#inalca
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Nella notte, un incendio di vaste proporzioni è scoppiato nell'azienda Inalca di Reggio Emilia, specializzata nel settore delle carni. Le squadre dei vigili del fuoco sono intervenute intorno all'1.30 in via Due Canali per affrontare le fiamme, che hanno causato danni significativi. La colonna di fumo generata dall'incendio è visibile a grande distanza e il calore intenso ha provocato lo scioglimento delle tapparelle di alcune abitazioni nelle vicinanze dello stabilimento. Fortunatamente, al momento non si segnalano feriti. Le cause del rogo sono attualmente oggetto di indagini da parte della polizia. In via precauzionale, il Comune di Reggio Emilia ha raccomandato ai residenti nelle aree vicine di evitare di avvicinarsi al luogo dell'incendio e di chiudere le finestre per tutelare la salute. Nel frattempo, l'Agenzia regionale per la protezione ambientale (Arpae) e l'Azienda USL stanno monitorando la qualità dell'aria, mentre i vigili del fuoco continuano le operazioni di spegnimento. L’attenzione rimane alta per assicurarsi che la situazione venga gestita nel miglior modo possibile e che non ci siano ulteriori conseguenze per la salute pubblica. Le operazioni di contenimento delle fiamme sono in corso e si attende il risultato delle indagini sui motivi dell’accaduto.
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L'esplosione e poi le fiamme, maxi incendio all'Inalca:........
E’ ben gradito un’applauso!!! Grazie Martedì 11 febbraio 2025 L’esplosione e poi le fiamme, maxi incendio all’Inalca: tre squadre dei vigili del fuoco di Parma sul posto articolo: https://www.parmatoday.it/cronaca/maxi-incendio-inalca-reggio-emilia.html Le fiamme si vedono anche dall’autostrada A1, rogo nello stabilimento di Reggio Emilia L’incendio all’Inalca di Reggio Emilia I vigili del…
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MODENA 7/8/NOVECENTO FAIR 3-4-5 DECEMBER 2021 @montanafood CANS FULL OF CANNED MEAT SAVED FOR NEXT MILLENIUMS @giorgiogost #manzotin #food #cannedmeat #esselunga #conad #coop #despar #lidl #lidlitalia #montanafood #inalca #fiorani #chefexpress #roadhouse #simmental #simmenthal #bolton #gazzettadimodena https://www.instagram.com/p/CVaGOzjMN7H/?utm_medium=tumblr
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Ho ancora una decina di cause pendenti sulla testa, forse venti, più civili che penali perché vogliono intimidire chiedendo milioni di euro, e noi italiani abbiamo un sistema adeguato ai potenti perché non esiste l’istituto della lite temeraria. Un esempio? Il più grande macellatore italiano, Cremonini Luigi, ex macellaio ora proprietario di Inalca, Montana, fornitore ufficiale di vacche da latte tritate a McDonald's e molto altro, mi ha chiesto 10 milioni di euro più o meno quando ho fatto questa foto, 12 anni fa circa.
Ha perso nei primi due gradi e ora staziona in Cassazione. Se come probabile dovesse perdere anche lì avrà tenuto la spada di Damocle sulla mia testa (per altro senza farmi paura e senza mettermi il bavaglio, con me non funziona l’intimidazione) ma non pagherà se non le spese legali. Giusto così? In Inghilterra pagherebbe almeno il 10% di quello che ha chiesto a me e alla Rai: quindi un milione di euro.
Immaginate quante cause intimidatorie non verrebbero istruite. E pensate bene perché in questo Paese con una democrazia asservita ai potenti nessun politico spinge per una legge a tutela dei giornalisti con la schiena dritta. PS l’inchiesta sul “Re della bistecca” che potete cercare su @raiplay_official e’ stata una delle più viste e iconiche di Report. Andai a Cuba e a Mosca per mostrare la carne in scatola “marcia” arrivata come aiuti ai paesi poveri ma pagata da noi europei profumatamente al signor Cremonini/Inalca. Teoricamente l’Europa avrebbe dovuto richiedere indietro i soldi a Cremonini. Ma non sia mai. Era il 2005, cominciavo a capire cos’è l’Unione Europea delle lobby. 5 anni dopo, quando un magistrato “indagó”, senza inviare a Cuba un investigatore però, per poi archiviare. Povera magistratura. Almeno ieri una e contro la sottoscritta l’hanno archiviata, con 4 anni di ritardo. Il tribunale di Catanzaro, dopo 4 anni ha archiviato una denuncia che l’ex segretario della DC locale, tal Tassone, aveva depositato semplicemente perché avevo detto e dimostrato che si era tenuto l’appartemento della sede locale senza pagarla. Comunque, le indagini non dovrebbero durare sei mesi, con deroghe se serve ma se si parla di corruzione, mafia... ? Ph. Rachele Salvioli @rachele_salvioli_photographer
Sabrina Giannini
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Accordo Eni, Inalca e Havi Logistics per la mobilità sostenibile con energia da fonti rinnovabili
Al via il progetto per la produzione di biometano per autotrazione da scarti agroalimentari Eni, Inalca e Havi Logistics hanno siglato il primo accordo nazionale per la produzione e l’utilizzo di biometano per autotrazione prodotto da scarti agroalimentari nel settore delle carni. L’iniziativa concretizza un’innovativa filiera energetica per la transizione verso un sistema di trasporto a basso impatto basato interamente su fonti rinnovabili. Il progetto integra le competenze di tre grandi operatori industriali e si basa sulla conversione energetica degli impianti di produzione biogas di Inalca (Gruppo Cremonini), il principale operatore nazionale nel settore carni bovine, dall’energia elettrica al biometano. Inalca attualmente autoproduce il 100% dell’energia necessaria al proprio fabbisogno, di cui il 50% da fonte rinnovabile. Grazie al supporto tecnologico di Eni per la gestione del complesso processo di conversione energetica degli impianti e l’impegno di Havi Logistics per l’utilizzo del bio-metano nelle nuove flotte di automezzi impiegate nel trasporto carni, si realizzerà una filiera energetica integrata, in grado di valorizzare scarti e rifiuti di lavorazione per il loro riutilizzo nel contesto dello stesso sistema che li ha generati, realizzando un esempio concreto di economia circolare. «Eni ha intrapreso una strategia integrata sulla mobilità sostenibile che punta allo sviluppo di tutte le leve di decarbonizzazione dei trasporti – dichiara Monica Spada, responsabile Bio Sviluppo, Mobilità sostenibile ed Economia circolare di Eni – dalla produzione di carburanti utilizzando anche oli alimentari esausti e scarti di materie prime vegetali a brevetti che trasformano i rifiuti umidi in acqua e bio olio, dal car sharing a nuovi fuel come l’idrogeno. Questo accordo aggiunge un ulteriore tassello alla nostra strategia per lo sviluppo di iniziative di economia circolare, vedendo nel biometano una leva di straordinario potenziale per decarbonizzare i rifiuti e i trasporti». «Troppo spesso - afferma Luigi Scordamaglia, CEO di Inalca - si parla di mobilità elettrica come dell’unico futuro possibile per il trasporto sostenibile, dimenticando che questa opzione è al momento applicabile solo nel settore automobilistico. Nel campo del trasporto civile e della trazione agricola, il biometano, soprattutto nella forma liquefatta (GNL), costituisce attualmente l’opzione più concreta per migliorare la sostenibilità ambientale nelle tratte di trasporto a medio e lungo raggio. Un esempio perfetto di economia circolare sostenibile in cui il nostro Paese può realmente essere leader a livello globale: biomasse da una produzione agroalimentare con zero scarti, la trasformazione in biometano con la migliore tecnologia esistente e il suo utilizzo nelle stesse flotte di camion impiegate nella distribuzione del food». «Sin dagli anni ’80 – spiega Nerio Zurli, Managing Director Havi Logistics - HAVI ha adottato coraggiose politiche ambientali orientate alla riduzione delle emissioni di CO₂, grazie anche alla collaborazione strategica con Scania, che ci ha consentito nel 2014 di mettere su strada il primo mezzo pesante Euro 6 alimentato a gas compresso (CNG) in Europa. Oggi gli automezzi alimentati a gas compresso o liquido rappresentano oltre il 50% della nostra flotta e lo sviluppo del biometano rappresenta una concreta opportunità per accelerare il programma di conversione dei mezzi alimentati con carburanti tradizionali, con l’obiettivo di ridurre del 40% le emissioni di CO2 nel trasporto su strada entro il 2030. Oltre a ciò abbiamo continuato ad affrontare i cambiamenti climatici attraverso un elenco crescente di iniziative anche su altre aree quali la gestione e riciclaggio dei rifiuti, lo sviluppo delle energie rinnovabili e l'approvvigionamento responsabile dei materiali». L’accordo sancisce il principio che nel settore della mobilità il cambiamento della politica industriale debba passare per una nuova interlocuzione responsabile tra una grande industria presente sul territorio, che deve coniugare la produzione industriale con la preminente tutela dell’ambiente e della salute, una grande industria di trasformazione che necessita di gestire i propri processi trasformando i rifiuti prodotti in materia prima da inserire in nuove filiere industriali per la valorizzazione degli scarti e dei rifiuti, e un grande utente nel settore della logistica dei trasporti che necessita di garantire la sostenibilità e la tracciabilità limitando al massimo il footprint di emissioni. Questa sinergia può dare un contributo decisivo al raggiungimento degli obiettivi di emissione fissati dalla direttiva europea 2018/2001/CE, tra cui quello di raggiungere almeno il 14% di carburanti per trasporto provenienti da fonti rinnovabili. Read the full article
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Da visionare criticamente poichè gli intervistati sono o allevatori o amici di allevatori o capi di qualche associazione di allevatori.
"Quanto è sostenibile la soia che importiamo ogni anno in grandi quantità per realizzare i mangimi destinati agli allevamenti? - Francesco De Augustinis /Corriere TV
Non è uno scandalo, ma un problema strutturale destinato a esplodere: quanto è sostenibile la soia che importiamo ogni anno in grandi quantità per realizzare i mangimi destinati agli allevamenti? La risposta sta nell’immagine inquietante delle distese di soia che si stendono infinite, a perdita d’occhio, sulle pianure sterminate del Cerrado Brasiliano, dove prima sorgeva una delle zone con maggiore biodiversità al mondo. Un’infinita monocultura, che proprio principalmente dal Brasile raggiunge i nostri porti per finire nei mangimi necessari al nostro sistema di produzione alimentare basato sull’allevamento intensivo. L’industria agroalimentare italiana si definisce all’avanguardia sotto il profilo della sostenibilità: «Io credo che la sostenibilità sia l’elemento realmente differenziale del nostro modello produttivo», afferma Luigi Scordamaglia, numero uno di Federalimentare nonché vertice di Inalca, leader in Italia nel settore carni bovine. «C’è un mondo che deve mangiare di più e deve produrre di più. Le risposte sono di due nature, o il modello predatorio di una certa parte del Far East, dove la terra la usi per due anni e poi passi a quella successiva, oppure il modello sostenibile italiano». Eppure l’Italia, anche nelle sue eccellenze, non sfugge a quello stesso modello «predatorio» proprio a causa della soia: anche le Dop dell’eccellenza del Made in Italy, dal Prosciutto di Parma al Parmigiano Reggiano, si basano sull’allevamento intensivo e sull’uso costante di soia (OGM)."
Senza parlare dei trasporti e della deforestazione che sono causa del global warming con tutto quanto ne consegue.
Voglio evidenziare l'assoluta marginalizzazione e meccanizzazione degli esseri viventi che subiscono prigionia, sfruttamento e morte a causa dell'allevamento organizzato in lager (dicasi zootecnica)...piccoli o grandi fotte sega!
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Inalca, più benessere e meno farmaci nelle carni bovine #PRNews #PressDelivery #Home&Food http://tinyurl.com/y225b56z
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SAN BENEDETTO – La sicurezza di mettere nel piatto carne di altissima qualità. Si chiama “Nato e allevato in Italia” il progetto di filiera per arriva anche nelle Marche per valorizzare la carne bovina 100% Made in Italy. Un’ottima opportunità per i circa 4mila allevamenti marchigiani che si occupano quotidianamente di quasi 39mila capi. L’accordo, avviato da Coldiretti con Inalca (Gruppo Cremonini), riguarda le razze Charolaise e Limousine, anche incrociate con la Marchigiana o con razze da latte.
“Questo contratto di filiera nasce da un accordo esclusivo tra Coldiretti ed Inalca e si inserisce nella progettualità economica che la nostra organizzazione sta mettendo a disposizione delle aziende agricole associate – spiega Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Marche – La zootecnia è un comparto di vitale importanza non solo perché determina l’andamento a valle di molte altre produzioni agricole ma anche perché, nella maggior parte dei casi, è l’attività che presiede le aree interne permettendo così un costante presidio dei territori più sensibili”.
Per l’allevatore è previsto un premio base per il conferimento secondo le quotazioni di mercato, un 10% in più per l’adesione al progetto, un’ulteriore premialità legata alla qualità delle produzioni e anche un minimo garantito che tenga comunque conto dei costi aziendali, in caso di crisi di mercato. Un accordo pluriennale che permetterà alle aziende di pianificare gli investimenti nel tempo.
“La pluriennalità del contratto e la copertura assicurata dei costi di produzione – aggiunge la presidente Gardoni – rappresentano due capisaldi da cui non è più possibile prescindere se vogliamo dare ampio respiro, continuità e sicurezza ad un settore di primaria importanza e che troppo spesso è vittima delle speculazioni di mercato”.
Il progetto è stato presentato nei giorni scorsi ad Ancona dai vertici di Coldiretti Marche a oltre un centinaio di imprenditori del settore nel corso di una partecipata assemblea. Sono già diversi gli imprenditori che hanno aderito a questo accordo di filiera ma la platea è destinata ad aumentare. E che il settore dell’allevamento da carne sia molto importante per la nostra regione lo suggerisce anche il dato che vedo oltre l’80% dei capi allevati nelle Marche destinato al settore della carne.
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Sciopero Inalca, stop agli hamburger
A Castelvetro, nel Modenese. La protesta della Flai-Cgil http://bit.ly/2W0Ui6T
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Ancora agitazioni nel distretto della lavorazione delle carni modenese. È fermo da questa mattina il reparto Hamburger dello stabilimento Inalca, del gruppo Cremonini, dove vengono prodotti gli stessi hamburger per McDonald's. http://bit.ly/2JzVWpr
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Reposted from @earthners - PLEASE GoVEGAN for the ANIMALS, for your CHILDREN, for your PLANET and for your own HEALTH. . . Never try to say you value life if you believe humans have the right to dictate a purpose to any living thing. Never try to say you love animals or that you care about them if you knowingly contribute to their unnecessary rape, torture, and murder. Never pretend to have a clear conscience while you ignore the blatant suffering of the vulnerable. I used to contribute to this. MOST of us have. I used to consume nothing but flesh and bread and I would often drink the molten fat. If I can GoVegan so can you! Once you #MakeTheConnection, it would actually be harder to consume animal products than to live. She was hiding herself because she was covered in feces. She was hiding herself because these animals have their dignity taken away. We met her last week outside the slaughterhouse INALCA. Is this disturbing you? Then you should stop eating all dairy and animal products. There is no humane way to exploit someone that wants to live. Humane means being compassionate. Love all animals. . . Repost: @giuliaandromeo https://www.instagram.com/p/BvNDBRmHpGd/?utm_source=ig_tumblr_share&igshid=366ry16qxi9b
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Selezionate con Google Alert - #INPS - Dipendenti delle ex coop di Inalca ancora senza Tfr, protesta davanti alla sede Inps https://t.co/tLZ80Q9HIE
Selezionate con Google Alert - #INPS - Dipendenti delle ex coop di Inalca ancora senza Tfr, protesta davanti alla sede Inps https://t.co/tLZ80Q9HIE
— Cortexlan (@cortexlan) May 22, 2018
from Twitter https://twitter.com/cortexlan May 22, 2018 at 07:16PM via IFTTT
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Italia secondo partner commerciale in Africa dopo la Cina
Le opportunità nel continente africano sono immense e Gerardo Pelosi le ha tracciate benissimo in un articolo del Sole 24 Ore, dettagliando le attività e le partnership delle aziende italiane più rappresentative. La Cina è da circa 10 anni in Africa con ingenti investimenti. L’Italia dopo la Cina è il secondo paese ad aver aumentato gli investimenti passando da 13 a 23 miliardi di dollari, dal 2011 al 2016. I principali partner commerciali in Africa nel 2017 sono Algeria, Tunisia, Egitto, Sudafrica, Libia, Marocco, Nigeria, Congo, Angola e Camerun. Le aziende italiane più attive Eni opera in Algeria, Angola, Congo, Nigeria, Mozambico e, per l'esplorazione, in Costa d'Avorio, Ghana, Liberia, Gabon, Kenya, Sudafrica, Tunisia. Enel Green Power in Africa rappresenta il 5% della capacità del Gruppo. Opera in Sudafrica, Marocco, Kenya, Zambia ed Etiopia. Nel 2016 ha avviato le proprie attività in Zambia, aggiudicandosi un contratto per lo sviluppo, la costruzione e la gestione di un impianto fotovoltaico da 34 MW. Nell'ottobre 2017 si è aggiudicata la costruzione di un impianto solare da 100 Megawatt in Etiopia. Con Italferr, le Ferrovie sono presenti in Congo, in Algeria per la riorganizzazione del settore ferroviario del progetto dell'autostrada 4 Rocade di Algeri e in Egitto per la linea ad Alta Velocità Cairo-Alessandria. Italferr sta svolgendo attività, anche, in Congo, Etiopia, Tanzania, Algeria, Egitto e Marocco. La società Salini è presente in Africa da 70 anni e ha realizzato in 38 Paesi 400 progetti in tutti i settori delle grandi infrastrutture e in particolare dighe, impianti idroelettrici e grandi arterie di comunicazione. La Cmc si è aggiudicata in Kenya i contratti per la costruzione delle dighe di Kimwarer (valore 580 milioni di dollari) e di Arror (i cui lavori sono stati avviati a fine 2017). La Icm si è aggiudicata in Kenya il progetto della smart city di Konza (valore 400 milioni di euro). Inalca del gruppo Cremonini è presente in Africa con 19 piattaforme logistico-distributive in Algeria, Costa d'Avorio, Congo, RDC, Angola e Mozambico e realizza nel Continente un fatturato di circa 200 milioni. Nel novembre 2017 ha firmato un protocollo d'intesa con Cdp per la realizzazione in Angola di un "Centro Nazionale Agroalimentare". Fca vende in Africa circa 40mila veicoli all'anno e possiede tre compagnie nazionali di vendita, in Marocco, Egitto e Sudafrica. Read the full article
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Filiera italiana: la nuova alleanza tra industria e agricoltura
#Filieraitaliana: per la prima volta il mondo agricolo e l’industria agroalimentare italiana insieme, per difendere tutta la filiera agroalimentare nazionale.
Nasce la Filiera Italiana presentata a Cernobbio nell’ambito dell’edizione 2017 del Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione. Organizzato da Coldiretti, tra i soci promotori, insieme a Ferrero, Inalca/Cremonini e Consorzio Casalasco (Pomì e De Rica). Una nuova realtà associativa in cui si alleano, per la prima volta, il mondo agricolo e l’industria agroalimentare italiana…
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#Agricotura#Cernobbio#coldiretti#Filiera Italiana#Forum Internazionale dell&039;Agricoltura e dell&039;Alimentazione#Industria Agroalimentare
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