#i nostri ricordi
Explore tagged Tumblr posts
Text
#lucrezia beha#la luna nel cuore la notte nel sangue#frasi#citazioni#aforismi#tumblr#lalunanelcuorelanottenelsangue#lucreziabeha#amore#mancanza#mi manchi#caos#disorsine#confusione#ordine#foto#ricordi#passato#i nostri ricordi
7 notes
·
View notes
Text
Ho 82 anni,
4 figli, 11 nipoti, 2 pronipoti e una stanza di 3 x 3 in una casa di riposo dove mi hanno lasciato da sola.
Non ho più la mia casa né le mie cose amate, ma ho qualcuno che sistema la mia stanza, prepara il mio cibo e il mio letto, mi misura la pressione e mi pesa.
Non ho più le risate dei miei nipoti, non li vedo più crescere, abbracciarsi e litigare; alcuni vengono a trovarmi ogni 15 giorni; altri, ogni tre o quattro mesi; altri, mai...
Non faccio più crocchette, né uova ripiene, né polpette, né maglia né uncinetto.
Ho ancora un passatempo: fare Sudoku, che è un po' divertente. Non so quanto tempo mi resta, ma devo abituarmi a questa solitudine; vado alla terapia occupazionale e aiuto chi sta peggio di me per quanto posso, anche se non voglio avvicinarmi troppo.
Scompaiono spesso.
Dicono che la vita si allunga sempre di più.
Perché?
Quando sono sola posso guardare le foto della mia famiglia e alcuni ricordi di casa che ho portato con me.
E questo è tutto.
Spero che le prossime generazioni capiscano che la famiglia si forma per avere un domani (con i figli) e restituire ai nostri genitori il tempo che ci hanno dedicato crescendo noi.
"Prendersi cura di qualcuno che si è già preso cura di noi è il più grande onore."
(dal web😢)
75 notes
·
View notes
Text
"La sabbia si staccherà dai nostri corpi, il sale verrà lavato via, la carnagione sbiadirà, ma i ricordi dureranno per sempre."
173 notes
·
View notes
Text
Vedendo in giro alcune foto e leggendo i commenti qua' e là, scopro i ricordi di alcuni che poi, alla fine, sono i miei ricordi di bambina e quelli di molti di noi.
Noi, quelli della mia generazione intendo, abbiano avuto la fortuna di nascere e crescere in un'epoca dove abbiamo ascoltato il rumore delle onde, il garrire delle rondini, abbiamo assaporato la frutta dagli alberi. Ci siamo scorticati le ginocchia andando in bicicletta o correndo per non essere scoperti a nascondino.
Ci siamo baciati e ci siamo abbracciati, a volte presi a schiaffi e le facce indignate o sorridenti erano le nostre e non quelle buffe forme che troviamo ed a volte utilizziamo per mostrare i nostri sentimenti nel web.
Ricordo i bagni al mare, non si usciva fino a che le labbra non diventavano blu e le merende che seguivano erano le più buone del mondo perché si era affamati....affamati di cibo ma anche di curiosità e di conoscenza. Ad una meta raggiunta ne seguiva subito un'altra da raggiungere.
Oggi non si ha più fame di nulla, ci riempiamo di ogni cosa, siamo pieni di sovrastrutture che non servono a molto se non a coprire ed a nascondere quello che noi in realtà siamo.....anime in cerca d'amore, chiuse in una scatola di finte certezze che ci rassicura ma che allo stesso tempo ci soffoca.
Quello che abbiamo realmente vissuto, le sensazioni intendo, i dolori, le gioie, i profumi antichi delle cucine delle nostre nonne e dei vasi fioriti delle nostre madri sono dentro di noi ed hanno creato la nostra anima, tutto sta a scoprirla.
Angela P.
33 notes
·
View notes
Text
Ovunque tu sia è sulla tua pelle che la luna questa notte scivolerà i suoi baci. Ed io con lei mi farò strada attraverso la luce, sarò barlume di quel tepore per rischiararti i nostri ricordi, per consolarti di questa distanza che ci separa i corpi dagli abbracci. Ti porterò carezze questa notte, carezze ovunque tu sia a posarsi sulle guance, a riempirti la bocca. Impercettibili al resto del mondo, ma non a te.
Wherever you are it is on your skin that the moon tonight will slide its kisses. And with her I will make my way through the light, I will be the glimmer of that tepore to risk our memories, to console you with this distance that separates our bodies from the embraces. I will bring you caresses tonight, caresses wherever you are to rest on your cheeks, to fill your mouth. Imperceptible to the rest of the world, but not to you.
Tanya Bì ©
#me soltanto me#ti sto ancora aspettando#a te che non esisti#gocce di poesia#soulversations#poco prima di stringerti a me#tienimi
27 notes
·
View notes
Text
Di noi non troveranno mai una foto insieme, il mondo non saprà mai che ci siamo amati, sfiorati e toccati…
Siamo solo anime che si sono abbracciate, corpi che si sono cercati, che si sono trovati nel buio quando tutti dormivano, quando il mondo spegne le luci.
Se un giorno qualcuno dirà “io li ho visti amarsi” avrà visto solo due ombre che si stringevano, che si fondevano all’unisono.
Noi non siamo stati mai una realtà visibile, noi non siamo stati mai la passeggiata, a noi non è stato concesso il sole sulla pelle, non saremo mai un certificato…noi siamo il segreto, il peccato.
Siamo stati quelli che hanno guardato il cielo e le stelle e si sono toccati con i pensieri.
Esistiamo ora, dentro gli angoli dei nostri cuori, ci accarezziamo nei ricordi da noi vissuti e quei brividi di emozioni che sentiamo nella pelle non si possono comprare.
A noi è concesso sognare, ma in silenzio.
Non siamo come gli altri, non saremo mai come gli altri.
Noi siamo stati un'ora d’amore e ventitré di sogni, di desideri, di crampi allo stomaco.
Noi siamo stati un'ora d’amore, ciò che gli altri non hanno mai avuto e sognano di avere.
Davide Bianco
146 notes
·
View notes
Text
La differenza tra film e memoria è che i film sono sempre falsi. Sono composti da una serie di scene. Ma i ricordi mescolano verità e menzogna, appaiono e svaniscono davanti ai nostri occhi
The difference between film and memory, is that films are always false. They are composed of a series of scenes. But memories mix truth and lies, they appear and vanish before our eyes
Long Day's Journey into Night (2018) Bi Gan
25 notes
·
View notes
Text
Una forza e una generosità straordinarie sono il dono di ogni madre, e sono la base di quell’amore incondizionato che solo una madre sa offrire e che tutti dovremmo avere la possibilità di assaporare. Un vecchio proverbio napoletano recita: «Chi tene ‘a mamma, nun chiagne» (chi ha la mamma, non piange), ed è vero. Le madri sono scudo pronto a difenderci da ogni dolore, a volte persino esagerando.
La verità è che l’amore può tutto, che un sorriso, uno sguardo sincero, una carezza sono sorsi di eternità, che nel dolore la fiducia nel domani può soltanto diventare più grande.
Una terribile battaglia da combattere “un lungo addio”.. “un addio rubato..un addio mancato.. un addio finto”.
Perché tra di noi, mamma, non può esserci addio.
La mia persona più amata si dissolve lentamente in piccoli pezzi, ed è impossibile andare a ripescare quale sia stata l’ultima conversazione. Struggente ed emozionante, «il segreto della vita».
Tutto ruota intorno ai ricordi e alla memoria, al loro disperdersi e riemergere continuo e imprevedibile, trasportando tutti in una sorta di infinito presente. Una storia di cui non conosco né l’inizio né la fine, ma di cui ho vissuto e vivo intensamente ogni giorno con dolore, paura, rabbia, fatica, solitudine, curiosità, ostinazione. Facile perdersi in questo guazzabuglio di emozioni. Non so dire con precisione quando quel processo abbia avuto inizio. Sono stata incapace di cogliere i primi segnali quotidiani. E mi sono trovata direttamente a decidere quanti scatoloni avrebbero occupato i ricordi della mia infanzia e della mia adolescenza, riempiendoli ad una velocità molto superiore a quella delle mie emozioni, che mi soffocavano la gola. “Questo è il momento più difficile”, mi racconto ma intanto sto tatuando il mio cuore. In maniera indelebile.
Figlia unica di un genitore non autosufficiente, come la definisce la USL.
Il muro che ho dovuto attraversare per trovare il mio binario è fatto di rifiuto, disoriento.
Dovevo combattere con i fantasmi del mio passato, guardare negli occhi una persone che non mi riconosceva piu e specchiarmi nelle sue paure. Una micidiale danza di emozioni contrastanti: l’eterno presente senza ieri e senza domani il passato remoto improvvisamente prende vita catapultandoti in una dimensione surreale e spiazzante. Mi trito il cuore cercando di cogliere un’espressione diversa sul volto, un lampo negli occhi, un gesto, ma lei ė in un'altra dimensione e questo fa male. Come tenere tutto dentro.
Ecco come vedo, assisto e vivo questo lento perdersi. Un lento svanire. Spegnersi poco a poco, spettatore di questa surreale esibizione della vita. Dove il regista è il tempo e la trama è composta dalla memoria, dai ricordi, che a tratti riemergono da quel luogo fuori dallo spazio e dal tempo. Sono sempre lì. Sono sempre loro. Solo nascosti in qualche angolino. Basta aspettare il momento giusto... ed eccoli.
Un viaggio nei legami affettivi più forti, nelle nostre paure e nei nostri bisogni di amare, alla ricerca della felicità anche nelle situazioni apparentemente più avverse.
A 52 anni proprio non me lo aspettavo. Di figli ne avevo già uno, ormai grande, proiettato verso un futuro luminoso insieme alla famiglia che si era creato.
Ed io, invece, ecco che mi ritrovo, inaspettatamente, a dover fare i conti con la dolorosa esperienza di diventare “madre di mia madre", nel suo lento declino fisico e mentale.
Eppure il suo sguardo, di tanto in tanto, torna per un fugace momento (tanto fugace che, a volte mi chiedo se sia veramente successo) a fissarsi su di me, limpido e cosciente. Come se davvero fosse tornata a vederMi...tornata ad essere mia madre. Quella che si preoccupava per me. E si prendeva cura di me, sempre con un sorriso sulle labbra. Non so bene come spiegarmi. C’è da non trovare le parole quando hai a che fare con una persona che se ne sta andando lontano, sempre più, suo malgrado. C’è da augurarselo di non trovarle, mettere in fila i pensieri richiederebbe di voler vedere quello che si ha davanti e io non voglio.
“Mamma, sono io, sono Francesca”. Te lo ricordo, te lo ripeto, non perderlo il mio nome. Non lasciarmi andare. Nei tuoi pensieri troncati, assillanti, confusi non sei persa, perché non si può affogare in una pozzanghera, e non sei rinchiusa finché fai di tutto per stare a galla. Attaccati a me, aggrappati all'amo, salda più che puoi, con le mani e con lo sguardo, che ti tiro verso di me, non smettere di respirare.
Quanto fa male trasformarsi. “Sono io, mamma, sono Francesca”. “Lo so,” mi rispondi. Sei arrabbiata. In te c’è ancora forza...non molli, non cedi, ti ribelli. Mi prenderesti a schiaffi. Ti vedo, seduta sul divano. Ti stringi, ti rimpicciolisci, scompari, eppure io ti trovo sempre. So dove cercarti. So dove trovarmi. Anche se potremmo essere il gioco dei contrari io e te. Tu, che sei tanto diversa da me eppure ti assomiglio. Ho paura..e nello stesso tempo ho Il bisogno di non far vedere agli altri che sto male.
Ho tanti sensi di colpa: sono una mamma, come te. Quanta malinconia c’è, quanto mi ricordo di te..ricordi che si diluiscono. All’inizio mi concentro sul come fare per catturarti e quando ti ho catturata penso a come trattenerti; quando sto per perderti cerco di invogliarti a restare con un nuovo stratagemma; quando ti ho persa iniziano i propositi per fare meglio la volta dopo. Ricomincio, riprovo, non mollo mai. I tentativi si susseguono senza sosta. Non c’è fine, non c’è pausa. Ci pensi anche quando non lo fai. Ci deve essere da qualche parte una linea di confine che, se oltrepassata, è un cambio perenne di stato. E ci pensi mentre fai la spesa o sei in fila dal dottore, mentre parli al telefono con un’amica e perfino mentre ti fai la doccia. Quando sei sotto il getto dell’acqua tiepida piangi per il fallimento: non importa quanto poco ti consoli l’esserci per accudirla. L’acqua si miscela alle lacrime nel gorgo dello scarico e dovrebbe andare giù, lasciarti, non tornare, giusto? No, non va giù. La lacrima stagna, imputridisce. Si deposita. È l’acqua delle pozzanghere. Non conosce colore, non conosce fine. Non riflette tutto il cielo, non è nemmeno una finestra. Non bisogna scoraggiarsi.. ma mi mancano le forze o forse il coraggio. A volte ricordo i tempi piu felici che sono anche i più taglienti.“Eccomi! Ciao, come stai oggi? Hai visto che è arrivata l'estate???....
Guardami,
"sono Francesca, mamma
Mamma❤”.
48 notes
·
View notes
Text
🔥Di noi non troveranno mai una foto insieme,
il mondo non saprà mai che ci siamo amati,
sfiorati e toccati.
Siamo solo anime che si abbracciano,
corpi che si cercano, che si trovano nel buio,
quando tutti dormono,
quando il mondo spegne le luci.
Se un giorno qualcuno dirà:
"io li ho visti amarsi...",
avrà visto solo due ombre che si stringevano,
che si fondevano all’unisono.
Noi non saremo mai una realtà visibile,
noi non saremo mai la passeggiata,
a noi non è concesso il sole sulla pelle,
non saremo mai un certificato.
Noi siamo il segreto, il peccato...
Noi siamo quelli sbagliati per il mondo,
quelli che si guardano il cielo e le stelle
e si toccano i pensieri. Esistiamo però...
Esistiamo dentro gli angolini dei nostri cuori
e ci accarezziamo nei ricordi a noi vissuti.
E quei brividi di emozioni
che sentiamo nella pelle,
non si possono comprare.
A noi è concesso sognare, ma in silenzio,
non siamo come gli altri,
non saremo mai come gli altri.
Noi siamo un'ora d’amore e ventitre di sogni,
di desideri, di crampi allo stomaco.
Già, noi siamo un' ora d’amore,
quello che gli altri non hanno
e sognano di avere.♠️
D. Bianco
141 notes
·
View notes
Text
Il profumo può dominare il nostro cuore, i nostri ricordi e le emozioni, influiscono sulla memoria emotiva tanto che, come scrive Patrick Suskind nel suo libro "Il profumo"
"Il profumo vive nel tempo:
ha la sua gioventù, la sua maturità
e la sua vecchiaia."
@occhietti
42 notes
·
View notes
Text
La musica è la carta su cui scriviamo i nostri ricordi...
Dal web
20 notes
·
View notes
Text
Ho 82 anni, 4 figli, 11 nipoti, 2 pronipoti e una stanza di 12 m².
Non ho più la mia casa né le mie cose care, ma ho chi mi sistema la stanza, mi prepara il cibo e il letto, mi misura la pressione e mi pesa.
Non ho più le risate dei miei nipoti, non li vedo crescere, abbracciarsi e litigare; alcuni vengono a trovarmi ogni 15 giorni; altri, ogni tre o quattro mesi; altri, mai...
Non faccio più crocchette, né uova ripiene, né polpette di carne, né lavoro a maglia, né all'uncinetto.
Ho ancora un passatempo: fare sudoku che mi intrattengono un po'.
Non so quanto mi resterà, ma devo abituarmi a questa solitudine; vado alla terapia occupazionale e aiuto, per quanto posso, coloro che stanno peggio di me, anche se non voglio legare troppo. Scompaiono di frequente.
Dicono che la vita si allunga sempre di più.
Perché?
Quando sono sola, posso guardare le foto della mia famiglia e alcuni ricordi di casa che ho portato con me.
E questo è tutto.
Spero che le prossime generazioni capiscano che la famiglia si forma per avere un domani (con i figli) e restituire ai nostri genitori il tempo che ci hanno regalato crescendo.
"Prendersi cura di chi si è preso cura di noi, è il massimo degli onori."
Cordiali saluti: Tua Madre, Tua Nonna, o Forse Tu o Io, in futuro.
16 notes
·
View notes
Text
IL MESTIERE DELL'EDITOR - di Gianpiero Menniti
CARILLON
Testo leggero e sognante scritto da due poeti - Angela Ada Mantella e Gaetano Interlandi - riuniti ciascuno con il proprio decalogo di liriche.
Ma non solo: la realizzazione, per ogni testo, di un'immagine realizzata con l'intelligenza artificiale.
Ne è scaturito un vero cammeo, un "Carillon" che ho avuto il piacere di curare nell'editing e nella redazione del "commento critico" affiancato all'ottima "prefazione" di Rossella Rafele.
Leggero e sognante ma non per questo meno intenso e profondo: una riflessione sulla limpidezza e la fragilità, l'amore materno e gli interrogativi incessanti sull'esistenza.
Ecco uno stralcio dal commento critico che ho intitolato "Melodia disarmata":
[...] Sullo sfondo, la sensazione di solitudine, freddo passaggio di una ricerca già sbiadita prima d’iniziare, destinata a stemperarsi come i sogni, i ricordi, il giorno che declina verso il tramonto. Passeggeri di una nave trascinata della corrente, ogni immagine scorre lontano. Imprigionati nei corpi sferzati dal declino e dal malanno imponderabile, memoria nostalgica di gioventù vigorosa o di gioventù interrotta e mai vissuta. Quanta pena nell’affanno di vivere come appendici di muscoli irrorati di misteriosa energia. Così, quando la fragilità ignorata e vilipesa si pone di fronte ai nostri occhi, è come il risveglio della coscienza sopita, ancestrale traccia, evidenza nascosta. “Carillon” è questa limpida, delicata, riscoperta: da leggere con muta partecipazione, a mo’ di preghiera, come riposta, antica carezza spezzata dalla hỳbris (ὕβρις), l’insolente tracotanza che già la cultura greca pose all’indice, pericolosa fonte del disastro, eccedenza smodata carica di egoismo. Carezza che scioglie il tormento, che rende onore al sorriso innocente di una fanciullezza perenne, alla delicatezza di un animo che mai sarà macchiato dalla prudenza della parola e del gesto. Tutto è terso, il nitore del cielo macchiato di leggere nuvole candide pennella il colore del mare increspato per rompere il silenzio con la cadenza di onde: anche loro sono un lieve tocco, tenera moina, lusinga amorevole. Dieci poesie di Angela Ada Mantella e dieci poesie di Gaetano Interlandi: da par loro, i due fecondi autori danno vita a recessi carichi di malinconico romanticismo: divengono parole per una voce mai udita. In questo, mi pare, si possa cogliere la semantica della piccola ma intensa raccolta di versi che dialogano a distanza per raccontarsi la nascosta bellezza della mancanza, della malinconia tramutata in sorriso da un’inspiegabile eppure percepita ricchezza interiore. Una percezione che può appartenere solo ai poeti. [...]
9 notes
·
View notes
Text
L'illusione del tempo
lascia intatti
i nostri ricordi
11 notes
·
View notes
Text
L’algoritmo e l’amore
L'universo mi parla, o meglio il web mi parla. O meglio ancora, l'algoritmo dei social mi parla. All'inizio erano tutti video sul dolore di un amore perduto, il senso della perdita, la solitudine e la tristezza. Poi, pian piano, i video e le frasi si sono evoluti, trasformati. Tutti dicono la stessa cosa: l'amore tossico siamo noi ad alimentarlo, così legati all'idealizzazione di un amore che non c'è, delle sensazioni che desideriamo ardentemente avere, che oltre ogni logica attribuiamo a chi probabilmente, o sicuramente, è a anni luce da noi, ormai da molto tempo. Tutto questo, nella realtà, è un filo rosso che ti lega e si sostiene su un affetto vero (se no, davvero, saremmo una manica di pazzi, tutti da TSO - ndr) ma è concentrato su qualcosa che forse è stato ma è ormai disperso e legato ai nostri ricordi edulcorati, a cui ci stiamo aggrappando disperatamente. Ti dirà, semmai ci sarà l'occasione: "Ma io ti ho amato, sei tu che mi hai respinto" e io dovrei rispondere, pensando alla vita insieme: "Quando? Dove? Come me lo hai fatto capire?" Perché se tiri le somme, le cose brutte, reali, che hai vissuto sulla tua pelle, battono di gran lunga quelle belle. Solo che noi (io) ci aggrappiamo disperatamente a quella sensazione bella che abbiamo vissuto con un'intensità enorme, maggiore di quella che potevamo sostenere e che si è frantumata nella disillusione di un arrivederci, se non di un addio (ti dici arrivederci perché lo sai che questo tuo/vostro rapporto malato è come la marea o la risacca e prima o poi ritorna sempre o ti si ripropone come un minestrone avariato, che, nonostante tutto, ti rifarà sentire lusingato e ricadere nelle trame di sempre)
Vero @agirlinamber ?
11 notes
·
View notes
Text
Di noi non troveranno mai una foto insieme
il mondo non saprà mai che ci siamo amati
sfiorati e toccati
siamo solo anime che si abbracciano
corpi che si cercano
che si trovano nel buio
quando tutti dormono
quando il mondo spegne le luci …
Se un giorno qualcuno dirà…(io li ho visti amarsi)
avrà visto solo due ombre che si stringevano
che si fondevano all’unisono
Noi non saremo mai una realtà visibile
noi non saremo mai la passeggiata
a noi non ci è concesso il sole sulla pelle
non saremo mai un certificato…
noi siamo il segreto, il peccato
noi siamo quelli sbagliati per il mondo
quelli che si guardano il cielo e le stelle e si toccano i pensieri.
Esistiamo…
dentro gli angolini dei nostri cuori
ci accarezziamo nei ricordi a noi vissuti
e quei brividi di emozioni che sentiamo nella pelle
non si possono comprare…
A noi ci è concesso sognare
ma in silenzio
non siamo come gli altri
non saremo mai come gli altri…
Noi siamo un ora d’amore
e venti tre di sogni
di desideri
di crampi allo stomaco
noi siamo un ora d’amore
ciò che gli altri non hanno e sognano di avere....
Davide Bianco
30 notes
·
View notes