#gioco meglio di risiko
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Poland- North
Cantuccini e vino, aperitivo perfetto nei pomeriggi frizzantini in arrivo. Nel nostro magnifico viaggio all'insegna del Natale, oggi vedremo insieme la tradizionale fiera del Natale Games. Per i Toys rivolgersi all'addetto allo sportello 9. Il segreto: i SALVADANAI. Uno per ogni EVENT.
Salvadanaio viaggio. E' usanza nel paese di Chinonso scegliere una meta europea per festeggiare l'inizio dell'anno che verrà: la fine. Onere del non gentil sesso (maschio) ogni settimana riporre la quota pattuita con la gentil donna 👩 per evitare i rischi del mestiere (babbo cash). Posti: 2 biglietti per. Quei viaggi che puoi fare sempre, senza figli meglio. Le spese della tata, la nonna, la cifra da pattuire per ritrovare il bambino e la casa sani e salvi. Come non iniziare un nuovo anno insieme amore mio alla luce della torre che non pende e delle luci che illuminano noi e il nostro ❤. Giorni: 3.
Salvadanaio giochi di società. Natale è famiglia, un tempo da trascorrere insieme alle persone che ami. Come ogni gioco che si rispetti. necessitano di monetine per parteciparvi. La sera ci si riunisce a decorrere dal giorno 8 dicembre 2022 per la grande bellezza. Signori miei, i soldi so sempre soldi e piacciono a tutti. Ai più piccini. Acquistate un salvadanaio e ogni giorno chiedete a mamma e babbo se hanno qualche monetina per voi. I centesimi sono SOLDI. A voi (NOI) fanno tanto schifo 🤮. Quasi peccato considerarne l'esistenza.
TOMBOLA resta il must have di tutti i giochi da tavolo. Niente versione aggiornata, a NOI piace proprio il paniere e i numeretti di legno. 1 euro la cartella e... TOMBOLA PIENA 14 EURO E 99 CENT.
CARTE FRANCESI. Per gli esperti del Pokerino Nottambulo. Ramino o scala 40? Ore ed ore di abilità fisica e cibo a volontà. Alcoolici? Certo, è Natale. Burraco è troppo proprio.
CARTE NAPOLETANE. 40 carte che all'occorrenza possono svoltare in letturina del destino. Must have: lo scopone scientifico. La migliore direi. Asso piglia tutto, domino, per voi CACCA. Mai compreso il senso dell'inutilità, però SI. Dramma da risolvere a pagamento (vi scrivo l'iban in basso) come si contano i punti. Il 7 e mezzo UNIVERSALE. Ma tu, quando esce il 10 denari, mischi o no le carte? La RETE. 8,9,10 valgono mezzo punto. L'asso vale 1. Chi comincia? Il sette denari.
CARTE UNO. Le famose carte colorate. A volte bellissimo per i più piccoli, a volte lunghissimo per gli anta. Barare? Sempre! Sfido chiunque a rispettarne almeno uno di divieto.
MONOPOLI: l'arte del costruttore.
RISIKO: la conquista del mondo 🌏
INDOVINA CHI? Gioco delle identità (:
CLUEDO.
GIOCO DELL'OCA.
DAMA.
NOMI, COSE E CITTA'.
Modi di trascorrere il tempo con chi si ama e non.
L'AMORE è anche questo, sfortunata al gioco e fortunata in amore.
Chinonso in presa ad una crisi di panico. Quando Risiko viene completato, gli stati son stati conquistati, monopoli organizzato e cluedo assegnato, chi è interessato a collaborare con voi?
DA CAPO.
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Ciao raga, dato che mi avete taggato stra in tanti in questo nuovo gioco partito da @friv0lezze (♥️), mi sono ricordata che avevo tra le bozze anche questo inventato da @brancam3nta (scus amo se lo faccio solo ora perdoname ♥️🙈). E dato che siamo tutti chiusi in casa e posso finalmente organizzare la mia vita dato che UAU STASERA NON DEVO LAVORARE, ho tempo per fare tutto.
Ecco la lista delle cose che dico più spesso (scusate non mi ricordo quante dovevano essere nel dubbio ne metto 10 eheh)
Dio 🐮/🐷/🐶/🦛 feat. Madonna 🐄/🐖 a pari merito
Che disagio
Ci sta
No ma raga
Uhh che ansietta
Bella
Sono una coglionazza
Raga io avrei una domanda
Non ho capito
Tu sei molto carino ma io sono frocia
Ora vi faccio una lista su cosa potete fare a casa per rendere il vostro tempo meno vuoto e più piacevole.
FILM: qualsiasi cosa della Disney o qualsiasi cartone animato perché io AMO I CARTONI ANIMATI e poi tipo vedrei le follie dell'imperatore o Lilo e Stitch ogni giorno della mia vita. Oppure tutta la serie di Fast and Furious o Harry Potter o Twilight because i am a fangirl and TEAM THREESOME ALWAYS.
LIBRO: raga io vi consiglierei il corano perché boh ha della magia e alcune sono PERLE. Oppure libri che tipo insegnano un'arte o una disciplina tipo libri sulla fotografia, libri di cucina, libri sugli strumenti musicali. Qualsiasi cosa che possa mettervi curiosità.
SERIE TV: raga io lavorando sempre ne vedo davvero poche però AMO TIPO DA FANGIRL INVASATISSIMA GLEE oppure How I Met Your Mother o Breaking Bad (senza pizze stavolta eheh) oppure Orange is the New Black o comunque qualsiasi cosa GHEY.
CANZONE: RAGA LA CONGA. METTETE IL VIDEO DI "DITTO BALLA LA CONGA" E BUON DIVERITIMENTO.
RICETTA: "TORTA APRI IL FRIGO" domani pome/sera vi metto un video mentre la faccio <3
GIOCO DA TAVOLO: io direi RISIKO sopra ogni cosa insieme ad UNO. RAGA DITE UNO MI RACC.
ALTRE ATTIVITÀ: direi Giardinaggio o comunque curare qualche pianta, fare un piccolo orto anche se su un balcone o in due vasetti di fortuna. Prendersi cura di qualcosa che potrebbe essere se stessi o i vostri animali. Oppure fare attività fisica in casa, venire a pulirmi la camera perché io non c'ho voglia, fare una passeggiata con i vostri cagnolini se il tempo è bello, scrivere poesie o pensieri che chissà che un giorno non serviranno al vostro biografo o fare il decoupage, il ricamo, l'uncinetto, giocare AL GAME BOY COLOR COME STO FACENDO IO o telefonare a quella persona che non sentite da tanto.
E dato che sono giorni un po' difficili per tutti, soprattutto per quanti svolgono un lavoro a cui sono state poste restrizioni se non divieti, per farvi avere il mio sostegno, come sto cercando di fare con la mia capa che essendo ristoratrice sta uscendo devastata da questa situazione piangendo da due settimane, voglio caricare un video al giorno dove faccio ciò che mi viene meglio ovvero la coglionazza per cercare di sdrammatizzare questa situazione e rendere questo periodo un po' meno denso e pesante di quanto già non sia <3
Grazie a tutti i miei amici che mi hanno taggato. Siete l'amore e vi mando un abbraccio enorme, gigante, immenso.
Vorrei taggare chi lo deve ancora fare così ci possiamo giocare tutti ma sicuramente qualcuno lo avrà già fatto:
@sbrodolare (FALLO SORELLA) @alicein1994 @cali-go @definizionetestaimmobile @evitabilierrori @fango-e-caviale @fogliettoillustrativo (ti metto perché non me lo so auto fare terrorismo psicologico eheh) @h-lmie @il-pianoforte-scordato @nientediche-e @neltempodiuncaffe @queennica (perché mi manchi) @spaziodisolitudine @scrivoeavoltelanottedormo @tantepau @trattengo-ilfiato @uncampodineve @yogurtbianco @ti-porto-io @tikibombom @vogliofarelafotografa @ifileavetonight @thecatcherinthemind @souvlakispac3station (consorella frocia tivibi)
#scusate raga se quando faccio questi giochi ci metto na vita#restate sintonizzati per la ricetta di domani#stasera elargisco amore e mando abbracci a tutti#non odiatemi se vi ho taggati 🙈#UNOOOOO
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MANUALE DI SOPRAVVIVENZA DURANTE LA QUARANTENA PT.2
allora il primo post per combattere la quarantena è piaciuto, quindi ne farò un altro, anche perché sto sperimentando un sacco di cose in questi giorni.
15 LIBRI CHE POTETE LEGGERE NELLA QUARANTENA:
la saga di harry potter, J.K. Rowling
la saga di percy jackson, Rick Riordan
la saga di shadowhunters, Cassandra Clare
gomorra, Roberto Saviano
Hard Times, Charles Dickens (ce l'ho in inglese, in italiano presumo che lo troviate come tempi difficili)
The Help, Kathrynn Stockett
Liv Forever, Amy Talkington
La Pianista Di Auschwitz, Suzy Zail
Tredici, Jay Asher
Darkest Minds, Alexandra Bracken
Beautiful Creatures, Kami Garcia & Marfaret Stohl
Simonetta Agnello Hornby, Il male che si deve raccontare
Laggiù mi hanno detto che c'è il sole, Gayle Forman
la saga di giovani, carine e bugiarde, Sara Shepard (sì, sono i libri da cui è tratto pretty little liars, ma sono completamente diversi rispetto alla serie, è simile solo il primo libro che è praticamente la prima puntata, poi cambia completamente)
Cercando Alaska, John Green
i primi 3 sono saghe e vi occuperanno diverso tempo, ma di shadowhunters consiglio soprattutto le origini che sono veramente belle.
12 GIOCHI DA POTER FARE A CASA SE AVETE FRATELLI O SORELLE:
l'uno
nome, cognome, città
il gioco dell'impiccato
monopoli (per chi lo possiede, ma penso quasi tutti)
jenga (come sopra, ma su amazon dovreste trovarlo)
cluedo (come sopra)
trivial pursuit (uguale)
il labirinto magico (uguale)
qualunque gioco fattibile con le carte siciliane (si, vivo in sicilia)
qualunque gioco fattibile con le carte di scala 40
scotland yard (io ad esempio nin ce l'ho ma quest'estate con i miei amici ci divertivamo un sacco quindi se ce l'avete/potete comprarlo meglio per voi)
risiko (eddai questo qua ce lo abbiamo tutti)
questa è qualche idea ovviamente. nelle prossime settimane farò altre liste probabilmente, perché boh chissà quanto staremo chiusi in casa. mi raccomando, come si dice qua, stapitivi queti e soprattutto, stapitivi intra che ora come ora fa solo bene, ma cercate di non impazzire. ne usciremo vivi, abbiate speranza. 🤞🏻
-Chiara Pi
#quarantena#netflix italia#frasi italiane#italia#canzoni italiane#rap italiano#amore non corrisposto#amore amaro#amore perduto#amore#amore vero#amore puro#amore mio#coronavirus#state a casa#io resto a casa#sicilia#sicily#sicilian#ideeregalo#ideekids#amore triste#citazioni tristezza#me siento triste#escritos tristes#good times#time#current time#story time
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Ringrazio @lostsoulsswimminginafishboul per aver risposto fiducia in me ed aver pensato che potessi consigliare qualcosa di interessante; cosa che comunque tenterò di fare perché avere qualche valido motivo in più per starsene tranquilli in casa non fa male a nessuno, al momento. Dunque..
Film: non sono una grande patita di film, ma proverò a consigliarne uno per genere, per quel che conosco; Guardiani della Galassia 1 e 2 (+ tutti i film della Marvel, coraggio, a chi non piacciono? Poi sono abbastanza da tenervi incollati a quel divano), se invece avete voglia di piangere c'è "Amore e altri rimedi", Schindler's List, oppure se siete pigri direttamente dal catalogo Netflix, Will Hunting, The Truman Show, 6 Underground, Murder Mistery..
Libro: Doctor Sleep di Stephen King, qualsiasi libro di Wulf Dorn (Il superstite, il mio cuore cattivo, la psicologa, Phobia, Gli Eredi; qualunque, meritano da morire)
Serie tv: (qui potrei andarci giù pesante ma cercherò di fare una lista ridotta) The witcher, Game of thrones, Mindhunter, Friends, Outlander, Shameless, Supernatural, Grimm, 2 Broke Girls
Canzone: ultimamente sto ascoltando molto volentieri I Pinguini Tattitici Nucleari, completamente fuori dal mio solito genere però visto che abbiamo tutti del tempo da occupare perché non dargli un'occasione? Altrimenti Blackbear, Periphery, Bullet for mi Valentine.
Ricetta: plumcake allo yogurt o una semplice torta fatta in casa con qualsiasi cosa troviate nel frigorifero, o i classici cookies americani, ci sono tante cose belle da fare, basta anche solo un po' di fantasia con i dolci
Gioco da tavola: Monopoli, Risiko, Scarabeo, Cluedo
Altre attività: coccolare il vostro cucciolo di casa (se ne avete uno), disegnare, scrivere, cogliere l'occasione per mettere a posto la vostra casa/camera, dedicare un po' di tempo alla vostra persona o ai cari che vi circondano (se siete fortunati e li avete vicini)
Spero possa tornare utile a qualcuno, gestire questo tempo come meglio credete ma fatelo com accortezza, pensate al bene vostro e di chi vi sta intorno una volta tanto. Qualche giorno in casa, un po' di sacrificio, qualche serie tv/film spuntata dalla lista e passerà presto. 🌹
Non taggo nessuno ma chiunque voglia consigliare qualcosa da fare/leggere/guardare, lo faccia pure.
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Domenica.
Oggi ho fatto un giro per cercare il pulitore per le barre lisce di Prusetta (la mia stampante 3D) e il lubrificante per le suddette, ho comprato due prodotti costati anche poco e mentre che c'ero ho fatto un giro al centro commerciale per vedere se nel negozio per l'arte e l'hobby (si chiama proprio così kunst & hobby) hanno il DAS che volevo provare per chiudere le fessure del dado del gioco che voglio proporre come primo prodotto a quelli del fondo di disoccupazione in modo che mi danno i soldi per aprire st'attività. Poi mentre che c'ero ho pensato di andare a fare 4 chiacchere col milanese perché vuole la mia caponata per il suo italian food event che fa una volta al mese nel ristorante del coglione pugliese. Mentre aspettavo che serviva una cliente è spuntato, manco a dirlo e ho ripiegato andando via, solo per il semplice fatto che si è comportato male mancandomi di rispetto, oltre a licenziarmi malamente, e meriterebbe un paio di scarpe di cemento e un tuffo in mare. Quindi sono tornato a casa e aperto il telefono mi sono trovato una chiamata e un messaggio dell'ambrogio che mi diceva che è andato via, oramai era a casa e ne parliamo la prossima volta.
Ieri nella chat degli ex amici il pianista ha scritto la sua voglia di giocare a risiko, che io so benissimo che non è un gioco che gli piace anche perché 9 volte su 10 si arrende quando legge l'obbiettivo dicendo :'Ma non potrò vincere mai ma che merda di gioco' e così facendo è un giocatore inutile; levando il fatto che è un gioco e quindi non ha importanza se si perde o si vince tu gioca al meglio e se non puoi vincere alleati con chi ne ha bisogno e fallo vincere, per esempio, ma è un perdente di natura quindi si arrende al primo sassolino. Ma come consiglio in stato alcolico del docSpock che mi ha detto:'Ma diglielo, sei uno che dice le cose in faccia tranne questa, digli che ha rotto i coglioni e che se ne vada a fanculo', questo perché per come la vedo io lui vuole fare queste riunioni per fumare, non può comprare o farsi le canne a casa perché sua moglie non vuole, forse si dovrebbe dire quella a cui lui ha consegnato i coglioni, ma evitiamo cattiverie. Quello che fai della tua vita sono affari tuoi, ma non rompere i coglioni. Ho scritto quella cosa delle 9 volte su 10 mettendo alcune faccine ridenti, così per rendere la cosa più comica, però come oramai accade spesso dopo i miei interventi smettono di scrivere, ho scritto in un post tempo fa che sono convinto che hanno una chat alternativa e che si mettono d'accordo la per evitare che io sappia le cose che fanno, come se a me interessasse di quello che fanno loro, che poi siamo restati in 3, io il pianista coglione e il pizzaiolo zanza ignorantone, gli altri sono andati a vivere altrove, ovvio chi è sano di mente non resta in questo posto piatto e senza sbocchi per gli stranieri, anche se erano tutti ricercatori con portafoglio, hanno fatto bene, ma per questo loro sono fuori da questo giochino che secondo me è anche orchestrato dal pugliese sopra citato, un ignorantone figlio di papà classico quaquaraqua dei centri sociali, che è più fascista di quelli di casa pound. Avevo pensato di uscirmene da quella chat tanto a che serve se non mi rispondono e se ghostano da bravi millenials, se non sono cresciuti e pensano di essere grandi solo per cronologia si sbagliano, sono dei bambinetti, ma prima di farlo vomiterei tutto, tanto non mi cagano comunque; l'unico motivo per cui resto è perché sto aspettando sulla riva del fiume la notizia che il pizzaiolo lingua lunga darà un giorno di un energumeno ubriaco che ha picchiato il coglione, giusto per ridere come un matto e godere del karma, sono sicuro che accadrà prima o poi. Concludendo mi dispiace per metà, alla fine a cosa serviva questa unione, che è nata dal fatto che erano tutti soli tranne me, unione per fumare, bere e sparare cazzate, anche, ci stava in quel periodo ma come capita spesso se si esce da quella confort zone nessuno è in grado di reggere. Fa anche molto il fatto che io ho smesso di bere e che loro comunque hanno sempre frequentato quella bettola, non gli ho mai detto di non andarci non avrebbe avuto senso a differenza di quel coglione che sono sicuro, conoscendolo, che mi ha denigrato in tutte le sfumature possibili, persone con il QI di un piatto di spaghetti in frigo da 8 giorni. Concludendo ho pensato che ogni volta che scriveranno risponderò subito, così gli spezzo il fiato, siccome si bloccheranno gli dirò quello che penso e andrò via.
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Il mio caro vecchio nuovo WSM
EDITORIALE | articolo di Mikalic - 31 marzo 2021 In tutti questi anni molti utenti hanno attraversato questo angolo blu di Internet: una selva in cui molti sono entrati, tanti sono scappati, pochi sono sopravvissuti.
* * * É valida anche per WSM la teoria darwiniana? Sono sopravvissuti quelli che hanno saputo adattarsi meglio ai cambiamenti? Si sono estinti i più deboli? Forse il seguente articolo non avrà basi scientifiche, sicuramente non farà la storia ma racconta una storia. É una storia che rende un tributo a quanti sono stati parte di una comunità che vorremmo potesse durare ancora e allo stesso tempo rende onore a quanti, nonostante tutte le pietre di inciampo sul percorso, sono ancora qui. Perché se è vero che molti sono entrati, tanti sono scappati e pochi sono sopravvissuti, sicuramente tutti, almeno una volta, si saranno posti questa amletica domanda: che faccio, mollo tutto o no? Abbandono o no questo pazzo mondo a tinte blu? Non siamo mai stati in tanti su WSM. Sicuramente c'è stato un periodo dove c'erano più utenti attivi rispetto ad oggi, centinaia di compravendite vere e truccate, centinaia di thread nel forum e personaggi che avevano sempre qualcosa di nuovo da proporre o qualcosa di cui lamentarsi. Era un mondo piccolo ma molto popolato, c’erano pochi spazi ma molto frequentati e un surplus di lavoro per la commissione. C’erano le polemiche, i ban, c’era chi giocava d'intuito senza guardare le medie dei giocatori dai programmini excel, c'era chi cambiava squadra ogni stagione e chi invece è sempre stato lì. C’era chi aveva cominciato da poco, chi si prendeva un anno sabbatico, chi si godeva le ultime preoccupazioni universitarie tra un Mojito o un Negroni sbagliato, chi aveva cominciato da poco a studiare all'università e chi alla stessa età faceva l’operaio o consegnava le pizze a domicilio. Poi c'erano i vecchi brontoloni. C’era tutto un mondo di utenti dentro e fuori WSM, tante storie da leggere e da raccontare, tanto di tutto come in un mercatino delle pulci dove la perla può sfuggire agli occhi spaesati dalla sovrastimolazione, salvo poi rimpiangere anni dopo di non averla acquistata. A distanza di tanti anni molte cose su WSM sono rimaste uguali ad allora, così come i vecchi brontoloni sono sempre lì, gli unici che non sono né invecchiati né cambiati. Quando ho iniziato io era il 2009, nella vita reale l'Inter vinceva il suo 17esimo scudetto, il Barcellona alzava la Champions League battendo il Manchester United allo Stadio Olimpico e Usain Bolt stabiliva il nuovo record dei 100 metri ai campionati del mondo di atletica leggera con l'eccezionale tempo di 9.58. La musica passava dal ”Maledetto Ciao” di Gianna Nannini, al “Sincerità” di Arisa, fino ad arrivare a “Paparazzi” di Lady Gaga. Al cinema spopolava “Avatar”, “Bastardi senza gloria” e l'apocalittico "2012". Youtube era nato da poco, Facebook pure, a twittare erano solo gli uccellini e la rivoluzione 2.0 dell’era informazionale era alle porte, mentre la facevano da padrona i tornei alla Playstation e resistevano i giochi in scatola come “Risiko”. Tanta gente è andata via, alcuni sono tornati, molti sono scomparsi e forse tutti ci siamo divertiti, allora come adesso. A dodici anni di distanza chi è sopravvissuto e come? Ci divertiamo ancora al nostro manageriale preferito? Poche, pochissime cose sono cambiate all'interno del gioco. Recentemente la pennellata di blu ha trasformato profondamente l'impatto grafico, spazzando via il bianco e dando a prima vista un senso di innovazione. Precedentemente era toccato invece allo staff tecnico, decisamente semplificato grazie all'avvento dei pacchetti staff. Così come le modifiche sul calo di abilità dei giocatori anziani fino all’introduzione del limite massimo degli over-32 per ogni rosa. Si è poi passati a sdoganare le seconde squadre per gli utenti supporter, fino all'ultima trovata degli utenti junior. In effetti sembra sia stato cambiato tutto e niente, probabilmente perché molti utenti si aspettavano modifiche che li mettessero in grado di operare in modo da aver ragione o torto a seconda delle scelte effettuate, sopratutto dal punto di vista del motore di gioco. Tolti di mezzo alcuni fastidiosi bug, la mancata possibilità di incidere in maniera concreta sugli stili, affidandosi magari a nuovi moduli di gioco, rimane senza dubbio il principale motivo di malcontento da parte dell'utente medio. Lo sbarco della nuova gestione ha rinnovato però la fiducia anche nei cari vecchi utenti brontoloni, rassicurandoli sul futuro sviluppo del game. Seppur senza particolari promesse, oggi WSM sta navigando con fiducia verso nuovi orizzonti, lasciando accesa la speranza di approdare - prima o poi - in nuove terre del divertimento ancora inesplorate. Gli utenti che hanno abbandonato il gioco in questi anni probabilmente lo hanno fatto per il solito, ineluttabile e totemico random o per la casualità nelle logiche del motore di gioco. Tanti, forse tutti, abbiamo avuto la schiuma alla bocca almeno una volta nella nostra esperienza e non consola il fatto che WSM sia un gioco probabilistico e quindi quando si ha il 99% di probabilità di vittoria la realtà è che c’è l’1% di probabilità di sconfitta. Che puntualmente si verifica. Dopo questa tragica analisi chi è rimasto? Che tipo di utente ha resistito imperterrito? Forse la descrizione più azzeccata potrebbe essere quella parafrasata dal mitico Mandrake in “Febbre da Cavallo”: «Chi gioca a WSM è un misto, un cocktail, un frullato de robba, un minorato, un incosciente, un regazzino, un dritto e un fregnone, un milionario pure se nun c'ha na lira e uno che nun c'ha na lira pure se è milionario. Un fanatico, un credulone, un buciardo, un pollo, è uno che passa sopra a tutto e sotto a tutto, è uno che 'mpiccia, traffica, imbroglia, more, azzarda, spera, rimore e tutto per poter dire: Ho vinto! E adesso v'ho fregato a tutti e mo' beccate questa... tié!. Ecco chi è il giocatore di WSM». Non sappiamo ancora quali saranno le migliorie di WSM del prossimo futuro, sappiamo però quello che WSM è diventato per noi in questi anni. Una comunità che ci accomuna e ci unisce giorno per giorno, una realtà diversa da tutte le altre, dallo stile retrò ma che si impegna allo stesso tempo di essere innovativa, anche e sopratutto grazie all'apporto della sua utenza. E da quel punto di vista, ragazzi miei, abbiamo già vinto. Buon finale di stagione e buon mercato a tutti. __________
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In questa newsletter non siamo mai stati fan di Mark Zuckerberg. Non tanto e non solo per l’immensa capacità di condizionare le nostre vite che ha raggiunto il fondatore di Facebook: la lista dei potenti è troppo lunga per averli tutti sullo stomaco. È che Zuck è proprio speciale, non solo perché il suo potere già smisurato non smette di estendersi, ma soprattutto perché di questo geniale ipernarcisista sono ancora impercettibili alcuni elementi essenziali: il quadro di valori, il livello di coscienza, la frequenza degli scrupoli, i confini dell’ego. La fenomenologia di Zuckerberg è un work in progress, se ne dovranno occupare almeno un paio di generazioni di esperti di ogni ramo: massmediologi, sociologi, politologi, psicanalisti, economisti, storici, criminologi. Qui e ora conviene però seguirlo passo passo, perché ogni sua mossa è decisiva. L’ultima è il rifiuto, contrariamente al boss di Twitter Jack Dorsey, di prendere le distanze dalle minacce di Trump ai rivoltosi americani, un rifiuto per nulla compensato dalla personale condanna della violenza presidenziale. Ne è seguita l’insubordinazione dei dipendenti di Facebook. Il tema più evidente, e importante, è la responsabilità dei social network rispetto ai contenuti che pubblicano, e la difficoltà — ma pure la necessità — di trovare un equilibrio tra il tutto di cui rispondiamo noi giornali e il nulla di cui rispondono loro. Ma il tema di fondo è la personalità di Mark, che tutto dirige, tutto inquina, tutto manipola. Fosse eticamente più strutturato, Mark, allora certamente sarebbero da prendere in considerazione i suoi dubbi sulla possibilità che le piattaforme digitali decidano cosa va pubblicato e cosa «censurato»: per esempio il Wall Street Journal lo prende sul serio e gli dà ragione, gli chiede di superare questo «test di credibilità», di resistere al «bullismo» liberal e di registrare le istigazioni presidenziali all’odio senza fare un plissé, così la gente si fa «la sua idea» e decide. Si potrebbe aprire una discussione importante sul pilatismo interessato di Big Tech, ma anche sull’oggettiva difficoltà di controllare tutto. Ma essendo la struttura etica di Zuckerberg labile, sappiamo perfettamente che questo è solo un paravento per continuare a pubblicare tutto ciò che genera attenzione, e dunque profitti. Per questo è importante chiedersi, periodicamente: In cosa crede Mark Zuckerberg? Cosa c’è nella sua testa? Cosa gli sta a cuore? Cosa lo muove e cosa lo può fermare? Uno dei più importanti zuckologi del mondo è Siva Vaidhyanathan, autore di Antisocial Media: How Facebook Disconnects Us and Undermines Democracy. L’amabile chiacchierata con Trump con cui Zuckerberg ha concluso l’ultima querelle lo ha indotto a fare su Wired un nuovo punto sulla questione. E a chiedersi: un uomo che con tre piattaforme globali come Facebook, WhatsApp e Instagram «è in grado di strutturare l’esperienza culturale e intellettuale di miliardi di persone nel mondo», come può finire a tarallucci e vino con Trump nell’ora «in cui gli Stati Uniti affrontano la peggiore minaccia dalla guerra civile»? Come ha potuto un giovane dall’apparente visone cosmopolita, che va alle marce gay e sostiene l’immigrazione, favorire nel 2016 l’elezione di «un razzista che si vantava di abusi sessuali»? E appoggiare di fatto leadership autoritarie come quelle dell’indiano Modi e del filippino Duterte? «Bisogna chiedersi perché», e la risposta non può essere semplicemente «i soldi». Certamente si copre a destra e a manca: lo ha già fatto con i democratici e forse teme che Trump e i repubblicani gli vadano addosso in caso di rielezione. Ma al di là di queste manovre politiche, resta inevasa la risposta chiave: in che cosa crede davvero? All’inizio Vaidhyanathan lo considerava addirittura un idealista. Uno che credeva, genuinamente e ingenuamente, «nella forza della connessione, della comunicazione, della comunità». C’è un concetto chiave, da non dimenticare mai: «Essendo poco istruito e poco esperto, Zuckerberg non era turbato dai fatti, dalla storia o dalla complessità. La connettività bastava e avanzava». Cresciuto in bolle come Harvard, Silicon Valley — e poi Davos —, «pensavo che non avesse contezza della varietà della crudeltà umana. Che da americano maschio bianco ed etero, fosse ignaro dei modi in cui la “comunità” possa opprimere quanto consolare». E che a furia di frequentare miliardari bianchi che lo adulavano, ne fosse rimasto incantato. Poi è arrivato un libro più aggiornato sui misfatti del social network — Facebook: The Inside Story di Steven Levy — che spiega in modo impressionante «l’entusiasmo con cui Facebook ha assecondato la censura dei governi autoritari», e come si è fatto usare per il genocidio dei Rohingya in Birmania, il terrorismo religioso in Sri Lanka o la propaganda negazionista sui vaccini. È forse Zuck un caso di dissonanza cognitiva, di incoerenza inconsapevole tra valori predicati ed effetti provocati? No, è semplicemente che la passione per la «connettività» convive senza problemi con quella per il potere. E un aneddoto del libro di Levy lo spiega bene. Si rifà alle vaghe reminiscenze di Zuck di storia romana. A quanto pare, ama citare il Catone di Carthago delenda est riferendolo a Google. Shakeratelo con la sua nota venerazione per l’imperatore Augusto (è pure il nome di suo figlio) e il gusto del cocktail sarà riassumibile in una sola parola: Dominio. È la parola che grida nelle riunioni, come se stesse giocando a Risiko. Vaidhyanathan: «Tutto per lui è una partita da vincere. Lui deve vincere. Se milioni di persone si rompono le ossa giocando, il suo piano di gioco servirà comunque al bene superiore di un numero superiore di persone». Lo stesso concetto lo ha usato Marc Isaac, super reporter tecnologico del New York Times, quando la sua collega Shira Ovide gli ha chiesto «di cosa ha paura Zuckerberg». Risposta: «Il dominio è fluttuante, soprattutto nel tech. Credo che sia questo a non far dormire Mark. Ha paura che la gente perda interesse in Facebook, che i suoi concorrenti fuori dagli Stati Uniti lo superino. Sono preoccupazioni valide. Ma per la gente è difficile coglierne il senso quando tre miliardi di persone usano una delle app della compagnia, e Facebook continua ad aumentare i guadagni. Ha paura di essere usurpato, anche se non sembra possa succedere presto».
Il problema è che, nella sua ossessione cesaristica — il potere da conquistare e da rafforzare di continuo nel timore di perderlo — Zuckerberg — come si è visto nella gelida testimonianza al Congresso sullo scandalo di Cambridge Analytica — non è nemmeno sfiorato dal dilemma che prima o poi raggiunge tutte le persone che fanno la fatica di pensare, anch’esso riassumibile in una sola parola: Contraddizione. La contraddizione tra intenzioni dichiarate e conseguenze reali, tra enunciazioni ed eventi, tra il bene che certamente Facebook fa a un sacco di gente tenendole compagnia — lo ha confermato la pandemia: quanto è mancato un Facebook a tanti anziani soli e spaventati — e il male che consente di fare a chi lo usa per fini ignobili. Ancora Mark Isaac. Se gli chiedono se «Facebook fa più bene o male», lui risponde: «Ci penso di continuo. Ma c’è un modo per misurarlo, e decidere quale parte ha vinto?». La domanda retorica sembra una risposta evasiva, ma Isaac aggiunge una frase tremenda: «La questione per tanta gente — o almeno è quello che mi chiedo io — è questa: se la natura di un prodotto consente danni seri, compresa la morte, quel prodotto dovrebbe esistere?». Non c’è però la minima possibilità che Zuckerberg sia preso da simili tormenti esistenziali. Ancora Vaidhyanathan: «Crede in sé stesso in modo così totale, ed è così convinto che la sua visione del mondo funzioni completamente, che è immune dalla dissonanza cognitiva. È immune da nuove evidenze o argomenti. I megalomani non soffrono di dissonanza cognitiva». Insomma, questo dominatore è sì un idealista, ma è «idealista riguardo a sé stesso e alla sua visione di come tutti gli altri debbano vivere». Perché «crede che il meglio per Facebook sia il meglio per noi. A lungo termine, il dominio di Facebook lo redimerà rendendo le nostre vite migliori. Dobbiamo solo arrenderci e fare funzionare tutto questo». Tratta Trump e i suoi simili da governatori locali e li asseconda «perché l’imperatore resta lui». Come sempre, gli imperatori possono essere deposti, se solo ci si ribella. «Forse sta cominciando a succedere. Ma forse è troppo tardi».
#Gianluca Mercuri#Corriere della Sera#Mark Zuckenberg#Facebook#dissonanza cognitiva#narcisismo#Steven Levy#Marc Isaac#Siva Vaidhyanathan
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RisiKo: Curiosità E Segreti Del Gioco In Scatola Più Famoso
Semplicità, longevità, smania di conquista, adrenalina, fato, strategia, allegria. Questo caleidoscopio di emozioni è RisiKo!. Visto il protrarsi di questo isolamento domiciliare urge la riscoperta dei famigerati giochi da tavolo. Per farveli conoscere meglio, o per aiutarvi a riscoprirli, ogni 2-3 giorni pubblicheremo un articolo dedicato ad un gioco in scatola. In modo che la riapertura di questi contenitori ludici ci riporti allegria, vicinanza e anche una sana voglia di vincere. Siate sinceri. Se dico Kamchatka (pronunciato Kamciacca), quale è la prima cosa a cui pensate? Scommetto che è il RisiKo, il piu famoso gioco di strategia da posizionare sul tavolo. Attaccare la lontanissima Kamchatka (o conquistare la Cina) era un rito, per chi come me ha giocato tanto a Risiko, e tuttora continua. Era il momento che tutti aspettavano, l'apice della tensione, l'obiettivo nell'obiettivo, il simbolo di un gioco che a colpi di dado è entrato nell'immaginario di intere generazioni. LEGGI ANCHE... Perchè Giocare Alle Lego Con Mio Figlio Mi Ha Aiutato Come Imprenditore La forza del RisiKo sta nell’essere uno dei pochi giochi in cui chi vince ha ragione nel dire di essere stato il più bravo e chi perde ha ragione nel dire che è stato sfortunato. Ognuno imputa ai dadi la propria sconfitta e alla strategia la propria vittoria. È una sfida in perfetto equilibrio tra fato e intelligenza, che trova la sua energia nella relazione tra le persone: si è coinvolti sempre, perché ogni mossa può influire sull’esito finale. Risiko non è altro che un gioco di strategia bellica in cui dobbiamo conquistare dei territori su un planisfero mondiale, usano il lancio di dadi: 3 a disposizione dell'attacco e 3 a disposizione della difesa. Regole semplici e tattiche degne di un Metternich. Ma ecco qui una serie di curiosità su questo meraviglioso gioco in scatola.
Risiko è un'invenzione Made in Italy
Nasce come prototipo in Francia verso la metà del 1900 con il nome di 'Le balon rouge' e arriva in Italia alla fine degli Anni 60. Sbarca sulle nostre tavole nel 1977 grazie a Editrice Giochi. In Italia viene arricchito da regole rivedute e da una geniale intuizione: l’introduzione dei piccoli carri armati colorati. Un’invenzione made in Italy che non esiste in nessuna delle edizioni internazionali. I carrarmatini ormai sono diventati imprescindibili per un vero amante del RisiKo e la loro assenza può creare fenomeni di isteria o depressione ludica. Ci sono persone che, se non possono usare il loro colore preferito, si disperano e difficilmente vincono: non riescono a seguire la partita, perdono la visione globale del gioco. È un aspetto psicologico divertente e che dice tanto di quanto i carrarmatini siano un elemento ludico fondamentale.
Un curriculum di straordinaria eccellenza
Pur se la prima versione internazionale, chiamata Risk, è del 1965, in Italia RisiKo lo conosciamo dal 1977. Per questo nel 2017 questo gioco ha compiuto i suoi primi 40 anni di onorata carriera e fama. Vanta l'invidiabile palmares di 100 mila pezzi venduti ogni anno e un'affezionatissima community online con più di 15mila iscritti. Senza parlare delle decine di club ufficiali sparsi per il paese, dei numerosi tornei organizzati e dell'enorme, ma impossibile da censire, numero di amici che si ritrovano per cimentarsi nell'arte della guerra.
RisiKo vanta il più alto numero di varianti
Negli anni del suo sviluppo, questo gioco ha mutato molte volte le sue regole. Prima su tutte la comparsa dei carrarmatini, ma anche la conformazione del planisfero, l'utilizzo delle carte e perfino l'importanza dei dadi che, negli anni hanno spostato sempre più l'equilibrio dall'attacco verso la difesa. Ma, cosa più curiosa, è che ogni giocatore, almeno una volta nella vita, ha apportato una sua variante personale, e temporanea. Ci sono quelli che vedono i verdi come alieni, con movimenti tutti loro che devono conquistare il Pianeta, e gli altri si devono difendere. Oppure quelli che, in barba agli obiettivi, stabiliscono che il solo obiettivo è conquistare il mondo (come'era il gioco prima dell'introduzione delle carte obiettivo). D'altronde chi non ha bramato, almeno una volta nella vita, di pronunciare 'Il Mondo è Miooooo!'. Con RisiKo è possibile. Fatene tesoro.
Un nome che mette KO
Il nome di questo gioco in scatola nasconde molti segreti. Nella sua accezione tedesca Risiko significa "Rischio" e non è complicato capire il legame. Ma il corretto modo di scriverlo è con la K maiuscola e con il punto esclamativo finale. Perchè, in quel modo, rappresenta una vera e propria dichiarazione programmatica: mandare KO gli avversari e con l'enfasi esclamativa finale. Anche nel dialetto toscano 'risico' rimanda a 'rischio'. E da qui il famoso proverbio "Chi non risica, non rosica".
RisiKo è ormai diventata una parola del nostro vocabolario
La parola 'RisiKo', che in italiano non ha nessun particolar significato, entra sempre di più nel gergo delle analisi geopolitiche, a dimostrazione di quanto questo gioco sia penetrato nell'immaginario collettivo e sia capace di attivare variabili e riflessioni per niente banali. In fondo è un gioco che ti fa pensare, studiare il tavolo e le mosse da fare e da preparare nella testa; ti spinge a reagire alle tattiche degli altri e alle sconfitte. Infine ti fa analizzare il planisfero del mondo, dando le adeguate considerazioni ai paesi coinvolti. E senza accorgertene poi trasli queste elucubrazioni ludiche, nell'attualità del mondo. Bellissimo!
Imparare la geografia non è mai stato così facile
Mi rivolgo ai patiti di questo gioco. Quanto vi ha aiutato questo gioco a studiare e capire la geografia? Io credo, per me è stato così, che RisiKo ci abbia reso più facile affrontare la geografia. Dove sta il Congo? Oppure la Jacuzia? La Nuova Guinea? Ecc.... Le risposte a queste domande, talvolta, arrivavano, dopo ragionamenti rabberciati, grazie alle nostre partite di RisiKo, perchè conoscevamo bene il planisfero dei carrarmatini. E poi abbiamo imparato che la Cina è un paese molto grande e potente, perchè il suo territorio, sul gioco, confina con tanti stati, deve difendersi su tanti lati ma può attaccare in tante posizioni. Si imparavano i confini degli stati e i confini dei continenti. Insomma una speciale scatola di contenuti geografici di cui fare tesoro! Si può scoprire di più su una persona in un'ora di gioco, che in un anno di conversazionePlatone
Il gergo segreto da conoscere assolutamente
Non poteva mancare un dizionario segreto, spesso riservato ai giocatori più esperti. Una serie di termini in risikese che servono a descrivere alcune situazioni di gioco e alcuni trucchi per vincere la partita. Le alleanze non sarebbero consentite, ma neanche vietate, per cui tutto va nel senso sella vittoria! Fare il panda. E' quando un giocatore, praticamente prossimo a lasciare la partita, viene mantenuto in gioco da altri giocatori in maniera tale da non favorire altri o per ostacolare le loro mosse.L'eliminazione del maiale. Quando si pianifica l’eliminazione di un giocatore dopo una serie di turni.Gioco della carta. Anche chiamato Mutanda, Paradiso della Carta, Stato Cuscinetto e Terra di Nessuno. Due o più giocatori si alleano in maniera implicita o esplicita per conquistare a turno uno stesso territorio fra loro confinante. Così possono aumentare le loro possibilità di rinforzare le loro armate pescando più carte.Teste di ponte. Chiamati anche chiave di volta, stato cardine. Sono quei territori cardine che bloccano l’accesso ad un dato continente e nel contempo permettono di pianificare una strategia di conquista o di ostacolo.
Parola d'ordine: essere spietati
I trucchi, le strategie, le eventuali alleanze vanno tutte nella direzione del vincere a tutti i costi. E per vincere a questo gioco non c'è spazio per la bontà, la misericordia. Dobbiamo essere spietati prima che gli avversari lo siano con noi. Esempio: se un concorrente è in punto di morte, a meno di tattiche condivise, deve essere finito perchè così avrai le sue carte rinforzo; oppure se qualcuno ha conquistato un continente, è vostro dovere 'rompergli le uova nel paniere dei carrarmati' e conquistargli almeno un territorio di quel continente, così lui non beneficerà dei rinforzi relativi. E il tutto, anche se non è nei vostri piani! Idem vale per l'occupazione di Oceania e Nord America. Sono una miniera di carrarmatini e vale la pena di prenderli anche se non è nel vostro obiettivo. Ed infine.... non abbiate furia, non mirate subito al vostro scopo finale, prima rafforzatevi con calma e poi colpite implacabilmente, senza pietà. A RisiKo la pazienza è la virtù dei forti. Accompagnata dalla spietatezza verso tutti, amici, parenti, moglie e figli. E VOI... Avete un vostro gioco da tavolo preferito?Scrivetecelo nei commenti in fondo alla pagina Risiko! è uno dei giochi classici da tavolo più duraturi e questo suo successo è dovuto, oltre che alla semplicità delle regole, al fatto che stimola in noi profonde emozioni: smania di conquista, adrenalina, risentimento e compassione. Questo può talvolta portare a qualche discussione tra partecipanti ma non preoccupatevi..... basta una spaghettata del dopo gioco e tutto si aggiusta. Come ai vecchi tempi!! Ciao da Tommaso! Vieni a visitarci sulla nostra pagina Facebook e Metti il tuo MiPiace! Read the full article
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#PLAYlist Natale: Tombola? No Grazie!
Con l’avvicinatesi delle feste è il momento di stilare una #Playlist per scongiurare il pericolo Tombola, Mercante in Fiera e Sinco. Eccovi alcuni giochi da tavolo per tenere attorno al tavolo, sia i giocatori più esperti che parenti ed amici del tutto a digiuno di bordame!
Partiamo con il più classico dei giochi per tutti: Dixit. Con le sue meccaniche facili da spiegare, le sue meravigliose carte e, sopra tutto, le reazioni che genera attorno al tavolo è il gioco perfetto per cominciare una serata di gioco sotto l’albero. Una volta distribuite le carte ed annunciato il primo tema potremo da subito vedere le reazioni degli amici e partenti, intenti a cercare la carta che combaci meglio con quel tema e turno dopo turno verranno fuori le definizioni più fantasiose e divertiti anche dai partenti da cui meno ce lo si aspetta. Ad ogni modo anche solo le immagini presenti sulle carte basteranno a convincere a giocare quella zia un po’ stravagante appassionata d’arte e poesia: Attorno al tavolo abbiamo anche la zia artista!
Un altro gioco che basa tutto il suo fascino sull’immaginazione e la creatività dei giocatori è Imagine! Questo gioco si basa su di una serie di carte trasparenti, con dei disegni minimali, da combinare per far indovinare agli altri giocatori degli enigmi. Anche in questo caso sarà il modo in cui le persone combineranno le varie carte a generare il divertimento attorno al tavolo. Una coppa stilizzata combinata ad una spirale può diventare qualsiasi cosa ed una volta capito il tono del gioco si scateneranno momenti di ilarità che nemmeno durante la tombola più sboccata. Comunque, lo stile minimal delle carte ed la possibilità di combinarle tra loro nelle maniere più disparate convinceranno a giocare anche quel cugino un po’ snob: Attorno al tavolo c’è il cugino designer!
Continuiamo a giocare pensando anche a quelli a cui piacciono i classici di Natale, per loro ho pensato di proporre Semenza! Gioco di carte, con grafica fumettosa ed allegra, Semenza ci trasformerà in agricoltori pronti a tutto per avere il campo più ricco e rigoglioso, come? Scambiando le proprie carte, i semi, con quelli degli avversari, attraverso delle animatissime e spietate contrattazioni. La grafica ed i nomi dei vari semi, rappresentati sulle carte, alleggerirà il clima tesissimo delle contrattazioni in gioco così come le meccaniche e le regole del gioco lo renderanno facile da apprendere per tutti. Le spietate contrattazioni convinceranno sedersi Attorno al tavolo anche lo zio che non può fare a meno del Mercante in fiera, con Semenza, però, si gioca davvero.
A questo punto è il momento di digerire gli enormi pasti dei giorni di festa, per questo non c’è nulla di meglio di Kragmortha, il party game delle punizioni. La grafica e l’ambientazione, del fumettista Riccardo Crosa, ci trasporta nello studio del Rigor Mortis: cattivissimo arcimago e noi giocatori saremo trasformati nei suoi goblin, il nostro scopo? Sistemare il suo studio senza farci vedere da lui; nel momento in cui il Rigor sarà disturbato, la sua ira si scatenerà su di noi costringendoci in posizioni assurde (menti sul tavolo, mani a forbice, denti stretti e via dicendo). Purtroppo questo gioco è da molto tempo esaurito ma un suo degno erede, Vudu’, è facilmente reperibile. Questi giochi porteranno Attorno al tavolo anche il Babbo che vuole punire i bambini cattivi!
A questo punto possiamo fare sul serio e giocare a qualcosa di un po’ più profondo ma comunque accessibile a tutti: SmallWorld. In questo gioco dovremmo far espandere in un piccolo mondo, le nostre civiltà a scapito di quelle degli altri giocatori, sfruttando le caratteristiche tipiche delle razze fantasy. Il gioco, semplicissimo da spiegare, è anche abbastanza strategico grazie alle caratteristiche delle razze in gioco e alla possibilità di mandare in declino la propria civiltà per prenderne poi un’altra. Ad ogni modo la possibilità di conquistare territori farà si che Attorno al tavolo possiate invitare anche i cugini che dal 1988 giocano solo a Risiko, e non il legacy proprio quello classico!
Questi 5 giochi da tavolo compongono la #playList delle feste a cui ho pensato per poter accogliere Attorno al tavolo amici e parenti che verranno a casa per le feste poter rispondere al quesito più temuto da tutti i gamer:
“Tombola?”
“NOOOOOOOOOO!”
#PLAYlist#PLAYlist Natale#Around the Table#attorno al tavolo#Dixit#Imagine#kragmortha#Vudu#Semenza#smallworld#Natale#asterion / asmodee italia#giochi uniti#Red Glove#Tombola#Tombola noooo#giochi da tavolo#serata giochi#feste#board game#boardgaming#Board Game Geek#tabletopo#tabletpo gaming#seen on tabletop
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Il malPartito
Ovviamente è il Piddì. Partito anche nel senso di diviso, ovvero fuggito. I calembour si sprecano.
L’Espresso ha dedicato l’ultima copertina al partito che non c’è.
Certo, Renzi ha migliaia e migliaia di colpe, ma il Piddì era già moribondo, altro da sé e dalla sua storia.
Come un volo a sezione aurea, le circonvoluzioni al ribasso fino alla caduta quasi in picchiata si sono strette ad ogni sempre più ravvicinato cambiamento di nome e di logo. Tanti ed inutili nomi e loghi che manco ce li ricordiamo più, in un’ottica di marketing a celare debolezza, frazionismo, correntismo, lotte interne per il potere, ma sopra ogni cosa, inadeguatezza.
Appartengo ad una generazione che ha fatto in tempo a votare il vecchio PCI, che quando non mi ha convinto più (svolta della Bolognina), mi ha spostato maggiormente a sinistra (dove alla fine sono rimasta). Non sono una nostalgica, se non dell’idea che la lotta di classe è necessaria e va fatta con l’aiuto di sindacati leali (non funzionali a sé stessi ed ai giochi di potere interni), che il primo principio di un moderno partito di sinistra è liberare i popoli dalla schiavitù del bisogno. Oltre che dalle guerre. (Si capisce che non sono per le rivoluzioni armate, bensì per quelle che passano per i banchi di scuola, grazie a libri e conoscenza, uguaglianza e solidarietà.)
Il rancore che ha portato gli Italiani a votare il populismo ed il sovranismo nasce - in questi tempi lunghi di crisi mai superata - dall’invidia verso le selezionate ricche e benestanti élite, perché l’ascensore sociale sta portando tutti giù, anche il ceto medio (come ci descrive il recentissimo Rapporto CENSIS-CONAD). Le giovani generazioni italiane non staranno mai meglio dei loro genitori. Salvo i figli delle attuali élite, beninteso, ed i cervelli che sono fuggiti ed ancora fuggiranno.
Psicologicamente parlando, abbiamo pensato di sfogarci votando contro il deludente Piddì, il cui ultimo leader ha mostrato alla sua imberbe classe dirigente come approfittare delle situazioni per sistemarsi, gestire il potere, godere del comando, vendicarsi, minacciare.
Come quasi ai tempi dei Borgia. Renzi ha attuato il più feroce spoil-system che si ricordi dopo il Fascismo ed il suo successo personale, dato da una spregiudicatezza non comune (manco a Berlusconi), ha invogliato all’imitazione giovinotti e giovinotte ad investire nel Piddì per soddisfare ambizioni personali e smania di rivalsa nel combinato disposto di misere doti politiche e competenziali.
La stessa rivalsa vieppiù livorosa che osserviamo in quasi tutti i pentastellari, ancor più poveri di doti politiche e competenziali, miracolati grazie alla nostra disperazione. Angoscia non compresa dal Piddì, troppo intento a ‘farsi banche’, abitare salotti, presidiare i circoli dell’intelligencija, presentare i libri giusti degli intellettuali giusti (gente che si cita a vicenda, in un grazioso minuetto tra soliti noti).
Ma va bene così: dobbiamo soffrire tanto ancora per capire in che pasticcio ci siamo messi. Intanto, ci tocca parlare anche dei terminali territoriali del Piddì, rami secchi ed improduttivi.
Non è possibile nessuna riscossa, nessuna soluzione se gli esponenti locali del Piddì non sono altro che fintamente-bellicosi piccoli capi di piccole tribù, a volte composte solo da sé stessi, in coalizioni che si muovono come nel gioco dei quattro cantoni, anche se i capitribù sono più di cinque. Gli spazi son sempre quelli, i sodali (sempre temporanei) si scelgono a convenienza momentanea e rapidamente reversibile, se non a geometria (o meglio a geografia) variabile: a Napoli con Tizio, a Roma con Caio, in Altirpinia con Sempronio.
Pare una sorta di quadriglia: changez les copains. Ed il ballo degli intrecci ricomincia. Ma son sempre quelli, sempre gli stessi, privi di idee a lungo raggio, buoni a conventicole e magheggi di tessere.
Non li salvano le primarie, né i congressi, né i commissari da Roma. Incocciano peggio dei muli. Rimestano le stesse parole, ricompongono le stesse conventicole. Giocano ad un lillipuziano Risiko con i desertificati territori provinciali.
Mi sovviene la trama di un bel libro di fantascienza, Ristorante al termine dell’universo, di Douglas Adams. La trama è incentrata su di un piccolo manipolo di curiosi che cercano di scoprire chi governa l’Universo (mutatis mutandis, in effetti, ancora non capiamo, manco noi Irpini, chi governa il Piddì locale. La differenza col romanzo è che noi Irpini non siamo curiosi: siamo stanchi). Un sub-sub-plotdel medesimo romanzo consiste nella descrizione di un ristorante localizzato temporalmente in prossimità del Big Bang primordiale. Ogni sera – grazie alla tecnologia per i viaggi nel tempo – chiunque nell’Universo conosciuto può recarsi nel locale e cenare ammirando i verdi bagliori dell’imminente esplosione. Ogni sera un nuovo uguale inizio. Come il Piddì che ricomincia sempre e noi lì a guardare lo spettacolo che ormai non meraviglia più, tanto ne siamo adusi.
P.S.: Se non erro, la hit Il più grande spettacolo dopo il Big Bang(di Jovanotti) è stata la colonna sonora della Leopolda del 2011.
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Si stava meglio, quando si stava peggio. In GoT.
Spirale certezza- compiacenza:Meccanismo che ha dato luogo alla ripetizione in modo acritico delle tesi conferendo loro credibilità e anzi, amplificandone la valenza: "più si è certi che un fatto esista, meno si dubita delle tesi avanzate da altri." Così accade che anche idee basate su affermazioni non supportate dall'evidenza vengono citate in modo automatico, come se invece presentassero prove ed evidenze. L'opinione sostituisce la riflessione ponderata e le percezioni del senso comune prendono il posto dell'evidenza. Piuttosto che formulare ipotesi robuste da testare, le tesi vengono ripetute come fossero verità incontrovertibili, fatti assodati, riducendo così la possibilità di un dibattito aperto e razionale. ( Bennet e Maton 2010)
è ormai consueitudine e luogo comune definire la settima stagione una schifezza. Consolatevi, non siete i soli. Infatti molte testate giornalistiche e siti hanno decretato questa ultima stagione, come la peggiore. ( qui , qui ed anche qui per dirne sono tre)
Vogliamo ricordare il perchè? Buchi di trama, narrativa illogica, teletrasporto, dialoghi piatti... Ma in realtà i problemi sono iniziati molto prima: già nella 5 stagione, si annusava un aria diversa. Che fosse sparito il lavoro certosino, complesso e accurato, per fare spazio "ad una trama che va avanti a qualunque costo", mi sembra la risposta migliore.
Ma noi sappiamo il perchè di ciò: Martin dalla quinta stagione in poi ha abbandonato la serie, lasciando praticamente tutto in mano a D&D, che si sono trovati a fronteggiare una storia caotica, piena di colpi di scena intelligenti, con storie parallele e collegate una con l'altra. Loro ci hanno provato, ed a mio parere, hanno scelto un approccio più scenografico che pompasse il colpo di scena, piuttosto che la fredda logica. Per dirla in altri termini: non è importante il come succede, ma basta che succeda. Un esempio tra tutti, i Cavalieri della Valle che intervengono nella Battaglia dei Bastardi. Da un punto di vista scenografico e di sorpresa, nulla da dire per carità. I problemi arrivano quando il fan si fa due conti e capisce che quello che si è visto, è difficile che accada. Da dove sono arrivati? Come hanno fatto a raggiungere Grande Inverno senza che nessuno si è accorto di nulla? Perchè Sansa non ha detto nulla a Jon?
Questo è il problema: il fan di Got, è un fan pensante. Non si accontenta del misero colpo di scena, ma vuole una sorpresa che quando arriva, può riguardare agli avvisi precedenti e maledirsi perchè non ha visto arrivare niente. Dopo anni di studi, siamo diventati esperti nel gioco del Risiko di Westeros, abbiamo affinato il nostro sapere giuridico sul diritto medievale, abbiamo frequentato corsi di etica e politica. Abbiamo studiato con Macchiavelli e sviscerato temi come la schiavitù, la giustizia, la fede, il fanatismo, l'onore. Siamo ufficialmente pronti, occhiali da nerd in bella vista, a mettere alla prova tutto il nostro sapere, di fronte a Got.
E poi... arriva la settima stagione. E basta pensare a quale è la differenza di contesto, tra la morte di Ned e quella di Petyr, ad esempio.
E la settima stagione è l'apoteosi di tutto questo: grandi sorprese non ce ne erano ( anche perchè gli spoiler giravano da mesi) con una trama che è stata di un piattume assoluto. Personaggi che compiono azioni illogiche ( cattura del non-morto in testa), caratterizzazioni dei personaggi bruciate ( Arya miss killer), relazioni create con la livella, coronano una stagione, per me, da dimenticare. Detto tutto ciò, è pienamente comprensibile il clima di sospetto che aleggia tra i fan per la prossima stagione. Ed è una buona cosa. Essere sospettosi aiuta ad avere una mente critica e razionale delle vicende, dando la giusta importanza agli eventi e personaggi senza cadere nel fanatismo. Permette inoltre di essere più obbiettivi ed aperti a nuove teorie seguendo la logica. Essere critici con questa serie, significa che ci piace abbastanza da non volerla vedere trattata cosi. La cosa assume contorni preoccupanti e fastidiosi però, quando questa sospettosità diviene disfattismo, venendolo pubblicizzato ovunque. Quando la bruttura racchiusa in questa stagione, contamina anche un futuro di cui non si sa nulla. Sono piuttosto sicura che avrete letto milioni di volte la frase " finisce con la morte di tutti".
Questa non è per me una frase intelligente detta con cognizione di causa ma una, detta per pubblicizzare la propria delusione al mondo. Ed a me sta bene, come detto prima, che siamo delusi, è legittimo esserlo. Quello che è illegittimo, è sbandierare la nostra delusione su una cosa che ancora non abbiamo nemmeno visto, e di cui a ragion fatta, non ne sappiamo nulla.
E se prendiamo per acclarato che D&D siano cani, allora dobbiamo anche prendere per buono che il finale, e quindi l'ottava stagione, sarà la stessa dei libri. ( di cui mai ci siamo lamentati). D'altronde non abbiamo urlato al fanservice di fronte alla relazione Brienne/ Jamie. Non ci siamo strappati i capelli quando le uova di Dany si sono schiuse, perchè dai era palese. (O uscivano dei draghi o una frittata). Incredibile a dirsi, i finali più probabili sono un inno alla concordia. Perchè se è vero che l'ottava stagione farà schifo, è anche vero che abbiamo scelto dei finali che mettono d'accordo tutti. Il primo, è quello dove appunto muoiono tutti e per forza di cose, siamo tutti d'accordo. Il secondo, quello che prevede Jon e Dany morti, con pargolo accudito da Sansa e Tyrion, e mette d'accordo Stark, Targaryen e Lannister. Quanto amore!
E trovo tutto ciò degno di riflessione: Se infatti viene chiesto il perchè di questi finali, la risposta più data è solitamente perchè sono i più brutti e quindi in linea, con l'orrore delle passate stagioni. Sono finali palesi, fanservice e che mettono d'accordo chiunque. Qui, mi sembra che sia di nuovo è il disfattismo a parlare.
Permettetemi dunque un giudizio: questa è una risposta paracula, data per giustificare un finale paraculo! è infatti comodo e semplice creare questi finali, che non tengono conto di svariate criticità:
dove si trovano ad esempio, riferimenti ad una futura restaurazione Targaryen?
che fine hanno fatto in questo idilliaco finale, Gendry, Arya, Bran, Brienne...?
Cosa è successo al Re della Notte?
Se i Targaryen tornano al potere, la Ribellione di Robert a cosa è servita?
Che bisogno c'era di creare la R+L, se tanto Jon crepa e sale al trono il figlio? Politicamente quindi la parentela di Jon non vale niente?
siamo sicuri che Sansa e Tyrion vorranno tornare insieme?
Perchè il personaggio di Sansa deve badare al figlio di Jon e Dany, come per espiare le colpe della madre?
Come mai la narrazione anzichè andare avanti, da un punto A ad uno B, è tornata a 300 anni fa?
Perchè Tyrion che fino a qualche stagione fa non aveva nessuna possibilità di essere Re, adesso è su un trono? è diventato convenientemente adatto a governare adesso?
" Domanda : Perché pensi che le istituzioni politiche nei Sette Regni siano così deboli?
GRRM : il Regno era unificato con draghi, quindi il difetto del Targaryen era di creare una monarchia assoluta altamente dipendente da loro , con il piccolo consiglio non progettato per avere un vero controllo ed equilibrio. Quindi, senza draghi, ci fu un re selvaggiamente incompetente e megalomane , un principe colpito dall'amore , una brutale guerra civile , un re dissoluto che non sapeva davvero cosa fare con il trono e poi il caos. "
- da un account di fan, GRRM in Messico , 2016.
Ricordo per i fan più disattenti che Martin disse espressamente che Dany e Jon sono il 10% della storia totale. 10%. E noi siamo cosi disfattisti e paraculi da creare un finale che non solo non ci piace, ma non tiene nemmeno conto delle parole stesse dell'autore.
Questa è magia.
Questo è solo un esempio che è applicabile anche a tutti i finali creati con "poco sforzo", sull'onda dello sconforto.
Come siamo passati da questo:
"I draghi sono il deterrente nucleare , e solo Daenerys Targaryen, li possiede, che in qualche modo la rende la persona più potente del mondo", ha detto Martin nel 2011. "Ma è sufficiente? Questi sono i tipi di problemi che sto cercando di esplorare. Gli Stati Uniti adesso hanno la capacità di distruggere il mondo con il nostro arsenale nucleare, ma ciò non significa che possiamo raggiungere specifici obiettivi geopolitici. Il potere è più sottile di quello. Puoi avere il potere di distruggere, ma non ti dà il potere di riformare, migliorare o costruire ".
...che è un argomento su cui dibattere, a "va beh che ci pensiamo a fare, che tanto muoiono tutti!" ?
Quando risponde alla domanda per descrivere la sua storia, Martin dice quanto segue: Ho cercato di fondere la fantasia epica con la narrativa storica per catturare parte della grinta e del realismo che vedo nella migliore narrativa storica, e iniettarla in una modello di fantasia. (...). Tematicamente, il potere è al centro di questo: l'uso del potere, le influenze corruttrici del potere, ciò che le persone faranno per ottenere potere e ciò che il potere farà a loro. E riguarda la politica. Non è un'allegoria. (...) Ci sono alcune cose che sto cercando di dire sulla politica, la governance, l'uso del potere, i re e tutte queste cose.
Poi arriviamo noi e in cinque minuti decretiamo che tutto ciò è inutile.
Concludendo: Il problema non è se questi finali siano possibili e no, ma la motivazione che li ha creati che mi sembrano provenire dallo sconforto. Non vorrei che la brutta opinione che ci siamo fatti su dove sta andando la serie tv, sostituisca la riflessione razionale e che le nostre percezioni prendano il posto dell'evidenza. Cosi facendo piuttosto che formulare delle buone teorie da provare, le tesi vengono ripetute come fossero verità assoluta, fatti certi, riducendo così la possibilità di un dibattito aperto e razionale.
Mi rende triste leggere di gente che liquida in due frasi, una storia complessa, pregna di sottotesti e simbolismi, perchè delusa dall’andamento fanservice e prevedibile dell’ultima stagione. Possiamo fare di meglio e dobbiamo fare di meglio!
C’è gente che crea e partecipa a gdr a tema Got e cosplay. Gente che scrive meta intelligenti e riflessioni molto acute o fanfiction. Ci sono persone che hanno tazze, magliette, puzzle e tutto il comprabile solo per testimoniare il suo amore per Got. E allora innalziamo quest’amore per Game of Thrones in modo intelligente e senza farci condizionare dalle brutte esperienze.
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CoronaVirus.Le mascherine non servono
L’OMS afferma che le mascherine non servono,o meglio,servono solo ai contagiati e agli operatori sanitari.
Questa emergenza sembra trasformarsi, di giorno in giorno, al famoso gioco da tavolo “Risiko“, se non fosse per il semplice fatto che in Italia hanno perso la vita e non hanno avuto degna sepoltura 14.000 “essere umani“,senza considerare i contagiati.
I decessi a livello globale sono…
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Giochi da fare in casa: a ogni età il suo 😁
Giochi da fare in casa??? Il piccolo è a casa, desiderate passare del tempo di qualità con lui, ma, acciderbolina, il tempo lascia quantomeno a desiderare. E per fortuna che siamo in estate! Abbiate fede: se è vero che non potrà giocare all’aperto coi suoi amichetti, potrà comunque divertirsi. Certo che, penserete, accontentarlo è un' impresa. Specie se un po’ più grandicello si richiede spirito d’iniziativa per accontentarli. Per quanto riguarda alcuni passatempi, sono magari troppo complessi per lui, o semplicimente noioso. Alcuni, tra cui veri e propri classici, andranno comunque facilmente incontro ai loro gusti. Intratterranno e, perché no, trasmetteranno, talvolta, lezioni preziose. Basta indugiare e andiamo a vedere un po’ i giochi da fare in casa. Per orientarvi meglio li classificheremo a seconda dell’età consigliata.
Giochi da fare in casa
Giochi per bambini 0-3 anni
La scatola dei travestimenti. È un gioco di ruolo. Non troppo elaborato, per fortuna! Vestiti dei loro personaggi preferiti, cappello, occhiali, trucco e parrucco: prendete tutto ciò che incentivi la fantasia del bambino e infilatelo in una scatola o un cesto. In questo modo stimolerete la parte creativa. Peluche. Orsetti morbidosi o eroi che ammirano in tv piaceranno senz'altro. Comunque vi sconsigliamo gli amici ‘pelosetti’: il piccolo tende a mettere in bocca qualunque cosa gli capiti sotto tiro! Libro tattile. Stando a quanto riferiscono gli esperti, giochi da fare in casa quando piove non prefabbricati, costruiti con materiali naturali e di recupero, stimolano maggiormente i sensi. Preparate dunque, se il tempo ve lo permette, un libro sensoriale. Attraverso anche i più comuni prodotti casalinghi (carta vetrata, spugna per i piatti…), tagliati della stessa dimensione, costruite pagine diverse e assemblatele. Altrimenti, procuratevi libri sonori. In commercio se ne trovano di vario tipo: quelli che riproducono uno strumento musicale, canzoncine a tema e, i più in voga, versi degli animali. Lavagna magica. Non sapete come tenerlo a bada? Qui c’è la soluzione che giusta. I chiodi e le polveri, presenti all’interno di essa, sono in ferro e si orientano su un campo generato dalla penna, rigorosamente magnetica. E con una gomma speciale per cancellare l’elaborato. Come tanti altri genitori prima di voi lo troverete comodo: non consumerete carta e, soprattutto, impedirete ai vostri figli di imbrattare la casa! Giochi per bambini 3-5 anni
Cucine. La figura dello chef suscita naturale curiosità nei confronti dei bambini. A maggior ragione nell’attuale periodo. Basta fare zapping col telecomando per imbattersi in canali monotematici o format di successo. Regalagli cucine giocattolo e ne sarà felicissimo! Continuano a piacere anche dopo un sacco di tempo. Libri da colorare. Siamo tornati ad apprezzarli noi adulti, figurarsi poi se non possono piacere ai piccoli! Rilassano e danno libero sfogo all’estro con libri pensati apposta per loro. Tra pastelli colorati e pennarelli, anche lavabili! Puzzle. Appassionanti e utili: allenano il pensiero logico e coltivano la pazienza. Sfide coinvolgenti aiutano a sviluppare, passo passo, capacità associative e abilità. Sin dalla primissima infanzia è possibile giocarci, chiaramente con modelli a loro rivolti. Sabbia magica. Di recente ha preso piede. Per coloro che non avessero mai sentito parlare, consiste in un gioco a base di sabbia. Mescolata con composti idrofobici, rimane compatta e consente di realizzare formine. Uno strato d’aria, creatosi attorno, le conferisce, in acqua, un aspetto argenteo: così non si bagnerà. Giochi per bambini 6-10 anni
Costruzioni. Giunti a questa età potete comodamente affidargli costruzioni in plastica. Qui la scelta ricade sui Lego: non li si troveranno a buon mercato, ma volete mettere il piacere che danno a lavoro ultimato? Giochi da tavolo. Oltre ai sempreverdi Monopoli, RisiKo e Scarabeo altri svaghi tengono incollati per ore. Kingdomino, rivisitazione del domino, prevede di costruire il regno più bello, connettendo tessere raffiguranti diversi tipi di paesaggio. Trasmette una lezione importante: si deve saper perdere! Giocare col coding. Se vostro figlio o vostra figlia nutrono una passione smisurata verso i videogiochi potete trarne vantaggio. Il web propone giochi da fare in casa per bambini che lasciano avvicinare il bambino alle basi della programmazione (il coding). Un esempio? L’Ora del codice. Apprenderà le basi al fianco delle icone Disney. Read the full article
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Il grande cortocircuito.
Dopo aver visto la manifestazione di Santoro e il documentario da lui consigliato del 2014 ho capito che è tutta una macchinazione, non credo che mi hanno convinto, ma più che altro ho trovato alcune risposte alle mie domande, quindi poi ho tirato dritto come al solito. Il fine settimana passato è stato all'insegna del malessere per me, forse non solo per me, abbiamo fatto quella cosa della metsamaja (casa nel bosco) ma questa volta invece di essere una gogliardata in totale stato brado si è trasformata nell'addio al celibato del pianista con tanto di sauna e jacuzi riscaldata, senza bolle però, io non ho aderito a nessuna di queste frociate, scusate il termine ma non ne trovo un'altro, in primis perchè penso che la sauna sia rituale e quindi farla ad cazzum, a pagamento mai pagato, mi sembrava un'eresia, la jacuzi è una porcata per conformisti e discotecari che pensano che sia una figata, è na vasca con l'acqua calda questo denota quanto sia facile fare divertire certa gente, quindi per il pianista è stato perfetto, a parte alcune mie stonature perché non puoi dire ad uno che ha fatto il conservatorio che nella registrazione ad cazzum fatta col pizzaiolo era fuori tempo, ma più di una volta si è irritato per quello che facevo, come se gli dava fastidio che io facessi le cose come non le fa lui, ma proprio irritato di brutto, la prima è stata quando ho fatto il caffè dopo il brunch di arrivo: eh ma è acqua colorata - ne ho messo un bel pò, pressato ma è il caffè che fa cagare; confezione quasi piena trovata li, uno di sti caffè estoni da 4 lire che sanno di culo. Poi un altro paio di volte sempre per il caffè, ma l'ultima è stata quella che secondo me lo ha fatto andare di matto, mi diceva merda ma senza guardarmi in faccia e andandosene via, il che Enry mi ha guardato sconvolto e io ho tirato giù gli angoli della bocca e mi sono bevuto il caffè. Poi la cosa fuori tempo e poi il fatto che se non ha un buon obbiettivo a risiko non gioca, cioè non gli frega e si mette al telefono fino a quando non esce dal gioco, cioè se non ti va non giocare, se vuoi stare a guardarti i video del cazzo, ridendo come un idiota e dicendoci a noi guarda qua, guarda questo, meno male che il pizzaiolo lo ha ripreso con : sto giocando, frate, e sono messo male. Proprio con il pizza master abbiamo fatto un discorso su sto povero cristo che si è infilato nella merda con le sue mani e che è palese che non gli va di farlo perché dentro di lui ha capito che sta facendo una cazzata. Il mio amico dell'oceano mi dice che se sono così preoccupato vuol dire che ci tengo a lui come amico, si è vero, infatti me sta sul cazzo lei, che è stata anche la causa del tracollo del progetto che avevamo, porco dio in questo deserto musicale in qualche modo ho trovato qualcuno che si accolla un progetto, eh no perché la signorina le prude la figa, ma vaffa. Detto questo i due giorni sono stati un pò pesantini, nel senso che non pensavo che facesse freddo e non mi sono vestito adeguatamente, quindi ho un pò sofferto, però tutto sommato me la sono cavata, il secondo giorno era meglio ma sempre ventoso, la notte nel mezzo un pò delirio ma passata, ma messi a letto il pianista ha continuato a guardare video e mi dava fastidio, meno male che ero cotto come una zucchina e mi sono addormentato. Altro punto è che secondo me da ora in poi il gruppetto si è ufficialmente sciolto, pizzaman ha il bimbo, moglie e cane, Aziz deve preparare il trasloco non facile da qua alla Spagna, Enry si sa è accoppiato e di solito esce più con quelli del lab, normale, il pianista secondo me per lui il cappio si chiuderà senza pietà e non lo vedrò più, poi andranno via quindi ciao. concludo con una cosa sulla musica, musica si fa per dire, sta cosa che hanno fatto vincere l'ucraina è una porcata, tanto valeva non fare la manifestazione per rispetto delle vittime e dare il premio a loro simbolicamente, come auspicio alla rinascita, na stronzata se l'inventano sempre, ma questo patetico teatrino è stato veramente vomitevole.
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