#impollinazione
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Sorride l’ape
Tornata all’alveare
Con il nettare ?
Per fare buono il miele,
Impollinare il fiore !
BaoUtnaFèretWaka, 26 settembre 2024 - 9.17, Kontowood.
Utamaro, “Song of the Garden”, MET - New York.
#baotzebao#valerio fiandra#haikyou#kontowood#ilrestomanca#ildopovita#baoutnafèretwaka#ape#api#miele#alveare#impollinazione#sorriso#soddisfazione#nettare#fiore
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Disegni Grandi per Bombi Affamati
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Immagina di essere un fiore che deve essere impollinato e quindi ha bisogno di attirare il maggior numero possibile di impollinatori. Ora immagina di essere un bombo che, in poco tempo, deve raccogliere nettare da più fiori adatti. Sicuramente, il bombo non può spostarsi a caso tra i fiori sperando di trovare quelli giusti: sarebbe uno spreco di energia. Allo stesso tempo, il fiore deve sviluppare caratteristiche che attraggano specifici impollinatori utili. Fino a poco tempo fa, si pensava che i colori accesi e il profumo del nettare fossero le cause principali dell'attrazione degli impollinatori. Ma sembra esserci di più dietro: esistono infatti bersagli nascosti nei motivi dei fiori che giocano un ruolo significativo nell'attirare le api.
Come si è giunti a questa scoperta? Ricerche precedenti avevano identificato specifici fattori di trascrizione ed enzimi responsabili della produzione dei pigmenti e delle texture superficiali dei petali, ma i processi iniziali che dividono l'epidermide del petalo in due regioni distinte rimanevano un mistero.
Per provare a capire il processo, un gruppo di ricercatori ha sviluppato un metodo per dissezionare, preparare e osservare al microscopio minuscoli petali di ibisco. In questo modo hanno scoperto che, nelle prime fasi di sviluppo, i petali hanno circa 700 cellule verdastre, senza la tipica pigmentazione viola e senza differenze nella forma o dimensione delle cellule. Con il progredire dello sviluppo, quando il petalo raggiunge le 4.000 cellule, il viola non è ancora visibile, ma si osserva una regione specifica dove le cellule sono più grandi delle vicine: questo è il pre-modello. Tali cellule segnano la posizione del confine del bersaglio, la linea sul petalo dove il colore cambia da viola a bianco. E cosa succede senza un confine? Nessun bersaglio. E senza bersaglio? Nessuna impollinazione.
Utilizzando modelli computazionali, gli scienziati hanno inoltre scoperto che l'ibisco può modificare le dimensioni del bersaglio molto presto nella fase di pre-modellazione, regolando l'espansione o la divisione cellulare più avanti nello sviluppo. Questo processo determina lo sviluppo delle diverse regioni colorate, tra cui il bersaglio viola che attrae i bombi.
Torniamo quindi a questi insetti fondamentali: qual è la loro relazione con l'ibisco? I bombi hanno una chiara preferenza per i bersagli più grandi ed erano anche il 25% più veloci nel visitare questi fiori con bersagli di dimensioni maggiori. Questa preferenza aumenta l'efficienza sia delle api che dei fiori; infatti, il volo richiede molta energia, e se un bombo può visitare in poco tempo più fiori, diventa vantaggioso sia per l’animale che per le piante.
La precisione dei disegni naturali gioca un ruolo cruciale nella sopravvivenza e nell'evoluzione delle specie. 𝐻𝑖𝑏𝑖𝑠𝑐𝑢𝑠 𝑡𝑟𝑖𝑜𝑛𝑢𝑚, ad esempio, con bersagli di dimensioni maggiori, attrae probabilmente più impollinatori, aumentando il suo successo riproduttivo. Specie come l'𝐻𝑖𝑏𝑖𝑠𝑐𝑢𝑠 𝑟𝑖𝑐ℎ𝑎𝑟𝑑𝑠𝑜𝑛𝑖𝑖, invece, sono considerate vulnerabili e in pericolo di estinzione forse anche perché hanno bersagli piccoli e quindi vengono meno scelte dagli impollinatori. Accrescere la nostra conoscenza di questi disegni floreali può aiutare a sviluppare strategie per incrementare le visite degli impollinatori, fondamentale per il successo delle colture che dipendono dall'impollinazione.
A Presto e Buona Scienza!
Fonte
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A COSA SERVONO LE ZANZARE?
Dopo aver risolto il mistero di che fine facciano le zanzare durante l’inverno, resta da trovare la risposta alle domande che capita di farci quando siamo in preda al prurito: perché esistono le zanzare? A cosa servono? Se dovessero scomparire dalla faccia della Terra oggi stesso non sarebbe meglio per tutti quanti? È indubbio che siano tra gli insetti più fastidiosi; se guardiamo alle…
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IMPOLLINAZIONE Oggi terzo appuntamento con l'impollinazione. Dopo aver visto la sua importanza vediamo in questa immagine quali sono gli effetti di una impollinazione incompleta o completa. La pera avrà una forma lunga e snella con un'impollinazione parziale di 1 ovulo su 10. Man mano che l'impollinazione aumenta di effetto avremo una pera sempre più grossa e succulenta fino all'impaginazione completa di 10 ovuli su 10. Per le fragole invece si può notare la differenza di peso (e quindi di pezzatura) che aumenta all'aumentare delle visite delle api. #impollinazione #terraedelizie #ritornoallaterra https://www.instagram.com/p/CocTeZ-tdtX/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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I fichi: fiori invertiti, non frutti, e il curioso legame con le vespe. Recensione di Alessandria today
Scopri il mondo affascinante dei fichi, tra botanica, biologia e tradizione agricola.
Scopri il mondo affascinante dei fichi, tra botanica, biologia e tradizione agricola. I fichi: una storia che capovolge le nostre certezze Spesso considerati un frutto, i fichi sono in realtà qualcosa di molto più complesso e affascinante. Dal punto di vista botanico, il fico non è un frutto singolo, bensì un’infruttescenza, ovvero un insieme di piccoli frutti chiamati acheni, racchiusi in una…
#acheni#agricoltura italiana#agricoltura moderna#Alessandria today#alimentazione e natura#biologia dei fichi#biologia e natura#biologia naturale#botanica dei fichi#caratteristiche del fico#cibo e biologia.#coltivazione dei fichi#coltivazione senza vespe#coltura del fico#consistenza dei fichi#curiosità botaniche#curiosità sulla frutta#Fichi#fichi commestibili#fichi e vespe#fichi in cucina#fico partenocarpico#fiori invertiti#fiori nascosti#frutta o infruttescenza#frutti croccanti#Google News#impollinazione naturale#impollinazione naturale fichi#infruttescenza
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Piccoli paracadute che volano via con il vento ツ
𝐃𝐚𝐧𝐝𝐞𝐥𝐢𝐨𝐧 (𝑑𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑑𝑖 𝑙𝑒𝑜𝑛𝑒; nome scientifico: Taraxacum): pianta da fiore della famiglia delle Asteraceae, originaria dell'Eurasia ed ampiamente introdotta in Nord e Sud America e in altri continenti; specie invasiva in alcune aree.
Le foglie affilate assomigliano un po' ai denti di leone.
I suoi semi sono come piccoli paracadute che volano via con il vento, allargandosi e facendo crescere altri denti di leone; sono usati in Cina come medicina. Il polline di tarassaco può spesso provocare allergie.
Molte specie di Taraxacum producono semi asessualmente per apomissis (senza impollinazione); la progenie risulta, pertanto, geneticamente identica alla pianta madre.
Al Razi, intorno al 900 d.C., scrisse il tarashaquq è come la cicoria; uno scienziato e filosofo musulmano, Ibn Sīnā, intorno al 1000 a.C. scrisse il capitolo d'un libro sul Taraxacum; Gerardo da Cremona, nel tradurre dall'arabo al giapponese, intorno al 1170, lo indicò con tarasacon.
#𝐃𝐚𝐧𝐝𝐞𝐥𝐢𝐨𝐧#𝑑𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑑𝑖 𝑙𝑒𝑜𝑛𝑒#Taraxacum#Asteraceae#Eurasia#Nord e Sud America#piccoli paracadute che volano via con il vento#Cina#medicina#polline di tarassaco#apomissis#pianta madre#senza impollinazione#progenie geneticamente identica alla pianta madre#Al Razi#900 d.C#Gerardo da Cremona#Ibn Sīnā#1000 a.C.#1170#tarasacon#il tarashaquq è come la cicoria
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1) Forma di mimetismo tra:
2) Himantoglossum hircinum (L.) Spreng. – Barbone (Orchidaceae)
e
3) Onobrychis viciifolia Scop. – Lupinella (Fabaceae)
per ottenere una maggiore frequenza di impollinazione
#photographers on tumblr#digital image processing#original photographs#flowers#pollination#Orchidaceae#Fabaceae
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"Gigantesche turbine eoliche più alte dell'edificio Gherkin di Londra saranno costruite in tutta la campagna britannica dopo che Ed Miliband ha respinto le richieste di imporre un limite di altezza.
La decisione del Segretario all'Energia significa che turbine alte fino a 850 piedi possono essere costruite su colline e campi, molto più alte del grattacielo di Londra, che si trova a 591 piedi.
Miliband ha revocato il divieto del precedente governo su tutto l'eolico onshore nelle campagne inglesi, annunciando l'intenzione di darsi il potere decisionale finale sulle domande nel tentativo di raggiungere gli obiettivi di zero netto.
Un portavoce del Dipartimento dell'Energia ha anche chiarito la scorsa settimana che non ci saranno restrizioni di altezza imposte alle nuove turbine, aprendo la strada a modelli massicci sviluppati da produttori cinesi e non solo, da erigere in tutto il Regno Unito.
Ha detto: "Non ci sono limiti nazionali all'altezza delle turbine nel Regno Unito"."
Affermando di volere preservare la biodiversità, la natura che tanto amano, di voler salvare il mondo intero dall'azione della mano industrializzata dell'uomo.
Eppur non sembra, perché distruggere foreste per farne biomassa, ed applicare questa distruzione utilizzando strumenti e mezzi alimentati da comunissimo gasolio, rinnegare le promesse sulla conservazione della specie ed uccidere rapaci ed altri volatili, ma non solo i volatili, in via di estinzione (soprattutto in Germania e negli Stati Uniti) privandoli dell'habitat ove sopravvivere e riprodursi.
Distruggere l'ambiente ed il paesaggio, privando la Terra di uno dei suoi due fondamentali termostati (ovviamente sappiamo che il termostato fondamentale è costituito dagli Oceani). Azzerare l'assorbimento di CO2 e il corretto equilibrio dell'umidità ambientale, così come privare le aree prima rurali del necessario albedo, fondamentale per il mantenimento dell'equilibrio termico tra le aree densamente popolate, ove è palese e dimostrato l'effetto isola di calore urbano, e appunto le aree rurali, dove le temperature medie sono di 4°C - 6°C inferiori.
Distruggere, attenzione, non per cercare di produrre bene, ma per alimentare quella che è SOLO una SPECULAZIONE economica; se il fotovoltaico e l'eolico fossero così economici e razionali, non necessiterebbero di migliaia di miliardi di dollari/euro di sovvenzioni (siamo ben sopra i 15 trilioni di dollari complessivi bruciati in nome della speculazione per poco meno del 3% dell'energia elettrica realmente consumata da queste fonti, che producono quando non serve, e non forniscono nulla quando è fondamentale averne disponibilità).
Si aggiunga al danno la beffa: le turbine eoliche non sono ventilatori, ma sottraggono energia dal vettore "aria atmosferica", riducendo l'Entropia di sistema, diversamente da quanto pretendono di affermare falsi ambientalisti e speculatori collegati.
Il Texas ha dimostrato quanto già noto per il fotovoltaico in Germania e Australia: anche le turbine eoliche contribuiscono in modo determinante all'effetto isola di calore urbano per la riduzione del rimescolamento d'aria a valle delle turbine, con conseguenze, anche, sulla produzione agricola per minor impollinazione.
E, a concludere, sono milioni i volatili che annualmente vengono letteralmente fatti a pezzi da questi inutili dispositivi, che non hanno nulla di nuovo e di rivoluzionario, ed erano stati già messi al bando in California nel 1907, dopo essere stata dimostrata la loro inutilità per alimentare un sistema elettrico industriale e moderno.
#truffa energetica#truffa rinnovabili#truffa climatica#devastazione ecologica#Greta la troia europea
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Sapevate che una delle prime monete al mondo figurava il simbolo di un'ape?
Sapevate che il miele contiene enzimi vivi?
Sapevate che questi enzimi muoiono quando entrano in contatto con un cucchiaio di metallo? È meglio mangiare il miele con un cucchiaio di legno; se non ne trovate uno, usate un cucchiaio di plastica.
Sapevate che il miele contiene una sostanza che fa funzionare meglio il cervello?
Sapevate che il miele è uno dei pochi alimenti sulla terra che da solo può sostenere la vita umana?
Sapevate che le api hanno salvato le persone in Africa dalla fame? Che un cucchiaio di miele è sufficiente a mantenere in vita una persona per 24 ore?
Sapevate che la propoli, prodotta dalle api, è uno dei più potenti ANTIBIOTICI naturali?
Sapevate che il miele non ha una data di scadenza?
Sapevate che i corpi dei grandi imperatori del mondo venivano sepolti in bare d'oro e poi ricoperti di miele per evitare la putrefazione?
Sapevate che il termine "LUNA DI MIELE" deriva dal fatto che gli sposi consumavano miele per la fertilità dopo il matrimonio?
Sapevate che un'ape vive meno di 40 giorni, visita almeno 1000 fiori e produce meno di un cucchiaino di miele, ma per loro è una vita intera.
Se scomparissero le api le coltivazioni agrarie non avrebbero modo di perpetuarsi e la nostra stessa sopravvivenza sarebbe in pericolo, visto che buona parte del cibo che consumiamo dipende, direttamente o indirettamente, dall'opera di impollinazione.
Naturalmente si parla del miele vero.
Grazie, Api❣️🙏🏻
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SCOPERTA UNA NUOVA PIANTA CHE FIORISCE SOTTO TERRA
I ricercatori dei Royal Botanic Gardens Kew di Londra hanno scoperto e descritto, per la prima volta, una palma che fiorisce e fruttifica interamente sottoterra. A causa di questa insolita caratteristica, gli scienziati hanno chiamato la nuova specie Pinanga subterranea.
Sebbene la pianta fosse già nota agli indigeni del Borneo, la Pinanga è stata finora completamente sconosciuta dalla comunità scientifica. Secondo i ricercatori ciò evidenzia la necessità di collaborare più strettamente con le comunità indigene e la loro complessa conoscenza del paesaggio e delle foreste. “Un caso estremamente raro di geofloria, cioè la fioritura sotterranea, e il primissimo esempio conosciuto del suo genere nell’intera famiglia delle palme. È davvero una scoperta irripetibile” ha dichiarato Benedikt Kuhnhäuser del RBG Kew.
La stragrande maggioranza delle piante da fiore (angiosperme) si è evoluta per sviluppare fiori e frutti fuori terra, il che aiuta a facilitare l’impollinazione e la dispersione dei semi. Un piccolo sottoinsieme di piante, tuttavia, si è evoluto per fiorire e fruttificare sottoterra, processi noti rispettivamente come geofloria e geocarpia. La fruttificazione e la fioritura interamente sotterranee sono un fenomeno estremamente raro e, a conoscenza degli autori, è stato osservato finora solo nel genere delle piccole orchidee Rhizanthella. Questo comportamento insolito ha interrogato gli scienziati in quanto apparentemente ostacola la capacità di una pianta di impollinare e diffondere con successo i semi, e non è mai stato osservato prima nella famiglia delle palme. La scoperta apre nuovi orizzonti e molti nuovi spunti per la conoscenza dell’evoluzione, impollinazione e dispersione delle piante.
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Fonte: Royal Botanic Gardens Kew
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Ricettario verde
Always, Wherever La globalizzazione ha un volto umano e le piante ci aiutano a scoprirlo. Pensiamo a come si riproducono: non solo impollinazione, spesso gli agenti atmosferici trasportano i semi o pollini che germogliare, fioriscono, sbocciano e fanno frutto. Questo ci dice già di come la natura si sposti e cerchi di radicarsi in ambienti non ospitali, favorita dal cambiamento climatico che…
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I figli di Afelio di Emanuele Marullo
Torna dal 22 giugno al 29 settembre 2024 Una Boccata d’Arte, il progetto diffuso d’arte contemporanea promosso da Fondazione Elpis. 20 borghi e paesi di tutta Italia, uno per ogni regione, ospitano 20 interventi realizzati da 20 artiste e artisti italiani e internazionali a seguito di un periodo di residenza a contatto con il territorio e le comunità locali. Quest’anno Una Boccata d’Arte giunge alla sua quinta edizione, con 100 progetti realizzati dal 2020. Per l’occasione sono stati invitati solo artisti under 35 che, per la diversità della loro pratica e della loro ricerca, offrono un ampio sguardo sul panorama contemporaneo. Nell’ambito della quinta edizione di Una Boccata d’Arte, Poggiorsini (BA), in Puglia, ospita l’intervento I figli di Afelio dell’artista Emanuele Marullo (Catania, 1989), coordinato da VOGA Art Project - Flavia Tritto e Nicola Guastamacchia. Il progetto è realizzato con il sostegno di PwC. L’intervento I figli di Afelio genera una riflessione che supera binomi gerarchici quali io/altro e centro/periferia, intrecciando, in una sintesi di materia e luce, storie locali e storia universale. Spiega Emanuele Marullo: “I figli di Afelio è un’immagine mitologica che richiama un luogo cosmico: il punto orbitale più distante dal Sole. Al contempo, è uno sguardo posto su un orizzonte molto vicino, terreno e vitale”. “L’avvio della quinta edizione di Una Boccata d’Arte segna un bellissimo traguardo, 100 interventi realizzati in 100 borghi da altrettanti artiste e artisti internazionali a partire dal 2020, anno in cui il progetto è nato con l'idea di sostenere i giovani artisti, in linea con la nostra missione” dichiara Marina Nissim, Presidente di Fondazione Elpis. “Per l’anniversario speciale dei cinque anni abbiamo scelto di coinvolgere solo artisti under 35, che stanno dimostrando grande entusiasmo e partecipazione, sia nella realizzazione degli interventi, sia nella relazione con il territorio e con le comunità locali. È sorprendente la grande rete di relazioni umane e professionali che nel tempo si è venuta a creare attorno a Una Boccata d’Arte, grazie al prezioso contributo di artisti, curatori, sindaci, amministrazioni locali e cittadini. Le tante opere che sono state accolte in modo permanente dai borghi sono il frutto di questa riuscita sinergia. Anche quest’anno Una Boccata d’Arte lascerà il segno con la sua capacità di coinvolgere abitanti e pubblico e creare connessioni intorno ai 20 progetti.” Attraverso 20 interventi site specific che includono mostre diffuse, installazioni, performance, laboratori e libri d’artista, Una Boccata d’Arte attiva per tutta l’estate uno speciale itinerario culturale che si snoda lungo la penisola: un invito al viaggio e alla scoperta di luoghi inaspettati, lontani dai circuiti tradizionali dell’arte contemporanea Una Boccata d’Arte è un progetto realizzato in collaborazione con Maurizio Rigillo, Cofondatore di Galleria Continua, e con Threes che ogni anno cura tre interventi incentrati sulla sperimentazione sonora, quest’anno in Abruzzo, Lazio e Molise. “Alla quinta edizione, sono già cinque i borghi per ogni regione italiana che abbiamo coinvolto con Una Boccata d’Arte, innescando un processo virtuoso di impollinazione del territorio attraverso l’arte contemporanea” racconta Maurizio Rigillo, Cofondatore di Galleria Continua. “Grazie alla professionalità e generosità degli artisti, italiani e non, questi paesi hanno dato prova di grande capacità di accoglienza e risposta alle proposte artistiche, dimostrandosi luoghi vivi e fertili. In questa edizione in particolare, si è voluto coinvolgere solo giovani artisti che si sono rivelati sempre più disponibili a spendere un lungo tempo nei borghi per l’ideazione e realizzazione del proprio progetto, conoscendo la realtà cittadina ed entrando sempre più in profondità nel territorio. È infatti emersa con insistenza, edizione dopo edizione, l’esigenza degli artisti di vivere lunghe esperienze e relazioni più accurate. Queste residenze sono poi convogliate in opere e progetti fortemente legati al borgo ospitante, come dimostra la già nutrita sezione del sito dedicata alle opere permanenti. La quinta edizione continuerà in questa direzione, segnata fin dall’inizio dalla missione di Fondazione Elpis, ampliando ulteriormente la rete di piccoli centri italiani uniti dall’arte contemporanea.” “La consolidata partecipazione di Threes al progetto Una Boccata D'Arte si articola quest’anno nella curatela di tre interventi site specific nelle regioni di Lazio, Abruzzo e Molise. In particolare, Threes ha selezionato tre giovani talenti emergenti la cui pratica artistica esplora medium e modalità espressive differenti, con un forte focus sulla sperimentazione sonora” spiega il team curatoriale Threes. “Elena Rivoltini è un’attrice, performer vocale e compositrice che esplora le potenzialità drammaturgiche della voce, attingendo dalla musica sacra al canto gregoriano, dalla techno alla spoken poetry. Agostino Quaranta, artista visivo e produttore, originario della Puglia e residente a Londra da anni, mette in relazione sperimentazioni musicali con antichi patrimoni ritmici, sonori e linguistici. Beatriz de Rijke è un’artista panteista audiovisiva e cantautrice olandese-inglese la cui pratica fonde elementi della musica pop con una visione "totale" dell'arte e della vita” Il 2024 segna il raggiungimento di un importante traguardo: 100 progetti realizzati, 100 artisti e 100 borghi coinvolti nel corso di cinque edizioni insieme a partner tecnici, associazioni locali e persone che a vario titolo hanno reso possibile la realizzazione degli interventi. In questo modo, Una Boccata d’Arte alimenta una rete diffusa di relazioni e partecipazioni che diventa ogni anno sempre più ampia. Grazie alle acquisizioni delle amministrazioni e alle donazioni degli artisti, ad oggi oltre un terzo dei borghi coinvolti hanno scelto di accogliere in modo permanente le opere realizzate nell’ambito delle quattro edizioni trascorse. In Puglia, Una Boccata d’Arte ha coinvolto, con interventi site specific, mostre e installazioni, i borghi di Presicce-Acquarica (2020), Pietramontecorvino (2021), Spinazzola (2022) e Maruggio (2023). In questa regione, sono rimaste permanenti le opere: Whalebone Arch (2020), di Claudia Losi a Presicce-Acquarica, Temmatemenetè (2021), di Gaia Di Lorenzo a Pietramontecorvino, e Barely Invisible Cities (2023), di Evita Vasiljeva a Maruggio. Tutte le opere permanenti di Una Boccata d’Arte sono raccolte nella nuova sezione dedicata del sito www.unaboccatadarte.it, una mappa interattiva completa di approfondimenti. Una Boccata d’Arte è un progetto ideato nel 2020 da Marina Nissim, Presidente di Fondazione Elpis, con l’obiettivo di valorizzare il patrimonio storico e paesaggistico di piccoli centri, attraverso la condivisione di pratiche e linguaggi dell’arte contemporanea. Diffuso in tutt’Italia, il progetto coinvolge ogni anno 20 borghi con meno di 5mila abitanti, situati in aree diverse per riscoprire l’intero territorio regionale. In virtù della loro dimensione raccolta, questi luoghi diventano il contesto ideale per la sperimentazione artistica e la creazione di nuovi immaginari. Photo credits: Christian Mantuano Read the full article
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CX Campus inaugura le oasi di Biodiversità
CX (Campus & Hotel), società leader nello Student Housing e Short Stay, accoglie nei suoi campus dislocati sul territorio italiano, il progetto “Oasi Urbane di biodiversità”. Un nuovo e importante programma per il riequilibrio degli ecosistemi ambientali, che favorisce gli insetti nell’attività di impollinazione e, quindi, l’assorbimento di CO2. In partnership con 3Bee – innovativa startup…
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È possibile avere abbia visto un colibrì in Italia?
Passeggiando per boschi e campi può capitare di imbattersi in un bizzarro uccellino: vola da un fiore all’altro per succhiarne il nettare con una lunga proboscide, è capace di restare fermo in volo sbattendo velocemente le ali ed è molto piccolo. Insomma, a prima vista si direbbe che si tratti proprio di un colibrì. Ma è possibile che in Italia ci siano?
#Colibrì#Italia#Macroglossum#Stellatarum#Falena#scienze#Scienze naturali#blog#Divulgazione#Animali#insetti#fiori#Un oblò sul Beagle#Biologia#Evoluzione#Convergente#uccello#uccelli#Impollinazione
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Il tulipifero l'ape e il pidocchio
Una prospettiva marxista
Di ritorno dalla passeggiata sul Viale, il sole tiepido, brezza accennata, per mano lei, si passa a fianco di un tulipifero. Ha le foglie coperte di melata, morse dagli afidi, e su ogni foglia sorregge almeno un'ape bottinatrice che sugge quella linfa prendendosi un po' di riposo dalla ricerca furiosa dei pollini. Attimi di pace e fresca dolcezza, nessun bisogno di lavorare per vivere. Il grande albero offre stille dal suo corpo ferito perché le piccole operaie abbiano tregua.
...
Il grande albero, accenna alla fioritura. Come ogni anno l'aspirazione alla vita eterna ha per nome impollinazione. Lanciare a ogni costo nel futuro la propria linea di sangue. Eternità. I pidocchi come ogni anno muoiono di fame. Loro sì possiedono solo le loro larve e null'altro e il vecchio lo sa e permette loro di rubare linfa bastante per non morire, di quella fame. In fondo un piccolo danno. Con quella stessa linfa l'albero ha di che sedurre le piccole api. "Fermati mia cara, riposati e bevi il dolce dalle mie vene. Ti offro una vita lunga e agiata, la fuga dalla servitù bruta e affannosa della ricerca. Dimentica la madre e le sorelle, aspetta con me lo sbocciare dei fiori. La tua fine arte allora mi risarcirà del dolore, rendendomi gravido ogni fiore." Eternità.
Sfruttamento e inganno. Cosi la classe dominante corrompe e fomenta la guerra tra poveri, col miraggio di una vita decente, con l'illusione di una vita migliore.
Ma per il padrone, Eternità.
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Come usare le app per riconoscere gli insetti e scoprire il loro nome, le loro caratteristiche e il loro ruolo nella natura
Se sei un appassionato di natura e di insetti, o se semplicemente vuoi saperne di più su questi piccoli e affascinanti esseri viventi, le app per riconoscere gli insetti sono fatte per te. Queste app ti permettono di identificare facilmente e velocemente gli insetti che incontri, usando la fotocamera del tuo smartphone o tablet. In questo articolo ti spiegheremo come usare le migliori app per riconoscere gli insetti e quali sono i vantaggi che puoi trarre da queste applicazioni.
Vuoi scoprire il mondo degli insetti e imparare a identificarli facilmente? In questo articolo ti spieghiamo come usare le app per riconoscere gli insetti, quali sono le migliori e quali vantaggi offrono.
Comunque se sei un appassionato di entomologia o vuoi scoprire il mondo degli insetti, puoi usare queste app gratuite e semplici da usare che ti aiutano a identificare le diverse specie di insetti tramite foto, descrizioni e mappe di distribuzione. Vediamo quindi quali sono le migliori app per riconoscere gli insetti.
Come usare le app per riconoscere gli insetti
Per usare le app per riconoscere gli insetti è molto semplice e intuitivo. Basta seguire questi passaggi: - Scarica l’app per riconoscere gli insetti che preferisci dallo store del tuo dispositivo. Ce ne sono di diverse tipologie e funzionalità, ma in generale tutte si basano sul principio del riconoscimento visivo tramite intelligenza artificiale. - Apri l’app e attiva la fotocamera. Inquadra l’insetto che vuoi identificare, cercando di avere una buona illuminazione e una buona messa a fuoco. Se possibile, avvicinati il più possibile all’insetto senza disturbarlo o danneggiarlo. - Scatta una foto o registra un breve video dell’insetto. L’app analizzerà l’immagine o il filmato e ti mostrerà il nome comune e scientifico dell’insetto, insieme ad altre informazioni utili come la famiglia, l’ordine, la classe e il phylum a cui appartiene. - Se vuoi approfondire la conoscenza dell’insetto, puoi accedere a una scheda dettagliata che ti illustrerà le caratteristiche morfologiche, fisiologiche, comportamentali ed ecologiche dell’insetto, con immagini, testi e link a fonti affidabili. - Se vuoi condividere la tua scoperta con altri utenti, puoi salvare la foto o il video nell’app o inviarla tramite email o social network. Alcune app ti permettono anche di creare una collezione personale di insetti che hai riconosciuto o di partecipare a progetti di citizen science per contribuire alla ricerca scientifica sul mondo degli insetti.
Perché usare le app per riconoscere gli insetti
Usare le app per riconoscere gli insetti ha molti vantaggi, sia per te che per l’ambiente. Ecco alcuni dei motivi per cui ti consigliamo di provare queste app: - Soddisfare la tua curiosità. Gli insetti sono tra gli animali più numerosi e diversificati del pianeta, con oltre un milione di specie conosciute e molte altre ancora da scoprire. Usando le app per riconoscere gli insetti puoi imparare i nomi e le caratteristiche di questi incredibili organismi, ampliando la tua cultura generale e la tua consapevolezza ecologica. - Rispettare la natura. Gli insetti svolgono un ruolo fondamentale negli ecosistemi, sia come fonte di cibo per altri animali che come agenti di impollinazione, decomposizione e controllo biologico. Usando le app per riconoscere gli insetti puoi apprezzare la bellezza e l’importanza di questi esseri viventi, evitando di ucciderli o danneggiarli inutilmente. - Divertirti e socializzare. Usare le app per riconoscere gli insetti può essere un’attività divertente e stimolante da fare da soli o in compagnia. Puoi sfidare te stesso o i tuoi amici a trovare e identificare il maggior numero di insetti diversi, oppure puoi condividere le tue scoperte con altri utenti appassionati di natura e scienza.
Le migliori app per riconoscere gli insetti per Android e iOS
Bene dopo averti spiegato come usare le app per riconoscere gli insetti e perché usarle vediamo ora quali sono le migliori app per riconoscere gli insetti per Android e iOS. Seek by iNaturalist (Android/iOS)
Questa è la nostra app preferita per riconoscere gli insetti. Si tratta di un’app gratuita e senza pubblicità, sviluppata da iNaturalist, una delle più grandi comunità online di naturalisti e scienziati. Seek ti permette di identificare gli insetti in tempo reale, senza bisogno di scattare una foto o registrare un video. Basta inquadrare l’insetto con la fotocamera e l’app ti mostrerà il nome comune e scientifico dell’insetto, insieme ad altre informazioni utili come la famiglia, l’ordine, la classe e il phylum a cui appartiene. Seek ti offre anche la possibilità di accedere a una scheda dettagliata che ti illustrerà le caratteristiche morfologiche, fisiologiche, comportamentali ed ecologiche dell’insetto, con immagini, testi e link a fonti affidabili. Inoltre, Seek ti consente di creare una collezione personale di insetti che hai riconosciuto, di guadagnare dei badge in base al numero e alla varietà degli insetti che hai identificato, e di partecipare a progetti di citizen science per contribuire alla ricerca scientifica sul mondo degli insetti. Seek è disponibile sia per Android che per iOS. Picture Insect - Bug Identifier (Android/iOS)
Questa è un’altra app molto valida per riconoscere gli insetti. Si tratta di un’app gratuita con pubblicità (che si possono rimuovere con un acquisto in-app), sviluppata da Next Vision Limited. Picture Insect ti permette di identificare gli insetti scattando una foto o registrando un video dell’insetto che vuoi riconoscere. L’app analizzerà l’immagine o il filmato e ti mostrerà il nome comune e scientifico dell’insetto, insieme ad altre informazioni utili come la famiglia, l’ordine, la classe e il phylum a cui appartiene. Picture Insect ti offre anche la possibilità di accedere a una scheda dettagliata che ti illustrerà le caratteristiche morfologiche, fisiologiche, comportamentali ed ecologiche dell’insetto, con immagini, testi e link a fonti affidabili. Inoltre, Picture Insect ti consente di salvare la foto o il video nell’app o di condividerla tramite email o social network. Picture Insect è disponibile sia per Android che per iOS. Insect Identification (Android)
Questa è un’app semplice ma efficace per riconoscere gli insetti. Si tratta di un’app gratuita con pubblicità (che si possono rimuovere con un acquisto in-app), sviluppata da Happimoji. Insect Identification ti permette di identificare gli insetti scattando una foto o registrando un video dell’insetto che vuoi riconoscere. L’app analizzerà l’immagine o il filmato e ti mostrerà il nome comune e scientifico dell’insetto, insieme ad altre informazioni utili come la famiglia, l’ordine, la classe e il phylum a cui appartiene. Insect Identification non offre altre funzionalità aggiuntive, ma è un’app facile da usare e abbastanza accurata nel riconoscimento visivo. Insect Identification è disponibile solo per Android. Insect Identifier (iOS)
Questa è un’app avanzata ma costosa per riconoscere gli insetti. Si tratta di un’app a pagamento (4.99 euro), senza pubblicità, sviluppata da Phuong Bui. Insect Identifier ti permette di identificare gli insetti scattando una foto o registrando un video dell’insetto che vuoi riconoscere. L’app analizzerà l’immagine o il filmato e ti mostrerà il nome comune e scientifico dell’insetto, insieme ad altre informazioni utili come la famiglia, l’ordine, la classe e il phylum a cui appartiene. Insect Identifier ti offre anche la possibilità di accedere a una scheda dettagliata che ti illustrerà le caratteristiche morfologiche, fisiologiche, comportamentali ed ecologiche dell’insetto, con immagini, testi e link a fonti affidabili. Inoltre, Insect Identifier ti consente di salvare la foto o il video nell’app o di condividerla tramite email o social network. Insect Identifier è disponibile solo per iOS.
Conclusione
In questo articolo ti abbiamo mostrato come usare le app per riconoscere gli insetti, quali sono le migliori app disponibili e quali vantaggi offrono. Usando queste app potrai scoprire il mondo degli insetti e imparare a identificarli facilmente, grazie a foto, descrizioni e mappe di distribuzione.
Note finali
E siamo arrivati alle note finali di questa guida su come usare le app per riconoscere gli insetti e scoprire il loro nome, le loro caratteristiche e il loro ruolo nella natura. Prima di salutare volevo informarti che mi trovi anche sui Social Network, per entrarci clicca sulle icone appropriate che trovi nella Home di questo blog, inoltre se la guida ti è piaciuta condividila pure attraverso i pulsanti social di Facebook, Twitter, Pinterest e Tumblr, per far conoscere il blog anche ai tuoi amici, ecco con questo è tutto Wiz ti saluti. Read the full article
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