#il punto è che non mi sento benissimo ma non peggio di come mi sto sentendo da due settimane a questa parte
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in tutto ciò nel mio ufficio ci sono 24 gradi (storia lunga) eppure io con maglione e sciarpa ho i brividi. potrei in effetti avere la febbre
#il punto è che non mi sento benissimo ma non peggio di come mi sto sentendo da due settimane a questa parte#cioè in pratica in più ho solo i brividi#non provo la febbre perché se dovessi leggere di avere tipo 35.4 poi ci rimango male#e in ufficio oggi sono da sola
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Non avrei mai pensato di riaprire questo sarcofago, ma eccoci qui.
Tutto perchè sono stupido e qualcosa in me mi spinge sempre a farmi del male, a capire anche se non devo e a non lasciare nulla nel passato.
Io sono tremendamente avido, l’ho sempre saputo, dai tempi delle medie a oggi non è cambiato molto nel mio carattere se non qualche accorgimento in più a livello morale, non perchè lo trovi giusto, ma perchè sono sicuro che se fosse fatto a me probabilmente mi porterebbe al manicomio.
Ho fatto un sacco di errori nella vita, li ricordo tutti e non mi pento di nessuno, nonostante quello che si possa pensare di me, io penso attentamente a quello che faccio, anche troppo, al punto da far diventare un ricordo un ostaggio, come in questo caso
La mia vita è cambiata molto, ho una figlia che adoro, ma per circostanze la vedo veramente poco. Non dico di essere il miglior padre del mondo, anzi, probabilmente all’attuale sono peggio del mio vecchio, ed è difficile credetemi.
Ho mandato in fumo una situazione sicura, al 100%, una relazione quasi perfetta.
Ho mandato all’aria ció che ho sempre desiderato, una famiglia vera.
E il bello è che non ho avuto un vero motivo se non i litigi continui, io odio profondamente la gente che urla, non la sopporto, mi sento un ragazzino di 14 anni impotente in queste situazioni, ed ho mandato tutto all’aria, tipico mio, non mi sorprende, il problema è che per una volta in cui non ho fatto nulla, vengo trattato come un essere indegno. So di essere un un uomo non adatto alle relazioni, ho sempre avuto un pensiero condiviso con la persona che probabilmente mi rappresenta di più, Marracash che dice:” L’Amore esiste la coppia è un invenzione dell’uomo.��
E lo avrei capito benissimo se a odiarmi così fosse stata Rebecca, magari Desi o Sofia, loro ne avrebbero tutto il diritto, le ho tradite tutte, e me ne vergogno così tanto. possono o potete pensare ció che vi pare, ma non l’ho nascosto perchè sono un codardo, o meglio, lo sono, ma non è questo il caso, l’ho fatto percchè non meritavano di soffrire più di quanto non lo avessero fatto già, stare con me è una dura gara di resistenza mentale, e sto cercando di capire cosa mi spinge a essere così, ma la ricerca mi terrorizza, più vado avanti nella vota più mi rendo conto che in me c’è qualcosa che non va, un ingranaggio che manca, un interruttore che si accende e si spegne, e mi fa paura, io ho vissuto con uno schizzofrenico che mi ha reso la vita un inferno, e se lo fossi anche io? Non penso schizzofrenia, ma depressione, bipolarismo, disturbo borderline. Mi terrorizza l’idea di dover prendere medicine per tutta la vita, e mi sento impotente sulle decisioni nella mia stessa mente, è terribile, mi sento chiuso in una bolla che mi tieni fuori dal mondo, e io non faccio nulla, anzi, la lascio andare, la lascio distruggere tutto, passare avanti, farmi ripetere errori che già altri hanno fatto
Tornando alla relazione “quasi” perfetta, questo è un caso isolato, l’ho amata ardentemente, come un ragazzo al liceo, con foga, passione, e di questo ne sono certo, l’ho amata più di ogni altra.
Non l’ho mai tradita, anche se lei è sicura del contrario, e non ho prove per scagionarmi da questa accusa, ci sono troppe cose strane che non so come spiegare, ma ho la coscienza pulita stavolta, me ne staró tranquillo.
Quanto al resto, ultimamente sto cercando di assicurarmi che quel senso di avidità vada via, ma peggiora e basta, anche se forse, in un senso migliore per alcuni, forse aver fatto tanto male alle persone che ho amato ha reso quel senso di avidità più protettivo che possessivo, o forse è solo diventare papà, non penso sia questa opzione peró.
Cerco le persone che hanno avuto un ruolo importantissimo nella mia vita e controllo stiano bene, solo per assicurarmi che almeno loro, stiano vivendo un’esistenza completa, non parlo di serenità o felicità, quelli sono attimi, non valgono nulla se non come ricordi, ma un esistenza che li soddisfi, che porti tutti a maturare, continuando a fare il tifo per loro, mentre io sono intrappolato in una situazione alquanto spinosa, che è stata creata da me soltanto, o da persone che mi stanno accanto, quindi non me ne lamento, anche se inizio a essere stanco
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Oggi meglio dai.
Sembra quindi che il nano non è andato in ospedale per evitare di apparire davanti i giudici, ci siamo, il giorno che aspettavo sta arrivando, prima o poi tutti arriviamo al capo linea, adesso tocca a lui. Donaldo a quanto pare sarà processato per direttissima, mossa naturalmente politica per non farlo salire più, perché gli americani medi sono più di quelli altolocati (che poi, va bè) e chi sta al comando ora sa benissimo che ha molte possibilità, quindi anche se non finisce in galera almeno lo tagliano dalla vita politica, cosa che non sono riusciti in Italia appunto con berlusca.
Poco fa mi ha scritto un'amica, in realtà è un'amica della mia compagna, per chiedermi se sono ancora interessato a suonare da loro musica italiana, a Tallinn hanno un wine bar col marito. La storia parte da quando suonavo con quel minchione, siccome lei ha studiato in Italia, parla benissimo italiano meglio di molti italici, e naturalmente hanno una selezione di vini nostrani da paura, quindi diciamo che il made in Italy a loro fa più comodo che a me che sono proprio fatto in Italia :D. Mi aveva già chiesto forse l'anno scorso e avevo detto che con quel tizio non ci suono più ed è finita li, in realtà a me di fare musica italiana non frega un cavolo, anche perché qua della massa immensa che è la musica italiana ne conoscono veramente poca, quella più commerciale e becera, se si pensa che negli anni 80 i russi gli facevano vedere Sanremo, io dico per torturarli, ma era permesso loro questo privilegio, quindi molti adulti, la mia età, conoscono Cutugno, ricchi e poveri, Al Bano e Romina ecc ecc, tutta roba che fa fortemente cagare, almeno a me non è mai piaciuta, figuriamoci se mi metto a suonarla. Ma lei non mi chiede sicuramente di fare quello che non voglio, d'altronde l'artista sono io; ma in questo momento non mi sento per niente pronto visto che sono uscito da poco dalla tendinite e sto facendo un percorso giornaliero di ripresa della manualità sullo strumento e mi ci vorranno almeno 2/3 mesi per tornare al punto dove ho lasciato, se non corri per 4 mesi il primo giorno non fai 2 ore di corsa, potresti morire :D.
Adesso non so quando lei pensa di fare sta serata, diciamo che potrei anche prepararmi per l'evento, sarebbe anche una bella cosa così ho un obiettivo da perseguire, ma (c'è sempre un ma insito in me) cosa suono? Lei dice qualcosa degli anni 60, boh non mi viene in mente nulla che sia conforme a quello che la gente si aspetta da uno che suona musica italiana, c'è da dire che qua non parlano italiano quindi fare Faber, per esempio che io adoro, è inutile, come Battiato e altri che puntano spesso sul significato del testo, se non capisci cosa dico per te è solo un brano noioso e lungo, questo è un aspetto che molti non considerano quando suonano, non dico quando scrivono un brano, ma tenere conto di cosa si aspetta il pubblico in questi casi è fondamentale per evitare pomodori e uova marce, che è la classica battutona, oppure peggio che non ti chiamano più o che non hai una buona nomina che qua a quanto pare conta più di quello che sai fare.
Va bè ci penso e più tardi rispondo, nel frattempo vado a suonare :D
P.S. Lo so è un'opportunità, ma io voglio fare la mia musica e soprattutto rock and roll, mi accontento anche del blues, ma italiana no. P.P.S. Col pianista i brani vengono decisamente meglio che con la chitarra.
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Ci ho pensato tutta la notte, nonostante cercassi di dormire non ho fatto altro che pensare tutta la notte.
Molto probabilmente ho sbagliato a lasciarti da solo, nonostante il mio sapere di come sarebbe andata, io ti ho lasciato da solo è vero, e probabilmente sono una merda non solo per questo, ma evidentemente come persona in sé.
Sarò fredda allora, allora sono pure stronza, menefreghista, una che ama poco, una nullità, uno schifo, sarò tutto quello che vuoi tu, perché se tu dici che sono questo tipo di persona allora sarà così.. o forse no? non lo so, non ne ho idea e non so più a cosa pensare
Ho pensato molto a quello che mi hai scritto, sto veramente pensando che a sto punto il problema sono solo io, che non ti amo come dici tu, che come dici tu c'è gente migliore di me, che come dici tu io non sono la tua donna ma sono solo una delusione e una persona qualsiasi
Se mi dici che sono una delusione perché non crederci? È tutta la vita che me lo dicono e a sto punto dico che lo sono davvero
Però una cosa che non capisco è perché nonostante io sappia come vada a finire ogni volta io mi ostini a sperare che cambi qualcosa
E non capisco non capisco davvero perché
sai benissimo cosa non va bene eppure hai di nuovo fatto così
però è colpa mia che ti ho lasciato da solo
quindi i problemi me li creo da sola a fare così
però perché?
perché deve essere così?
perché quando cerco di fare qualcosa di buono poi però è sempre sbagliato?
ogni cosa che faccio mi sembra inutile, allora cosa la faccio a fare?
e di nuovo a dirmi che non ti amo, e che non lo ho mai fatto, perché questo perché quello, mi fai sentire stupida, davvero
mi fai sentire una cogliona, come se non facessi mai nulla, come se le cose che facessi le facessi a caso o per niente, non sono mai abbastanza, e non lo sarò mai
e se il mio uomo mi dice certe cose allora è veramente così, no?
ma poi io non capisco perché non capisci come mi sento io, perché ogni volta che ti partono certe scenate dai la colpa a me? sei stato tu il primo ad incazzarti, io ti stavo parlando con calma sperando che avresti capito per non dirti niente e per non attaccarti ma non ha funzionato; parlare con te in quelle condizioni e situazioni non mi va, lo sai già benissimo, lo stress psicologico che ricevevo è la causa principale per la quale avevo deciso di non sentirti più.. Stava andando tutto bene però se ti piace bere cosa ci posso fare io? niente non posso farci
devo solo starmene zitta e subire la prossima volta, se ci sarà, e se vorrai
perché da quello che ho capito non mi vuoi più perché ho deciso di lasciarti da solo..
Perché per me l'amore giustamente non è rose e fiori sempre, però la maggior parte sì, ma quando succedono cose come questa io mi blocco e non mi piace, perché io capisco litigare ogni tanto, ma non capisco litigare con te in questo modo perché? perché sei ferito e quando bevi ti escono le peggio cose e mosse?
no mi dispiace ma io non sono propensa ad essere messa sotto stress perché tu hai deciso di bere e dirmi su, perché non sono un animale
ed evidentemente ho sbagliato, ho sbagliato con tutto, ho sbagliato tutto davvero se mi tratti così
e ho sbagliato io a trattarti così ma non sapevo cosa fare, cosa avrei dovuto fare? lasciarti fare?
lasciarti dirmi su? spingermi e mordermi?
no, gli incubi che dovevo passare li ho già passati, mi dispiace.
Mi scuso per essere così, mi scuso per tutto, mi scuso per essere stronza allora, mi scuso per essere fredda e menefreghista, mi scuso per amarti ma non dimostrartelo come dici tu o come vorresti tu, mi scuso per averti lasciato lì così, mi scuso per essere me stessa, mi scuso per non essere capace di tenerti, mi scuso per tutti i non regali dati, mi scuso per tutti i baci e gli abbracci non dati, mi scuso per le urla, per le mie parole, per i miei comportamenti
mi scuso per tutto insomma, mi scuso per essere una persona di merda, mi scuso per non essere capace di prendermi cura di te, mi scuso per non essere capace di starti vicino in momenti come questo, e mi scuso per non fare mai abbastanza.
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Ho tante cose dentro di me da dire, però mi scoccia rompere le scatole alle persone con i miei problemi. Il problema è che parlerei sempre di te.
Parlerei sempre di te perchè non penso ad altro.
Scriverò quì tutto quello che penso, tanto questa volta è diversa dalle altre, questa volta non guarderai il mio profilo per vedere cosa scrivo, questa volta non succederà niente.
Parte 1. Nella mia testa
Mi è crollato letteralmente il mondo addosso quella sera. I giorni seguenti stavo malissimo, in verità sto male anche adesso. Avevo mille dubbi, domande, pensieri. Ho pensato che parlartene avrebbe migliorato la mia situazione, invece no.
Non nascondo che dopo averti parlato sono stata peggio di prima. Il perchè? Tutto quello che mi dicevi; tutte quelle parole, il ti amo ancora, il sentire che ti mancava qualcosa, lo sperare che fosse solo un momento passeggero, e poi tutto il parlare che abbiamo fatto di ritorno dal mare. Ecco, quel viaggio in macchina per me è stato come un sogno. Eravamo io e te, a parlare di ogni cosa, come se non fosse successo nulla. Stavo benissimo. Poi sono scesa dalla macchina e sono tornata sul pianeta Terra, alla realtà. Buio.
Tu mi confondi. Con le tue parole e i tuoi atteggiamenti. Sai cosa penso? Penso che tu abbia detto quelle cose, ovvero il ti amo, il fatto che non fosse monotonia, che qualcosa sentivi che ti mancava, oppure quando ti ho chiesto se stesse funzionando e tu mi risposi di no... Penso che tu abbia detto queste cose per cercare di alleviare un po' il mio malessere, credo che tu non le abbia pensate davvero quelle cose; e ti dirò di più, non hai per niente migliorato il mio malessere, anzi, è solo che peggiorato. Mi sono illusa, come una stupida.
Mi hanno chiesto "tu saresti disposta ad aspettarlo per tutto il tempo che ci vorrà? "
La mia risposta di qualche settimana fà fu sì. Secco.
La mia risposta di adesso invece è un po' diversa.
Non sarà mai un no, quello è poco ma sicuro. Però , c'è un però..
Mi sono divisa tra mente e cuore.
Il cuore direbbe di sì subito, senza pensarci troppo. Per quello che abbiamo vissuto, per quello che abbiamo passato, per come siamo stati, per come era la nostra relazione, per quello che eri tu per me.
Ma la mente.. La mente è un po' traballante. Se mi fermo a riflettere mi sento delusa e presa anche un po' per il culo da te. Ti spiego perchè.
Tu per me, prima ancora di essere il mio ragazzo eri il mio migliore amico, la spalla su cui ho pianto nei momenti difficili e la persona dal quale correvo subito a raccontare qualsiasi sciocchezza mi capitasse. Perchè io in te riponevo una fiducia enorme, difficile da quantificare. E pensavo che la stessa cosa valesse per te. Quando mi hai detto che ti limitavi nel dire le cose con me, e che hai aspettato 9 mesi per dirmi che non ti ritrovavi più, mi sono sentita morire. Mi sono sbriciolata in tempo zero. Lì ho capito che io non ero la stessa cosa per te. Mi si è spezzato il cuore e in un certo senso mi sono sentita tradita e delusa.
Quindi sì, la mente pensa questo e si sente così. Non direbbe mai di no, forse, ma direbbe sicuramente che ci vorrà del tempo. Perchè nulla è come prima.
Parte 2. Nella tua testa
Bella questa parte, ci sarà da dirvertirsi nel parlarne. A volte vorrei poter entrare nella tua testa per sapere cosa pensi davvero, perchè sono sicura che tu non mi abbia detto tutto.
Vorrei davvero capire cosa ti sia successo, cosa ti abbia portato a pensare e a volere chiudere la nostra storia. Perchè io ancora oggi non l'ho capito e secondo me non lo sai neanche tu.
Mi hai lasciata dicendo "non sei tu il problema, sono io", detto proprio in poche parole. E non dire che non è vero, perchè è così. Mi hai lasciata dicendomi che la nostra relazione andava a gonfie vele, che non era monotonia, che io non ho mai fatto nulla di male, che eri tu, era partito tutto dalla tua testa. E allora io adesso ti faccio una domanda, perchè, se è una cosa partita tutta dalla tua testa, una cosa tua, ci devo rimettere io? Perchè devo stare male così?
Io sono dell'idea che se ne avessimo parlato prima si sarebbe potuto risolvere qualcosa. Tu invece sei partito in quarta, ti sei convinto della tua idea e hai preferito buttare via 6 anni. E poi vogliamo parlare del modo in cui hai reagito a tutto questo? Quella freddezza disarmante con cui mi hai lasciata, senza mezza emozione in viso. Eri vuoto, apatico. Questo mi ha fatto ancora più male. E la scusa che siamo cresciuti, non regge. Perchè puoi essere grande quanto vuoi, ma abbiamo passato 6 anni insieme, siamo cresciuti insieme, abbiamo fatto cose, viaggi, esperienze, abbiamo vissuto insieme, ci siamo divertiti, ci siamo supportati e sopportati. Come fai a rimanere fermo immobile davanti a tutto ciò?
Penso che, per come hai reagito e per come lo hai detto, tu sia molto convinto. Che non è vero che speri anche tu che sia un momento passeggero. Quelle erano frasi di circostanza, diciamocelo. Tu non tornerai da me. Non saremo mai più Bog e Marti.
Detto questo, smetto un attimo di sudare dagli occhi e ti do un consiglio.. da amica(?)
Nelle prossime relazioni che avrai, cerca di parlare, sempre, confrontati con l'altra persona, non avere paura di aprirti, non è segno di debolezza, sappilo. Non chiuderti a riccio, altrimenti finirà sempre così. Devi iniziare a fidarti un pochino di più delle persone che ti stanno accanto.
Arrivati a questo punto, direi di chiudere qui questo monologo.
Non credo ci sia bisogno di dirti che sei stato il mio unico grande amore e che mi manchi come l'aria, quindi salterò subito alla fine.
Ciao Topolo,
è stato bellissimo quello che abbiamo vissuto.
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Oggi non parlerò di cosplay, e non scriverò in inglese, cosa che purtroppo farà floppare questo post malissimo, di un blog già morto perché quest’anno la voglia di continuarlo è stata pari allo zero assoluto. Difatti ho intenzione di resettarlo completamente e farlo diventare il mio angolino sicuro di sfogo. Lasciare questo come primo post. Perciò cominciamo con il discorsone. Vi è mai capitato di sentire questa frase? “I panni sporchi si lavano in casa. “ Io un’infinità. Tanto che nella mia infanzia ero fermamente convinta che fosse una regola della società, da tenere segreta e ben custodita. I panni sporchi si lavano in casa. Quello che non ti dicono, da piccolo, è che se nascondi troppa polvere sotto il tappeto alla fine diventa una montagna. Ed è così che è cominciata. Se vi aspettate tutti i dettagli della mia vita mi dispiace, dovrete tirare fuori un po’ di p*lle e venirmele a chiedere. Non ho nulla da nascondere, se chiedete vi verrà risposto. D’altronde sto facendo questo post sia per sfogarmi che per , magari, aiutare qualcun’altro. Posso dire sommariamente che c’è un motivo se non menziono spesso mio padre, che mia madre ed io abbiamo iniziato ad avere un rapporto semi civile adesso, che molte cose nella mia vita mi hanno portata spesso a chiudermi in me stessa, o a buttarmi a capofitto in decisioni sbagliate, oltre che a sentirmi sempre un peso per il prossimo. In sostanza: prendete un bello shacker, mixatelo, ed avrete un bel margarita alla depressione. Qual’è il problema? Semplice, non volevo ammetterlo con me stessa. O, almeno, non fino in fondo. Sono sempre stata convinta, in cuor mio, di essere uscita abbastanza bene da ogni situazione. O che, comunque, avrei faticato di meno ad andare avanti se avessi mentito a me stessa, e così ho fatto. Purtroppo non per un giorno, questa cosa è stata perpetrata per anni. Anni in cui mi trascinavo avanti, senza sapere bene il perché. Anni in cui mi sentivo una fallita, inutile, sola, sbagliata e che se fossi scomparsa dal mondo sarebbe stato meglio. E non vi mentirò, quella sensazione non svanisce una bella mattina con il canto degli uccellini che ti svegliano dopo un sonno ristoratore da tutta la merda. Ancora mi sento così, diciamo solo che abbiamo iniziato a spazzare quella polvere sotto al tappeto con uno spazzolino. Ma, al contempo (perché sono gemelli e YEY ho una doppia personalità [?] ... Oh, dai, concedetemi almeno la battuta.), mi buttavo a capofitto sul lavoro, o in progetti che iniziavo per tenermi la mente impegnata. Per crearmi dei bei ricordi, per ribellarmi dal mio stesso essere che mi diceva che ero 0, ripetendosi in cacofonia con delle voci esterne che non riuscivo a scacciare. Anche questo lo faccio tutt’ora. E odio che i piani si scombinino, in quel caso. Non vi nego che questo mi ha portato a sbagliare, con molte persone. (E delle volte mi ha salvato da certe altre.) Qual’è il punto? Il punto della questione è “semplice”, vorrei aiutare chi si ritrova davanti una testina di minchia come me, o dare una pacchetta alla testina di minchia come me e dire “Ehy, lo so, non sembra. Mi prenderai per stupida, o solo una che ti vuole sbolognare presto perché non crede che hai un vero problema. Ma è vero, cazzo. C’è una luce in fondo al tunnel. E’ piccola, sembra quasi inarrivabile. Dovrai alzare le chiappe da quel letto/sedia proprio come ti dicevano se vuoi averla. Ma, ehy, ne sono riuscita a vedere uno spiraglio e... Non è L’eden, ma cazzo se è meglio di questo schifo.” Per chi cerca di aiutare: Se la testina è come me, non proponete soluzioni estreme al problema. Molte persone, forse, si offenderanno. Me lo hanno detto in tantissimi negli anni. “Vai via da quella casa” “Dagli un pugno” “Reagisci” “Chiama la polizia” “Fregatene e ---*continuare a parlare del problema*” Sembra la soluzione più ovvia e logica, e non dico di non farlo per nulla: è un vostro consiglio da amici. Ed in molti, molti casi può essere giusto. Quel che succede però nel momento della crisi è violento e fa un male boia. La soluzione PER ME, e che sono riuscite a carpirla solo le mie amicizie più strette, è parlare a voce. Devo sfogarmi, anche piangendo sapendo che c’è qualcuno all’altro capo del telefono che mi ascolta solo singhiozzare in silenzio. Pian piano riesco a calmarmi, ad aprirmi... E parlare anche di qualcosa di divertente quando la situazione si è appena sbollentata, esterna al problema principale, mi aiuta. A voi amici aiutanti non vi mentirò: le testine sono snervanti. Perché per un completo check del “lo facciamo stare meglio” avranno bisogno di contatto continuo, anche fuori dalla situazione di crisi. Basta poco, un meme, un messaggio ogni tanto, parlare relativamente di cagate... Ma sappiate che se non sono loro i primi a cercarvi, non lo fanno apposta. Noi testine ci sentiamo di troppo. Un peso. Delle volte tentiamo di non mostrare i disagi fino al crollo massimo. Non forzate troppo la conversazione, ma non abbandonateci. E soprattutto non traditeci. Nel mio caso... le seconde possibilità non sono contemplate. Si diventa come fantasmi, perché se vi abbiamo lasciato avvicinare e dopo ci scaglierete contro pietre, con quelle pietre ci costruiremo un muro per tenervi fuori, come se non foste mai esistiti. E per quelli che rispondono con:-E’ solo un momento, passerà -Sei solo un po’ tragico -Stai provando sul serio ad essere felice? -Prova a cambiare il tuo stile di vita -E’ tutto nella tua testa, sei tu che decidi -Sei tu che non vuoi stare meglio, è colpa tua. -C’è chi sta peggio. -Non ti servono i farmaci! Esagerato/a ....Abbiamo detto di non mentire, no? Bene. Allora sappiate che delle volte, se non si ha nulla di utile o intelligente da dire, è meglio tacere. Peace and love. Per le testine: Ciao, anche tu qui nel girone della cacca? Bene ma non benissimo. Anche a te non mentirò, è uno sbatti di quello potente. Ma proprio potente. Il mio tipo di depressione era quello disordinato: Avevo camera che era una giungla. Sistemavo le minime cose e mi sembrava di aver fatto tanto, faticavo come se avessi fatto tanto, ed invece non riuscivo a fare un cazzo di niente. Certo, fuori in casa aiutavo tranquillamente, facendo brillare anche una stanza intera. Ma la mia stanza? Pf. Non solo. Mi sono chiusa in me stessa, e mi sono al contempo sempre affidata agli altri. Mostravo una faccia sorridente, da piccola mutavo anche il mio carattere per provare a farmi accettare. Poi ho capito che fa schifo. Così, verso le medie, ho provato ad essere asociale. Spoiler:fa schifissimo anche quello. Ho donato tutta me stessa alle persone, ma indoviniamo? E’ pericolosissimo e FA SCHIFO ANCHE QUELLO YUHUUUU. Perciò, come si può fare? Semplice: ammettiamo di avere bisogno di aiuto. Ci sembrerà un crimine gravissimo, che gli altri ci possano prendere per vittimisti, perché abbiamo osato disturbarli, esternare che stiamo male. Perché ce lo insegnano da bambini che stare male è una brutta cosa e va nascosta. Ma non è così. E’ normale. E’ DAVVERO normale. E chiedere aiuto non è sbagliato. Chiedere aiuto è davvero la soluzione. I vostri amici/parenti/san crispini non ci credono? Lo so, non è facile. Ma se in fondo, molto in fondo, vi vogliono bene lo capiranno che state dicendo la verità. Soffro di tricotillomania da quando avevo 8 anni. Fortunatamente non in maniera grave, mi tolgo giusto un po’ le sopracciglia. Mia madre lo sapeva, e non ci ha mai dato troppo peso. Fino a due mesi fa, quando in una delle crisi ha visto proprio il gesto, a cui prima non aveva mai fatto, volontariamente o non. Ha visto che era un mio modo per autolesionarmi. Si, mi faceva scaricare lo stress,come mangiare le unghie può essere per qualcun’altro, ma non era sano. Ora? Ora ho una cura di prova. Sto un pochino meglio. La mia camera sta prendendo una forma carina. Pulire ancora mi pesa (forse sono un po’ disordinata anche nell’animo) ma riesco a dormire di più, a mangiare meglio, a svegliarmi la mattina. (WAH) La cosa più importante per me, però, è che io e mia madre riusciamo ad avere un contatto umano, fisico e non, senza che implichi il litigio o i soldi. Riesce a non guardarmi più solo con disprezzo, ma ad apprezzare tutto ciò che non vedeva prima perché ero sommersa da questa coltre nera di schifo, ed io che percepivo da lei quella negatività e rigetto che mi faceva ancora più male. Sono solo due mesi, sono ancora all’inizio. Lo spiraglio non è ancora abbastanza grande per farmi passare, è piccolo come una mandorla. Ma ho iniziato, e voglio continuare. Non mi basta un assaggio, voglio tutta la fottuta torta, cazzo. Non so se ci riuscirò, delle volte mi sento ancora giù.. E ad i miei amici ancora fatico a chiedere aiuto se non nei momenti di stremo. Ma non è una cosa che va fatta di fretta. Un passo alla volta, piano piano. E non importa se vorrai esternarlo come ho fatto io o meno. Decidi tu dove vuoi lavarli i tuoi panni sporchi <3
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Un mondo che non mi appartiene più
[ RANT TIME ONLY ITALIAN ]
Dato che non posso farlo da nessun’altra parte perché non sento nessun posto più “mio”, ho deciso che oggi il mio rant lo faccio qui, l’unico luogo dove ancora sento parte della mia anima che vi appartiene: Tumblr.
Io maledico ogni giorno, da due anni, il momento in cui ho deciso di riprendere a pubblicare su EFP. Non a scrivere, sia chiaro, ma a pubblicare e, anzi, più nello specifico, a interagire con la gente su Facebook nei gruppi di scrittura. Se c’è una cosa che mi fa sentire male è sapere che un hobby che mi salva la vita dal resto del mondo che va allo scatafascio – ovvero scrivere, è anche in verità il motivo di maggiore sofferenza. Perché scrivere mi piace, amo farlo e mi fa stare bene, ma le persone sono la cosa peggiore che ti possa capitare quando cerchi di condividere qualcosa che ami, qualcosa che anche gli altri amano fare, ed esce fuori il peggio del peggio dall’anima della gente. Come piccole pustole pronte ad esplodere... e ti inondano della loro merda e ti fanno sentire, chiaramente, schiacciato e debole, uno schifo... e pure la scrittura, alla fine, diventa tutt’altro che piacevole: perché stai male, ti fa male lo stomaco, la testa, il colon, e pure se non vuoi, ci pensi perché se prima, nei momenti tranquilli, pensare alla scrittura era un’ancora a cui aggrapparsi per non annegare, ora pensarci e non avere la stessa sensazione di salvezza è uno schifo, perché significa che non si ha più nulla in cui rifugiarsi. Ci provo a non pensarci, a fare altro, a dedicarmi ad altre cose che amo fare, ma niente è come scrivere e quello che vorrei è solo tornare a due anni fa, quando me ne strafregavo di tutto, scrivevo il cazzo che mi pareva, non interagivo, avevo quei pochi fedelissimi che mi leggevano e recensivano ed ero felice così. Invece no, ho avuto la brillante idea di inserirmi nei gruppi, iniziare gli scambi e conoscere solo gente che prima ti prende in simpatia e ti ama, poi invece ti tratta come se fossi una strega, solo perché... boh... certi perché hanno deciso, dopo avermi letto, di scrivere sulla mia stessa coppia e allora è diventata automaticamente una competizione, e quindi io sono stata depennata. Ovviamente poi c’è questo atto maturissimo di escluderti dal loro mondo, e fingono pure di non aver mai iniziato a shippare certe cose grazie a te, anche se lo hanno ammesso in recensione ma, ehi, io sono la stronza che ha scatenato tutto tacendo e facendo solo quello che voleva fare: scrivere. Ah e ovviamente ritengo questo fatto immaturo anche da parte mia: lo starci male, intendo.
Poi c’è la gente passivo aggressiva che scrive anch’essa sulla tua stessa coppia, che però è invidiosa, fa il tuo nome nelle recensioni alle sue storie accusando me e i miei lettori di aver escluso tutti; gente di 50anni che non sa vivere, che ha chiaramente dei problemi. E voi direte: certo, e tu ti preoccupi per persone problematiche? Sì, perché le accuse, frecciatine, dispetti e altri cazzi vari del genere fanno male, specie quando devi fingere di ignorare siano rivolti a te ma sai benissimo che è così. Gente che proclama di amarti, ma se finisci sotto ad un treno gioisce. Gente grande quasi il doppio di me che vive nel perenne stagno dell’inadeguatezza, ma non si pone domande su di sé, ma è sempre colpa degli altri e allora la via è essere passivo aggressivi e far sentire male le persone, perché io lo so che ho tanti difetti, ma quello più grande è la sensibilità spropositata e la continua convinzione che tutti ce l’abbiano con me. Ci sto lavorando, ma dubito che a 30anni questo possa cambiare.
Non è giusto che nella vita vera affronto ogni problema con la testa alta, e cerco di risolvere tutto e sono in gradi di parlar chiaro con chiunque e invece in questo mondo di merda io non ci riesco. Resto in disparte, zitta, catalizzo tutto dentro e poi esplodo come oggi, e mi viene una crisi di nervi e quasi mi viene voglia di cancellare tutto, ma non perché voglio fare la vittima, ma per stare meglio: perché sono convinta che se io decidessi di andarmene da FB/EFP e tutto il resto, di certo starei meglio, ma la cosa che mi frena è la paura di non avere più nulla a cui aggrapparmi.
La scrittura è il mio porto sicuro, ma i mezzi che uso per condividerla sono il male, il marcio, e per quanto la community sia piena di persona meravigliose che ho avuto modo di conoscere, dall’altro ci sono questi soggetti del cazzo che non sono capaci a vivere e dunque fanno male agli altri per stare meglio loro e io, di certo, sono un bersaglio ideale per come sono fatta. Cerco di entrare il meno possibile, ma i momenti in cui non lo faccio passo tutto il tempo a pensare a cosa potrebbe essere successo mentre non controllavo i social. O “chissà che cosa ha pubblicato tizio”, senza stare davvero bene senza di esso. Anzi, non avere il controllo mi uccide, certe volte, e da due anni EFP mi fa solo male, pure al fisico: metabolismo cambiato per colpa delle incazzature e ansie, attacchi di panico in doccia, parestesie psicosomatiche che mi facevano cadere per terra... insomma, tante cose. Tantissime cose, più contro che pro e io non riesco a lasciarlo andare. Non ci riesco, anche se mi riprometto che “questa è l’ultima che pubblico, poi sparisco per sempre e mi trovo altro da fare”, perché così la scrittura non è diventata l’obiettivo, ma il mezzo e non ho capito il mezzo per cosa... se non è solo sofferenza, questa, allora cos’è?
Vorrei sparire per sempre, scrivere questo post anche su FB ma non ne ho né il coraggio né la voglia, non è il mio posto. Vorrei tornare a due anni fa, quando la sera tornavo a casa dal lavoro, mi mettevo a scrivere senza nemmeno pensare a cosa farne, di quelle parole impresse su carta, poi però è successo che EFP è tornato alla mia mente e io sono stata così idiota da cascarci.
Mi sento come un drogato, come uno che è dipendente dalle macchinette per giocare e non va bene. Mi sta per nascere un nipote, pensavo che questo mi avrebbe resa così felice da darmi finalmente un nuovo obiettivo, e invece no...
Voglio sparire per sempre e cancellare Miryel dalla mia vita, e tornare ad essere la persona vera della real life, che affronta tutto senza paura delle conseguenze. Che ti dice le cose come stanno, che non ci gira intorno, che se deve chiudere con qualcuno di tossico lo fa e basta. La vera me sa farlo, Miryel no... ed è chiaro che, a questo punto, Miryel è il problema...
Scusate il rant, ma sto avendo un vero e proprio crollo psicologico e sono certa di aver bisogno di aiuto. Non lo cerco qui, ma già averne parlato mi fa stare meglio...
Miry
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15. Pensi di aver mai incontrato la tua anima gemella?
Se l’anima gemella è un “chiodo schiaccia chiodo”
Ci sono persone che, dopo essere state lasciate, si legano subito a un nuovo partner: il classico “chiodo schiaccia chiodo”. Ti è capitato? Il bisogno di dimenticare, di sentirti ancora desiderabile, la paura della solitudine. Per dimenticare una storia deludente e dolorosa, quindi, ti rifugi tra le braccia del primo che ti ha corteggiata, anche quando hai intuito che non faceva per te. Oppure tra le lenzuola della prima che hai incontrato e che si è dimostrata disponibile e lusingata dal tuo fascino.
Per qualche tempo, il rapporto ti soddisfa e ti gratifica, e sei quasi felice. Passata però la passione iniziale, in senso di appagamento di quel vuoto che l’ex ti ha lasciato, ecco che ti accorgi che la relazione è iniziata nel modo peggiore, e che anche questa volta stai perdendo tempo con una persona che non sarà mai la tua anima gemella. L’ennesima sconfitta quindi, che da collezionare non è piacevole, e che può anche gettarti molto giù di morale. Senza contare i rimorsi di coscienza perché in cuor tuo sai che stai prendendo in giro un’altra persona, che nel frattempo magari si è pure legata a te.
Ricordo una mia paziente, Giada, che venne nel mio studio e disse una volta: «Sa Dottore, io lo sapevo che non era la mia anima gemella ma quando mi sono lasciata con Antonio è comparso lui e mi sembrava una roccia, mi faceva stare bene, era così premuroso con me ed io ne avevo tanto bisogno. Ora non lo sopporto più. Sono arrivata al punto che certe volte vorrei mettermi a gridargli in faccia che è una mezza tacca, uno zerbino, che se ne vada perché mi fa rabbia da quanto si sta facendo prendere in giro, da me ovviamente. Poi mi assalgono dei sensi di colpa tremendi, mi sento una merda, giuro, perché penso che questo poveraccio si è pure innamorato di me e che io lo sto prendendo in giro fin dall’inizio perché tanto sapevo benissimo che non poteva funzionare, che non era di certo la mia anima gemella…».
Ecco, queste sono le situazioni che fanno male. Fanno peggio di uno schiaffo, peggio di un esame o un colloquio andato male, peggio di un ex che ci ha mollato. Perché quando iniziamo ad andare contro la nostra coscienza, iniziamo anche a “sporcarci”: di sensi di colpa, di dispiacere, di rabbia, di vuoto, di disperazione.
Quindi, un uomo o una donna purché siano, non saranno mai la tua anima gemella.
A volte è meglio convivere con il senso di vuoto che l’ex ci ha lasciato, con i nostri demoni, con la nostra autostima sotto zero, e dare al tempo la sua funzione… quella di dimenticare. Quella di cancellare le orme sulla sabbia e ridonarci come per magia, quando la tempesta è finita e il vento si è calmato, una pagina nuova, una pagina bianca su cui scrivere, se saremo attenti, un nuovo amore. Questa volta magari con più chance di diventare un vero amore.
Se l’anima gemella bussa, ma non apriamo la porta
Ci sono persone poi che riescono a trovare l’anima gemella, riescono davvero a trovare finalmente qualcuno che li capisca, che li protegga, che li sappia amare. Eppure restano bloccate. Ti è mai successo? Magari il precedente rapporto ti ha scottato, ti ha deluso, ti ha ferito. E adesso non te la senti di rischiare ancora. Ci provi, ma non ci riesci. Senti come un blocco, una sorta di astenìa, un muro che inconsciamente alzi fra te, e la tua anima gemella.
Succede, quando si ha paura di soffrire ancora. Succede, quando il cuore ha sanguinato. Succede, quando si confonde il presente con il passato e non si riesce a distinguerli.
E così, il treno è arrivato in stazione, l’anima gemella ha fatto capolino in casa nostra, ma noi non saliamo, restiamo giù in cantina, a guardare l’amore che, stanco di lottare contro i nostri mostri e le nostre paure, se ne va sconfitto…
Purtroppo, nella maggior parte dei casi non riusciamo neanche a vedere la nostra responsabilità in tutto questo. Pensiamo: «Vedi? Lo sapevo, ecco un altro che se ne va!». Oppure ci diciamo davanti allo specchio: «Ma si, tanto alla fine non mi amava davvero».
Scarichiamo la colpa sull’altro, che abbiamo giornalmente messo alla prova e che alla fine, si è stancato di giocare.
Se sei in questa fase della tua vita, mi sento di dirti che ti capisco. L’amore spaventa. L’amore fa male, a volte. L’amore ferisce, morde, strappa la carne. Ma il nostro cuore è saggio, e sa ricucirsi, sa donare ancora, sa rimettersi gioco. Quello che ti frena, invece, è la tua mente.
La tua mente, si. Che ti ricorda costantemente il tuo dolore, le tue paure, che ti fa vivere imprigionandoti nel passato, con il terrore del futuro.
Ma la mente non esiste, il passato non c’è più, e come dico sempre ai miei pazienti che soffrono d’ansia “il futuro è tutto da scrivere”.
Quindi, non perderti l’anima gemella in un bicchier d’acqua! Torna ad amare, perché ricordati che l’amore non rende mai poveri. È l’unica cosa che più doniamo, più ci rende ricchi.
Se poi la persona che hai di fronte non capisce il tuo amore, non lo sa rispettare, non lo sa custodire, è un problema suo. Tu sai almeno di aver amato, con tutto te stesso. E questo è l’atteggiamento giusto per trovare la tua vera anima gemella.
Se l’anima gemella non è uguale al tuo primo amore
Il primo amore non si scorda mai. La prima volta che abbiamo amato. La prima volta che abbiamo desiderato profondamente e intensamente di unirci e legarci a qualcuno. Pensavamo fosse per sempre, ovvio. Ma quasi sempre, il primo amore non si rivela la nostra anima gemella. L’amore finisce, la storia si spezza, il sogno si infrage.
Ciò nonostante, continuiamo imperterriti a cercare quelle sensazioni, quelle emozioni e quel tipo di amore in tutti i nostri nuovi compagni. Che però, puntualmente, non si rivelano mai all’altezza, e che non saranno mai la nostra anima gemella.
Il desiderio di rivivere il passato a volte gioca brutti scherzi. Ecco la nostra nuova donna, o il nostro nuovo compagno. Lo guardiamo e pensiamo: «Si, però… non è come lei». Oppure: «Si sto bene ma… mi mancano quelle sensazioni che solo lui sapeva darmi». E ancora: «Certo è più affidabile, litighiamo meno, abbiamo un rapporto più stabile ma… non è la stessa cosa».
Insomma, la storia si riempie presto di “si… ma”, “Eh però…”, “Non so…”, “C’è qualcosa che non mi convince”. Sai quando accade questo? Anzi, sai chi, o che cosa, fa accadere tutto questo dentro di te? Tutta questa titubanza, questa indecisione, questa nostalgica attrazione verso il passato anche se sai che è finito? Il paragone.
Il paragone è ciò che frega la maggior parte delle coppie. Paragoniamo il nuovo partner al precedente. Paragoniamo le sensazioni che lui ci dà, con quelle che ci dava l’altro. Paragoniamo l’aspetto fisico, la capacità di darci piacere a letto, di farci sentire unici e speciali. Paragoniamo tutte le più piccole sfumature che tanto ci piacevano nel nostro ex, e che la persona che ora abbiamo di fronte invece non sa darci.
Paragoniamo tutto, scrutiamo l’altro e cerchiamo i difetti, le mancanze, le differenze. Scherzandoci sopra, sembra di giocare a trovare le differenze fra le due vignette della settimana enigmistica. Potrà questo essere mai vero amore? Potrà lui, o lei, rivelarsi a te in questo modo la tua anima gemella? No, certo che no. Eppure potrebbe esserlo. Potrebbe esserlo molto di più del tuo primo amore. Che infatti è finito.
Solo devi dare una chance a tutto questo. Devi permettere all’altro di crescere con te, di fare un pezzetto di strada insieme, non con il dito puntato contro. Devi dargli un’occasione vera. E questo lo fai quando smetti di paragonare. Quando smetti di cercare il passato nel presente. Quando smetti di desiderare di rivivere il passato, sabotando e boicottando così il tuo presente.
Ogni persona è a sé. Ogni storia è a sé. Ogni momento è a sé. Anche tu non sei più quella, o quello di prima. È impossibile. Come è impossibile scoprire l’anima gemella se continui a guardarti indietro.
Se anima gemella significa accontentarsi
Meglio uno che nessuno, si dice. Lo pensano le donne, e lo pensano gli uomini. Invece di cercare quindi l’anima gemella, ci si accontenta. Ci si adagia. Si preferisce un vuoto in due, che un vuoto da soli.
D’altro canto, anche se a volte ci si sente più soli in due, che soli con un cane, c’è da dire che la paura della solitudine, a livello psicologico, è perfino più spaventosa della paura della morte.
Tutti abbiamo paura della solitudine. Perché l’uomo è un animale sociale? Perché ha paura di stare da solo. L’uomo cerca l’altro, cerca altri esseri umani, perché insieme la vita è più facile. La vita spaventa di meno insieme. La vita diventa più gestibile insieme. È una sensazione atavica, antica come l’uomo. È un bisogno profondo, di sapere che c’è qualcuno con cui condividere il tempo su questa terra. La coppia, poi la famiglia, poi il gruppo di amici, poi la tribù, poi la città. Tutto nasce in funzione di un bisogno: non stare da soli. O meglio stare insieme.
Tuttavia, se è naturale e insito nell’essere umano cercare la compagnia, quando si parla di amore si parla anche di felicità, non solo materiale, ma anche esistenziale. Anima gemella significa proprio questo, non diciamo “voglio una persona gemella”. Diciamo voglio “un’anima” gemella. Cioè qualcuno con cui creare un legame esistenziale. Un amore carnale, ma anche spirituale. Altrimenti, la vita di coppia diventa vuota, arida, perfino noiosa.
Lo dicono tutti i giornali, ogni giorno, che le coppie si sfasciano, i matrimoni saltano per aria, e la noia vince sovrana sull’amore. Ma l’anima gemella è altro. Se cerchi l’anima gemella non puoi accontentarti. Non per la paura di restare da sola, o da solo.
Ricercare l’anima gemella non significa ricercare la persona perfetta, che corrisponda a tutti i nostri canoni, ai nostri desideri. Ricercare l’anima gemella, e trovare l’anima gemella, significa aprirsi all’amore senza condizioni, senza paure, e con la piena consapevolezza di chi siamo.
Due zoppi non fanno un amore felice. Per saper riconoscere la propria anima gemella e costruire un rapporto vero e sincero con lei, bisogna aver chiaro chi siamo. E cosa vogliamo. Non possiamo chiedere all’altro di colmare i nostri vuoti, di riempire le nostre giornate, di fare la nostra felicità.
Prima si impara ad essere felici. E dopo, solo dopo, si impara a condividere quella felicità con un’altra persona felice. Ecco allora che possiamo incamminarci su quella strada che si chiama “per sempre”, verso quel lieto fine che raccontano le storie, ma che le anime gemelle sanno davvero costruire.
Scritto da Dr.Succi
Quando lo letta mi e rimasto nella testa. Una risposta non c'è.
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Sono pronto
00:27 - 31 dicembre 2020
Appena finito di scrivere gli obiettivi per il prossimo mese nel mio amato Moleskine. Acquistato nell’ormai lontano 2015 come regalo per me e per il mio primo fidanzato. Attualmente lo posseggo quel quaderno nero in pelle, lui non so se c’è l’ha ancora. Con il passare degli anni ha cambiato spesso la sua ragione di utilizzo e negli ultimi mesi per me rappresenta a colpo d’occhio tutti gli obiettivi mensili che con il tempo prefisso di volta in volta.
Non sempre li ho rispettati, ma sto cercando di non esagerare con i desideri e sceglierne tre, così da non confondermi e semplicemente stilare una lista della spesa di obiettivi che poi non sono in grado di rispettare. Quest’anno, come d’altronde per tutti, è stato atipico. Non mi sento di definirlo complessivamente negativo, mentirei. Sicuramente ha messo alla prova la capacità di adattamento ed apertura mentale di ogni essere umano nello stesso tempo. Tutti insieme a lottare contro l’imbattibile incertezza del divenire. Disarmati e con le spalle al muro cercando di lottare un nemico invisibile. Questo è quello che la maggior parte delle persone afferma nella maggior parte delle conversazioni quotidiane. Premetto di essere fortunato e quindi questi ragionamenti fanno capo alla personale realtà che ho vissuto in questi ultimi 365 giorni. Mi sono reso conto che per me è stato un periodo di grande riflessione e, nonostante tutto posso tranquillamente dichiarare che questa situazione abbia rallentato il mio processo di laurea. Ma d’altra parte tutto sommato mi sento cresciuto e sicuramente più stabile di quanto lo fossi precedentemente. Saranno gli ultimi giorni in cui cerco di mettere in ordine tutti i lavori e sforzi degli ultimi mesi per tirar fuori un progetto di tesi che possa soddisfare le mie aspettative; ma sono felice di dove mi trovo. Ritengo, seppur trascorrendo la totalità delle mie giornate tra un letto ed una scrivania, di aver acquisito maggiore consapevolezza di chi sono e fiducia nelle mie potenzialità. Forse è solo autoconvinzione personale. Non scontrandomi quotidianamente con altre realtà più grandi di me, vedremo, ma sento dentro di me la forza e soprattutto la voglia di ricominciare. Mettermi in gioco e mettere la faccia in quello che voglio realizzare. Il prossimo mese ho intenzione di riprendere duramente a lavorare e rifinire l’idea iniziale che ho avuto lo scorso novembre 2019 riguardo al mio progetto di tesi. Per adesso posso dire che mi rende carico e con la voglia di scoprire il mondo che mi circonda ancora di più. Ho 22 anni, sto crescendo e noto i cambiamenti che avvengono costantemente dentro e fuori di me. Sono certo, come lo sono sempre stato, che ho voglia di continuare a lottare per la mia indipendenza. Sotto ogni punto di vista, costi quel che costi. So che sono in grado di farcela ed aspetto con fiducia il momento in cui mi renda conto di avercela fatta. Voglio aiutare la mia famiglia e poter ripagare i loro sacrifici per avermi permesso di studiare e farmi vivere nella città che avevo scelto quel lontano giorno in cui l’ho visitata per la prima volta. Beh, non vedo l’ora di poter viaggiare di nuovo ed avere la possibilità di farlo, esplorare ed imparare quante più nozioni e lezioni di vita possibili. Voglio riprendere contatto con me stesso e anche iniziare un percorso di crescita personale, semmai affiancato da persone competenti che possano darmi ancora più fiducia e forza nei miei confronti e delle persone che mi circondano.
Si tratta naturalmente di un flusso di coscienza senza limiti e sono consapevole che tutto ciò è utile in primis a me che in futuro rileggerò quanto appena scritto e, semmai qualcuno dovesse leggerlo, spero possa essere utile. Uno stimolo personale e per le poche persone che potranno leggere i pensieri di un ragazzo che si prepara, come sua abitudine, ad affrontare l’inizio di un nuovo anno. Ricorda di amarti sempre e non cercare di mantenere ogni aspetto della tua vita sotto controllo. Hai imparato benissimo, soprattutto lungo il corso dell’ultimo anno che per quanto tu avessi creato lo schema più preciso del tuo futuro può succedere di tutto. Tieniti pronto e sappi sempre dove vuoi andare, che è ciò che ti differenzia rispetto agli altri, ma sì pronto ad accettare cambi di rotta improvvisi senza alcun avviso. Non dimenticare che anche tu sei un essere umano e qualche volta non essere in vena o non produrre quanto ti aspettavi di ottenere non è la fine del mondo, accade a tutti. Prenditi meno sul serio che in fondo anche tu sai essere simpatico. Se vorrai sperimentare nuove cose, lanciati. Non pensare alle conseguenze o soprattutto di non essere all’altezza perché non rispecchi determinati standard imposti da te. Raggiungere livelli alti in qualsiasi cosa tu voglia fare è un’ottima caratteristica ma non far si che questo diventi un limite così forte da precluderti di vivere nuove esperienze. Farai una figuraccia perché hai sbagliato qualcosa? Sti gran cazzi, fregatene. Qualcun altro avrà fatto il tuo stesso errore, forse anche peggio. Amati e non dimenticare di farlo mai, ogni giorno o ogni qual volta che ne avrai bisogno concediti del tempo per rientrare nel tuo mondo, ti sarà utile. Mi raccomando, la prossima volta che leggerai questo testo spero avrai risolto il tuo problema con la guida. Sai benissimo che sei in grado di guidare, non è un dramma se qualche volta la macchina si spegne o impieghi trenta secondi in più per parcheggiare, affronta le tue paure e supera i tuoi limiti.
Amati, amami.
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Una dichiarazione
Parole: 1603
No beta, we die like men
Fandom: Sanremo RPF
Avvertimenti: probabili strafalcioni gramamticali dovuti a mancanza di sonno, sdolcinatezza, discussione molto vaga sull’omofobia italiana, menzioni della performance finale di Achille Lauro
Ship: Domille/Bossille
Note autore: Ah. Io che non so niente né su Achille Lauro né su Boss Doms che provo a scrivere una fic su di loro perché sono #Iconic e perché della gente molto carina me lo ha chiesto... Perdonatemi se ci sono errori/cavolate varie/roba che non ci azzecca. Sono un po’ fuori dalla mia comfort zone. Tutti guardano questa ship e sono tipo “rough and kinky dads” e io sono tipo “patati loro”
La stanza d’albergo è illuminata dalla luce dell’alba quando Boss si sveglia con le lenzuola attorcigliate intorno alle gambe. Si prende qualche momento per stiracchiarsi e levarsi il torpore del sonno. Non si aspettava di alzarsi così presto e ha ancora gli occhi che bruciano. Non è facile dover sopportare i ritmi del festival di Sanremo: tutte quelle prove, le serate interminabili e i convenevoli a fine di ogni puntata… Per fortuna sono arrivati alla finale, dopo questa sera potrà dormire quanto vorrà.
Appena si sveglia abbastanza Boss si rende conto che l’altro lato del letto è vuoto. Possibile che Lauro si sia svegliato ancora prima di lui? Non si alza mai così presto, anzi, di solito Boss è costretto a prenderlo a cuscinate finché non si rianima. Boss si alza per cercarlo e barcolla leggermente sulle gambe ancora intorpidite.
Lauro è seduto sul terrazzino della loro camera, con addosso solo un paio di pantaloni, curvo sul tavolino e si mordicchia un dito mentre scrive qualcosa. Boss ammira la serenità che emana seduto in silenzio alla luce dell’alba ed ammira la concentrazione con cui si dedica alla scrittura: la fronte corrugata, le dita strette intorno alla penna come se stesse impugnando un’arma e quello sguardo illuminato negli occhi. È talmente concentrato che non sente nemmeno il chitarrista avvicinarsi. Boss si piazza alle sue spalle e fa scivolare le mani sul suo petto, poi si abbassa per baciargli il collo «’Giorno…» sussurra con voce roca appoggiando le labbra al suo orecchio.
Lauro si riprende all’improvviso dal suo stato di trance creativa e si volta per baciare il suo chitarrista sulle labbra «Ciao…» sussurra con un leggero sorriso sulle labbra «Finalmente sei sveglio anche tu.» aggiunge e subito Boss si tira indietro sorpreso «”Finalmente”? Lauro, non sono neanche le sette del mattino… Abbiamo dormito cosa? Due ore?» dice confuso mentre Lauro gli accarezza una guancia e sorride «Per essere precisi, tu hai dormito due ore e quaranta minuti e io non ho dormito affatto.» risponde il cantante. Boss strabuzza gli occhi per la sorpresa «Come non hai dormito? Lauro non va bene… Hai lavorato parecchio e ci aspetta un’altra giornata di lavoro intenso e… Non puoi…» Lauro lo zittisce con un altro bacio. «Edo, non abbiamo prove fino al tardo pomeriggio, posso dormire questa mattina se tu me lo permetti… E non ti preoccupare, so che è importante risposare… È solo che… Avevo voglia di scrivere e non riuscivo ad addormentarmi, quindi sono rimasto sveglio…» risponde Lauro indicando i fogli che sono impilati sul tavolino. Boss non può fare a meno di sorridere «Davvero sei rimasto sveglio per scrivere? Questa potrebbe essere la cosa più da te che ti abbia mai visto fare…» commenta il chitarrista e Lauro abbassa lo sguardo evidentemente in imbarazzo «Mi… Mi sentivo ispirato…» si giustifica.
«Posso leggere?» chiede Boss facendo un cenno in direzione dei fogli e Lauro annuisce lentamente «È… Non è veramente un testo… Non ancora… Solo una raccolta di idee… Dovrò sistemare poi tutto quanto… Sai la confusione che ho in testa a volte…» Boss gli lascia un bacio su una tempia e gli accarezza le spalle «Sono certo che sia meraviglioso.» dice e lo pensa davvero. Si sorprende a volte di quanto Lauro possa essere insicuro della sua musica mentre la sta creando. Una volta che rilascia una nuova canzone è sempre sicuro che sia esattamente quello che voleva e che sia perfetta, ma quando la sta ancora scrivendo continua a dubitare di ogni frase e di ogni nota anche se poi non cambia molto nel prodotto finale.
Il chitarrista prende uno dei fogli ed inizia a leggere in silenzio con Lauro che appoggia la testa contro la sua spalla. «Allora? Che ne pensi?» chiede il cantante con una punta d’ansia nella voce «Edo? Ci sei?». Boss si riprende, appoggia il foglio e prende il volto di Lauro tra le mani per baciarlo «È stupendo. Sei stupendo. Dio, come diavolo faccio a meritarmi uno come te?» commenta subito il chitarrista con un ampio sorriso «Il modo in cui descrivi la nostra relazione e… E tutta l’emozione che ci hai messo… Davvero io non so come fai… Sei magico.» continua sempre più entusiasta. Lauro si lascia scappare una risatina soddisfatta e bacia ancora Boss «Grazi-» inizia a dire, ma subito il chitarrista lo interrompe «Però voglio sapere una cosa… Sei sicuro?» chiede con l’espressione più seria che mai.
«Sicuro di cosa?» Lauro corruga la fronte «Tutti i tuoi testi sono intimi... Lo dici tu stesso che non si può scrivere una canzone senza metterci una parte di sé… E questo… Questo potrebbe essere il testo più personale che tu abbia scritto fino ad ora… Quindi ti chiedo se sei sicuro di voler trasformare questo in una canzone: sarà pubblicata, la ascolteranno tutti e…» Boss non finisce la frase, ma Lauro sa perfettamente cosa intende «… e tutti sapranno di noi.» conclude. «Esatto!» esclama il chitarrista «Per me non è un problema lo sai, anzi sarei felicissimo di non dover fare tutto di nascosto, di non dover mantenere i nostri contatti in pubblico limitati alle nostre performance, ma… Voglio che ne sia felice anche tu… Non voglio che tu ti senta costretto a caricarti di questo peso… Già non godi di una buona reputazione con chiunque non abbia una mente aperta, non vorrei che tutto il backlash che ci sarà per questo ti ferisca…» spiega Boss e la sua voce sembra leggermente disperata. Lauro sa che è sincero, sa che sta dicendo tutto questo solo perché tiene a lui.
«Edo… È proprio questo il punto… Io so che ti preoccupi e sono contento che ti interessi di come potrei gestire la cosa, ma… Non posso tenerlo nascosto per sempre e onestamente mi sento un ipocrita in questo momento… Ogni volta che ci intervistano dico sempre quanto sia importante per l’espressione della propria personalità, fare tutto quello che si vuole, non farsi condizionare dalla mascolinità tossica e non lasciar vincere tutte le cazzate omofobe che circolano nella musica italiana di oggi e poi… E poi non parlo di questo, non parlo di noi… Che cazzo la nostra canzone quest’anno si chiama “Me ne frego” e io cosa sto a fare? Lascio vincere i bigotti e gli omofobi che dico di voler sconfiggere!» mentre si agita sempre di più Lauro inizia a passeggiare da un punto all’altro della stanza, agitando le braccia.
«Lauro… Non è così semplice e tu lo sai… Sì è vero che dovremmo essere tutti aperti e che fai bene a predicare questo concetto, ma tutti quelli come me e te sanno benissimo che non è così semplice nella vita reale. Anche se non vivi in un ambiente ostile puoi comunque sentirti isolato una volta che “esci allo scoperto” … E nel mondo della musica spesso è anche peggio… Nessuno ti biasima e soprattutto io non ti biasimo.» cerca di confortarlo il chitarrista, ma senza ottenere grandi effetti.
Lauro si blocca in mezzo alla stanza e guarda Boss dritto negli occhi «Edo, non nascondiamoci dietro ad un dito. Io non ho detto niente fino ad ora ed ho forzato anche te in questo, non per qualche istinto di conservazione, ma perché ho paura. Ho paura e continuo a ripetere a tutti di non averne. Questa è la definizione da manuale di ipocrisia. Ho pensato che se avessi tenuto questa parte di me e quello che c’è tra noi solo per le performance sarei stato “più giusto”. Questa è la cazzo di verità, sono un cazzo di ipocrita e non voglio più esserlo. Santo Dio, guarda la gente che si è esibita a questo festival! Mika, Tiziano, la Nannini… Tutti artisti, come noi, che sono apertamente gay! La tua domanda è se sono sicuro di voler “uscire allo scoperto”? Ecco la mia risposta: Sì, sì, lo sono, cazzo è davvero l’ora.» Lauro ha gli occhi lucidi ed il labbro gli trama leggermente. Boss lo abbraccia subito più forte che può e gli stampa decine di baci in faccia «Perfetto! Ti amo! Ti amo! Dio, quanto ti amo!» esclama mentre continua a ricoprire Lauro di baci.
La loro giornata scorre tranquillamente, tra i preparativi e le prove per la finale ed insieme perfezionano la loro grande esibizione. Deve essere perfetta, devono fare in modo che nessuno se la possa dimenticare. Nel backstage, nei loro maestosi costumi, prima di essere chiamati sul palco Lauro sorride a Boss più radioso che mai «Siamo proprio fantastici stasera. Saremo fantastici.» commenta il cantante «Fiero di essere al vostro fianco, Vostra Altezza.» scherza Boss prima di avviarsi per entrare sul palco.
È davvero l’esibizione perfetta. Non c’è un singolo momento in cui Lauro si trattenga dallo stare addosso a Edo. È così evidente che non può esserci nessuno che non se ne sia accorto. Il modo in cui gravitano l’uno intorno all’altro, in cui si appoggiano per ogni passo e si stuzzicano per tutta la performance. Ma Lauro vuole chiudere davvero in bellezza, vuole fare qualcosa che gridi “Quest’uomo è mio.” e si appoggia alla sua schiena allungando una mano per stringergli il collo. Boss riesce per miracolo a mantenere la concentrazione sulla performance. Quando si ritrovano faccia a faccia sanno tutti e due che è il momento, ma boss vuole lasciare che sia Lauro a controllare tutto, vuole che sia lui a fare quel passo, quella decisione, perché tra loro è quello che ne ha più bisogno. Lauro stringe la faccia del suo chitarrista e lo bacia nel bel mezzo del palco. È il suo modo di dichiarare non solo al mondo, ma soprattutto a lui, ad Edo, che non ha più dubbi.
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Il messaggio l'ho scritto io.😇
"Un'opera d'arte continua ad essere tale perfino quando le luci sono spente e la stanza è vuota. Un capolavoro è stato Arte ancor prima che qualcuno si fosse soffermato ad ammirarlo; e continuerà ad essere Arte, anche quando quel qualcuno se ne sarà andato." Ma io non sono un'opera d'arte, sono un disastro e lo sono da sempre .. A volte però mi sono illusa di essere "Arte" anch'io.. Mi sono illusa di esserlo nel momento in cui qualcuno mi ha mostrato attenzioni, mi sono illusa di esserlo quando qualcuno mi ha dedicato delle canzoni, delle belle parole, quando qualcuno ha detto di "amarmi" .. Mi sono illusa di esserlo nel momento in cui qualcuno mi ha apprezzata per quello che sono. Mi sono illusa e basta, perché ogni volta che quel "qualcuno" è andato via, io mi sono sgretolata sempre più, volta dopo volta, fin quando non è rimasto più niente di me. Io sono consapevole del fatto che ho un carattere strano, che non sono la persona più aperta di questo mondo, che se m’incazzo me la prendo con tutti, che spesso mi isolo, che certe volte sono assente alla vita e alle persone, che spesso entro nel mio mondo e non lascio entrare nessuno. Sono consapevole di essere gravemente complessata e problematica, di essere quella per cui non ne vale la pena. Sono una di quelle che sognano, e si perdono nei libri, immaginandola così la loro vita,come una delle tante storie che leggono. Nella mia vita ho sognato tanto, ho corso dietro sogni impossibili, di cui non ero, certamente, all'altezza, e mi sono rovinata a tal punto da non saper più distinguere il vero dal falso, da non saper più affrontare la realtà. Sono caduta tante volte ma sempre senza far rumore, perché credo che ognuno debba essere in grado di salvarsi da solo. Ho seguito spesso il mio cuore, e alla fine me ne sono pentita sempre. Ho accumulato delusioni su delusioni, credendo che il problema fossi io che permettevo agli altri di trattarmi come volessero, mostrandomi sempre disponibile, quando in realtà il problema erano loro che approfittavano della mia generosità. Con il tempo ho imparato che nessuno ti è davvero amico. Lo è solo fin quando gli è necessario esserlo. Ho imparato che rimanerci male ogni volta che qualcuno andasse via dalla mia vita non serve a un cazzo. Spensi il mio cuore, decisi che non mi sarei più fatta mettere i piedi in testa, che chi non aveva apprezzato la mia gentilezza meritasse solo il peggio di me. “Se sei fredda ferisci le persone.
Se sei sensibile le persone feriscono te." Forse ti starai chiedendo perché dopo esserci detti "addio" adesso io sia qui a farti perdere tempo con sto messaggio. In realtà non lo so neanche io, so solo che gli addii non sono il mio forte. Nella mia vita ho detto addio a tantissime persone, ma quanti di questi addii sono stati effettivi? Io non riesco mai a lasciare andare del tutto le persone, i miei addii sono più degli arrivederci, perché io non riesco a voltare pagina, resto sempre ferma, a pensare a tutto quello che di bello e brutto ho passato con quella persona, resto ferma in attesa che quella persona mi scrivi, mi saluti, resto ferma nella speranza che non si dimentichi di me. E so che anche con te sarà così. E giuro che ci provo, ci provo a fare la stronza, quella a cui non frega niente, che riesce benissimo a vivere senza nessuno. Ho urlato al mondo "non me ne frega un cazzo" ma forse non basta, quanti "non me ne frega un cazzo" servono affinché io riesca a fregarmene davvero di te? Mi sono subito affezionata e non è una cosa che mi accade spesso, ti sei fatto volere bene nonostante io provassi a tenerti distante, piano piano ti sei fatto spazio nella mia testa e poi nel mio cuore, e sta sicuro, che quel posto sarà sempre tuo. E sento morire una parte di me, ogni qualvolta ti dico di andar via e lasciarmi. Perché io sono fatta così, non riesco mai a mettere da parte l'orgoglio, mi faccio prendere dal momento, la rabbia vince su tutto, e così comincio a parlare, a dire cose che ti allontanino da me, nonostante il mio cuore voglia altro. E fa male, fa male volerti e doverti tenere lontano, fa male provare a credere che non siamo stati nulla. Forse ti starai chiedendo a che serve cercare di convincermi se so che non è cosi, a che serve continuare a mentire, a negare l'evidenza. E ti darei anche ragione, negare la realtà non serve mica a cambiarla, purtroppo.. "E’ dura sai? E’ dura perché ogni ricordo degli ultimi tempi è legato a noi. È dura perché vorrei non pensarci, vorrei poterti dimenticare, ma soprattutto vorrei saper essere più forte, continuare a sorridere, anche se tutto crolla. Prima ci riuscivo meglio, prima, anche se dentro c’era la tempesta, riuscivo a sorridere, piangevo di nascosto con i singhiozzi mozzati sul cuscino, adesso no. Adesso crollo più facilmente, anche per le sciocchezze, per un silenzio di troppo, per una foto. " Non sono qui per dirti che mi hai sfregiato il cuore, o che mi manchi. Sono qui senza alcuna ragione in realtà. Nell'ultimo periodo ho imparato un po di cose. Ho imparato che ad affezionarmi non sono brava, ma che quando lo faccio potrebbe durare per sempre. Ho imparato che dopo un abbandono ho bisogno del mio tempo per ricostruirmi, per ritrovare la mia forza. Ma adesso sono stanca, sono stanca di combattere e non ottenere risultati, sono stanca di essere amata da tutti e non essere poi l'amore di nessuno, sono stanca di vivere in questa torre che mi sono creata e che nessuno riesca a varcarla per salvarmi da me stessa. Mai nessuno si è preoccupato per quello che provavo e sentivo io.. <<"tu non ce l'hai il cuore come tutti gli altri", già, io non ce l'ho il cuore come tutti gli altri, perché io ne ho uno solo di cuore, gli altri ne hanno almeno uno per ogni occasione..>> Eppure questo non lo ha mai capito nessuno, io per gli altri sono solo quella "senza cuore", in realtà sono quella con il cuore spezzato, che non potrà mai tornare ad essere quello di prima .."È questo il brutto dei cuori spezzati: che non ci puoi buttare sopra l'acqua ossigenata e soffiare mentre le bollicine camminano sulla ferita, che puoi solo tenerti i cocci. E non ci stanno operazioni e non ci stanno medicine che li possono rimettere insieme, te lo devi tenere così il tuo cuore, rotto." Ed io mi sento proprio come il mio cuore, rotta. Sono fragile, debole, non sono una dura come voglio far credere. È tutta una copertura, una maschera. Fingi di avere il cuore di ghiaccio e nessuno potrà ferirti, fingi di non avere sentimenti e nessuno farà domande, fingi di star bene e nessuno lo metterà in dubbio. A nessuno importa realmente se stai bene o meno, se ti importa di qualcuno o meno. Ed io ho preso esempio da loro, ho preso gli aspetti negativi del carattere di ogni persona,il menefreghismo, l'odio, la rabbia e li ho usati per forgiare il mio "carattere", li ho usati per creare la mia immagine, la mia fama. Perché si, per tutti ho la fama della stronza, e a me questo fa piacere, mi piace il fatto che nessuno sappia come io sia realmente, mi fa capire che chi si ferma all'apparenza non merita di sapere altro, merita la me stronza. E per questo ti chiedo scusa, perché forse tu non la meritavi la me stronza, e anche se per poco sei riuscito ad avere la vera me, quella che soffre per qualsiasi minchiata, che se la prende per tutto e che ha paura di disturbare. Quella che ha perennemente bisogno di un abbraccio, quella a cui mancano i tuoi abbracci. Perché si Ale, mi manca da morire stare tra le tue braccia. Ma forse è arrivato il momento di andare avanti no? E quindi mentendo ti dico che non sentirò più la tua mancanza. "Ti prometto che sorriderò ogni volta che sentirò il tuo nome. Quando mi chiederanno di te, non abbasserò più lo sguardo.Abbiamo condiviso tanto, ma non abbastanza. Non mi mancherai più, te lo prometto. Non cercherò più il tuo sguardo fra i passanti, non controllerò più ossessivamente il tuo ultimo accesso su WhatsApp sperando che tu mi scriva, anzi, ti dirò di più: cancellerò il tuo numero di telefono. Non sarai più niente, per me. La notte fonda non rileggerò più le nostre vecchie conversazioni. Non mi verrà più quel maledetto nodo alla gola ad ogni messaggio dolce che mi hai mandato. Guarderò tutti quei messaggi e ci riderò sopra. Sì, riderò della mia ingenuità, del fatto che non imparo mai a non fidarmi delle belle parole. Trascorrerò le mie notti a dormire serenamente, non ti sognerò più come succede adesso. Te lo prometto, non mi mancherai più." Non mi mancherai più, ma non per questo ti scorderò. Ti ricorderò sempre come un periodo bello della mia vita, come un ragazzo che fin da subito mi ha fatto stare bene, che quando mi abbracciava mi faceva sentire al sicuro. Perché davvero, lasciando stare tutto ciò che è successo, sei una persona fantastica, e lo ammetto ci starò male quando ti vedrò felice con quella che prenderà il mio posto. Non so quando smetterò di starci male, non so quando riuscirò a guardarti negli occhi senza pensare a tutto quello che siamo stati. E non proverò nemmeno a sostituirti "perchè dimenticare una persona con un'altra è come fotografare il sole e sperare che di notte ci scaldi" Sarai sempre al centro dei miei pensieri. Buonanotte Ale✨
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Neck Deep - Wishful Thinking
Mi viene sempre in mente cosa dire
Quando ormai è troppo tardi per dirlo
(da: Staircase Wit)
1. Losing Teeth
Perdere i denti
Non vedevamo l'ora che si allungassero le giornate
Stavamo sù tutta notte a devastarci
Tutte le stronzate che abbiamo fatto da ragazzi
Se ci ripenso sembra ieri che perdevamo i dentini
Sono rimasto in piedi di nuovo stanotte
Cerca di farmi ragionare
Ma a quanto pare adesso è arrivato il momento di fare i bagagli, chiudere gli occhi e fuggire come me
Se fai prima tu io ti seguo a ruota
Tanto diventare grandi è tutto tempo perso
Dirsi addio è tutto fiato sprecato
Terremo duro fino alla fine amaramente
Mi ricordo ogni serata estrema che abbiamo fatto
Il calore freddo e l'amaro in bocca che mi lasciava
Giovani, scemi e spensierati e spericolati
Ma c'era del metodo in quella follia
Mi sono abbioccato in soggiorno
Sono partito ma ci rivediamo presto
Mi annoio ora che non ci sei
Come prima, a casa non c'è niente da fare
Anche se ci lamentavamo sempre
Ne è valso davvero la pena tutto questo tempo perso
Ogni giorno e ogni sera un ricordo
Stammi bene e non dimenticarti di me, per favore
Chi cazzo se ne frega di cos'hanno da dirci
Tanto noi lo facciamo lo stesso
E se ci spacchiamo un osso o mi si frigge il cervello
Ci siamo presi un rischio e ci siamo fatti due belle risate
Cazzo ce ne frega se non siamo come gli altri
Noi non abbiamo bisogno di loro
Cosa ne sanno loro di noi?
Tutti i momenti che abbiamo passato insieme
Col mondo ai nostri piedi e i capelli al vento
Però certe cose devono per forza cambiare
E per quanto non mi piaccia
Mi sento morire a dirci addio voltando pagina e passando al prossimo capitolo
Sperando che non ci porti disastri ora che il mondo a quanto pare è così grande
Ma non respiro tra queste pareti bianche
E se questo grande mondo immenso crollasse stasera, ci vediamo dall'altra parte
Mi sono abbioccato in soggiorno
Sono partito ma ci rivediamo presto
Mi annoio ora che non ci sei
Come prima, a casa non c'è niente da fare
Anche se ci lamentavamo sempre
Ne è valso davvero la pena tutto questo tempo perso
Ogni giorno e ogni sera un ricordo
Stammi bene e non dimenticarti di me, per favore
2. Crushing Grief (No Remedy)
Dolore devastante (Nessuna cura)
È vestita di nuovo di blu e di nero, a volte un abito rosso e giallo
Mi sa che non riesce a decidersi
Difficile trovare una traccia di luce
Non ero all'altezza per farla mia
O forse sono stato troppo lento ed ero la seconda opzione?
Lo sapevo che sarebbe arrivato questo giorno
Ho un paio di cose da dire di cui devo liberarmi
Possiamo discuterne di questa faccenda
Ma non mi faccio troppe illusioni
Mi sono proprio stufato delle tue stronzate
Tanto diventa sempre una gara a chi urla di più
Ed è strano quanto vola il tempo e quanto cambia la gente
Eh, sì, è strano quanto sei cambiata...
Un dolore devastante, non esiste nessuna cura
Mi hai ridotto a uno straccio
Sei andata a letto col nemico
E mi mancherà la nostra cara vecchia routine
Fare qualche tiro, fare sesso, fare ancora qualche tiro
Lo so che mi chiedevi di più
Ma io non sarò mai fatto così
Possiamo discuterne di questa faccenda
Ma non mi faccio troppe illusioni
Mi sono proprio stufato delle tue stronzate
Tanto diventa sempre una gara a chi urla di più
Ed è strano quanto vola il tempo e quanto cambia la gente
Eh, sì, è strano quanto sei cambiata...
Possiamo discuterne di questa faccenda
Ma non mi faccio troppe illusioni
Mi sono proprio stufato delle tue stronzate
Tanto diventa sempre una gara a chi urla di più
Ed è strano quanto vola il tempo e quanto cambia la gente
Eh, sì, è strano quanto sei cambiata...
Non ho bisogno di te
Stammi lontana
Non ho bisogno di te
Le cose sono cambiate
Un dolore devastante, non esiste nessuna cura
Mi hai ridotto a uno straccio
Peggio di così non posso stare
Ho cominciato a superare l'idea che tu fossi la persona migliore per me
Ho combattuto passo dopo passo tutto il tempo
Ho imparato e amato e sofferto
Ne sono uscito illeso, benché tradito
Andare sul sicuro? Col cazzo
Non ti faccio prendere il sopravvento
3. Staircase Wit
Spirito della scala
Inizio ad avere un brutto presentimento, ma comincia ad arrugginire
Continuo a sperare nelle cose di cui abbiamo discusso
Ma il discorso che è uscito non è una roba da niente
Adesso splende il sole, ma per te non splende
Tu mi ricordi la pioggia a luglio e la tristezza che ho provato per un anno
E le nuvole hanno sempre la tua forma, ma c'è una luce che le separa
Ti ho sempre detto che un giorno facevo le valigie e me ne andavo
Tu mi hai sempre riso in faccia e mi facevi vedere il mondo tutto grigio
Mi stendo sul letto che hai rifatto tu per poter dire finalmente che sto bene
Puoi anche dire "come ti pare"
Tanto non cambio idea, perché so che sto meglio adesso
Ma mi ritrovo con uno spirito della scala
Mi viene sempre in mente cosa dire quando ormai è troppo tardi per dirlo
Non giudicarmi per le cattive abitudini che ho
Potrei benissimo indicare ogni tuo difetto, svelare tutte le tue imperfezioni
Sotto la superficie ho visto l'orrenda verità nascosta dietro quella bellezza
Ti ho sempre detto che un giorno facevo le valigie e me ne andavo
Tu mi hai sempre riso in faccia e mi facevi vedere il mondo tutto grigio
Mi stendo sul letto che hai rifatto tu per poter dire finalmente che sto bene
Puoi anche dire "come ti pare"
Tanto non cambio idea, perché so che sto meglio adesso
Ma mi ritrovo con uno spirito della scala
Mi viene sempre in mente cosa dire quando ormai è troppo tardi per dirlo
Mi sono trattenuto, mi è mancato il coraggio
Avevo troppa paura di parlare quando mi hai dato la mano
E mi hai dato il cuore ma dovevi tenertelo per te
Dovevi tenertelo, tenertelo per te
Preferivo che te lo tenevi per te
4. Damsel in Distress
Fanciulla in difficoltà
Stasera stiamo svegli fino a tardi
Alla fine mi addormento per terra
Non c'è mai una persona nuova
Vediamo cosa mi sento di fare...
Anzi, vaffanculo, me ne vado
La conversazione continua a cadere
Non so neanche da chi siamo
Quasi preferivo restarmene a casa
Però venerdì sera da solo uno si annoia
E a quel punto lei fa il suo ingresso
Entra dalla porta trascinandosi indifesa
Con i suoi sporchi trucchetti nascosti bene
Ha già fatto così mille volte
Ti puoi vantare, ti puoi compiacere
Rimangiati tutto, spero che ti ci strozzi
Ma l'erba non sembra tanto verde dalle tue parti
Tutte le stronzate che hai detto
Affondi o resti a galla?
O ti trovano appesa a un corda sulla vecchia quercia?
È una strega, è messa male, è solo tempo perso
Fanciulla in difficoltà in rapido declino
E lei che vorrebbe solo una persona che le volesse bene
Magari torno a casa a piedi per dormirci sù
E pensare a un po' di cose mentre avanzo nel buio
Ma l'unico briciolo di me che ho visto in lei era nel suo specchietto sinistro e mi fissava
Ora sei a casa, sarai di nuovo da sola
Sono le cinque quando si mette a letto
Cominciano a scorrerle i pensieri nella testa
Si addormenta, poi si sveglia e vorrebbe essere morta
Schifata dalle persone di cui si è fidata, che ne hanno approfittato e l'hanno lasciata in disparte
Per cui si attacca alla bottiglia
E spera di non finire a piangersi addosso anche domani
È una strega, è messa male, è solo tempo perso
Fanciulla in difficoltà in rapido declino
E lei che vorrebbe solo una persona che le volesse bene
L'anno prossimo fa 21 anni ma ha perso la testa
Fa qualche stronzata quasi tutte le volte che ci prova
Mi ha afferrato la mano mentre la accompagnavo alla porta
È una strega, è messa male, è solo tempo perso
Fanciulla in difficoltà in rapido declino
E lei che vorrebbe solo una persona che le volesse bene
L'anno prossimo fa 21 anni ma ha perso la testa
Fa qualche stronzata quasi tutte le volte che ci prova
Mi ha afferrato la mano mentre la accompagnavo alla porta
5. Zoltar Speaks
Parla Zoltar
Ai lupi interessa ben poco delle grida delle pecore
Se la ridono nel branco guardandoci soffrire
L'autodistruzione è imminente
Facciamo tutti vedere i denti
Guardiamo il mondo che crolla ripreso dalle telecamere di sorveglianza
Non essere cieco, ormai è chiaro come stanno le cose
E lo è già da un po' di tempo
Ho visto i segnali, e il peggio deve ancora venire
Ma che è successo al punto di vista alternativo?
Quando le cose andavano bene e il mondo poteva cambiare
Rendiamocene conto, beata illusione
Cominciano ad affiorare le crepe e il progresso comincia a rallentare
Abbiamo perso di vista il nostro orizzonte
Il nostro ego ha cominciato ad aumentare
Rendiamocene conto, beata illusione
Basterebbe aprire le tende e vedresti la luce
Le bugie del cazzo che ti vengono a dire e le stronzate che ci beviamo
Ci resta solo da rialzarci e combattere il sistema che hanno creato per avere in pugno la tua anima
Come ci siamo arrivati a questo punto?
Mi sembra che siamo tutti intrappolati su un ponte che crolla
Come ci siamo arrivati a questo punto?
Le cose di maggior importanza sono morte e stanno in una fossa
E dov'è che è andato tutto storto?
Perché va così già da troppo tempo
E dov'è che è andato tutto storto?
Dov'è che è andato tutto storto?
Ma che è successo al punto di vista alternativo?
Quando le cose andavano bene e il mondo poteva cambiare
Rendiamocene conto, beata illusione
Cominciano ad affiorare le crepe e il progresso comincia a rallentare
Abbiamo perso di vista il nostro orizzonte
Il nostro ego ha cominciato ad aumentare
Rendiamocene conto, beata illusione
Ma che è successo al punto di vista alternativo?
Quando le cose andavano bene e il mondo poteva cambiare
Rendiamocene conto, beata illusione
Cominciano ad affiorare le crepe e il progresso comincia a rallentare
Abbiamo perso di vista il nostro orizzonte
Il nostro ego ha cominciato ad aumentare
Rendiamocene conto, beata illusione
6. Growing Pains
Difficoltà iniziali
Dico buonanotte
La mattina mi sveglio con una luce accecante maledicendo tutti gli errori
E dicendo che non sono come pensi tu
Spezzo tutti i legami, ignoro tutti i cartelli per l'uscita
Perché tu hai avuto le tue montagne da scalare
E io ho i miei scheletri da nascondere
Nei pensieri più profondi dove dubito di me stesso
Rimugino sul passato un po' come chiunque
Non portarti tutto il peso sulle spalle
Non pesa neanche tanto
Mi spaccherò la schiena, ma almeno sentirai di avere qualcuno al tuo fianco
Dimenticati del passato e di quanto hai sofferto
Le difficoltà iniziali che non ti fanno dormire
Ti canto una ninnananna di canzoni che ti dicono che andrà tutto bene
Lo metti in continuazione sullo stereo quando io non ci sono e non riesci a dormire
Tu comunque sappi che è così anche per me
E ogni volta che ti vedo mi ricordo perché mi hai conquistato quel giorno di metà dicembre
Quanto eravamo giovani e ingenui, con il cuore in mano
Ma so che andrà tutto bene
Loro non lo sanno quanto ci diamo nel giro di un istante
Sono innamorato perso anche delle cose più piccole
Quella luce che hai negli occhi o quello sguardo che fai
Sicura perché sai che conosciamo entrambi qual è il nostro posto
Nessuna come te, amore, nessuna al mondo
Il tocco perfetto per il quadro che avevo in mente
Nessuna come te, amore
Nessun altro posto al mondo dove vorrei stare
Non portarti tutto il peso sulle spalle
Non pesa neanche tanto
Da quando ci siamo conosciuti è come se ci fossimo incrociati nel momento giusto
Dimenticati del passato e di quanto hai sofferto
Le difficoltà iniziali che non ti fanno dormire
Ti canto una ninnananna di canzoni che ti dicono che andrà tutto bene
Lo metti in continuazione sullo stereo quando io non ci sono e non riesci a dormire
Tu comunque sappi che è così anche per me
7. Say What You Want
Di' quello che ti pare
Sto tornando a casa
Domani sarò lì con te
Ci vediamo presto
Mi sveglierò accanto a te
Sempre che tu voglia ancora
Questo posto non lo sopporto
Cos'altro rimane qui per me a parte il tuo viso?
È l'unica cosa che mi fa rimanere qui
Fai pure, di' quello che ti pare
Non parliamo mai delle cose
Non mi fai mai sapere
Mi dici, fai "sei fortunato"
Io dico le cose che non contano nulla
Quando sono via le serate sono vuote
Mi hai dato la tua parola che non ti saresti dimenticata di me
8. Mileage
Chilometraggio
"Vorrei essere dovunque tranne che a casa"
Dicono tutti così, come se ne sapessero qualcosa
Ma ogni strada porta verso casa
E ogni uscita ti porta in un posto che non conosco
E ogni città dice di non essere più quella di prima
Tutti vogliono essere più che un volto in mezzo alla folla
Tiratemi fuori da questo cumulo di foglie cadute sui vialetti
Puoi restare steso qui in mezzo al muschio, scegliere una vita regolare
Io resto steso al buio, penso che andrà tutto bene
Tiratemi fuori dal tempo che perdo e dalle settimane stressanti
Puoi restare steso qui in mezzo al muschio, io aspetto il momento giusto
Perché resto steso al buio cercando di fare la cosa giusta
E mi distrugge pensare che sapevamo già da inizio anno che questi sarebbero stati i nostri ultimi giorni
Ma cosa ti fa pensare che la tua nave non affonderà?
Puoi anche scappare, ma dentro ti sentirai comunque uguale
Dentro ti sentirai comunque uguale
Non perdere sonno a pensarci
Non ridurti a uno straccio per questa cosa
Tiratemi fuori da questo cumulo di foglie cadute sui vialetti
Puoi restare steso qui in mezzo al muschio, scegliere una vita regolare
Io resto steso al buio, penso che andrà tutto bene
Tiratemi fuori dal tempo che perdo e dalle settimane stressanti
Puoi restare steso qui in mezzo al muschio, io aspetto il momento giusto
Perché resto steso al buio cercando di fare la cosa giusta
E troverai un po' di serenità in mezzo a tutti questi dubbi
Le luci si abbasseranno e noi cresceremo ma questa cosa non si spegnerà
Non farti schiacciare dal peso che ti porti addosso
Fammi sapere la prossima volta che sei di nuovo in zona
9. Sweet Nothings
Parole dolci
Riportatemi all'oceano
Senti il calore della sabbia sotto i piedi
L'emozione – fuggire dalla realtà
Se potessi anche solo iniziare a spiegare
Tutti i miei difetti, tutte le mie paure, tutti gli errori stupidi che ho commesso
Sorvoleresti comunque su tutte le cose che nascondo e sulla mia incapacità di esprimermi?
La mattina svegliami
Ho dormito fino a pomeriggio inoltrato
Faccio dei sogni tetri e contorti
Ma stanotte sogno te
Sono entrato dalla finestra
Mi sono tagliato con il vetro rotto
Sono quasi morto dissanguato con te tutta notte
Ma non ho nessun tipo di rimpianto
Ho l'abitudine di sfidare la sorte
Se faccio finta di niente magari per una volta funziona
Mentre eravamo a letto avvinghiati hai rotto il silenzio chiedendo
“Amore, tu ci pensi a me?”
“Amore, tu ci pensi a me?”
Sì, continuamente, tipo ogni sera
La mattina svegliami
Ho dormito fino a pomeriggio inoltrato
Faccio dei sogni tetri e contorti
Ma stanotte sogno te
Sono entrato dalla finestra
Mi sono tagliato con il vetro rotto
Sono quasi morto dissanguato con te tutta notte
Spero che tu non hai nessun tipo di rimpianto
“Amore, tu ci pensi a me?”
“Amore, tu ci pensi a me?”
Lo sguardo che avevi negli occhi
Pendevi dalle mie labbra quando ti aprivo il mio cuore
Ma tu l’hai ricucito ogni volta
10. What Did You Expect?
Cosa ti aspettavi?
Son passati sei mesi e mi fa ancora schifo tutto quello che ti fa sorridere
Ci sono già passato, spero solo che finisca anche stavolta
Ma ho imparato per esperienza che l’amore è un rischio
E spero solo che ascolti questa canzone
Almeno magari capisci cosa si prova a ritrovarsi qui
Sveglio e lontanissimo dai sogni
Non venirmi a dire che andrà tutto bene
Ho le ossa rotte che cadono a pezzi
Sento che mi strisci sotto la pelle
Hai preso e hai mandato tutto a puttane
Perché non sei capace di tener chiuse le gambe
Mi vedrai lì a tagliare i ponti e cercare un senso di distacco
A strapparmi i punti post-traumatici che mi tenevano insieme
Talmente lontano che ho la mente che corre
Non riesco a smettere di camminare avanti e indietro
Pensando a dove potevamo arrivare se tu avessi resistito alla tempesta
Che vadano a farsi fottere la sua macchina e i suoi soldi
Pagherà anche tutto lui, ma in realtà non ha niente
Di certo non mi farò vedere quando capirai che io potevo essere un supporto più stabile
Per la vita che ti dovrai costruire quando lui ti verrà a mancare
Non venirmi a dire che andrà tutto bene
Non ne posso più di sperare che hai ragione
Mi vedrai lì a tagliare i ponti e cercare un senso di distacco
A strapparmi i punti post-traumatici che mi tenevano insieme
Talmente lontano che ho la mente che corre
Non riesco a smettere di camminare avanti e indietro
Pensando a dove potevamo arrivare se tu avessi resistito alla tempesta
Prendimi per intero
Fammi a pezzi
Smontami osso per osso e vienimi a dire che ancora non sai chi sono
Hai un bel coraggio a pensare che possiamo rimanere amici
Beh, cosa cazzo ti aspettavi?, che ti facessi i complimenti?
Prendi quello che rimane di me, un frammento rotto
Evidentemente cercherò di dare il meglio che posso anche senza di te
So che mi ritroverò su sentieri già battuti
Dovrò dimenticarmi di te e questi spettri farli restare nel passato
Prendi quello che rimane di me, un frammento rotto
Evidentemente cercherò di dare il meglio che posso anche senza di te
So che mi ritroverò su sentieri già battuti
Dovrò dimenticarmi di te e questi spettri farli restare nel passato
Andrà tutto bene, credo
11. Blank Pages
Pagine vuote
Le pagine vuote mi tengono sveglio
Ma queste notti durano troppo per scrollarsele di dosso
I nervi saltano troppo facilmente
Fingersi coraggiosi è troppo difficile
Stressato e mi sta passando la voglia
Ho caldissimo ma sento il gelo della sconfitta
Succede ogni volta
Mi spingo al limite e alla fine rigo dritto
Mi rimetterò in piedi, salverò la pelle
E schiaccerò il dubbio che mi assilla, si spera
Per riuscire finalmente a risolvere questa cosa
Sto cancellando le frasi e perdendo un sacco di tempo
A interrogarmi ancora con l'inchiostro intrappolato in questa penna
Ignoralo e non calcolarlo è un pensiero fisso che mi risuona
Le parole giuste sono troppo difficili da trovare
Stai tranquillo e aspetta un segno
Nulla di buono, un buono a nulla
Questa strada dovrà pur portare da qualche parte che valga i dubbi, lo stress, gli sforzi
Ho sempre saputo di non riuscire a gestire la pressione
Mi rimetterò in piedi, salverò la pelle
E schiaccerò il dubbio che mi assilla, si spera
Per riuscire finalmente a risolvere questa cosa
Sto cancellando le frasi e perdendo un sacco di tempo
A interrogarmi ancora con l'inchiostro intrappolato in questa penna
Ripenso ai tempi che nessuno conosceva il mio nome
Era facilissimo scappare
La mia mente senza pensieri era un posto molto più sicuro
Mi chiedo sempre perché non riesco a decidermi anche solo a provarci
A resistere fino alla fine
Simulo un sorriso e fingo
Ah, ma c'è ancora tempo per far aprire queste ferite
Confessare ogni cosa su questa pagina
Fuggire da questa gabbia
Ah, ma c'è ancora tempo per far aprire queste ferite
Confessare ogni cosa su questa pagina
Fuggire da questa gabbia
12. Candour
Candore
Ieri sei venuto a mancare
Attratto da quella luce in lontananza
Le tenevi la mano mentre lei ti ascoltava
Lei gli ha detto quanto le sarebbe mancato
Ha detto addio ai suoi figli
E si è liberato del peso
Ho le tue mani, ma gli occhi di mia madre
Il tuo tatto e i tuoi modi, e il suo senso della giustizia
Ti ho sentito sveglio in piena notte
Che ti liberavi delle cose che ti tenevi dentro
Ti sei ammazzato di lavoro
E alla fine ti hanno mandato a casa con uno scatolone con dentro tutte le tue cose
Ogni cosa viene amata e poi perduta
Conserverò un istante sigillato nel tempo dentro una cornice
Un piccolo ricordo di quei tempi che pensavo non sarebbero mai cambiati
Dicono tutti che si vede benissimo che ho preso certe cose da te
Penso che sai anche tu che non resterai qui per sempre
E conti i giorni che mancano a quando potrai riposare gli occhi stanchi e lasciarti andare
Le lezioni che ho imparato al tuo fianco le ricorderò per tutta la vita
L'uomo che spero di diventare so che ce l'ho dentro di me
Lo so, fai anche senza dirlo
Lo so che a modo tuo sei fiero
Lo so che a modo tuo sei fiero
E mi hai visto crescere mentre io ti ho visto invecchiare
Ho preso tutto da te, mi portavi in spalla
Avrei dovuto dirtelo ieri
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due considerazioni sul *voto utile*
passatemi i termini probabilmente accesi a cui arriverò mentre scrivo sto post ma devo levarmelo dalla gola.
ora: ho capito che noi che ODDIO MA COL VOTO UTILE ROMPETE SEMPRE E NON VOTATE MAI PER QUELLI CHE VOLETE E NON GLI DATE UNA POSSIBILITA’ siamo una brutta razza, ma specie visti i risultati di ste elezioni vorrei solo fare presente un paio di cose.
io c’ho avuto la botta di culo di avere i genitori che non sono mai stati di destra e sono gente ragionevole (anche se a sto giro ho dovuto sputare sangue per convincere mia madre a non votare LEU, MORE ON THAT LATER), ma comunque sono venuti su nei 60/70/80. epoca in cui sapevi benissimo che la DC vinceva qualsiasi cosa facevi, quindi o votavi pci o votavi chi cazzo volevi che tanto il risultato non cambiava. per dì, mia madre votava lotta continua e mio padre era radicale finché facevano i referendum pro divorzio e aborto, poi quand’è che c’è stato craxi e tangentopoli e simili ovviamente si sono buttati su posizioni meno estreme ma comunque fino a che berlusconi è venuto di mezzo hanno sempre votato chi gli pareva.
io non ho avuto la botta di culo di essere nata negli anni 70. sono dell’88 ma non ho fatto in tempo a votare prodi nel 2006 (dove sarebbe servito) e guess what, le mie prime elezioni sono state nel 2008.
se per caso non c’eravate nel 2008, vi rinfresco la memoria: berlusconi aveva pagato mastella per far cadere il governo prodi del 2006 (ed era finita a gente che mangiava mortadella in senato per festeggiare, capiamoci), governo che stava su con lo sputo perché votato con il porcellum fatto per far vincere berlusconi. venivamo da un’intera legislatura di silvio che ci aveva dato perle come la legge bossi-fini sull’immigrazione e la depenalizzazione del falso in bilancio, e non era manco quella dove si era scoperto che si faceva le ragazzine minorenni, governo che tra l’altro non sarebbe mai esistito se d’alema non avesse resuscitato berlusconi per la sua cazzo di bicamerale (per poi fare campagna anti-renzi per la riforma della costituzione che a lui non era riuscita, hahahaahaha). prodi c’aveva provato a fare i dico/pacs/unioni civili e un tot di altra roba accettabile (tra l’altro prodi è/era un signore che sapeva fare il suo lavoro), ed era andato tutto nel cesso (grazie anche a gente nel pd tipo la binetti che è stata pure eletta al senato nel mio collegio uninominale, bello eh?), ma vabbè.
io e tutti quelli della generazione presente di sinistra siamo andati a votare con la prospettiva che se non vinceva veltroni per il pd ci beccavamo il TERZO governo berlusconi con tutto quello che ne comportava/ne ha comportato (spoiler: SI E’ DOVUTO DIMETTERE PER FARE IL GOVERNO TECNICO DOPO UN ANNO DI SCANDALO BUNGA BUNGA) e guess what, mi direte, potevate votare a sinistr -
gente. non c’era un’alternativa. c’era tipo la sinistra arcobaleno che poi era diventata sel dopo, ma chiunque fosse a capo di SA era all’epoca irrilevante o non abbastanza rilevante e infatti la gente di sinistra che voleva protestare contro il pd che faceva le sue solite scenette da backstabbing shakesperiano non aveva mica votato sinistra arcobaleno, si era astenuta. risultato: veltroni perde (ma va), berlusca vince e io, che sono di sinistra e non volevo votare un partito che aveva la binetti dentro ed era troppo centrista per me, ho turato il naso e votato pd perché CHE CAZZO POTEVO FARE? non c’era l’alternativa. era o pd o niente.
ovviamente ha vinto berlusconi. e la gente ‘si vabbe ma il pd così com’è mi fa schifo meglio che non mi comprometto gli ideali e non ci vado’. ora, io posso capire la gente che non vota pd perché non si sente rappresentata e quello che volete ma dopo che io per il mio primo voto gli ideali li ho compromessi eccome se sento che dici ste cose mi viene da prenderti a calci. spoiler: ci becchiamo tre anni di berlusconi + governo monti e sappiamo com’è andata a finire.
sorvolando sulle europee e vari altri disastri tipo che HO DOVUTO VOTARE RUTELLI DUE VOLTE AL SINDACO DI ROMA E COMUNQUE HA VINTO ALEMANNO e so finita a votare la bonino alle regionali e ha vinto la polverini con la lista civica, cominciamo bene proprio, alle elezioni dopo c’era la coalizione di centrosinistra di bersani semidecente e ho votato sel senza tapparmi il naso, peccato che avevo ventiquattro anni e non potevo votare il senato...... che per la legge elettorale di berlusconi era il posto dove servivano effettivamente i voti al pd. ovviamente la coalizione non ha la maggioranza al senato e c’era napolitano che scadeva e spero che vi ricordiate quel cazzo di disastro che è successo, tra cui.... i franchi tiratori del pd che silurano sia prodi che bersani in una botta sola quando voleva eleggerlo presidente della repubblica, e per quanto renzi mi stia sul culo ci scommetto soldi che era stato d’alema, che sempre ha silurato prodi quanto possibile, e torniamo a d’alema che davvero se renzi voleva rottamà qualcuno doveva rottamà lui.
morale della storia: il mio voto non serve a un cazzo perché tanto il pd al senato non piglia abbastanza e non ci potevo votare, e ci becchiamo i cinque anni che ci siamo beccati. e vabbè. intanto mi devo sorbire i grillini che urlano all’inciucio quando l’hanno creato loro, silvio che non muore, salvini che sale, la cirinnà affossata per colpa dei grillini, renzi che non capisce che se cameron è morto sul referendum sulla sua persona non doveva morirci lui, renzi che non capisce quando è il caso di staccarsi e dimettersi anche se tbh ha fatto più renzi che d’alema per le cose che volevo fossero fatte ed è detto tutto, e almeno per lo ius soli ci hanno provato (ah ma chi non ci è andato a votare? I GRILLINI), ho dovuto ri-votare il pd romano che mi fa abbastanza schifo ma perché non volevo la raggi e mi sono beccata la raggi e da quando c’è lei sta città è invivibile ma se lo dici sei un complottaro che non capisce che era colpa di quelli prima. e vabbè, a sto punto mi dici ‘ma perché continui a farti male e votare pd’, e ti rispondo PERCHE’ IL PD C’HA I NUMERI E GLI ALTRI NO e non mi sento meglio a votare uno che mi rispecchia ideologicamente ma tanto al governo non ci va quando l’alternativa sono o neofasci o leghisti o incompetenti neofasci travestiti da salvatori del popolo. ma vabbè.
arriviamo a ste elezioni. cominciamo con ‘EH MA IL PD NON LO VOTO VOTO LEU SCUSA A ME RENZI FA SCHIFO TROPPO’. benissimo, pure a me renzi fa cagare troppo, ma visti i precedenti, permettimi di dire che d’alema mi fa cagare infinitamente di più di renzi e LEU probabilmente non l’avrei votata manco in coalizione o almeno se li votavo non votavo il partito dove sta d’alema perché d’alema mi fa letteralmente ribrezzo. però l’ho votato/supportato finché stava nel pd perché se il partito è enorme te lo devi accollare pure lui, e sinceramente che faccio, lo voto quando si stacca? ho capito il masochismo ma ho un limite anche io. c’è un sacco di gente che stimo in LEU, bersani/grasso/boldrini in primo luogo, ma quando la tua alternativa non è solo berlusconi ma berlusconi a braccetto con salvini che piglia più di lui, i cinquestelle che so criptofasci che non sanno manco dove sta di casa il parlamento e watermelons che è fascista e fine l’idea che devi fare la seconda coalizione per PUNIRE RENZI quando gli elettori di sinistra che non votano pd e non votano sinistra più estrema se non in coalizione storicamente si sa che si astengono in un paese che tende sempre a votare a destra a meno che la sinistra non sta in coalizione e non viene da cinque anni di governo di destra penoso non è idiota, è idiota E suicida e sinceramente premiarli per sta genialata quando implicava anche premiare d’alema anche no. specie quando poi fanno cazzate tipo NON ANDARE CON GORI IN LOMBARDIA e levargli un 4% che lo faceva anda in pari col leghista. ma vabbè.
a questo punto, non ho sta grandissima voglia di votare pd perché renzi si è suicidato da solo, mi faccio due conti, sospiro e vado a votare la bonino che non è assolutamente nelle mie corde economicamente e su un sacco di altre cose e che tra l’altro nel 94 mi pare stesse con berlusconi, ma d’alema berlusconi l’ha resuscitato lui e a sto punto NESSUNO a sinistra non si è inciuciato con berlusconi ad un certo punto, ma almeno ha un programma semidecente e si becca più voti di insieme o simili, sperando che mando al pd il messaggio senza votare tecnicamente pd. forse visti sti risultati avrei votato pd, idk, ma tanto comunque i miei uninominali erano tutti pd quindi alla fine sticazzi. ma di nuovo ho dovuto fare il voto utile e stavolta STAVO A VOTARE ANCORA PIU’ AL CENTRO DI PRIMA e sorvoliamo sul fatto che nel pd attuale ci sta gente ex forza italia o ex democristiana o peggio ancora udc (CASINI) che voglio dire, secondo voi mi fa piacere? spoiler: no. col cazzo. e ho lavorato per due anni nel giro istruzione ai rifugiati, ma secondo voi mi fa piacere votare un partito che ha usato la linea minniti? ma davvero? ma davvero? no. ma tanto SECONDO VOI LA LINEA DI SALVINI O DEI CINQUE STELLE SARA’ MIGLIORE? ecco, appunto.
morale della storia: il centrosinistra sta come sta (malissimo), LEU manco entra alla camera tra un poco, salvini ha fatto il botto e i cinquestelle lasciamo stare, e guess what, alla sinistra italiana lo sapevano perfettamente oppure sono dei totali ingenui se non se lo aspettavano. sai che novità. e io sto qui a fare il facepalm perché devo sentirmi dire che MA ALLORA CHE VOTI GENTE CHE NON TI PIACE.
no, non mi piaceva, ma era l’unico partito coi numeri. mo. io ho un’amica tra l’altro manco lgbt che ha votato potere al popolo ‘perché erano gli unici nel programma che avevano tutta roba a favore dei diritti lgbt comprese cose che non avevano pd, leu o la bonino’. ok, ma se potere al popolo VA CON UN SEGGIO AL MASSIMO ti conviene votare loro per avere tutto quando non lo avrai mai, o ti conviene votare quelli coi numeri che magari non ti danno l’adozione immediata o il MATRIMONIO ma correggono in meglio la cirinnà e non ti tolgono le unioni civili come vuole fare salveeenee e non sono quelli che te le hanno affossate tipo i cinque stelle? boh, non lo so. specie in un paese che vota a destra. mo questa sta disperata e c’ho voglia di risponderle ‘visto che dovevi votare pd’, ma non ho manco voglia di infierire, tanto ci sarà arrivata da sola.
mo, ho scritto sto delirio per sfogo principalmente, ma anche perché volevo far capire che non è che noi alfieri del voto utile predichiamo il voto utile perché ci piace o perché siamo convinti al 100% o perché vi vogliamo fare sentire in colpa che avete votato **secondo ideologia** o che. solo che è davvero una rottura di coglioni doversi sempre compromettere e turarsi il naso ogni santa volta che si vota utile per poi avere il voto utile sempre inevitabilmente compromesso a sua volta da gente che si astiene o vota ideologico e passare la sera delle elezioni a piangere nel cuscino perché sei andato contro metà dei tuoi principi e hai votato gente che non ti piace per evitare la catastrofe e tanto è arrivata lo stesso.
il pd era l’ideale? no. renzi faceva schifo? sì. era il caso di punirlo a questo giro quando comunque il pd c’ha una cosa che si chiama PRIMARIE che non ha nessun altro partito dove potevi andare a bastonare renzi dopo, e soprattutto CHE POTREBBERO AVERE USATO I GENI DI LEU/SINISTRA ITALIANA/POSSIBILE/CI SIAMO CAPITI FACENDOGLI OPPOSIZIONE DALL’INTERNO INVECE CHE ANDARSENE E LASCIARGLI CAMPO LIBERO? secondo me no, e infatti non l’ho fatto pur non votandolo, ma tanto ehi, sticazzi, al solito è servito a niente e adesso non voglio manco contestare la gente incazzata che vota m5s o vota salvini al sud (... vabbe) perché posso pure capirli anche se nclpf, però se almeno si faceva gruppo AVEVAMO UN’OPPOSIZIONE DI SINISTRA SEMIDECENTE, NON STO DESERTO DEI TARTARI CHE STO VEDENDO. e magari LEU si beccava dei voti in più che invece sono andati alla bonino (tipo i miei) o al pd. boh. sia mai.
ma no. mo possiamo solo sperare che non fanno il governo e/o che si torna a votare e/o che i cinque stelle facciano lo stesso che hanno fatto con la cirinnà ie bloccare qualsiasi cosa e ci troviamo con la giunta raggi bis al governo. auguri nel caso succeda.
però ‘EH L’IDEOLOGIA’. sto più incazzata con i partiti/i politici per questo che con chiunque altro perché davvero fare partito a se per metterla in culo a renzi in questo preciso momento politico è da idioti, e l’avevano visto con le elezioni di QUALUNQUE ALTRO PAESE che i populisti stanno sul piede di guerra.
ma per favore non venite a dirmi ‘allora a te non frega dell’ideologia’ o ‘ma allora vota chi ti piace tanto chissenefrega’. no perché se voto chi mi piace voto gente che non governa e visto che l’alternativa non è la vecchia dc che per quanto fosse lo schifo che era almeno era formata da gente presentabile e non era una massa di armate brancaleone allo sbaraglio e non era fascista o populista o berlusconi, o una merkel, o un macron, che per quanto non di sinistra non sono pazzi scriteriati xenofobi beceri e non sono manco incompetenti. no, ho SALVINI E I GRILLINI E BERLUSCONI RESUSCITATO E WATERMELONS, e alle prossime elezioni avrò sicuramente salvini, grillini e watermelons. non è una destra normale. e non essere disponibili a mandare affanculo l’ideologia per salvare il salvabile per me è proprio... bella per te se ce la fai, ma non posso fisicamente reggere l’idea di farmi dieci anni di governo con questi. anche se vuol dire che devo - di nuovo - tapparmi il naso e votare chi cazzo sarà il voto utile di turno. vorrei sperare che i nostri politici di sinistra incassino il colpo, si cospargano la testa di cenere e capiscano che correre separati è da completi idioti e che l’ideologia non vale la candela a questo giro e manco al prossimo, ma conoscendoli che cazzo ne so. mo sperate solo per me che vince zingaretti alle regionali che è l’unico che ho votato senza schifarmi troppo (e se vince è perché LEU CHISSA’ PERCHE’ CON LUI CI ANDAVA) e non venite a dirmi che è colpa nostra che ci compromettiamo sempre invece che votare chi ci piace perché mi sono anche rotta l’anima.
come diceva francesco costa l’altra settimana: gradirei pure io votare più a sinistra del pd. ma davvero. ma se vuol dire che poi NON MI RAPPRESENTA PIU’ MANCO QUELLO DEL PD CHE MI RAPPRESENTA forse magari anche no.
la prossima volta pensate pure che il compromesso storico non lo facciamo felicemente. grazie e arrivederci, perché dopo undici anni che voto e il mio voto finisce che è stato come cercare di tappare i buchi nella nave con lo scotch mi sono anche rotta di sentire dire in giro che EH VABBE ALLORA DAVI UNA POSSIBILITA’ A QUELLI CHE TI PIACEVANO.
non se quelli che in teoria mi piacciono non si mettono in condizioni di farsi votare, e con questo vado a passare il pomeriggio a fare roba che non ha niente a che fare con le elezioni perché solo all’idea di accendere la tv mi viene da stare male, e guess what, io alla fine potrei anche permettermi di votare chi cazzo voglio perché come diceva costa, non sarò uomo etero e non avrò un impiego fisso per ora, ma ho la cittadinanza, sono etero, sono bianca, non sono disabile, i miei quando andranno in pensione staranno a posto e bene o male ho le spalle parate pure se decido che me ne vado e mando affanculo tutto.
altra gente, tipo boh, quelli a cui insegnavo italiano aggratis l’anno scorso, non ha le spalle parate, e se ho dovuto votare il partito che mi ha dato minniti sapendo che le alternative erano peggiori, perlomeno gradirei eleggere rappresentanti che non li fanno crepare in mare e hanno i numeri per farlo.
ma ok, meglio morire duri e puri che fare gli accordi col PD. eccerto.
probabilmente avrei dovuto scrivere sto post prima delle elezioni ma speravo che almeno un 25% totale il centrosinistra lo facesse. eccerto. come no. ci vediamo al prossimo voto utile.
#welcome to italy#italian post#janie rants#rega non ce l'ho con voi se avete votato leu sia chiaro#tbh avrei preferito la gente votasse leu che quei coglioni di potere al popolo#e uno vota quello che può/deve e se nclpf ok#però non venite a dirmi che l'abbrutimento costante dei miei principi che faccio ogni volta che vado a votare è inutile#o che POTREI VOTARE QUELLO CHE MI PIACE#no perché abito in italia e non posso#fine#politics tag#bah ora me la so tolta ciao vado a scrivere fanfic
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Fiinalmente letto!
mammami mi sento uccisa peggio di quando lavoro o sono impegnata tutto il giorno e domani avrò un bel po’ di cose da fare :/ ma sarà un giorno speciale perché finalmente potrò vederti ♡
Che poi avrei voluto spaccare la testa a Sara perchè ha detto che alla fine probabilmente ci andrà pure domani ma a me aveva detto di no quando glielo avevo chiesto e mi ha fatto fare quel casino per nulla e potevo benissimo venire anche oggi a fare lezione a sto punto 😒 vabbè che cap e cazz
L’unica cosa che mi intristisce è che non potrò saltarti addosso e stringerti e baciarti come tanto vorrei fare.. e mi viene da piangere perché non hai idea di quanto ne abbia bisogno..
Uff.. ho voglia di parlare con te.. ora
22:16
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Questo è l’inizio di come tutto finirà.
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Ore 4:05.
Mi ricordo quando da bambina pensavo che, una volta cresciuta e raggiunta l'adolescenza, avrei passato tutte le notti a fare festa, senza sosta, fino alle 4 di mattina. E ora mi viene da ridere, perché non avevo la minima idea di cosa mi stava aspettando. Alle 4 a piangere istericamente soffocando le urla nel cuscino, ad affondare quelle lamette nelle gambe e bruciare dal dolore, a bere non per divertirsi ma per dimenticarsi di stare male. Alle 4 senza nessuno da chiamare, sola in camera al buio, attacchi di ansia, manca il respiro. Alle 4 chiedendosi quando tutto questo finirà, quando finirà questa vita e questa sofferenza.
“Mi uccido o non mi uccido?” penso, mentre apro il cassetto del comodino per tirare fuori il cacciavite. Poi prendo sulla scrivania un temperino giallo e inizio a smontarlo. E’ strano, il giallo è sempre stato il mio colore preferito. Quasi ogni cosa in camera mia è gialla, dalle pareti alla lampada, dallo zaino ai vari souvenir riposti sulla mensola. E’ strano perché il giallo è un colore così allegro e solare, pieno di energia e voglia di vivere. Appena entri nella stanza vieni pervaso da una sensazione di leggerezza mista a entusiasmo, un’esplosione di colore per gli occhi.
Eppure io non mi rispecchio per niente in queste caratteristiche.
Sono una ragazza di 18 anni, la mia vita? E’ una storia triste. Anche se, sinceramente, non so come sono arrivata a questo punto. Fino a tre anni fa tutto andava decentemente, ero quasi una ragazza “normale”. Avevo bei voti a scuola, qualche amico, al pomeriggio il corso di pianoforte e alla sera la palestra. Non ero soddisfatta, avevo già dei problemi e un passato difficile, ma andava bene, potevo continuare… Un giorno qualcosa si è rotto. Non so cosa, non so il perché. So soltanto che ora mi ritrovo senza niente. Il mio corpo è come un contenitore vuoto. E’ vero, è vivo, ma sotto la pelle non ci sono sentimenti o emozioni. Non sento più niente, non sono felice, non sono triste. Semplicemente sono morta dentro. E quel giallo che riempie la stanza è come il mio sorriso: un involucro finto che nasconde un intonaco bianco e infinita sofferenza. Io sono così, ho la capacità di apparire calma mentre di me urlo e tutto cade a pezzi. Sono così brava che nessuno si accorge di niente e mi viene da piangere, perché ho bisogno di aiuto, ma ormai sono invisibile alla gente. Sono una di quelle persone che non ti diranno mai se stanno male, neanche se le sbatti al muro, quelle che si tengono tutto dentro, che nascondono la sofferenza in silenzio. Quindi indosso il mio sorriso vuoto, abbasso gli occhi , dico “sto bene” e tutti mi credono. Molti pensano che se sorridi sei felice e se piangi sei triste, pochi sanno che si può anche piangere di gioia e sorridere per nascondere il dolore. E sorridere fuori, ma non dentro, è peggio che piangere.
Ecco, va sempre a finire in questo modo: inizio a pensare e mi perdo in riflessioni assurde. La mia mente è come una malattia mortale, produce troppi pensieri al secondo e, lentamente, sta uccidendo la mia anima. Si sa, pensare troppo causa solo problemi.
Ho finito di smontare il temperino, tolgo la vite e stacco quel pezzo di metallo. E’ freddo, tenerlo in mano mi fa sussultare. Un brivido mi percorre la schiena pensando a cosa sto per fare. Accendo la luce, ma continuo a vedere buio perché l’oscurità fa parte di me.
C’è troppo silenzio in questa casa. Forse è perché sono le 4 di notte e la gente dorme, o forse perché non è solo la casa ad essere silenziosa, ma anche la mia vita. Troppe parole non dette, troppe paure nascoste, troppe richieste d’aiuto trasformate in inutili cicatrici sulla pelle con la speranza che qualcuno le noti. Niente mi terrorizza o mi isola di più che sentire la mia stessa voce rimbombarmi in testa. Alzo il volume della musica. Così va meglio.
Sono al limite, davvero. Ho una voglia irrefrenabile di farmi male. E quando succede così, non so, qualcosa dentro di me si spezza e inizio a distruggermi per una pace mentale che non avrò mai. Ma un’altra notte a tagliarmi e piangere non la voglio passare. Sono esausta, non ce la faccio più. A cosa devo aggrapparmi per continuare a vivere? Mi sento demotivata, vuota, apatica. Sono una nullità distrutta. Disperata. Sola. Sbagliata. Sono rotta. Ho paura di provare queste sensazioni per sempre. Mi sembra impossibile uscire viva da questa situazione. Ne vale la pena? E poi qual è il senso di tutto questo patimento? Non credo più che vivere sia una bella cosa.
Ho la mente offuscata e le urla mai gridate mi soffocano la gola.
Un’altra notte così non la voglio passare.
Appoggio la lametta sul polso e incomincio, prima sfiorando la pelle piano come una carezza leggera, poi sempre più forte. Aumento la pressione man mano che il sangue cola dalle ferite.
Il dolore si alterna al piacere.
Tiro un sospiro di sollevo.
Il rosso che sta scivolando dal braccio è in contrasto con il giallo abbagliante delle coperte sul letto. Finalmente quella maschera di falsa felicità sta crollando.
Mi ero già fatta del male da sola in precedenza, ma mai in profondità e mai con il desiderio di sparire per sempre.
Abbasso i pantaloni all’altezza delle ginocchia per scoprire le cosce bianche segnate da decine di cicatrici. Sono piccoli det(tagli) che sanno di sofferenza. Il problema è che mi fa più male riuscire a non farmi male, piuttosto che farmi male e basta.
Dovevo chiedere aiuto anni fa, ma non l’ho fatto. Sono stata zitta contro al muro del silenzio, con la paura di essere giudicata. Vorrei che qualcuno vedesse quanto dolore porto dentro di me, però, ora è troppo tardi. Mentire sul mio stato d’animo fa parte della mia routine. Ogni giorno dico alle persone di essere stanca, ma in realtà sono depressa. Dico che ho l’allergia, ma in realtà ho gli occhi lucidi perché sto piangendo. Dico che “sono pulita” mostrando il braccio destro, ma in realtà il sinistro è pieno di segni rossi. Dico sempre che domani andrà meglio, ma in realtà andrà peggio. Tante e inutili bugie per mostrarmi forte davanti alla gente, quando dentro di me, lo so benissimo, sono fragile. Oh sì, sono così fragile che potrei spezzarmi da un momento all’altro.
Crollo sul pavimento, tremando, incurante del sangue che ormai fuoriesce dalle ferite.
Non posso più farlo. Non posso vivere.
Troppo. La vita è troppo, questa situazione è diventata insopportabile e io non so più come aggiustare il dolore. Il problema sono io, come posso stare meglio senza uccidermi?
E’ una guerra contro me stessa, in ogni momento, nella mia testa. Sono un campo di battaglia in cui i miei pensieri non mi lasceranno vincere facilmente.
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21 OTT 2019 09:30
MI CHIAMAVANO "IL CRISTO DEI PARIOLI": ECCO PERCHE' - ADRIANO PANATTA RILEVA UNO STORICO CIRCOLO DI TREVISO E SI METTE A INSEGNARE TENNIS: "PIU' FEDERER E MENO NADAL. SONO STANCO DI UNA CERTA ESASPERAZIONE..." - "FOGNINI? GLI MANCA UN PO' DI SERVIZIO E DI TENUTA MENTALE - "BERRETTINI? GLI SERVE TEMPO" LA COSA CHE MI FA PIÙ PAURA E' LA..." - VIDEO
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Maurizio Caverzan per “la Verità”
Ripartire dalla provincia. Anche se si è uomini di mondo. Anzi, forse proprio per questo. Adriano Panatta ha girato il pianeta, è conosciuto e stimato ovunque. Eppure ha voglia di ricominciare da un maxicentro sportivo a Treviso, dove vive da qualche anno con la sua compagna, l' avvocato Anna Bonamigo. Il suo progetto imprenditoriale è decollato con l' asta pubblica nella quale ha rilevato il vecchio Tennis club di Bepi Zambon, pianificando un investimento di 3 milioni per il suo rilancio insieme con l' amico Philippe Donnet, ceo del gruppo Generali. E siccome, perdonate la nota personale, sono originario di Treviso e Bepi Zambon è stato il mio maestro di tennis, incontrare ora Panatta, idolo di gioventù, è chiudere un cerchio.
Dunque, si ricomincia a 69 anni?
«Inizio un' attività imprenditoriale che per tanti anni non ho preso in considerazione: avere una struttura sportiva e dirigerla. Da qualche tempo vivo a Treviso e questo è un modo per radicarmi di più nel territorio».
Lo chiamerà Tennis pof pof, dal celebre cameo nel film La profezia dell' armadillo?
(Ride). «No ci sto pensando. Ho ancora un po' di tempo per scegliere il nome».
Qual è stata la molla di questa decisione?
«Desideravo un' attività più stanziale, per non essere sempre in giro.Viene il momento in cui si ha voglia di fermarsi. A me piace molto lavorare e con gli anni alcune attività sono cambiate. Ma mi sento pieno di energie e ho trovato come partner una persona che mi tranquillizza in tutti i sensi. Philippe Donnet, ceo mondiale del gruppo Generali, è un grande amico, gli ho raccontato il mio progetto e la sua risposta è stata: "Se lo vuoi fare sto con te". È stata la molla decisiva».
L' occasione è venuta dall' asta del vecchio Tennis Zambon.
«È andata deserta quattro volte. Bepi Zambon lo conosco dalla fine degli anni Settanta, quando organizzò l' esibizione con Björn Borg al Palaverde. Un paio d' anni fa mi aveva detto: "C' è il mio circolo da rilanciare, facciamo una cordata". Ma in quel momento avevo altri interessi. Poi ho visto che è una struttura che, con adeguati investimenti, può diventare molto bella».
Sarà un circolo nel quale insegnerà il tennis di una volta: stanco del troppo agonismo e della poca armonia che si vedono oggi?
«Stanco di una certa esasperazione. Non approvo l' insegnamento ai bambini concepito in modo estremo, parlo di impugnature e impostazione tecnica. Un conto sono i professionisti, un altro i ragazzini. La mia idea è promuovere il tennis classico, non vecchio di mezzo secolo. Più Federer e meno Nadal. Oggi il gioco è improntato sulle grandi rotazioni, solo se uno è forte fisicamente e mentalmente può andare avanti. Ma chi ha imparato e praticato il tennis così esasperato, molto spesso con l' avanzare dell' età, smette».
Mentre il tennis più classico è compatibile anche con over 50 e 60?
«Ho tanti amici che giocavano con me a livello di club e, anche se non hanno fatto la mia carriera, ancora oggi si divertono e non fanno solo fatica. Questo è il concetto. Le scuole di tennis vengono concepite come fabbriche di campioni, ma ne nasce uno ogni morte di Papa. I genitori li iscrivono perché pratichino uno sport e si divertano. Poi, certo, se si vedono doti di un certo tipo, allora si può e si deve intervenire in modo più specifico».
È vero che vieterà il rovescio a due mani?
«Nessun divieto. Certo, io preferisco quello a una mano. E, se devo dirla tutta, mi pare che nel circuito i rovesci migliori siano quelli di Stan Wavrinka, Richard Gasquet, Grigor Dimitrov e ovviamente Federer. Ma se ci sarà qualche ragazzino che non riesce a portarlo, gli insegneremo tranquillamente il rovescio a due mani».
Allevare dei campioni non sarà il suo obiettivo?
«Non principalmente. Vorrei che questo circolo diventasse una casa dello sport per le famiglie, per i quarantenni e cinquantenni, per le donne. Ci saranno i campi da tennis, ma anche di paddle, una grande piscina, il centro benessere, la palestra, un ristorante vero, una club house molto accogliente dove ritrovarsi con gli amici, per incontri di lavoro o semplicemente per trascorrerci una giornata».
Il circolo tradizionale è adatto ai ritmi della società contemporanea? Nelle grandi città si prenota il campo con le app, si va, si gioca, ci si fa la doccia e saluti
«A lei piace? A me no. Io penso a un posto dove ci si possa rilassare e interrompere quella velocità. Mentre i figli frequentano i corsi, le mamme potranno fare pilates, andare al centro estetico, bere un caffè e leggere il giornale».
Avrete anche attenzione all' aspetto educativo dello sport?
«Quello spetta innanzitutto ai genitori e alla scuola. Nel nostro piccolo faremo capire ai genitori e ai nonni che i ragazzini di 10 o 12 anni che cominciano a giocare benino non devono subito pensare alla prestazione e a diventare campioni. Intanto è importante praticare un' attività fisica e divertirsi, prima di crearsi false illusioni e inseguire la chimera del professionismo. Perché il 99% non diventano campioni, ma ingegneri, imprenditori, professori; e non c' è niente di male, anzi».
Una cittadina come Treviso è il posto giusto per un circolo tradizionale?
«Spero di sì».
Non le sta stretta?
«Per niente».
Roma non le manca per merito dell' amministrazione Raggi?
«Non mi manca perché ci vado quasi tutte le settimane. Certo, mi spiace vederla sporca, con le buche, in preda alla confusione del traffico. Con l' età non si ha più voglia, si è meno tolleranti Per Roma nutro un amore sconfinato, è talmente bella che ti fa dimenticare il peggio, ma non sempre. Stamattina sono uscito per andare in un ufficio pubblico, ho trovato persone gentili e in mezz' ora ero di ritorno. Avessi dovuto andare all' Eur sarebbe servita mezza giornata».
Il tennis è lo sport individuale più complesso, drammatico e totalizzante che esista?
«È l'unico sport nel quale sei totalmente solo perché non c' è l' allenatore in campo. Te la devi sbrigare, devi trovare le soluzioni, venir fuori da situazioni complesse. Sai quando cominci, ma non quando finisci, fino all' ultima palla può succedere di tutto, anche se stai sotto 6-0 5-0. Ci sono la tensione, la tenuta nervosa. Ho visto tanti ragazzini giocare benissimo, ma non riuscire a sfondare perché non abbastanza solidi mentalmente».
Oggi per eccellere servono più doti temperamentali che ai suoi tempi?
«Sul piano del talento non credo che le cose siano cambiate molto. I giocatori sono alti due metri e tirano il servizio a 240 all' ora anche con l' aiuto dei nuovi attrezzi. Noi avevamo le racchette di legno, adesso con quelle nuove fanno a cazzotti. Se guardo Federer mi diverto, con altri meno, lo scambio dura finché uno dei due sbaglia. Essendo la palla più veloce, si ha meno tempo per pensare e si va d' istinto».
L' Italia ha due giocatori a ridosso della top ten come Fabio Fognini e Matteo Berrettini.
«A Fognini mancano un po' di servizio e di tenuta mentale. Se sei in difficoltà, ma hai un servizio potente puoi venirne fuori. Su come gioca bene a tennis nessuno può dirgli niente, ha una mano eccelsa».
Berrettini?
«Ha cominciato da un anno a essere un giocatore forte, diamogli un po' di tempo. Ma ha tante doti, solidità mentale, sta bene in campo, è un giocatore moderno di due metri e con un gran dritto, è un ragazzo educato. Infine, Vincenzo Santopadre, il suo allenatore, sa come si fa».
Se Fognini avesse maggiore solidità mentale sarebbe ai primissimi posti mondiali?
«Chi gioca di talento esprime un tennis difficile per cui la tenuta mentale è più importante rispetto a un giocatore potente. Fognini deve inventare tennis a ogni colpo. È un po' quello che accadeva a me con Borg, per dare il massimo devi stare bene con la testa. Chi gioca sul ritmo e sulla regolarità ha un copione magari eccelso, ma più limitato. Non deve fare un ricamo ogni volta. Se mi passa il paragone, è la stessa differenza che c' è tra un programmatore informatico e un art director».
Le passo il paragone ma le faccio una provocazione.
«Facci pure, come diceva il grande Paolo Villaggio».
Questo circolo con il tennis classico è una cosa nostalgica e un po' vintage?
«No, assolutamente. È una scelta da imprenditore in un campo che credo di conoscere bene perché ci sono nato. E, dal punto di vista affettivo, mi consente di stabilirmi a Treviso e di stare un po' di più con la mia compagna».
Perché ha scartato l' idea di una scuola competitiva che allevi ragazzi vincenti?
«Perché non m' interessa».
Perché per lei la vittoria non è mai stata tutto?
«Questo è vero, non era tutto. Ma il vero motivo è che voglio creare un posto dove stiano bene anche gli adulti, senza troppi stress. E dove chi gioca a tennis abbia voglia di migliorarsi, ma senza paranoie. Gli adulti vorrebbero migliorare, ma poi col maestro si accontentano di palleggiare. Per esempio, nel golf non è così. Vorrei che anche chi ha cinquant' anni avesse ancora lo stimolo a imparare per battere il collega di lavoro. Mi piacerebbe che le persone arrivassero al circolo con il sorriso perché sanno di entrare in un posto accogliente e ne uscissero con un sorriso ancora più grande. Questa è la mia unica missione. Se poi ci sarà un ragazzino particolarmente dotato, credo che me ne accorgerò e a quel punto vedremo cosa fare».
La vittoria non era tutto perché privilegiava i gesti bianchi o perché anche la conquista di uno slam non la appagava pienamente?
«Quand' ero in campo la vittoria era tutto. Infatti, dicevano che non sorridevo mai, ero "il Cristo dei Parioli". Nessuno mi ha mai accusato di non lottare. Ma poi, ma quando avevo vinto, mi dicevo: beh, che avrò fatto mai?».
Ha avuto successo mondiale, popolarità, belle donne, è stato anche campione di motonautica: che cosa le manca per sconfiggere la noia?
«Sconfiggerla del tutto è impossibile. È la cosa che mi fa più paura. Questa nuova avventura è uno stimolo, c' è da pensare all' azienda. Va bene così».
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