Tumgik
#il fiume del passato
finestradifronte · 16 hours
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SULL' ALLUVIONE...POST LUNGO. Ma doveroso, quindi... buona lettura.
L'ennesima alluvione in Emilia Romagna, con quantitativi di acqua caduta con picchi perfino superiori al disastro del 2023, riportano alla luce le solite questioni sulla pulizia dei fiumi. Al netto dell'evento eccezionale ecco quindi molte risposte.
MANUTENZIONE. La manutenzione, che è sacrosanta, va bene per far fronte ad eventi moderati. Quello in atto è tutto tranne che moderato. Se non si analizza il problema partendo da questo fatto, sarà difficile trarre qualche ragionamento serio. Evidentemente il sistema di scolo delle acque, con fiumi ristretti nel tempo, i cui tratti arginati sono stati costruiti molto tempo fa, non sono più sufficienti a far defluire questi carichi idraulici. C’è poco da fare, con questo assetto territoriale, la questione è diventata ingestibile, soprattutto nei confronti dell’attuale e futuro regime di precipitazioni piovose.
PULIZIA FIUMI. E sulla pulizia dei fiumi quindi?
Questo concetto precotto, che ogni volta viene ripetuto fino allo sfinimento, trae la sua origine in una distorsione storica, ovvero che “una volta” si facesse manutenzione. In realtà non è così, ma molto semplicemente “una volta” i fiumi godevano di maggior rispetto da parte dell’uomo, come il territorio ad essi circostante.
Dal secondo dopoguerra in poi, i fiumi sono stati visti come cave a cielo aperto per inerti, sabbie e ghiaie, e aree di scolo in cui far transitare il più velocemente possibile le acque dai rilievi al mare.
Questo ha fatto si che, soprattutto relativo alle gigantesche estrazioni di sedimenti in alveo, i fiumi iniziassero un processo di incisione dell’alveo stesso, attraverso il fenomeno di erosione che si manifesta sia in maniera regressiva, ovvero a monte di dove io ho estratto i sedimenti, che progressiva, a valle del punto di estrazione.
I fiumi sono andati incontro quindi ad un processo di canalizzazione innaturale che ha portato numerosissimi problemi con sé, tra cui: aumento della velocità della corrente, aumento dell’incisione, minor espansione e, soprattutto, minor ricarica delle falde acquifere. Perché le falde acquifere più ricche nel sottosuolo sono rappresentate dalle conoidi alluvionali dei fiumi le quali si alimentano attraverso il contatto idraulico diretto con il fiume sovrastante. Se noi trasformiamo il fiume in un canale che cerca la massima velocità, la ricarica del sottosuolo per infiltrazione è ridotta al minimo. Avrete capito che questa problematica è strettamente correlata con le problematiche di siccità degli ultimi anni.
FIUMI DI PIANURA.
I nostri fiumi sono notoriamente detti pensili, in quanto l’alveo del fiume è in quota più alto delle campagne circostanti. L’uomo per difendersi ha iniziato a costruire argini, iniziando una lotta infinita, ovvero si alza il fiume ed io alzo l’argine.
Gli argini sono manufatti vecchi che soffrono per tanti fattori: qualità ed epoca costruttiva, lunghi periodi siccitosi, manutenzione, tane di animali… Quasi mai però leggo, o sento, qualcuno che si soffermi sul parametro più importante: la sezione idraulica. I fiumi/torrenti sono ridotti a canali sopraelevati in pianura estremamente stretti, e questa è un’eredità pesantissima che ci portiamo dal passato. Su questi argini è necessaria la manutenzione, in quanto questi abbiamo e al momento come difesa passiva abbiamo loro.
Abbiamo però soprattutto sezioni idrauliche ridotte all’osso, argini enormi costruiti in più riprese, e al piede dell’argine manufatti come case ed aree industriali. Se avviene una piena devo quindi pensare in primis alla pulizia? Eh, direi di no in quanto come ha mostrato il Lamone (anche nell’evento maggio 2023), le sezioni di questi “fiumi” non sono in grado di fare defluire forti colmi di piena.
La pulizia risolve tutto? Bisogna definire cosa si intende per pulizia: l’unica pulizia fluviale che ha senso è la rimozione del legname secco in quanto quello viene subito preso in carico dalle piene e potrebbe creare sbarramenti in sezioni critiche come, ad esempio, ostruire la luce di un ponte. Il resto, sono leggende metropolitane.
Gli alberi “vivi” rappresentano una difesa idraulica passiva, in quanto sono in grado di far rallentare la corrente idraulica. Pensate che dove non ci sono, vengono impiantate delle opere di ingegneria con la stessa funzione degli alberi, detti pennelli.
Il cavare sedimento “a mo’ di pulizia” è quanto di più sciocco si possa fare, come dimostrato sopra: aumento velocità, erosione e il sano trasporto solido dei fiumi. Si sano, perché i fiumi portano a mare quel sedimento fondamentale per il mantenimento dei nostri litorali: i fiumi portano sedimento, le correnti marine lo distribuiscono lungo costa e così si sono sempre mantenute le nostre coste. Almeno fino a 70 anni fa, perché poi le pesanti estrazioni di sedimento in alveo hanno rotto questo equilibrio dei fiumi, ed infatti noi emiliano-romagnoli paghiamo una ditta tedesca che, ogni anno, draga la sabbia a 40-60 m dalle coste dell’Adriatico per fare il ripascimento delle nostre spiagge. Geniale no? Ma l’abbiamo cercata noi.
Le sezioni dei fiumi, quindi, appaiono sempre più insufficienti, in primis perché noi le abbiamo ristrette all’osso, ed in seconda battuta perché il territorio, fortemente cementato e antropizzato è andato incontro all’impermeabilizzazione. Questa strana parola racchiude in realtà uno degli aspetti più critici. Se io ho, ad esempio, un’area di 1 km quadrato a terreno naturale, questa assorbirà le precipitazioni in funzione ovviamente delle litologie di cui è composta, ovvero terreni più permeabili e terreni meno permeabili.
Se di quel km quadrato metà lo perdo perché ho cementato, asfaltato, rendendo di fatto impermeabile metà della mia area pilota, dove andrà l’acqua che piove? Non verrà mai assorbita e finirà velocemente nelle reti scolanti, quindi nei canali ed infine nei fiumi.
Si, quei fiumi che già li abbiamo ristretti e poi caliamo giù l’asso come surplus idrico da gestire. E le precipitazioni intense, concentrate, degli eventi estremi mettono la ciliegina sulla torta.
Quindi quando sentite dire da qualcuno “bisognerebbe dare spazio, o meglio, ridare lo spazio che abbiamo tolto ai fiumi e qualcosina di più ..” non è un pazzo, non è un “verde”, non è un “ambientalista”.
E’ uno che ha capito come funzionano i fiumi.
La pulizia radicale non risolve uno stupro al territorio che si è perpetrato per 60 anni.
Soluzioni possibili? Quando si dice “dare spazio ai fiumi” in molti criticano, storcono il naso, perché non hanno idea delle soluzioni proposte. Nessuno dice di lasciare, soprattutto in pianura, i fiumi al naturale come migliaia di anni fa. Bisgogna concentrarsi su aree di intervento dove qualcosa è effettivamente possibile applicare: devono essere interventi organici e mai interventi spot o puntuali, quelli non servono a nulla.
Il sistema va "allargato" in maniera da far riprendere di norma certe aree golenali ai fiumi. Inoltre, ci sono le fasce tampone dei fiumi, perse grazie all'incisione, che sono importantissime in in ottica di ricarica idrogeologica e per la biodiversità. Si deve fare in modo di ripristinare i canali abbandonati dalle nostre opere siano ripresi dai corsi d'acqua che tornano a situazione multicanale e non a canale singolo modello "canale scolante" come li vediamo ora.
In alcuni casi sono stati progettati anche gli arretramenti di argine e/o eliminazione degli stessi. Se riusciamo a fare questo in maniera organica la sezione si allarga e tutto ne trae beneficio. In alcune aree si dovrà giocoforza andare in contro ad espropri, non lo nego, ma i nostri errori di pianificazione li stiamo pagando a caro prezzo.
In aree critiche dobbiamo prevedere e realizzare aree di laminazione, come casse di espansione e/o aree appositamente allagabili.
Se non capiamo questo concetto sarà sempre peggio: la cementificazione e il cambiamento climatico comportano un notevole surplus idrico che i fiumi, ristretti fino all'osso, non riusciranno mai a smaltire.
Testo di Giulio Torri, geologo
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ma-pi-ma · 3 months
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Il mio sguardo è rivolto al passato,
e, in ore che non scordo, ti trattiene
incastonato la mia memoria.
L'ampio fiume del tuo paese; il sogno
di quel paesaggio vissuto con te.
La tua differenza. Vagabondare
per mari di speranze inesistenti…
Penso a tutto ciò oggi. Quanto è lontano
il profilo intimo di quelle ore!
Io ho tagliato il filo che era invisibile,
sciolti gli ormeggi ormai, levata l'ancora.
Mi ricordo di te oggi e non ci credo.
L'Avana, 1939
Concha Méndez, Assenza,da Piogge legate, 1939
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canesenzafissadimora · 2 months
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Studiate.
Per amore del sapere, mai per i voti.
Perché sapere aiuta a essere.
E sapere tanto aiuta a essere tanto.
Studiate!
Perché la cultura rende liberi
e niente vale più della libertà.
Studiate!
Perché siamo le parole che conosciamo,
perché il pensiero crea la realtà.
Studiate!
Perché non conoscerete mai la noia
se amerete un libro, un paesaggio,
un quadro o la settimana enigmistica.
Studiate!
Perché studiando capirete le vostre qualità, le vostre inclinazioni, i vostri punti deboli.
Studiate la storia, perché il passato illumina il presente.
Studiate la geografia perché ogni luogo è anche un fiume, una montagna, un vento.
Studiate la matematica perché nella vita spesso i conti non tornano e bisogna trovare soluzioni alternative.
Studiate le lingue straniere, perché i viaggi sono le lezioni di vita più belle.
Studiate la biologia perché capire come fa a battere il cuore o perché il battito accelera se vi innamorate è meraviglioso.
Studiate la filosofia perché imparerete a ragionare e a guardare il mondo dalle prospettive più originali.
Studiate la letteratura perché vivrete molte vite e vedrete posti incredibili da casa.
Studiate la grammatica perché la differenza tra un accento e un apostrofo non è mai un dettaglio.
Studiate la musica, l’arte e la poesia!
Perché la bellezza è emozione e terapia.
Studiate la fisica e la chimica perché nell’atomo e nelle molecole si celano energie potentissime.
Studiate!
Perché quando smetti di imparare smetti di vivere.
Studiate ciò che vi piace ma anche ciò che ora vi sembra inutile.
Perché un giorno, quando meno ve lo aspettate, ne capirete il senso.
Studiate!
Senza pretendere troppo da voi stessi e senza rinunciare mai allo svago, allo sport e alle emozioni.
Perché lo studio viene sempre dopo il vostro benessere!
Studiate!
Senza temere di dimenticare qualcosa.
Perché i buchi di memoria servono a fare spazio.
Perché la scuola serve a trasformare specchi in finestre, non a giudicarvi.
Francesco De Sanctis
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yellowinter · 1 month
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Ho dormito un po' di più, mi sono svegliata sempre alle 6, ho bevuto un bicchiere d'acqua e mi sono bagnata la faccia e i polsi, ho fatto stretching, il caffè e mi sono preparata per andare a lavoro. Ho corso per prendere il bus ma l'ho perso, ho sorriso, ripreso il fiato e aspettato quello dopo. Oggi ho assistito il veterinario, abbiamo fatto un prelievo di sangue a una capretta e tolto il gesso a un vitello, ho imparato come bloccare e coricare le pecore in situazioni di emergenza, come prendere la temperatura, controllare le mucose e le altre varie parti del corpo, abbiamo anche fatto un po' di teoria sulla fisionomia e fisiologia animale in generale. Poi ho pulito come il solito, dato la pappa e fatto tante coccole a tutti, ho riso con gli altri ragazzi, constatato che il verso dei porcellini d'india è molto simile a quello delle zebre, ho finito puntuale e sono tornata a casa, sul pullman ho progettato insieme a una mia collega un parco giochi per le capre (si accettano consigli per il nome) e una libreria da tenere nell'ufficio sul tema dell'antispecismo per sensibilizzare i visitatori. Ho pranzato e sistemato la casa, poi ho fatto meditazione e ho letto un libro mentre fuori c'era un temporale assurdo, ho fatto la doccia e sono uscita a suonare l'handpan al fiume. Ora sono sul ponte, è tranquillo... faccio ancora un po' di musica poi rientro. Ho avuto delle brutte ipoglicemie in questi giorni e mi sono di nuovo scottata, a volte ho davvero tanti pensieri... da soffocarmi, corrono forte, tipo che mi sdraio e sento il cuore battere impazzito e la testa annebbiata. Ho delle sensazioni orribili, ma cerco di lasciarle andare. Di calmare la mente e respirare. Di accettare e non contrastare, di accogliere ma non trattenere. Soffro ma va bene. Perché so che starò meglio, perché so che il mio passato non torna e ciò che ho vissuto non mi identifica. Sono già libera dalla sofferenza e lo so bene. Anche se c'è, perché esiste e ci sarà sempre, ovunque. Ma sta a me scegliere cosa vedere, sentire e quali parti illuminare. Non c'è felicità senza dolore, come non c'è il buio senza la luce, giorno senza la notte, destra senza sinistra. Gli opposti sono facce della stessa medaglia e sono inseparabili, uno non esiste senza l'altro.
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ambrenoir · 2 months
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Studiate.
Per amore del sapere, mai per i voti.
Perché sapere aiuta a essere.
E sapere tanto aiuta a essere tanto.
Studiate!
Perché la cultura rende liberi
e niente vale più della libertà.
Studiate!
Perché siamo le parole che conosciamo,
perché il pensiero crea la realtà.
Studiate!
Perché non conoscerete mai la noia
se amerete un libro, un paesaggio,
un quadro o la settimana enigmistica.
Studiate!
Perché studiando capirete le vostre qualità, le vostre inclinazioni, i vostri punti deboli.
Studiate la storia, perché il passato illumina il presente.
Studiate la geografia perché ogni luogo è anche un fiume, una montagna, un vento.
Studiate la matematica perché nella vita spesso i conti non tornano e bisogna trovare soluzioni alternative.
Studiate le lingue straniere, perché i viaggi sono le lezioni di vita più belle.
Studiate la biologia perché capire come fa a battere il cuore o perché il battito accelera se vi innamorate è meraviglioso.
Studiate la filosofia perché imparerete a ragionare e a guardare il mondo dalle prospettive più originali.
Studiate la letteratura perché vivrete molte vite e vedrete posti incredibili da casa.
Studiate la grammatica perché la differenza tra un accento e un apostrofo non è mai un dettaglio.
Studiate la musica, l’arte e la poesia!
Perché la bellezza è emozione e terapia.
Studiate la fisica e la chimica perché nell’atomo e nelle molecole si celano energie potentissime.
Studiate!
Perché quando smetti di imparare smetti di vivere.
Studiate ciò che vi piace ma anche ciò che ora vi sembra inutile.
Perché un giorno, quando meno ve lo aspettate, ne capirete il senso.
Studiate!
Senza pretendere troppo da voi stessi e senza rinunciare mai allo svago, allo sport e alle emozioni.
Perché lo studio viene sempre dopo il vostro benessere!
Studiate!
Senza temere di dimenticare qualcosa.
Perché i buchi di memoria servono a fare spazio.
Perché la scuola serve a trasformare specchi in finestre, non a giudicarvi.
Francesco De Sanctis
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succhinoallapesca · 2 months
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Ho voglia di andare a delle mostre con te e parlare di ciò che leggiamo e ascoltarti mentre mi spieghi la storia della tua terra, di conoscerti e conoscerci sempre più nel nostro tempo e spazio.
Andare al mare, riposare in spiaggia e poi mangiare la pannocchia di mais alla griglia, cenare fuori, passeggiare insieme per la città, traversare il fiume con scarpe inadatte dandoci la mano, discutere e gridarti che non sopporto quando fai in quel modo, piangere, sceglierci ancora, prenderci la mano mentre torniamo a casa perché vogliamo tornare a sentirci vicine, parlare del più e del meno, ascoltarti mentre mi racconti delle parti buie del tuo passato e della tua famiglia o delle tue insicurezze profonde che generalmente ometti con cura, vincere la paura di raccontarti del mio passato infelice, lasciarmi aiutare, imparare a chiederti di abbracciarmi o rassicurarmi quando le mie voci mi annegano e allora tornare in superficie grazie anche alla tua mano. Insomma voglio continuare a fare tutto questo e ancora altro, tante altre cose semplici e quotidiane ma da fare insieme
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occhietti · 10 months
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CITTÀ ETERNA
Lungo il Tevere
cammino
mentre le acque del fiume
s’illuminano
di luci della città.
Tra le strade
ed i vicoli
ancora pieni di gente
musiche e parole
che colmano l’aria.
Marciapiedi
e piazze gremite
artisti di strada a dipingere
mentre la luna curiosa
s’infila tra vicoli e attici.
Tutto illumina
anche le illusioni nascoste.
Un malinconico sguardo
al passato
mentre al futuro
sorrido.
La città dove vivo.
- Antonella Ariosto, Vite in equilibrio in… stabile
La città dove vivo... Tevere al tramonto...
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abr · 2 months
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“siamo contro il sionismo, non contro gli ebrei" :<
**affermazione del medioman, il quale procede condividendo trita e decotta propaganda nazi e sovietica sul popolo ebraico,
** crede davvero che gli ebrei sian tutti ricchi banchieri lobbyizzati (come dire che gli italiani sono tutti mafiosi),
**non ha la più pallida idea della geografia, quale fiume e mare intendano i palestinesi,
**diffonde l'idea che l'unica democrazia dell'area, Israele, sia uno stato etnico e teocratico: il ribaltamento della realtà più incredibile,
**condanna la violenza israeliana mentre assiste passivo al terrorismo di Hamas e al suo sfruttamento brutale dei Gazawi.
**L'antisemitismo di per se sarebbe negativo, afferma, ma subito aggiunge MA -
** se la vanno a cercare, afferma come un vecchio bavoso rivolto a ragazzine in minigonna,
**supporta e condivide post contenenti ridimensionamenti o negazioni dell'olocausto,
**tace riguardo al massiccio aumento dell'antisemitismo e della violenza contro gli ebrei nell'Occidente, causato dall'attivismo di cellule di immigrati arabi che condivide e rilancia,
**nulla sa riguardo alle deportazioni di ebrei dai paesi arabi che circondano Israele, sulla violenza, sui pogrom che han superato nei numeri e atrocità quanto subito dai palestinesi sfollati,
** nulla sa del destino degli arabi che, invece di dirsi "palestinesi", rimasero in Israele alla sua fondazione: sono cittadini israeliani integrati, e, unici tra tutti i musulmani della regione, godono di tutti i diritti e vantaggi di una democrazia matura,
**indica ebrei e condivide elenchi abitazioni ed esercizi commerciali, senza capire come ciò rispecchi l'inizio dell'antisemitismo di massa del passato,
**usa frasi tipo "era meglio se Hitler avesse finito il lavoro" e si crede spiritoso nel dirlo,
**nega i legami tra hamas e l'ente Onu Unrwa,
**molesta i creatori di contenuti pro ebrei,
**ignora il colonialismo e schiavismo arabo e la invasione musulmana della regione,
**non comprende lo stretto legame tra terrorismo propal e degrado da migrazioni in atto in Occidente,
** non si preoccupa delle intimidazioni e violenze islamiche dirette agli ebrei in casa nostra, non comprende che non si fermeranno a loro.
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lunamagicablu · 7 months
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Io sono ovunque, nel centro e nel fondo, in cielo, in terra, ai confini del mondo, nel cuore del fiore, nel seme del frutto, e in ogni stella che incorona il deserto, perché Io sono la Vita che conosce se stessa, Io sono la Luce che fu antica promessa. Sono, sono, immensamente Io sono, dentro la lacrima che cerca il perdono, nascosto Io sono e fin troppo chiaro, nell’eterno passato che cerca il futuro, nell’eterno presente che vivifica l’Uomo, guido i suoi passi, perché sempre Io sono. E guardo dall’alto le vostre battaglie, e ancora con voi il mio cuore si doglie. Io sono il fratello, Io sono lo sposo, il diamante cercato, più raro e prezioso, madre e sorella del vostro dolore, amante perfetta che sempre sa dare. Io sono e vi dono, Io sono e vi amo, Io sono la Pace, la lotta non temo, perché dal sigillo del vostro cuore nasca la fiamma dell’eterno Volere, perché il patto antico che a voi mi lega è un fiume potente che raggiunge ogni riva, perché chi cerca che il sogno si avveri e sempre mi tiene nei suoi pensieri, abbia infine la Forza di spostar la montagna col Fuoco potente che ognor l’accompagna. Io sono tutto e nel tutto mi espando, se pur non udite, Io sempre vi ascolto. Tenete salda nel centro del vostro sentire ogni parola e ogni goccia di questo fluire, perché la penna, che per voi ho infiammato, regge forte, con polso, ciò che le ho dato, per voi, che cercate e non volete trovare, per voi, che guardate e non sapete vedere. Io sono l’Uno e la chiave vi porto, fusa nell’oro che a lungo ho raccolto lungo le strade percorse dall’Uomo, di guerra e dolore, di oblio e abbandono, forgiata nel sangue della sua ferita, lavata nell’acqua della mia cascata. Chiaro sia, e sicuro, il vostro sguardo, e vedrete le stelle che ora vi mostro, troverete nel centro del loro bagliore la sola via che sarà fine al cercare, poiché questo è il dono che ho preparato bevendo il calice che mi fu dato a eterna salvezza di tutti i fratelli che con Me han percorso i deserti e le valli. Siate certi di questa parola che vi porta la Via per giungere a casa, dove arde ciò che non fu mai spento, dove sempre Io sono e qui vi attendo. Faireliza art _by_suzu2_
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ross-nekochan · 1 year
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Come al solito questo paese mi ruba il tempo, la vita, le parole e la voglia di scrivere. Forse perché non c'è niente da dire eppure come 5 anni fa da una parte avrei così tanto da dire da poter diventare un fiume in piena, ma, appunto, non ho il tempo di ordinare nessuno dei centomila pensieri e metterli per iscritto.
Oggi sono andata a lavorare, in sede. Con divisa fatta da giacca, camicia a maniche lunghe, pantaloni e tacchi da 5cm. Quindi sveglia alle 6:30 perché Tokyo è lontana e solo così puoi arrivare in orario (che non è alle 9, ma alle 8:45 perché essere in orario qui vuol dire essere in ritardo). Il lavoro consisteva in un training su come creare una rete LAN. In cosa è consistito? Hanno dato delle slide con dei comandi scritti e mezze istruzioni, ci hanno dato i PC, i router, gli switch e hanno detto: fate. Io uno switch so a malapena cos'è e qual è la sua funzione (solo perché mi sono messa a vedere qualche video prima di partire, sennò non saprei nemmeno quello). Fortuna che c'erano due ragazzini giapponesi volenterosi e insieme ci siamo messi e siamo riusciti a fare qualcosa, sennò fossi stata sola non avrei saputo nemmeno da dove cominciare. Gli altri due cinesi, entrati in azienda 2 anni fa, erano più ignoranti di me. Molto poco chiaro che cazzo si faccia in questa azienda e come funzioni il sistema.
Martedì si è concluso il "training" di 8 giorni che è consistito per l'80% in "filosofia aziendale", questionari giornalieri e settimanali su cosa si è imparato (spoiler: un cazzo), lavori di gruppo inutili, spiegazioni su come fare carriera aziendale (tramite un sistema di punteggi assurdo e complicato) e giusto qualche volta ci hanno parlato delle piattaforme che si utilizzano per "timbrare" o per richiedere i rimborsi ecc (uniche cose utili). Il resto dei giorni? Meeting alle 9 per check di: 1. Che non stai dormendo 2. Che sei vestito correttamente e che sei "sistemato" 3. Per sapere se fisicamente stai bene o sei malato. Il resto della giornata: rispondi alle email degli uffici, fai qualche meeting e studia per prendere le certificazioni - che non ti pagheremo noi e che non dovrai fare durante l'orario di lavoro. Perché mica le sto prendendo per lavorare, le prendo per sport personale giustamente. Va bene.
In tutto questo pagheranno il primo stipendio 25 Agosto e non avremo la possibilità di chiedere nessun permesso per 6 mesi. Fortunatamente ci hanno recentemente pagato il supporto per il trasloco perché sennò stavamo freschi.
Benedico un po' il cielo per aver conosciuto questo indiano che è mio collega e che vive nel mio stesso dormitorio. L'India a quante parte è il Sud Italia del Sud-est asiatico, per molti aspetti (non c'è niente di stupefacente in fondo). Malediciamo questo paese, questa azienda e noi stessi per essere venuti tutti i giorni. Qui è tutto così caro che non ci facciamo capaci di come la gente riesca a vivere. Si pensa sia il paese del pesce e del riso e invece il pesce è quasi inacquistabile da quanto costa (filetti di soli 200gr intorno a 4/5€), il riso che dovrebbe essere come la nostra pasta e invece 5kg costano 15€ (5€/kg). Non è un caso infatti che il tasso di povertà stia salendo alle stelle: gli stipendi sono gli stessi da 25 anni. Questi di che cazzo dovrebbero vivere?
Personalmente, non so mai che cazzo mangiare e vivo di tofu e pesce -che compro solo perché mi piace e perché sono anni che evito la carne nella mia quotidianità. Ma qui è quasi impossibile evitarla, dato che la carne rossa è persino nei contorni di verdure (che non so mai come cazzo cucinare e ogni volta che trovo una ricetta di verdure taaac carne di manzo dentro machecaaaazz - viva il paese del sushi come sempre insomma).
Soffro perché mi manca già la palestra e non è passato nemmeno un mese. Ma con la situazione economica di adesso non mi sembra il momento adatto per ricominciare. Oltretutto non ho ancora una routine e non ho ancora capito come cazzo funziona in questa azienda. Avere un quantitativo proteico adeguato è stato difficile perché le mie fonti proteiche preferite (ovvero yogurt greco e albumi) qui sono inesistenti o insostenibili economicamente nelle quantità che mi servono (tipo yogurt greco a 20€/kg). Mi manca fare le mie colazioni specie le mie omelette e i miei pancakes di albumi.
Ho pensato a quanto sia difficile andare a vivere in un altro paese. Sembra di diventare bambini viziati perché le cose minuscole, quotidiane, che davi per scontato, diventano voragini. E per me la voragine è legata soprattutto al cibo. Persino sui biscotti: noi abbiamo pacchi minimo da 350gr, oltre a una varietà da fare invidia a un biscottificio. Qui i biscotti oltre ad essere di pochissimi tipi (quasi solo cookies/biscotti al burro) hanno pacchi sono da massimo 150gr e finemente impacchettati singolarmente creando bustoni enormi ma leggeri come una nuvola perché sono 80% plastica. I loro dolci sono bombe a mano di carboidrati: mangi 2 daifuku o 2 dorayaki e hai mangiato la stessa quantità di carboidrati di un piatto di pasta da 100/120gr. Ti viene da pensare: se mi mangio la pasta almeno mi sazio, con ste cacatine piccoline mi faccio salire solo la fame. Per le verdure o piatti già pronti idem, vedi i valori nutrizionali e hanno una quantità di zucchero all'interno che manco una fetta di torta.
Banalità... eppure no. Ci vuole tanto spirito di adattamento, tanta pazienza e tanto coraggio ad andare via dal proprio paese. Andare al Nord è letteralmente NIENTE in confronto (sebbene la sofferenza ci sia sempre).
L'unica cosa che potrebbe migliorare di gran lunga la situazione è avere così tanti soldi da permettermi tutto quello che voglio. Ma a volte nemmeno quello basta.
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diceriadelluntore · 1 year
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Inversamente
L'altro giorno @hope-now-and-live aveva chiesto, in maniera ironica ma molto interessante, quante volte ci si è chiesti perchè Orfeo si gira a guardare se Euridice lo segua, nella sua catabasi (nel mondo greco, la discesa dell'anima nell'oltretomba), perdendo definitivamente la sua amata, ritenendolo per questo uno stolto. Il Mito è famosissimo, ed è uno dei più potenti racconti sulla proibizione simbolica.
Nel chiacchierare con lei, mi è venuto in mente che Robert Browning, poeta, scrittore e drammaturgo britannico dell'età vittoriana, si ispirò a questo quadro di Frederic Leighton, Orfeo e Euridice (1864)
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dove è chiaro come sia Euridice che cerca "di farsi guardare" da Orfeo, che tiene disperatamente gli occhi chiusi, per scrivere questi versi:
Sì, dammi la bocca, gli occhi, la fronte, e insieme mi prendano ancora – un solo sguardo ora mi avvolgerà per sempre per non uscire mai dalla sua luce, anche se fuori è tenebra. Tienimi sicura, avvinta al tuo sguardo eterno. Le pene d’un tempo, dimenticate, e il terrore futuro, sfidato – non è mio il passato né il futuro – guardami! Robert Browning, Eurydice to Orpheus, da Dramatis Personæ , 1864
Per chi non lo ricorda, il Mito è diverso: Orfeo s’innamora, ricambiato, della ninfa Euridice, e la sposa. Come racconta Virgilio nelle Georgiche, di Euridice s’invaghisce anche il pastore Aristeo, che l’insegue per farla sua e, mentre scappa, Euridice è morsa fatalmente da un serpente. Nelle Metamorfosi Ovidio sceglie di eliminare dalla scena Aristeo: Euridice è spensierata, in compagnia di una schiera di ninfe, quando viene morsa al tallone dal rettile. Appena Orfeo apprende la notizia, piange la sposa e con coraggio decide di recarsi negli inferi per riaverla. Scende fino allo Stige, vince ogni ostacolo grazie alla lira e si presenta a Persefone e a Ade, i signori dell’oltretomba. Canta il suo amore per Euridice e chiede che gli venga data la possibilità di continuare a vivere con lei. Tale è la forza del suo amore e del suo canto che Persefone, Ade, il cane Cerbero e perfino le implacabili Furie si commuovono. Gli viene quindi accordato di portare con sé Euridice, ma a un patto: lui andrà avanti, lei lo seguirà, e Orfeo non potrà mai girarsi indietro, perché altrimenti Euridice tornerà per sempre tra le ombre dei defunti. Nella risalita, infatti, mentre i due amanti sono quasi arrivati alla luce, Orfeo non resiste alla tentazione e si volta per controllare che la sua amata sia veramente con lui. Nel tempo di un attimo Euridice scompare per sempre nell’abisso. Distrutto e impietrito, Orfeo non trova più pace e vaga per la terra, sublimando nel canto un passato che non può più tornare. Continua a emozionare, sì, ma rifiuta la vita e l’amore delle altre donne; per questo le Menadi – o Baccanti – si vendicano di lui, che pure era legato a Dioniso, e lo fanno a pezzi gettandone i resti nel fiume Ebro. Tutti lo piangono, uccelli, alberi, sassi, ma Orfeo potrà tornare a riabbracciare la sua Euridice.
Molti nel '900 riprenderanno il Mito, soprattutto dal punto di vista di Euridice. Il magnifico Orfeo, Euridice, Hermes di Rainer Maria Rilke, aggiunge la figura del dio dal piede alato che è messaggero delle anime (Psicopompo, uno dei suoi più famosi attributi), con Euridice che non riconosce più Orfeo:
E quando a un tratto il dio la trattenne e con voce di dolore pronunciò le parole: si è voltato –, lei non comprese e disse piano: Chi?
Ma avanti, scuro sulla chiara porta, stava qualcuno il cui viso non era da distinguere. Immobile guardava come sull’orma di un sentiero erboso il dio delle ambasciate mestamente si volgesse in silenzio per seguire lei che tornava sulla stessa via, turbato il passo dalle bende funebri, malcerta, mite nella sua pazienza.
Giganti si sono cimentati con questa storia (tra gli altri, Campana, Pavese, Yourcenar, Magris, Calvino) ma cito Gesualdo Bufalino, che in un racconto beffardo, Il ritorno di Euridice (1986), fa dire alla Ninfa:
L’aria non li aveva ancora divisi che già la sua voce baldamente intonava “Che farò senza Euridice?”, e non sembrava che improvvisasse, ma che a lungo avesse studiato davanti a uno specchio quei vocalizzi e filature, tutto già bell’e pronto, da esibire al pubblico, ai battimani, ai riflettori della ribalta.
In pratica, l'aveva fatto apposta!
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diaryofanauthor · 2 months
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«Io non ne voglio di comodità. Io voglio Dio, voglio la poesia, voglio il pericolo reale, voglio la libertà, voglio la bontà. Voglio il peccato. […] Io reclamo il diritto d’essere infelice.»
Il mondo nuovo, Aldous Huxley
Le ninfe giocavano sulla riva del fiume, libere, sorridenti e spensierate nelle loro tuniche svolazzanti. In quel luogo di pace si udivano solo il lieve gorgogliare del fiume e le risate cristalline delle giovani dee dai capelli dorati. Da secoli vivevano in quella radura, belle e immortali, senza mai preoccuparsi del passato, né mai pensando al futuro. Il loro era un eterno presente fatto di risa e giochi e della dolce innocenza della gioventù.
Un giorno, all’improvviso, una donna sconosciuta varcò le soglie di quel bosco incantato, portando con sé storie di un mondo lontano, che era desiderosa di abbandonare per sempre. In un primo momento, le ninfe l’ascoltarono con attenzione, affascinate e disgustate in egual misura da quei racconti, ma ben presto persero interesse e tornarono alla loro vita spensierata, contente di essere nate in quel luogo magico.
Una sola fra loro non riuscì a dimenticare le parole della donna. Da tempo provava un’insoddisfazione inspiegabile per la propria vita e guardava con malcelato risentimento le sue sorelle, così felici nella loro beata ignoranza. Rincuorata dai racconti della sconosciuta e convinta più che mai dell'esistenza di un mondo nuovo oltre i confini della foresta, la ninfa si recò dall’Oracolo, che viveva in una grotta poco lontana dal fiume.
«Voglio andarmene da qui», disse, non appena fu giunta di fronte all’Oracolo. «Ma prima vorrei sapere cosa mi attende là fuori.»
«Non hai sentito i racconti di quella donna, che ha percorso tanta strada per fuggire da quel mondo e raggiungere questa terra incantata?» rispose l’Oracolo. «Qui scorrono latte e miele e la felicità è assoluta. Il mondo là fuori è pieno di sofferenze e se varcherai la soglia, non potrai più tornare indietro. Una volta contaminati dalla vita, i tuoi pensieri non torneranno più alla loro purezza originaria e in nessun luogo potrai più ritrovare la lieta spensieratezza di cui le tue sorelle godono.»
«Tutto è troppo perfetto qui. Danzare e nuotare nel fiume sono attività divertenti, ma vorrei qualcosa di più» spiegò la ninfa. «La vita di quella donna è stata piena di emozioni, mentre i miei giorni si susseguono uno uguale all’altro da un’eternità. Persino la sofferenza di cui ha parlato mi pare piacevole, in confronto alla noia che provo qui.»
«Se è questo che vuoi, abbandona questo luogo e non guardarti indietro», esclamò l’Oracolo, «ma ricorda: sarà per sempre. Perderai la tua immortalità e inizierai ad avvizzire, giorno dopo giorno, sotto il peso della vita e ogni volta che una sfortuna cadrà su di te, ricorderai il paradiso a cui hai rinunciato. La maledizione dell’umanità è già calata su di te da tempo. Non essere mai pienamente soddisfatta e desiderare sempre ciò che non possiedi, questo è il tuo destino, ragazza.»
«Sono pronta», rispose lei. «Preferisco una vita piena alla felicità illusoria tanto cara alle mie sorelle.»
L’Oracolo annuì e la ragazza prese congedo, impaziente di conoscere il mondo. La giovane donna, che era stata una dea, abbandonò per sempre il bosco e nessuna delle sue sorelle la rivide mai più. Nessuno sa cosa ne fu di lei e se riuscì a trovare ciò che cercava, ma una cosa è certa: le ninfe dai capelli dorati e le vesti leggere continuarono a danzare e giocare in riva al fiume, felici e spensierate.
In eterno il fiume gorgogliava e risate cristalline risuonavano nella radura incantata.
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susieporta · 7 months
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All’improvviso, come se un destino chirurgo mi avesse operato per una cecità antica ottenendo un grande successo immediato, alzo la testa dalla mia vita anonima verso la chiara conoscenza del come esisto. E vedo che tutto quanto ho fatto, tutto quanto ho pensato, tutto quanto sono stato, è una specie di inganno e di follia. Mi stupisco di quello che non sono riuscito a vedere. Mi sorprendo di quanto sono stato accorgendomi che in fin dei conti non sono.
Guardo, come in una distesa al sole che rompe le nuvole, la mia vita passata; e mi accorgo, con uno stupore metafisico, di come tutti i miei gesti più sicuri, le mie idee più chiare e i miei propositi più logici non siano stati altro che un’ebbrezza congenita, una pazzia naturale, una grande ignoranza. Non ho neppure recitato. Sono stato recitato. Non sono stato l’attore, ma i suoi gesti.
Tutto quanto ho fatto, ho pensato e sono stato, è una somma di subordinazioni, sia a un ente falso che ho creduto mio perché ho agito partendo da lui, sia di un peso di circostanze che ho scambiato per l’aria che respiravo. In questo momento del vedere, sono un solitario immediato che si riconosce esiliato nel luogo in cui si è sempre creduto cittadino. Nel più intimo di ciò che ho pensato non sono stato io.
Mi sopravviene allora un terrore sarcastico della vita, uno sconforto che va oltre i limiti della mia individualità cosciente. So che sono stato errore e traviamento, che non ho mai vissuto, che sono esistito soltanto perché ho riempito tempo con coscienza e pensiero. E la mia sensazione di me è quella di chi si sveglia dopo un sonno pieno di sogni reali, o quella di chi è liberato, grazie a un terremoto, dalla poca luce del carcere a cui si era abituato.
Mi pesa, mi pesa veramente, come una condanna a conoscere, questa nozione improvvisa della mia vera individualità, di quella che ha sempre viaggiato in modo sonnolento fra ciò che sente e ciò che vede.
È così difficile descrivere ciò che si sente quando si sente che si esiste veramente, e che l’anima è un’entità reale, che non so quali sono le parole umane con cui si possa definirlo. Non so se ho la febbre, come sento, se ho smesso di avere la febbre di essere dormitore della vita. Sì, lo ripeto, sono come un viaggiatore che all’improvviso si trovi in una città estranea senza sapere come vi è arrivato; e mi vengono in mente i casi di coloro che perdono la memoria, e sono altri per molto tempo. Sono stato un altro per molto tempo (dalla nascita e dalla coscienza), e mi sveglio ora in mezzo al ponte, affacciato sul fiume, sapendo che esisto più stabilmente di colui che sono stato finora. Ma la città mi è sconosciuta, le strade nuove, e la malattia senza rimedio. Aspetto dunque affacciato al ponte, che passi la verità, e che io mi ristabilisca nullo e fittizio, intelligente e naturale.
È stato un attimo, ed è già passato. Vedo ormai i mobili che mi circondano, il disegno della vecchia carta alle pareti, il sole attraverso i vetri polverosi. Ho visto la verità per un attimo. Sono stato per un attimo, coscientemente, ciò che i grandi uomini sono verso la vita. Ricordo i loro atti e le loro parole, e non so se non sono stati anche loro tentati vittoriosamente dal Demone della Realtà. Non sapere di sé vuol dire vivere. Sapere poco di sé vuol dire pensare. Sapere di sé, all’improvviso, come in questo momento lustrale, vuol dire avere subitamente la nozione della monade intima, della parola magica dell’anima. Ma una luce improvvisa brucia tutto, consuma tutto. Ci lascia nudi perfino di noi stessi.
È stato solo un attimo e mi sono visto. Poi, non so più dire ciò che sono stato. E, alla fine, ho sonno, perché, non so perché, penso che il senso è dormire.
Fernando Pessoa
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yellowinter · 2 months
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Oggi mi sono alzata alle 6, mi sono preparata e sono andata a lavoro, non è passato il pullman quindi per un pezzo di strada mi sono messa a correre e sono arrivata in tempo. Ho svolto le solite mansioni di routine tra pulizie e pappe, fieno, paglia, acqua, ho raccolto le erbe selvatiche nei campi e accudito una pecora che non stava bene, ho sorriso e parlato tanto con chiunque, c'era anche una mia collega che trovo estremamente gentile e simpatica e non mi sono sentita a disagio, la responsabile invece era un po' sclerata ma mi faceva piuttosto ridere, poi abbiamo fatto pausa e mangiato semi di girasole. Ci ho messo più del solito per tornare, ho pranzato e ho dormito un'oretta perché ero stanca, poi ho fatto la doccia e sono andata al parco a suonare l'handpan con un ragazzo. Abbiamo improvvisato, parlato di argomenti profondi e fatto i bagni sonori sdraiati nel prato al buio, poi ci siamo uniti ad altre persone e provato lo slackline tra gli alberi e devo dire che è davvero difficile, ma bellissimo... la sensazione di galleggiare nell'aria e la ricerca di equilibrio, è un'attività che ha molto a che fare con la meditazione, richiede tanta concentrazione, bisogna respirare ed essere fluidi altrimenti il filo oscilla troppo e rischi di cadere. Ho provato a lasciarmi andare, a sciogliere i miei blocchi e sentirmi libera. A una certa mi sono tolta le scarpe e ho iniziato a camminare in giro a piedi nudi, non ho bevuto, né fumato e né preso lo xanax. Poi ho fatto una passeggiata lungo il fiume e sono rientrata, ho cenato con qualcosa al volo e tra poco credo che andrò a dormire. Ho sempre pensato di essere una persona fragile e di aver bisogno dell'aiuto degli altri, ma forse mi sbagliavo. Forse sono io che posso aiutare gli altri, forse sono estremamente forte nonostante tutto il dolore che provo in questo momento. Senza il forse. Ho sempre avuto paura del giudizio degli altri, di essere rifiutata, di non essere amata. Ma in realtà posso darmi tutto l'amore di cui ho bisogno da sola e in verità quando mi apro con le persone ricevo sorrisi e parole gentili. Ho sempre alzato barriere, quando si tratta solo di abbatterle... creare connessioni. Non ci sono limiti reali, sono solo mentali.
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daniel13sworld · 9 months
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Genere: Darkromance, thriller, mistery.
Autore: Penelope Douglas.
Spicy:4,5/5.
Titolo: Kill Switch.
Editore: Newton Compton Editori
Voto:5/5
Recensione: Terzo capitolo della Devil's Night che vede come protagonisti Damon Torrance e Winter Ashby. Forse il romanzo più discusso, ma a mio parere il più affascinante. Scordatevi le storie precedenti, le parole che hanno spaccato anche i muri, scalato montagne e nuotato oceani immensi, per confluire poi nell'audacia per sconfiggere la paura. Il terrore del passato, il timore del tempo che passa, l'incertezza di un futuro in bilico. Ogni notte l'avrei avuta qui al mio fianco, tutta intorno a me, persa con me dove il resto del mondo non esisteva ed eravamo solo noi due. Sempre solo noi due. Damon è un fiume in piena. Di emozioni, di sentimenti, di dolore, ma non è per tutti. Damon è per chi lo comprende, per chi non lo giudica, ma lo ascolta, per chi lo sente. Come Winter, un piccolo fiocco di neve, incapace però di sciogliersi, nonostante tutte le tragedie che ha dovuto subire e affrontare. Eppure, Winter ha dato a Damon qualcosa senza il quale lui non può più sopravvivere senza: il suo amore. Ogni volta che Damon era lontano, Winter era appoggiata ad una porta immaginaria che la divideva dal suo cuore, non riuscendo a far capire a se stessa che avrebbe dovuto smettere di cercarlo. Non ce n'è per nessuno, quando sono insieme è come se il mondo sparisse. Una volta chiusi gli occhi, ci sono solo loro e la certezza di vivere una storia che non finisce mai. L'unico dubbio che non hanno mai dovuto affrontare è proprio questo: capire il posto a cui sono sempre appartenuti. L'uno accanto all'altra
Trama:"Sono stata io a mandare Damon in prigione. Sono passati tre anni da allora. Pensavo che nel frattempo sarei riuscita a scomparire nel nulla, o che lui avrebbe smesso di odiarmi. Ma mi sbagliavo. Il suo rancore è persino aumentato, al punto da progettare un piano perfetto per distruggermi. La sua vendetta va oltre ogni mia immaginazione. Vuole farla pagare a tutti quelli che l'hanno tradito. La paura sembra essere la sola emozione che ci lega. Ma, nonostante tutto, Damon è diventato parte di me. E non posso fare nulla per sottrarmi al nostro destino." 
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lunamarish · 5 months
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Studiate. Per amore del sapere, mai per i voti. Perché sapere aiuta a essere. E sapere tanto aiuta a essere tanto.
Studiate. Perché la cultura rende liberi e niente vale più della libertà.
Studiate. Perché siamo le parole che conosciamo, perché il pensiero crea la realtà.
Studiate. Perché non conoscerete mai la noia se amerete un libro, un paesaggio, un quadro o la settimana enigmistica.
Studiate. Perché studiando capirete le vostre qualità, le vostre inclinazioni, i vostri punti deboli.
Studiate la storia, perché il passato illumina il presente.
Studiate la geografia perché ogni luogo è anche un fiume, una montagna, un vento.
Studiate la matematica perché nella vita spesso i conti non tornano e bisogna trovare soluzioni alternative.
Studiate le lingue straniere, perché i viaggi sono le lezioni di vita più belle.
Studiate la biologia perché capire come fa a battere il cuore o perché il battito accelera se vi innamorate è meraviglioso.
Studiate la filosofia perché imparerete a ragionare e a guardare il mondo dalle prospettive più originali.
Studiate la letteratura perché vivrete molte vite e vedrete posti incredibili da casa.
Studiate la grammatica perché la differenza tra un accento e un apostrofo non è mai un dettaglio.
Studiate la musica, l’arte e la poesia. Perché la bellezza è emozione e terapia.
Studiate la fisica e la chimica perché nell’atomo e nelle molecole si celano energie potentissime.
Studiate. Perché quando smetti di imparare smetti di vivere.
Studiate ciò che vi piace ma anche ciò che ora vi sembra inutile. Perché un giorno, quando meno ve lo aspettate, ne capirete il senso.
Studiate. Senza pretendere troppo da voi stessi e senza rinunciare mai allo svago, allo sport e alle emozioni. Perché lo studio viene sempre dopo il vostro benessere.
Studiate. Senza temere di dimenticare qualcosa. Perché i buchi di memoria servono a fare spazio. Perché la scuola serve a trasformare specchi in finestre, non a giudicarvi.
Francesco De Sanctis
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