#i: elena allegri
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lamilanomagazine · 1 year ago
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Sticciano Scalo: Grey Cat Jazz Festival e Giorni Felici per i cento anni di Giorgio Albertazzi, un fine settimana di musica e teatro a La Pescaia Resort (Villa Tolomei)
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Sticciano Scalo: Grey Cat Jazz Festival e Giorni Felici per i cento anni di Giorgio Albertazzi, un fine settimana di musica e teatro a La Pescaia Resort (Villa Tolomei). La Maremma ricorda Giorgio Albertazzi, di cui nel 2023 ricorrono cento anni dalla nascita, il grande protagonista dei teatri italiani che ha scelto di vivere i suoi ultimi anni proprio a Villa Tolomei (oggi La Pescaia Resort) di Sticciano, e lo fa grazie a due dei festival di maggiore rilievo del territorio come Grey Cat Festival e Giorni Felici. In programma, infatti, due eventi rispettivamente a chiudere la rassegna jazz diretta da Stefano Cocco Cantini e ad inaugurare la terza edizione dell'iniziativa teatrale nata dall'idea di Eugenio Allegri: sabato 19 agosto alle 21:30, sarà il concerto di Stefano "Cocco" Cantini e il suo quartetto (Stefano Cantini, sax; Raffaele Pallozzi, piano; Michelangelo Scandroglio, contrabbasso; Francesco Petreni, batteria) con ospite speciale il talentuosissimo trombettista Hermon Mehari, nel programma di Grey Cat Festival, ad aprire questo fine settimana di omaggio e ricordo al grande attore (ingresso: € 15 – ridotto soci Arci, under 25 € 13; prevendite disponibili su www.eventimusicpool.it, www.ticketone.it). Domenica 20 agosto invece, per il debutto della rassegna Giorni Felici, saranno tre grandi attrici che hanno collaborato a lungo con Albertazzi a prendere la scena de La Pescaia (ore 19:00): Mariangela D'Abbraccio, Laura Marinoni ed Elisabetta Pozzi, infatti, insieme a Musica da Ripostiglio e Giancarlo Casadei daranno vita a "Un perdente di successo", l'autobiografia di Giorgio Albertazzi, per restituire al pubblico un uomo dalle mille sfaccettature, spirito ribelle, anticonformista, un attore indimenticabile nel panorama teatrale italiano. Il progetto è ideato e curato da Pia Tolomei (ingresso: € 20; prevendite disponibili su https://marte.18tickets.it/). "Riprendiamo con entusiasmo la tradizionale collaborazione con l'associazione Music Pool - queste le parole del sindaco del Comune di Roccastrada, Francesco Limatola - che organizza da molti anni il Grey Cat Festival e che riesce a portare sul nostro territorio artisti e musicisti di grande spessore. Come fatto in passato in altri luoghi suggestivi del nostro comune, grazie alla nostra compartecipazione abbiamo contribuito all'organizzazione del concerto di sabato 19 agosto per il quale ci aspettiamo un importante riscontro in termini di interesse, vista anche la suggestiva location in cui è organizzato ed il contemporaneo abbinamento con l'evento del giorno successivo nel ricordo del grande Giorgio Albertazzi". "Una festa di parole e musica, con racconti e performance musicali saranno di scena in un luogo decisamente suggestivo. Il resort La Pescaia di Sticciano - queste le parole dell'assessora allo sviluppo economico e alle politiche educative e all'istruzione del Comune di Roccastrada, Elena Menghini - offrirà sicuramente quel valore aggiunto che solo alcuni luoghi sono in grado di trasmettere al pubblico presente. La tenuta che ha accolto Giorgio Albertazzi negli anni più importanti della sua vita, oggi trasformata in uno stupendo resort nel cuore della Maremma Toscana di proprietà della famiglia Tolomei è il luogo dove lui ha messo in scena le sue grandi passioni ovvero l'arte ed il teatro. Ringrazio Pia Tolomei, moglie del maestro del teatro italiano, perché è grazie a lei che eventi di questa importanza possono essere ospitati sul nostro territorio". Grey Cat Festival è promossa dalle amministrazioni comunali di Follonica, Scarlino, Grosseto, Roccastrada, Castelnuovo Val di Cecina, Castiglione della Pescaia, Massa Marittima, Monterotondo Marittimo, Montieri, Roccastrada, Suvereto, (coinvolgendo ben tre territori provinciali) e dal Parco nazionale delle Colline Metallifere Grossetane. L'organizzazione e la gestione del festival è curata dalla Associazione Music Pool, la direzione artistica da Stefano "Cocco" Cantini e vanta una ricchissima serie di collaborazioni, tra cui il FAI – Delegazione di Grosseto. Il Festival è sostenuto dalla Regione Toscana e, nell'ambito dei progetti di Music Pool, dal Ministero della Cultura e dalla Fondazione CR Firenze. Giorni felici è organizzato da Associazione M.Arte con il sostegno di Regione Toscana, Comune di Follonica, Comune di Gavorrano e Parco nazionale delle Colline Metallifere Grossetane, il patrocinio del Comune di Roccastrada e il contributo di Fondazione CR Firenze. Info e prevendite: Grey Cat Festival: 055 240397 – 0566 52012 Prevendite on line: www.eventimusicpool.it, www.ticketone.it Giorni Felici: https://marte.18tickets.it - Ufficio turistico I.A.T. di Follonica: via Roma 49 - Tel. 0566 52012... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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elenascrive · 3 years ago
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Caro Joker,
Ti scrivo per farti sapere che sono riuscita a resistere alla bruttissima, odiata giornata del 5. La stessa che un anno fa Ti ha strappato prepotentemente dalle Mie braccia senza preavviso. Spero che sarai fiero di Me per avercela fatta, anche se non posso nasconderti che non è stato per niente facile, soprattutto quando i ricordi hanno iniziato a prendere con irruenza il sopravvento, tutti insieme in un colpo solo finendo con il gettarmi nello sconforto. Fortuna che come un anno fa, pioveva anche stavolta e così ho potuto nascondere le Mie lacrime amare tra le gocce di un’apparente calma pioggia invernale. Vi è stato spazio però anche per qualche buona risata di pancia, ripensando a quelle Tue espressioni buffe per le quali era impossibile resistere, restando seri, o quando eri solito cacciarti nei guai, perché Tu una ne pensavi e cento ne facevi. Non a caso eri soprannominato da Me “Monello”. Tu sei Unico il tutto e per tutto e lo sai. Ho avuto la straordinaria possibilità di ridere anche grazie ai diversi momenti allegri che mi hanno donato le persone intorno. Menomale che ho potuto contare su di Loro. A proposito li ringrazio di cuore per non avermi lasciata sola. Ringrazio di cuore pure chi mi ha dimostrato la propria vicinanza tramite un messaggio o anche solo una semplice ma sentita parola.
La Tua assenza fisica si fa sentire ogni giorno che passa e a dirla tutta non so nemmeno Io come ho fatto ad arrivare sino a qui in questo stato d’abbandono di certo non voluto, che ha finito con il crearmi un vuoto che niente e nessuno potrà colmare, nemmeno L’Amore più puro e profondo di questo Universo. Sono ancora qui a chiedermi perché mi è stato fatto questo? Che cosa ho fatto di male per essere punita in questo brutale modo? A tutt’ora non sono riuscita a trovare una qualche possibile risposta che possa essere sensata e dubito che riuscirò a trovarla. Sto provando a rassegnarmi, nonostante sia difficile, consapevole però che Tu sei sempre con Me. Ovunque Io vada, qualunque cosa Io faccia, qualsiasi emozione provi, Tu mi sei accanto infatti appoggiandomi e volendomi bene di continuo proprio come facevi quando eri in vita con Io che mi sentivo una privilegiata solo per la gioia di averti con Me… quella stessa Gioia che provo tutt’oggi, nonostante il dolore. Alle volte mi sembra ancora di sentire i Tuoi lamenti, i Tuoi ripetuti pianti quando non riuscivi ad ottenere quello che volevi. Il zampettìo sul pavimento. Il Tuo russare forte e perfino l’odore forte e sgradevole delle Tue puzzette. Mi sembra di rivedere ancora i Tuoi odiati peli dissipati un po’ ovunque dentro casa, ed insieme ad essi pure i Tuoi amati giocattoli. Ogni volta che rincaso istintivamente penso sempre che Tu sia dietro la porta ad aspettarmi, pronto ad accogliermi mentre scodinzoli per farmi capire la Tua felicità nel rivedermi. Peccato che sia soltanto immaginazione. Ogni angolo del Nostro quotidiano insomma Ti appartiene, così come ogni angolo della Mia Anima. Amarti è senza dubbio tra le cose più belle, vere e significative che abbia fatto nella Mia Vita. E continuerò a farlo senza sosta, poiché Tu oramai sei tatuato sul Mio cuore. Incancellabile e vivo. Questo sei!
Ti Amo Monello Mio!
GRAZIE DI CONTINUARE AD ESISTERE E AD AMARMI!
Tua per sempre,
Elena
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paoloferrario · 3 years ago
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I servizi sociali dall'emergenza alla pianificazione : le sfide per il welfare del futuro, di Elena Allegri, Teresa Consoli, Alessandro De Cataldo, call for abstract in sezione monografica della rivista Autonomie locali e servizi sociali n. 3/2022
I servizi sociali dall’emergenza alla pianificazione : le sfide per il welfare del futuro, di Elena Allegri, Teresa Consoli, Alessandro De Cataldo, call for abstract in sezione monografica della rivista Autonomie locali e servizi sociali n. 3/2022
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srinaldi2 · 5 years ago
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Appena scesa dell’autobus guardo l’orologio: è mezzogiorno, è tardi devo preparare il pranzo. Quasi quasi prendo la scorciatoia. Non c’è il cancello, solo due pali sbilenchi, ma appena li passi ti appare in tutta la sua bellezza, arioso, soleggiato, odoroso di ragia: il mio giardino segreto!
E come ogni bellezza anche questa ce condivisa con le persone a cui vuoi bene, con quelle che ti stanno vicine ma non ci hanno mai posato lo sguardo. Ed allora diventa un luogo magico, gli alberi ascoltano le poesie a loro dedicate da Elena, i giochi di Derry ed Elena di Riciclidea, gli schiamazzi allegri dei bimbi.
Il giardino accoglie artisti chiamati da CUT | Circuito Urbano Temporaneo, nonni in cerca di due parole da scambiare, ragazzi che ad orari diversi si dividono una birra, donne che si scambiano opinioni su questo mondo così lontano dal loro. Eh sì, ora è il nostro giardino segreto, il quartiere l’ ha condiviso, l’ha reso vivo.
Mio nostro di tutti.
Dove si trova? Non ve lo dico sennò che segreto è?
Anonimo (Abitante del quartiere)
Foto di copertina by Dronency // Foto “Giardini di Prossimità” by Simone Ridi
#2 racconti di quartiere | SOCCORSO | Il mio giardino segreto Appena scesa dell'autobus guardo l'orologio: è mezzogiorno, è tardi devo preparare il pranzo. Quasi quasi prendo la scorciatoia.
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alemicheli76 · 5 years ago
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E anche quest’anno ci siamo.
Il giorno più terrificante, più magico, quello in cui ogni barriera crolla e irrompe una meravigliosa libertà.
Le convenzioni sociali spariscono.
I legami tra morti e vivi si rinsaldano, tanto che i nostri antenati, gli spiriti e ogni entità iniziano a scorrazzare allegri in mezzo a noi.
Nessuna realtà, nessuna divisione tra materiale immateriale.
Nessuna compostezza.
Solo una sana, indispensabile follia che anima non solo strade e vicoli, ma sopratutto i nostri cuori.
Halloween o Samahin, al pari del Carnevale festeggia il caos primordiale, quello da cui tutto nasce e in un certo senso si rinnova.
E’ nello scompiglio che legittimiamo di nuovo i valori che fondano il nostro patto sociale, o li sostituiamo, certi che il tempo non torna indietro ma procede in un movimento a spirale.
E in ogni attività umana che si voglia dire creativa, Halloween/Samahin fa sentire la propria indomita forza.
E’ costume che a ogni 31 ottobre bussi alla porta il terrore: storia sanguinarti, storie anche di redenzione, orrore e paura capaci di immolare in un olocausto salvifico le peggiori pulsioni umane.
Ma oggi io vorrei celebrare l’altro lato di Halloween quello della magia, dello stupore, dell’incanto che si avverte quando, il mondo altro, ci stringe in un abbraccio che scalda l’anima.
Pronti al viaggio incantato?
*****
FAR PACE CON LA MORTE: BUCANEVE E IL REGNO SOTTERRANEO, DARK ZONE EDITORE, DI PAOLO FUMAGALLI
Bucaneve richiama i lontani racconti celtici ricchi di creature assurde, magiche eppur tetre, abitanti a volte dispettosi, a volte benevoli delle regioni denominate Regno dei Faerie.
Ed è in quella dimensione da sogno laddove abitava lo spirito eterno del Weird, il controsenso, dove i valori, le convezioni, le regole trovavano nuove formulazione, che emerge il racconto poetico, oscuro e meraviglioso di Bucaneve.
Che diviene a tutti gli effetti la regina di Samahin nella sua veste di divinità sotterranea nella forma di fanciulla, si comporta nel regno sotterraneo come una divinità solare in conformità con l’antica tradizione, diviene così una Dea brillante che non trova contraddizione con l’oscurità, con il nero, con il “dark”.
IL SEGRETO VA SVELATO E FORSE COMPRESO. LA TRILOGIA DEI LYNBURN ( COMPOSTA DA UNPOSKEN UNTOLD UNMADE) DI SARA REES BRENNAN TRISKELL EDIZIONI
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Davvero il segreto permette a noi di vivere in armonia?
La separazione tra il regno dell’incanto e quello mortale è separato da un sottile e impalpabile velo.
Magari i maghi, gli stregoni il numinoso vive tra di noi, ma fingiamo di non accorgercene.
Quando però il velo si strappa è necessario che il non detto, il segreto irrompa nelle nostre vite e le stravolga.
Perché solo allora i nostri veri valori verranno allo scoperto.
IL REGNO DEI FAERIE COME NON LO AVETE MAI VISTO: GLI EREDI DELLA FOGLIA DI GIUDITTA ROSS, TRISKELL EDIZIONI
  Giuditta Ross è a parer mio una delle migliori penne in circolazione.
Capace di creare mondi da sogno popolati da creature mitologiche, quelle che spesso arricchiscono le nostre visioni notturne.
Ecco danzare in un caleidoscopico girotondo fatine, licantropi, streghe, e persino un burbero e inacidito vampiro.
Ma se apparentemente i suoi urban sembrano seguire la scia letteraria moderna, vi informo subito che Giuditta è molto vintage.
E’ talmente imbevuta di mito che le sue creature sono molto diverse da quelle a cui ci hanno abituato edulcorati libri fantasy.
Le sue fate “ le fae” sono come la vera tradizione vuole: volubili, capricciose, di una bellezza surreale la stessa che colora le nostre fantasticherei quelle notti lontane di mezz’estate, nel meriggio dorato, come sussurrerebbe la voce soave di Carrol.
Sono l’essenza stessa dell’ecosistema, da lei traggono vigore e a loro donano fecondità, e nuova linfa vitale.
State pur sicuri che laddove tocca il suolo il piede di fata, la natura gorgoglia rigogliosa, e accarezza grata quelle regali appendici.
E proprio perché partecipi di quel ciclo ecologico, esse sono e devono essere suddivise in due coorti distinte e al tempo stesso gemelle: la corte dell’inverno, denominata unseelie e la corte dall’estate, la seelie.
Questi aggettivi non hanno nulla da spartire con la concezione orientale del mondo, ossia divisa in bene e male. Semplicemente sono due colori che partecipano essi stessi a creare il favoloso mosaico composito che noi chiamiamo madre natura.
QUANDO IL DIAVOLO DI METTE LO ZAMPINO… IL BALLO DEL DIAVOLO E ALTRI RACCONTI DI GAIA CASSARI
Se non si vuole che la vita diventi arida, si atrofizzi, e avvizzendo muoia, serve solo una cosa: movimento. E’ la stasi continua, il reiterare vecchi schemi mentali, l’accucciarsi su se stessi, sulla rassicurante abitudine che crea il crollo di civiltà e persino delle persone.
Una volta entrati nell’ottica immobilistica del benessere, l’uomo di ferma. Ma non solo fisicamente.
Non sperimenta più, non cerca più, non ha domande, non ha curiosità. Tenta solo, in ogni modo, di non perdere ciò che la società gli ha così benevolmente elargito: le gabbie, spesso sono gabbie auree.
Spesso il via libera allo scorrere indomito di impulsi atroci, per nulla “umani”, che serve a convincerlo a non cambiare.
Ma senza movimento la persona muore. Inesorabilmente. E forse rischia, in una fredda notte di fine ottobre, di rendersi semplicemente conto, di non aver mai davvero vissuto.
Di non avere la passione che spinge oltre, quella che ci fa sacrificare noi stessi per dare vita a un sogno. Il libro di Gaia è un viaggio, a volte oscuro a volte poetico all’interno dell’essere più misterioso dell’universo: l’uomo.
BLAKE SAGA DI SIMONE ALESSI
Raccontare, descrivere, immergersi nel regno di Blake non è affatto semplice.
Eppure è una mistica esperienza che consiglio a tutti. Blake è l’apertura attraverso cui, tramite lo shock, iniziamo a conoscere la storia dell’uomo e dei suoi dei, nella straordinaria parabola della creazione.
A cosa serve la religione?
Cosa spinge l’essere umano a rappresentare e dare vita alla divinità e al sacro?
Blake con immagini, con poesie, con accadimenti spesso oscuri poiché simbolici, ce lo svela.
Ma ce lo svela nel criptico linguaggio dell’esoterismo, ossia la disciplina in grado di penetrare nelle regioni celate, che formano la vera realtà. Tutta la filosofia di Alessi abbraccia questa verità: per poter essere, esistere e darsi una forma, seppur spirituale, Dio, i Dei, il sacro deve trasformarsi costantemente.
RITROVARE SE STESSI. ALICE NEL LABIRINTO DI ROBERTA DE TOMI
L’alice di Roberta De Tomi siamo noi.
Noi tutti che affrontiamo riottosi quella fase chiamata socializzazione. Alice perde o dimentica quel weird dove brillano i sogni, dove la linfa vitale incomprensibile dell’arte dimora.
Alice dimentica il suo nome. Dimenticando il suo nome scorda la sua essenza. Troppo presa da sé stessa, quella che sboccia in un mondo di luci sfavillanti pieno di promesse, di amore, di lucentezza, di armonia. Smette di raccontarsi storie assurde. Smette di assaporare l’aroma speziato di un tè servito da teiere sbeccate, in un ricevimento bizzarro e assurdo.
Smette di parlare con i fiori e ascoltare la voce degli insetti. Sono solo insetti in fondo, puoi approcciarti solo con un atteggiamento scientifico. Le porte sono porte, il cibo sostiene le cellule e gli organi.
Non fa crescere né rimpicciolire.
Un coniglio è solo preda quando non è un adorabile animaletto da mostrare all’altro come segno di status. Un cappellaio si occupa di farci apparire al meglio. Il the non è una gara di indovinelli, ma un preciso rituale con un profondo senso di condivisione dei valori sociali. Ecco perché il bisogno mio e di Alice del paese delle meraviglie diviene un forte richiamo. Per non avvizzire in ricordo di amori perduti, di opportunità non sfruttate, per non ascoltare il coro del dissenso, dell’anatema sociale. È il bisogno di bagnarci alla gelida fonte del non senso, di nutrirsi di fantasia senza briglie di accettabilità. Correre in un mondo senza confini, immaginaria dimensione di delicata, piacevole, bonaria follia.
E UN PO’ DI ORRORE PER SALUTARVI
Vi ho mentito.
Vi avevo promesso libri fantastici e nessun orrore.
Ma Non potevo resistere. Un libro di veri orrori ve lo devo consigliare. E pertanto ho scelto uno dei più belli in assoluto:Biancaneve zombie di Elena Mandolini, Dario Abate editore.
Lo ammetto.
Ho sempre odiato Biancaneve.
Nonostante il mio interesse antropologico per le fiabe, la pallida principessa proprio non la sopportavo.
Cosi anonima, cosi vittima degli eventi.
Cosi totalmente inutile. Cosa faceva di avvincente?
Nulla.
Restava rilegata in casa, in balia di una pazza fissata con il ritocchino, fissata con gli specchi e invasata più di una partecipante al reality del grande fratello.
E la dolce, svenevole Biancaneve?
Tutto il giorno a lavare e cantare, sognando il vero amore capace di trascinarla via con sé, un inetto a cavallo, con un’orrida calzamaglia. E mentre sognava un giorno migliore mi dicevo da bambina: tonta scavalca la torre, prendi un’iniziativa, una sola.
Insomma oltre a cantare cinguettando con i passerotti fa qualcosa!
E cosa faceva?
Nulla.
Accetta che un rozzo cacciatore, un altro tonto incapace di mettere due parole in fila, la porti in un bosco e lei lo segue.
Docile come un baobab.
Era una pianta, non un essere umano, portata dal posto A al posto B. E quando resta sola nel bosco, invece di darsi una svegliata, cantava. Di nuovo.
Neanche fosse la Callas rediviva. Ma per fortuna incontra i sette nani che la salvano…mettendola a pulire, lavare, spazzare cucinare e rammendare.
E lei canta.
Invece di prenderli a badilate sulle gengive, canta.
E canta anche quando la matrigna, altro mirabile genio, passa per caso nel bosco, bussa alla casetta e le porge una mela cosi rossa da far impallidire quelle del miglior supermercato Conad.
Ma l’inetta canta ancora.
E la mangia.
Per fortuna lì c’è il colpo di scena tanto agognato e si strozza.
Finalmente un po’ di azione mi dico.
E resta nella bara di cristallo, circondata dai sette premi Nobel, con torsolo di mela ancora in bocca, bella e inutile più di prima.
Capite perché io speravo che entrasse in scena Godzilla e la divorasse intera lei, la mela e i geni che la circondavano?
Oppure speravo che il dandy vestito d’azzurro cadesse da cavallo o che so, fosse divorato da uno sciame di locuste carnivore?
Beh le mie preghiere di bambina sono state esaudite da Elena.
Infatti, il genio che è in lei (saremmo mica sorelle?) ha immaginato uno scenario totalmente differente e per nulla strano per il proseguo della noiosa favola, in grado di donargli un po’ di ritmo, di pathos e di azione. La bella e inutile, e completamente inetta Biancaneve è morta.
Sta lì ammuffita nella sua bella bara.
E aspetta il bacio del tonto la dovrebbe risvegliare .
La domanda che si pongono menti eccelse come le nostre è: come si risveglia?
Quale effetto avrà il bacio del sommo rincoglionito?Come diventerà Biancaneve riportata indietro dai morti come una novella Euridice?
Che effetto avrà la morte sulla sua umanità?
Sparirà perché in grado di distruggere il tabù che separa la vita dalla morte, tabù infrangibile soltanto in una particolarissima notte, o diventerà…altro?
A voi la scoperta.
*****
CONCLUSIONI
Di libri meravigliosi a Halloween, ce ne sono parecchi. E citarli tutti è impossibile.
Cosi vi regalo quelli che a ogni fine ottobre leggo io, affinché lavorino sulla mia anima e la prendano per mano, portandola a liberarsi della forma di bruco per diventaste farfalla.
Quale tipo di farfalla, sarà la vostra scelta. Io amo diventare ogni giorno una falena testa di morto.
Ma io in fondo, sono la Signora Oscura per eccellenza
Felice Halloween a tutti.
Cosa si legge ad Halloween? A cura di Alessandra Micheli E anche quest'anno ci siamo. Il giorno più terrificante, più magico, quello in cui ogni barriera crolla e irrompe una meravigliosa libertà.
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tempi-dispari · 8 years ago
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Sfera Cubica e "Voci per la Libertà - Una canzone per Amnesty" nel nome dei diritti umani
Sfera Cubica è molto felice di annunciare l’inizio della collaborazione con lo storico festival e concorso “Voci per la Libertà – Una Canzone per Amnesty”. Per coloro i quali ancora non conoscono questo brillante progetto ci permettiamo di dare qualche veloce cenno storico.
Nel 1998 un gruppo di volontari inizia a riunirsi all’interno del Centro Ricreativo Giovanile di Villadose in provincia di Rovigo: accomunati dal desiderio di diffondere e promuovere il rispetto dei diritti umani attraverso la musica, decidono di dar vita ad un concorso musicale aperto a band emergenti proprio nell’anno del 50° anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani. Nasce il festival “Voci per la Libertà – Una Canzone per Amnesty”, fin dall’inizio sostenuto e promosso da Amnesty International Italia. Quello che rende unico “Voci per la Libertà” è che non si tratta di un evento volto a raccogliere fondi a favore di Amnesty International, ma di una realtà viva che pretende sia la musica stessa a sostenere la difesa dei diritti umani e dei principi contenuti nella Dichiarazione. Da allora, un’ascesa: nel 2003 il MEI di Faenza premia la manifestazione come “Festival dell’anno”; nel 2010 il festival è stato insignito della Medaglia di Rappresentanza del Presidente della Repubblica, ricevendo inoltre un messaggio di stima e incoraggiamento da parte del Commissario per i Diritti Umani del Consiglio d’Europa, Thomas Hammarberg.
Dedicato ad artisti emergenti, il concorso, prevede l’assegnazione del Premio Amnesty International Italia Emergenti al brano che meglio sappia interpretare e diffondere i principi della Dichiarazione universale dei diritti umani. Tra i vincitori delle precedenti edizioni: Silvia’s Magic Hands, ‘A 67, Marmaja, Marcosbanda, Piccola Orchestra Karasciò, Elena Vittoria, Sandy Müller, Il Combo Farango… Fra l’altro, il bando per l’edizione 2017 è ancora aperto! Scadrà il 22 aprile e qui è possibile trovare tutte le info: http://www.vociperlaliberta.it/festival/premio-amnesty-emergenti
Inoltre, nel 2003 è stato istituito il PREMIO AMNESTY INTERNATIONAL ITALIA dedicato ai big della canzone. Il P.A.I. nasce con lo scopo di coinvolgere artisti già affermati a livello nazionale che abbiano pubblicato una canzone il cui testo possa contribuire alla sensibilizzazione sulla difesa dei Diritti Umani. La prima edizione del premio fu vinta da Daniele Silvestri con la canzone “Il mio nemico”. Da allora  tanti sono gli artisti esibitisi sul palco del festival: Paola Turci, Paolo Benvegnù, Perturbazione, Virginiana Miller, Marlene Kuntz, Tre Allegri Ragazzi Morti, Mauro Ermanno Giovanardi, Cristina Donà, Carmen Consoli, Fiorella Mannoia, Morgan, Giardini di Mirò, Cristiano De Andrè, Modena City Ramblers, Petra Magoni e Ferruccio Spinetti e molti altri. http://www.vociperlaliberta.it/festival/premio-amnesty-italia
Dal 2012, oltre ai numerosi eventi culturali e musicali realizzati in tutta Italia, il cuore del festival si svolge nella città di Rosolina Mare: questa 20° edizione avrà luogo dal 20 al 23 Luglio 2017. http://www.vociperlaliberta.it https://www.facebook.com/vocixlaliberta
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redazionecultura · 8 years ago
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sede: Atipografia (Arzignano).
Negli spazi di Atipografia ad Arzignano (VI) le opere di Marta Allegri, Giorgia Fincato e Stefano Mario Zatti offriranno un’ampia ricognizione sul territorio, inteso come spazio fortemente connotato dal punto di vista culturale.
L’insistenza è la carica espressiva dei tre artisti. Una dolce insistenza. Insistere etimologicamente significa “stare fermi”, sino al conseguimento dell’intento. “Tre anni sulla pietra” indica proprio questo stare. È un titolo figurativo, in contrasto con l’astrazione del lavoro dei tre autori, che si rifà ad un’antica storia orientale secondo cui, restando pazientemente seduti per tre anni su una pietra fredda, alla fine la si riscalderà. Senza pazienza, non è possibile crescere e diventare persone autentiche.
La mostra costituisce, dopo “The Perfect Tannery” (indagine fotografica condotta da Mark Power e Stuart Franklin, membri di Magnum Photo, all’interno del distretto industriale di Arzignano), il secondo appuntamento della stagione 2016-2017 di Atipografia, dedicata al territorio, tra spazio ed identità.
“Tre anni sulla pietra” affronta questo tema da tre punti di vista molto differenti, quasi tre dimensioni di territorio. Marta Allegri trasforma oggetti di recupero, quasi sempre legati a materiali costruttivi, in qualcosa di nuovamente vitale. I disegni di Giorgia Fincato possono apparire come mappe di una geografia interiore. Stefano Mario Zatti presenta, infine, lavori di incisione che richiamano la storia contemporanea.
“Cifra comune – spiega Elena Dal Molin, direttore artistico Atipografia – è una dolce insistenza che si fa bellezza. Marta insiste nel recuperare pezzi di costruzioni abbandonate, addirittura sommersi dalla terra e dalle macerie, e con essi crea trame preziose. Giorgia è dal 2007 che mi affascina con la sua linea e, in questi dieci anni, il lavoro è completamente cambiato, tanto che non riesco ancora a trovarne inizio e fine. Stefano, invece, pone interrogativi sulla vita e sul sogno, citando nelle sue incisioni anche Fibonacci e ripetendo il gesto centinaia di migliaia di volte”.
Per Atipografia, Marta Allegri, ha realizzato un’installazione site-specific – “sottoterra” – che comprende oltre cento pezzi, ispirata ad una portafinestra semidistrutta di un’officina abbandonata. Le reti a maglia esagonali, provenienti dalla discarica dell’ex colonia di Borca di Cadore, intrappolano frammenti di vetro raccolti durante i lavori di “cura” della terra intorno alla sua abitazione, che brillano grazie alla luce che filtra dalla finestra. “Mi piace trovare punti in comune nel lavoro maschile e femminile – spiega l’artista – tra la costruzione di un muro di mattoni e la tessitura di una coperta. Stessa lentezza nell’esecuzione, stessa fatica, stessa pazienza. Qualcosa a cui non ci si può sottrarre”. È nato così un archivio fotografico, costituito soprattutto da finestre di fienili e case rurali intorno a Cavarzere (VE). Da questo materiale ha preso forma un’ulteriore installazione dedicata ai luoghi abbandonati, oggetto di libretti fotografici a tiratura limitata.
Giorgia Fincato espone una selezione di opere a china su carta. Scritture emotive, mappe della memoria rappresentate da una linea continua che si sviluppa su più piani prospettici. L’artista partecipa al progetto anche con l’installazione “Continua a cercarmi che arrossisco”, collezione di pezzi di ruggine trovati dal 2015 nel corso di lunghe passeggiate.
Stefano Mario Zatti mappa i luoghi che attraversa, siano essi ambientali, interiori, familiari, nascosti o ideali, tentando di restituire un senso alla nostra esistenza. Un linguaggio cuneiforme che, attraverso la reiterazione del gesto, diventa pratica per comprendere meglio il mondo. “Esodo celeste” è un’opera che si ispira ad una fiaba siriana secondo cui i morti diventano stelle. Zatti sta eseguendo, quindi, con una lama sottile, oltre 400 mila fori su un cartoncino nero retroilluminato contando sulle dita le vittime della guerra siriana. Il dittico “Sindone”, parte di un ciclo di più lavori, coniuga esperienza, fotografia e memoria. Esplorando luoghi appartati della montagna veneta, l’artista lascia un lenzuolo avvolto ad un sasso per mesi o anni, poi lo recupera. Il tessuto si impregna degli umori dell’acqua, della terra e della pietra, risvegliando l’olfatto e trattenendo traccia di ciò che ha coperto.
Tutti gli artisti hanno, inoltre, progettato un intervento site-specific per gli antichi cassetti della tipografia, invitando il visitatore a toccare con mano la loro ricerca, facendo scorrere i cassetti e scoperchiando vani inesplorati della memoria.
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Tre anni sulla pietra - Mostra Collettiva sede: Atipografia (Arzignano). Negli spazi di Atipografia ad Arzignano (VI) le opere di Marta Allegri, Giorgia Fincato e Stefano Mario Zatti offriranno un'ampia ricognizione sul territorio, inteso come spazio fortemente connotato dal punto di vista culturale.
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