#grifi
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Okay i know this is only episode 1 of Downfall but like... Where in this is Ludinus wanting us to see that he is right? Cause i Sure Am Searching lmao.
All i see is harship and pain that would be caused by his very own machinations.
#critical role#cr spoilers#ludinus da'leth#cr downfall#thinking about this from a political lens as i am want to do. maybe ill post about that later if i can gather my thoughts the way i want#the long and short of it is this is just another piece of evidence on the pile#that Ludinus truly and wholeheartedly believes in what hes saying#this man is NOT a grifter. hes not an ideolog. he really believes in everything hes saying and trying to do#and in this context that is far more scary than if he were just grifying for power
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“Adoring Angels” by Benozzo Gozzoli (1459)
“Theology and Geometry” book cover, authored by Leslie Marsh (2022)
“Griffith”, by Kentaro Miura (2003-2005)
#christian core#catholic core#medieval core#renaissance#berserk#a confederacy of dunces#kentaro miura#griffith#grifis#ignatius j reilly#myrna minkoff#irene reilly#john kennedy toppe#burma jones#art#renaissance art#benozzo gozzoli#dante#the divine comedy
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Anna (1975)
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dalla (ventura) 'ahida': due ritorni di interviste ad alberto grifi
● ahida – comparto «selfie da zemrude»: Due interviste ad Alberto Grifi ● Prima intervista di Carlo Silvestro ad Alberto Grifi, in «Re Nudo», gennaio-febbraio 197647 film con la stessa storiaCarlo Silvestro: Intanto sarà bene che tu ci metta su uno straccio di biografia, tipo: com’erano i film che hai fatto prima di realizzare con Gianfranco Baruchello «Verifica incerta»? Alberto Grifi: Allora:…
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#ahida#Alberto Grifi#Beppe Lenti#Carlo Silvestro#cinema#Fantazaria#film#intervista#interviste#mediometraggio#officina multimediale#Re Nudo#Selfie da Zamrude#Verifica incerta
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Alberto Grifi e il rifiuto del cinema come lavoro
#alberto grifi#aldo braibanti#annamaria licciardello#flavio vida#paola pietronave#roberto silvestri#vincenzo estremo
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similarly auguste is the most vicious bc the mf also doesnt have a job or hobbies aside from terrorizing teens and lurking through the corners of his castle like dracula or something.
"what's your fucking problem, dude"
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#txt#the other two can still delude themselves into believing theyre giving good to humanity augu dgaf and w prejudice.#grifi is too busy sparking on tuesday lose yourself in a false persona and working on the imperialism factory to worry abt ppl like that#and chris is surprisingly not on drugs so i guess the piano will suffice
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''La metamorfosi di Grifis'' timelapse speedpaint
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youtube
#MyArt#Drawing#Disegno#Griffith#Berserk#FanArt#AnimeArt#MangaArt#Illustration#ArtOfTheDay#ArtCommunity#FantasyArt#venomthealien#Youtube
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Top 10
1. Ikra
2. Antropomorphisierung des Apparativen
3. Susilo is calling
4. Unleashing couscous
5. Вода вода
6. Peter grifi
7. Throwing door on floor
8. Faltbare Giraffe
9. Animal crossing singing
10. Lithuanian plane
@cyanide-rifle
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Phoenician Bowls from the Regolini-Galassi Tomb c. 700 BCE? Caere, Italy "The Regolini-Galassi tomb is one of the wealthiest Etruscan family tombs in Caere, an ancient city in Italy approximately 50–60 kilometres (31–37 mi) north-northwest of Rome. The tomb dates to between 680/675-650 BC. Based on the evidence of the tomb's architecture and its contents, it was built by a wealthy family of Caere. The grave goods included with the two decedents included bronze cauldrons and gold jewellery of Etruscan origin in the Oriental style." Source: Grifi, Luigi (1841) (in Italian) Monumenti di Cere antica spiegati colle osservanze del culto di Mitra
#bowl#phoenician#ox#birds#bulls#soldiers#papyrus#hunting#egypt#egyptian gods#canaan#canaanite gods#phoenicia#phoenician gods#aram#aramean gods#syria#syrian gods#levantine gods#mesopotamia#mesopotamian gods#pagan gods#polytheism#archeology#magic#witchcraft#witchblr#paganblr#occult#lions
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my new sword... ill call it grifis i think :)
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Ferragosto, di Achille Campanile (1953)
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(Giorgio de Chirico, L'enigma di una giornata, 1914)
Nell'aria immobile della città rimasta quasi vuota per il Ferragosto, tuonò il comando: "Tutto quello che è finto, diventi vero! Beninteso, quanto a statuaria". Immediatamente, dalla base del monumento a Cavour si alzò il leone di bronzo, diventò all'improvviso di carne e d'ossa e, dopo essersi stiracchiato e aver fatto uno sbadiglio accompagnato da un quasi impercettibile guaito, con un balzo leggero fu a terra e si voltò ad aspettare che Cavour lo raggiungesse. Cavour intanto, un po' impacciato dalla redingotta, cercava a fatica di venir giù dall'alto basamento, badando dove metteva i piedi e borbottando: "Piano, figliolo, io non sono un leone come te, e poi sto molto più in alto; avrebbero fatto meglio a metter te qua in cima e me laggiù". L'Italia, la formosa matrona in costume succinto, che sedeva sul basamento, l'aiutò a metter piede a terra e dié una spolveratina e una rassettatina alla redingotta dello statista, che nella discesa s'era un po' gualcita; poi la brigatella s'avviò verso il centro, Cavour con gli occhiali, il leone scodinzolante, la matrona solenne. Qualche raro passante già fissava la donna prosperosa, incerto se mettersi dietro. "Piano," diceva Cavour" venite dietro me. Cerchiamo di non perderci. Ormai la mia famiglia siete voi."
Il punto di ritrovo dei monumenti cittadini era stato fissato, naturalmente, in Piazza Duomo. Dove già scorrazzava e ruzzava una moltitudine di lupi e lupacchiotti latranti, cani e strane bestie, che fino a un momento prima servivano a sostenere i pluviali del Duomo. Erano stati i primi ad arrivare, per la buona ragione ch'erano già sul posto. Intanto si staccava dalle mensole, e con uno svolazzio leggero scendeva sul sagrato, una folla di santi, santoni e santerelli, con barba e senza, uomini e donne, grandi e piccoli. Vittorio Emanuele II a cavallo galoppava in lungo e in largo intorno alla piazza con la sciabola sguainata divertendosi a mettere in fuga i lupi e i santerelli, seguito a passo di corsa da una doppia fila di piccoli bersaglieri scesi dal bassorilievo del basamento, e in atto di andare a un attacco alla baionetta. Nella lunga palandrana, veniva in fretta da via Orefici l'abate Parini, mentre, fiancheggiato da quattro valletti, Leonardo da Vinci in accappatoio e cuffia da bagno, traversava la Galleria, tra le scappellate dei tre o quattro perdigiorno presenti. Con un rumore zoppo di zoccoli sul selciato, arrivò al piccolo trotto stracco da via Mazzini il generale Missori sul suo cavalluccio a penzoloni. Intanto da Monforte arrivava San Francesco d'Assisi a braccia aperte. Dall'altissimo piedistallo, sempre a braccia aperte, aveva fatto un vol plané di trenta o quaranta metri. Roba da Santi. Da un'altra parte arrivava l'asso Baracca. S'udì avvicinarsi un coro di voci argentine: dal Monumentale arrivava dietro il Duomo una fila di vetture tranviarie piene zeppe d'Angeli che cantavano, di sconosciuti e di mezzi busti, i quali ultimi pagavano mezzo biglietto. Intanto, alla Stazione Centrale succedeva un parapiglia. Al comando iniziale, s'era visto un brulichio, un formicolio sulla facciata, sui fianchi e sul tetto, come se l'edifizio s'animasse tutto. C'era uno starnazzar d'ali, uno scrollarsi. In men che non si dica, vennero giù con fracasso certi strani e massicci cavalli alati, condotti per la cavezza da uomini nudi, o quasi. Roba da alzar l'idea. Fortuna che non c'erano vigili in giro. Scesero strani grifi e mostri, chimere, sfingi. Aquile come piovessero. Già s'allontanava verso il centro scodinzolando la lupa, seguita da Romolo e Remo. I due frugolini stentavano a tener dietro alla bestia, correndo a piedi nudi sull'asfalto rovente, nudi essi stessi come mamma li aveva fatti, e ridendo e giocando, ruzzando e facendo mille monellerie. In cima a una colonna dell'edifizio ferroviario, il toro che rappresentava Torino, scalpitava e sbuffava inferocito, non osando fare il gran salto. Qua e là per la città avvenivano altri episodi. In piazza Scala spuntarono gli Omenoni, col torcicollo per l'incomoda posizione in cui stavano da circa cent'anni. Nel cortile della Casa di riposo per i vecchi musicisti, Verdi s'alzò dalla poltrona di pietra, come si fosse seduto un momento prima. Non parliamo poi di Beccaria e di Manzoni: naturalissimi. Un certo contingente fu fornito anche dall'Arco del Sempione. Ma erano mezze figure, altorilievi. Il Napoleone nudo di Brera arrivava disinvolto, pavoneggiandosi, seguito da Gabrio Piola, Pietro Verri, Luigi Cagnola, Tommaso Grossi e certi Ottavio Castiglione e Bonaventura Cavalieri; i quali tutti esterrefatti, dicevano all'uomo del destino: "Non si può girare in costume adamitico". "Nel mio vocabolario" ribatté il fatal còrso, senza voltarsi "non esiste la parola impossibile."
Il pittore Hayez, con la papalina in testa e la tavolozza in mano, s'unì alla brigatella e per prima cosa buttò via la tavolozza. "Sono cent'anni che volevo liberarmene!" esclamò. "Mi hanno fatto il monumento con la tavolozza in mano. Credendo di farmi piacere. Come se non avessi abbastanza tenuto in pugno, nella vita, questo strumento di tortura." Per avere notizie circa il grande movimento che si sapeva essersi manifestato contemporaneamente in tutto il mondo, si cercò il monumento di un giornalista. Allora le statue fecero una curiosa scoperta: fra i monumenti non ce n'era nessuno di giornalista. Nessun giornalista era stato mai ritenuto degno d'un monumento. Fu giocoforza ascoltare la radio. Le notizie cominciavano ad arrivare, e venivano diffuse di momento in momento: a Firenze s'erano mossi il Biancone, Ercole e Caco, il Perseo, Proserpina in combutta coi suoi rapitori, Savonarola, il Porcellino. A Bologna, il Nettuno s'era messo alla testa d'una sollevazione. A Roma, i primi a scendere in piazza erano stati Mosè, le sfingi, le tartarughe. Il piedone di via Piè di Marmo s'avanzava da solo come un'immensa sogliola verso il Collegio Romano, per accodarsi al corteo diretto in Piazza Venezia e del quale facevano parte Madama Lucrezia, Pasquino, Marforio, il Tritone, i tritoncelli, le Naiadi e le Sirene di Piazza Esedra, che ebbero un successo strepitoso, Vittorio Emanuele II, grossissimo e dorato, il bersagliere di Porta Pia, il ferroviere, Goethe, Toti, alcuni imperatori romani. Chiudeva il corteo il muletto di Villa Borghese con le salmerie. Gioacchino Belli scese tra il popolino di Trastevere e cominciò a molestare le ragazze con la punta del bastone, rispondendo a tono ai loro insulti. Sull'Appia Antica si videro avviarsi intere famiglie avvolte nei sudari, scese dai monumenti sepolcrali.
A Recanati, il gobbino Leopardi s'avviò tutto fiero: "Sono l'unico monumento del mondo che abbia la gobba" ripeteva.
Un senso di panico si diffuse quando si seppe che dal colle di Arona stava scendendo a passi di gigante il San Carlone alto cento metri. A Venezia, i cavalli di San Marco, Tommaseo, Manin col leone, Paleocapa, tutti con un piccione sulla testa. A Torino, gente a cavallo da tutte le parti, con le spade sguainate. Giungevano dispacci dall'estero. A Parigi, poco. I monumenti in bronzo erano stati portati via durante la guerra. C'erano la Repubblica, De Musset. Nel foyer del Théâtre Français c'era un po' di confusione. Quel seccatore di Voltaire pretendeva assumere il comando. Napoleone in cima alla colonna Vendôme aspettava che lo facessero scendere. A Londra, l'Eros di Piccadilly scese nella piazza eseguendo sulle punte la Danza delle Ore. Nelson in cima alla colonna altissima, impossibilitato a scendere da quell'altezza, strillava: "Tiratemi giù!". A New York, la statua della Libertà s'imbarcò subito per l'Europa, ma a mezza strada ci ripensò e tornò indietro.
Ritornando a Milano, s'incontrava un signore che girava spaesato tenendo in mano l'epigrafe del proprio monumento: "A Agostino Bertani gli Italiani riconoscenti" e mormorando: "Ma chi ero?". La piccola sfinge o chimera di pietra che sta dalla parte interna della stazione di Milano e si vede solo dal treno, fra le locomotive e gli scambi. Come deve soffrire in quell'ambiente! Scese anche lei e andò al raduno. Mancava il Sant'Antonio della fontana di piazza Sant'Angelo.
"O dov'è andato?" si domandavano tutti. Con la sciabola trinciando l'aria, Vittorio Emanuele II galoppò a cercarlo in piazza Sant'Angelo. La statua era lì, nella consueta posizione. Come? Il Santo non era diventato vero? Sì, era diventato vero. Ma, appena diventato vero, invece di andarsene, era rimasto nella stessa identica posizione del monumento, a guardare incantato i pesci rossi nella fontana. E non si muoveva.
#ferragosto#achille campanile#letteratura del '900#racconto#italia#monumenti#piazze#personaggi#arte#giorgio de chirico
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Day9- bounce
Grify
#inktober#inktober day 9#inktober 2023#mitologia grega#mitologia#artwork#tumblr draw#illustration#drawing#sketch#art#desenho#design#digital art#drawings#digital illustration#doodle#illustrator
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Battistero di Firenze: ultimato il restauro della Madre Terra
È stato portato a termine il restauro della Madre Terra, un intarsio marmoreo del pavimento del Battistero di Firenze realizzato in marmo bianco apuano e serpentino verde di Prato. L’intricato lavoro raffigura animali fantastici orientaleggianti derivanti dai simurg, cioè i volatili della mitologia persiana assieme all’albero della vita, fiere e grifi rampanti. Lo straordinario tappeto marmoreo…
#antonietta bandelloni#art#artblogger#arte#artinfluencer#bellezza#english#Firenze#masterpiece#Michelangelo Buonarroti#r estoration#restauro#rinascimento#scultura
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video della presentazione di "inappropriabili. relazioni, opere e lotte nelle arti performative in italia (1959-1979)", di annalisa sacchi
6 settembre 2024 | La Pelanda – Mattatoio di Roma ANTICIPATION OF THE NIGHT_ Inappropriabili. Relazioni, opere e lotte nelle arti performative in Italia (1959-1979), di Annalisa Sacchi (Marsilio) – in dialogo con Giuseppe Allegri, Viola Lo Moro e Nicolas Martino “Inappropriabili” sono le esperienze di chi, negli anni Sessanta e Settanta del Novecento, trovò nella performance territori di…
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#Alberto Grifi#Aldo Braibanti#Annalisa Sacchi#anni &039;60#Anni &039;70#anni Sessanta#anni Settanta#art#arte#arti performative#Carmelo Bene#Emilio Villa#Giuliano Scabia#Giuseppe Allegri#Jean-Jacques Lebel#John Cage#Leo De Berardinis#Luigi Nono#Nicolas Martino#Patrizia Vicinelli#performance#Perla Peragallo#politica#Università Iuav#Viola Lo Moro
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like, again i also resign myself to recognize that basically to summarize most of the elements i tend to prefer are on berserk, and so (for the topic at hand) naturally I've grown to observe more the similarity and difference between casca and grifi at least on their sense of dedication. moreso bc they're an item rather than in the general sense than the general story does.
#txt#tbh i was thinking abt it some months ago but i don't have the thought thread clear rn#but in short is that closeness and mutually fed dependency that make the difference between what#they obsess over like it's not that deep to say that all in all even if she shares his philosophy on her#own the core of her attachment is personal while what griff is after is more nebulous#yet they share a similar type of pretension of 'goodness' over it of morality of emotionally or#whatever sense compared to guts that while. if unbothered. isn't intentionally malicious#his emotional needs aren't centered on morality or wellness or idealism or whatever of the thing#he admires. or not as much.
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SR. WILSON & GRIFI + SANTA SALUT SE UNEN EN TU SABES COMO REMIX
http://dlvr.it/T8xt8d
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