#grazie marcello
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piovascosimo · 2 months ago
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100 anni di Marcello ❤️ (26 settembre 1924 - 19 dicembre 1996)
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angelap3 · 7 months ago
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“A Roma, dopo la guerra, facevo il contabile in una casa cinematografica: la Rank Film. Non ero riuscito a inserirmi nell’industria edilizia e una cugina m’aveva trovato quel posto alla Rank. Qui lavoravo, o fingevo di lavorare, con cinque donne: in una stanza tappezzata con i ritratti di attori come James Mason, Patricia Neal, Margaret Lockwood, Phyllis Calvert. Forse influenzato da ciò, lasciavo che le cinque donne sgobbassero per me e passavo le giornate leggendo ad alta voce libri di poesie. Leggevo bene. Un giorno, la signora della stanza accanto mi disse:
«Ho un cognato che recita all’università, vuole che gli parli di lei?». «Magari, risposi». Guadagnavo 28mila lire al mese che se ne andavano in medicine per mio padre ammalato. Mai un cinematografo, mai uno svago, tutt’al più un po’ di biliardo. Mi iscrissi all’università, facoltà di Economia e commercio, per frequentare l’Accademia d’arte drammatica. Mi piacque. Recitai due anni mentre gli amici del quartiere mi prendevano in giro: «Ecché, se’ diventato frocio?».
Poi Luchino Visconti mi vide, per caso, e mi mandò a chiamare: gli serviva un giovane e pensava di scritturarmi. Dissi: «Quanto?». Rispose: «2.500 al giorno». «75mila al mese, Gesù!». Lasciai subito la Rank e per mesi non confessai nulla a mia madre: ogni mattina continuavo a uscire alle otto e a dire che andavo in ufficio. Mi ci volle coraggio per confessare la verità. Lei la prese bene ma sussurrò: «Figlio mio, durerà?». Lo ripete ancora: «Figlio mio, stacci attento. Con tutti i camerieri che hai, con quel che costa la vita. Un buon impiego sarebbe stato meglio». È convinta che, se fossi entrato alle Ferrovie dello Stato, ora sarei capostazione e avrei i biglietti gratis per la famiglia.
Io ho avuto tanta fortuna, solo fortuna. La fortuna che a Visconti servisse un giovanotto rozzo come me. La fortuna che la sua compagnia fosse la più importante e allineasse attori come Ruggero Ruggeri, Paolo Stoppa, Rina Morelli, Vittorio Gassman. La fortuna che Gassman se ne andasse e io prendessi il suo posto. La fortuna che mi offrissero il cinema, infine, grazie a questo nasino che detesto. Ma il successo di un attore non è quasi mai legato a ragioni nobili e serie. A me si addice la battuta che c’è in un film di Federico Fellini: «Ho troppe qualità per essere un dilettante e non ne ho abbastanza per essere un professionista»."
Marcello Mastroianni
Marcello in 8½ di Fellini
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ginogirolimoni · 25 days ago
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Il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato è proprietario del 10% della clinica Therapia srl, volete gridare al conflitto d’interessi? Nel paese in cui Silvio Berlusconi ha spadroneggiato per trent’anni grazie ad un impero mediatico senza precedenti, queste sono bazzecole, quisquilie, noccioline americane.
Girano un po’ di più le sfere quando la reclame di questa clinica recita testualmente che potrete avere accertamenti diagnostici “senza dover attendere i tempi lunghi del sistema sanitario pubblico”. 
Si, avete capito bene mr. Marcello Gemmato, deputato barese di FdI (e chi altri?) è sia il sistema sanitario pubblico, sia il sistema sanitario privato, uno e bino, con una mano cancella investimenti pubblici nella sanità, e con l’altra vi chiede l’obolo privatamente per curarvi nel suo privato.
In passato aveva già dato segni che non era l’uomo giusto al posto giusto quando disse che non c’è alcuna prova che senza vaccini saremmo stati peggio (e notate la finezza della frase costruita su due negazioni che si annullano e che si tradurrebbe automaticamente con: niente prova l’efficacia dei vaccini).
Volete che il suddetto Marcello Gemmato ne renda conto al Parlamento? Quando anche John Elkan lo diserta come se si trattasse della lezione di violino.
Volete che dia le dimissioni? Quando più nessuno si sogna di darle, qualunque sia la cosa fatta o la cosa detta, e tutti restano aggrappati al carro o al carroccio del vincitore.
Io suggerisco sommessamente l’atavico e sempre funzionante “argumentum baculinum”, per chi non mastica latino è l’uso calibrato di un bastone ben nodoso per infondere la moralità, il senso dell’opportunità e del pudore in alcuni cialtroni che stanno assurgendo come asparagi, dall’oggi al domani, a cariche di responsabilità a cui non sono minimamente degni.
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grusik · 3 months ago
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Struttura G075 | 2022 "A I R / 3 - Landscape G075". Ecco a voi Il nuovo playground realizzato ad Albinea presso il parco Lavezza. AIR / 3 è il terzo progetto della seria "Aria" e si inserisce nel gruppo dei lavori dedicati al paesaggio astratto come sintesi di studio di forme e colore campionate nel bellissimo parco in provincia di Reggio Emilia. Un bellissimo intervento di arte urbana voluto fortemente da tutta la comunità molto legata al parco e allo sport presente in quell'area. In questi giorni sono partite le super sfide tra gli alberi del parco e nuovi fiammanti colori. Grazie ai protagonisti di questa magnifica impresa, un lavoro corale che premia l'impegno di tutti a partire dal Comune di Albinea, ai volontari, ai ragazzi dell'agenzia 4.4, a tutti i fotografi e video maker, ai miei super assistenti...Grazie a tutti!!! Credits: Title: "A I R / 3 - Struttura G075". Street Artist: Giulio Vesprini Artistic assistant: Giulio Faggiani, Marcello Buganza Technical assistance: Waterprofing Italia Agency, Communication: 4.4 Art e You&Web Agency Matteo Maffucci, Mirko Pagani, Federico Biagioni, Alessandro Fabi. Video e Photo Drone: Davide Bonini, Mattia Lugli Foto W.I.P.: Veronica Mazzoli Many thanks to: City Hall of Albinea Mayor: Nico Giberti Assessor: Daniele Menozzi Culture: Federica Franceschini, Chiara Catellani by GIULIO VESPRINI
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whileiamdying · 6 months ago
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Raffaella Carrà, pseudonimo di Raffaella Maria Roberta Pelloni,(Bologna, 18 giugno 1943 – Roma, 5 luglio 2021), è stata una soubrette, cantante, ballerina, attrice, conduttrice televisiva, showgirl, autrice televisiva e conduttrice radiofonica italiana.
Considerata «la regina della televisione italiana», è stata definita «un'icona della cultura pop» in Europa e in America Latina dalla critica italiana e internazionale, e, tra gli anni '70 e '80, è diventata una precorritrice del femminismo, della libertà sessuale delle donne nella televisione e nell'industria musicale italiana e spagnola, oltre che una sostenitrice della comunità LGBT.
Nel corso della sua carriera ha pubblicato 25 album in studio (42 contando gli adattamenti in altre lingue) in 46 Paesi del mondo, vendendo oltre 60 milioni di dischi in tutto il mondo ed esordendo in numerose classifiche internazionali, grazie a canzoni come Tanti auguri, Rumore, Pedro, 5353456, Fiesta, Ballo ballo, Caliente Caliente, E salutala per me e A far l'amore comincia tu, eseguite dalla cantante, oltre che in lingua italiana, in inglese, spagnolo, francese, portoghese, tedesco, greco, russo e filippino.
Raffaella è stata presente nei palinsesti televisivi dalla fine degli anni sessanta fino alla sua morte in Italia, Spagna e America Latina, venendo riconosciuta con dodici Telegattie due TP de Oro. Dopo un esordio da attrice in Italia, l'artista ha firmato un contratto di recitazione con la 20th Century Fox a Hollywood, recitando anche in film francesi e spagnoli, lavorando con Mario Monicelli, Marcello Mastroianni, Frank Sinatra, Edward Mulhare, Trevor Howard, Jean Marais, James Coburn e Bill Cosby.
Dopo la sua morte, Raffaella Carrà è stata insignita del Premio Sorriso Diverso Venezia alla 78ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia per il suo contributo all'industria musicale e dello spettacolo italiana.
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dinonfissatoaffetto · 7 months ago
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"A Roma, dopo la guerra, facevo il contabile in una casa cinematografica: la Rank Film. Non ero riuscito a inserirmi nell’industria edilizia e una cugina m’aveva trovato quel posto alla Rank. Qui lavoravo, o fingevo di lavorare, con cinque donne: in una stanza tappezzata con i ritratti di attori come James Mason, Patricia Neal, Margaret Lockwood, Phyllis Calvert. Forse influenzato da ciò, lasciavo che le cinque donne sgobbassero per me e passavo le giornate leggendo ad alta voce libri di poesie. Leggevo bene. Un giorno, la signora della stanza accanto mi disse:
«Ho un cognato che recita all’università, vuole che gli parli di lei?». «Magari, risposi». Guadagnavo 28mila lire al mese che se ne andavano in medicine per mio padre ammalato. Mai un cinematografo, mai uno svago, tutt’al più un po’ di biliardo. Mi iscrissi all’università, facoltà di Economia e commercio, per frequentare l’Accademia d’arte drammatica. Mi piacque. Recitai due anni mentre gli amici del quartiere mi prendevano in giro: «Ecché, se’ diventato frocio?».
Poi Luchino Visconti mi vide, per caso, e mi mandò a chiamare: gli serviva un giovane e pensava di scritturarmi. Dissi: «Quanto?». Rispose: «2.500 al giorno». «75mila al mese, Gesù!». Lasciai subito la Rank e per mesi non confessai nulla a mia madre: ogni mattina continuavo a uscire alle otto e a dire che andavo in ufficio. Mi ci volle coraggio per confessare la verità. Lei la prese bene ma sussurrò: «Figlio mio, durerà?». Lo ripete ancora: «Figlio mio, stacci attento. Con tutti i camerieri che hai, con quel che costa la vita. Un buon impiego sarebbe stato meglio». È convinta che, se fossi entrato alle Ferrovie dello Stato, ora sarei capostazione e avrei i biglietti gratis per la famiglia.
Io ho avuto tanta fortuna, solo fortuna. La fortuna che a Visconti servisse un giovanotto rozzo come me. La fortuna che la sua compagnia fosse la più importante e allineasse attori come Ruggero Ruggeri, Paolo Stoppa, Rina Morelli, Vittorio Gassman. La fortuna che Gassman se ne andasse e io prendessi il suo posto. La fortuna che mi offrissero il cinema, infine, grazie a questo nasino che detesto. Ma il successo di un attore non è quasi mai legato a ragioni nobili e serie. A me si addice la battuta che c’è in un film di Federico Fellini: «Ho troppe qualità per essere un dilettante e non ne ho abbastanza per essere un professionista»."
- Marcello Mastroianni
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fashionbooksmilano · 9 months ago
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Cuore mio
Marcello Maloberti
testi di Bartolomeo Pietromarchi e Davide Mariani
Treccani, Roma 2023, 200 pagine, brossura, 23x32cm, ISBN 9788812010141
euro 35,00
email if you want to buy [email protected] books,
Questo volume è la testimonianza e conclusione del progetto di Marcello Maloberti dedicato a Maria Lai dal titolo Cuore mio, installazione site specific e performance che nel 2019, in occasione del centenario della nascita dell’artista sarda e grazie alla produzione della Fondazione di Sardegna, ha coinvolto l’intera comunità di Ulassai. All’interno del volume, numerose fotografie scattate durante tutte le tappe del lavoro, e ad accompagnarle testi di Bartolomeo Pietromarchi e Davide Mariani, le cui parole, insieme a quelle di Marcello Maloberti in un’intervista sul suo percorso d’artista condotta da Marina Pugliese e Andrea Lissoni, riattraversano e raccontano le fasi del progetto, che ha mosso i primi passi al MAXXI di Roma fino ad arrivare alla Stazione dell’arte di Ulassai in Sardegna.
22/02/24
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lamilanomagazine · 1 year ago
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31 ottobre 1993 - 31 ottobre 2023. «F come Fellini»: nel 30ennale della scomparsa Cine34 ricorda il più grande regista del cinema italiano.
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31 ottobre 1993 - 31 ottobre 2023. «F come Fellini»: nel 30ennale della scomparsa Cine34 ricorda il più grande regista del cinema italiano. In occasione del 30ennale dalla scomparsa, Cine34 propone una rassegna dedicata a Federico Fellini. Una carrellata di capolavori, che ricordano il più grande regista del cinema italiano, riscoprendone valore, influenze, tic, leggerezza, ritmo e straordinari sogni, grazie a introduzioni e commenti dell’autorevole critico cinematografico, autore e saggista, Tatti Sanguineti. Il più autobiografico tra tutti i film di Fellini, la commedia venata di malinconia Amarcord, Oscar per il miglior film straniero (oltre a Golden Globe, David di Donatello, Nastro d’Argento...), va in onda il 31 ottobre, in prima serata. Presentata fuori concorso al Festival di Cannes, l’opera è stata selezionata tra i 100 film italiani da salvare. Il titolo, entrato nella cultura popolare, è quindi diventato un neologismo della lingua italiana, con il significato di rievocazione in chiave nostalgica. Nel cast della pellicola, Pupella Maggio, Armando Brancia, Magali Noël, Ciccio Ingrassia, Nando Orfei, Luigi Rossi, Bruno Zanin, Gianfilippo Carcano, Josiane Tanzilli, Maria Antonietta Beluzzi, Giuseppe Ianigro, Marcello Di Falco, Alvaro Vitali. Ai titoli già trasmessi - Lo Sceicco Bianco, il primo diretto, nel ’52, con Giulietta Masina e Alberto Sordi; il successivo (I Vitelloni), vincitore di un Leone d’Argento e tre Nastri d’Argento; il pluripremiato La Dolce Vita, opera che ha segnato un prima e un dopo nel cinema internazionale, e 8 ½, doppio premio Oscar (miglior film straniero e migliori costumi), con Marcello Mastroianni, in entrambe le pellicole sex-symbol inarrivabile - seguono Giulietta degli Spiriti, primo film a colori del Maestro, doppio premio Oscar, Golden Globe per il miglior film straniero, David di Donatello a Giulietta Masina e Sandra Milo, e Le tentazioni del dott. Antonio, tratto dal film Boccaccio ‘70.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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akumanoken · 11 months ago
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"Oh my god, Ayato what is this?? I've never seen a house like this before!! Are you sure it's okay?? I mean.. we can't have this all to ourselves can it??" It was a villa in the mountains overlooking a lake. He turned around to speak more, but he was talking with someone, his quiet Italian making Souji stare at him in awe. He simply walked toward him, wrapping an arm around him.
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"Grazie, Marcello..." Ayato smiled, watching the man nod and walk away, talking to the staff before they took the luggage in. Clothes, presents... it was all there. "Are you upset?" he asked softly, a small smile on his face.
Souji shook his head softly. "It's so big... we could've brought the family with u--"
"No no no no this is our year together, we can have our Christmas with them next year this is just us..." he nearly whined (a sound that made Souji giggle), his face buried in Souji's hair. "Come on, let me show you around. You'll love the view of the lake from our room..."
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dedoholistic · 1 year ago
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Un GRAZIE di cuore agli amici Patrizia Giardini, Marcello Moscoloni e Andrea Ansevini per questa bellissima intervista fatta alla collega Elisa Delpari e a me per Il salotto culturale di PALM Pt 23  13 12 23.
Pubblicazioni presentate:
2030: Apocalypse War (E. Delpari, 2022) e TU e il tuo alunno – Tutta la verità sulla scuola (H. Koltze  & M. T. De Donato, 2023)
Situazione attuale della scuola, crollo dell’istruzione, dei valori, famiglia ed educazione dei figli, ma anche fantasy, paranormale e molti altri i temi trattati.
Buona visione!
youtube
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piovascosimo · 9 months ago
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allonsanfan | paolo e vittorio taviani
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nonamewhiteee · 2 years ago
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assurdo, siamo già arrivati all'undici febbraio, ed io che a volte speravo di non arrivarci nemmeno a st'età, che mi è difficile immaginarmi "da grande" anche se ormai un po' grande lo sono. ieri sera nella villa della mia città mi ha fermato Marcello, un signore arrivato a Bari nel '92 dalla Polonia, adesso costretto per vari motivi a vivere di strada e carità. non avevo spicci per le sue sigarette e mi sono offerto di giragli un paio di drum, mentre mi raccontava un po' della sua vita. alla fine ha detto solo: "grazie per questa chiacchierata", mi è sembrato onesto, che senso avrebbe avuto prendermi per il culo. o comunque è stato sicuramente più sincero e costruttivo di qualsiasi altro influencer narcisista ed istrionico di cui onestamente sono stufo, che nonostante non li segua mi ritrovo a vederli sempre costantemente fra i coglioni. mi ha fatto una tenerezza assurda, probabilmente ha provato lo stesso per me, lui che nonostante tutto non vuole darla vinta alla vita o chi si è preso gioco di lui. ho finito la serata con una media ambrata di alta gradazione e un paio di cicchetti in corpo, avrei preferito avere la testa più leggera, ma non è bastato.
#me
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clorophillarium · 1 year ago
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Sul filo dei sogni
Carnica Ultra Trail, 2023
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Giramondo Giramondo Giramondo…
Questo nome continua a ‘girare’ tra i miei pensieri. Un nome - filastrocca, così simile a ‘girotondo’. Mi sembra quasi una vecchia canzone e mi sembra anche di averlo incontrato leggendo la ‘Storia Infinita’ di Michael Ende, quando ero piccolo.
C’era un Giramondo nel viaggio di Bastiano ?
È un luogo immaginario o esiste per davvero ?
In realtà, almeno geograficamente, è un passo, un valico che con Giulio abbiamo attraversato durante la seconda tappa della nostra Carnica Ultra Trail.
Per me quello è stato lo spartiacque del viaggio, più per il suo nome così evocativo e per la bellezza arcana del luogo, che per la mia reale consapevolezza di arrivare per davvero in fondo al nostro viaggio.
Giramondo in quel momento è diventato la mia direzione, una sorta di ispirazione e di simbolo.
È così mi ritrovo di nuovo a pensare ai sogni, alla fatica che faccio per non perdere il bambino che sono stato; sempre pronto ad immaginare e a cercare lo stupore nella realtà, a fantasticare sui i nomi, a cercare animali parlanti e a non smarrire i miei ideali, anche quando quasi tutto vorrebbe schiacciarmi e omologarmi con arroganza e noia.
No, non mi voglio adeguare.
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I sogni sono fatti di un filo invisibile che unisce
chi vuole sognare, e spesso chi vuole sognare aiuta anche altri a farlo, non al posto loro, ma con loro.
Una cresta in montagna non sempre rappresenta un confine e un limite, ma un collegamento, un filo appunto, che unisce da una parte all’ altra.
È significativo che la Carnica Ultra Trail sia esattamente una cavalcata in cresta; un filo che unisce San Candido con Tarvisio.
Domenica pomeriggio, dopo la conclusione della traversata, parlo con Marcello.
Chissà se anni fa ha pensato a questa cresta di 200 km come ad un filo che cuce tutti i sogni insieme.
Ora, nel sole brillante dopo la tradizionale pioggia che accompagna gli arrivi, Marcello mi spiega con grande pace e soddisfazione, che il senso di tutto questo è che ciascuna persona può finalmente affermare la propria individualità, nonostante una disabilità apparentemente limitante, e che questo può accadere grazie al sostegno e alla forza di chi si mette a disposizione l’uno dell’ altro.
Andrea, Attilio e Swami sono arrivati da poco e sono l’immagine vera, più forte e più bella di questa idea.
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La ‘nostra’ Carnica, mia e di Giulio, orfani di Francesco infortunato, inizia tra mille dubbi. Giulio non sta bene fisicamente ed è demoralizzato. Io affronto come sempre logoranti battaglie emotive ed esistenziali. Sono felice di essere qui ma non è semplice essere concentrato sul momento, sul presente.
Ma so anche che si tratta di partire, di essere paziente e di imparare ogni volta a vivere il viaggio, passo dopo passo.
Ogni mattina, si inizia almeno con una lunga salita che schianta come sempre il mio umore e le mie gambe. Naturalmente mi occorrono un paio d’ore per stare bene e riuscire a far girare le gambe come vorrei.
Ma è in queste prime ore difficili, dopo notti a volte umide e trafelate, che costruiamo la consapevolezza del nostro viaggio.
Il privilegio di correre ogni giorno in montagna, da una parte all’ altra, sta diventando semplicemente naturale.
Lambire le pareti del monte Peralba, del gruppo del Volaia e del Coglians, della Creta di Timau e di cima Avostanis, giorno dopo giorno, mi mette di buon umore, perché la bellezza pura e assoluta, fa pace con la mia anima e mi rassicura sulle cose che valgono e che contano.
Corriamo e non abbiamo altro, eppure abbiamo tutto.
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Ripenso a tutte le malghe e ai rifugi incontrati, di cui assolutamente non ricordo nemmeno il nome e la posizione, ma lascio che restino così, a galleggiare in un sogno infinito. Erano luoghi bellissimi e stavamo bene. Quasi sempre erano gestite da ragazzi e ragazze o da malgare sorridenti e abbronzate che ‘discutevano’ amorevolmente con le proprie capre… credo per questioni di latte ah ah ah !
Una birra, una radler, pane e formaggio freschissimo, sono stati il miglior ristoro possibile.
Queste erano anche occasioni in cui per lo più ci incrociavamo spesso con gli stessi simpatici compagni di viaggio, con cui abbiamo condiviso lunghi tratti di sentiero insieme.
E poi, come per magia, nel verde o nel nulla più assoluto, trovavi Maja ad aspettarti.
Elfa e fata al tempo stesso, indecifrabile ed entusiasta, ci indicava una linea misteriosa di creste e di montagne da seguire.
Sembrava quasi una caccia al tesoro, ma il tesoro in effetti sapevamo già quale sarebbe stato, ed era proprio quello di vivere lì, in quel momento, né prima, né dopo, ma sul filo dei sogni.
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È stata la prima volta in una corsa a tappe per me e Giulio. Ma negli anni avevamo già compiuto insieme lunghe traversate appenniniche. Ci capiamo in silenzio e ci accontentiamo dell’ indispensabile, a volte anche di meno.
Credo sia importante vivere un’ esperienza così forte con un compagno accordato con la propria anima.
Ci sono momenti in cui sì è semplicemente pelle e ossa, soli davanti a montagne sconosciute, battuti dal vento, dalla pioggia e presi a pugni dalla stanchezza.
È importante fidarsi, sentirsi e riconoscersi, senza parole.
Ma è sul filo dei sogni che alcuni individui si incontrano, ciascuno a volte perso nel proprio vuoto, ma pronti a vivere tutti lo stesso sogno fino alla fine di una cresta invisibile.
Perchè spesso chi vuole sognare, aiuta anche altri a farlo, non al posto loro, ma insieme a loro.
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Sul filo dei sogni
Carnica Ultra Trail, 2023
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telefonamitra20anni · 1 year ago
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Marcello vs Marcello.
1 a 1 palla al centro.
Questa volta, no. Il contrapposto, esatto, coerente, presente, sono io. Un nome solo, mille sfaccettature. Marcello. Adesso che ti ho difronte posso dirti che sei un bugiardo, ma sai essere un brav'uomo. Della tua timidezza ti fai scudo, ma quando abbassi la guardia apri mille mondi. Hai sbagliato lo sai? E tu hai vinto. Hai chiesto scusa? Si, mille volte e mille volte ho saputo dire grazie. Hai amato il preludio? Più di ogni conquista. Quante donne hai avuto? Solo quelle che ho amato. Hai saputo amarle? Non credo di esserne stato davvero in grado. Sei pigro! Anche tu. Qual'è il momento esatto in cui, senti che il tempo stia prendendo il volo? La notte di Capodanno. Cosa vuoi da me? Essere all'altezza. Cosa temi? Non esserlo. Perché fai l'attore? Perché sono incapace di accettarmi così come sono e sfuggo alla realtà. È infantile lo sai? Si ed è un gioco bellissimo. Sei egoista. Si, sono un artista. Sei il mio specchio, non mi piace. Sei il mio specchio e mi piace. Hai paura della folla? Si. Cosa ti imbarazza di più? Che ci si aspetti qualcosa da me. Cosa ti spaventa di più? Tu, e la morte. E professionalmente? Il domani. Perché non hai fatto l'architetto? Ho vissuto 160 vite. Sei morto. No, resto eterno. Cosa cambieresti di te stesso? Tutto e niente. Qual'è la condizione necessaria per cui, un uomo di fronte alla morte, possa dire di aver vinto la sua battaglia? Essere Generali. Sei sarcastico, Perché mi rispondi così brevemente? Non ho tempo per pentirmi. Mi hai cercato molto? Tutta la vita. Ne sei certo? Non lo so. Sei stato buono? Non credo di esserlo stato. Chiedi ancora perché? Non voglio rispondere. Hai capito chi sei? E tu? 1 a 1 palla al centro.
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chez-mimich · 2 years ago
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LO STATO DELLA COSE_CHIARA ALESSI
Ci sono e ci sono state pochissime persone, e pochissimi intellettuali, che hanno raccontato la Storia (quella con la “S” maiuscola) attraverso la storia degli oggetti. Così a memoria mi vengono in mente Paolo Fossati, Bruno Munari, ma anche Neil MacGregor, ricordando quel gran libro che è “La storia del mondo in 100 oggetti”. Non posso poi non citare Andrea Branzi e Kenya Hara e la loro grandiosa mostra “100 verbi” di qualche anni fa alla Triennale di Milano. Indubbiamente qualcuno c’è stato, ma non sono molti. È anche per questo che ho accolto con interesse e curiosità “Lo Stato delle cose” (Longanesi) di Chiara Alessi, dopo aver già letto “Tante care cose” lo scorso anno. Chiara Alessi entra quindi di diritto nel novero dei “raccontatori” della Storia attraverso le cose. “Lo stato delle cose” non è tuttavia la prosecuzione del libro precedente, pur trattando anch’esso di oggetti, in quanto in questo volume non si tratta più di oggetti di design, ma di oggetti di uso comune, ma in un certo senso molto simbolici. Non per nulla il sottotitolo del libro è “Breve storia della Repubblica per oggetti”. Chiara Alessi sceglie di parlare di sei “oggetti”, la borraccia, la penna a sfera, la “schiscetta”, il passamontagna, la striscia rossa dei carabinieri, il fiore del logo Fininvest. Apparentemente questi oggetti reali e simbolici, non sembrano avere un diretto rapporto tra loro, ma Chiara Alessi, racconta una storia fatta di legami sottili, che l’autrice ricerca con passione e che effettivamente appaiono convincenti, ma soprattutto affascinanti. La borraccia (in realtà una bottiglia) che apre il volume è quella che si scambiano Coppi e Bartali al Tour de France. Un’immagine pubblicata su “Lo sport illustrato”, che colpì molto la fantasia popolare, ma che forse non era un’immagine così genuina come si potesse pensare. Chiara Alessi, partendo dalla ricostruzione di tutto ciò che sta intorno a quello scatto, ci racconta la storia di questo oggetto e del suo mutare, anche in relazione alla storia del costume e della storia tout court. Le stessa cosa avviene, nel capitolo successivo, (che ha in realtà moltissimi punti di incontro con il capitolo precedente) per la penna a sfera, a cominciare dal legame con Gino Bartali, primo testimonial di una penna (sebbene stilografica) nel 1953. Questa capacità della Alessi di tenere vivo il legame tra gli oggetti, prosegue per tutto il libro. E così dopo la penna a sfera, messa in cantiere dall’ingegnere torinese Marcel Bich, e la penna Aurora prodotta da Olivetti grazie a Marcello Nizzoli, è la volta della”schiscetta, il contenitore per il pasto della classe operaia, che vedrà ancora la Olivetti come esempio inimitabile ed inimitato, nel rapporto tra impresa e classe operaia. Insomma come si sarà capito, non si tratta solo di oggetti, ma di rapporti umani, sociali, economici e di politica in senso nobile. È in questa chiave che viene raccontata la storia del passamontagna, indumento che da pratico diventa simbolico (ricordiamo il passamontagna dei terroristi o quello delle Brigate Rosse), ma è anche la storia del Conte di Cardigan che utilizzò il passamontagna per le truppe inglesi in Crimea, quello del Subcomandante Marcos e quello delle Pussy Riot. Capita la stessa cosa anche per il curioso capitolo sulle strisce rosse dei pantaloni dei carabinieri, la striscia rossa più famosa d’Italia, che fanno parte di una “uniforme” e non di una “divisa”, cosa molto diversa anche da un punto di vista concettuale. Anche il fiore del logo Fininvest contiene allusioni, significati e relazioni che sono tutt’uno con la storia del nostro Paese (ah già, dimentico sempre che adesso si deve dire “nazione”). Insomma un libro che parlando di “cose” in realtà parla di tutto, perché sono le cose che spesso parlano di tutto, basta trovare solo chi, come Chiara Alessi, riesca a farle parlare…
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afnews7 · 14 days ago
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afNews sta per farne 30(40) - intanto è arrivato un primo omaggio!
Marcello Restaldi (grazie!) è stato il primo amico fumettista a inviare la tavola dedicata al prossimo trent/quarantennale convenzionale di afNews che scatta con l’arrivo del 2025! Qui te ne mostro solo un frammento: Altri mi hanno già annunciato il proprio omaggio. Che omaggio?! Perché un omaggio!? Leggi…
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