#il guerriero dello spazio
Explore tagged Tumblr posts
Text
Ho appena realizzato che Baldios è un robot il cui abitacolo era nel pene.
Cioè era comandato dal cazzo!
Meraviglioso!
#cazzeggio#libero cazzeggio#baldios#il guerriero dello spazio#cartoni animati#cartoni della mia infanzia#anime giapponesi
20 notes
·
View notes
Text
«A Sparta il figlio se era deforme e poco prestante veniva gettato dal baratro del monte Taigeto, poiché né per se stesso né per la città era meglio che vivesse. Di tutte le città della Grecia, Sparta è l’unica a non aver lasciato all’Umanità né uno scienziato, né un artista né un poeta. Forse gli spartani, senza saperlo, eliminando i loro neonati troppo fragili, hanno ucciso i loro musici, i loro poeti, i loro filosofi.»
Chi di voi non ha visto almeno una volta nella vita un dipinto di Caravaggio? O letto una poesia della Merini? E Van Gogh? C’è un motivo se in ogni parte del mondo, le opere di Van Gogh, a distanza di due secoli, continuano a suscitare emozioni tanto forti. Pensate che dipinse La notte stellata dalla finestra di un manicomio. Anche Alda Merini venne rinchiusa in manicomio. Molti dicevano che Caravaggio fosse pazzo, e lo stesso dissero di Camille Claudel, di Beethoven, persino di Socrate! Perché? Perché non vivevano come gli altri pretendevano che vivessero. Perché questi uomini sentivano e pensavano in modo diverso. Cosa c’entra con Sparta?
Ecco Sparta fu l’emblema nel mondo antico dell’efficienza. Della forza. Nel mondo spartano non c’era spazio per l’iniziativa individuale, per la libertà d’azione, per i sentimenti; a Sparta la vita dei cittadini seguiva soltanto ordini e regole: era il mondo dell’obbedienza. Ogni aspetto della vita dei cittadini-soldati era controllato dallo stato. Essere un buon guerriero era l’unico scopo dello spartano. Chi non poteva e non sapeva esserlo, doveva sparire. O essere sfruttato. Per questo motivo Sparta non ebbe musici, poeti, filosofi.
Oggi lo stato non vuole cittadini-soldati, ma cittadini-consumatori. Persone che pensino e sentano in modo facilmente prevedibile, facilmente controllabile. Non servono i filosofi, non servono i pensatori, non servono gli artisti ma soltanto operai altamente qualificati. Ed ecco perché la Storia, a detta del nostro illustre ministro Cingolani, non serve a nulla. Agli uomini-macchina non è utile conoscere la storia di Sparta. Ragionare. Mettere in relazione.
G. Middei
9 notes
·
View notes
Text
Cagliari, Marco Mengoni illumina il quartiere fieristico per Capodanno 2024
Cagliari, Marco Mengoni illumina il quartiere fieristico per Capodanno 2024 Icona della musica italiana, vanta una carriera costellata di successi a livello nazionale e internazionale. Dal trionfo ad X Factor nel 2009, sino a quello che lo ha visto vincitore della 73^ edizione del Festival di San Remo, il suo talento eclettico ha conquistato il cuore di milioni di fan. Tra i suoi numerosi successi, spiccano brani indimenticabili come "L'essenziale" e "Guerriero", che gli hanno conferito riconoscimenti e premi prestigiosi. "Il concerto di Capodanno 2024 a Cagliari vedrà l'esibizione del celebre cantante Marco Mengoni sul palco della Fiera". L'evento è stato ufficializzato stamani a Palazzo Bacaredda dal sindaco Paolo Truzzu e dall'assessora alla Cultura e Spettacolo, Maria Dolores Picciau. Nella corso della conferenza stampa di questa mattina di martedì 12 dicembre 2023 il primo cittadino ha dissipato ogni dubbio sulla cifra di 1 milione di euro, erroneamente divulgata, sottolineando che "l'impegno finanziario dell'Amministrazione comunale è pari a 688mila euro, utili per organizzare tutto lo spettacolo in sicurezza". E ha ribadito che "solo 250mila euro sono destinati all'esibizione del cantante, affidati a Live Nation per coprire spese esecutive e di produzione". Il resto del budget è allocato per garantire la sicurezza e coprire i costi organizzativi dell'evento nel Quartiere Fieristico, una scelta ponderata in collaborazione con le autorità competenti per massimizzare la sicurezza del pubblico. "La spesa di 688mila euro è una delle cifre più basse che si spende in Sardegna per il concerto di capodanno", ha ricordato Truzzu. Il sindaco ha poi spiegato perché la scelta della location è ricaduta sulla Fiera. "Il motivo è legato della sicurezza pubblica", sia sotto il profilo della capienza dello spazio, "più ampio rispetto a quello di piazza Dei Centomila, inizialmente ipotizzato quando ancora non si sapeva quale sarebbe stato il cantante, capace di accogliere al massimo 13mila persone", che dei costi perché, conti alla mano, "sarebbero aumentati di circa 100mila euro". Infine il primo cittadino, ha sottolineato l'impegno del Comune nella trasparenza di tutte le procedure e informazione, nonché la volontà di rendere Cagliari una città più attrattiva attraverso eventi che "contribuiscono all'economia turistica, all'indotto e all'occupazione". Così anche l'assessora Picciau che ha parlato del favorevole connubio spettacolo-turismo per lo sviluppo del territorio. L'accesso all'area del concerto sarà consentito tramite tiket gratuito da prenotare esclusivamente online, ma soltanto dopo gli esiti della riunione del Comitato d'ordine e sicurezza pubblica convocato per venerdì 15. La città si prepara dunque a accogliere il nuovo anno in uno scenario straordinario, arricchito dalla voce inconfondibile di Marco Mengoni. A coordinare l'evento, l'organizzatore Simone Ruscica, presente anche lui all'incontro con i giornalisti a Palazzo Bacaredda.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
0 notes
Text
𝗧𝗥𝗔𝗨𝗠𝗔: 𝗔𝗧𝗧𝗥𝗔𝗩𝗘𝗥𝗦𝗢 𝗜𝗟 𝗗𝗢𝗟𝗢𝗥𝗘, 𝗩𝗘𝗥𝗦𝗢 𝗟𝗔 𝗚𝗟𝗢𝗥𝗜𝗔 ✨
Il trauma è energia vitale bloccata.
Energia vitale creativa, naturale, giocosa che non è stata lasciata fluire quando è emersa per la prima volta e ha cercato di fluire.
Non era sicuro lasciarla fluire e non sapevi come fare.
E così è rimasta bloccata nel tuo corpo.
Non è colpa tua, cara Anima.
Le parole che volevi urlare.
I modi in cui volevi muovere il tuo corpo.
I sentimenti umani sani che hai intelligentemente schiacciato per proteggerti, ricevere amore, essere "ok", rimanere viva.
La verità che avevi bisogno di esprimere, ma non ci sei riuscita.
Ma è un nuovo giorno e tutto ciò che è rimasto bloccato ieri può avere il permesso di muoversi di nuovo oggi.
Questo richiede coraggio, la volontà di sentire il vecchio dolore e di respirare attraverso di esso, di fidarsi del corpo ora invece di cedere alla mente e alle sue paure.
Dire la verità.
Uscire dal nascondiglio e lasciarsi vedere.
Nella sicurezza della tua presenza, o nella presenza sicura di un altro che può sostenervi e fidarsi del vostro processo, potete rivolgervi verso il luogo dolente, il luogo stretto, il luogo oscuro, il luogo dolorante, e portarvi la luce della vostra consapevolezza, la luce dell'amore?
La vita vuole solo giocare in te, danzare, tremare, vibrare, impennarsi e muoversi fino al completamento.
La rabbia, il terrore, gli impulsi e le pulsioni e i desideri che hai imparato essere "malati" o "pericolosi" o "sbagliati" o "vergognosi" sono sempre stati naturali, normali e sani, e non ti danneggerà se ora ti rivolgi a loro e dai loro l'amore, l'attenzione e il passaggio sicuro che hanno sempre meritato.
Non devi recitare.
Basta sentirli, illuminarli, inchinarsi a loro.
E permetti, permetti, permetti.
Momento per momento.
Sii un cuore vasto ora, un cuore amorevole e curioso che accoglie, e fidati di questa tempesta intelligente di sentimenti che emerge, ruggisce e passa a suo tempo.
Le tue ferite, i tuoi luoghi turbolenti e dolorosi, i tuoi traumi, non sono errori; sono i luoghi sacri che desiderano disperatamente amore, in attesa di essere penetrati dalla tua Luce curiosa.
Quindi urla, scuotiti, trema, piangi, vomita, fai un po' di casino - sei un guerriero e sei vivo e stai guarendo e imparando a giocare.
Attraverso il dolore, verso la gloria!
Ed ecco:
Il luogo in te che non è mai stato traumatizzato.
Il tuo cuore innocente.
Il tuo indistruttibile
Sé.
Jeff Foster ✨
La vera guarigione passa attraverso la più profonda accettazione di ogni sentimento umano ed urlo mai gridato
La vera guarigione passa attraverso la verità che nascondiamo non attraverso il seminario che promette una vita migliore
La vera guarigione sei tu, così come sei, esattamente come sei ORA e non come potresti essere domani o dopo l’ennesimo corso
La vera guarigione passa attraverso il dolore che viene amato totalmente
La vera guarigione passa attraverso il corpo!
Il sentire
La vera guarigione passa attraverso l’amore per il trauma
E per questa guarigione ci vuole davvero molto ma molto coraggio
Ho vissuto tantissimi traumi nella mia vita, e tutti nell’età dello sviluppo
La vita mi ha mostrato che la potenza dello Spirito e della nostra totale presenza può accogliere e far flui ogni energia repressa facendoci percepire la nostra vera Essenza in un secondo
Addirittura mi ha mostrato che si può andare addirittura oltre senza dover trascendere il corpo
Ma non è una cosa che si decide questa, avviene
Pertanto se sentite la chiamata del corpo che vuole risvegliarsi è di estrema importanza trovare qualcuno in grado di sostenere l’energia pronta a fluire, qualcuno che sia ampio e presente abbastanza da poter contenere ogni cosa che emergerà nello spazio che siamo, il perché l’ho spiegato bene nel post L’ABBANDONO
Siate gentili
Siate delicati
Ma soprattutto siate consapevoli che siete perfetti così come siete, ORA
Astrosapienza
3 notes
·
View notes
Text
TRACKS ( Deluxe ) War for Cybertron KINGDOM
Sono ormai tre anni che questa trilogia War for Cybertron è una vera e propria rimpatriata G1, alla quale anche i Beast Wars/Biocombat si sono autoinvitati con la scusa di festeggiare il loro venticinquesimo compleanno. E nel “minestrone” della terza parte KINGDOM può addirittura capitare di incapparsi in personaggi che non c’entrano nulla col cartone animato Netflix ma che comunque hanno fatto la storia dei TF G1 come Inferno, Huffer, i ripescati dal film del 1986 Cyclonus e Galvatron... e persino questo TRACKS, famosissimo guerriero/detective Autobot un po’ modaiolo e un po’ Narciso, protagonista delle memorabili puntate Sulle tracce di Tracks e Auto-Rock della Stagione 2. Nonostante la popolarità, di lui abbiamo avuto solo un’altra comparsata in animazione (Stagione 3 Animated, in forma Cybertroniana), così come pochissimi modellini prima del WFC, a parte il modellino originale del 1985: si conta l’Alternator, ma anche il Generations del 2010 che però era un remold di Wheeljack, per poi passare al rispettabilissimo Masterpiece del 2014 reso famigerato per lo zaino fin troppo vuoto. E il KINGDOM Deluxe che stringo tra le mani sarà forse all’altezza del predecessore?
Innanzitutto, come da tradizione, l’altmode del nostro Puma è una CHEVROLET C3 CORVETTE STINGRAY, automobile che più Anni 80 non si può: bellissima, elegante, slanciata e riconoscibile dal cofano lungo. Oddio, non è esattamente una riproduzione dell’auto reale – per quello esiste il Masterpiece, comunque – ma come appare nel settei del cartone animato originale, ovvero semi-realistica e col simbolo Autobot sul cofano racchiuso in uno “scudo” rosso uniforme che dovrebbe imitare il motivo fiammeggiante giallo e rosso tipico del giocattolo G1. Inoltre, qui di simboli Autobot ce n’è uno solo, quello del cofano appunto, e si è evitato di riproporlo anche sul tettuccio in quanto questo costituirà lo zaino del robot. Il Masterpiece invece risolveva in parte questo inconveniente nascondendo il suddetto simbolo con un pannellino a scomparsa perché l’intero abitacolo formava il busto di Tracks.
Per quanto riguarda la colorazione, in generale è un tripudio di un bel blu brillante, tranne nella plastica trasparente celeste dei vetri (lunotto, parabrezza e finestrini), nel nero delle ruote e del radiatore frontale e nell’argento dei cerchioni; a parte quello non si vedono ulteriori dettagli dipinti eccetto nelle due righe bianche sul retro... che in realtà, come vedremo, sono i timoni della Modalità Volo di Tracks, e mi dispiace che siano sì nascoste e a filo con la carrozzeria ma antiestetiche, mentre nel Masterpiece erano sottili come carta e non rovinavano le linee del modellino. E a proposito del retro, anche qui nessuna traccia di colore nei fari o nella targa, ma volendo il perno metallico sul fondo potrebbe essere scambiato per una terza marmitta dell’auto o il propulsore della modalità volante.
Trattandosi di WFC, Tracks si presenta con almeno tre/quattro porte per le armi: due sul retro e due all’altezza dei parafanghi anteriori. Qui è possibile innestare l’iconicissimo doppio lanciamissili, purtroppo completamente bianco e non con la base nera e adesivi annessi come in passato, e a sua volta presenta un foro in cima, quindi si può riporre lì anche la pistola di Tracks – il cui design è una via di mezzo tra il G1 e il Masterpiece, ovvero nera come il giocattolo ma sputata al settei. E sempre di Masterpiece si parla guardando il disguise da dieci e lode, poiché effettivamente non vi è alcuna traccia del robot neanche se lo si guarda da sotto... caso più unico che raro in modelli di questa linea! 😍
Ovviamente Tracks non sarebbe quel Tracks senza la sua celeberrima MODALITÀ VOLO, che consiste nel sollevare i timoni bianchi dal retro dell’auto, sganciare le portiere ed estrarre i moduli prima in fuori e poi paralleli ai fianchi, avendo cura di separarli dalle ali e di ruotarli di 90° (quindi con la decorazione gialla e rossa verso l’alto). In questa forma il nostro guadagna altre due porte per le armi – essendo le future braccia del robot – e l’estetica in sé è una fotocopia del Masterpiece, che a sua volta ricalca il settei. L’unico neo, parafrasando il mio collega @jazzluca, “di tutto questo ben di Primus” sono i timoni e le ali non dipinti: cioè, è troppo chiedere qualche dettaglio colorato in più per richiamare gli adesivi del G1 o, al limite, i dettagli stilizzati visti nel cartone? E non sarebbe stato un crimine, come nel Masterpiece, aggiungere dei perni per assicurare le braccia/prese d’aria ai fianchi dell’auto invece di lasciarle “penzoloni”? 😒
Vabbè... passiamo ora alla TRASFORMAZIONE, che di fatto è un copia-incolla semplificato di quella del Masterpiece. Partendo già dalla Modalità Volo, le braccia sono praticamente belle che fatte – basta solo ritrarre i timoni, ruotare in fuori le mani e portare in su le ali. Ora sganciamo i parafanghi anteriori per avere più gioco nella separazione del cofano, quindi solleviamo e ripieghiamo su se stesso l’intero blocco della cappotte, ruotiamo il tutto di 180° e agganciamolo sulla schiena. Apriamo gli stinchi e ruotiamo di 180° i piedi e i parafanghi stando attenti a non incastrarci nel bacino, quindi distendiamo le gambe e – una volta aggiustati i piedi – assicuriamo i pannelli tramite un mini-perno dietro al ginocchio. Ruotiamo il busto di 180° e slittiamo in avanti il finto petto del robot; per concludere, collassiamo il tutto via doppio perno e blocchiamo le metà superiore e inferiore tramite una clip e un perno sull’“ombelico”.
Come ROBOT Tracks, è proprio il caso di dirlo, è un piccolo capolavoro. Sputato al Masterpiece di sette anni fa con le tecnologie attuali e nella taglia di un Deluxe che è in scala con tutti i suoi colleghi WFC – tanto per essere pignoli, è alto un pelo in più dei Fratelli Lamborghini Sideswipe e Sunstreaker ma allo stesso tempo rispetto a un Optimus Prime Tracks arriva almeno sotto i pettorali. Non si tratta di un errore, anzi: il fatto di essere alto e magro rientra nei canoni del personaggio, e anche in questo caso Hasbro ha pensato bene di fare affidamento alla scala ufficiale dell’85 – quindi, direi che siamo nella media. E a proposito di settei, Puma qui sembra effettivamente uscito dal cartone animato con la tipica livrea blu-grigio/nero-bianco e la testa col casco bianco e il volto rosso fuoco, ma ha la licenza poetica dei piedi neri, mentre invece sappiamo bene che sono bicromatici grigio e blu. Inoltre, presenta dettagli scolpiti degni del G1 classico ma non colorati (come le ginocchia, i piedi o le ali, per esempio); viceversa quelli degli adesivi sui guanti e sulla cintura sono ridotti ai minimi termini; nulla da obiettare sul classico riquadro giallo col simbolo Autobot rosso sul petto, comunque! 😅
Non noto alcun difetto estetico grave, a parte il solito vuoto dello zaino... che, per carità, è già di suo abbastanza compatto e schiacciato, quindi non dà neanche tanto fastidio. Può semmai storcere il naso quello delle caviglie e delle braccia, ma ancora una volta sono difetti “funzionali”: nel primo caso, il piede non avrebbe abbastanza spazio per la trasformazione delle gambe nel cofano dell’auto; nel secondo è una caratteristica comune di molti Deluxe WFC, perché in quella cavità vanno riposte le mani durante la trasformazione. Per quanto riguarda la posabilità, il nostro può benissimo essere spacciato per un’action figure: degni di nota in tal senso, infatti, i balljoint su collo e caviglie, perni a braccia, gomiti, gambe e ginocchia (questi ultimi due possono piegare in avanti sollevando un poco il gonnellino) e, come ciliegina sulla torta, la rotazione del bacino.
E come spesso accade con questi Bot, anche Puma è tutto “bucherellato” per via delle numerose porte per armi. Dando per scontato i soliti fori alle mani, già abbiamo visto quelli sui guanti, sulla schiena e sulle gambe/parafanghi, ma dobbiamo pure menzionare anche quelli presenti su ciascuna spalla, in modo che la pistola possa essere brandita come un cannone à la Sideswipe o Wheeljack, e anche quelli immancabili sotto i piedi. Oh, e anche il foro sul cappuccio in cima alla testa, ove installare il doppio lanciamissili come vuole l’iconografia classica del personaggio.
Tornando alla domanda iniziale... sì, questo è sicuramente il meglio che Hasbro ha tirato fuori per Tracks, dopo il bel Masterpiece e l’umile Generations 2010, e ancora una volta i fan delle auto “stilose” come questa saranno sicuramente contenti di portare a casa una versione moderna della bella Corvette tanto da guardare quanto da maneggiare, con pregi che sovrastano sui difetti. Ebbene sì: il buon vecchio Puma è tornato in città, e anche stavolta ha spaccato l’obiettivo col suo stile elegante e impeccabile! 😍
#Transformers#Tracks#WFC#War For Cybertron#Generations#Deluxe#Kingdom#Autobot#Autorobot#Puma#Recensione#Review#Hasbro
6 notes
·
View notes
Text
Una ulteriore pressione dello stivale tra collo e naso già sanguinante spinge il perdente ad obbedire. La testa inizia a muoversi, per un momento sembra che gli baci solamente lo stivale ma lo vedo iniziare a muovere la testa sullo stivale di colui che lo ha vinto. Sono di quegli stivali a punta con suole cucite e impeciate. Non sono stivali eleganti sono chiusi lateralmente da lacci di cuoio a catenella e in cima finiscono sotto ginocchiere di metallo mentre gli schinieri sono pestati e sporchi. Anche gli speroni di cavaliere non sono nuovi.
- Bravo leccalo e succhialo bene!
Il cavaliere sconfitto smuove l'elmo, lucido e decorato a seguito dell'urto e delle pedate è malmesso e il sottogola lo
ha ferito. Sgancia il cinturino e lo lascia rotolare a terra. Si tira sue si mette seduto . Sembra a cavalcioni della gamba del vincitore. Quando fa per riprendere a leccare lo stivale, una nuova pedata lo spinge di fianco, a testa in giù si vedono le cinghie del pettorale . Velocemente cerca di tirarsi su. Mentre rialzandosi è prono, a quattro zampe come un cane, il pomolo della spada preme sul suo culo. È infoiato,
-“Sei proprio voglioso! “ Il guerriero più anziano non si è ancora sganciato l'elmo. È un elmo robusto, pieno di ammaccature, una volta decorato riccamente. Forse non è il suo ma è strano perché non ci sono molti della sua stazza. Sotto l'elmo porta un cappuccio di cuoio nero non in tessuto trapuntato come quello dell’altro. Lo sconfitto si gira e con sguardo per niente impaurito o triste gli risponde:
-“Si voglio sentirmi completamente tuo”
Schizzi bianchi decorano i miei guanti. il perlaceo contrasta con il nero. La mia lingua comincia a lapparli.
L' odore e il sapore di cuoio, uomo e cavallo si fondono assieme..
Nel parossismo dell'eccitazione o nel portare la mano alla bocca il metallo sulle mie braccia deve avere luccicato al sole. Prima il ragazzo poi l'uomo colgono questo luccichio. Il ragazzo guarda verso di me rassegnato , per niente allarmato. L'uomo invece si gira velocemente è rabbioso per essere stato disturbato. Se fosse stato un lupo avrebbe ruggito ruggito voltandosi e il suo pelo si sarebbe rizzato come quelli di un istrice pronto a lanciare i suoi aculei. Il suo sguardo sembra spazzare per due volte gli arbusti tra i quali sono nascosto. Percepisco la sua tensione salire ulteriormente e la spada alzarsi pronta per una carica. Ritengo sia meglio palesarmi e apro a due mani i rami per mostrargli che non posso fargli male. Il suo sguardo si rasserena nel riuscirmi ad individuare e nel constatare che non ho intenzione di attaccarlo.
-“ Ehi uomo hai guardato come questo galletto è stato sconfitto. Hai visto tutto il combattimento?”
- “Solo quando siete arrivati qui vicino. Mentre pisciavo ho sentito le spade e come i vostri cavalli schiacciavano le frasche.” l'uomo sembra pensare a quello che sto dicendo. Alla fine sorride
-“Questo stronzetto mi ha svillaneggiato per i miei piedoni pelosi e puzzolenti.
A queste parole il cavaliere vittorioso fa seguire un movimento del piede e lo stivale schiaccia nuovamente il viso dello sconfitto nel fango.
Il ragazzo cerca di rialzarsi ma la suola di cuoio dello stivale lo schiaccia e non gli permette di rialzarsi. Velocemente le sue braccia sono afferrate e tenute indietro sopra la schiena, se cercasse di liberarsi il dolore lo farebbe desistere.
Io oramai sono avanzato allo scoperto e guardandomi il gigante mi sorride:
- “Vedo che devi avere i piedi umidi e sudati togliti gli stivali e fatti pulire i piedi.
Lo guardo stupito. Sono diffidente. Sento il pericolo sono uomini come loro che hanno distrutto i villaggi. Eppure la cosa mi piace. Guardo quel bel culo con il corpo e l'armatura che hanno iniziato a sporcarsi di fango e erba. Gli stivali alti sono con punte molto più accentuate dei nostri e con cuoi cuciti a rinforzo per ammortizzare il peso del rivestimento metallico. Anche le gambe sono rivestite di placche di metallo sotto il metallo si vedono due braghe di morbida pelle che si raccordano sul culo e sono cucite da morbidi lacci di pelle a x. Il bordo finisce sotto le fasce del gonnellino protettivo di lastre di metallo. Il vincitore si china. Non è solo più alto è anche più grosso di noi. Se la sua armatura sembra composta di armature diverse e pesta da moltissimi combattimenti quello che vedo del cuoio di cui è suo cuoio è vecchio scolorito e macchiato. Sono sicuro che non sia solo grasso ma ne riconosco il colore di sangue, vecchio e annerito. Piantato lo spadone nel terreno estrae velocemente dal fodero un coltello, lucido, pesante. Liscio e affilato ma con profili di lama curvi come inviti. Con quello sicuramente non si taglia solo le porzioni di carne ma sicuramente scuoia e sbudella uomini e prede. Mi viene un brivido a pensare a dei resti umani che trovai in un villaggio. Nel frattempo con un colpo deciso di piatto la lama si è insinuata sotto il gonnellino e lo ha sganciato tagliandone le cinghie. Vedo il metallo freddo e lucido della lama affilata infilarsi come una serpe nella tana. Il ragazzo questa volta è spaventato. Nel frattempo le sue braccia sono al suolo e non muove muscolo mentre un braccio grosso come una delle sue cosce si piega e la lama porta in tensione le braghe. È un attimo con un taglio verso l' alto, sollevando appena il corpo del ragazzo taglia i lacci di cuoio rivelando una pelle bianca su cui lo sporco della cavalcata non ha ancora fatto presa. Una goccia di sangue rivela dove la punta ha ferito il giovane. Metto il piede stivalato tra le cosce del ragazzo. Sento i suoi muscoli contrarsi e serrarmi il piede in una morsa. Salgo sul suo corpo e facendo forza tra le sue cosce e inguine sfilo velocemente il primo stivale. Con il ditone del piede nudo affondo per un attimo tra quelle chiappe setose. La posizione non è sicura e poggio il piede nudo a terra vicino al suo viso. Incredibile non allontana il viso ma Inizia a ciucciarmi i peli dell' alluce e usa la lingua per ripulire l' unghia. Sfilo anche il secondo stivale, sono veramente umidi, macchiati di fango e sudore mio e del cavallo. L' odore �� molto forte. –“Sono veramente puzzolenti!” Dico all'energumeno mentre poggio gli stivali sull' erba e a piedi nudi aspetto lo sconfitto. Il guerriero lo prende per la collottola. Il bordo delle brache pende rovesciato sui due lembi esaltando la fessura tra le natiche. Lo sbatte a terra a fianco dei miei piedi. Con un piede schiaccio il viso. Sento la sua lingua farsi strada sul mio piede. Umida e calda lappa e cattura il sudore e lo sporco. I genitali dell' altro non più coperti dall' usbergo di metallo pendono parzialmente, sormontati da un erezione massiccia, venosa che si distacca dal ciuffo di peli evidentemente tenuti corti per non dare spazio alle pulci. Vedo il suo sputo colare tra le natiche prima che come un maiale infili il suo viso grufolando alla ricerca del tartufo. Anche io sono in erezione e vedo il viso dell' uomo guardare con desiderio il mio sventrapapere. Quell' uomo con il viso diabolico devastato da cicatrici di duelli e dal vaiolo sembra sciogliersi nella lussuria mentre si pianta nel sedere del ragazzo.
La vittima di questa violenza non può urlare per le dita del mio piede che adesso sono dentro la sua bocca. Per un momento ho temuto che mi mordesse il piede, ora con rinnovata energia, cerca i miei piedi. Sembra farlo con passione. Con un piede lo accarezzo e lui sembra ricambiare con amore quel gesto di dolcezza. Sento la sua lingua scorrere sulla pianta del mio piede, ripulirli dalla terra e dal sudore.
10 notes
·
View notes
Link
Un altro articolo sui cartoni animati giapponesi pubblicato da Amanti dei libri.
3 notes
·
View notes
Text
LEGAMI
La stoffa cede al terzo colpo. Lo strappo è molle ed estenuante.
Ti guardo stupita, gli occhi in fiamme.
Apro la bocca e rimane così, priva di suono.
"Giochiamo?" avevi detto.
Giochiamo.
Non era proprio questo che intendevo
Il mio slip è candido trofeo tra le tue dita, adesso.
Lo porti alle narici e ne aspiri l'umidore, ti strofini il tessuto sulle labbra, senza smettere di fissarmi. Diabolico.
"Adesso sistemiamo anche l'altra mano, mia cara"
Prima che tu riesca a prenderla, ti affondo le unghie nella guancia e un rivolo rossastro si fa strada sulla pelle.
Porti un dito sul varco sottile. Guardi un istante il sangue vivido che lo ricopre. Lo lecchi, sorridi nuovamente.
"Cattiva bambina, molto cattiva"
Un lampo di vittoria crudele mi colora le pupille.
Ti avvicini nuovamente, più cauto stavolta.
Tento di sferrare un nuovo attacco ma precedi il mio intento: mi afferri il polso e in un istante lo inchiodi alla sbarra in ottone, coi brandelli dello slip.
"Fa' la brava, abbiamo quasi finito"
Braccia e gambe divaricate. Annodate agli angoli del calorifero. Lo specchio rimanda l'immagine di una X palpitante e balorda. Sono io?
Sosti immobile al lato della tua opera incompiuta. Non sei soddisfatto.
Mi osservi con cura, la stanghetta degli occhiali sospesa tra le labbra, meditando sul da farsi. Quando poggi gli occhiali sul comodino capisco che hai deciso, te lo leggo nelle fessure luccicanti che accerchiano il naso regolare. L'attesa mi eccita dilatandomi ogni poro e annebbiandomi la testa.
Intingi un dito nella pittura umana che ti ho fatto versare, disegni due cerchi rossi attorno ai capezzoli.
Lo sfregio mi rende furiosa, il corpo reagisce strattonandosi, vorrei rimuovere i legacci e fare nuovo scempio di te con le unghie affilate.
Ma il dito è fresco pennello, i capezzoli si inturgidiscono all'istante. Ne prendi uno tra il pollice e l'indice. Lo avviti, lo temperi come l'ultima delle tue matite. Lo sollevi verso l'alto e lo lasci ricadere senza troppa grazia incurante delle mie proteste. Piuttosto flebili.
Avvolgi l'altro con la bocca calda: lo succhi, con cura, metodico. Ti stacchi di colpo e soffi sulla chiazza umida, un brivido s'inerpica per la mia schiena.
"Il gioco ti piace, mia cara?"
Nuda. Annodata a un calorifero bollente. Di fronte alla finestra di un ufficio brulicante di manichini annoiati.
Piace si.
Il buio ed una tenda proteggono da occhi estranei la densa viscosità che scorre nella nostra stanza dei giochi.
Giro appena lo sguardo sugli esseri intenti in altre manovre: fotocopie, telefoni, pc, tuttoè lontano anni luce dal senso che si consuma qui, a pochi respiri di distanza.
Torno a te.
Sei tu il fulcro della mia attenzione in questo macroscopico istante: torpido ti spogli, con maestria, come se non avessi fatto altro nella vita. Scivola la cravatta, si dilegua la camicia. La luce scura che intravedo nelle pupille mentre sfili la cintura in pelle quasi mi spaventa. Ignorare le intenzioni altrui è cosa nuova, mi rende elettrica. Il tuo corpo lucido riaffiora dalla pozza dei vestiti d'ordinanza, quelli da uomo distinto, e mi dedica una decisa erezione. D'improvviso l'impotenza della mia prigionia mi fiacca, sono preda braccata dalle mie stesse voglie: slegami, prego. Devo morderti quel centimetro quadrato alla base della nuca, ne ho bisogno: sentirne la consistenza, il sapore. Dolce. Salato? Aiutami, prego.
Ancora più lento ti avvicini, mi esplode il cuore e scandisce il percorso inarrestabile del mio languore: sgorga sotto lo sterno e mi riaffiora tra le gambe strabordando ogni argine.
Scivoli nello spazio che mi divide dalla finestra, e mi stringi da dietro. Ogni centimetro della tua carne aderisce alla mia, ogni incavo della mia forma si riempie della tua presenza, siamo un unico grumo indefinito al centro dell'inutile universo che ci ignora.
Metallo rovente preme le mie natiche, terribile agonia, farei qualsiasi cosa per potermi muovere adesso.
Mi sciogli dall'abbraccio senza preavviso, e il freddo della brusca assenza della tua carne è pugno nello stomaco. Ho il sangue al cervello quando i tuoi occhi eccitati mi sono di fronte. Mi tendo come un arco, la carne dei polsi sfrigola sotto i legacci, ma brucia meno della voglia della tua bocca. Me ne approprio, con violenza. La lingua ti aggancia, ti riavvicini finalmente. Esploro le storture dei tuoi denti, indugio, delicata, poi no, con forza. Ti lascio e poi ti mordo, lambisco le gengive, succhio le tue labbra, a turno, sotto, sopra, assaggio la tua saliva fin quando il mio sapore si mescola al tuo.
Aspiro il tuo odore di bimbo perverso, mi sciolgo al vapore lieve del tuo sudore. Mi accordo alla profondità del tuo respiro.
"Slegami" ti supplico.
Mi ignori. Ti odio . Mi odio, per avertelo chiesto. Afferri il volto con delicatezza, lo tieni ben fermo di fronte al tuo. Vuoi che ti guardi mentre la mano scivola lenta lungo i nervi doloranti del collo, sul fianco abbronzato. Devia improvvisa al ginocchio, si allarga, risale la morbidezza dell'interno coscia lasciando lividi indelebili che domani conterò. Si sofferma in un punto esatto. La curva in cui la consistenza vellutata dell'arto cede spazio ad altri luoghi.
Ho il pube rasato da poco. Non era per te, ma adesso lo è. Le tenebre te lo avevano nascosto, e la sorpresa ti si stampa sulla faccia annientando il sorriso sfrontato.
Tratteggi numeri primi immaginari sulla pelle liscia e rigonfia del mio sesso, ma il respiro corto ti tradisce dandomi l'illusione di essere padrona del gioco.
Un dito guizza nella mia morbida ferita, strappandomi un gridolino soffocato. Lo rigiri a fondo, gli imprimi una pressione che mi stringe il cervello in una bolla incandescente. In un attimo sono lava tra le tue mani, tremo per lo sforzo di non piegare le ginocchia prive di volontà, potresti chiedermi qualunque cosa, ora, e la sapresti. Per fortuna non lo fai. Una mano tra le cosce ed ecco la fine della guerra, signori e signore! Arma biologica sublime.
Una lacrima scende giù dall'angolo del mio occhio destro. Non è dolore, è rabbia per la sconfitta imminente.
Lasci il volto imprigionato
"Smettila." dici
Abbasso lo sguardo per l'imbarazzo.
Sciogli i lacci, prendi i polsi tra le tue mani e li baci a lungo, lì, dove la pelle è rigonfia e dolente. Poggi le labbra sugli occhi liquidi, uno ad uno. Con la lingua morbida rimuovi le tracce del mio orgoglio violato, e mi tieni così, stretta, avvinghiata.
Ti ho impietosito, infine. Hai frainteso l'orgoglio del guerriero oltraggiato e concedi una tregua. Da brava amazzone approfitto del vantaggio concesso meditando la punizione che ti spetta.
Mi accingo all'azione.
Invece no. Non l'hai bevuta.
Mi sollevi di peso.
Mi sbatti sugli elementi del termosifone divaricandomi a forza le gambe. La sorpresa mi immobilizza facendomi gemere di piacere. Non sento la pelle ustionarsi all'alta temperatura, non c'è un briciolo, di me, che non reclami quello che sta per compiersi in quel preciso spazio, qualunque, qualunque cosa sia. Mi entri dentro furioso, le mani annodate alle tende, vibrando una prima scudisciata incandescente. Chiudo gli occhi all'istante, mi aggrappo alle tue spalle temendo che tu decida di andar via. Non andar via. Perdo ulteriore percezione di me: non so come accada, mi rivolti come un guanto ed ora ti sono di schiena, la faccia all'ufficio di fronte, ad angolo retto sul davanzale su cui faccio leva con le braccia tentando di non smuovere la tenda che ci nasconde. Sono una straccio informe e palpitante, una leonessa che agogna la monta del suo capobranco. Sento le mani forzare l’ingresso del mio corpo, con precisione chirurgica, e in un istante mi squarci aggrappandoti ai seni. E' di dolore, stavolta, che gemo. E piacere. La pressione comprime muscoli celati e le fitte si propagano concentriche nella mia testa fino al punto del non ritorno. Non basta a impietosirti.
Neanche lo vorrei.
Continua.
Prego.
Continua.
Di fronte un omino stempiato si avvicina al vetro. Rivolge uno sguardo distratto nella nostra direzione soffiando sul caffè.
#racconti#racconti brevi#lastanzadie#eratoèstataqui#ciao.it#ciao.itshutdown#scrittura#scritture brevi#noporn#itsonlylove
5 notes
·
View notes
Text
Baldios - Il guerriero dello spazio è ora in streaming sul canale tematico Anime Generation di Yamato Video I primi 17 episodi della serie robotica sono disponibili in versione integrale rimasterizzata in HD. Info:--> https://www.gonagaiworld.com/baldios-il-guerriero-dello-spazio-e-ora-in-streaming-sul-canale-tematico-anime-generation/?feed_id=317293&_unique_id=63710d9a5d6d9 #AnimeGeneration #Baldiosilguerrierodellospazio #YamatoVideo #宇宙戦士バルディオス
0 notes
Text
REYLO VS BALDIOS
Post scritto da ME. Le gifs animate e foto riportate, invece, NON SONO MIE e NON APPARTENGONO A ME IN NESSUN MODO
“Distrugger�� lei [Rey] e te, e tutto il resto”
(Luke e Kylo Ren, dal film “Star Wars. Episodio VIII. Gli Ultimi Jedi”)
Leggo molta preoccupazione perché alla fine del film e del libro “Star Wars. Episodio VIII. Gli Ultimi Jedi”, Kylo Ren ha deciso e dichiarato di voler distruggere Rey...chi ha potuto leggere la sceneggiatura di Episodio VIII, ha detto che, alla fine del film, Rey e Kylo sono descritti come “nemici con complicazioni”. Nel libro, dopo l’esplosione provocata dalla loro lotta per il possesso della vecchia spada laser di Anakin e Luke, Kylo si risveglia sorpreso di essere ancora vivo. Scopre che Rey si è risvegliata prima di lui e capisce che lei non lo ha ucciso e... la biasima. Kylo pensa che Rey ha sbagliato e la decisione di non ucciderlo, la avrebbe distrutta. Lui avrebbe distrutto Rey. Ciò è perfettamente in linea con il personaggio di Kylo. Al contrario di Anakin che è caduto nel Lato Oscuro per paura di PERDERE L’AMORE, ovvero la moglie Padmé, Kylo RIFIUTA ogni tipo di sentimento. Commentando la fuga di Finn, ex soldato del Primo Ordine che, all’inizio del film “Star Wars. Episodio VII. Il Risveglio della Forza”, Kylo osserva:
“Sono capaci i suoi soldati, generale?”
“Non le permetto di discutere i miei metodi”
“Certo sono abili nell’alto tradimento. Il Leader Snoke dovrebbe considerare un esercito di cloni”
(Kylo Ren e Generale Hux, dal film “Star Wars. Episodio VII. Il Risveglio della Forza”)
La battuta sui cloni non è solo un rimando ai prequels di Star Wars. In Star Wars. Episodio II, è spiegato che i cloni sono PROGRAMMATI alla guerra, a prendere ordini, senza disobbedire o porsi dilemmi morali. In questa ottica, si capisce anche alcune parti di questo dialogo tra Kylo e Rey, nel film “Star Wars. Episodio VIII. Gli Ultimi Jedi” :
“Perché odiavi tuo p-padre? Non hai qualcosa, qualunque cosa da mettere addosso? Perché odiavi tuo padre una risposta sincera. Avevi un padre che ti amava, lui importava di te”
"Io non lo odiavo”
[...]
"No, gettata via come spazzatura dai tuoi”
"Non è cosi”
“Invece si, eppure ne hai ancora bisogno, è il tuo punto debole. Li cerchi in chiunque, in Han solo, ora in Skywalker. Ti ha raccontato di quella notte?”
[...]
"Lascia morire il passato, uccidilo se necessario, è il solo modo per diventare ciò che devi”
(Rey e Kylo Ren, dal film “Star Wars. Episodio VIII. Gli Ultimi Jedi”)
Kylo stava INSEGNANDO a Rey ad avere meno sentimenti possibili perché, per Kylo, PROVARE SENTIMENTI significa avere PUNTI DEBOLI. Per questo, Kylo si infuria, quando capisce che Rey potrebbe sentire qualcosa per lui: perché significa che lui non le ha insegnato niente, perché LUI è diventato il PUNTO DEBOLE di Rey, perchè lui è in PERICOLO, dato che potrebbe RICAMBIARE Rey e ciò sarebbe un OSTACOLO per realizzare ciò che lui si propone...
per spiegare tutto questo e per rassicurare coloro che credono che Ben/Kylo Ren NON PUO’ REDIMERSI, perché ha ucciso suo padre Han, ha scelto in piena consapevolezza il Lato Oscuro, ecc...ho deciso di proporre paralleli tra i Reylo e il vecchio Anime robotico “Baldios. Il Guerriero Spaziale”. Formato da 34 episodi, Baldios è stato prodotto nel 1980, da Ashi Production. Per sfortuna, l’anime era troppo moderno per l’epoca e, a causa dello scarso ascolto, fu interrotto in modo brusco, lasciando senza finale la vicenda della Terra e la STORIA D’AMORE tra MARIN, il protagonista maschile e APHRODIA, ACERRIMA NEMICA di Marin. Per fortuna, nel 1981, la Toei Animation produsse il film animato “Baldios. The Movie” che rappresenta il finale della storia:
La storia in breve è questa: avvicinatosi troppo al sole, contaminato dalle radiazioni, il pianeta Saul 1, abbreviato in S1, sta morendo. Il mare è la vegetazione sono scomparsi. L’aria è irrespirabile e la popolazione è costretta a vivere nel sottosuolo ma, ormai, anche questa soluzione inizia a non funzionare più, a causa della mancanza di risorse. L’IMPERATORE è chiamato, così, a prendere una decisione, mediando tra due gruppi in lotta: gli scienziati, con in testa il professor Reigan che hanno trovato una soluzione, capace di rendere di nuovo abitabile S1, ma hanno bisogno di tempo per studiarla e attuarla. I militari, capeggiati da Theo Gattler, comandante dell'armata Aldebaran, milizie di S1, desiderano, invece, portare via la popolazione e colonizzare un secondo pianeta abitabile, la Terra. Nello scontro finisce anche Marin Reigan, pilota, figlio dello scienziato Reigan che, davanti la porta della sala che ospita la riunione, si scontra con il soldato Miran e due suoi amici. A sedare gli animi, arriva Aphrodia (Afrodia in Italia), sorella maggiore di Miran e capo delle guardie di Gattler, nonché sua prediletta. Colpito dalla ragazza, Marin non si accorge di aver perso il suo tesserino identificativo, raccolto proprio da Aphrodia. Gattler propone ad Aphrodia e Miran una soluzione decisiva per vincere la disputa: assassinare l’Imperatore e tutti gli scienziati. Aphrodia si incarica dell’omicidio dell’Imperatore, nella cui camera lascia cadere il tesserino identificativo di Marin, in modo che sia lui a essere incolpato dell’assassinio. Miran e i suoi uomini si occuperanno, invece, di uccidere gli scienziati. La prima parte del piano va bene: Aphrodia uccide l'Imperatore, lasciando cadere il tesserino di Marin sul pavimento, mentre Gattler si auto proclama DITTATORE, eleggendo Aphrodia come COMANDANTE SUPREMO dell'esercito. Miran si dirige, quindi, al laboratorio degli scienziati e, mostrando il tesserino di Marin, informa il professor Reigan che suo figlio è accusato dell'omicidio dell'Imperatore. Sapendo che il ragazzo è innocente, Reigan reagisce per difenderlo. Miran si prepare a sparare, ma sopraggiunge Marin che salva il padre. Miran cerca, di nuovo, di uccidere l'uomo, ma Marin gli lancia una scheggia di ferro nel collo, uccidendolo. In quel momento, arriva Aphrodia, a cui la vista del fratello morto spezza il cuore. Appreso che è stato Marin a uccidere il ragazzo, Aphrodia giura che non lo perdonerà mai e si vendicherà. Marin risponde che lui anche non perdonerà mai la ragazza. Marin e il padre cercano di fuggire, ma l'uomo è ucciso dai militari. Marin prende la sua navicella spaziale e cerca di impedire alla nave madre di Gattler di partire, ma arriva Aphrodia che cerca di ucciderlo. Nella battaglia, la navicella di Marin è risucchiata in un vortice spazio temporale. Marin precipita, così, sulla luna dove è raccolto dai Blue Fixers, una squadra speciale al servizio delle Nazioni Unite terrestri, che lo portano nella loro base, sulla Terra. All'inizio, Marin è accolto con diffidenza e trattato da prigioniero, interrogato e incarcerato. Solo la bella Jamie Oshino e la Professoressa Era Quinstein, scienziata della base, sembrano credere a lui. All'arrivo delle forze di Gattler e Aphrodia, che hanno deciso di conquistare e colonizzare la Terra, tutto cambia. Le conoscenze di Marin e la sua abilità in battaglia fanno conquistare lui, pian piano la fiducia dei Blue Fixers e di Jonathan Bannister, capo della base. Marin accetta, così, di schierarsi dalla parte dei terrestri contro l'armata Aldebaran. Nel frattempo, nonostante le battaglie e l'odio, Aphrodia inizia a provare qualcosa per Marin, ma sul cuore della ragazza, oltre alla vendetta, grava anche un terribile abuso subito da Gattler...
In un flashback apprendiamo che, da bambini, Aphrodia e suo fratello Miran hanno perso i genitori in seguito a un tragico incidente stradale. In loro soccorso è arrivato Gattler, che ha addottato ed educato i due bambini. Una scena di Baldios. The Movie, lascia intendere che, diventata ADULTA, Aphrodia è stata ABUSATA fisicamente da Gattler, sebbene ciò non sia MAI detto esplicitamente:
Kylo Ren è stato MANIPOLATO e CORROTTO dal Leader Supremo Snoke, che lo ha portato al Lato Oscuro:
Nella sigla di chiusura di ogni puntata della serie a cartoni animati di Baldios, Marin e Aphrodia si tengono per mano, guardando il tramonto sul mare:
Nel film “Star Wars. Episodio VIII. Gli Ultimi Jedi”, Rey offre la sua mano a Kylo che ACCETTA di TOCCARLA:
Nel primo episodio della serie, Marin nota che Aphrodia è una bella donna, nonostante indossi sempre occhiali, divisa e porti i capelli nascosti sotto il beretto militare:
Nel film “Star Wars. Episodio VII. Il Risveglio della Forza”, Rey rimane disorientata quando Kylo si toglie la maschera, rivelando di essere un ragazzo umano:
Nel 1 episodio della serie, Aphrodia dichiara:
“Le alterazioni emotive portano a imprevedibili errori...”
( Aphrodia 1x01 Baldios)
Nel film “Star Wars. Episodio VII. Il Risveglio della Forza”, quando Snoke informa Kylo che BB8 si trova sull’astronave di Han Solo, suo padre e Kylo dovrà ucciderlo, il ragazzo risponde:
“Lui per me non è niente” “Perfino tu, maestro dei Cavalieri di Ren, mai hai affrontato una tale prova” “Per grazia del tuo addestramento, io non verrò sedotto”
(Kylo Ren e Snoke, dal film “Star Wars. Episodio VII. Il Risveglio della Forza)
Un giorno, Marin e Aphrodia fuggono da Gattler. Arrivati sulla Terra, sfiniti, i due svengono sul pavimento di un faro. Aphrodia si riprende per prima e cerca di UCCIDERE Marin, ancora privo di sensi, ma non ci riesce
Nel film “Star Wars. Episodio VIII. Gli Ultimi Jedi”, Rey e Ben Solo/Kylo Ren litigano per il possesso della spada laser di Anakin. La lotta provoca l’esplosione dell’astronava su cui sono e scaraventa Rey e Ben Solo/Kylo Ren ai lati opposti della Sala del Trono, svenuti. Rey si riprende per prima e fugge, LASCIANDO IN VITA Kylo Ren:
Risvegliatosi, Marin porta Aphrodia alla base, dove la ragazza e imprigionata e brutalmente interrogata. Marin non è d’accordo, ma gli amici gli ricordano quanti terrestri Aphrodia ha deliberamente ucciso, tra cui anche le loro famiglie. Alla fine, Marin blocca l’interrogatorio, portando Aphrodia dal medico che, riluttante, la cura:
Nel film “Star Wars. Episodio VIII. Gli Ultimi Jedi”, Kylo Ren porta Rey al cospetto di Snoke, che interroga la ragazza in modo brutale. Irritato, alla fine, Kylo Ren uccide Snoke per salvare Rey da lui:
Nel film “Baldios. The Movie”, Gattler incità Aphrodia a uccidere Marin :
“Coraggio, Aphrodia, è il tuo momento! Vedica tuo fratello! Non è forse vero che hai combattuto, finora, per questo momento?”
( Gattiger ad Aphrodia, Baldios il film )
Aphrodia uccide, però, Gattler stesso:
Nel film “Star Wars. Episodio VIII. Gli Ultimi Jedi”, Snoke incita Kylo Ren a UCCIDERE Rey:
“Mio degno apprendista... figlio delle tenebre, diretto erede di Lord Vader. Dove c'era conflitto, ora percepisco decisione. Dove c'era debolezza, vigore. Completa il tuo addestramento e adempi... il tuo... destino!”
(Snoke a Kylo Ren, dal film “Star Wars. Episodio VIII. Gli Ultimi Jedi”)
Kylo Ren uccide, però, Snoke per salvare Rey:
Per fuggire dalla base dei Blue Fixers, Aphrodia prende in ostaggio Jamie. Marin, Oliver e Roy intervengono per salvare la ragazza:
“Aphrodia, lascia andare Jamie, per favore. Io ti conosco bene, so che non saresti in grado di farlo...”
“...ma per favore! Non farmi ridere! Che cos'è, credi che mi lasci intenerire dalla tua COMPASSIONE?”
“Sentito? In quella strega NON E' RIMASTO UN BRICIOLO DI UMANITA'”
(Marin, Aphrodia e Oliver, Baldios, il film)
In una scena tagliata del film “Star Wars. Episodio VII. Il Risveglio della Forza”, ma riportata nel romanzo, Snoke accusa Kylo di provare COMPASSIONE per Rey:
“Tu provi COMPASSIONE per lei” disse il Leader Supremo con voce monocorde.
“No... niente affatto. Compassione? Per un nemico dell’Ordine?”
(Snoke e Kylo Ren parlando di Rey, dal romanzo “Star Wars. Episodio VII. Il Risveglio della Forza”)
Nel film “Star Wars. Episodio VIII. Gli Ultimi Jedi”, Rey dice a Luke che non c’è UMANITA’ in Kylo Ren:
Nel film “Baldios. The Movie”, Aphrodia chiede un DUELLO con le pistole laser con Marin, per ucciderlo e vendicare il fratello. Marin accetta e, prima di iniziare, dice ad Aphrodia:
“Forse, se non avessi scelto di seguire una strada sbagliata, Aphrodia, le cose tra noi due sarebbero andate molto diversamente”
(Marin ad Aphrodia, Baldios, il film)
Nel film “Star Wars. Episodio VII. Il Risveglio della Forza”, Rey e Ben Solo/Kylo Ren si battono a duello:
Nel film “Star Wars. Episodio VIII. Gli Ultimi Jedi”, con il cuore spezzato, Rey guarda Ben Solo/Kylo Ren prendere il posto di Snoke come LEADER SUPREMO del Primo Ordine e lo prega di NON FARE CIO’
Nel film “Baldios. The Movie”, Marin PORTA IN BRACCIO, sulla spiaggia, Aphrodia ferita ed esausta:
Nel film “Star Wars. Episodio VII. Il Risveglio della Forza”, Kylo Ren cattura Rey addormentandola e PORTANDOLA IN BRACCIO sulla sua astronave:
#afrodita#baldios#ben solo#gattler#kylo ren#Marin Reigan#paralleli#rey#reylo#snoke#star wars#aphrodia
1 note
·
View note
Photo
KIN 205 SERPENTE ROSSO PLANETARIO 13.11 (07.07) Io Perfeziono per Sopravvivere Producendo istinto. Sigillo la Riserva della Forza Vitale con il Tono Planetario della Manifestazione. Sono guidato dal Potere dello Spazio. Sono un Kin Polare, estendo lo spettro galattico rosso. Oggi si manifesta il proposito dell’Onda del Guerriero, che è il recupero dei pezzi perduti lungo le vie delle esistenze nelle varie dimensioni. E ciò accade durante un Kin Serpente, che è Maldek, il pianeta perduto (oggi Cintura degli Asteroidi). Non solo: nell’Oracolo di oggi sono presenti tutti i Glifi legati a quelli che in base al Telektonon vengono chiamati pianeti babilonici, cioè forze che hanno distorto le armoniche celesti per sottrarre potere al Sole e trasformare il nostro sistema planetario in uno che avrebbe rivaleggiato con Sirio. Per approfondimenti vi rimando a Arcturus Probe o anche al Sacro Computo Del Non Tempo. Tornando all’Oracolo, la Guida è il Viandante dei Cieli, legato alla guarigione del trauma della morte, ereditato dalla saga di Marte, pianeta abusato; l’Analogo è il Mago Bianco, che rappresenta la guarigione del trauma dell’abuso sessuale, eredità lasciata dall’esplosione di Maldek; l’Antipode è l’Aquila Blu, che con il dono della Visione guarisce le Guerre di Potere di Giove, pianeta abusatore; infine l’Occulto, la forza nascosta nell’Oracolo di oggi, è l’Intelligenza del Guerriero, che trasforma così il materialismo del pianeta Saturno, pianeta abusatore. Possiamo respirare dentro i flussi di oggi, sentendo tutta l’intensità, potendo sfruttare le frequenze dense per attivare grandi occasioni di esplorazione profonda. In questi giorni così intensi di rivoluzioni interiori l’Ordine Sincronico si manifesta in una perfetta armonia, offrendoci le più belle opportunità di arrivare in fondo ai nostri percorsi, se solo lo vogliamo ed il cuore è pronto ad aprirsi a ciò che c’è. In lak’ech! #oracolidelsincronariogalattico #tzolkin #13lune #inlakech https://www.instagram.com/p/CRBQA-WBgkV/?utm_medium=tumblr
0 notes
Photo
Seminario 6/7/8 luglio 2018
“Madre Terra ci chiama per essere suoi Ambasciatori di Pace e Amore”, questo è il titolo e l’invito per la partecipazione al seminario esperienziale residenziale con le due Donne di Medicina Tradizionale Maori, Erena Rangimarie Rere Omaki e Sam Manawa che si svolgerà nei giorni dal 6 all’8 luglio 2018 presso l’azienda agricola Selva in Fiore a Gaggio Montano, sull’Appennino Tosco-Emiliano, nella provincia di Bologna. Le attività del seminario si svolgeranno nelle meravigliose distese di lavanda della Selva in Fiore e l’ospitalità sarà in hotel nelle immediate vicinanze. I lavori del seminario termineranno con una capanna sudatoria.
Messaggio di Madre Terra Siate i miei Ambasciatori di Pace e Amore! Toccate il mio suolo per toccare la mia pelle, toccate le piante che sono i peli della mia pelle, toccate i vostri cuori palpitanti, per sentire il suono di tutta la creazione e della vita sopra e sotto la mia pelle. Respirate uno dei sacri odori di pace, la lavanda, il profumo del mio respiro d’estate racchiuso nel corpo essiccato del fiore. Con il respiro, toccate il luogo della vostra pace interiore, per portare pace a me, Madre Terra e a tutta la creazione. Siate nella pace, siate nell’amore per fermare la guerra e la sofferenza in tutte le vostre relazioni e in tutta la creazione. Io Madre Terra sono sempre stata e sono tutt’ora in un luogo di Pace. il nostro mondo umano è completamente stressato e privo di equilibrio ed armonia. L'umanità è sull'orlo di guerre globali totali su molti livelli e perfino voi ed io siamo spinti in una posizione di perdita di sicurezza, in un punto di paura. Anch’io, Madre Terra sono stata spinta verso questo punto perché non ero in grado di giustificare l'esistenza del mondo umano con le sue creazioni distruttive. È realmente tempo per noi di stare nella nostra aura di unità di pace e di amore. Che il respiro della lavanda ci riunisca nell’ essere uno così che possiamo diventare Ambasciatori Guerrieri di Pace e Amore. Erena e Sam ci guideranno per stabilire un contatto e un contratto con Madre Terra. Invito dalla Selva in fiore È con grande emozione che ospitiamo il seminario di Erena e Sam, un lavoro a contatto con la lavanda che arriva in un momento in cui la Selva in fiore- società agricola- trova un nuovo slancio dopo un lungo periodo di stanchezza. È n onore e un piacere avere con noi due donne di guarigione Maori e tutte/i voi: insieme faremo parte di questo territorio selvatico, con i molti esseri che lo popolano. La raccolta e la trasformazione della lavanda hanno permesso alla Selva di ricominciare, così come le buone relazioni e i canti. È con questa armonia che vi accogliamo, benvenute/i, con amore Info. Per qualsiasi informazione contattate : Silvia Conzatti t. 335 5724807 e-m. [email protected] Anna Sam Manawa t. 328 1635007 e-m. [email protected] Le biografie La principessa Erena Rangimarie Rere Omaki Rhose, Dottoressa in Medicina Tradizionale Maori, docente di Ecosofia all'Università di Karlstad in Svezia e ambasciatrice dei diritti della Terra, da anni è impegnata in molti paesi del mondo per la sensibilizzazione delle persone, attraverso conferenze e seminari, sul valore e la sacralità dell'acqua e sulla riconnessione con la Madre Terra. Si deve anche al suo lavoro lo straordinario riconoscimento da parte del Governo Neozelandese dello statuto di persona al Fiume Whanganui con il quale Erena ha stretti legami familiari. Figlia di capo tribù Ngati Kahungunu (tribù del Falco), appartiene alla famiglia della Regina Maori della tribù Waikato, di cui è anche donna di medicina. Il suo nome le fu dato dagli anziani e significa: Bilanciamento, Pace, Volo attraverso la Luce. In quanto primogenita ed unica donna della famiglia, fu affidata agli anziani, che l'hanno sostenuta nello sviluppo delle sue doti e nel radicamento nella tradizione antica le cui origini risalgono al "tempo della memoria". Per potenziare la connessione profonda con Madre Terra all'età di sette anni, sotto la guida del prozio Korobush, trascorse tre notti e tre giorni sepolta sotto terra. All'età di nove anni tornò dai suoi genitori e proseguì la sua istruzione sulle cerimonie, sulle conoscenze e sui segreti tramandati da generazione in generazione. Sam Manawa, nata a Hamilton, in Nuova Zelanda, anch’essa appartiene alla tribù Waikato Tainui della famiglia reale e alla tribù Aotea – Taranaki. Vive e lavora in Italia. Manawa in lingua Maori significa cuore, luogo degli affetti. La parola è composta da “Mana” che si riferisce al potere spirituale di ciascuno di noi e “Wa" che significa spazio e tempo definiti. Mantenendo il contatto con il suo Whakapapa (genealogia) ha approfondito la sua cultura studiando con Erena, sua cugina, attraverso viaggi e seminari da 17 anni. Si è specializzata sul lavoro del corpo attraverso il massaggio. Con Atarangi Muru in Nuova Zelanda ha approfondito la conoscenza dei due principali metodi del Maori Healing, Miri-Miri e Romi-Romi. Pratica varie tipologie di massaggi e cerimonie per la persona. Porta con sé gli elementi legati alla terra di appartenenza: acqua e fuoco, uniti a pace e resistenza. Lo spirito del loro impegno Il popolo Maori è popolo guerriero la cui cultura si basa sull'amore e la pace, le più importanti conoscenze che Erena e Sam Manawa condividono sono la connessione con Madre Terra, l'Amore, la Pace, la Guarigione e la Spiritualità. Erena è stata invitata in tutto il mondo a parlare in diverse conferenze sul concetto della Terra Madre ed è stata ospite di molti leader spirituali come il Dalai Lama del Tibet, Amrita Nanda May in India, David Swallow della Nazione Lakota, Papa Elie Hien, Sciamano del Burkina Faso, Nardia Steppenova, sciamana della Mongolia. Sam Manawa conduce in vari luoghi d’Italia gruppi di ricerca spirituale a partire da una pratica attiva basata sulla tradizione del popolo maori, altre esperienze come conferenze, seminari e la guida di capanne sudatorie l’hanno negli anni vista impegnata in un lavoro di riconnessione e di rinnovato contatto con la sacralità della Madre Terra, sempre in armonia con le due radici della sua provenienza maori e italiana. Ha fondato il gruppo Kapa Haka Italia con il quale insegna la Haka Kamate e altre danze tradizionali e action songs maori in workshop e percorsi motivazionali per privati e aziende, nella convinzione che questa pratica sia un modo meraviglioso per esprimere lo spirito del popolo Maori: radicamento, forza, spiritualità, fierezza, connessione familiare e bellezza.
3 notes
·
View notes
Text
Vivi la leggendaria saga dei Vichinghi in Assassin’s Creed Valhalla, ora disponibile
Ubisoft annuncia che Assassin’s Creed® Valhalla, il nuovo episodio del franchise di Assassin’s Creed, è ora disponibile per Xbox Series X|S, Xbox One, PlayStation®4, Epic Games Store e Ubisoft Store per Windows PC, oltre a Stadia, Amazon Luna e il servizio in abbonamento di Ubisoft, Ubisoft+*. Assassin’s Creed Valhalla arriverà anche per PlayStation®5 al lancio della nuova console il 12 novembre**. Il gioco ha una valutazione M for Mature e la sua edizione standard è disponibile a un prezzo consigliato al pubblico di 59,99 euro.
Con lo sviluppo guidato dal team di Ubisoft Montreal***, in Assassin’s Creed Valhalla i giocatori vestiranno i panni di Eivor, un leggendario guerriero vichingo, costretto ad abbandonare la Norvegia a causa di guerre infinite e scarse risorse nel IX secolo d.C. I giocatori potranno rivivere le battaglie brutali dei guerrieri vichinghi grazie a un sistema di combattimento rinnovato con la possibilità di impugnare due armi, oltre a provare nuove caratteristiche di gioco, tra cui gli assedi, la creazione dell’insediamento e la possibilità di personalizzare l’aspetto del proprio personaggio, dalla pettinatura, ai tatuaggi fino a molti altri dettagli. Alleanze politiche, battaglie e dialoghi a scelta multipla potranno influenzare lo scenario di Assassin’s Creed Valhalla, perciò sarà molto importante scegliere con attenzione per proteggere la nuova casa del proprio clan e il suo stesso futuro.
I giocatori potranno intraprendere ancora più avventure grazie al Season Pass di Assassin’s Creed Valhalla. Incluso nelle versioni Gold, Ultimate e Collector’s Edition, o acquistabile separatamente al prezzo di 39,99 euro, il Season Pass include:
La leggenda di Beowulf – In questa missione esclusiva, i giocatori sveleranno la mostruosa verità che si cela dietro la leggenda di Beowulf. Disponibile al lancio.
Espansione 1 – L’ira dei druidi (primavera del 2021) – In questa nuova avventura, i giocatori si avventureranno in Irlanda, dove sveleranno i segreti di un’antica e misteriosa setta di druidi, rintracciando e scoprendone i membri. Immergendosi nei miti e nelle tradizioni gaeliche, dovranno combattere per farsi largo tra foreste infestate e splendide ambientazioni, mentre guadagnano i favori dei re gaelici.
Espansione 2 – L’assedio di Parigi (estate del 2021) – Nell’Assedio di Parigi, i giocatori avranno l’opportunità di rivivere la più ambiziosa battaglia della storia vichinga, con importanti figure storiche del Regno dei Franchi devastato dalla guerra. Durante questo momento chiave nella storia, i giocatori si infiltreranno nella città fortificata di Parigi e lungo la Senna in un prolungato assedio, svelando i segreti dei nemici e formando alleanze strategiche per salvaguardare il futuro del clan.
Inoltre, tutti i giocatori avranno accesso a una vasta gamma di contenuti stagionali gratuiti, tra cui nuovi contenuti narrativi ed eventi di gioco disponibili dopo il lancio. Ogni stagione durerà tre mesi e sarà accessibile a ogni giocatore con qualsiasi livello di progressi, concentrandosi sul gameplay, l’evoluzione dello scenario e altri emozionanti contenuti. La Stagione 1 inizierà a dicembre e includerà:
Una nuova area dell’insediamento, che permetterà ai giocatori di continuare a espandere ed evolvere il proprio insediamento.
Il Festival di Yule, un tradizionale festival vichingo che i giocatori potranno provare nel proprio insediamento.
I raid di fiume, una nuova modalità di gioco basata sulla meccanica degli assedi che offrirà un’esperienza di assedio ancora più dinamica, impegnativa e altamente rigiocabile.
L’aggiunta dei ranghi per i Vichinghi di Jomsborg, funzione che consente ai giocatori di creare un mercenario vichingo per la propria squadra d’assedio, ma anche reclutabile dagli amici e dall’intera community. Nella Stagione 1, i giocatori otterranno un aggiornamento alla funzionalità dei Vichinghi di Jomsborg, che consente al proprio mercenario vichingo di guadagnare PE e aumentare il proprio rango. Maggiore sarà il suo rango e più argento otterranno quando sarà reclutato dagli altri giocatori.
La Stagione 1 porterà anche nuove abilità, capacità, armi ed equipaggiamenti, oltre a nuovi oggetti cosmetici per l’insediamento, la nave vichinga, il cavallo e il corvo dei giocatori.
Come risultato della collaborazione con Microsoft per implementare il supporto alle API DirectStorage e a Xbox Velocity Architecture su Xbox Series X|S, i giocatori avranno tempi di caricamento più veloci così da trascorrere più tempo nella fase di gioco e un’esperienza con risoluzione 4K a 60 fps ancora più fluida e potente su Xbox Series X.
Gli utenti di PlayStation®5 potranno letteralmente immergersi nello spettacolare open world con la potenza del Tempest 3D Audio Engine, che consentirà di sentire i suoni dell’ambiente intorno a loro, insieme a una dettagliata grafica a 4K e 60 frame al secondo e tempi di caricamento più veloci, grazie alla potenza aggiuntiva dell’unità SSD ad alta velocità della console.
Assassin’s Creed Valhalla supporta anche i progressi cross-platform su tutte le piattaforme e i servizi grazie a Ubisoft Connect, l’ecosistema di Ubisoft per connettersi con gli amici e partecipare a eventi e attività di gioco. Oltre alle nuove ed emozionanti sfide della community e a tempo limitato, il servizio offre un programma fedeltà che consente ai giocatori di guadagnare una quantità illimitata di Units da spendere in ricompense uniche come armi, completi e oggetti consumabili. Per maggiori informazioni su Ubisoft Connect, visitare ubisoftconnect.com.
Per maggiori informazioni su Assassin’s Creed Valhalla, visitare assassinscreed.com.
Per tutte le ultime novità su Assassin’s Creed Valhalla e gli altri giochi di Ubisoft, visitare news.ubisoft.com.
*14,99 € al mese. Si può annullare in qualsiasi momento. Le edizioni Gold e Ultimate saranno disponibili come parte dell’abbonamento a Ubisoft+. Per maggiori informazioni, visitare ubisoft-plus.com.
**I giocatori che acquistano Assassin’s Creed® Valhalla su Xbox One o PlayStation®4 potranno fare l’upgrade del gioco rispettivamente alla versione Xbox Series X|S o PlayStation®5 senza alcun costo aggiuntivo. Assassin’s Creed Valhalla sfrutta la tecnologia Smart Delivery: acquista il gioco una sola volta e giocalo su Xbox One o Xbox Series X|S quando sia la console che la specifica versione di Assassin’s Creed Valhalla saranno disponibili. Assassin’s Creed Valhalla per PlayStation®4 dà accesso alla corrispondente versione digitale per PlayStation®5 di Assassin’s Creed Valhalla senza alcun costo aggiuntivo, quando quest’ultima sarà disponibile. Richiede una PlayStation®5 o PlayStation®5 Digital Edition, il disco del gioco (se lo si possiede su Blu-ray™) sempre inserito nel vano disco di PlayStation®5, una registrazione a PlayStation™Network, dello spazio di memorizzazione aggiuntivo e una connessione a Internet a banda larga. Potrebbero verificarsi dei costi di utilizzo dati.
***Gli studi Ubisoft coinvolti nel progetto sono Sofia, Singapore, Montpellier, Barcellona, Kiev, Bordeaux, Shanghai, Chengdu, Filippine, Quebec, Bucarest, Saguenay, Winnipeg e Pune, con il supporto aggiuntivo del partner esterno Sperasoft.
0 notes
Photo
Donatello, San Giorgio, 1415-1417, marmo, Museo Nazionale del Bargello, Firenze
La statua di Donatello fa parte del ciclo delle quattordici statue dei protettori delle Arti di Firenze per le nicchie esterne della chiesa di Orsanmichele. Fu commissionata dall'Arte dei Corazzai e degli Spadai.
San Giorgio, in quanto santo guerriero era il patrono di una corporazione di fabbricanti d'armi e Donatello lo rappresenta infatti munito di scudo e della spada che teneva un tempo serrata in pugno, su precisa richiesta degli armaioli che volevano mostrare un saggio della loro arte.
La fermezza e solennità della figura (che doveva alludere all'uomo nuovo del Rinascimento) è enfatizzata dalla costruzione compatta, salda sulle gambe, in cui è ripresa la ponderazione della scultura antica allo scopo di dare al corpo una lieve torsione, e dallo sguardo accigliato, reso più intenso dal chiaroscuro nelle pupille.
Predella raffigurante San Giorgio nell'atto di liberare la principessa
L'innovazione di Donatello consiste nella resa dello spazio entro cui si svolge la scena dell'uccisione del drago, attraverso lo stiacciato e l'utilizzo di una prospettiva centrale con un unico punto di fuga che colloca le figure coerentemente nello spazio.
5 notes
·
View notes
Quote
La vita come pura manutenzione, ordinaria amministrazione, riproposizione continua delle solite faccende da sbrigare invece di questo insensato anelito a dare forma a un'opera. Io queste battaglie le ho già combattute, sono un guerriero più forte di loro perché le ho perse tutte. La mia solitudine presta attenzione a una grande quantità di pensieri. Dentro di me ci sono tutti questi vagabondi chiacchieroni che si piazzano davanti alla mente, mi parlano in continuazione mentre sto facendo i fatti miei, tirano fuori qualsiasi cosa pur di stare in compagnia, e io sempre a fargli di sì con la testa. Stamattina è scattata la suoneria, ma il mio sonno si è fatto furbo, in quattro e quattr'otto si è inventato un sogno in cui per guardare una specie di video bisognava premere un pulsante, così ho preso il mio telefono in mano e a occhi aperti senza smettere di sognare, ho interrotto la suoneria continuando a dormire. La sveglia è regolata per ripetersi ogni dieci minuti, perciò la stessa cosa è successa dieci minuti dopo. Per ben due volte un pungolo esterno non è riuscito a forare e distruggere il mio sogno. La mia visione ha prevalso sulla realtà. Per tutta la mattina mi sono chiesto se questa non sia la nostra condizione normale, guardavo con diffidenza l'idraulico indaffarato, senza poter escludere che fossi io a sognarlo. Viviamo in stato di ipnosi, intorno il mondo trilla, grida, scoppia, noi assorbiamo i suoi allarmi nella nostra allucinazione. Il negozio ha cambiato gestione, è stato sgomberato completamente, hanno portato via anche i banchi e gli scaffali, hanno ridipinto i muri. Ora è tutto vuoto, bianco. [...] Fisso quelle grandi stanze vuote dietro le vetrine. Non si vende niente. Non si vende l'assenza. Non si vende la mancanza. Non si vende l'incorporeo. Non si vende l'essere andato via. Non si vende quello che non c'è. Tutte cose di cui io faccio commercio abitualmente, con le mie parole scritte. È strano come il deserto, la desolazione infuocata dal sole o ghiacciata, sia considerato il paesaggio più adatto al pensiero. Eppure il pensiero è tumulto interiore, è brusio. Il pensiero è popolazione della solitudine. Forse i deserti sono in empatia con il pensiero proprio perché sono sgombri, danno pochi appigli alla visione, costringono il pensiero alle sue responsabilità: non hai scuse, ciò che pensi non si deve a ciò che vedi, perché qui non sta accadendo nulla - sta accadendo soltanto ciò che pensi. Non si trovano, in Dostoevskij e Caravaggio, luoghi che abbiano valore in sé e meritino una descrizione. L'architettura non esiste. Lo spazio come amnio di eventualità, come condizione degli eventi non c'è, perché gli spazi vengono prodotti in continuazione dagli esseri umani, nel presente. Niente possibilità, solo fatti. Il mondo è una propaggine della vita, non viceversa. Gyorgy Ligeti ha aggredito il tempo sfinendolo: in Poème Symphonique, lo lascia agonizzare facendo esaurire la carica di centro metronomi: un giorno la nostra provvista di tempo finirà. È un brano che si ascolta con indicibile angoscia. [4' 33"] È un brano che fa sentire il particolare tipo di silenzio che si può ottenere da quello strumento, così come se ne tirano fuori suoni specifici, con un timbro caratteristico. Per riuscire a suonare il silenzio di uno strumento, ci vuole uno specialista di quello strumento. Ogni cosa produce il suo silenzio, diverso da qualunque altro. C'è una nobiltà affascinante nell'evitare per tutta la vita di conoscere alcune cose fondamentali. Come quelli che muoiono senza aver visto il mare. Sentirsi estranei a tutto. Attraversare questo mondo schivandolo. Entra nel negozio una biondina sui diciotto anni. Indossa jeans e scarpe da ginnastica. Si dirige verso la mensola delle scarpe più clamorose, da transessuali, ne sceglie un paio rosso fiammante, con il tacco da quattordici centimetri, la zeppa da cinque. Le prova. [...] Montando lassù la biondina ha fatto un balzo nella gerarchia degli esseri, è diventata un'altra donna, un esemplare di un'altra specie. Decuplica il suo potere sessuale; anche il suo sguardo diventa più severo, un'inedita autorevolezza le risale dai talloni al volto. Si dirige alla cassa a comprare quegli attrezzi magici da metamorfosi in drago, che qui a Londra anche un'innocua biondina può procurarsi con quarantaquattro sterline e novantanove centesimi. In metropolitana il vecchio fisarmonicista vestito da montanaro suona [...]. Alla fine passa a prendere le offerte. Ha un modo sorprendente di ricevere il denaro: non dice "grazie" ma "bravo". Non ringrazia: si congratula. [...] Così riesce a ribaltare la situazione: è lui il superiore, che offre ai passeggeri un'occasione di virtù e li giudica. Ho buttato via una borsa piena di appendini [...]. Poi sono uscito a comprare due forme da scarpe [...]. Così ho fatto caso alla parentela fra appendini e forme di scarpe. Sono gli unici oggetti che indossano i nostri abiti, li sostengono dall'interno (infatti in certe regioni gli appendini li chiamano anche ometti). Sono surrogati di scheletro. [...] Immagino un teatrino in cui ogni marionetta è fatta solo di due forme da scarpe e da un appendino: tutto sommato, una rappresentazione dell'umanità che ci farebbe onore (sembra più adatta a un dio). Aspirare a essere piedi e spalle: accorrere e sopportare; mettersi in cammino e farsi carico: piedi e spalle, nient'altro - e un ricciolo di metallo al posto della testa, a forma di punto di domanda. Il nipotino di una mia amica non dorme più. È assillato dall'idea che l'esperimento avviato nell'acceleratore di particelle di Ginevra possa creare un buco nero che inghiottirà il nostro pianeta nel giro di quattro anni, con sadica lentezza. [...] Mi ci stavo affezionando a un'apocalisse così. Peccato che non succeda. Sarei orgoglioso degli esseri umani se distruggessero il mondo non per avidità o guerre, ma per sete di sapere. Gli esperimenti di questi giorni dovrebbero darci lumi sui primi istanti dell'esplosione all'origine dell'universo. Sommamente poetico e filosoficamente decoroso, causare la fine indagando l'inizio. Che cos'è un'epoca? Un tempo che ci offre circostanze tipiche. Il ricatto dell'epoca: non bisogna lasciarsi sfuggire queste circostanze, sono le sole vie di accesso a modi peculiari dello stare al mondo, non si ripresenteranno più. Da cui la necessità di inseguire fenomeni passeggeri, novità tecnologiche destinate a essere presto superate. Chi vuole attingere a tutte le sfaccettature dell'Essere deve star dietro all'effimero. Moltissimi palazzi [di Napoli] sono fatti con il tufo scavato sotto di loro. Poggiano sul vuoto necessario alla loro costruzione. La città è doppia: sotterranee bolle cubiche riflettono quelle gonfiate allo scoperto. [...] Per edificarsi è possibile scavare in sé stessi. Possiamo fondarci sul vuoto che abbiamo causato per esistere. Oggi però a Hagia Sophia non si celebrano messe né si pronunciano preghiere del venerdì. Il tempio resta aperto soltanto per i turisti: la terza religione stratificatasi qui dentro. Noi siamo i credenti di una nuova fede, continuiamo a entrare nel tempio per verificare che gli iddii vi siano custoditi ben chiusi nel passato, in modo che non possano nuocerci. O forse [il Teatro Olimpico di Vicenza] è la rappresentazione più adeguata dell'esistenza: una scena già allestita non da noi, dove siamo chiamati a far risuonare le nostre parole anacronistiche e fuori luogo. Al mercato dei libri antichi e usati di Istanbul ho comprato a poco prezzo una miniatura. Il venditore non ha insistito più di tanto nell'assicurarmi che è autentica. A me interessava l'immagine; che sia vecchia o dipinta ieri non ha importanza. C'è un molare, con le radici estirpate. Sulla fiancata del dente c'è un grande buco. Si vede l'interno: un drago maciulla corpi umani a unghiate e morsi; un poveretto è stato inghiottito per metà nella voragine del mostro. È l'inferno, un inferno che sta comodamente nelle dimensioni di un dente cariato. L'inferno è portatile, ce l'abbiamo addosso, ne facciamo esperienza con un semplice mal di denti (resta da verificare quali parti del corpo e quali sensazioni siano il nostro paradiso portatile, se ne abbiamo uno; in quale recesso organico, tasca dermica, globo o papilla si nasconda). Ma il vero tocco da maestro è lo sfondo d'oro, vero commento sarcastico che mostra quanto consideriamo pregiata questa nostra lancinante esistenza. "Il tornaconto è la migliore soluzione politica" dicono i loro sorrisi "non riusciamo ancora a capacitarci che fosse la più semplice. La prima risposta non è soltanto la più istintiva, è anche quella giusta. Perché complicarsi la vita, quando è contro il tuo interesse? Perché darsi pena per gli immigrati, quando puoi toglierli di mezzo? Perché spazientirsi per il Sud, quando basta tagliargli i viveri? Dovremmo forse vergognarci di ciò che ci conviene? Pazienza se ci faremo odiare. Tanto, non siamo mai risultati simpatici. Si prepara una dolce primavera settentrionale". In piazza Willy Brandt a Francoforte, un monumento al'euro. C'è una grande € in plastica blu, illuminata dall'interno. È circondata da dodici stelle gialle, endoilluminate anch'esse. Immagino sia stato installato per festeggiare il risultato comunitario, la condivisione della moneta che dimostrava una fiducia reciproca fra popoli ecc., ma finisce per essere nient'altro che un inno ai soldi: in questo è il monumento più sincero che abbia mai visto. Nemmeno gli americani sono arrivati a tanto. Se l'Europa ha saputo esprimere una tale pacchianeria, innalzando un tributo megalitico al denaro, significa che ha ancora abbastanza impulsi intestini e forza crassa per sopravvivere. Il simbolo di plastica colorata dà un senso di contemporaneità totale, che contrasta con l'idea di monumento. Non onora il passato. È un monumento al presente, quindi non è un monumento. È un idolo, l'unico veramente condiviso da tutti. Per onestà, andrebbe innalzato in tutte le piazze d'Europa. Le scarpe con la dorature interna innescano una situazione contraddittoria: la scarpa splende solo quando è vuota; se la indossi la spegni, ne diminuisci la brillantezza gloriosa. In altre parole: possesso e uso ne mortificano lo splendore. È un perfetto emblema della merce: se ce l'hai, non ce l'hai (quando la indossi la snaturi); ce l'hai solo quando non ce l'hai (nell'integrità del suo splendore in vetrina), ma siccome ovviamente non puoi accontentarti di averla-senza-averla, la compri. Ma appena la compri, già non ce l'hai più, perché l'hai indossata spegnendone lo splendore, ecc. Il consumismo è inconsumabile. È questa la mia idea di lettura, entrare in casa altrui, non invitato, a vedere come l'autore o l'autrice ha fantasticato verbalmente la vita, l'amore, i soldi, il sogno, la morte. Oggi invece mi si vuol far credere che un romanzo sia un ricevimento. [...] L'artista pretende di essere encomiato perché ha rinunciato a scrivere la sua opera e si è sacrificato confezionando libro per non-lettori. Continuo a pensare alla passeggiata fascista che ho incrociato la settimana scorsa. Non era una manifestazione, nel senso che non aveva un contenuto preciso, non rivendicava nulla, se non la soddisfazione di certificare la propria esistenza. Ormai si mostrano spavaldamente alla luce del sole, marciano in mezzo alla gente che va per negozi, cantano inni ripugnanti, invocano il duce. Sono felici di poterlo fare, di camminare esibendo il saluto romano, si sentono legittimati dal clima generale: ci siamo anche noi, cosa credete. Nessuno dei passanti si è voltato a dirgli "Vergognatevi" (nemmeno io, d'altronde). Stavamo cercando delle calze per lei, in questo giugno grigio e freddo. Siamo entrati in un emporio, merci glassate di luce, musica ritmata. Lo stordente apparato di seduzione mercantile, i pavimenti scintillanti, i ritornelli ruffiani hanno peggiorato la mia prostrazione. Di là il fascismo, di qua il marketing. Difendere la democrazia per salvare la civiltà dello shopping? Giro a Lucca. Bisognerebbe citarla sempre come controesempio quando si teme che il procedere della Storia snaturi i valori culturali, e la perdita significhi per forza scadimento, degrado, barbarie. Lucca ha alcuni splendidi abusi edilizi, o usi distorti dell'architettura e dell'urbanistica. Groviglio è ritornare su sé stessi; è patire sé stessi, viversi come il riattraversamento ostinato di un percorso irrisolto. Non crescere più, non potersi sviluppare ma solo avvilupparsi in una proliferazione di nodi e problemi. [...] inoltrarsi, protendersi al di là, come si passa da un anno all'altro, il tempo è sempre uguale eppure è completamente diverso, noi giubiliamo rumorosamente e inneschiamo la polvere da sparo e facciamo scoppiare la luce nella notte per inventare un passaggio, per aprire una differenza nel tempo indifferente, per gettarci oltre [...]
Tiziano Scarpa, La vita, non il mondo
1 note
·
View note
Link
Un altro articolo sui cartoni animati giapponesi pubblicato da Amanti dei libri.
2 notes
·
View notes