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#giuditta e oloferne
mtonino · 1 year
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«Ti voglio ammazzare con questo coltello che tu m’hai vittuperata» dice Artemisia Gentileschi allo stupratore Agostino Tassi
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blackramhall · 2 years
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Giuditta e Oloferne (detail) Michelangelo Merisi aka Caravaggio
Blackram Hall: whodunit, noir, murder mystery, pulp, hardboiled, italian giallo, crime, spy stories, serial killers, vintage, manor houses, art, life and death.
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put-on-a-happyface · 1 year
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Galleria degli Uffizi
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circusislife · 1 year
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my time has come. On my grave I want Blue flowers and a stupid joke.
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justineportraits · 9 months
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Rocco Normanno Giuditta e Oloferne (Judith and Holophernes) 2006
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angela-miccioli · 1 year
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Artemisia Gentileschi è riconosciuta dalla storia dell'arte come la prima grande pittrice. Subì lo stupro da parte del pittore Agostino Tassi e sottoposta a un processo doloroso anche dal punto di vista fisico, fu infatti sottoposta anche a torture per farle confessare la verità e infine costretta dalle "convenzioni" del tempo e dalle insistenze del padre anche lui pittore, ad accettare di sposare, con un matrimonio riparatore, un uomo violento e che non amava e che successivamente abbandonò.
La tela che raffigura "Giuditta che decapita Oloferne" del 1620 pur impressionante per la violenza che rappresenta, rappresenta il simbolo della rivalsa, del riscatto di una donna che seppe attraverso l'arte, affermare la propria libertà e riappropriarsi della sua vita.
Quello che colpisce e fa riflettere guardando questo quadro e osservando le due donne, è come le condizioni delle singole esistenze possano mutare, cambiare sino a capovolgersi quando c'è l'aiuto, la complicità e la solidarietà tra donne.
Artemisia Gentileschi nata l'8 luglio 1593🥀
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manyworldspress · 10 months
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Michelangelo Merisi da Caravaggio, Giuditta e Oloferne (Judith and Holofernes), 1599. Oil on canvas, 145 x 195 cm.
__________________________________________________ Our shop: https://bookshop.org/shop/manyworldspress
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madonnaaaddolorata · 10 months
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3 quadri preferiti?
Giuditta e oloferne di Artemisia Gentileschi
un ritratto qualsiasi di Boldini
qualsiasi cosa di Rothko
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michelangelob · 4 months
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Terminato il restauro della Giuditta di Donatello: rintracciate più dorature di quante se ne conoscevano fino al momento
La scultura bronzea di Giuditta e Oloferne realizzata dal grande Donatello è stata sottoposta a un intervento di restauro e si è venuti a conoscenza di più aree dorate di quante ne fossero note in precedenza. L’imponente fusione, alta 2 metri e 36, realizzata dal grande Donatello poco prima di compiere i settant’anni, fra 1453 e il 1457 ed è stata restaurata grazie al fondamentale sostegno…
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matto77 · 1 year
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Giuditta e Oloferne - particolare - Michelangelo Merisi Caravaggio - 1597
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nsfwbible · 1 year
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‘It was my face that seduced him to his destruction’
Rocco Normanno's 2006 painting Giuditta e Oloferne takes inspiration from Caravaggio in both its style and its subject: Judith, the Israelite widow who saved her town from an invading Assyrian army. In the Bible telling, Judith prays for “deceitful words” and dresses beautifully – “to entice the eyes of all the men who might see her” – and with her maid walks into the enemy camp. Her persuasive lies earn the trust of the invading general Holofernes, who invites Judith to dine with him. She lets him drink himself into a stupor and then she takes the sleeping general’s sword and with two blows hacks off his head. Leaderless, the Assyerians fall apart against the Israelite fighters. The contemporary garb and interior setting in Normanno’s painting give new meanings to a scene portrayed over and over and over again in Renaissance art.
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lahija-del-molinero · 8 months
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Giuditta e Oloferne, 1599 • Caravaggio
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villagewildflowers · 2 years
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Giuditta e Oloferne
Cristofano Allori
Palazzo Pitti
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gregor-samsung · 1 year
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“ Le foglie si stavano già diradando. "L'autunno, l'autunno è vicino," dicevamo scuotendo la testa. All'improvviso trillò un campanello, e su un tendone, alle cui porte gridavano "correte a vedere" si accese una scritta di luci colorate: Fotografia animata. Per entrarci ci volevano dei biglietti a parte, ci consultammo e li comprammo. Dentro c'erano delle sedie, di fronte vi era appesa una tela, e quando tutti si furono seduti la luce si spense, il pianoforte e il violino presero a suonare, e noi vedemmo Giuditta e Oloferne, dramma storico a colori. Colpiti, ci guardammo. Le persone dipinte sul quadro si muovevano e i rami degli alberi disegnati si muovevano pure loro. Al mattino, mentre mi accingevo a scrivere a Serge di Giuditta, Evgenija entrò e mi diede un biglietto arrotolato a forma di tubicino. "Vi è piaciuta la fotografia viva?" mi scrivevano. "Ero seduta dietro di voi. Permettetemi di fare la vostra conoscenza. S." La compositrice di questa lettera attendeva una risposta seduta sulla panchina davanti a casa, e quando uscii dal portone si alzò. "Sono Stefanija Grikjupel'," sì presentò, e facemmo quattro passi. Ammirammo la ciambella di rame sulla porta della panetteria e la chiesa di zucchero. "Il mio amico Serge è partito per Jalta," raccontai, "invece Andrej Kondrat'ev è in colonia. Potrei starci anch'io per un po', ma Andrej non mi va molto a genio perché vuole sempre dire la sua su tutto." Venne fuori che anche Stefanija Grikjupel' stava per cominciare la scuola, e aveva una paura tremenda che fosse difficile: i numeri arabi, comporre composizioni. Contenti l'uno dell'altro ci separammo. Avvicinandomi al mio cancelletto vidi un funerale: portatori di fiaccole in grossi sai bianchi, carri con la cupola decorata da una corona, dietro il carro la vedova. Vasja Strižkin le dava il braccio. Quando maman tornò, mi presi una bella sgridata. Mi proibì gli incontri con Stefanija e la definì una corruttrice. La Čigil'deeva, che era venuta a sentire, prese le mie difese: "Ma è una cosa così naturale," disse e si mise a pensare non so cosa. Sorridendo salì di sopra e mi portò Gentilezza per gentilezza. "Te lo regalo," mi disse. “
Leonid Dobyčin, La città di enne, traduzione e postfazione di Pia Pera, Feltrinelli (collana I Narratori), 1995¹; pp. 49-50.
[Edizione originale: Город Эн, Krasnaya Nov editore, Mosca, 1934]
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8 Marzo: si celebra la Donna
Da: SGUARDI SULL’ARTE LIBRO TERZO - di Gianpiero Menniti
'FIGLIA' DI CARAVAGGIO
Chi l'erede?  E perché un maschio? La vicenda umana e artistica di Caravaggio, estrema, tracciata in un solco di drammatico parossismo, meritava un seguito sublime. Questo, ebbe il nome di Artemisia. Che vide Caravaggio e intuì meglio di chiunque, per tecnica e per spirito. Ma fu lasciata nell'oblio. Per secoli. Liberata dalla scrittura di Roberto Longhi ai primi del '900, lascia attonito l'osservatore. Per l'intensa crudezza. L'assenza di retorica. La violenza consapevole dell'espressione. Il sadismo trattenuto in uno sguardo che tradisce il fuoco del godimento. Partecipe. Anelato. Compiuto. Siamo oltre ogni stereotipo. Sorge un'anima. Ed è anche impetuosa. La sensibilità "femminile" di Caravaggio si muta nel "maschile" ardente di Artemisia. Che esplode senza freni, cosciente di sensualità imperiosa. Un'anima che suscita turbamento, inquietudine, ammirazione. Questa la sua unica colpa. Per un'antropologia perversa. Nessuno è davvero consapevole cosa significhi essere "Donna". Tuttavia, prima che i secoli la seppellissero nella coltre della discriminazione di genere, era già libera: perché nessun uomo seppe essere "l'oltre Caravaggio" più di Αρτεμισια, la "dedicata ad Artemide", dea greca della caccia. Sento per lei i versi danteschi:
«L’aiuola che ci fa tanto feroci,  volgendom’io con li etterni Gemelli,  tutta m’apparve da’ colli a le foci;  poscia rivolsi li occhi a li occhi belli.»
- Dante Alighieri, "Commedia", Paradiso, Canto XXII 
Artemisia Gentileschi (1593-1653): 
- "Giuditta decapita Oloferne", 1612-1613, Museo di Capodimonte, Napoli
- "Giuditta che decapita Oloferne", 1620, Galleria degli Uffizi, Firenze
Caravaggio (1571-1610): 
- "Giuditta e Oloferne", 1602, Galleria nazionale di arte antica, Palazzo Barberini, Roma
- "Giuditta e Oloferne", 1600-1610, attribuzione a Caravaggio ancora controversa, opera presuntivamente realizzata a Napoli e poi scomparsa, ritrovata a Tolosa e presentata nel 2016
Sulla copertina del libro: Maria Casalanguida, "Bottiglie e cubetto", 1975, collezione privata
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michelangelob · 5 months
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Il Dipinto del giorno: la sorprendente Giuditta di Caravaggio
Il dipinto del giorno che vi propongo oggi è la sorprendente tela della Giuditta e Oloferne, dipinta a olio fra il 1599 e il 1601 da Caravaggio per il banchiere genovese Ottavio Costa. I tre protagonisti del dipinto emergono dallo sfondo buio per raccontare allo spettatore l’episodio biblico nel quale la giovane Giuditta salvò il suo popolo dall’assedio perpetrato da Oloferne, re…
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