era nemmeno di Tobi. Non poteva semplicemente accettare quel genere di cose.
Infine l’uomo dall’occhio solo abbassò leggermente il viso. Poi, si chinò e appoggiò delicatamente la borsa a terra.
Una borsa.
Forse, era una borsa.
Era fornita di una tracolla per poterla portare sulla spalla o sulla schiena. Era una borsa grande.
Tobi fissò la borsa per un po’.
Quando alzò lo sguardo, l’uomo dall’occhio solo non c’era più. Da nessuna parte. Sparito. Era come se l’uomo dall’occhio solo non fosse mai esistito.
Però, non poteva far finta che non ci fosse mai stato.
Ne aveva la prova.
Quella borsa era stata lasciata lì.
Era ciò che l’uomo dall’occhio solo aveva lasciato dietro di sé.
“Per colpa sua……”
A Tobi venne improvvisamente voglia di piangere.
È colpa sua, di quell’uomo con un occhio solo. Poiché ha aperto la porta, Tobi era finito per uscire. Avrei dovuto aspettare il ritorno di mio fratello. Per colpa dell’uomo con un occhio solo, Tobi non aveva mantenuto la promessa fatta a suo fratello.
Tobi originariamente era un piagnucolone. Piangeva molto senza una buona ragione. Quando Tobi iniziava a piangere, suo fratello lo abbracciava forte. Suo fratello non gli diceva di non piangere.
‘Piangi, Tobi. Puoi piangere quanto vuoi’
Quando si ricordò delle parole del fratello, le sue lacrime si fermarono.
Da allora, Tobi non pianse nemmeno una volta.
Dopo aver esitato, Tobi prese la borsa che l’uomo dall’occhio solo aveva lasciato. Aspettò un po’ e si accorse che era leggera per le sue dimensioni. Anche Tobi, che all’epoca aveva solo cinque anni, riuscì a portarla sulla schiena agganciandolo alla spalla sinistra, proprio come faceva l’uomo dall’occhio solo.
Stranamente, si sentì come se non fosse più solo.
Le macchie rosse continuavano fuori dal vicolo.
“Il fratellone è ferito”
Tobi ne era sicuro.
Le macchie erano del sangue di suo fratello.
Forse suo fratello aveva intenzione di seminare gli inseguitori. Sicuramente sarebbe tornato dopo essersi assicurato che fosse tutto al sicuro. Però era successo qualcosa e non era potuto tornare indietro.
In tal caso, doveva essere Tobi ad andare da suo fratello.
“Devo cercarlo—”
Cap. Successivo: Cap. 1-1
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News - Aggiornamento "19 Days"!
Pubblicata una nuova striscia del manhua cinese "19 Days" realizzato da Old Xian!
Grazie alla traduzione italiana di oneday.ita è possibile leggere il nuovo capitolo completamente in italiano!
Clicca QUI per leggerlo!
Fonte: old_xian Traduzione italiana a cura di: oneday.ita
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Ig:paegodraw
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🎂 CAKE A BREAK di RAVASHEEN - Traduzione Italiana 🎂
SCARICO E SPIEGAZIONE SU PATREON
#thesims4#traduzione#mod#italiano#ravasheen#the sims 4 mods#the sims 4#sims 4 creator#sims 4 mod#sims 4 mods
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Casida de los ramos, de García Lorca ✒️📃🇪🇸
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#en español#Enzo Martinelli#Federico García Lorca#Garcia Lorca#in English#In italiano#poesia#Poetry#Traduzione#translation
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17776 in italiano
Trascrizione:
NOVE: no
NOVE: io
NOVE: ok
NOVE: che anno è
NOVE: gli steely dan stanno ancora insieme?
DIECI: Cosa?
JUICE: boh si
#17776 italiano#17776#17776 ita#* BUON LANCIO JUICE!!#lettere dal firmamento#* la traduzione la sto facendo io#* ancora non è finita
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This is an ✨Italian post✨ for all the bilingual Italians who play modded Among Us. I’m thinking of translating the roles, but I’m having a bit of trouble with some of them and would like a second (or third, or fourth) opinion. This is what I have so far: Altruist: Altruista Amnesiac: Amnesiaco/a Arsonist: Incendiario/a Assassin: Assassino/a Bait: Esca Blackmailer: Ricattatore/trice Bomber: Bombarolo/a Bounty Hunter: Cacciatore/trice di Taglie Child: Bambino/a Deputy: Vice Detective: Detective Doctor: Dottore/essa Engineer: Ingegnere/a Escapist: Evasore/a Executioner: Boia Godfather: Padrino Grenadier: Granatiere/a Guardian Angel: Angelo Custode Haunter: Persecutore/trice Imitator: Imitatore/trice Investigator: Investigatore/trice Lawyer: Avvocato/a Lovers: Amanti Jackal: Sciacallo/a Janitor: Netturbino/a Jester: Giullare Mafioso: Mafioso/a Mayor: Sindaco/a Medic: Medico Medium: Veggente Miner: Minatore/trice Morphling: Metamorfe Necromancer: Negromante Pestilence: Pestilenza Phantom: Spettro Plaguebearer: Untore/trice Poisoner: Avvelenatore/trice Seer: Augure Sheriff: Sceriffo/a Sidekick: Tirapiedi Snitch: Spia/Spiffero Spy: Talpa (depends on the mod; otherwise, this is also ‘Spia’) Survivor: Superstite Swooper: Incursore/a The Glitch: L’Anomalia Time Lord: Cronocineta Tracker: Segugio Transporter: Trasportatore/trice Underdog: Subalterno/a Undertaker: Becchino/a Vampire: Vampiro/a Veteran: Veterano/a Vigilante/Retributionist: Giustiziere/a Vulture: Avvoltoio Warlock: Stregone Werewolf: Lupo/a Mannaro/a Whisperer: Seminatore/trice di Discordia Malalingua Witch: Strega I have no idea what to do for ‘Juggernaut’, ‘Camouflager’, ‘Trapper’, ‘Shifter’ and ’Swapper’, the translation for Whisperer is too long (but ‘Sussurratore’/’Complottista’ don’t convey the right feeling), and Witch/Warlock are far more gendered in Italian than in English. Ideas?
#italian tag#among us#town of salem#italiano#italian#roles#translation#traduzione in italiano#modded among us
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Finestre spalancate, aria autunnale, la giacca attorno alle mie spalle è la tua, benediciamo la pioggia su Cornelia street memorizzando le crepe nel pavimento.
Taylor Swift , Cornelia street
#taylor swift italiano#traduzione#taylor swift#Cornelia street#autunno#citazioni#italy#taylor swift testi
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L'articolo partitivo: una sfida per chi studia l'italiano.
#partitivo#traduzione#sfidelinguistiche#italiano#inglese#regole#eccezioni#stile#comunicazione#significato#cultura
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"Frantic." My poems translated to Italian. English, Spanish, and Italian translations
Dear Lovestar, I have been having fun on Twitter (X) sharing my poetry and wisdom. I shared this long poem in increments: The Eternal Flame Romantic: poem to the less romantic lover. Romance Level Quiz “The Eternal Flame Romantic” I wrote this rather large poem yesterday and shared the stanzas on Twitter. Today, I’ll speak about this portion (I’ll call this stanza “Frantic”): I know that…
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NU:Carnival Italia - #4KomaComics
Pubblicata la traduzione della vignetta #4KomaComics dell'evento Sweetheart Attack!
Clicca sul link per leggerla!
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Inochi no tabekata (Come mangiare una vita)
Volume 2
Capitolo #0/ La soluzione alla perdita e all’accumulo è sconosciuta
not a piece of cake
Non riesco a pensare alla tristezza di non poter provare compassione
Il percorso che sto seguendo, però, non sta andando liscio
Dopotutto, è solo una strada senza sentiero, giusto?
—‘Lavoro #1’ S
Cap. Precedente: Volume 1, Cap. 3-5
#0-1_otogiri_tobi/ non so chi tu sia
Come al solito, l’insegnante con gli occhiali dalla montatura nera richiamava gli studenti davanti al cancello della scuola. Gli abiti che indossava l’insegnante erano sempre abiti estremamente attillati.
“Asamiyaaa”
Questa mattina è stato rimproverato un compagno di classe di Otogiri Tobi.
“La tua frangia è troppo lunga. Tagliala. Non fa bene ai tuoi occhi. È per questo che anche la mia vista, quella di un insegnante, è peggiorata”
“Quindi anche lei, professor Yagi, aveva la frangia lunga in passato?”
“Chi sarebbe questo Yagi? Vabbè. L’ho tenuta lunga. Non ho sempre tenuto questa acconciatura. Però è ovvio”
“Professor Yagi, sta dicendo che ha infranto le regole della scuola?”
“Intanto non chiamarmi Yagi, ma Yagarashima! E poi la scuola che frequentava il tuo insegnante si trovava in una zona rurale con circa una trentina di studenti e non c’erano regole scolastiche……”
“La prossima volta la taglierooò”
“Tagliatela assolutamente, Asamiya! Soprattutto perché ti peggiora la vista!”
Mentre Asamiya passava oltre, il professor Yagarashima, che indossava occhiali dalla montatura nera, notò immediatamente un altro studente.
“Oi, Takagiii. Sembri pallido, stai bene?”
“Ho la pressurizzazione bassa”
“Cos’è la pressurizzazione bassa? Volevi dire che hai la pressione bassa”
“Professor Yagi, ‘giornooo”
Quando un’altra studentessa passò e lo salutò, il professor Yagarashima saltò con tale forza che i suoi occhiali scivolarono via.
“Senti, Miyoshiii! Non si dice ‘giorno, ma buongiorno!”
Tobi non se n’era mai accorto fino a ora, ma sembrava che il professor Yagarashima fosse piuttosto apprezzato dagli studenti. Per dirla con parole buone, era molto amato.
“Buongiorno a lei”
Quando Tobi passò e lo salutò, il professor Yagarashima disse “Oh” e sorrise.
“Buongiorno, Otogiri!”
Sembrava estremamente felice, o meglio, sembrava che stesse sorridendo sinceramente. Colto di sorpresa, Tobi non poté fare a meno di inchinarsi.
Lo zaino che Tobi portava con sé fece, heh, e rise.
“Immagino non sia un tipo cattivo”
“……Non pensavo mica fosse una cattiva persona, lo sai, vero?”
Tobi rispose sussurrando, e Baku rispose “Ah, è così?” sembrando non gradirlo.
“Aaah, perooò—”
Era arrogante. Anche se era uno zaino.
“Non avere fame, dannazione”
“Non l’hai già detta molte volte stamattina, sta roba?”
Tobi doveva tenere la voce bassa in modo che gli altri studenti, diretti all’edificio scolastico, non lo sentissero.
“Lo dirò ancora e ancora!”
A Baku non importava. Solo Tobi poteva sentire la voce dello zaino.
O almeno così pensava. La realtà era diversa.
Però, per la maggior parte delle persone, Baku non parlava né si muoveva da solo. Era solo uno zaino.
“Tobi, tu ogni giorno fai colazione, pranzo e cena. Se non mangio qualcosa, anche a me viene fame. Me ne sono finalmente reso conto di recente”
“Avrei voluto non lo avessimo mai notato……”
Tobi sospirò e si strofinò la pancia. Aveva fatto una colazione adeguata presso la struttura. Oggi aveva preso anche una seconda porzione di riso bianco, era raro per lui. Tuttavia, non si sentiva ancora sazio.
“Hmmm……”
Baku gemette e si rigirò. Si chiese se le persone intorno a lui fossero preoccupate. Per Tobi era lo stesso.
C’era qualcosa di piatto e simile a un geco attaccato alla spalla di uno studente che camminava un po’ davanti a lui. Una studentessa più avanti aveva qualcosa di simile a un bonzo peloso che le pendeva dai capelli, girando su se stesso.
“Heeey, Tobi—”
“No”
Tobi disse a Baku in un tono piatto prima che potesse finire la frase.
“Andiamo. Non ho ancora detto nulla”
Baku sembrava insoddisfatto, ma era un no. Era sicuro di non volerlo fare.
Tobi poteva prevedere cosa stava pensando Baku. Posso mangiare quel geco troppo piatto e quel bonzo roteante? Questo era ciò che Baku stava per chiedere a Tobi.
Glielo avrebbe concesso* se quelli fossero stati animaletti misteriosi che somigliavano a un geco e a un bonzo, e se Baku avesse insistito, non lo avrebbe fermato. Tuttavia, no. Quelle robe strane non erano rettili o tipi rasati.
*Espresso con un modo di dire che può essere tradotto letteralmente come "Fare cento passi"
Zingai.
Era così che venivano chiamati.
Tobi sospirò di nuovo e abbassò lo sguardo, cercando di tenere gli Zingai fuori dal suo campo visivo. Cosa succede se si mangia uno Zingai? Non conosci Baku? Non è possibile che tu non lo conosca. Dovresti saperlo.
Perché Baku li aveva mangiati.
In realtà, aveva mangiato gli Zingai di dei suoi compagni di classe.
Kon Chiami. E Masaki Shuuji, detto Masamune. Baku aveva mangiato gli Zingai di due persone. Cosa era successo di conseguenza?
“Anche per me eh. Nemmeno io credo che prenderei qualcosa e la mangerei indiscriminatamente……”
Baku borbottò giustificandosi.
“Però, sai……non ce ne sono un po’ tanti? Hm? È colpa della mia immaginazioneee?”
Tobi lo ignorò. Però, la pensava allo stesso modo. Erano certamente tanti.
C’erano parecchie persone che avevano uno Zingai con sé già prima. Anche se non li aveva mai contati con precisione, se c’erano cento studenti delle scuole elementari o medie, alcuni di loro sarebbero stati accompagnati da uno Zingai. Quelle poche persone non sembravano essere consapevoli dei propri Zingai, ma probabilmente rappresentavano comunque circa il due o tre percento. Se era così, andava bene avere uno, due o anche più persone del genere in classe.
Per Tobi vedere gli Zingai era normale. Quindi non si sarebbe sorpreso se ci fossero stati alcuni Zingai in classe.
Anche dopo essere entrato alle scuole medie, non lo ha mai trovato particolarmente strano. Probabilmente esisteva questo livello di Zingai. Sembrava fosse naturale.
Sembrava ce ne fossero molti.
Non l'aveva mai pensata in questo modo.
Tobi si fermò poco poco prima di varcare la porta d'ingresso. Uno Zingai piatto, simile a un geco, era aggrappato alla schiena di una studentessa che si stava cambiando le scarpe nell'armadietto delle scarpe davanti a lei sulla sinistra. Tobi riprese subito a camminare.
“Che succede?”
Chiese Baku. Tobi finse di essere calmo senza rispondere. Interiormente, era un po’ sconvolto. Voleva controllare lo Zingai che aveva appena visto. Però, era andato troppo avanti. Non riusciva a vederlo da lì.
Era un sottile Zingai simile a un geco. Pensava fosse grande circa cinque centimetri ed era biancastro. Forse, era di un giallastro color bianco latte.
Quello Zingai era attaccato alla schiena di una studentessa. Quello era l'armadietto delle scarpe degli studenti del terzo anno. Era una studentessa del terzo anno.
Tobi non aveva già visto uno Zingai che somigliava a quel geco piatto?
Il colore e la forma sarebbero potuti essere più o meno diversi. Non ricordava bene, ma c'era uno Zingai simile a un geco troppo piatto aggrappato alla spalla di uno studente.
Impossibile, pensò.
Era solo un caso.
Per una coincidenza, gli Zingai di quei due erano simili. Era sicuro fosse tutto qui.
Asamiya finì di mettersi le scarpe da interno e stava per lasciare l'armadietto delle scarpe.
“Buongiorno”
Quando Tobi lo chiamò, Asamiya fece “Eh” e per un momento rimase confuso. Poi si voltò con grande forza e si sistemò la sua lunga frangia.
“……Buongiorno, Otogiri”
Gli occhi di Asamiya si spalancarono. Sembrava si fosse sorpreso.
“Prima—”
Tobi tirò fuori le scarpe da interno dall’armadietto delle scarpe.
“Asamiya, sei stato fermato. Dal Professor Yagarashima intendo”
“Aah……Beh. Sì. Come al solito”
“Ti si peggiorerà la vista?”
“Questa cosa. Ogni volta, lo dice”
“Capisco”
Tobi si mise le scarpe da interno e mise le scarpe da esterno nell’armadietto delle scarpe. Quando se ne andò dall’armadietto delle scarpe nell’atrio, si sentì un po’ instabile.
“Dov’è, quella tipa, Oryuu?”
Baku disse tranquillamente. Per lui aveva senso.
Ryuuko sarebbe dovuta essere lì. Così pensava Tobi. Ovviamente, non se lo aspettava. Riguardo quella Ryuuko. C’era la possibilità che si stesse nascondendo dietro uno degli armadietti delle scarpe e che saltasse fuori all’improvviso, quindi se non era preparato, sarebbe stato nei guai. Sarebbe potuto rimanere sorpreso come Asamiya prima.
Ora che ci pensava, come mai Asamiya era così sorpreso?
Asamiya era accanto a Tobi, in un qualche modo camminavano spalla a spalla.
Quando Tobi provò a chiamare Asamiya, Asamiya iniziò a dire “Tu, Otogiri” e le loro voci si sovrapposero leggermente.
“Ah……ehm, non importa, Otogiri. Parla prima tu”
“No”
Tobi scosse la testa. Non era comunque un grosso problema.
“Quindi, io cosa?”
“……Sì. Tu, Otogiri, come posso dirlo……Sei questo tipo di personaggio? Non so come dirlo. Tipo friendly?”
“Friendly?”
Tobi aggrottò le sopracciglia. Aveva capito cosa voleva dire. Però, non era una parola che si usava spesso.
“Te lo avevano mai detto?”
“Credo di no”
Asamiya ridacchiò. Non era che si arrabbiò perché lo stavano deridendo. Tuttavia, non si sentì molto bene. L’umore di Tobi sembrava trasparire molto dal suo volto, Asamiya fece “Sono stato cattivo” e si scusò. Anche se mentre lo diceva, continuò un po’ a sorridere.
“Va bene, però……”
Tobi era stranamente scontroso a suo malgrado. Eppure, non credeva di essere arrabbiato. Anche se non era arrabbiato, si sentiva scontroso. Era una strana situazione. Era incoerente.
Era davvero strano.
Tobi si guardò alle sue spalle. Alla fine di quel corridoio c’era un’infermeria. Come mai Tobi si era voltato? In quel momento non lo sapeva nemmeno lui. Però, qualcosa ancora lo preoccupava. Mentre camminava, si guardò di nuovo alle spalle. Le sue gambe si fermarono.
Qualcuno stava guardando Tobi.
Non indossava l’uniforme. A giudicare dai vestiti, non era uno studente.
Era un insegnante? Non credeva.
Nel corridoio che portava all’infermeria c’era un uomo, da solo.
Quel fisico doveva essere maschile. Era piuttosto grande. Indossava un cappello senza tesa e una maschera. Era una maschera bizzarra. Aveva un disegno che rimembrava una bocca coi denti scoperti. Anche gli occhi erano peculiari. Gli occhi di quell’uomo stavano chiaramente guardando Tobi. Eppure, era come se non vedesse nulla. Era lì, ma era anche da nessuna parte. Anche se erano veri, i suoi occhi sembravano finti.
“Otogiri?”
Quando Asamiya lo chiamò, Tobi fece, Aah, e diede una risposta vaga. Guardò Asamiya e distolse lo sguardo dall’uomo per circa un secondo.
Quando si guardò indietro, era già sparito.
“Tobi……”
Baku si agitò nella sua forma da zaino. Voleva dire una cosa. Però, non poteva parlare con Baku qui. Asamiya era con lui.
Tobi ricominciò a camminare e Asamiya lo inseguì. Sembrava sospettoso, ma non chiese nulla. Tobi ne era grato. Non sarebbe stato in grado di rispondere se gli avesse chiesto qualcosa.
Chi era quell’uomo? Non era un bambino. Era un adulto. Era affiliato alla scuola? Per questo era strano. Se un gigante del genere si fosse aggirato per la scuola, la gente si sarebbe sicuramente insospettita. Perché non c’era scalpore? Era come se nessuno l'avesse notato. Tobi era l’unico a vedere quell’uomo? Era possibile?
Non era un’illusione ottica. Tobi aveva sicuramente visto quell’uomo. Lo ricordava vividamente. Anche se lo aveva visto solo una volta, lo ricordava dettagliatamente.
Quell’uomo indossava un giubbotto di colore di colore scuro che sembrava una giacca da aviatore. Le sue mani erano spropositatamente grandi. Indossava degli stivali.
Però, Tobi le aveva viste le grandi mani di quell’uomo? Indossava davvero degli stivali anche se era all’interno dell’edificio scolastico?
Tuttavia, lo ricordava.
Forse, non era la prima volta.
Forse, lo aveva già visto, un giorno, da qualche parte.
Forse Tobi conosceva quell’uomo.
Cap. Successivo: Cap. 0-2
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un articolo del 2022 su "the reappearing pheasant", il convegno/reading svoltosi a novembre a new york
articolo di Luciana Capretti: https://lavocedinewyork.com/arts/2022/11/15/the-reappearing-pheasant-ballerini-stefano-albertini/ in video: Francesco Muzzioli; al tavolo, da sinistra a destra: Fabrizio Bondi, Marco Giovenale, Daniele Poletti; foto di Terry W. Sanders _
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