#in bocca solo vino
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Se tu fossi qui adesso, davanti a questo braciere che mi scalda, se ci fossi con i tuoi begli occhi tristi, con il tuo silenzio che tanto mi piace, con la tua bocca che ha bisogno dei miei baci.
Pablo Neruda
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Dicono che tutti i giorni dobbiamo mangiare una mela per il ferro e una banana per il potassio. Anche un'arancia per la vitamina C e una tazza di Tè verde senza zucchero, per prevenire il diabete.
Tutti i giorni dobbiamo bere due litri d'acqua anche se poi espellerli richiede il doppio del tempo che hai messo per berli.
Tutti i giorni bisogna bere un Actimel o mangiare uno yogurt per avere i "L. Cassei Defensis", che nessuno sa bene che cosa cavolo siano, però sembra che se non ti ingoi per lo meno un milione e mezzo di questi bacilli tutti i giorni, inizi a vedere sfocato.
Ogni giorno un'aspirina, per prevenire l'ictus, e un bicchiere di vino rosso, per prevenire contro l'infarto. E un altro di bianco, per il sistema nervoso. E uno di birra, che già non mi ricordo a che cosa serva. Se li bevi tutti insieme, ti può provocare un'emorragia cerebrale, ma non ti preoccupare perché non te ne renderai neppure conto...
Tutti i giorni bisogna mangiare fibra. Molta, moltissima fibra, finché riesci a evacuare un maglione.
Si devono fare tra i 4 e 6 pasti quotidiani, leggeri, senza dimenticare di masticare 100 volte ogni boccone. Facendo i calcoli, solo per mangiare se ne vanno 5 ore. Ah, e dopo ogni pranzo bisogna lavarsi i denti, ossia che dopo l'Actimel e la fibra lavati i denti, dopo la mela i denti, dopo la banana i denti... e così via finché ti rimangono tre denti in bocca, senza dimenticarti di usare il filo interdentale, massaggiare le gengive, il risciacquo col colluttorio... Meglio ampliare il bagno e metterci il lettore di CD, perché tra l'acqua, le fibre e i denti, ci passerai varie ore.
Bisogna dormire otto ore e lavorare altre otto, più le 5 necessarie per mangiare, 21. Te ne rimangono 3, sempre che non ci sia traffico. Secondo le statistiche, vediamo la televisione per tre ore al giorno. Ma no! Non si può, perché tutti i giorni bisogna camminare almeno mezz'ora.
Bisogna mantenere le amicizie perché sono come le piante: bisogna innaffiarle tutti i giorni per mantenerle in vita.
Inoltre, bisogna tenersi informati, e leggere per lo meno due giornali e un paio di articoli di rivista, per una lettura critica.
Ah!, si deve fare sesso tutti i giorni, però senza cadere nella routine: bisogna essere innovatori, creativi, e rinnovare la seduzione.
Tutto questo ha bisogno di tempo. E senza parlare del sesso tantrico.
Bisogna anche avere il tempo di scopare per terra, spolverare, lavare i piatti, i panni, stirare e non parliamo se hai dei figli o un cane.
Insomma, per farla breve, i conti danno 29 ore al giorno. Non c’è niente da fare: devi fare varie cose insieme. Si chiama multitasking, non c’è altra soluzione! Per esempio, ti fai la doccia con acqua fredda e con la bocca aperta, così almeno ti bevi i due litri canonici. Mentre esci dal bagno con lo spazzolino in bocca e fai l’amore (tantrico) con il compagno/a che nel frattempo guarda la TV e ti racconta, mentre tu lavi il pavimento. Ti rimane una mano libera? Chiama i genitori o qualche amico. Dopo aver chiamato i genitori, avrai senz’altro bisogno di un goccio di vino per tirarti su. Il Bio Puritas con la mela te lo può dare il partner, mentre si mangia la banana con l’Actimel, e domani fate il cambio.
Mi è venuta la confusione mentale.
Adesso ti lascio, perché tra lo yogurt, la mela, la birra, il primo litro d’acqua e il terzo pasto con fibra della giornata, già non so più cosa sto facendo. So che devo andare urgentemente in bagno. E ne approfitto per lavarmi i denti. Però, se ti rimangono due minuti liberi, invia una copia ai tuoi amici, che devono essere annaffiati come una pianta.
Se ti avessi già mandato questo messaggio, perdonami. È l’Alzheimer che, nonostante tutte le cure, non sono ancora riuscita a debellare.
web - Autore sconosciuto
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Che un qualcosa abbia un buon sapore lo puoi scoprire solo con la bocca...
Come accade con il cibo, con il vino...con una donna...
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Ho sentito dire spesso che le donne sono come il vino: invecchiando migliorano.
Ma non basta.
Le donne sono come il vino, perché se non te ne intendi, ti sembrano tutte uguali.
Perché riesci solo a distinguere una bionda da una bruna, come un rosso da un bianco.
Perché ti fidi di una frizzante e leggera come di uno spumantino, ma poi ti taglia le gambe.
Perché fai fatica a mandar giù una complessa e rompipalle come un rosso strutturato, ma al secondo sorso, ti accorgi che ti scalda la bocca e il cuore.
Le donne sono come il vino e io sono un rosso barricato.
S. C. Bonomi
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Addicted
Le tapparelle chiuse. La stanza buia che tutta in una volta si illumina di rosso mettendo a tutti gli oggetti un velo di proibito. Sul letto. Sul tavolo con la bottiglia di vino sopra. Su di te seduto sulla sedia accanto al tavolo. Su di me in piedi di fronte a te. Anche sulla musica che si infila e si intreccia tra di noi. Mi guardi. La tua camicia di lino è aperta. Si vede come si alza e si abbassa il tuo petto quando respiri. Sempre più forte. Hai fatto un sorso dalla bottiglia. Stai passando le dita sulla tua pelle scoperta. Dal petto verso la pancia e poi sopra i pantaloni. Torni sul petto. Lo accarezzi..lo graffi. Hai voglia. Il tuo sguardo mi sta toccando..mi sta facendo a pezzi. Ti sei alzato tenendo ancora la bottiglia in mano. Adesso il tuo viso a 2 centimetri dal mio e la tua mano sta sul mio collo. Mi baci. Ti bacio. Mi lecchi le labbra. E poi mi guardi di nuovo. Passi la tua mano sulla mia guancia e mi dai uno schiaffo. Mi sta bene. Ti sorrido. Il tuo sguardo diventa serio e la mano va dietro la mia testa. Mi raccogli i capelli e tiri la mia testa indietro. Sussuri "Apri la bocca". Lo faccio tirando la lingua fuori. Sputi sopra e poi mi versi il vino in bocca.
- Bevi!
Cerco di bere ma stai versando troppo velocemente e il vino comincia a scolare ovunque su di me. Sulle braccia..sul seno..sulla pancia..sulle gambe. Ti fermi e mi baci bevendo il vino dalla mia bocca. Lasci i miei capelli e mi stringi vicino a te. Il mio seno bagnato schiacciato al tuo petto. Mi graffi la schiena con le unghie. Mi baci il collo..lo lecchi scendendo verso le braccia e le dita. Sanno di vino. Gli prendi in bocca e succhi. Mi guardi negli occhi. E in questo momento non si capisce chi sottomette chi. Salendo passi la tua lingua sulla mia pancia. Ti fermi sul seno. Lo schiafeggi e lo succhi subito dopo. Passi le unghie sopra e sui capezzoli bagnati. Mi lasci i segni addosso.
Non so il perché ma ti fermi e ti allontani. Sparisci nel buio. Sento solo il rumore. Stai cercando qualcosa. Resto ferma e aspetto. So che non devo muovermi da qui. Torni con polaroid in mano. Scatti una foto ai segni che mi hai lasciato sulla pelle. La sventoli e la metti nella tasca dei pantaloni aspettando che sviluppi. Passi le dita sul mio viso e sulle labbra. Gli prendo in bocca e gli succhio. Ti guardo. Tiri fuori le dita e gli metti nella tua bocca succhiandoli. Senti il sapore della mia saliva. Stai attaccato alla mia faccia. Gemi. Sai quanto mi eccita sentirti gemere. Passi le dita bagnate sul mio petto strizzando un po i miei capezzoli facendomi aprire la bocca di nuovo. Le dita scendono ancora...verso linguine..mi toccano leggermente. Senti come mi fa bagnare tutto questo.
Ti togli la cintura dai pantaloni con i miei occhi puntati sulle tue mani. E mentre giochi con i miei capezzoli appena colpiti con la mano avvicini il tuo orecchio alla mia bocca.
- Dimmi dove vuoi essere colpita
Non riesco a non gemere perché le tue dita sopra miei capezzoli mi fanno impazzire e ti rispondo:
- Sul culo
Vai dietro di me e scatti un'altra foto da questa prospettiva. Mi dici di stare ferma e passi la cinta su tutta la mia schiena. Mi fa vivere i brividi. Ti allontani e mi dai un colpo sul culo, e subito un altro veloce. Mi lasci i segni. Ti pieghi e passi la tua lingua sopra. Lo accarezzi per calmare il dolore. Ti alzi e dai altri due colpi..anche sulle cosce. È difficile stare ferma. Ma lo so che ti piace. Ti piace vedermi lottare per mantenere il controllo. Vieni di nuovo davanti a me. Mi baci. Sto cercando i tuoi baci perché mi danno la tregua. Scendi a baciare tutto il mio corpo. Sul collo e di nuovo sul petto, lungo le braccia, giù sulla pancia e sulle cosce.
- Posso toccarti?
- No! Prima devo finire di assaggiare tutto il tuo corpo.
Dalle cosce ti sposti verso il ginocchio e il polpaccio, e poi sui piedi. Lecchi tutto. Ti metti in gioco davanti a me e prendi il mio piede portando le dita sulle tue labbra succhiandoli uno per volta. Mi eccita molto vederti così.
Questo racconto è stato scritto in collaborazione e con l'influenza di una persona che non ci sta più su Tumblr. Però volevo pubblicare lo stesso 🖤
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Se vuoi scoprire che qualcosa ha un buon sapore, lo puoi fare solo con la bocca.
Come accade con il cibo, con il vino o con una Donna...🤍 💜 🤍
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Questa mattina mi sento proprio frigo.
Mi sento a pasto con la mia girovita.
Ho iniziato facendo due pasti inforno al quartiere,
proseguirò la portata con molto entusiasmo.
Non si è mai sazi delle cose dolci che possiamo incontrare,
esse hanno un potere di vino.
Mi razionerò solo con persone buone e gustose, quelle che fanno venire l'acquolina in bocca.
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Se vuoi scoprire che un qualcosa abbia un buon sapore lo puoi fare solo con la bocca...
Come accade con il cibo.. con il vino o con una Donna........♠️🔥
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Ti ho pensato proprio ieri, quando ho scritto il mio post sull'Acca Laurentia e il possibile collegamento con la nostra Sacra Accabadora.
Ho pensato a quanti inorridiscono a sentirne parlare, come se fosse un'assassina legalizzata da una comunità di incivili, come spesso, ancora ci definiscono.
Pensavo a quanta Bellezza nelle tue parole, per raccontarla, e a quanto le parole hanno potere.
Parole che non si vogliono sentire.
Perché certe verità sono scomode, e la donna deve restare sempre un passo indietro.
Hai deciso di andare via e ritornare alle stelle, da cui sei arrivata, proprio nella notte di San Lorenzo.
Forse la tua 'Accabadora interiore, ti stava chiamando.
Perché ogni vera Donna Sarda, lo è.
Colei che capisce i Misteri della Vita e della Morte, perché è "bogadora" e "accabadora".
"Come sopra, sotto"
L'equilibrio è stato ristabilito
A me, mancherai. Tanto.
Grazie per tutta l'abbondanza e la dignità.
Buon ritorno, Michela💖🌟
"Parlare è un potere e dare potere alle donne è sempre stata una cosa problematica nei monoteismi. «L’unico femminismo che ci piace è quello silenzioso della Madonna, – scriveva nell’editoriale prenatalizio del 2020 il giornalista di un quotidiano sovranista improvvisatosi teologo, per poi proseguire – è una madre giovane, semplice, dolce, il cui pianto non diventa mai piagnisteo e che ci insegna l’importanza della riflessione interiore». Il silenzio è una virtú, ma solo se sono le donne a praticarlo. Agli uomini nessuno chiede di tacere le loro riflessioni interiori, anzi sono cosí sollecitati a condividerle che è lecito sospettare che prima di parlare parecchi di loro non abbiano riflettuto a sufficienza. Invece al sesso femminile è consigliato di fermarsi alla fase del pensiero afono, proprio come la Maria di Nazareth che, secondo una certa ermeneutica strumentale tradizionalista, ci venne raccontata come creatura talmente annichilita dalle conseguenze dell’unica volta che ha aperto bocca da non voler aggiungere piú una parola per tutta la vita, dalla mangiatoia di Betlemme alla croce del Golgota".
Tratto da "Stai zitta" di Michela Murgia
Sei nata tu forse da sola, Maria? Sei uscita con le tue forze dal ventre di tua madre? O non sei nata con l'aiuto di qualcuno, come tutti i vivi?
- Io ho sempre... - Maria accennò a replicare, ma Bonaria la fermò con un gesto imperioso della mano.
- Zitta, non sai cosa dici. Ti sei tagliata da sola il cordone? Non ti hanno forse lavata e allattata? Non sei nata e cresciuta due volte per grazia di altri, o sei così brava che hai fatto tutto da sola?
Richiamata alla sua dipendenza con quello che le parve un colpo basso assestato con cattiveria, Maria rinunciò a replicare, mentre la voce di Bonaria si abbassava fino a diventare una litania priva di qualunque enfasi.
- Altri hanno deciso per te allora, e altri decideranno quando servirà di farlo. Non c'è nessun vivo che arrivi al suo giorno senza aver avuto padri e madri a ogni angolo di strada, Maria, e tu dovresti saperlo più di tutti.
L'anziana sarta parlava con la sincerità con cui si fanno le confidenze agli sconosciuti sul treno, sapendo che non si dovrà sopportare mai più il peso dei loro occhi.
- Non mi si è mai aperto il ventre, - proseguì, - e Dio sa se lo avrei voluto, ma ho imparato da sola che ai figli bisogna dare lo schiaffo e la carezza, e il seno, e il vino della festa, e tutto quello che serve, quando gli serve. Anche io avevo la mia parte da fare, e l'ho fatta.
- E quale parte era?
- L'ultima. Io sono stata l'ultima madre che alcuni hanno visto.
Tratto da "Accabadora" di Michela Murgia
Maldalchimia.blogspot.com
Tiziana Fenu ©®
Figlie della Madre
*Un grande libro che non si dimentica *
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Ho sentito dire spesso che le donne sono come il vino:
invecchiando migliorano.
Ma non basta.
Le donne sono come il vino,
perché se non te ne intendi,
ti sembrano tutte uguali.
Perché riesci solo a distinguere una bruna da una bionda,
come un rosso da un bianco.
Perché ti fidi di una frizzante e leggera
come di uno spumantino,
ma poi ti taglia le gambe.
Perché fai fatica a mandare giù
una complessa e rompipalle come un rosso strutturato,
ma al secondo sorso,
ti accorgi che ti scalda la bocca e il cuore.
Le donne sono come il vino
e io sono un rosso barricato.
Savina Claudia Bonomi
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Un mio pensiero felice.
I pensieri felici sono quelli che ti fanno cambiare delicatamente l'umore, che ti fanno fare un accenno di sorriso senza che te ne accorgi, che ti tolgono ragnatele dagli occhi e massaggiano un po' il petto. Il mio pensiero felice del momento è il ricordo di una sera d'estate di credo otto anni fa, metà agosto, è il compleanno di zio e come al solito per i grandi compleanni viene organizzata una festa nella "piazzetta" tra la casa e la legnaia, vengono messi dei tavoli da osteria, si tirano fuori tutte le sedie e le panche, zia cucina le fettuccine al sugo di fianchetto, l'altra zia porta tre quattro casatielli, zio apre la sua riserva di vino che millanta ogni anno come il più buono di sempre e tutti parlano, ridono ad alto volume, i bambini giocano e c'è una bella atmosfera da inizio festa, l'aria è tiepida nonostante sia metà agosto, non fa tanto caldo. Sul gradone sul fondo della piazzetta ci sono i fratelli di mia zia che suonano, sono bravissimi, la batteria, il sax, le chitarre, le voci, sono cresciuta con loro che suonano rock, blues, canzoni napoletane, rock progressivo e non mi stancherei mai di sentirli. Ad un certo punto succede, parte zio Augusto alla batteria e cominciano a suonare lei. Io sono da un lato della piazzetta con il mio bicchiere di carta con un po' di vino dentro e, come ci fosse una calamita, incrocio lo sguardo di mio cugino, appoggiato al muro dalla parte opposta alla mia con la sua camicia bianca di lino da artista, i capelli arruffati in tanti riccioli ribelli e una sigaretta in bocca, che con un sorriso complice e cretino mi guarda. E' una sorta di richiamo il nostro: inevitabile e naturale. Cominciamo a muoverci, spalle lui, fianchi io, ogni movimento è un passo l'uno verso l'altro. Ed è così che in pochi secondi siamo al centro della piazzetta a ballare, sinuosi, buffi e seducenti, un ballo di quelli che ti vengono spontanei quando segui la musica e vuoi solo divertirti, è viscerale, è bellissimo. Mentre ballo scendo lenta sulle ginocchia come fosse un passo di danza, poso il bicchiere a terra, mi alzo e gli rubo la sigaretta, lui apre le braccia e canta. Dietro le sue spalle vedo mia cugina che si avvicina ballando, si tiene la gonna ampia arrotolata con una mano alla vita, è bellissima, poi arriva mia madre col suo modo buffissimo di ballare che le scompiglia i capelli, mio zio con i suoi passi avanti e indietro veloci con le braccia aperte, si aggiunge anche Barba (è il suo battesimo di fuoco), tutti cantiamo e balliamo. E' una serata come tante ed è unica allo stesso tempo, gli zii suonano tutte le nostre canzoni preferite e noi facciamo i cretini, c'è tanto casino ma anche tanta calma.
Il mio pensiero felice del momento.
youtube
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Se vuoi scoprire se qualcosa ha un buon sapore, lo puoi fare solo con la bocca.
Come accade con il cibo, con il vino, con una donna.
..::SdB ::..
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Io e l'alcol
Io e l'alcol non siamo molto amici, però a volte, attirato dal bei colori gialli della bottiglia, mi viene voglia di assaggiare un po' di Strega, oppure di annusare l'Amaro del Capo; il whisky, invece, solo sulle ferite, come i cowboy quando devono estrarre una pallottola (si strappa un lembo di camicia dal braccio e se lo mette in bocca, per fare da bite dentale). La mia tecnica per lo Strega e per tutti i distillati che abbiano una gradazione alcolica superiore ai 12 gradi, è di appoggiare il labbro femmineo al bicchierino e di far evaporare l'alcol all'esterno, inalando poi l'aroma col naso, come se fosse un Vicks Vaporub. È dura la vita dei maschi Beta, scherzati fin da piccoli, virilità sempre messa in discussione, pochi peli in faccia, io nel far west avrei potuto fare giusto il chierichetto o il prete, e anche così mi sarei trovato in difficoltà nel passaggio della transustanziazione del vino (ma le chiese riformate bevono vino durante l'eucarestia? boh). (ma la fanno l'eucarestia? boh). (magari a Santa Fe, o a Lafayette). (questa cosa del flusso di coscienza alla Mr Bloom mi sta prendendo un po' la mano). Ho in progetto di assaggiare anche la vodka, ma sempre con la tecnica precedentemente detta "del Vicks Vaporub": mi spalmo la vodka sul petto e poi la inalo di notte.
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Ho sentito dire spesso che le donne sono come il vino: invecchiando migliorano.
Ma non basta.
Le donne sono come il vino, perché se non te ne intendi, ti sembrano tutte uguali.
Perché riesci solo a distinguere una bionda da una bruna, come un rosso da un bianco.
Perché ti fidi di una frizzante e leggera come di uno spumantino, ma poi ti taglia le gambe.
Perché fai fatica a mandar giù una complessa e rompipalle come un rosso strutturato, ma al secondo sorso, ti accorgi che ti scalda la bocca e il cuore.
Fonte : S. C. Bonomi
Le donne sono come il vino e io sono un rosso barricato.
Buona serata anime.🍷
Fonte : seduction-fatale78
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Buonasera. Causa contatore saltato, il frigo di casa è rimasto spento per giorni con tutto il suo contenuto che è andato in putrefazione. Purtroppo abbiamo scoperto che il liquame è scolato nelle intercapedini di ricircolo dell'aria, che vanno dal congelatore sopra al frigo sotto, tutte coibentate in polistirolo che ha assorbito lo schifo, e non accessibili ai comuni mortali. Mi era già capitato di bonificare con successo frigoriferi vecchio stile che però avevano comparti stagni e separati, adesso dopo aver pulito la puzza residua è insopportabile anche dopo aver versato acqua e candeggina nei condotti. Mi spiace buttare tutto perché ha nemmeno 4 anni di vita, ci sono suggerimenti alla disperata per poter far qualcosa?
Benvenuto all'appuntamento mattutino con la Sora Kon-Lella.
Prima di tutto devi assicurarti della pervietà di tali condotti di scolo che solitamente convogliano la condensa e la fanno sgocciolare in un contenitore sopra al motore, dove il calore di quest'ultimo la fa evaporare. Importante è ovviamente avere accesso a tale contenitore, sia per rimuovere i liquami di colliquazione organica - temo oramai rappresi - che per raccogliere l'acqua di prova che avrai tentato di far sgocciolare con una siringa (usa un colorante alimentare o una goccia di betadine per essere sicuro che sia quella).
Se invece non esiste tale contenitore, devi comunque poter individuare il punto terminale dove i liquidi vanno a percolare.
Se l'acqua passa tanto meglio per lo step successivo, in caso contrario dovrai comunque procedere alla rimozione meccanica del liquame rappreso tramite scovolino apposito, senno mediante un fil di ferro sull'estremità del quale avrai avvolto appena un po' di nastro adesivo per evitare che danneggi qualcosa.
Dopo un consono numero di passaggi volti a ottenere l'estromissione di più residui possibile, solo a questo punto passerai alla dissoluzione chimica dei composti organici rimanenti.
Se non hai a disposizione un prodotto specifico per la proteolisi enzimatica (tipo Extrazim Plus o Torden Surgi), allora procedi con l'utilizzo di perossido di idrogeno (acqua ossigenata), la cui reazione romperà i legami proteici del conglomerato otturante e ne faciliterà lo scollamento grazie all'ossidazione da parte delle molecole di O2 formatesi nella reazione esotermica 2H2O2 → 2H2O+O2+Q (Q è la quantità di calore sprigionata).
Maggiori i volumi del prodotto, maggiore l'effetto ma anche i rischi nella manipolazione/reazione.
Assicuratəti, perciò, di aver eseguito tale manovra indossando guanti, mascherina e occhiali di protezione, potrai quindi procedere al pompaggio di semplice acqua calda a 60° tramite siringa che concluderà la pulizia dei condotti.
L'ipoclorito di sodio è un clorossidante con un notevole potere disinfettante ma decisamente scarso per ciò che riguarda la proteolisi (ha solo effetto sbiancante) ma lo potrai usare in abbondanza una volta che avrai ripulito dai detriti... ma bada di aver rimosso il perossido di idrogeno altrimenti combinandosi ne inattiva l'efficacia per creazione di cloruro di sodio e ossigeno libero.
Confidando di poterti essere stato di aiuto, ti ricordo che il sale fino assorbe egregiamente l'olio o il vino versati sulla tovaglia, che un tappo di sughero nell'acqua di bollitura del polpo aiuta ad ammorbidirne le carni e che un chicco di caffé tenuto in bocca è molto efficace contro l'alito cattivo.
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I CINQUE SENSI Sentimi, tra le voci della gente, Nei silenzi della notte, Nella paura di restar solo. Guardami, negli occhi dei passanti, Nei fiori mai donati, Nei vestiti abbandonato a terra. Toccami con le carezze del vento, Con i pensieri sconci, Con le parole che vorresti dirmi. Gustami, in ogni sorso del tuo vino, In ogni pietanza che ti scalda le labbra, In tutti i caffè che lasciano un po’ di amaro in bocca. Fiutami, in ogni donna che incontri, In ogni vicolo in cui ti trovi a passare, Nella malinconia di ogni odore. EK.
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