#isola di Lesbo
Explore tagged Tumblr posts
Text
Milo Manara
113 notes
·
View notes
Text
Dear RAI, I tengo an idea.
A grand idea.
I credev, dopo la suspension of Noos and the success of Temptation Island, che we tutt'nnoi avessimo touch the found. Si il "found", il fondo pe' capisse.
Ma after avery visto la ceremony of the 2024 Olympics Games in Paris, agg' compreso che non c'é end al bad gusto.
Ora, torniamo alla mia great idea. (si legge "aidea" come "aigor")
Perché non metti on the air Temptatio Insulam next year?
Is fyco. (Si legge "is faico")
- Spiegazione:
Alberto Angela sarebbe conduttore, tentatore e narratore.
- Località:
Necropoli di Tarquinia / Lupanare di Pompei / catacombe di Priscilla e Colosseo /l'isola di Procida con i proci in piena prociaggine / città di Troi@ dove le troiane troiano / isola di Lesbo / isola di Creta
- Svolgimento:
Alcune coppie dovranno dimostrare il loro vero amore. (Per la cultura)
Verranno separate le coppie. Gli uomini andranno nelle lupanare di Pompei dove ci saranno le poppee, invece le donne nel Colosseo dove ci saranno i gladiatori. Quelli con il mirmillone assai pronunciato.
In qualsiasi momento un membro di una coppia può, tramite piccione viaggiatore, richiedere il falò dell'oracolo di Delfi.
Qui, alla presenza di Alberto Angela, la coppia si confronterà.
Se entrambi decideranno di mettersi alla prova, per sicurezza, l'uomo verrà mandato a Troi@ ("Ciao Penelope, vado a Troi@" -cit.; "Ma che pe' davero? E me lasci sola co' sti Proci?" -cit.), mentre la donna andrà a Cnosso dove c'è il Minotauro dotato. In un labirinto arredato con molto gusto da Arianna. Carinissimo, proprio... vorresti non uscirne più.
Se resisteranno alle tentazioni, ma sarà un'Odissea riuscirci, la coppia si ricongiungerà e usciranno di scena su una biga phiga che sfila senza sfiga in mezzo alla folla nel Circo Massimo.
Se la coppia non resisterà, l'uomo andrà a scontare le Forche Caudine a Procida con in Proci, la donna finirà sull'isola di Lesbo, indossando l'originale cintura di castità della Regina di Francia Caterina de' Medici, deve Saffo e le saffiche scrivono poesie e testi delle canzoni trap tutto il giorno.
-Finale:
Alla fine vincerà chi, tra le coppie riuscirà a dire correttamente, davanti ad Alberto Angela, i nomi de:
- i 7 re di Roma
- i 7 colli di Roma
- i 7 nani
- le 10 piaghe d'Egitto
- le 3 tentazioni di Cristo
- le 5 dita del piede sinistro
- le 5 Terre
Bonus: ripetere il nome dell'antico dio Maya "K'ukulk'an" in dialetto calabrese, guardandosi negli occhi senza ridere.
Dear RAI, what do you pens di questa my idea?
Is verry faiga second me.
Non ce ne sarebbe for anyone, all concorenza spazzata street (via).
Pensacete, think about it, atriment we're all cornut.
With love.
p.s. la scritta "Temptatio Insulam" non è grammaticamente corretta, sarebbe stato più giusto "Insula Tentationis", ma la prima scritta, seppur errata, assomiglia di più alla scritta originale di Temptation Island. ☺
17 notes
·
View notes
Text
Fulvio Marino: Saffo
New Post has been published on https://www.aneddoticamagazine.com/it/fulvio-marino-saffo/
Fulvio Marino: Saffo
“scintillante l’aspetto delle stelle svanisce intorno alla bella luna,/ quando luminosa brilla sulla terra tutta”
E’ un frammento di Saffo, poetessa di Mitilene nell’isola di Lesbo, grandissima poetessa, nella cui produzione il tema maggiormente ricorrente è l’amore in tutte le sue manifestazioni. Ma il filo conduttore della poetica di Saffo è un altro: la bellezza. Ne sente il fascino irresistibile, lo coglie in un gesto, uno sguardo, un modo di indossare, in una corona di fiori di campo, in un tempietto silvestre edificato in una radura, nell’eleganza dell’esibire un abito, del parlare, del sorridere, degli occhi “ridenti e fuggitivi”.
E non c’è nulla di vizioso o morboso, ma un attaccamento incontrollabile alla sorgente del bello, nelle sue alunne, nella figlia, nel fratello, ………
Gestiva un prestigioso tìaso, un collegio femminile, riservato alle fanciulle da marito della classe aristocratica. Andavano da lei ad apprendere l’eleganza, la raffinatezza, il ruolo della padrona di casa, della casa del marito ormai in arrivo.
Alla sua epoca si tenevano manifestazioni e feste, in cui sfilavano le bellezze femminili, sobrie ed eleganti, senza sculettamenti ammiccamenti esposizione di latterie bovine. La Grecia, ormai saldamente democratica, esibiva con orgoglio la propria gioventù, le ragazze in queste feste ed i ragazzi nei giochi olimpici, pitici, etc.
I vincitori erano premiati, ma non in denaro, bensì in gloria diffusa per tutta l’area greca, colonie comprese, e la fama riguardava il vincitore e la sua patria. Ma non era questo il punto fondamentale, che invece era l’esaltazione di un sistema politico capace di produrre siffatta gioventù.
0 notes
Text
Isola di Lesbo: la strage delle donne nel Mar Egeo
Almeno 17 persone (16 donne e un uomo) hanno perso la vita nelle prime ore di questo giovedì nel Mar Egeo Centrale, tra Grecia e Turchia: un'imbarcazione, che stava trasportando un gruppo di migranti in Grecia, è affondata al largo dell'isola greca di Lesbo
0 notes
Photo
“Da papà ho scoperto che si può diventare, all’occorrenza, coperta, cuscino, sedia, stufa, burattino, scala. Ma anche specchio, perché i bambini hanno bisogno di qualcuno da cui copiare la felicità.” Foto Muhammed Muheisen (Isola di Lesbo) Michael Sardu
82 notes
·
View notes
Photo
"Da papà ho scoperto che si può diventare, all’occorrenza, coperta, cuscino, sedia, stufa, burattino, scala. Ma anche specchio, perché i bambini hanno bisogno di qualcuno da cui copiare la felicità." Ph Muhammed Muheisen (Isola di Lesbo) Diario di @Francesco Perna -MAM Beyond borders- https://www.instagram.com/p/CVITF9YtrVy/?utm_medium=tumblr
25 notes
·
View notes
Photo
Felici nell'isola di Lesbo, Paolo Camporese
Terracotta patinata
https://www.saatchiart.com/art/Sculpture-Felici-nell-isola-di-Lesbo/90103/1235880/view
2 notes
·
View notes
Text
Raccoglimi (Saffo Ereso, Isola di Lesbo, Grecia 640 a.C. circa – Leucade, Grecia 570 a.C. circa) Vieni, inseguimi tra i cunicoli della mia mente, tastando al buio gli spigoli acuti delle mie paure. Trovami nell’angolo più nero, osservami. Raccoglimi dolcemente, scrollando la polvere dai miei vestiti. Io ti seguirò. Ovunque.
6 notes
·
View notes
Video
youtube
(via L’isola di Lesvos sotto pressione tra coronavirus, militarizzazione e aggressioni neonaziste - Progetto Melting Pot Europa)
13 marzo, isola di Lesvos - A gennaio, quando siamo stati per la prima volta al campo hotspot di Moria, il freddo e la pioggia sembravano essere il peggiore dei nemici, insieme alla mancanza di elettricità, l’impossibilità di lavarsi e il cibo avariato. Il sole primaverile avrebbe dovuto spazzare via, insieme alle nuvole cariche di pioggia, anche le avversità dell’inverno appena passato, rendendo, se possibile, un po’ meno drammatica la vita dentro il campo. Invece, in poco tempo, è successo che una buona parte dei volontari e degli operatori hanno dovuto abbandonare l’isola a causa delle rappresaglie fasciste e in questi giorni il clima è reso ancora più angosciante dalla paura che possa scoppiare un’epidemia di coronavirus.
Il Covid-19 è un problema serio per il campo di Moria e, dopo il primo caso confermato, il personale di Medici Senza Frontiere, che ha ripreso tutte le attività, gira tra le tende spiegando in varie lingue come proteggersi e cercare di evitare il contagio. Ma a Moria è pressoché impossibile adottare delle buone pratiche e prevenirne la diffusione. Nel momento in cui tutte le norme sanitarie prevedono di mantenere la distanza da altre persone, di usare disinfettanti e lavarsi spesso le mani, la domanda che molti migranti ci fanno è ”come è possibile evitare il contagio se siamo costretti a vivere in tende anguste e di fortuna? Come facciamo a lavarci le mani e mantenere una corretta igiene se non abbiamo il sapone e manca l’acqua?". Secondo MSF c’è solo un rubinetto ogni 1.300 persone. E spesso quel rubinetto nemmeno eroga acqua tutto il giorno. "Sarebbe impossibile contenere un’epidemia in insediamenti di questo genere a Lesbo, Chios, Samos, Leros e Kos. A oggi non abbiamo visto un piano di emergenza credibile per proteggere e trattare le persone che vivono nei campi in caso si diffondesee un’epidemia", afferma la dott.ssa Hilde Vochten, coordinatore medico di MSF in Grecia. Sembra quindi che ci siano esseri umani di serie A, che devono essere salvaguardati con prevenzione e misure urgenti e drastiche, mentre quelli di serie B possono rischiare il contagio lasciandoli vivere in condizioni disumane. L’unica via d’uscita, anche per MSF, sarebbe un’evacuazione immediata da tutti i campi delle isole greche.
Se il virus, in ordine di tempo, è l’ultimo dei macigni che pesa sulle vite degli abitanti di Moria, a creare forti tensioni e paure ai migranti e volontari sono stati alcuni cittadini locali supportati dai neonazisti di Alba Dorata e da altre organizzazioni fasciste giunte da Atene e da altre città europee. Dalle intimidazioni sono passati agli attacchi incendiari e ai pestaggi anche in pieno giorno, fino a creare dei posti di blocco alla ricerca di solidali e operatori. La rabbia è montata soprattutto per la decisione del governo di costruire altri campi destinati alla detenzione dei profughi, scelta politica che ha palesato quello che già si sapeva, ma che ancora non si voleva accettare, ossia il fatto che la presenza dei migranti a Lesvos non sarebbe stata temporanea, ma permanente. Questa imposizione non è piaciuta agli isolani che si sono mobilitati attaccando dapprima la polizia. L’estrema destra locale è riuscita a strumentalizzare queste frustrazioni, indicando come colpevole il migrante e spostando l’odio verso attivisti e Ong che sono divenuti i veri bersagli, l’ultimo dei quali è stato l’incendio della sede di One Happy Family.
Un altro impedimento alle attività delle Ong è rappresentato dalla militarizzazione dell’isola che prosegue massiccia e non passa nemmeno inosservata. Il 2 marzo la Grecia ha iniziato un addestramento delle proprie forze armate lungo la costa orientale dell’isola, quella che si affaccia sulla Turchia. Una manovra che impedisce di proseguire con le attività di monitoraggio in quel tratto di confine. A parere di molti attivisti questo espediente permette alla guardia costiera greca e turca di agire indisturbati e continuare le loro azioni illegali nei confronti dei migranti.
I
Mare Liberum
A Moria nel frattempo non si è rallentata la costante evoluzione del campo: i migranti, grazie anche al bel tempo, si stanno organizzando per costruire delle strutture stabili, come una moschea che servirà anche da scuola per i bambini; i forni per il pane stanno aumentando di numero ed è anche stato messo un gruppo elettrogeno che copre la parte di campo in gestione a Movement on the Ground e che finalmente fornisce corrente per qualche ora al giorno.
L’organizzazione della vita a Moria non procede però solo dal punto di vista della sopravvivenza, bensì anche dal punto di vista politico. Le varie comunità esistenti all’interno del campo iniziano infatti a comunicare tra di loro per creare mobilitazioni sempre più frequenti. Questo aumento della consapevolezza riguardo alla necessità di far sentire sempre più forte la propria voce, trova la risposta sempre più dura della polizia che oramai reprime ogni tipo di manifestazione. Un chiaro esempio è stata l’ultima mobilitazione avvenuta il 2 marzo, che ha visto i reparti antisommossa attaccare con un fitto lancio di lacrimogeni le prime file di un corteo spontaneo. Pochi i siti web che hanno riportato la notizia: Moria appare e scompare soprattutto per volere dei media mainstream.
Anche tra molte Ong c’è il sentore che l’unico modo per superare questo momento buio, sia una risposta chiara agli atti violenti portati avanti dal governo e dai gruppi neonazisti, senza indietreggiare. Pikpa di Lesvos solidarity ne è un esempio: i responsabili del campo autogestito ci dicono che a breve apriranno un nuovo progetto con l’obiettivo di accogliere alcuni minori non accompagnati. Questo intervento andrà sicuramente ad alleviare i problemi delle persone più vulnerabili all’interno del campo, che in questo momento a Moria sono circa 800.
Le manifestazioni di domani assumono perciò un’importanza strategica: sia per dare una risposta antifascista e solidale di fronte alla violenza, ma anche per dare supporto alle persone che hanno deciso di rimanere a Moria e continuare la lotta contro la detenzione illegale dei migranti e per il riconoscimento dei loro diritti. A maggior ragione è importante sostenerla e chiedere l’immediata evacuazione ora che il coronavirus sembra diffondersi inesorabile su tutte le isole.
3 notes
·
View notes
Text
Poesie di Vincenzo Mirra
D.P.C.M. 4.3.2020
Tutto chiuso Tutto sospeso La finestra bagnata e un rivolo che inesorabile muto la percorre, poi un altro e subito uno ancora, nuovo al primo e uguale all'altro, uguale a sé.
Fuori piove Piovono le notifiche di Facebook di eventi annullati, di appuntamenti sospesi, anche il mio lo è - e io che volevo offrirvi i versi con il tè - non posso garantire la distanza di un metro dalla poesia. D.ecreto P.residenza del C.onsiglio dei M.inistri 4.3.2020, chissà cosa canterebbe oggi Lucio, marinaio del '43, se è ancora bello quell'uomo venuto dal mare
Fuori piove Anche al confine tra Ankara e Atene piove, un esodo di disperati: uomini respinti da altri uomini così, nella spietata natura di sé, l'uomo respinge la sua specie.
SONO VIETATE TUTTE LE MANIFESTAZIONI DI RISPETTO E TUTELA DELLA DIGNITÀ UMANA sembra recitare l'insensata ordinanza della pestilente miseria dell'uomo.
Un bimbo è morto a Lesbo Non siamo capaci di fermare le guerre Come possiamo fermare il virus. Un metro di distanza dite?
Oggi non sono sicuro che ci salveremo, da noi stessi.
AVVISO AI NAVIGANTI In Antardide superati i venti gradi centigradi Dove prima era il bianco perenne, dai ghiacci è emerso il granito di Sif, nuova isola, roccioso sperone brunito.
Fuori ancora piove. Ho messo a bollire l'acqua per il tè. Sono in quarantena domiciliare con la poesia.
#covid19 | 5/6.3.2020
Il cielo dal balcone, in città
Neppure una scia bianchiccia di aeroplano solo il volo della ghiandaia e della capinera il cinguettare a cui fanno eco il frusciare del faggio e il dondolio del tiglio. Un cielo azzurro così, così traboccante e schietto, no, non lo avevo mai visto, che quasi mi sgomenta confessare la sua bellezza, di primavera il suo silenzio di terra.
1 note
·
View note
Text
Naufragio al largo dell'isola di Lesbo, almeno sette morti
Naufragio al largo dell'isola di #Lesbo - E’ di sette morti il bilancio di un naufragio avvenuto questa mattina alle 7. Cinquantasette persone sono state tratte in salvo ma si teme che ci siano dispersi.
Naufragio al largo dell’isola di Lesbo – E’ di sette morti il bilancio di un naufragio avvenuto questa mattina alle 7. Cinquantasette persone sono state tratte in salvo ma si teme che ci siano dispersi.
Naufragio al largo dell’isola di Lesbo. Un barcone carico di migranti è affondato questa mattina, provocando la morte di almeno sette persone.La Guardia Costiera greca ha dichiarato che si tratta…
View On WordPress
#guarda costiera greca#isola di lesbo#Malta#Mar Mediterraneo#Matteo Salvini#migranti#naufragio#naufragio all&039;argo dell&039;isola di Lesbo#papa francesco
0 notes
Text
Fulvio Marino: Saffo
New Post has been published on https://www.aneddoticamagazine.com/it/fulvio-marino-saffo/
Fulvio Marino: Saffo
“scintillante l’aspetto delle stelle svanisce intorno alla bella luna,/ quando luminosa brilla sulla terra tutta”
E’ un frammento di Saffo, poetessa di Mitilene nell’isola di Lesbo, grandissima poetessa, nella cui produzione il tema maggiormente ricorrente è l’amore in tutte le sue manifestazioni. Ma il filo conduttore della poetica di Saffo è un altro: la bellezza. Ne sente il fascino irresistibile, lo coglie in un gesto, uno sguardo, un modo di indossare, in una corona di fiori di campo, in un tempietto silvestre edificato in una radura, nell’eleganza dell’esibire un abito, del parlare, del sorridere, degli occhi “ridenti e fuggitivi”.
E non c’è nulla di vizioso o morboso, ma un attaccamento incontrollabile alla sorgente del bello, nelle sue alunne, nella figlia, nel fratello, ………
Gestiva un prestigioso tìaso, un collegio femminile, riservato alle fanciulle da marito della classe aristocratica. Andavano da lei ad apprendere l’eleganza, la raffinatezza, il ruolo della padrona di casa, della casa del marito ormai in arrivo.
Alla sua epoca si tenevano manifestazioni e feste, in cui sfilavano le bellezze femminili, sobrie ed eleganti, senza sculettamenti ammiccamenti esposizione di latterie bovine. La Grecia, ormai saldamente democratica, esibiva con orgoglio la propria gioventù, le ragazze in queste feste ed i ragazzi nei giochi olimpici, pitici, etc.
I vincitori erano premiati, ma non in denaro, bensì in gloria diffusa per tutta l’area greca, colonie comprese, e la fama riguardava il vincitore e la sua patria. Ma non era questo il punto fondamentale, che invece era l’esaltazione di un sistema politico capace di produrre siffatta gioventù.
0 notes
Photo
Botte con la spranga di ferro a donne e bambini su un gommone: così la Turchia respinge i profughi di Mirko Bellis Le urla delle persone sul gommone sono disperate. Un uomo alza un bambino verso l’imbarcazione della guardia costiera turca nel tentativo di far desistere l’azione dei marinai. Come risposta riceve un colpo con una fune. L’abbordaggio prosegue, tra i pianti strazianti dei bambini a bordo, con le guardie turche che cercano di mettere fuori uso il motore del gommone con un’asta metallica. Un altro natante arriva in appoggio della motovedetta mentre sull'imbarcazione su cui viaggiano i profughi comincia a entrare acqua. Alcuni bambini indossano un salvagente; pochi hanno attorno alla vita solo una ciambella gonfiabile che, in caso di affondamento, dovrebbe tenerli a galla. Altri non hanno nulla. Se dovessero naufragare, molto probabilmente affogherebbero. Il video, diffuso sui social network, mostra tutta l’angoscia vissuta la settimana scorsa da un gruppo di profughi siriani al largo delle coste turche. Erano partiti da Smirne (Izmir, in turco). La loro destinazione: l’isola greca di Lesbo. Quella stessa isola già sovraffollata di disperati in fuga da guerra e miseria. Per raggiungerla, però, devono attraversare il Mar Egeo. E le motovedette turche sono lì per impedirlo. Anche a costo di usare la forza. L'imbarcazione dei siriani è stata costretta a ritornare al punto di partenza e gli occupanti, tra cui 5 minori, sono stati trattenuti dalle autorità. Non è la prima volta che accadono episodi simili. A marzo del 2016, alcuni profughi erano stati attaccati dai guardacoste turchi mentre cercavano di arrivare in Grecia. E un anno dopo, un altro video aveva documentato il rude abbordaggio ad un gommone pieno di migranti sempre al largo dell'Egeo. La Turchia, conviene ricordare, compie la sua parte del patto stipulato con l’Unione Europea nel 2016. Sei miliardi di euro concessi da Bruxelles a Erdogan perché impedisse a siriani, afghani e iracheni di arrivare in Grecia. Un fiume di denaro che ha bloccato sul suolo turco più di tre milioni e mezzo di profughi siriani e di altre nazionalità. Miliardi di euro, tra l’altro, che Erdogan afferma non aver ricevuto. Nei giorni scorsi, infatti, il presidente turco ha dichiarato che a finire nelle casse di Ankara sono stati solo 3-4 miliardi. Circostanza smentita da Natasha Bertaud, portavoce della Commissione europea, secondo cui l’importo stanziato sarebbe stato quasi interamente corrisposto alla Turchia. Ma Erdogan, al di là della questione economica, usa i profughi anche per raggiungere i suoi obiettivi nella vicina Siria. Se non dovesse essere creata una “zona di sicurezza” nelle province siriane nord-occidentali, il presidente turco minaccia di “aprire le porte” alle migliaia di siriani che si stanno ammassando lungo la frontiera meridionale. L’offensiva di Assad sulla provincia di Idlib, iniziata a fine aprile, ha costretto oltre 600mila persone a fuggire, d’accordo con i dati diffusi dalle Nazioni Unite. In molti stanno vivendo all'aria aperta o in scuole adibite a rifugio e per tutti l’unica via di salvezza dipende dalla possibilità di varcare il confine turco. ... “Questa pericolosa crisi –- che compromette la vita di migliaia di persone vulnerabili – scrive l’organizzazione umanitaria – è la conseguenza di un sistema di accoglienza fallimentare, della mancanza di meccanismi di protezione adeguati e di una insufficiente fornitura di servizi. Questo dimostra che l’approccio europeo alla migrazione, basato su contenimento e deterrenza, è chiaramente fallito”. Qui il video: continua su: https://www.fanpage.it/esteri/botte-con-la-spranga-di-ferro-a-donne-e-bambini-su-un-gommone-cosi-la-turchia-respinge-i-profughi/ http://www.fanpage.it/
17 notes
·
View notes
Photo
"Da papà ho scoperto che si può diventare, all’occorrenza, coperta, cuscino, sedia, stufa, burattino, scala. Ma anche specchio, perché i bambini hanno bisogno di qualcuno da cui copiare la felicità." Ph Muhammed Muheisen (Isola di Lesbo) Diario di @Francesco Perna -MAM Beyond borders- https://www.instagram.com/p/CGaxWE6AcFH/?igshid=1f7i94kfm0zkg
2 notes
·
View notes