#invadono
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primepaginequotidiani · 8 months ago
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PRIMA PAGINA Il Tempo di Oggi mercoledì, 14 agosto 2024
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sauolasa · 2 years ago
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Grilli mormoni invadono il Nevada; guarda le immagini incredibili
Hanno invaso case, giardini e campagne. I grilli mormoni hanno cominciato la loro migrazione e hanno invaso le strade del Nevada. Spettacolari le immagini che arrivano dai luoghi funestati. nessun pericolo per persone e animali
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il-gualty1 · 2 months ago
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Ci sono quei pensieri che invadono sia la mente che il corpo…
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be-appy-71 · 3 months ago
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Come una tempesta, certe persone ti sorprendono all’improvviso, ti invadono e capisci che non puoi scappare...♠️🔥
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raccontidialiantis · 3 months ago
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Al riparo dalla vita
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Dio quanto mi sei mancata! Avevo bisogno di sentire il tuo nasino poggiarsi piano sul mio petto. Sai che io sono il tuo nido nel mondo. E questo petto è il posto segreto dove ti senti sicura, accolta, amata. Rispettata e difesa. Sai che ti proteggerò da ogni attacco. Da qualsiasi possibile nemico, da chi vorrebbe farti del male. E ti aiuterò a risolvere i problemi. Tutti. E poi ti difenderò soprattutto da te stessa.
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Dai preconcetti che hai e dalle oasi di pessimismo che ogni tanto invadono la tua mente, prima di squagliarsi come lo zucchero nel tè, se sei con me. Nel frattempo, respiro piano e ti sento finalmente calma e rilassata; le nostre anime fanno il pieno d'amore, d'intimità e io mi riempio le narici del tuo odore, gli occhi del tuo profilo, le orecchie del tuo respiro e il cuore di te. La mia pelle provvede da sé a cercare la tua. L'amore per noi è qui e ora. Basta parlare, adesso: sorridi e danza per me come sai fare solo tu!
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RDA
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primepaginequotidiani · 8 months ago
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PRIMA PAGINA Il Tempo di Oggi mercoledì, 14 agosto 2024
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sauolasa · 2 years ago
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Grilli mormoni invadono il Nevada; guarda le immagini incredibili
Hanno invaso case, giardini e campagne. I grilli mormoni hanno cominciato la loro migrazione e hanno invaso le strade del Nevada. Spettacolari le immagini che arrivano dai luoghi funestati. nessun pericolo per persone e animali
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il-gualty1 · 1 month ago
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E poi, ci sono quei pensieri che invadono sia la mente che il corpo …
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pettirosso1959 · 6 months ago
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A CHE SERVE L’UNIFIL?
La storia è nota. Migliaia di profughi della Guerra dei 6 Giorni vengono accolti dalla Giordania. Ma presto si dimenticano di essere ospiti di uno Stato. Girano per le strade armati e senza documenti, organizzano posti di blocco per raccogliere non meglio specificate tasse per la causa palestinese, perquisiscono i civili giordani, cercano di convincerli ad entrare nell’OLP nonostante siano soggetti alla leva militare giordana, rivendicano la competenza dell’OLP per i reati commessi in territorio giordano. Insomma, vogliono uno Stato nello Stato.
Quando nel 1970 questi profughi armati cercano addirittura di rovesciare re Husayn, la Giordania reagisce pesantemente. È il «Settembre Nero». Scoppia una guerra civile che durerà un anno. L’OLP sdogana la pratica degli scudi umani, che causano decine di migliaia di morti tra i civili, che per i miliziani islamici sono martiri. Rimarranno uccisi circa 6 mila guerriglieri. Gli altri si rifugeranno in Libano, dove li aspettano 100 mila profughi della Nakba, che non vedono l’ora di regolare i conti con Israele.
Le fazioni palestinesi si stanziano nel sud del Libano. E incominciano a fare il tiro a segno sulle città della Galilea. Di tanto in tanto sconfinano in Israele per compiere mattanze, come quella dell’11 marzo 1978, in cui muoiono 37 cittadini israeliani, tra cui 13 bambini.
Israele non resta a guardare. Il 14 marzo 30 mila soldati dell’IDF invadono il Libano ricacciando in una settimana l’OLP al di là del fiume Leonte, perdendo soltanto 20 uomini contro i 1000 dell’OLP, oltre a 3000 civili. In pochi giorni si riunisce il Consiglio di Sicurezza ONU, che emana la Risoluzione n. 425, con cui viene intimato ad Israele di ritirarsi, perché a calmare le acque ci penserà appunto l’UNIFIL, la Forza Multinazionale.
Questo UNIFIL, oltre ad assistere la popolazione civile, ha il compito di aiutare il Libano a ristabilire la propria sovranità, calpestata dai gruppi palestinesi che utilizzano il sud per lanciare attacchi a Israele. E dovrà coadiuvarlo nel disarmo delle milizie palestinesi. Il Consiglio di Sicurezza vuole che Israele se ne torni a casa, ma tra la linea blu e il fiume Leonte non dovrà rimanere neppure un Fedayyn con una scacciacani.
Israele si ritira. Ma sia l’esercito del Libano che l’UNIFIL non combinano nulla, a parte fare la guardia ai cedri millenari. Cacciate dall’IDF, nel giro di un anno le milizie palestinesi si ripresentano nel sud più agguerrite che mai. Nel frattempo Komeini è salito al potere ed è nata la sanguinosa Hezbollah, che riprende lo sport preferito dei guerriglieri islamici: i razzi verso la Galilea. Tanto che Israele è costretto nel 1982 a invadere ancora.
Sarà sempre la stessa storia, con ulteriore replica nel 2006. Da quasi mezzo secolo, nel rispetto delle decisioni del Consiglio di Sicurezza, ogni volta Israele lascia il Libano attendendo invano la bonifica proclamata dall’ONU, ossia il disarmo completo di ogni gruppo armato nel sud. Le successive quattro risoluzioni del Consiglio di Sicurezza continuano a rimanere lettera morta.
Israele ha appena invaso per la quarta volta il Libano nel tentativo di sbaragliare Hezbollah, foraggiato dall’Iran che gli manda armi attraverso la Siria, sotto lo sguardo non troppo severo proprio di quelli dell’UNIFIL, che in tutti questi anni hanno visto sotto il naso spuntare come funghi kilometri di tunnel come quelli di Gaza. Ora Hezbollah, secondo una tecnica ormai collaudata, si è ritirata a ridosso della forza multinazionale, sulla quale Israele, visti i precedenti, ripone ben poca fiducia. Ma volendo chiudere i conti con il Partito di Dio una volta per tutte, Israele sta entrando in un pesante conflitto con la forza multinazionale, che non vuole saperne di andarsene, almeno per ora.
Ma se l’UNIFIL è stato inviato nel sud del Libano dal Consiglio di Sicurezza ONU per disarmare qualsiasi milizia ostile a Israele, visti i fallimenti dell’ultimo mezzo secolo, per quale motivo Israele non dovrebbe esigere che l’UNIFIL svolga il compito per cui è stato creato? «Se non ci pensate voi, ci pensiamo noi» avrebbe detto Herzl Halevi, capo di stato maggiore dell’esercito israeliano.
Antonello Tomanelli.
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be-appy-71 · 3 months ago
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Questo è l'effetto che adoro farti...i brividi che ti invadono la pelle, la carne già umida e bollente che ti fa sfilare le mutandine per accogliermi dentro di te, dolcemente, passionalmente e prepotentemente, fino a farti gridare il tuo piacere.. ♠️🔥
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perpassareiltempo · 4 months ago
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Nei giorni di solitudine cercami tra le cose che si possono dare per amore. Nel volo primaverile degli uccelli, nelle nubi e nel tramonto mentre si fonde con il sole. Nei falò estivi, tremolanti, quando li inghiotte il buio del cielo. Nella furia dei venti, intrecciati tra loro e nei rami degli alberi, mani che abbracciano. In tutto mi trovi. Quando t'immergi nell'acqua, cercami nell'onda e m'insinuerò tra le tue gambe. La conchiglia attaccata allo scoglio e non lo lascia più sono io. Cercami nel fruscio delle erbe che il vento piega e gli si abbandonano estatiche, mi trovi nelle radici che invadono il cuore della terra. In tutte le cose che si possono dare per amore e per amore prendono, cercami. Dovunque sono io, è il mio amore.
Mila Kačič
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schizografia · 17 days ago
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Non è impossibile che il candido e, fin qui, cortese lettore, si domandi se non sia per essere, la lettura del presente Libro parallelo, una sterminata (ex-terminata) dilapidazione di tempo, un vagabondar labirintico ed ozioso; né oserei dargli torto. Ma vorrei almeno questo porre in chiaro: che non vuol essere una divagazione, un leggere a ufo, uno scrivere perditempo. Sotto questo scartafaccio - che non sarà poi tutto talmente menato per l'aia come per questo primo capitolo - sta una fantasia sul modo di leggere i libri, cui non mi negherò affettuoso. Non so che sia un libro: ma penso che saggiamente agissero quei cuneiformi che, per via della chiodosa grafia, ne improntavano spessi e argillosi poi ben cotti mattoni; ogni pagina, trecento delle nostre. È inganno tipografico, che una pagina abbia lo spessore esiguo su cui, su entrambi i lati, si stampa. Direi che la pagina comincia da quella esigua superficie in bianco e nero, ma si dilunga e si dilata e sprofon-da, ed anche emerge e fa bitorzoli, e cola fuori dai margini. Insomma, se qualcosa divaga, è appunto codesta pagina. Il lettore, e soprattutto il rilettore, attento, non ignora che una pagina, una riga, una parola è un gran suono dentro di lui, un rintocco cui offre i suoi nervi, gli anfratti anonimi, le latebre latitanti e tenebrose. Una parola violentemente scardina i silenzi acquamarini del profondo, e ne desta squame di pesci, squali, scheletri di navi, co-ralli, fosforescenze. Due, tre parole imparentate formano un viluppo di disegni e fragori, che nulla varrà a sciogliere. Le parentele delle parole passano per quei nervi del lettore: eppure han da essere verificabili, rintracciabili nel testo. Da una sillaba all'altra procede, affranto pellegrino, il lettore; unico che tenga assieme la dispersa famiglia delle parole, che lo frastornano, lo invadono, lo occupano, e tra-sformano. Ma che è mai codesto «stare insieme» delle parole? Come accade che lo spazio bianco che separa due parole sia superato, e che anzi le parole si chiamino di riga in riga, di pagina in pagina?
Infiniti disegni disegna la pagina scritta dentro il contenitore di parole, il lettore. Non disegni sola-mente, giacché il libro è una mappa, la pianta di un casale, un palazzo, un castello, una regione, una patria. Codesta pianta non ha segni inutili, o neutri, e le lacune, gli iati sono non meno essenziali dei luoghi ove si edifica.
Questo mattone interiore del libro, della pagina, include innumere pagine, libri infiniti. Posso sfogliare una pagina, e posso sfogliare una parola, anche andare a capo infinite volte di un a capo, leggere un bianco, tacere un suono, di ogni lettera fare un'iniziale. Nulla di ciò sarà mai arbitrario, tutto sarà rigoroso, ubbidiente, devoto. Il libro si dilata, è tendenzialmente infinito. Eppure non è mai fittizio.
Un grande libro genererà infiniti libri, e così a loro volta questi ultimi: né vi sarà mai l'ultimo. Questa sorta di commentatore non parlerà delle parole che si leggono, ma di tutte quelle che vi si nascondono; giacché ogni parola è stata scritta in un certo punto per nascondere altre, innumerevoli parole. Cercherà le parole clandestine - a rigore, tutte le parole d'un libro sono clandestine - non già per farne pubblica merce, ma perché queste sono parole che fanno contrabbando di altre parole, sono travestite, e il loro travestimento, in quanto tale, ha tutti gli innumerevoli significati che solo in un travestimento si possono rintracciare. Un prete travestito da mummia non è né prete né mummia, ma forse sta raccontando qualcosa su entrambi gli affascinanti ar-gomenti. Continuamente, in un libro si nominano oggetti, si accenna, si definisce, si allude, si descrive.
Dal momento che il libro è tipograficamente fermo, le dimensioni di codesti oggetti diventano insondabili: nessuno di essi è maggiore di un altro. Talora la loro apparizione è fulminea agli occhi del lettore - sempre meno agli occhi del rilettore - ma ci si può fermare ore davanti ad uno qualsiasi, specie il più anonimo ed elusivo, di questi oggetti, Un oggetto piccolo e trascurabile e mortificato, può precipitare in abissi insondabili, e mettersi a raccontare una storia ad una stordita medusa. Compito del lettore è di sapere quali parole nasconda una parola, e quali uno spazio bianco; e viceversa, Nella immobilità tipografica, lo spazio tra segno e segno è infinito.
Quanto tempo impiegheremo a percorrerlo? Vorrei aver finito, e non procederò molto oltre. Se mi si consente di commentare questo commento, vorre accennare a punti che mi inquietano profondamente: il primo è quell'armadio che stava sempre chiu-so, e che evidentemente maestro Ciliegia scruta - per vedere che? - in occasione di sospetti prodigi; questo armadio può perseguitare una vita: è, ap-punto, quell'oggetto, mortificato e totalmente enig-matico, nel quale si sospetta un ingegnoso travesti-mento. Perché mai quell'armadio è finito nella casa di maestro Ciliegia? Altro punto: il falegname sospetta che il legno abbia «imparato» a piangere «co me un bambino». La casualità di queste parole non dovrebbe impedire di scorgerne la sconvolgente estensione. Il «maestro» mai come in questo momento di follia è stato prossimo al vero, ma un vero falsificato e frodato da lui stesso. «Imparare a pian-gere» non dice nulla sull'enigmatico e rovinoso «maestro»? E quel «come»? Conosco troppe persone prigioniere di un come. Quel «come» è un drappo nero su un tamburo funebre. Infine, un poco, solo un poco sul capzioso. Quando il «maestro» si mette in ascolto per cogliere quella vocina: «Aspettò due minuti, e nulla; cinque minuti, e nulla; dieci minuti, e nulla». Molto laconico, vero? Soltanto laconico? E se fosse un travestimento? In tal caso per tre volte il «maestro» avrebbe ascoltato il nulla: senza decifrarlo, naturalmente. E se ne rallegra e rassicura, giacché egli è di quegli uomini che vengono rassicurati dal nulla.
Giorgio Manganelli, Pinocchio: un libro parallelo
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anchesetuttinoino · 2 months ago
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Eccolo.... Piano pandemico, Bassetti: "invasioni di campo gravissime. La politica non deve mettere il naso in materie non sue" (si dà il caso che i rappresentanti del popolo siano i parlamentari eletti, non #lascienza. Pertanto, quelli che invadono il campo sono altri, senza fare nomi)
via imolaoggi
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orotrasparente · 10 months ago
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Vogliamo parlare delle ragazze sempre più cesse e troie che invadono la home ?
sinceramente trovo estremamente schifoso questo modo di esprimersi, non so se mi segui ma qualora lo facessi ti invito a togliere il segui o, meglio ancora, bloccarmi perché non c’è spazio per misoginia, misandria, razzismo o qualsiasi altro tipo di odio nella mia oasi (il mio blog) pacifica
non risponderò ad altri commenti del genere, un saluto
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canesenzafissadimora · 1 year ago
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Ma dove sono quelle donne che ti riempiono la mente, quelle che la invadono al punto di non avere altro per la testa, quelle che mettono l’erotismo in uno sguardo e la
Passione in una frase.
Dove sono quelle donne che riescono a toccarti un po’ ovunque, ma soprattutto riescono a toccare le tue corde.
Quelle donne che dei muri fanno polvere.
Quelle donne che ti conquistano.
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#Azeruel
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l-incantatrice · 1 year ago
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Ma dove sono quelle donne che ti riempiono la mente, quelle che la invadono al punto di non avere altro per la testa, quelle che mettono l’erotismo in uno sguardo e la
Passione in una frase.
Dove sono quelle donne che riescono a toccarti un po’ ovunque, ma soprattutto riescono a toccare le tue corde.
Quelle donne che dei muri fanno polvere.
Quelle donne che ti conquistano.
Azeruel
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