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Alvorada... - Gazarra e Muir... (on Wattpad) https://www.wattpad.com/1203110595-alvorada-gazarra-e-muir?utm_source=web&utm_medium=tumblr&utm_content=share_reading&wp_uname=MarciaGioseffi&wp_originator=an1R447C52aDZ8ke1Bzl800gpp8k6O23GcIbSzggDAe%2FEq8u5j5ek6gVFE0zP0R7xTdJMct6xr9G%2BW5UWnGjZeeD5Dv%2FB9l9k4wLYna1qiGzzRPP6RyxoPds9Y7dfxNO
Coleção Matilha de Lobos de Hécate.
Ficção, romance, terror. Senão curte não leia. Estilo mundo sombrio de Sabrina
As notícias em geral não eram animadoras.
Havia bastante agitação entre a população depois que soldados de Gazarra tinham tentado conter uma pequena revolta e isso ocasionou maior severidade nas ordens em relação ao toque de recolher. Morgan escutava os relatos calado e com a expressão do rosto tensa. Muir era implacável no ataque.
Guerra. Os feiticeiros na rixa com os lobos tinham levado Garrone a uma guerra contra Gazarra mais uma vez depois que a antiga colônia tinha enfim se libertado do julgo econômico dos dragões de uniformes verdes. Ele ouvia os comentários de cabeça baixa imaginando a razão do Sucessorium não ter interferido. Ouvia mais abismado ainda as reclamações que os ciganos traziam do centro da cidade. Os feiticeiros reivindicavam a culpa do desaparecimento de uma jovem deles aos lobos.
Tinha sido naquela noite quando o som dos canhões ainda ecoava assustadores e casas demoliam em chamas que pela primeira vez...
-Richard devia trazer os homens para a segurança da floresta. A cidade não é segura com feiticeiros perambulando pelas ruas sem esconder as habilidades na frente de humanos. Temos mais recursos aqui para cuidar dos feridos e doentes. - Vladimir ponderava refletindo como a guerra traria contratempos.
Os campos em breve estariam cobertos de neve. Nunca era uma boa época para combates se é que podia haver algum. Talvez fosse sensato levar seu povo para a segurança das cavernas.
- Ainda temos caçadores de bruxas na região, não se esqueça. – Rick suspirava imaginado onde Thalagar estaria em meio a toda a confusão.
#alfa#ataque#beta#divindades#feiticeiros#guerra#inimigos#invaso#liderana#lobos#matilha#mature#omega#traio#trianguloamoroso#lobisomens#books#wattpad#amreading
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Ciao raga volevo dirvi che sono contenta di essere qui su tumblr perché è l'unico social che che permette di sclerare su cose che mi interessano senza avere l'ansia che qualcuno che conosco possa leggere quello che scrivo/commento/a cui metto mi piace
Che bello
Vvb
#prima avevo pure tik tok abbastanza anonimo#ma adesso un mio amico mi segue#e boh#non lo so mi sembra che anche quello spazio sia stato invaso da persone che conosco e delle quali mi interessa ciò che pensano di me#quindi sono triste per quello#spero che nessuno scopra mai chi sono anche qui su tumblr
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Libia momento
broke: t*ylor sw*ft
WOKE: THIRD INTERNATIONAL THEORY ITALO-DISCO
#tumblr italia#ehi abbiamo invaso la libia tra glianni 30 e 40. credo che possiamo lasciargli inviare gli IMMIKRATY da noi#SE PERÒ SI DECIDESSERO A FARGLIF ARE QUALCOSA A PARTE STARSENE A LAMPEDUSA PORACCI#EDDAI
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Londra, Regno Unito.
“Pattuglie” musulmane per le strade di London City e Westminster, composte da cittadini perfettamente integrati, mantengono l'ordine in città. Lodevole il corretto e prudenziale utilizzo delle mascherine.
Alcuni dati
▪️Il Sindaco di Londra - Musulmano.
▪️Sindaco di Birmingham - Musulmano.
▪️Il sindaco di Leeds - Musulmano.
▪️Il sindaco di Blackburn - Musulmano.
▪️Il Sindaco di Sheffield - Musulmano.
▪️Il Sindaco di Oxford - Musulmano.
▪️Il sindaco di Oldam - musulmano.
▪️Il sindaco di Rokdal - Muslim_
Tutto questo è stato raggiunto da appena 4 milioni di musulmani su 66 milioni di persone in Inghilterra:
Oggi ci sono oltre 3.000 moschee musulmane in Inghilterra.
Ci sono più di 130 tribunali musulmani della sharia.
Ci sono più di 50 consigli musulmani della sharia.
Il 78 per cento delle donne musulmane non lavora, sono sostenute dallo stato + alloggio gratuito.
Il 63 per cento degli uomini musulmani non lavora, sono sostenuti dallo stato + alloggio gratuito.
Le famiglie musulmane con una media di 6-8 figli, sostenute dallo Stato, ricevono un alloggio gratuito.
Ogni scuola nel Regno Unito è tenuta a tenere una lezione sull'Islam.
ㅤLa Perfida Albione colonialista e guerrafondaia ha rotto le palle a mezzo mondo, e alla fine hanno invaso lei.
Segui ➡️ 🌐 t.me/ArsenaleKappa 🅰️ 💥💥
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In Libano c'è un invaso e un invasato.
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“Se c'è un Paese che, dalla caduta dell'Impero Romano ad oggi, è stato invaso, occupato, dominato, spartito, quello è il nostro
Con la differenza che da noi sono nati, i Comuni, le Signorie, le Repubbliche marinare. Si sono costruite Cattedrali, strade, ponti, borghi, i più belli del mondo, ferrovie. È nata l'arte, musica, pittura, letteratura, architettura. È nato il pensiero, scoperte, invenzioni. È nato l'artigianato, il commercio, le banche. L'Umanesimo, il Rinascimento, il Risorgimento.
Tutto questo sotto dominazione straniera e non sto qui ad elencare quanta e quale.
Quello che gli africani hanno lo hanno costruito gli europei: strade, ponti, dighe, ferrovie, città. Tutto. Loro più in là delle capanne di fango e sterco non sono stati in grado di andare.
Pensiero? Le dominazioni non ti bloccano il pensiero. Non mi risulta che ne sia venuto (Ida Magli docet).
Il problema dell'Africa, che fra l'altro è il Continente più ricco del pianeta, non è l'Africa o chi ne sfrutta le materie prime, ma gli africani stessi. Quando si saranno insediati in numero considerevole in Europa, la ridurranno peggio dell'Africa.
L'Ambiente lo fanno le persone. Se l'Italia è considerato un posto fortunato lo dobbiamo a uomini come i nostri avi, geniali, arguti, coraggiosi. Hanno versato sangue e sudore per consegnarci questo paradiso .
Peccato che alcuni non se ne rendano conto e preferiscano consegnare questo Paese a chi nulla ha fatto per il proprio e nulla farà per il nostro. Se non distruggerlo.”
Commento di Ivana Ingrosso
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Buonasera cara ansia,
Ecco che hai fatto ritorno nella mia vita.
Hai invaso la mia testa, il mio petto, il mio cuore.
Scusa se non ti abbraccio, io ho bisogno di leggerezza.
Lasciami andare.
#pensiero mio#compagnia#domandine#fatemi compagnia#tumblr italia#ask me anything#ansia che ti toglie il respiro#ansia#fatemi qualche domanda#domande anonime#consigli#come distrarsi#actually autistic#salute mentale#writers on tumblr
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Dire che non ci penso sarebbe una bugia
Hai invaso la mia testa,te la sei portata via
Il silenzio è confortante, mi permette di pensare a ciò che ho paura di affrontare...
Dolcenotte
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Allora, quest'anno ho messo queste zucche chiamate "moscata di provenza" e avevano preso una brutta piega, come prima cosa mi hanno invaso tutto l'orto che per innaffiare devo fare i passi come Carla Fracci, poi di 6 piante 3 si sono ammalate e si sono seccate completamente nel giro di pochi giorni, le altre rimaste, pochi fiori e zero zucche, ZERO, tutti i giorni a cercare tra le foglie ma niente, capite che lo smadonnamento era alle porte, quando oggi, non so da dove (perché sono sempre lì a traccheggiare sull'orto) sono uscite fuori queste due super zucche.
#mi veniva da piangere vi giuro#ce le ha messe qualche folletto di notte altrimenti non si spiega#non ci fate caso#sopportatemi#ve vojo bene#post che si potevano evitare e invece no
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A CHE SERVE L’UNIFIL?
La storia è nota. Migliaia di profughi della Guerra dei 6 Giorni vengono accolti dalla Giordania. Ma presto si dimenticano di essere ospiti di uno Stato. Girano per le strade armati e senza documenti, organizzano posti di blocco per raccogliere non meglio specificate tasse per la causa palestinese, perquisiscono i civili giordani, cercano di convincerli ad entrare nell’OLP nonostante siano soggetti alla leva militare giordana, rivendicano la competenza dell’OLP per i reati commessi in territorio giordano. Insomma, vogliono uno Stato nello Stato.
Quando nel 1970 questi profughi armati cercano addirittura di rovesciare re Husayn, la Giordania reagisce pesantemente. È il «Settembre Nero». Scoppia una guerra civile che durerà un anno. L’OLP sdogana la pratica degli scudi umani, che causano decine di migliaia di morti tra i civili, che per i miliziani islamici sono martiri. Rimarranno uccisi circa 6 mila guerriglieri. Gli altri si rifugeranno in Libano, dove li aspettano 100 mila profughi della Nakba, che non vedono l’ora di regolare i conti con Israele.
Le fazioni palestinesi si stanziano nel sud del Libano. E incominciano a fare il tiro a segno sulle città della Galilea. Di tanto in tanto sconfinano in Israele per compiere mattanze, come quella dell’11 marzo 1978, in cui muoiono 37 cittadini israeliani, tra cui 13 bambini.
Israele non resta a guardare. Il 14 marzo 30 mila soldati dell’IDF invadono il Libano ricacciando in una settimana l’OLP al di là del fiume Leonte, perdendo soltanto 20 uomini contro i 1000 dell’OLP, oltre a 3000 civili. In pochi giorni si riunisce il Consiglio di Sicurezza ONU, che emana la Risoluzione n. 425, con cui viene intimato ad Israele di ritirarsi, perché a calmare le acque ci penserà appunto l’UNIFIL, la Forza Multinazionale.
Questo UNIFIL, oltre ad assistere la popolazione civile, ha il compito di aiutare il Libano a ristabilire la propria sovranità, calpestata dai gruppi palestinesi che utilizzano il sud per lanciare attacchi a Israele. E dovrà coadiuvarlo nel disarmo delle milizie palestinesi. Il Consiglio di Sicurezza vuole che Israele se ne torni a casa, ma tra la linea blu e il fiume Leonte non dovrà rimanere neppure un Fedayyn con una scacciacani.
Israele si ritira. Ma sia l’esercito del Libano che l’UNIFIL non combinano nulla, a parte fare la guardia ai cedri millenari. Cacciate dall’IDF, nel giro di un anno le milizie palestinesi si ripresentano nel sud più agguerrite che mai. Nel frattempo Komeini è salito al potere ed è nata la sanguinosa Hezbollah, che riprende lo sport preferito dei guerriglieri islamici: i razzi verso la Galilea. Tanto che Israele è costretto nel 1982 a invadere ancora.
Sarà sempre la stessa storia, con ulteriore replica nel 2006. Da quasi mezzo secolo, nel rispetto delle decisioni del Consiglio di Sicurezza, ogni volta Israele lascia il Libano attendendo invano la bonifica proclamata dall’ONU, ossia il disarmo completo di ogni gruppo armato nel sud. Le successive quattro risoluzioni del Consiglio di Sicurezza continuano a rimanere lettera morta.
Israele ha appena invaso per la quarta volta il Libano nel tentativo di sbaragliare Hezbollah, foraggiato dall’Iran che gli manda armi attraverso la Siria, sotto lo sguardo non troppo severo proprio di quelli dell’UNIFIL, che in tutti questi anni hanno visto sotto il naso spuntare come funghi kilometri di tunnel come quelli di Gaza. Ora Hezbollah, secondo una tecnica ormai collaudata, si è ritirata a ridosso della forza multinazionale, sulla quale Israele, visti i precedenti, ripone ben poca fiducia. Ma volendo chiudere i conti con il Partito di Dio una volta per tutte, Israele sta entrando in un pesante conflitto con la forza multinazionale, che non vuole saperne di andarsene, almeno per ora.
Ma se l’UNIFIL è stato inviato nel sud del Libano dal Consiglio di Sicurezza ONU per disarmare qualsiasi milizia ostile a Israele, visti i fallimenti dell’ultimo mezzo secolo, per quale motivo Israele non dovrebbe esigere che l’UNIFIL svolga il compito per cui è stato creato? «Se non ci pensate voi, ci pensiamo noi» avrebbe detto Herzl Halevi, capo di stato maggiore dell’esercito israeliano.
Antonello Tomanelli.
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Ieri sera nella zona in cui abito sono tracimati o esondati 4 torrenti
Uno di essi ha allagato casa di mia mamma che abita sotto di me
Il torrente ha raggiunto una forza che non avevo mai visto, ha invaso il giardino e ha iniziato ad avvicinarsi a casa
Dopo poco l'acqua passava da ogni fessura, è stato inutile ogni tentativo di bloccarla
I danni sono stati limitati sennonché poco dopo aver ripulito il soggiorno un'altra ondata molto più grande e forte ha fatto uscire l'acqua dai muri, dalle prese della corrente, dalla porta, dalla doccia, per non parlare della lavanderia completamente sommersa e addio lavatrice
L'acqua in giardino ha completamente divelto la recinzione, ha abbattuto un muro di confine ha portato fango, detriti e tronchi un disastro
Un disastro che in confronto a quello che stava succedendo nei paesi limitrofi era un simpatico gavettone d'agosto
Oggi siamo riusciti a ripulire decentemente casa, il giardino vedremo in seguito
Nel pomeriggio siamo andati a portare da mangiare ai volontari che spalano il fango
Poi ci siamo uniti a loro
Siamo entrati nelle case di sconosciuti che non avevano più niente da un momento all'altro, case di una vita svuotate, tutti i loro oggetti scaraventati per strada marci di fango, persone senza una sedia per riposarsi, le case ormai involucri di cemento vuoti senza un senso
In tutto questo sconvolgimento mi sono accorto che alla natura i confini non piacciono qualunque essi siano
Che il senso di comunione di intenti delle persone che hanno una certa sensibilità mi esalta
Domani si ricomincia e le amicizie diventeranno più forti e altre ne nasceranno
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Qualche notizia sull’Ucraina
Tra le menzogne che vengono ripetute come se fossero verità ovvie, vi è quella che la Russia avrebbe invaso uno stato sovrano indipendente, senza precisare in alcun modo che quel cosiddetto stato indipendente non soltanto era tale solo dal 1990, ma era stato fin allora per secoli parte integrante prima dell’impero russo (dal 1764, ma già fra il XV e il XVI secolo era incluso del Granducato di Mosca) e poi della Russia sovietica. Ucraino era del resto forse il più grande degli scrittori in lingua russa del XIX secolo, Gogol’, che, nelle Veglie della fattoria di Dikanka, ha meravigliosamente descritto il paesaggio della regione che si chiamava allora «Piccola Russia» e i costumi della gente che vi viveva. Per la precisione occorre aggiungere che, fino alla fine della Prima guerra mondiale, una parte rilevante del territorio che ora chiamiamo Ucraina era, col nome di Galizia, la provincia più lontana dell’impero austro-ungarico (in una città ucraina, Brody, nacque Joseph Roth, uno dei maggiori scrittori in lingua tedesca del novecento).
È importante non dimenticare che i confini di quella che chiamiamo dal 1990 Repubblica Ucraina coincidono esattamente con quelli della Repubblica socialista sovietica Ucraina e non hanno alcun possibile fondamento anteriore nelle continue vicende di spartizioni fra polacchi, russi, austriaci e ottomani che hanno avuto luogo nella regione. Per quanto possa apparire paradossale, un’identità dello stato ucraino esiste dunque soltanto grazie alla Repubblica socialista sovietica di cui ha preso il posto. Quanto alla popolazione che viveva in quel territorio, essa era un insieme variegato costituito, oltre che dai discendenti dei cosacchi, che vi erano migrati in massa nel XV secolo, da polacchi, russi, ebrei (in alcune città, fino allo sterminio, più di metà della popolazione), zingari, rumeni, huzuli (che fra il 1918 e il 1919 costituirono una repubblica indipendente di breve durata).
È perfettamente legittimo immaginare che, agli occhi di un russo, la proclamazione dell’indipendenza dell’Ucraina non risulti pertanto troppo diversa dall’eventuale dichiarazione di indipendenza della Sicilia per un italiano (non si tratta di un’ipotesi peregrina, dal momento che non si dovrebbe dimenticare che nel 1945 il Movimento per l’indipendenza della Sicilia, capeggiato da Finocchiaro Aprile, difese l’indipendenza dell’isola ingaggiando scontri con i carabinieri che fecero decine di morti). Per non pensare a quello che accadrebbe se uno stato americano si dichiarasse indipendente dagli Stati Uniti (ai quali appartiene da molto meno tempo di quanto l’Ucraina fosse parte della Russia) e stringesse alleanza con la Russia.
Quanto alla legittimità democratica dell’attuale repubblica Ucraina, è a tutti noto che i trent’anni della sua storia sono stati segnati da elezioni invalidate per brogli, guerre civili e colpi di stato più o meno nascosti, al punto che, nel marzo del 2016, il presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker ebbe a dichiarare che ci sarebbero voluti almeno 25 anni perché l’Ucraina potesse soddisfare i requisiti di legittimità che avrebbero permesso il suo ingresso nell’Unione.
Giorgio Agamben, 2 agosto 2024
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Stanotte ho sognato che chiamavo disperata una persona per farmi aiutare per una questione di vita o di morte. Vivevo (o lavoravo?) in un grande complesso classico, tipo uno di quei licei del centro di Roma in un palazzo storico, ma da un po' di mesi ormai il mondo era invaso da individui mezzi zombie mezzi vampiri (o solo MANIGOLDI?) che volevano uccidermi e impedirmi di arrivare in "Quella stanza" per fare la mia cosa importante. Così chiedo aiuto e, non senza poche difficoltà, riusciamo ad arrivare al terzo piano di questo bellissimo palazzo dalle linee classiche disabitato, evitando le trappole e gli scontri fisici. Finalmente entro in "Quella stanza", affannata, impaurita, ma sollevata, vado verso il fondo della stanza e apro un armadietto, l'unico arredo presente nella stanza vuota. Dentro i ripiani sono vuoti e impolverati, c'è solo una cosa ed è proprio quella che cercavo io: una latta usata di impregnante. La giro, leggo "Quercia Scuro" e dico: "Fiuuf, meno male! Avevo paura di aver fatto "Noce" e non "Quercia scuro", ok ricordavo bene. Possiamo andare via."
Sono indecisa se prendere questo sogno come una risposta al mio dubbio di ieri su che impegnante usare su questi mobili da giardino per il cliente o se preoccuparmi.
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Corte penale, l’autogol di Kiev e il doppio standard del diritto
Luigi Daniele
Ucraina/Russia. Zelenksy chiede l’adesione allo Statuto di Roma ma invoca l’articolo 124: nessuna indagine nei prossimi sette anni. A restare fuori, però, non sarebbero solo eventuali crimini ucraini: “via libera” anche a quelli russi commessi sul territorio del paese invaso. Torna l’idea di regole internazionali à la carte, buone solo quando servono contro i nemici
Nel 1945 il giudice che avrebbe servito come procuratore capo americano a Norimberga, Robert Jackson, criticando i profili di «giustizia dei vincitori» che le giurisdizioni penali internazionali avrebbero mantenuto da allora per molti decenni, dichiarò alla Conferenza di Londra: «Non possiamo codificare norme penali contro gli altri che non saremmo disposti a vedere invocate contro di noi».
Sembra questa, al contrario, la scelta del governo Zelensky, che ha ottenuto ieri dalla Verchovna Rada l’approvazione della propria proposta di legge di ratifica dello Statuto di Roma della Corte penale internazionale (Cpi). La legge contiene l’invocazione dell’articolo 124 dello Statuto, che stabilisce che «uno Stato che diviene parte al presente Statuto può, nei sette anni successivi all’entrata in vigore dello Statuto nei suoi confronti, dichiarare di non accettare la competenza della Corte per quanto riguarda la categoria di reati di cui all’articolo 8 quando sia allegato che un reato è stato commesso sul suo territorio o da suoi cittadini».
LA PROCURA della Cpi, giova ricordarlo, dal 2022 ha considerato la situazione in Ucraina una priorità assoluta, stanziando la più alta cifra del proprio budget (4,5 miliardi di euro) per le indagini, assegnandovi 42 investigatori, organizzando numerose visite in situ del procuratore e aprendo un country office nel paese. Un paese, però, che non aveva mai ratificato lo Statuto, essendosi limitato a una dichiarazione ad hoc di accettazione della giurisdizione della Corte sul proprio territorio e sui propri cittadini nel 2014 e nel 2015 (una sorta di invocazione di intervento della Cpi consentita anche agli stati che non ratificano il suo trattato istitutivo).
L’Ucraina si è trovata nella singolare posizione di essere al vertice delle priorità della Corte, pur non essendo uno Stato parte. La richiesta di aderire al sistema Cpi ridimensiona questa anomalia, aggiungendone però una ancor più stridente: l’invocazione della clausola dell’articolo 124, ovvero una richiesta di temporanea immunità per crimini internazionali eventualmente commessi da propri cittadini o, problematicamente, sul proprio territorio.
Relitto dei compromessi del 1998, anno in cui lo Statuto istitutivo della Corte fu approvato, l’introduzione dell’articolo 124 fu voluta dalla Francia, che minacciava di non firmare se non fosse stata inserita questa clausola, funzionale a tenere il proprio territorio e i propri cittadini «al riparo» dalla giurisdizione della Corte per sette anni dall’adesione.
L’articolo 124 apparì subito così contrario allo spirito dello Statuto che fu immediatamente destinato (come specificato nell’articolo stesso) a essere emendato nella prima conferenza di revisione del trattato. Nel 2015, quindi, l’Assemblea degli stati parte ha approvato un emendamento di cancellazione dell’articolo, che entrerà in vigore se sostenuto dai sette ottavi degli stati parte (tra quelli che hanno già acconsentito alla cancellazione figura la stessa Francia).
Nella speranza di mettere al riparo propri cittadini da possibili responsabilità per crimini di guerra, quindi, Kiev ha optato per la clausola in via di cancellazione. Tuttavia, anche se accettata, la clausola non potrebbe essere applicata retroattivamente.
QUELLO dell’Ucraina potrebbe rivelarsi un clamoroso autogol: se l’articolo 124 fosse applicato, non escluderebbe solo la giurisdizione della Corte su possibili crimini di guerra commessi da cittadini ucraini, ma anche su crimini di guerra commessi su suolo ucraino, inclusi quelli contestati alla leadership e alle forze russe. L’articolo parla di crimini di cui sono sospettati cittadini dello Stato e di crimini la cui commissione è sospettata sul territorio dello stato. È indubbio che i crimini di guerra contestati a Putin, Lvova-Belova e ai comandanti delle forze russe rientrino in tale categoria.
Le implicazioni di questo tentativo, tuttavia, non si limitano ai gravi rischi di effetti controproducenti per il diritto alla giustizia delle stesse vittime ucraine. Segnalano, più profondamente, una riproduzione dell’approccio tipico degli Stati uniti al diritto internazionale penale: ci si indigna per i barbarici crimini internazionali dei nemici, proclamando a reti unificate la necessità morale della loro punizione, mentre si mantiene in vigore nella propria legislazione la cd. «Legge di Invasione dell’Aja», che autorizza all’uso della forza armata per liberare cittadini americani o di stati alleati imputati di crimini internazionali e in custodia della Corte.
Persino le norme più elementari di diritto internazionale, ovvero quelle funzionali alla prevenzione e punizioni dei crimini di massa (e di Stato) si dichiarano senza infingimenti buone solo per i nemici e simultaneamente inapplicabili a se stessi.
TRAMONTA così il nucleo di tre secoli di sviluppo della tradizione giuridica illuministico-liberale, cardine dei modelli democratici di giustizia penale, che esigono che sia il tipo di condotta, con il danno sociale che produce e non il tipo di autore, a essere al centro dell’attenzione dei codici penali e delle istituzioni punitive. Al contrario, l’enfasi sui tipi di autore – identificati di volta in volta come nemici «della razza», «della patria» o «della rivoluzione» – fu il tratto distintivo dei modelli punitivi delle esperienze autoritarie e totalitarie.
È un paradosso degno del regresso a cui la guerra ci condanna che siano proprio le forze che si proclamano a difesa delle democrazie a formalizzare e istituzionalizzare nuovi modelli di diritto del nemico, che globalizzano l’etica della diseguaglianza di fronte alla legge e forgiano politiche internazionali che riducono il diritto a strumento di guerra ibrida.
Il nemico totale, la guerra e il diritto del nemico totale sono stati i motori della distruzione della democrazia nel Novecento. Piaccia o meno, è solo l’ultimo a mancare all’appello nell’attuale discorso dominante delle democrazie occidentali. Guerra e democrazia, è una legge della storia, si combattono sempre, spesso all’ultimo sangue. Caduto il bastione dell’eguaglianza di fronte alla legge, anche crimini internazionali e genocidi potranno essere crimini buoni e giusti, purché a commetterli sia la nostra tribù, la tribù delle democrazie.
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Monastero di Santa Caterina - Palermo
"Nello stesso istante in cui le briciole del dolce raggiunse il mio palato, io trasalii, attratto di qualcosa di straordinario che accadeva dentro di me. Una deliziosa voluttà mi aveva invaso, isolata, staccata da qualsiasi nozione della sua casa. Di colpo mi aveva reso indifferenti le vicissitudini della vita, inoffensivi i suoi disastri, illusoria la sua brevità, agendo nello stesso modo dell’amore, colmandomi di un’essenza preziosa.”
Marcel Proust
https://www.isegretidelchiostro.com
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