#innovazione enogastronomica
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Elemento Indigeno a Bistromania Torino 2024: Vini che raccontano storie senza confini
Protagonisti a Bistromania i vini non convenzionali di Elemento Indigeno: un invito a scoprire etichette audaci e fuori dagli schemi.
Protagonisti a Bistromania i vini non convenzionali di Elemento Indigeno: un invito a scoprire etichette audaci e fuori dagli schemi. Torino, ottobre 2024 – La rivoluzione enologica sbarca a Torino con Elemento Indigeno, il progetto di Compagnia dei Caraibi, protagonista il 26 ottobre alle OGR Torino in occasione di Bistromania, la manifestazione che celebra bistrot ed enogastronomia. Questo…
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La storia del vino a Roma è profondamente legata alle osterie, luoghi di convivialità e commercio. Nel corso dei secoli, i Papi hanno mostrato un interesse notevole per il vino, non solo per il piacere personale ma anche per le entrate significative che le tasse sul vino garantivano alla Chiesa.
Le normative papali erano numerose e gli osti dovevano attenersi scrupolosamente ad esse. Queste regole avevano lo scopo di moderare il consumo eccessivo di vino da parte dei romani, che spesso, dopo abbondanti festeggiamenti, si lasciavano andare a risse violente. Inoltre, si cercava di prevenire le frodi degli osti.
Una delle frodi più comuni era la "sfogliettatura", ovvero il servire il vino in boccali non completamente pieni. I recipienti dell'epoca, fatti di terracotta o metallo, non permettevano di vedere il contenuto. Per contrastare questa pratica, Papa Sisto V Peretti concesse all'ebreo Meier Maggino di Gabriello il permesso di produrre contenitori di vetro trasparente. In questo modo, si poteva facilmente controllare la quantità di vino versata. Nel 1588, il pontefice impose l'uso di queste nuove misure in vetro agli osti.
Da questa innovazione nacquero le tipiche misure delle osterie romane, che sono diventate un simbolo della tradizione enogastronomica della città e che possiamo ancora trovare sulle tavole di oggi.
La quantità di vino da rispettare in ogni recipiente, era indicata da una riga incisa nel vetro e questa riga in gergo si chiamava "er capello".
Ecco svelata l'origine del modo di dire "Stai a guardà er capello" e la sua correlazione con il vino.
2 litri – denominato er Barzillai (così detto dal nome dell'On. Barzilai che in campagna elettorale usava offrire il vino in questo formato)
1 litro – denominato tubo o tubbo
1/2 litro – denominato foglietta o fojetta
1/4 di litro – denominato quartino o mezza fojetta
1/5 di litro – denominato chierichetto o chirichetto
1/10 di litro – denominato sospiro o sottovoce
Fonte: https://www.facebook.com/romasegreta.gdg/reviews
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Firenze: premiati i giovani cuochi toscani dello Junior Team per la vittoria ai campionati italiani 2024 nella categoria 'Cucina calda a squadre'
Firenze: premiati i giovani cuochi toscani dello Junior Team per la vittoria ai campionati italiani 2024 nella categoria 'Cucina calda a squadre'. Hanno portato in alto il nome della Toscana, valorizzando i suoi prodotti tipici e la sua tradizione enogastronomica, le ragazze e i ragazzi dello Junior Team che hanno vinto il primo premio nella categoria 'Cucina calda a squadre' ai campionati italiani 2024 promossi dalla Federazione Italiana Cuochi e riconosciuti dal circuito Worldchefs. Per questo il Consiglio regionale della Toscana li ha voluti premiare con una coppa per l'importante traguardo raggiunto. A consegnare il premio nelle mani del team manager della squadra, Tommaso Monaci dell'Associazione Cuochi Arezzo, il presidente dell'Assemblea legislativa Antonio Mazzeo: "Siete motivo di orgoglio, non è scontato arrivare a questi risultati. Risultati raggiunti coniugando tradizione e innovazione. Sapere che ragazze e ragazzi giovanissimi riescono a valorizzare la Toscana, con la sua cucina, la filiera corta e la sua identità, mi dà il senso che è stato fatto un ottimo lavoro". "Per questo - ha proseguito il presidente Mazzeo – voglio ringraziare l'Unione regionale cuochi della Toscana e l'Istituto 'Martini' di Montecatini Terme che ha formato questi ragazzi. La formazione esalta il talento e voi siete arrivati dritti al cuore con i vostri piatti. Non pensate di essere arrivati, credete nelle vostre capacità e studiate ogni giorno per spingervi un po' oltre". Hanno partecipato alla cerimonia i consiglieri regionali Lucia De Robertis e Vincenzo Ceccarelli, il presidente dell'Unione regionale cuochi della Toscana Roberto Lodovichi e il professor Antonio Antonino dell'Istituto professionale di Stato per l'Enogastronomia e l'Ospitalità Alberghiera 'Martini' di Montecatini Terme che tra gli allievi ha selezionato la squadra. "Siamo abituati a premiare i cuochi - le parole della presidente della commissione Territorio e ambiente Lucia De Robertis - e ringrazio il presidente Lodovichi per l'idea vincente di puntare sui giovani. La Regione sta investendo moltissimo per promuovere i propri prodotti e la bravura dei cuochi è quella di esaltare queste materie prime straordinarie". "Questa volta a vincere sono stati i giovani – le parole del consigliere regionale Vincenzo Ceccarelli – e vista la bravura dei loro maestri era inevitabile. Un'esperienza partita da Arezzo con Roberto Lodovichi che è una delle anime dell'Unione regionale dei cuochi". Poi rivolgendosi ai ragazzi ha aggiunto: "Non avete solo il compito di deliziare i palati, ma di comunicare un territorio con le sue tradizioni e le sue materie prime, e che lo abbiate fatto ai campionati italiani ci riempie di orgoglio". Molto emozionato, a ritirare il premio con la squadra è stato il team manager Tommaso Monaci: "Abbiamo vinto con un menù composto da quattro portate. Siamo partiti con un antipasto che aveva come protagonista il gambero, il primo piatto erano dei tortelli ripieni di ricotta e cavolo nero, accompagnati da una battuta di gallinella, il secondo un filetto di maiale brado toscano con fungo cardoncello e fagioli all'uccelletto, mentre nel dolce è stata protagonista la fragola". Visibilmente soddisfatto il presidente dell'Unione regionale cuochi della Toscana Roberto Lodovichi: "con l'Istituto Alberghiero di Montecatini abbiamo deciso di preparare una giovane squadra insieme al team dei campioni dello scorso anno. L'obiettivo, centrato, è stato quello di valorizzare la tradizione toscana con i suoi prodotti e le sue eccellenze. La ricetta vincente è stata quella di mettere insieme scuola, operatori del settore, cuochi e ristoratori favorendo la crescita dei ragazzi". A selezionare la squadra Antonio Antonino dell'Istituto professionale di Stato per l'Enogastronomia e l'Ospitalità Alberghiera 'Martini' di Montecatini Terme: "Come Istituto statale abbiamo dato a tutti la possibilità di partecipare. Su circa 190 candidati, che sono gli allievi dell'ultimo anno, hanno aderito in 29. Dalla selezione finale è uscita la squadra di 11 componenti che ha partecipato ai campionati italiani insieme ai due coordinatori, chef già usciti delle scuole". Il percorso del Junior Team Toscana è stato sviluppato insieme al professor Riccardo Monti, dirigente scolastico dell'Istituto professionale di Stato per l'Enogastronomia e l'Ospitalità Alberghiera 'Martini' di Montecatini Terme, con il coinvolgimento del professor Antonio Antonino e del corpo docente dello stesso istituto. Gli studenti dell'Istituto 'Martini' entrati nello Junior Team Toscana sono stati Maria Marceddu, Bruno Giosuè, Andrea Balleri, Francesco Cama, Gabriele Giannotta, Micheal Magrini, Bianca Vanni, Sara Fattori, Matilde Caprilli, Chiara Masi e Matilde Drovandi che hanno meritato la vittoria per la qualità e la completezza di un menù capace di rappresentare le specificità della cucina toscana, proiettandola verso il futuro con ingredienti, metodologie e abbinamenti innovativi. Gestione e coordinamento della squadra sono stati affidati ai due giovani chef Tommaso Monaci dell'Associazione Cuochi Arezzo nel ruolo di team manager e Bogdan Simiganovschi dell'Associazione Cuochi Pisani nel ruolo di capitano, mentre il lungo percorso di preparazione e allenamento ha fatto affidamento anche sulla passione e professionalità di Daniele Zingoni, Alessio Morganti, Daniele Astarella, Leonardo De Candia, Emanuele Callari, Stefano Fantozzi, Francesco Pannullo, Manuel Boccuzzi, Monica Grazia Briolotta e Veronica Vanni. Il cammino dell'Unione Regionale Cuochi Toscani è stato supportato anche dalla Regione Toscana che, attraverso Toscana Promozione Turistica e Vetrina Toscana, è stata presente con uno stand dedicato al turismo e all'enogastronomia, oltre che dai maggiori Consorzi di Tutela: Pecorino Toscano DOP, Pane Toscano DOP, Prosciutto Toscano DOP, Finocchiona IGP, Olio Toscano IGP e Vitellone Bianco dell'Appennino Centrale IGP. https://www.youtube.com/watch?v=dIQen7_JxsA... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Ristorante Specialità Venete: L'Eccellenza della Cucina Veneta da Treviso Tiramisù
Treviso, Italia – In una splendida serata di gala, Treviso Tiramisù ha ufficialmente svelato il suo nuovo menù, celebrando l'eccellenza della cucina veneta con una selezione di piatti tradizionali rivisitati con maestria. Questo prestigioso ristorante, già noto per la sua autenticità e qualità, rafforza ulteriormente la sua posizione come punto di riferimento per gli amanti delle specialità venete.
Nel cuore di Treviso, una città rinomata per la sua ricca storia e cultura enogastronomica, Treviso Tiramisù rappresenta un viaggio culinario attraverso i sapori unici della regione del Veneto. Il nuovo menù è il risultato di una ricerca meticolosa e di una passione per la gastronomia, che mira a offrire un'esperienza indimenticabile ai propri ospiti.
"Il nostro obiettivo è sempre stato quello di onorare le tradizioni culinarie venete, presentandole in chiave contemporanea senza mai perdere di vista l'autenticità e la qualità degli ingredienti," ha dichiarato chef e proprietario di Treviso Tiramisù. "Siamo entusiasti di invitare sia i nostri affezionati clienti che i nuovi visitatori a scoprire le meraviglie della nostra cucina."
Tra le novità del menù, spiccano piatti che esaltano i prodotti tipici del territorio, come il radicchio rosso di Treviso IGP, l'asparago bianco di Cimadolmo IGP e, naturalmente, variazioni creative del celebre tiramisù, dessert simbolo della città.
L'impegno di Treviso Tiramisù nel promuovere la cultura veneta si estende oltre la cucina, con eventi regolari che includono degustazioni di vini locali, serate a tema e collaborazioni con produttori artigianali della regione.
Per maggiori informazioni sull'esperienza Ristorante specialità venete o per prenotare, visita: https://trevisotiramisu.it/barberia/ o contattaci al numero +39 377 3468472.
Chi siamo Treviso Tiramisù
Situato nel cuore storico di Treviso, Treviso Tiramisù è un ristorante che celebra la ricca eredità culinaria del Veneto, offrendo un menù che fonde tradizione e innovazione. Con una passione per l'eccellenza e un occhio attento alla sostenibilità, il ristorante si impegna a utilizzare solo i migliori ingredienti locali, promuovendo la biodiversità e il sostegno agli agricoltori e produttori regionali.
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Pasqua, a tavola vince la tradizione ma il dolce è innovativo - Pasqua, dolce #Colombapasquale #Dolce #enogastronomica #fruttaesotica #glassadimandorle #granelladizucchero #innovazione #mandorlepelate #Pasqua #tavola #tradizione #uovodiPasqua #zenzerocandito Pasqua, a tavola vince la tradizione ma il dolce è innovativo ROMA - E' ancora una volta la tradizione enogastronomica a vincere a Pasqua anche se avanzano, sotto il profilo dolciario, accostamenti inusuali a base di frutta o spezie. Quest'anno accanto al menu di agnello e capretto, torta pasqualina e casatiello, lasagne, brodo di gallina, pastiera napoletana e colomba tradizionale (glassa di mandorle, granella di zucchero e mandorle pelate) si fanno sempre più strada le colombe preparate con lievito madre che rende il dolce più morbido e digeribile e quelle aromatizzate alla frutta esotica candita, allo zenzero candito o farcite… Link: https://www.foodinfo.it/news/pasqua-a-tavola-vince-la-tradizione-ma-il-dolce-e-innovativo/ https://www.instagram.com/p/BwNhXCOH9eX/?utm_source=ig_tumblr_share&igshid=6vj6z1htztg6
#colombapasquale#dolce#enogastronomica#fruttaesotica#glassadimandorle#granelladizucchero#innovazione#mandorlepelate#pasqua#tavola#tradizione#uovodipasqua#zenzerocandito
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Sizzano (NO), prende vita la cantina La Piemontina: oltre 20 ettari di vigneti e 7 etichette prodotte
SIZZANO (NO), 10 novembre 2022 - Sulle Colline Novaresi la viticoltura ha origini molto antiche che risalgono fino all'epoca pre-romana; è proprio tra i comuni di Sizzano e Ghemme, in questo scrigno di terreni e vigne, che nasce La Piemontina, azienda agricola e cantina vitivinicola nata dal profondo legame che i proprietari hanno stretto con la loro terra.
Con oltre 60 ettari di terreni, 20 ettari di vigneti e 7 etichette in produzione - Ghemme DOCG, Colline Novaresi DOC Vespolina, Colline Novaresi DOC Nebbiolo, Colline Novaresi DOC Rosso, Colline Novaresi DOC Bianco, Grappa Bianca, Grappa Gialla e lo Spumante Brut - La Piemontina opera nel totale rispetto della natura e della stagionalità, grazie alla cura quotidiana dei vigneti e il controllo della filiera produttiva. Nella cantina verrà, inoltre, installato un impianto fotovoltaico per ridurre i costi di gestione e portare avanti un percorso di rispetto e tutela dell'ambiente.
I terreni dei vigneti sono morenici, originati dagli antichi ghiacciai (Morenico - Alluvionale), la superficie è costituita da argille, caolini e tufi. L'argilla, con la tessitura più fine, assorbe l'acqua e la cede gradualmente alle radici. Il caolino - l'argilla bianca che copre le viti con la sua polvere - è in grado di riflettere la luce solare e proteggere chiome e grappoli dagli eccessi termici, nonché prevenire ingiallimenti e scottature. Il tufo è una ricca fonte di minerali: grazie all'unicità dei vitigni, ogni vino è una vera e propria espressione del territorio di provenienza. L'area era tutta coperta da boschi e i terreni, di proprietà di oltre 500 privati, erano abbandonati dalla Seconda Guerra Mondiale, ma per fortuna i diritti di reimpianto non sono andati persi. La Direzione de La Piemontina ha comprato da ognuno un pezzo di terra e attuato un'operazione di bonifica, concimando e coltivando il terreno e riportandolo ad uno stato ottimale.
"Per le nuove generazioni di viticoltori la sfida più complessa è unire l'esperienza e le conoscenze delle generazioni passate con le tecnologie moderne ed avanzate; ed è proprio questo uno dei nostri principali obiettivi: offrire un nuovo approccio al mondo vitivinicolo, attraverso un connubio di tradizione e innovazione, rendendo la Piemontina un crocevia di degustazioni, iniziative culturali e di conoscenza del territorio", dichiara la fondatrice de La Piemontina.
"Uno dei nostri obiettivi è quello di portare i vini della cantina anche nella GDO, oltre che nelle enoteche e nei ristoranti, e di sbarcare nel medio-lungo termine nei mercati internazionali per esportare l'eccellenza del territorio piemontese oltre confine", conclude la fondatrice.
Ad oggi, i due vini di base sono il Colline Novaresi DOC Rosso ed il Colline Novaresi DOC Bianco, mentre i vini più importanti sono il Ghemme DOCG e il Colline Novaresi DOC Vespolina. É disponibile anche il Metodo Classico di Erbaluce; nel 2023 uscirà il Metodo Classico Rosato insieme al Colline Novaresi DOC Nebbiolo cobianco e, nel 2024, anche il Ghemme DOCG Riserva ed il passito di Erbaluce.
Le sorprese non finiscono qua: da dicembre 2022, sarà inoltre possibile prenotare e regalare un'esperienza enogastronomica di wine tasting. Il pacchetto include una piacevole passeggiata nei vigneti per raccontare la storia vitivinicola dell'azienda, per poi continuare in cantina, immergendosi nei procedimenti di realizzazione: dalla lavorazione dei terreni, alla vendemmia, fermentazioni e affinamenti fino all'imbottigliamento. Vi sposterete poi nella panoramica sala degustazioni a vetri per degustare vini e grappe, tutto accompagnato da prodotti tipici locali.
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Sizzano (NO), prende vita la cantina La Piemontina: oltre 20 ettari di vigneti e 7 etichette prodotte
SIZZANO (NO), 10 novembre 2022 - Sulle Colline Novaresi la viticoltura ha origini molto antiche che risalgono fino all'epoca pre-romana; è proprio tra i comuni di Sizzano e Ghemme, in questo scrigno di terreni e vigne, che nasce La Piemontina, azienda agricola e cantina vitivinicola nata dal profondo legame che i proprietari hanno stretto con la loro terra.
Con oltre 60 ettari di terreni, 20 ettari di vigneti e 7 etichette in produzione - Ghemme DOCG, Colline Novaresi DOC Vespolina, Colline Novaresi DOC Nebbiolo, Colline Novaresi DOC Rosso, Colline Novaresi DOC Bianco, Grappa Bianca, Grappa Gialla e lo Spumante Brut - La Piemontina opera nel totale rispetto della natura e della stagionalità, grazie alla cura quotidiana dei vigneti e il controllo della filiera produttiva. Nella cantina verrà, inoltre, installato un impianto fotovoltaico per ridurre i costi di gestione e portare avanti un percorso di rispetto e tutela dell'ambiente.
I terreni dei vigneti sono morenici, originati dagli antichi ghiacciai (Morenico - Alluvionale), la superficie è costituita da argille, caolini e tufi. L'argilla, con la tessitura più fine, assorbe l'acqua e la cede gradualmente alle radici. Il caolino - l'argilla bianca che copre le viti con la sua polvere - è in grado di riflettere la luce solare e proteggere chiome e grappoli dagli eccessi termici, nonché prevenire ingiallimenti e scottature. Il tufo è una ricca fonte di minerali: grazie all'unicità dei vitigni, ogni vino è una vera e propria espressione del territorio di provenienza. L'area era tutta coperta da boschi e i terreni, di proprietà di oltre 500 privati, erano abbandonati dalla Seconda Guerra Mondiale, ma per fortuna i diritti di reimpianto non sono andati persi. La Direzione de La Piemontina ha comprato da ognuno un pezzo di terra e attuato un'operazione di bonifica, concimando e coltivando il terreno e riportandolo ad uno stato ottimale.
"Per le nuove generazioni di viticoltori la sfida più complessa è unire l'esperienza e le conoscenze delle generazioni passate con le tecnologie moderne ed avanzate; ed è proprio questo uno dei nostri principali obiettivi: offrire un nuovo approccio al mondo vitivinicolo, attraverso un connubio di tradizione e innovazione, rendendo la Piemontina un crocevia di degustazioni, iniziative culturali e di conoscenza del territorio", dichiara la fondatrice de La Piemontina.
"Uno dei nostri obiettivi è quello di portare i vini della cantina anche nella GDO, oltre che nelle enoteche e nei ristoranti, e di sbarcare nel medio-lungo termine nei mercati internazionali per esportare l'eccellenza del territorio piemontese oltre confine", conclude la fondatrice.
Ad oggi, i due vini di base sono il Colline Novaresi DOC Rosso ed il Colline Novaresi DOC Bianco, mentre i vini più importanti sono il Ghemme DOCG e il Colline Novaresi DOC Vespolina. É disponibile anche il Metodo Classico di Erbaluce; nel 2023 uscirà il Metodo Classico Rosato insieme al Colline Novaresi DOC Nebbiolo cobianco e, nel 2024, anche il Ghemme DOCG Riserva ed il passito di Erbaluce.
Le sorprese non finiscono qua: da dicembre 2022, sarà inoltre possibile prenotare e regalare un'esperienza enogastronomica di wine tasting. Il pacchetto include una piacevole passeggiata nei vigneti per raccontare la storia vitivinicola dell'azienda, per poi continuare in cantina, immergendosi nei procedimenti di realizzazione: dalla lavorazione dei terreni, alla vendemmia, fermentazioni e affinamenti fino all'imbottigliamento. Vi sposterete poi nella panoramica sala degustazioni a vetri per degustare vini e grappe, tutto accompagnato da prodotti tipici locali.
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Sizzano (NO), prende vita la cantina La Piemontina: oltre 20 ettari di vigneti e 7 etichette prodotte
SIZZANO (NO), 10 novembre 2022 - Sulle Colline Novaresi la viticoltura ha origini molto antiche che risalgono fino all'epoca pre-romana; è proprio tra i comuni di Sizzano e Ghemme, in questo scrigno di terreni e vigne, che nasce La Piemontina, azienda agricola e cantina vitivinicola nata dal profondo legame che i proprietari hanno stretto con la loro terra.
Con oltre 60 ettari di terreni, 20 ettari di vigneti e 7 etichette in produzione - Ghemme DOCG, Colline Novaresi DOC Vespolina, Colline Novaresi DOC Nebbiolo, Colline Novaresi DOC Rosso, Colline Novaresi DOC Bianco, Grappa Bianca, Grappa Gialla e lo Spumante Brut - La Piemontina opera nel totale rispetto della natura e della stagionalità, grazie alla cura quotidiana dei vigneti e il controllo della filiera produttiva. Nella cantina verrà, inoltre, installato un impianto fotovoltaico per ridurre i costi di gestione e portare avanti un percorso di rispetto e tutela dell'ambiente.
I terreni dei vigneti sono morenici, originati dagli antichi ghiacciai (Morenico - Alluvionale), la superficie è costituita da argille, caolini e tufi. L'argilla, con la tessitura più fine, assorbe l'acqua e la cede gradualmente alle radici. Il caolino - l'argilla bianca che copre le viti con la sua polvere - è in grado di riflettere la luce solare e proteggere chiome e grappoli dagli eccessi termici, nonché prevenire ingiallimenti e scottature. Il tufo è una ricca fonte di minerali: grazie all'unicità dei vitigni, ogni vino è una vera e propria espressione del territorio di provenienza. L'area era tutta coperta da boschi e i terreni, di proprietà di oltre 500 privati, erano abbandonati dalla Seconda Guerra Mondiale, ma per fortuna i diritti di reimpianto non sono andati persi. La Direzione de La Piemontina ha comprato da ognuno un pezzo di terra e attuato un'operazione di bonifica, concimando e coltivando il terreno e riportandolo ad uno stato ottimale.
"Per le nuove generazioni di viticoltori la sfida più complessa è unire l'esperienza e le conoscenze delle generazioni passate con le tecnologie moderne ed avanzate; ed è proprio questo uno dei nostri principali obiettivi: offrire un nuovo approccio al mondo vitivinicolo, attraverso un connubio di tradizione e innovazione, rendendo la Piemontina un crocevia di degustazioni, iniziative culturali e di conoscenza del territorio", dichiara la fondatrice de La Piemontina.
"Uno dei nostri obiettivi è quello di portare i vini della cantina anche nella GDO, oltre che nelle enoteche e nei ristoranti, e di sbarcare nel medio-lungo termine nei mercati internazionali per esportare l'eccellenza del territorio piemontese oltre confine", conclude la fondatrice.
Ad oggi, i due vini di base sono il Colline Novaresi DOC Rosso ed il Colline Novaresi DOC Bianco, mentre i vini più importanti sono il Ghemme DOCG e il Colline Novaresi DOC Vespolina. É disponibile anche il Metodo Classico di Erbaluce; nel 2023 uscirà il Metodo Classico Rosato insieme al Colline Novaresi DOC Nebbiolo cobianco e, nel 2024, anche il Ghemme DOCG Riserva ed il passito di Erbaluce.
Le sorprese non finiscono qua: da dicembre 2022, sarà inoltre possibile prenotare e regalare un'esperienza enogastronomica di wine tasting. Il pacchetto include una piacevole passeggiata nei vigneti per raccontare la storia vitivinicola dell'azienda, per poi continuare in cantina, immergendosi nei procedimenti di realizzazione: dalla lavorazione dei terreni, alla vendemmia, fermentazioni e affinamenti fino all'imbottigliamento. Vi sposterete poi nella panoramica sala degustazioni a vetri per degustare vini e grappe, tutto accompagnato da prodotti tipici locali.
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Convivialità, sostenibilità e innovazione: al via la settimana della cucina italiana nel Regno Unito
Di Simone Platania @ItalyinLDN @ICCIUK @ItalyinUk @inigoinLND Al via gli eventi della settimana della cucina italiana nel mondo: ecco gli appuntamenti clou a Londra e a Edinburgo. Al via la settimana della cucina italiana nel mondo giunta alla sua VII edizione L’Italia, checché se ne dica, è ancora un esempio di eccellenza e qualità nel mondo. Dall’arte alla lingua, dalla cultura all’ambiente, arrivando fino alla gastronomia, tratto distintivo del Made in Italy, il Belpaese fa ancora scuola in numerosi ambiti globalmente. Per questo, dopo la Settimana della lingua italiana nel mondo, arriva la Settimana della cucina italiana nel mondo. Dal 14 novembre infatti, in tutto il mondo ambasciate, istituti culturali, delegazioni e legazioni sul posto, istituzioni locali e non, celebrano il cibo Made in Italy. Attraverso la rete dei servizi diplomatici e consolari nel mondo infatti la Settimana della Cucina Italiana nel Mondo si è affermata come evento annuale per promuovere il meglio della filiera enogastronomica e la tradizione enogastronomica italiana all'estero. Il tema di quest'anno è "Convivialità, sostenibilità e innovazione: gli ingredienti della cucina italiana per la salute delle persone e la salvaguardia del pianeta". A Londra sono previsti due eventi: una tavola rotonda organizzata dall'Accademia Italiana della Cucina (delegazione di Londra) presso l’Istituto Italiano di Cultura il 17 novembre e una cena di gala di chiusura evento il 20 novembre. L’evento presso l’Iic è già sold out. Tuttavia, è ancora possibile prenotarsi alla waiting list qui. Convivialità, sostenibilità e innovazione, il 17 novembre a Londra l'evento Sustainable food chain Al via gli eventi della Settimana della cucina nel mondo; Londra non si fa attendere e mette in lista una serata il 17 novembre presso l'Iic di Londra, a Belgrave Square. Il tema dell’incontro è Sustainable food chains: Thoughts on the future of our food and planet. Ovvero le catene alimentari sostenibili e possibili riflessioni sul futuro del nostro cibo e del nostro pianeta. L’evento prevede una tavola rotonda organizzata dall'Accademia Italiana della Cucina, con il patrocinio dell'Ambasciata italiana a Londra. Gli ospiti della serata verranno introdotti da Katia Pizzi (Direttore Iic Londra) ma non solo. Presenti all'apertura anche Maurizio Fazzari e Roberto Buizza. Dalle 17.30 sono attesi numerosi ospiti e relatori. Ecco gli interventi: - Giovanni Sacchi, Direttore dell'Ufficio di Londra dell'Italian Trade Agency. ... Continua a leggere su www. Read the full article
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“BORGHI E CIBO”, A CAPACCIO PAESTUM (SA) IL PRIMO CONGRESSO SUGLI ALIMENTI DELLA TRADIZIONE ITALICA
Gli alimenti della tradizione italica tra cultura e turismo. Nasce in questo contesto il primo congresso tematico “Borghi e Cibo”, in programma dal 21 al 23 Ottobre a Capaccio Paestum (Sa), presso il Mec Paestum Hotel.
Il congresso, organizzato dall’associazione ParvaRes in collaborazione con il Comune di Capaccio Paestum e con il patrocinio della Regione Campania, vedrà più di trenta esperti, provenienti da tutta Italia, confrontarsi per lo sviluppo dei territori attraverso il volano della cultura e delle tradizioni, rappresentato dagli alimenti della tradizione italiana nell’ambito Mediterraneo.
Tre giornate di lavori congressuali ad accesso libero (previa iscrizione e nel rispetto delle attuali normative vigenti in materia Covid) che si apriranno giovedì 21 ottobre (ore 15) con i saluti istituzionali e la cerimonia inaugurale alla presenza di: Mafalda Inglese, presidente ParvaRes e promotrice del congresso; Franco Alfieri, sindaco di Capaccio Paestum; Gianfranco Masiello, assessore alle Attività Produttive del Comune di Capaccio Paestum; Michele Cammarano, presidente III Commissione Speciale Aree Interne della Regione Campania; Felice Casucci, assessore al Turismo della Regione Campania; Nicola Caputo, assessore all’Agricoltura della Regione Campania; Nunzio Angiola, vicepresidente Vigilanza CDP e delegato nazionale Aree Interne e Piccoli Comuni; Piero De Luca, vice capogruppo Pd alla Camera dei Deputati. I lavori saranno moderati dal giornalista Maurizio Varriano.
Il primo congresso dedicato agli alimenti della tradizione italiana vedrà la partecipazione di Comuni, Borghi, Associazioni e stakeholder del territorio. Tra i vari esperti ci saranno Francesco Tapinassi, direttore Agenzia Regionale Toscana Promozione; Sara Roversi, presidente Future Food Institute; Vincenzo D’Anna, presidenta nazionale Ordine dei Biologi.
L’ultima giornata, sabato 23 ottobre (ore 10) sarà dedicata alle aziende con un forum sulle imprese della tradizione alimentare. Coordineranno i lavori Mafalda Inglese, presidente di ParvaRes, e Maria Teresa Scarpa, esperta di Comunicazione e Marketing territoriale. Al forum prenderanno parte diverse aziende che lavorano alimenti della tradizione, presentando i loro prodotti e i relativi progetti in grado di coniugare economia e turismo.
“Da tempo progettiamo un'occasione di incontro e riflessione condivisa sul tema dello sviluppo dei territori attraverso l'attenzione, lo studio e la "messa a valore" della cultura, delle tradizioni e del cibo che ne è espressione e sintesi – afferma l’ideatrice Mafalda Inglese - Borghi e Cibo è un congresso che diverrà un appuntamento annuale per aziende, istituzioni, addetti ai lavori interessati alla cultura degli alimenti della tradizione come volano di sviluppo dei territori, soprattutto dei piccoli centri italiani meno conosciuti. Il made in Italy riparte dall’Italia, da un’Italia segreta, più autentica e che continua ad esprimere una propria genialità fra antica saggezza e innovazione”
“La tre giorni che, in collaborazione con l’associazione ParvaRes e con il patrocino della Regione Campania, il Comune di Capaccio Paestum ha voluto sul suo territorio nasce dalla consapevolezza di quanto la nostra terra possa dare in termini di offerta enogastronomica e di come ogni luogo possa essere conosciuto più a fondo anche attraverso percorsi culinarie. C’è dunque la volontà di valorizzare le nostre eccellenze a fini turistici – dichiara l’assessore alle Attività Produttive del Comune di Capaccio Paestum, Gianfranco Masiello - La nostra Amministrazione si sta già muovendo da tempo in questa direzione convinta che il turismo enogastronomico possa rappresentare un motivo in più per scegliere la nostra città”.
Il Congresso è a libero accesso previa registrazione entro il 15/10 (posti sono limitati)
per info [email protected], [email protected]
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Sapore Italiano, il nuovo programma tv che va alla scoperta della cucina italiana nel mondo
Emanuele Pollini e Maddalena Fossati
Cosa c’è di meglio della cucina italiana per sentirsi a casa anche quando siamo lontani? I migliori ristoranti italiani del mondo à la carte arrivano nel nuovo programma “SAPORE ITALIANO”, in onda in prima tv assoluta dal 22 ottobre alle 22:00 su FOOD NETWORK, canale 33.
Sapore Italiano è la prima trasmissione televisiva enogastronomica sviluppata da Condé Nast Italia in collaborazione con Discovery Italia e celebra l’eccellenza, in patria e all’ estero, del cibo italiano, sinonimo di qualità, semplicità e autenticità, valori che da sempre sono nel DNA di La Cucina Italiana, il mensile di cucina più autorevole nel nostro Paese che quest’anno compie 90 anni. Maddalena Fossati, direttrice de La Cucina Italiana e La Cucina Italiana International, e lo chef Emanuele Pollini hanno viaggiato per tutto il mondo per scoprire i migliori ristoranti italiani all’estero.
In ogni puntata di “SAPORE ITALIANO” i due esperti, hanno verificato la qualità di tre dei migliori ristoranti italiani nelle città di New York, Londra, Parigi e Los Angeles. Autenticità, stile, tradizione e innovazione sono i quattro parametri utilizzati da Maddalena ed Emanuele per giudicare i ristoranti visitati nella docu-serie. In base ai punteggi ottenuti, le tre location protagoniste di ciascun episodio potranno ottenere da 1 a 4 distintivi di eccellenza all’interno della loro guida.
«È stato fantastico scoprire quanta buona cucina italiana c’è in giro per il mondo e quanto ormai è parte della quotidianità di molti Paesi in Europa e negli Stati Uniti» commenta Maddalena Fossati. “SAPORE ITALIANO” ci condurrà in un viaggio per i quartieri e i sapori di quattro metropoli, attraverso i racconti, gli aneddoti e le curiosità di Maddalena ed Emanuele, che aggiungeranno alla loro guida anche altre imperdibili tappe dal punto di vista enogastronomico e culturale. SAPORE ITALIANO” (6 episodi x 60’) è un programma prodotto da Jumpcatmedia per Condé Nast Italia in esclusiva italiana per Discovery Italia.
Il programma sarà disponibile anche su Dplay (sul sito dplay.com – o su App Store o Google Play).
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Cagliari: Tutto pronto per la 27^ edizione di Cagliari Monumenti Aperti
Cagliari: Tutto pronto per la 27^ edizione di Cagliari Monumenti Aperti. Tutto pronto per la 27^ edizione di Cagliari Monumenti Aperti del 27 e 28 maggio. Otto itinerari attraverso la storia, la cultura, le tradizioni e i panorami, con la novità di 5 sezioni tematiche attraverso le quali 53 luoghi che raccontano Cagliari. Tutto in un contesto pregno di eventi, 28 concerti ospitati in palazzi istituzionali, chiese, musei, parchi naturali e case private, progetti dedicati alle famiglie e urban game, con tanta attenzione all’accessibilità per quanti si trovano in condizioni di svantaggio e disabilità. È dedicata a Gianni Filippini, assessore alla Cultura negli anni della nascita della manifestazione, la 27^ edizione di Cagliari Monumenti Aperti di sabato 27 e domenica 28 maggio 2023. Un ricordo non formale per uno dei grandi intellettuali isolani del Novecento, che anima i “4.500 fra studenti e insegnanti provenienti da 48 istituti scolastici e i 416 volontari”, ha puntualizzato Maria Dolores Picciau, assessora alla Cultura, che fanno muovere la macchina organizzativa guidata da Imago Mundi Odv. Col sostegno pieno dell'Amministrazione comunale, “Monumenti Aperti non è importante solo per riscoprire il nostro patrimonio artistico-culturale, ma rappresenta anche un rito collettivo, in cui la città bene manifesta società-partecipata. Perché l'idea è che i monumenti non sono delle dimensioni statiche, relitti o marginali segni di una storia che non c'è più, piuttosto elementi perfettamente integrati nel paesaggio emozionale urbano”, ha detto Picciau, portando i saluti del sindaco Paolo Truzzu che questa mattina di martedì 23 maggio 2023 non è potuto intervenire alla presentazione al Municipio per impegni istituzionali. L'assessore Alessandro Sorgia, si è invece soffermato sull'”aspetto turistico” della manifestazione. “In questa 27^ edizione avrà luogo una nuova iniziativa denominata “Press Tour Monumenti Aperti”. Avrà una durata di tre giorni, dal 26 al 28 maggio, e sarà realizzato grazie al contributo dell’Assessorato al Turismo del Comune di Cagliari proveniente dal Bando 2023 per la promozione, lo sviluppo economico e la valorizzazione turistica e commerciale della città. L’obiettivo sarà quello di condurre i giornalisti alla scoperta della città di Cagliari nelle giornate in cui questa sarà “invasa” dal folto pubblico e dalle migliaia di studenti protagonisti della manifestazione e mostrare quanto offre Cagliari”. Per ognuno degli ospiti “sarà garantita una visita guidata collettiva alla città, nei luoghi interessati dalla manifestazione. Nel corso delle giornate saranno realizzati anche alcuni focus sulla tradizione enogastronomica della città, con l’obiettivo di far scoprire e raccontare le unicità cagliaritane nel loro rapporto fra tradizione e innovazione”. Una 27^ edizione, dunque, che ancora una volta inviterà cagliaritani e turisti a scoprire o riscoprire “pratiche di meraviglia”, come recita il concept di questa edizione 2023, per lo straordinario patrimonio culturale, naturale, materiale e immateriale della città di Cagliari, dove la manifestazione nacque nel maggio del 1997. Da allora, la “formula vincente di Monumenti Aperti è la sinergia e la condivisione”, ha spiegato l'assessora Marina Adamo. “Una visione comune – ha aggiunto la titolare dell'Istruzione – che viene portata avanti da diversi soggetti in maniera trasversale, in cui giocano un ruolo da protagonisti le scuole e gli studenti, che hanno la possibilità di integrare la loro formazione e al contempo sviluppare il senso di appartenenza e comunità”. Per Massimiliano Messina, presidente Imago Mundi OdV, Monumenti Aperti 2023 segna anche il “ritorno alla normalità”, dopo gli anni della pandemia da Covid-19, finalmente “senza limitazioni”. Sette le novità di quest'anno: Chiesa di San Rocco, Villino Cocco, Società Canottieri Ichnusa, Società Ginnastica Eleonora D'Arborea, Archivio Mirella Mibelli, Mostra “Nuragica” e Mediateca pubblica della Cineteca Sarda Società Umanitaria. Le schede di tutti i monumenti, dei percorsi e di tutte le informazioni pratiche potranno essere consultate sul sito www.monumentiaperti.com. https://www.youtube.com/watch?v=sDBUgn7n7uk ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Capitale della Renania Settentrionale Westfalia, Düsseldorf è una delle città più eleganti, moderne e cosmopolite della Germania. È molto amata dai turisti che desiderano scoprire l’anima più autentica della Germania. Situata tra le città di Bonn, Colonia, Dortmund si trova a poca distanza dal confine olandese. Sono tante le cose da vedere a Düsseldorf, ma si sa che quando si viaggia il tempo non è mai abbastanza, ecco perché è molto importante fare una selezione preliminare di tutto ciò che non può mancare nel tuo prossimo viaggio in una delle città tedesche più belle. 10 cose da vedere a Düsseldorf La modaiola Königsallee, il divertente Altstadt, la storica Burgplatz e la moderna Hafen: non ci sono dubbi che Düsseldorf in Germania, sia una meta apprezzata da ogni tipo di turista, anche dai più giovani. Ecco quindi cosa visitare a Düsseldorf e dintorni. 1. Altstadt Una delle prime cose da non perdere è il centro di Düsseldorf, chiamato Altstadt. È situato lungo le sponde del fiume Reno ed è molto amato sia dai residenti, che dai turisti durante il periodo estivo. In realtà a livello architettonico non ha grandi attrattive, ma la sua via principale chiamata Bolkerstraße è conosciuta come “il bar più lungo del mondo”. Questo lascia intendere molto bene l’anima festaiola e ricca di divertimento di Düsseldorf centro. Sempre nell’Altstadt, a Carlsplatz ha sede il mercato cittadino, con bancarelle in cui poter gustare ottimi piatti e zuppe nel periodo invernale. 2. Burgplatz Sempre nel cuore dell’Altstadt, si trova Burgplatz, una delle piazze più vecchie delle città ed è dominata dalla torre Schloßturm. È il punto di partenza perfetto per una passeggiata lungo il Reno. 3. Königsallee È uno splendido viale urbano conosciuto per il suo canale verde che scorre lungo il centro, gli atelier di moda e i negozi di lusso. In pratica è il centro della Düsseldorf più elegante e modaiola. Perfetto per fare shopping, questo quartiere è anche molto affascinante grazie al canale costeggiato da alberi e ai suggestivi ponti. Questo è il luogo da frequentare soprattutto durante la Settimana della Moda. 4. Il distretto di Hafen A Düsseldorf, una delle cose da visitare è sicuramente il distretto di Hafen, moderno, cosmopolita e innovativo. Fino agli anni ’90 era un distretto industriale, ora invece ospita uffici, pub e ristoranti alla moda. È un quartiere molto amato dai giovani e dagli appassionati di architettura perché proprio qui, ha sede il complesso residenziale che ha cambiato Düsseldorf e il suo skyline: Neuer Zollhof, un quartiere di case, uffici e locali progettato dall’architetto Frank Gehry. Inoltre, un altro simbolo di Hafen è la torre della televisione, dalla quale si può ammirare tutta la città dall’alto. 5. Kunstakademie Düsseldorf È l’Accademia di Belle Arti della città specializzata in pittura, scultura e architettura. Qui hanno studiato artisti del calibro di Gerhard Richter, Andreas Gursky, Joseph Beuys e Sigmar Polke. 6. Kunsthalle Düsseldorf Tra le cose da fare a Düsseldorf rientra sicuramente una visita alla Kunsthalle dedicata all’arte contemporanea della Renania. È una delle istituzioni culturali più all’avanguardia di tutto il paese e celebra l’arte in tutte le sue forme. Da non perdere inoltre è il KIT (Kunst im Tunnel), si tratta di un tunnel fatto a galleria d’arte e situato sotto al fiume Reno: un’esperienza di visita unica al mondo. 7. Municipio della città Il Rathaus, cioè il Municipio di Düsseldorf, risale al 1500 e ancora oggi rimane perfettamente intatto. Fa parte di un gruppo più ampio di edifici storici: se si vuole conoscere il cuore antico della città, non si può perdere una tappa in questo luogo centrale. 8. Rheinuferpromenade Il periodo estivo è sicuramente uno dei preferiti dagli abitanti della città, ecco perché la Rheinuferpromenade, cioè il lungo Reno, è diventato uno dei luoghi più frequentati. Questa passeggiata collega il centro con il quartiere di Hafen, tra parchi e scorci antichi. È consigliabile anche una tappa Rheinpark Golzheim che durante la bella stagione è perfetto per un picnic. 9. Schneider Wibbel Questa è una di quelle attrazioni a cui sono molto affezionati sia i turisti, sia i residenti. Si tratta infatti di un carillon con figure meccaniche che rievocano una commedia di Hans-Müller Schlosser. Il carillon funziona 5 volte al giorno. 10. In giro per birrifici La birra a Düsseldorf fa parte della cultura locale. Viene chiamata comunemente Alt e sono 7 in totale i birrifici che la producono in città. Ognuno produce la propria birra in modo del tutto artigianale. Tra i birrifici da non perdere ci sono sicuramente il Kürzer, il Füchschen, lo Schlüssel o lo Schumacher. I dintorni di Düsseldorf Ora che sai cosa vedere a Düsseldorf, passiamo ai suoi dintorni che di certo non sono meno interessanti da visitare. Ricordati infatti che questa splendida città tedesca si trova in una delle zone più popolate della Germania e a poca distanza si trovano anche Colonia, Bonn, Aquisgrana, Dortmund, Essen e Bochum. Se ti stai chiedendo quindi cosa vedere a Düsseldorf e dintorni, sicuramente da non perdere oltre alle altre città d’arte tedesche, ci sono le Gole del Reno. Sono situate a circa 3 ore di distanza e sono un’attrazione naturalistica di grande impatto, tanto che sono state inserite nella lista dei patrimoni dell’umanità dell’Unesco. Altri luoghi naturalistici di grande interesse sono i vigneti della valle della Mosella, oltre al castello fiabesco di Eltz e ai suoi dintorni verdeggianti. Non si deve dimenticare inoltre che con sole 2 ore di treno si possono raggiungere Utrecht e Amsterdam. Tra le città d’arte tedesche più interessanti comunque, non sono da perdere Bonn che è l’ex capitale della Germania dell’ovest, Colonia con la sua cattedrale patrimonio dell’Unesco, oltre alla storica Aquisgrana che ha rivestito a livello europeo una grande importanza. Cosa mangiare e bere a Düsseldorf Dopo ore trascorse a Düsseldorf per visitare gli angoli più suggestivi della città, arriva anche il momento di sedersi a tavola e gustare i piatti tipici di questa zona della Germania. Abbiamo già visto che in città, la birra artigianale è un must, quindi non si può dire di avere veramente visitato Düsseldorf senza aver bevuto un bicchiere di Altbier. Tra i piatti da gustare ci sono l’arrosto marinato alla renana, il classico stinco di maiale che si mangia in tutta la Germania, il sanguinaccio, una calda zuppa di legumi o verdure e alcuni formaggi locali. Negli ultimi anni, Düsseldorf è diventata sempre di più un hub anche per la cucina internazionale, ecco perché in realtà in città si possono gustare piatti di ogni tipo. Cucina vegana, vegetariana, asiatica o mediorientale: i ristoranti riescono a soddisfare ogni tipologia di richiesta. Per tutti gli appassionati di cucina, uno dei quartieri più interessanti da visitare per fare il pieno di innovazione enogastronomica è l’Hafen. Le sue atmosfere hipster e cool conquistano tutti, dai più giovani, ai meno giovani. La sua offerta di locali infatti è molto vasta e va da semplici pub o fast food in stile americano, fino a ristoranti gourmet con chef rinomati. Quando visitare Düsseldorf Molti si possono chiedere quale sia il periodo migliore dell’anno per visitare questa città. Oltre all’estate e alla primavera, che rimangono i periodi migliori a livello climatico, da non perdere è anche il celebre Carnevale che inizia ogni anno l’11 novembre alle 11.11. Questa è una tradizione antica e molto sentita dagli abitanti della città. Questa data segna infatti il risveglio del buffone Hoppediz. I festeggiamenti veri e propri però iniziano nel periodo classico del Carnevale, quindi il giovedì grasso quando le donne simulano una presa di potere invadendo il municipio. Altre cose da fare in un weekend a Düsseldorf Tra le altre cose da non perdere in città, ce ne sono alcune davvero particolari: passeggiare nel polmone verde di MeidenHafen che le ha permesso di ottenere il titolo di città più verde d’Europa nel 2008; scoprire il quartiere giapponese di Oberkassel, in cui vive la più grande comunità giapponese d’Europa; girare tra i suoi mercati tipici e gustare il miglior pane della città da Hinkel; fare aperitivo nel bar più alto della Germania che si trova all’ultimo piano della Rheinturm; immergersi in uno dei poli di arte contemporanea più interessanti d’Europa, sia nel museo della città, sia nelle numerose gallerie. Düsseldorf è una città in continua evoluzione, che riesce a coniugare sia il suo lato più antico, sia quello più moderno e cosmopolita. Di certo è una meta perfetta per un weekend al di fuori delle capitali europee, alla ricerca di nuovi stimoli e nuovi posti da scoprire, anche al di fuori delle solite rotte turistiche. Se stai cercando informazioni sul tuo prossimo viaggio in Germania, siamo certi che Düsseldorf saprà stupirti e conquistarti. https://ift.tt/2lsBcFR Düsseldorf: cosa fare e cosa vedere in città e nei dintorni Capitale della Renania Settentrionale Westfalia, Düsseldorf è una delle città più eleganti, moderne e cosmopolite della Germania. È molto amata dai turisti che desiderano scoprire l’anima più autentica della Germania. Situata tra le città di Bonn, Colonia, Dortmund si trova a poca distanza dal confine olandese. Sono tante le cose da vedere a Düsseldorf, ma si sa che quando si viaggia il tempo non è mai abbastanza, ecco perché è molto importante fare una selezione preliminare di tutto ciò che non può mancare nel tuo prossimo viaggio in una delle città tedesche più belle. 10 cose da vedere a Düsseldorf La modaiola Königsallee, il divertente Altstadt, la storica Burgplatz e la moderna Hafen: non ci sono dubbi che Düsseldorf in Germania, sia una meta apprezzata da ogni tipo di turista, anche dai più giovani. Ecco quindi cosa visitare a Düsseldorf e dintorni. 1. Altstadt Una delle prime cose da non perdere è il centro di Düsseldorf, chiamato Altstadt. È situato lungo le sponde del fiume Reno ed è molto amato sia dai residenti, che dai turisti durante il periodo estivo. In realtà a livello architettonico non ha grandi attrattive, ma la sua via principale chiamata Bolkerstraße è conosciuta come “il bar più lungo del mondo”. Questo lascia intendere molto bene l’anima festaiola e ricca di divertimento di Düsseldorf centro. Sempre nell’Altstadt, a Carlsplatz ha sede il mercato cittadino, con bancarelle in cui poter gustare ottimi piatti e zuppe nel periodo invernale. 2. Burgplatz Sempre nel cuore dell’Altstadt, si trova Burgplatz, una delle piazze più vecchie delle città ed è dominata dalla torre Schloßturm. È il punto di partenza perfetto per una passeggiata lungo il Reno. 3. Königsallee È uno splendido viale urbano conosciuto per il suo canale verde che scorre lungo il centro, gli atelier di moda e i negozi di lusso. In pratica è il centro della Düsseldorf più elegante e modaiola. Perfetto per fare shopping, questo quartiere è anche molto affascinante grazie al canale costeggiato da alberi e ai suggestivi ponti. Questo è il luogo da frequentare soprattutto durante la Settimana della Moda. 4. Il distretto di Hafen A Düsseldorf, una delle cose da visitare è sicuramente il distretto di Hafen, moderno, cosmopolita e innovativo. Fino agli anni ’90 era un distretto industriale, ora invece ospita uffici, pub e ristoranti alla moda. È un quartiere molto amato dai giovani e dagli appassionati di architettura perché proprio qui, ha sede il complesso residenziale che ha cambiato Düsseldorf e il suo skyline: Neuer Zollhof, un quartiere di case, uffici e locali progettato dall’architetto Frank Gehry. Inoltre, un altro simbolo di Hafen è la torre della televisione, dalla quale si può ammirare tutta la città dall’alto. 5. Kunstakademie Düsseldorf È l’Accademia di Belle Arti della città specializzata in pittura, scultura e architettura. Qui hanno studiato artisti del calibro di Gerhard Richter, Andreas Gursky, Joseph Beuys e Sigmar Polke. 6. Kunsthalle Düsseldorf Tra le cose da fare a Düsseldorf rientra sicuramente una visita alla Kunsthalle dedicata all’arte contemporanea della Renania. È una delle istituzioni culturali più all’avanguardia di tutto il paese e celebra l’arte in tutte le sue forme. Da non perdere inoltre è il KIT (Kunst im Tunnel), si tratta di un tunnel fatto a galleria d’arte e situato sotto al fiume Reno: un’esperienza di visita unica al mondo. 7. Municipio della città Il Rathaus, cioè il Municipio di Düsseldorf, risale al 1500 e ancora oggi rimane perfettamente intatto. Fa parte di un gruppo più ampio di edifici storici: se si vuole conoscere il cuore antico della città, non si può perdere una tappa in questo luogo centrale. 8. Rheinuferpromenade Il periodo estivo è sicuramente uno dei preferiti dagli abitanti della città, ecco perché la Rheinuferpromenade, cioè il lungo Reno, è diventato uno dei luoghi più frequentati. Questa passeggiata collega il centro con il quartiere di Hafen, tra parchi e scorci antichi. È consigliabile anche una tappa Rheinpark Golzheim che durante la bella stagione è perfetto per un picnic. 9. Schneider Wibbel Questa è una di quelle attrazioni a cui sono molto affezionati sia i turisti, sia i residenti. Si tratta infatti di un carillon con figure meccaniche che rievocano una commedia di Hans-Müller Schlosser. Il carillon funziona 5 volte al giorno. 10. In giro per birrifici La birra a Düsseldorf fa parte della cultura locale. Viene chiamata comunemente Alt e sono 7 in totale i birrifici che la producono in città. Ognuno produce la propria birra in modo del tutto artigianale. Tra i birrifici da non perdere ci sono sicuramente il Kürzer, il Füchschen, lo Schlüssel o lo Schumacher. I dintorni di Düsseldorf Ora che sai cosa vedere a Düsseldorf, passiamo ai suoi dintorni che di certo non sono meno interessanti da visitare. Ricordati infatti che questa splendida città tedesca si trova in una delle zone più popolate della Germania e a poca distanza si trovano anche Colonia, Bonn, Aquisgrana, Dortmund, Essen e Bochum. Se ti stai chiedendo quindi cosa vedere a Düsseldorf e dintorni, sicuramente da non perdere oltre alle altre città d’arte tedesche, ci sono le Gole del Reno. Sono situate a circa 3 ore di distanza e sono un’attrazione naturalistica di grande impatto, tanto che sono state inserite nella lista dei patrimoni dell’umanità dell’Unesco. Altri luoghi naturalistici di grande interesse sono i vigneti della valle della Mosella, oltre al castello fiabesco di Eltz e ai suoi dintorni verdeggianti. Non si deve dimenticare inoltre che con sole 2 ore di treno si possono raggiungere Utrecht e Amsterdam. Tra le città d’arte tedesche più interessanti comunque, non sono da perdere Bonn che è l’ex capitale della Germania dell’ovest, Colonia con la sua cattedrale patrimonio dell’Unesco, oltre alla storica Aquisgrana che ha rivestito a livello europeo una grande importanza. Cosa mangiare e bere a Düsseldorf Dopo ore trascorse a Düsseldorf per visitare gli angoli più suggestivi della città, arriva anche il momento di sedersi a tavola e gustare i piatti tipici di questa zona della Germania. Abbiamo già visto che in città, la birra artigianale è un must, quindi non si può dire di avere veramente visitato Düsseldorf senza aver bevuto un bicchiere di Altbier. Tra i piatti da gustare ci sono l’arrosto marinato alla renana, il classico stinco di maiale che si mangia in tutta la Germania, il sanguinaccio, una calda zuppa di legumi o verdure e alcuni formaggi locali. Negli ultimi anni, Düsseldorf è diventata sempre di più un hub anche per la cucina internazionale, ecco perché in realtà in città si possono gustare piatti di ogni tipo. Cucina vegana, vegetariana, asiatica o mediorientale: i ristoranti riescono a soddisfare ogni tipologia di richiesta. Per tutti gli appassionati di cucina, uno dei quartieri più interessanti da visitare per fare il pieno di innovazione enogastronomica è l’Hafen. Le sue atmosfere hipster e cool conquistano tutti, dai più giovani, ai meno giovani. La sua offerta di locali infatti è molto vasta e va da semplici pub o fast food in stile americano, fino a ristoranti gourmet con chef rinomati. Quando visitare Düsseldorf Molti si possono chiedere quale sia il periodo migliore dell’anno per visitare questa città. Oltre all’estate e alla primavera, che rimangono i periodi migliori a livello climatico, da non perdere è anche il celebre Carnevale che inizia ogni anno l’11 novembre alle 11.11. Questa è una tradizione antica e molto sentita dagli abitanti della città. Questa data segna infatti il risveglio del buffone Hoppediz. I festeggiamenti veri e propri però iniziano nel periodo classico del Carnevale, quindi il giovedì grasso quando le donne simulano una presa di potere invadendo il municipio. Altre cose da fare in un weekend a Düsseldorf Tra le altre cose da non perdere in città, ce ne sono alcune davvero particolari: passeggiare nel polmone verde di MeidenHafen che le ha permesso di ottenere il titolo di città più verde d’Europa nel 2008; scoprire il quartiere giapponese di Oberkassel, in cui vive la più grande comunità giapponese d’Europa; girare tra i suoi mercati tipici e gustare il miglior pane della città da Hinkel; fare aperitivo nel bar più alto della Germania che si trova all’ultimo piano della Rheinturm; immergersi in uno dei poli di arte contemporanea più interessanti d’Europa, sia nel museo della città, sia nelle numerose gallerie. Düsseldorf è una città in continua evoluzione, che riesce a coniugare sia il suo lato più antico, sia quello più moderno e cosmopolita. Di certo è una meta perfetta per un weekend al di fuori delle capitali europee, alla ricerca di nuovi stimoli e nuovi posti da scoprire, anche al di fuori delle solite rotte turistiche. Se stai cercando informazioni sul tuo prossimo viaggio in Germania, siamo certi che Düsseldorf saprà stupirti e conquistarti. Durante una vacanza a Düsseldorf e dintorni sono molte le cose da vedere, tra cui i musei, il distretto di Hafen e i vigneti della Valle di Mosella.
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Pasqua, a tavola vince la tradizione ma il dolce è innovativo - Pasqua, dolce #Colombapasquale #Dolce #enogastronomica #fruttaesotica #glassadimandorle #granelladizucchero #innovazione #mandorlepelate #Pasqua #tavola #tradizione #uovodiPasqua #zenzerocandito Pasqua, a tavola vince la tradizione ma il dolce è innovativo ROMA - E' ancora una volta la tradizione enogastronomica a vincere a Pasqua anche se avanzano, sotto il profilo dolciario, accostamenti inusuali a base di frutta o spezie. Quest'anno accanto al menu di agnello e capretto, torta pasqualina e casatiello, lasagne, brodo di gallina, pastiera napoletana e colomba tradizionale (glassa di mandorle, granella di zucchero e mandorle pelate) si fanno sempre più strada le colombe preparate con lievito madre che rende il dolce più morbido e digeribile e quelle aromatizzate alla frutta esotica candita, allo zenzero candito o farcite… Link: https://www.foodinfo.it/news/pasqua-a-tavola-vince-la-tradizione-ma-il-dolce-e-innovativo/ https://www.instagram.com/p/BwNhXCOH9eX/?utm_source=ig_tumblr_share&igshid=1jy92xbk3y0tm
#colombapasquale#dolce#enogastronomica#fruttaesotica#glassadimandorle#granelladizucchero#innovazione#mandorlepelate#pasqua#tavola#tradizione#uovodipasqua#zenzerocandito
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Una delle specialità che meglio rappresenta la ricchezza enogastronomica siciliana è, senza dubbio, il cannolo. La sua cialda fragrante, che si rompe sotto i denti e schiude le porte del gusto facendoti sprofondare in un avvolgente tripudio di dolce ricotta, è qualcosa di straordinario nella sua semplicità.
Una tradizione antica, quella del cannolo siciliano, che sta conoscendo una stagione di vera rinascita. E questo grazie a persone che quest’arte antica e in apparenza semplice l’hanno fatta loro, animati dall’entusiasmo e dal desiderio di farsene promotori anche al di fuori dei confini siculi. Come nel caso dei fratelli Alessandro e Ivan Marchese, titolari del marchio “Marchese on Wheels”, la cui missione è, appunto, portare il vero cannolo siciliano in giro per l’Italia.
L’idea del cannolo itinerante
Il progetto Marchese on Wheels nasce da un’idea semplice come l’arte stessa di cui è interprete: un carretto itinerante, con cui presenziare a sagre, fiere e eventi di street-food, offrendo cannoli sempre freschi, rigorosamente riempiti al momento. Una macchina semi-automatica, dotata di pistone refrigerato, permette alla ricotta di mantenersi fresca e di essere poi erogata da un tubicino. Come una sorta di rubinetto da cui, invece dell’acqua, sgorgano generosi rivoli di ricotta fresca con cui riempire l’arsenale di cialde, che fanno bella mostra di sé dalla vetrinetta. In questo consiste il carretto di Marchese on Wheels.
L’avventura ha inizio nel dicembre 2014. Alessandro, allora ventiduenne, aveva già alle spalle anni di pasticceria, passione ereditata da nonni e zii e portata avanti sino a farne una professione. È lui ad aver l’idea di far uscire il cannolo dai confini di una pasticceria e di portarlo per strada, offrendolo a tutti come un vero e proprio dono. Ne parla con Ivan, all’epoca studente allo Iulm di Milano, che l’accoglie subito con entusiasmo. Da allora ne hanno fatta di strada i due fratelli di Termini Imerese: ‘In quattro anni ne abbiamo riempiti e guarniti veramente tanti di cannoli’ – racconta Ivan – ‘e ogni volta siamo sicuri di donare un prodotto di altissima qualità, oltre che bello da vedere… perché anche l’occhio, in fondo, vuole la sua parte’.
Oggi i fratelli Marchese dispongono di due carretti, coi quali cercano di essere presenti agli eventi che ritengono più interessanti, gestendoli a volte anche in contemporanea. Come nel caso dell’ultimo fine settimana di marzo, quando saranno presenti sia alla tre giorni (29-31 marzo) di street-food organizzata a Milano da Eataly Smeraldo, sia, sempre a Milano, al Lombardia Beer Fest, il festival delle birre artigianali lombarde, organizzato in Piazza Città di Lombardia da giovedì 28 a domenica 31 marzo 2019.
La qualità che fa la differenza
Se il carretto itinerante rappresenta la volontà di innovazione, il prodotto che i fratelli Marchese offrono è saldamente legato alla tradizione. La ricetta della cialda è quella della nonna materna, che Alessandro ha poi reinterpretato e messo a punto togliendo lo strutto, in modo da renderla più leggera e croccante. E la farcitura è a base di sola ricotta di pecora siciliana fresca, senza l’aggiunta di pezzetti di cioccolato o canditi a edulcorarne il gusto. Come dire: lasciamo che sia la qualità del prodotto a parlare. E quando assapori un cannolo Marchese percepisci davvero la qualità della materia prima, che in un’arte apparentemente semplice come quella del cannolo siciliano sa fare la differenza. Cura nella scelta degli ingredienti che si ritrova poi anche nella guarnizione esterna. Oltre alle varianti più classiche, con scaglie di cioccolato fondente, scorze d’arancia candita e granella di pistacchio ragusano (proveniente da fornitori selezionati), ai fratelli Marchese piace proporre anche degli accostamenti originali e un po’ azzardati. Un esempio? Caramello salato e lampone fresco: è il cannolo “Olimpia”, così battezzato in onore al personaggio de “L’Orlando Furioso”, l’opera letteraria di Ariosto che ha influenzato la nascita dell’opera dei Pupi, il famoso teatro delle marionette siciliane, di cui Alessandro e Ivan sono appassionati. Cosa che testimonia, una volta di più, la forza del legame con la loro terra d’origine.
Tra innovazione e tradizione
Un catalogo assortito, che include diverse guarnizioni scelte e proposte da Alessandro e Ivan, dove ogni cannolo è battezzato col nome di un personaggio della storia o della letteratura (come il già citato “Olimpia” o il più classico “Carlo Magno”, guarnito con cioccolato da un lato e pistacchio dall’altro) e farciture alternative, come la crema di pistacchio, per esaltare un’altra eccellenza sicula. Tutto questo non esclude la possibilità di optare per un cannolo liscio, da assaporare nudo e puro, o di chiedere guarnizioni personalizzate a proprio gusto. Del resto, Marchese on Wheels propone solo cannoli riempiti al momento, aspetto fondamentale perché la cialda mantenga la giusta fragranza e non diventi, al contrario, umida e bagnaticcia, come capita con gli pseudo-cannoli, che molte pasticcerie espongono già farciti da chissà quanto tempo.
Tra i prossimi obiettivi, c’è quello di avviare un canale di vendita a distanza. L’idea che anima i fratelli Marchese è, infatti, permettere di acquistare i loro cannoli anche attraverso il proprio sito internet, ricevendoli direttamente a casa. La domanda sorge spontanea: come garantire la qualità e la freschezza del prodotto? Grazie a un box termico, che arriverà a casa di chi l’ha acquistato con un numero di cialde vuote pari alla quantità ordinata, un sac à poche con la farcia di ricotta di pecora e le guarnizioni scelte. Il tutto recapitato in 24/36 ore, tramite il sevizio offerto da un’azienda italiana che possiede il brevetto europeo per la consegna di prodotti refrigerati. L’avventura di Marchese on Wheels si evolve, dunque, sempre in equilibrio tra innovazione e tradizione.
‘Per me la cosa più importante è trasmettere e raccontare i veri valori legati al cibo: la condivisione, la bellezza, lo spirito di sperimentazione e infine saper raccogliere la felicità nascosta dietro ogni preparazione. Io quando mangio sono felice e voglio che le persone provino la stessa felicità quando assaporano uno dei nostri cannoli’ – sono le parole con cui Ivan sintetizza tutto quello che sta dietro l’Arte (personalmente la ritengo e la definisco tale) di cui lui e suo fratello Alessandro sono fieri promotori e interpreti. Un’Arte, quella dei cannoli di Marchese on Wheels, che posso solo augurarvi d’incrociare lungo la vostra strada. A proposito, per conoscere il calendario degli eventi dove trovarli, basta consultarne il sito o le pagine social.
A questo punto dipende soltanto da voi…
Marchese on Wheels: l’arte del cannolo siciliano on the road Una delle specialità che meglio rappresenta la ricchezza enogastronomica siciliana è, senza dubbio, il cannolo. La sua…
#Alessandro Marchese#cannolo#Cannolo siciliano#Cannolo siciliano on the road#Caramello salato#carretto itinerante#Ivan Marchese#Marchese#Marchese on the Wheels#Pistacchio ragusano#roberto caravaggi
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Convegno sul turismo a Taormina organizzato da @act_taormine La storia enogastronomica italiana racconta le capacità, le competenze, il background, il legame dinamico con il territorio delle tradizioni e della cultura. Non esiste differenza tra tradizione e innovazione, i due processi sono correlati per adattarsi alla contemporaneità. Rispetto per le origini e intelligenza per vivere il presente. Se è vero, dai dati a disposizione, che il nuovo turismo s'indirizza verso destinazioni gastronomiche e che i viaggiatori scelgono le mete anche in base ai ristoranti e alle produzioni, allora è vero che gli operatori non devono imbastire storie inesistenti ma devono semplicemente valorizzare al massimo la loro veridicità. Bisogna comunicare! Viaggiare e vedere i luoghi come lo farebbero e lo fanno le persone del posto: Travel like a local. I turisti vogliono vivere l'esperienza meno turistica possibile. Siate voi stessi ma imparate l’inglese, raccontate le ricette di vostra nonna ma fatelo con Instagram, lavorate con gli altri ristoratori e albergatori proponendo gli uni gli altri. Fate rete. #taormina365 #turismonostop #impresaesviluppo #culturaebellezza #visitsicily #sicilia #turismo #travelconfidential (presso Taormina) https://www.instagram.com/nerinadinunzio/p/BvCNcAilEN5/?utm_source=ig_tumblr_share&igshid=z0cpzslyzi27
#taormina365#turismonostop#impresaesviluppo#culturaebellezza#visitsicily#sicilia#turismo#travelconfidential
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