#giochi da tavolo 2023
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Sotto la 14ª casella del calendario dell'avvento di Around The Table troviamo un gioco che abbiamo già visto nei consigli che vi ho dato il mese scorso con i boardgame per i più piccoli per il Natale: Selfie Birds.
Selfie Birds è un divertentissimo e coloratissimo gioco da tavolo pensato per i più piccoli in cui dovremmo mettere in posa dei vanitosissimi uccellini variopinti, il gioco prevede destrezza, colpo d'occhio e scelte logiche da ponderare con attenzione. Selfie Birds prevede sia una modalità competitiva che una collaborativa che condividono grossomodo lo stesso gameplay, però giocando in modalità cooperativa, il gioco gioco si trasforma in un vero e proprio rompicapo in cui sarà vietato parlare e avremo a disposizione solo pochi cellulari per fare le nostre foto.
Prima di girare il video ho voluto provare Selfie Bird non solo con il mio gruppo ma anche con i miei nipotini e in entrambe le occasioni ho avuto dei feedback molto positivi: il mio gruppo ha trovato divertente la modalità competitiva, ma la modalità cooperativa li ha conquistati trovandolo un buon rompicapo. Con i miei nipoti ho visto tanta allegria esagerata attorno al tavolo: sono stati da subito colpiti dai colori degli uccellini dalle loro forme dalle loro grandezza, elementi non solo estetici ma fondamentali nel gameplay che li ha conquistati per semplicità e divertimento!
Come immaginavo quando girato il video con i giochi di società con più piccoli a Natale, Selfie Bird si è rivelato un ottimo boardgame, perfetto da giocare in famiglia durante durante le festività: se la modalità cooperativa è un rompicapo in cui vedrete i vostri piccoli coordinarsi facendo ragionamenti incredibili, la modalità competitiva vedrà il divertimento più assoluto nel tentare di mettere in posa gli uccellini in gioco!
Selfie Birds è un gioco da due a quattro giocatori per la durata di 20 minuti, consigliato dai 7 anni in su edito da Cranio Creations.
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Sono le cinque e mezza del primo gennaio 2023. Sono appena tornata a casa dopo aver passato l'ultimo dell''anno a casa di B ed A con tutti gli altri. Soliti noi, nuovi rapporti, risate e giochi da tavolo.
Quest'anno siamo stati bravi e nessuno di noi ha dovuto fare i conti con una sbornia, siccome dovevamo tutti tornare a casa in macchina abbiamo bevuto il giusto e i giochi di società ci hanno preso così tanto che volevamo essere super agguerriti e concentrati.
Volevo mettere una foto ricordo ma il mio telefono ieri ha deciso di abbandonarmi e quindi scriverò solamente. Fa così strano, negli ultimi anni ho preso l'abitudine di scattare foto per ricordare i momenti belli ed anche i momenti brutti. Ma questo fine 2022 ed inizio 2023 è andata diversamente.
Il 2022 è stato un anno folle, è accaduto davvero di tutto nella mia vita. Sono andata a vivere da sola, ho cambiato lavoro, sono finita in ospedale più volte di quanto mi fosse mai successo in venticinque anni, ho cambiato due case, mi sono lasciata trascinare dalle emozioni, sono potuta andare nuovamente a dei concerti, sono tornata a Glasgow per una breve tappa, ho continuato ad essere capo unità in Branco e sono maturata e cresciuta davvero tanto sia a livello scoutistico che a livello personale. È stato un anno pieno di sfighe e di momenti di merda, sono stata più volte travolta da emozioni negative. Ho fatto casini enormi, mi sono scontrata con incidenti di percorso, responsabilità, burocrazia, dubbi esistenziali e insicurezze. Ma in tutta questa merda ci sono state anche cose belle ed importanti.
Non ho rimpianti in questo 2022, mi guardo indietro e mi sento serena ed orgogliosa di me. Ci sono sicuramente cose che se tornassi indietro cambierei o affronterei in modo diverso ma non mi pento di nulla.
Il mio augurio per il 2023? Quello di lavorare sulla gestione delle mie emozioni, di continuare a coltivare i rapporti giusti e di continuare a dare importanza alle cose ed alle persone che mi fanno stare bene.
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Daltonico quasi un maschio su dieci, un gioco da tavolo svela il disturbo
(Adnkronos) - È daltonico quasi 1 maschio su 10, contro meno di 1 femmina su 100, ma il disturbo che comporta una visione alterata dei colori spesso viene diagnosticato solo in età adulta. Scoprire di soffrirne, quindi, non è un 'gioco da ragazzi'. Ma può diventarlo grazie a ColorFit, un table game realizzato dall'università Statale di Milano con la collaborazione dell'università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, nell'ambito del progetto Game4CED avviato nel 2023 per offrire nuovi strumenti per una pratica scolastica di maggiore accessibilità per i bambini daltonici. Daltonico quasi un maschio su dieci, l'iniziativa L'iniziativa è coordinata da Alessandro Rizzi, docente di Progetto multimediale e Colorimetria del Dipartimento di Informatica UniMi, e coinvolge per l'ateneo meneghino gli assegnisti Carlo Alberto Iocco e Daniele Aurelio, insieme ai ricercatori del Dipartimento di Educazione e Scienze umane di UniMoRe. "Oltre 5 anni fa - racconta Rizzi - abbiamo voluto indagare il livello di accessibilità ai giochi da tavolo moderni da parte dei giocatori daltonici". Infatti "la sensibilità degli editori di giochi da tavolo, che si rivolgono a un mercato che vede più di 5mila nuovi titoli prodotti in tutto il mondo nel 2020 e" fa registrare "una crescita esponenziale, sta cominciando a considerare i giocatori daltonici nello sviluppo dei nuovi giochi. Un pubblico di potenziali clienti che è di poco meno del 10% tra i maschi e meno dell'1% tra le femmine". E' nato così ColorFit , presentato anche durante primo Board Games Research Meeting che si è svolto il 18 luglio in Statale. Un momento di confronto che ha coinvolto a vario titolo la comunità dei professionisti dei giochi da tavolo, riporta l'ateneo in una nota" Giochi da tavolo I giochi da tavolo non sono solo un momento di svago - precisa Rizzi - ma sono anche uno strumento estremamente efficace per la trasmissione del sapere e per attirare l'attenzione verso temi importanti e delicati. Si propongono infatti come un'alternativa ai videogiochi con caratteristiche a volte diametralmente opposte, circa il coinvolgimento delle persone, il tipo di attenzione che generano, la gestione del tempo e la socializzazione che ne risulta". Altri prodotti sono in fase di sviluppo: Color Catch, un gioco a squadre in cui si ottengono le carte tramite lo schema della somma additiva dei colori; Mushrooms Forest, dove i giocatori si sfidano nella raccolta di funghi colorati, e Colorology, in cui i giocatori si sfidano con l'obbiettivo di creare la catena di colori corretta senza poter comunicare tra loro. [email protected] (Web Info) Foto di Jan Van Bizar da Pixabay Read the full article
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Definitivo e tombale, tutti gli altri discorsi sono discorsi da celebrolesi! L'Attimo Vincente - di Giulio Zoppello 02 Agosto 2024·
Vediamo di fare il punto della situazione su ciò che è successo sul ring, su #AngelaCarini e togliere un po' di roba inutile dal tavolo. Sta girando il tweet di un giornalista che parla della #Imane come di una sorta di brocco che solo una piagnona magari plagiata dagli strumenti del minculpop nostrano poteva far vincere. Ecco il giornalista Giovanni Rodriquez (di cui vedo condividere il post ovunque) di boxe sa poco, infatti dà una lettura dei dati e della carriera non solo erronea, ma da chiaro non conoscitore di questo sport. Partiamo dall'elefante nella stanza: #ImaneKhelif non è un'atleta trans. Si tratta di un caso molto particolare per il quale al momento la definizione è lungi dall'essere conclusiva. Diciamo che per la maggiore va il definirla un'atleta intersex, un termine usato per includere tutte le variazioni innate nelle caratteristiche del sesso che non rientrano nelle tipiche nozioni dei corpi considerati femminili o maschili. Queste variazioni possono interessare i cromosomi sessuali, i genitali, gli ormoni e l'apparato riproduttivo. Tali persone non possono essere categorizzatile secondo il consueto sistema binario maschio/femmina.
Stiamo parlano di una percentuale che conta qualcosa come l'1% della popolazione. Ci sono variazioni nei cromosomi sessuali? La Khelif è nata donna ma con cromosomi maschili, una condizione compatibile con un disordine della differenziazione sessuale: un sesso cromosomico di tipo XY e un fenotipo femminile. Il che ci porta al famoso tasso di testosterone, che in dosi sopra la norma permetterebbe alla pugile algerina di avere un surplus non da nulla in termine di potenza e forza. Ma è proprio qui il pomo della discordia. Nel 2023 la Khelif era stata sospesa dalla IBA, la Associazione Internazionale Boxe Amatori presieduta dal russo Kremlev, dopo i Campionati Mondiali dove aveva preso l'argento. Il livello di testosterone era troppo alto secondo gli standard IBA, differenti da quelli del CIO in virtù dei quali la Khelif aveva partecipato a Tokyo 2020. Attenzione, le Olimpiadi di Tokyo però, ebbero la boxe organizzata anche dalla IBA! Il CIO dopo il 2023, ha deciso di ammettere la Khelif ma secretandone i testi ed i dati, dicendo che erano però conformi ai suoi standard. Gli standard della IBA e del CIO sono diversi. Il che è un grosso problema.
La guerra tra CIO e IBA è però particolare. Parte con la corruzione sistematica nella IBA, che ha trasformato la boxe alle Olimpiadi in una schifezza di cui questa Paris 2024 è il triste canto del cigno. Non ci sarà più boxe dai prossimi giochi, troppi verdetti assurdi, furti, mafie e sconcezze. La Federazione Pugilistica Italiana ha lasciato la IBA, disconosciuta dal CIO dal 2019, ad inizio di quest'anno il che per me spiega il perché di certi verdetti di questi giorni. La IBA per inciso ha sempre invitato atleti russi e bielorussi e questo è stato un altro elemento nella crisi. Un bel casino eh? Bene. Ora il punto è: che la Khelif sia una donna non credo ci siano dubbi. Sul fatto che possa gareggiare contro altre donne invece io penso che sia un problema non da nulla. Non tanto per la sua identità o condizione, quanto perché questa non la rende uguale alle sue avversarie. Di questo ovviamente la Khelif non ne ha nessuna colpa. Non è un atleta trans che effettua una transizione per gareggiare contro altre donne con tutti i problemi noti del caso. Lei è vittima della sua sfortunata condizione.
Imane Khelif non è una pugile mediocre. Questo lo direbbe uno che non conosce minimamente la boxe e non sa leggere un minimo i dati. Il suo vero record disponibile su BoxRec di parla di un 36 (5) - 9 (0) - 0 prima di oggi. Percentuale di KO? 12%, non proprio bassa per una pugile donna dilettante. E tenete presente che 6 delle sconfitte le ha subite nei primi 9 match, nel 2018, nel primo anno da dilettante. Così giusto per inquadrare la cosa. Chi altri l'ha battuta? #MiraPotkonen tipo 260 combattimenti in carriera e una sfilza di medaglie lunga come la mia gamba. Rodriquez ha scritto "ha perso ai quarti di Tokyo" come a dire: è una pippa. Ha perso contro #KellieHarrington, un'altra top mondiale con una sfilza di medaglie, un satanasso che poche ore fa ha commentato: “Se la Khelif fosse un uomo e venisse accertato al 100%, io sarei disgustata dal fatto di esserci salita sul ring così come molte altre. Un uomo contro una donna non è assolutamente ok. Ma ora come ora nessuno sa qual è la verità”.. E tenete presente: aveva 21 anni. Oggi ne ha 25, è nell'età in cui si entra nel prime per un fighter. Ai mondiali del 2022 con chi perde in finale (come se una finale fosse facile da raggiungere)? #AmyBroadhurst altra fighter eccezionale.
Tutte sanno chi è la Khelif e negli ultimi anni negli USA e UK si è discusso ferocemente su di lei, non è cominciato adesso tutto questo casino. Se seguite la boxe lo sapete, sennò cascate dal pero ma non è colpa vostra. Tutti hanno visto quanto è migliorata dagli inizi, è anche normale, è determinata e sa credo di avere qualcosa in più data la sua condizione. Non finirà certo con questi Giochi tutto questo. Ho letto molti dare della vile o della buffona o peggio della marionetta in mano alla destra alla #Carini. State zitti. Non sapete di che parlate. Angela Carini è stata bronzo mondiale ed europeo, ha più di 110 combattimenti in carriera, è esperta, è brava. Ma vedendo il match era chiaro che l'avversaria è arrivata armata di una fisicità e potenza totalmente sproporzionate. Eccessive e connesse alla sua situazione particolare? I primi due colpi hanno quasi fatto saltare il caschetto alla Carini. Mai vista sta cosa nei welter. Sul ring anche col caschetto puoi finire in coma. Avete mai fatto guanti con gente più grossa? A me è capitato due volte e tutte e due le volte è finita molto male. Me lo ricordo ancora. Qui è stato come chiedere ad un medio di combattere un massimo leggero.
La Carini ha mangiato merda in vita sua che voi manco vi sognate. Sveglia alle 4, diete, corse fino a scoppiare, migliaia di sessioni di allenamento con guanti, sacco, colpitori, sparring. Il naso è bello schiacciato, i denti non sono rimasti tutti, mani e costole hanno preso colpi su colpi. Conosce una sofferenza che voi non conoscente. Sa cosa può reggere. Ha capito subito che non poteva vincere, che avrebbe riportato danni enormi. Il peso non c'entra, che siano entrambe donne non c'entra. C'è una sproporzione inedita a livello di potenza e fisicità che era nota e per me va risolta. Creando una categoria ad hoc? Forse. Ma non vorrei essere nei panni delle avversarie di qui in avanti. E se pensate che il CIO sia l'impero del bene svegliatevi: la sua storia è tetra come l'IBA, lo è sempre stata. Intanto Angela sa che il suo sogno, per cui si è fatta il culo, quella medaglia che voleva dedicare al padre scomparso, non c'è più. Questo forse le fa più male di ogni pugno, ma di pugni si muore ancora oggi sul ring.
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Levante For 2024 a Bari
Dopo il successo dell’edizione 2023 sabato 25 e domenica 26 maggio, a Bari torna Levante For, l’evento imperdibile per gli appassionati di fumetti, manga, giochi da tavolo e cosplay, che si svolgerà all’interno del Nuovo Padiglione e nei piazzali esterni della Fiera del Levante. Alla seconda edizione, la manifestazione, organizzata dalla Nuova Fiera del Levante, si conferma con oltre 30.000 m² di…
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San Marino Wargame 2023 Report
San Marino Wargame 2023 Report L’evento WARGAME della San Marino Game Convention si è svolto lo scorso sabato, attirando un nutrito gruppo di appassionati di giochi da tavolo tridimensionali. Quest’anno, la sezione dedicata al WARGAME è stata particolarmente curata, con scenari di alta qualità e un’attenzione meticolosa ai dettagli, dalle miniature all’ambientazione. La premiazione dei vincitori…
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Campobasso, "Natale in Città 2023", ultimi giorni di programmazione
Campobasso, "Natale in Città 2023", ultimi giorni di programmazione Con le festività ormai quasi terminate, giunge a conclusione anche il programma di "Natale in Città 2023", il cartellone di eventi realizzato dal Comune di Campobasso per il periodo festivo. Ultimi giorni di programmazione, quindi, quelli del 5, 6 e 7 gennaio; venerdì 5 ultimo appuntamento con "Cosa ne SAI del Natale?", a cura di ASSel: presso la casetta di Babbo Natale allestita in Piazza Vittorio Emanuele II, a partire dalle 18, in scena "Arriva la Befana", spettacolo delle bolle e consegna dolciumi per i piccoli partecipanti del progetto SAI. Sabato 6, il momento tanto atteso dai più piccoli: "Befana tra i bambini"; in Piazza Vittorio Emanuele II, alle ore 10.30, grazie alla collaborazione dei Vigili del Fuoco, farà la sua comparsa la tradizionale figura dell'anziana signora a cavallo della scopa, dispensatrice di doni ai bambini. A seguire, alle ore 17.00, presso la Chiesa di Sant'Antonio di Padova, il concerto "Venite Adoremus" del Coro Polifonico "Samnium Concentus" e, alle ore 19.00, il Concerto di mandolini per la pace e la fratellanza tra i popoli del Circolo Musicale "Pietro Mascagni" di Ripalimosani, presso la Chiesa di San Pietro. Ultimo appuntamento in cartellone, quello di domenica 7 gennaio al Circolo Sannitico, dove è programmata l'iniziativa "Inverno Ludico" a cura dell'Associazione "Gli Argonauti", che accoglierà i partecipanti con giochi da tavolo e giochi di ruolo, dalle ore 16.00 alle ore 23.00. Sarà inoltre possibile visitare, fino al 7 gennaio (10.30-12.30 e 16.30-19) presso il Museo dei Misteri, i presepi di Giovanni Teberino esposti nella mostra "800...da Francesco ai giorni nostri", a cura dell'Associazione Misteri e Tradizioni, mentre fino al 6 gennaio (10-13 e 16.30-20), al Circolo Sannitico è presente la Mostra di presepi durata dai Presepisti Molisani. Sempre aperta, infine, fino al 6 gennaio la pista di pattinaggio installata in Piazza Vittorio Emanuele II.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Mercatini di Natale @ Civello di Villa Guardia 2023, in data domenica 3 dicembre e, grazie a una finestra di bel tempo, fra i diluvi del sabato e la neve del lunedì, on line il diario fotografico di una bella giornata trascorsa in allegria da grandi e piccini: il tutto a base di prodotti tipici, artigianato, dolciumi, leccornie varie, attrazioni per i più piccoli (gonfiabili et giochi da tavolo), musica folk et country, luci e tutto quanto necessario per lanciare la volata verso il giorno di Natale.
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Casinò Sanremo, 48,1 milioni di incassi primi 11 mesi 2023, +22%
Il Casinò di Sanremo chiude i primi undici mesi del 2023 con un incasso di 48,1 milioni, più 22% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, di cui 11,5 milioni totalizzati nei giochi da tavolo (+42%) e 36,6 milioni introitati dalle slot machine (+17%). A novembre la casa da gioco ha guadagnato 3,6 milioni (+12%) e a trainare gli incassi sono, come sempre le slot con 2,85 milioni…
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Al via ENTRAinGIOCO 2023 Il 18 e 19 novembre 2023 parte la prima... https://www.toymagazine.it/news/4530/al-via-entraingioco-2023/?feed_id=147&_unique_id=655757f14106a
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da oggi sino a Natale ogni giorno apriremo assieme una casellina virtuale del calendario dell'avvento di Around the table, dagli amici di Hirtemis, in cui scopriremo un gioco da tavola da giocare durante le feste di Natale o, perché no, da regalare a Natale! Nella prima casellina troviamo Per Nordwood, un boardgame in solitaria in cui dovremo convincere 8 sovrani a passare dalla nostra parte, con un sistema di prese che molto simile a quello dei classici giochi di carte italiane.
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Da oggi alla Promocamera “Sassari Cosplay and Comics 2023”
Sassari. Ritorna l’appuntamento con fumetti, manga, animazione, videogames e giochi da tavolo “Sassari Cosplay and Comics”, organizzato dall’Associazione Culturale Sassari Cosplay. Un evento che negli scorsi anni ha registrato importanti numeri. Da oggi venerdì 8 settembre (taglio del nastro alle 10) fino a domenica 10 i locali fieristici della Promocamera di Predda Niedda ospiteranno la decima…
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Terni Comics 2023: Il Festival Pop Crossmediale approda nella città dell'acciaio
Introduzione Terni, la pittoresca città umbra, si prepara ad ospitare il primo appuntamento di Terni Comics, un festival crossmediale dedicato all’intrattenimento popolare. Questo evento, che avrà luogo il 2 e 3 settembre 2023 presso il Circolo Lavoratori Terni di via Muratori, promette due giorni ricchi di fumetti, videogiochi, cinema, serie TV, giochi da tavolo, musica e cosplay. Con un’ampia…
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Round Two? There Is No Round Two. Game pretty much over in Ukraine. - Secondo round? Non c'è nessun secondo round. La partita è praticamente finita in Ucraina. (14 GIUGNO 2023)
Ora che l'Occidente globale sembra finalmente capire che la guerra in Ucraina sta andando malissimo per Kiev, i suoi opinionisti si consolano pensando che questo è solo il primo round e che ci sono ancora cinque o addirittura dieci anni di succose opportunità per abbattere l'Orso russo con ogni sorta di mezzi subdoli e per piantare finalmente la bandiera della NATO sul tetto del Cremlino. Si illudono, ovviamente, ma è utile fare un passo indietro e considerare quanto si illudono e perché.
Non dirò molto sull'attuale "offensiva" ucraina, perché non sono uno specialista militare, e comunque potrebbe essere già in gran parte finita quando leggerete questo articolo. Sembra che le previsioni di una sanguinosa catastrofe fatte dagli esperti prima dell'operazione si stiano probabilmente avverando e che, in pochi giorni o al massimo settimane, a seconda di quanto gli ucraini cercheranno di insistere, la loro capacità militare sarà in gran parte distrutta. Non molti opinionisti occidentali sembrano aver riflettuto sulle conseguenze di ciò, quindi lo faremo noi per loro. Ma nel frattempo la punditocrazia si diverte e si occupa di nuovi scenari che ritiene di poter imporre ai russi, sia in cambio di "concessioni" che la NATO potrebbe fare, sia perché… beh, questa è una domanda interessante: dopotutto sono degli illusi.
Analizziamo quindi la questione in due parti: in primo luogo, ciò che probabilmente accadrà a livello strategico nel resto dell'anno e, in secondo luogo, se c'è qualcosa, per quanto limitato, che la NATO può fare per cambiare il probabile risultato a lungo termine. Se avete letto alcuni dei miei precedenti scritti sull'argomento, potreste avere l'impressione che ci sia un certo grado di ripetizione, ma, ad essere onesti, poiché né quello che ho scritto io, né quello che hanno scritto persone molto più illustri e con un pubblico molto più vasto, sembra essere penetrato nelle teste spesse della punditocrazia, è meglio fare un altro tentativo.
Quello che sta accadendo in Ucraina è un tipo di guerra pesantemente corazzata, che non si vedeva dai tempi dei combattimenti nella stessa area geografica tra il 1941 e il 1945. Le sue caratteristiche tradizionali sono forze estremamente grandi e complete che operano su decine di migliaia di chilometri quadrati, di giorno e di notte, utilizzando massicce quantità di fuoco indiretto e concentrandosi sul logoramento delle forze nemiche, piuttosto che sulla cattura del territorio in sé. Le singole campagne duravano settimane e persino mesi ed erano decise tanto dalla logistica e dalla capacità produttiva quanto dal combattimento. E il combattimento stesso richiedeva la capacità di destreggiarsi tra le priorità e di integrare le operazioni di intere Divisioni ed Eserciti che lavoravano insieme.
Questo ve lo dirà qualsiasi libro di storia, anche se bisogna vederlo rappresentato su scala abbastanza grande per capire davvero cosa significa. Una vita fa, giocavo a giochi di guerra da tavolo con un gruppo di amici, e la prima volta che giocammo alla venerabile Guerra in Oriente ricordo di aver guardato le mappe sparse su tutto il tavolo e le centinaia di segnalini delle unità, e la pura scala della campagna, in un silenzio sbalordito. "Porca miseria!" disse qualcuno, alla fine. Credo che quella domenica siamo arrivati fino alla fine del giugno 1941.
Dal 1941, ovviamente, la situazione è diventata molto più complessa. I missili a lungo raggio e ad alta precisione consentono oggi di controllare l'aria e di distruggere obiettivi terrestri lontani. Droni ed elicotteri d'attacco sembrano essere una combinazione particolarmente temibile, in grado di distruggere i veicoli nemici da una distanza di sicurezza. Armi assolutamente terrificanti come il sistema TOS-1 Fuelled-Air Explosive rendono l'uso degli edifici come rifugi per lo più una perdita di tempo. E così via. Ma cosa significa tutto questo in senso strategico?
Beh, consideratelo come un gioco con delle regole, in cui bisogna qualificarsi per giocare. Non ci si può presentare a un torneo di golf con una sola vecchia mazza; non si può partecipare a una partita di poker senza una posta in gioco; nemmeno Django Reinhardt o Eric Clapton riuscirebbero a ottenere un buon suono da una chitarra di plastica con metà delle corde mancanti. Questo non significa che non possiate divertirvi a picchiettare una pallina da golf, non significa che siate completamente senza soldi, non significa che non possiate suonare una scala su una sola corda. Ma significa che siete fuori dal grande gioco. È possibile che tra un mese l'Ucraina sia ancora in grado di schierare un paio di centinaia di veicoli blindati, compresi i carri armati, forse un centinaio di pezzi di artiglieria e forse 30.000 soldati di fanteria addestrati dall'Occidente. Ma è meglio che non si preoccupino, perché è probabile che si trovino in pacchetti da pochi centesimi, in unità che sono state duramente colpite e hanno subito pesanti perdite.
I militari parlano di una cosa chiamata rapporto forza-spazio. Questi sono aumentati in modo massiccio dal XIX secolo, quando la sfida principale era solo quella di scoprire dove si trovava effettivamente l'esercito del nemico. Dal 1914/15 gli eserciti sono diventati abbastanza grandi da poter stabilire un fronte continuo, tale che il nemico non poteva avanzare da nessuna parte senza assaltare e superare le truppe che aveva di fronte. Anche nei vasti spazi della Russia tra il 1941 e il 1945 il fronte si stabilizzò dopo un po', poiché il sistema sovietico generò interi nuovi eserciti. Inoltre, il possesso di terreni chiave come alture e fiumi, nonché di città e nodi di comunicazione, rende più facile il mantenimento di una linea continua e più difficile il suo assalto. E naturalmente non è necessario presidiare ogni centimetro di terreno se lo si può controllare con il fuoco indiretto o con la potenza aerea. Finora gli ucraini sono riusciti a mantenere un fronte continuo, al punto che i russi non hanno tentato nessuna delle massicce manovre di aggiramento che l'Occidente si aspettava, perché sarebbero state costose e avrebbero lasciato le loro truppe esposte.
Ma sempre più spesso non ne hanno bisogno. Arriverà presto il momento in cui il numero e la capacità delle forze ucraine, la loro densità, se così si può dire, diminuiranno al punto da non poter più tenere una linea continua. Si noti che non si tratta solo di numeri. La guerra moderna è spaventosamente complessa e un elemento dipende da molti altri per funzionare correttamente. Possiamo vedere i risultati per gli ucraini, che hanno perso le loro capacità aeree ed elicotteristiche qualche tempo fa, e ora stanno perdendo costantemente ciò che resta della loro capacità di artiglieria. Supponiamo quindi, per amor di discussione, che tra due settimane gli ucraini dispongano ancora di una cinquantina di carri armati moderni di vario tipo e di un numero tre volte superiore di mezzi corazzati. Ma saranno sparsi su un'ampia area, molto probabilmente fuori comunicazione tra loro e con i loro comandanti superiori, e costituiti da gruppi disparati di equipaggiamenti e personale addestrati in luoghi diversi da nazioni diverse secondo principi leggermente diversi. Potrebbero esserci munizioni e pezzi di ricambio ma non carri armati, o carri armati senza munizioni, e le unità stesse saranno vitali solo fino a quando non finiranno il carburante o qualcosa si romperà. È altamente improbabile che siano in grado di operare tutti insieme come un gruppo organizzato, anche se fossero raccolti insieme e adeguatamente riforniti. A quel punto, le forze ucraine avranno una densità così bassa rispetto alle dimensioni del terreno che cesseranno di essere una minaccia e diventeranno un fastidio. Certo, potranno continuare a tendere imboscate e attacchi "mordi e fuggi", ma se i russi decideranno di avanzare, tutto ciò che gli ucraini potranno fare sarà rallentarli.
Ma Kiev non creerà semplicemente altre unità di coscritti, volenti o nolenti, e le manderà al fronte? Forse, ma armati di cosa? L'Occidente non ha più equipaggiamenti pesanti da inviare, e non sembra credibile che le potenze occidentali si disarmino completamente togliendo gran parte della loro capacità operativa dalle proprie unità in prima linea e inviandola in Ucraina, per essere distrutta proprio come lo sono attualmente gli equipaggiamenti occidentali avanzati. In ogni caso, una tale forza non potrebbe essere messa insieme molto prima della fine dell'anno, e nel periodo intermedio i russi sarebbero in grado di fare più o meno quello che vogliono. La fanteria smontata o la fanteria in jeep potrebbe essere in grado di disturbare le truppe russe che avanzano, ma questo sarebbe tutto, e diventerebbe piuttosto inutile con l'avvicinarsi delle piogge autunnali, mentre i russi sarebbero in grado di avanzare rapidamente lungo le strade e le linee ferroviarie. C'è, infatti, un esempio storico che dà un'indicazione di quanto sarebbe difficile fermare un'avanzata del genere senza armi pesanti. Nel 1944, uno dei compiti della Resistenza francese era quello di trattenere le riserve tedesche provenienti da altre zone della Francia per raggiungere la battaglia principale in Normandia dopo lo sbarco alleato. Le forze della Resistenza, riconfigurate come Forze Francesi Interne (FFI), furono addestrate da istruttori britannici e americani e da ufficiali dell'esercito francese, per un periodo di tempo più o meno pari a quello in cui sono state addestrate recentemente le forze ucraine, soprattutto in tattiche di piccole unità. Le FFI combatterono eroicamente e con pesanti perdite, riuscendo a rallentare i tedeschi, ma non riuscirono mai a sconfiggere un'unità tedesca formata. I tedeschi, inoltre, non avevano alcuna potenza aerea su cui contare e operavano in territorio ostile alla fine di difficili linee di rifornimento. Di fatto, quindi, anche decine di migliaia di soldati a piedi armati di fucile, per quanto ben motivati, sarebbero stati solo un ostacolo per i russi.
E cosa farebbero i russi stessi? Non ne ho idea, e non sono sicuro che i russi abbiano comunque deciso, ma ci sono alcune ovvie alternative a loro disposizione. (Avanzeranno senza dubbio verso una linea che dia loro il controllo di tutte le principali città e snodi di trasporto e che permetta loro di soddisfare l'impegno politico di controllare tutte le aree che hanno votato per diventare parte della Russia. Che cosa faranno dopo non è dato saperlo, ma è improbabile che si tratti di una conquista territoriale su larga scala perché, anche se sarebbe militarmente possibile, sarebbe anche logisticamente complicato, politicamente disordinato e strategicamente inutile. Facciamo un breve riferimento a Clausewitz che disse, come ricorderete, che "la guerra è un atto di forza per costringere il nostro nemico a fare la nostra volontà". E sosteneva che il modo più semplice per fare questa costrizione fosse la distruzione della capacità militare del nemico. Anche se spesso le cose possono essere più complicate di così, la guerra attuale illustra bene questo principio. Le forze armate ucraine sono praticamente esaurite e non possono essere ricostituite in tempi utili. Quando un Paese viene disarmato, non ha molte alternative se non quella di fare ciò che gli viene detto, e si può supporre che i russi abbiano una lista della spesa di richieste che presenteranno agli ucraini al momento opportuno. Queste potrebbero includere la smobilitazione di massa, la distruzione supervisionata dei veicoli blindati e degli aerei rimasti, la partenza di tutte le truppe straniere, la consegna di individui da processare, pattugliamenti congiunti lungo una linea di demarcazione e tutta una serie di altre misure che al momento non possiamo prevedere. Poiché i russi avranno il potere di punire le violazioni, sarà difficile o impossibile per gli ucraini rifiutare.
A lungo termine, i russi saranno in grado di impedire la ri-militarizzazione dell'Ucraina, se necessario con la forza, e di garantire che a Kiev ci sia un governo che si renda conto che la neutralità disarmata è nell'interesse del Paese. È quindi probabile che l'obiettivo immediato della Russia sia quello di trasformare l'Ucraina in una sorta di Finlandia Plus: neutrale, senza forze straniere e con una capacità militare limitata e puramente difensiva. È ovviamente possibile che gli ultranazionalisti ucraini (se ne sono rimasti) cerchino di portare avanti una sorta di "lotta armata", probabilmente attraverso attacchi terroristici. Ma questo è problematico per una serie di ragioni, la principale delle quali è che qualsiasi governo ucraino concepibile non vorrà subire le conseguenze del disappunto russo per tali attacchi e cercherà di impedirli. Inoltre, la storia non fornisce molti esempi promettenti di successo. In Algeria, i francesi costruirono le linee Challe e Morice, che impedirono efficacemente ai nazionalisti di infiltrare combattenti nel Paese dalla Tunisia. Una generazione dopo, il regime dell'apartheid in Sudafrica fu in grado di utilizzare le risorse tecniche e umane e i vasti spazi della Namibia e del Capo Occidentale per rendere massicciamente costosa l'infiltrazione delle forze militari dell'ANC dall'Angola. I veterani raccontano di aver perso il 30-50% delle forze prima ancora di attraversare il proprio Paese. I russi saranno in una posizione molto più forte, anche se probabilmente si dovrà accettare un certo livello di terrorismo interno, anche se solo per qualche anno.
Ma ovviamente gli obiettivi russi sono molto più ampi di una Ucraina non minacciosa, anche se questo è ciò che ossessiona gli opinionisti occidentali al momento. Ironia della sorte, e come risultato del fatto che la NATO e l'UE non sono mai state in grado di abbandonare l'abitudine alla guerra fredda, potremmo finalmente avvicinarci a quella situazione che era tanto temuta durante la stessa guerra fredda: la finlandizzazione dell'Europa. Quarant'anni fa si riteneva (o si sosteneva comunque) che il dominio militare sovietico sulla NATO stesse diventando così marcato che, a meno che le nazioni europee non avessero speso molto di più per la difesa, sarebbero presto scivolate nel tipo di ambigua neutralità tipica della Finlandia di allora. Si trattava, ovviamente, di un'argomentazione politica a favore di una maggiore spesa per la difesa e di forze armate più grandi, e non è mai stata molto convincente. Ma per la più grande ironia della sorte, qualcosa di simile a quella situazione si è verificato oggi, come risultato della convinzione della NATO di poter contemporaneamente provocare e insultare la Russia, eliminando di fatto la sua capacità di competere con la Russia in qualsiasi conflitto armato tradizionale e pesante che ne possa derivare. In realtà, è difficile comprendere quanto sia stata stupida questa politica, ma ormai è fatta e l'Occidente deve conviverci.
Ciò che questa politica significa in pratica è che, come ho sostenuto, l'Occidente è ora, e sarà per il prossimo futuro, significativamente quantitativamente inferiore militarmente alla Russia in Europa, e più in generale inferiore in alcune aree della tecnologia militare nel suo complesso. Inoltre, come ho anche sostenuto, in pratica sarà impossibile ricostruire le forze occidentali a un livello simile a quello raggiunto durante la Guerra Fredda. Non vedo alcuna ragione per cambiare queste valutazioni. Naturalmente questa inferiorità non è globale, in nessuno dei due sensi: l'Occidente continua ad avere un vantaggio considerevole nei Gruppi da Battaglia Portanti e forse anche nella tecnologia dei Sottomarini Nucleari d'Attacco (SSN), anche se Martyanov potrebbe contestare rumorosamente quest'ultimo punto. Ma il fatto è che i gruppi tattici di portaerei, pur essendo eccellenti per la proiezione di potenza contro nemici non nemici, sono in realtà abbastanza inutili per qualsiasi altra cosa. È difficile immaginare un loro ruolo serio in un conflitto militare in Europa, per esempio.
Enormi quantità di investimenti occidentali sono inoltre vincolate ai velivoli da superiorità aerea, e ci sono ragioni per ritenere che questo sia oggi un quasi totale spreco di denaro, in parte a causa del modo in cui la tecnologia si è mossa, ma, soprattutto, a causa della natura asimmetrica delle concezioni occidentali e russe dell'uso del potere aereo stesso.
In breve, la teoria del potere aereo è progredita attraverso una serie di metafore e il potere aereo occidentale, così come esiste oggi, è la conseguenza della serie di metafore dominanti alla fine della Guerra Fredda. L'aviazione militare è partita dalla metafora della cavalleria leggera: avrebbe "scavalcato" (secondo l'espressione preferita dell'epoca) gli eserciti che si scontravano a terra, svolgendo le tradizionali funzioni di cavalleria leggera di ricognizione e di controllo delle proprie truppe. Quest'ultima funzione portò a sua volta all'adozione della metafora del "controllo dell'aria" dalla terminologia navale, e la letteratura iniziale era piena di previsioni di enormi battaglie tra "flotte aeree" per dominare il cielo. Questo non è mai accaduto. Infine, man mano che gli aerei diventavano più grandi e più capaci, gli appassionati del potere aereo cominciarono ad adottare le metafore dell'attacco d'urto e del bombardamento, indifferentemente mutuate dall'artiglieria, dalle corazzate e dalla cavalleria pesante.
In realtà, nessuna di queste metafore è mai stata realmente applicata. In particolare, le lotte per il "controllo aereo" tra i caccia erano rare o inesistenti. La Battaglia d'Inghilterra del 1940, ad esempio, non fu una vera e propria gara tra caccia, ma tra caccia britannici e bombardieri tedeschi, con i caccia tedeschi che cercavano di ostacolarli. Fu il numero di bombardieri distrutti a decidere il risultato. Tuttavia, la metafora del "controllo aereo" è sopravvissuta fino alla Guerra Fredda, attraverso diverse generazioni di aerei da caccia, il cui ruolo principale sarebbe stato quello di intercettare i bombardieri convenzionali sovietici sul Mare del Nord. La comparsa di caccia sovietici veloci e potenti come il MiG-25 (che in realtà era un intercettore specializzato, progettato per contrastare i bombardieri nucleari statunitensi ad alta quota e che al momento della sua introduzione era di fatto obsoleto) suggerì la necessità di caccia occidentali che li contrastassero a loro volta. A partire dagli anni '80, sono stati sviluppati concetti che hanno portato a velivoli come il Rafale, il Typhoon e, più recentemente, l'F-35: caccia da superiorità aerea enormemente costosi e sofisticati, che per molti versi sono rimasti disoccupati prima di entrare in servizio, ma che hanno soddisfatto l'esigenza sentita di un velivolo da "controllo aereo". Il problema, naturalmente, è che i russi non avevano mai avuto una dottrina simile e non intendevano combattere i nuovi aerei della NATO con altri aerei, ma con i missili, per cui l'F-35, ad esempio, ha in realtà ben poco da fare: è come una moto iscritta a una gara di go-kart.
A causa del costo spaventoso di questi aerei, sono inevitabilmente diventati la piattaforma di fatto per tutti gli scopi, e ci si aspetta che facciano tutto, aumentando così ulteriormente il costo. Il risultato è una generazione di velivoli che difficilmente saranno mai necessari nel loro ruolo primario, poiché non affronteranno un avversario con la stessa dottrina, e che quindi verranno impiegati per svolgere ruoli secondari che velivoli più semplici e meno costosi potrebbero svolgere meglio: l'equivalente di noleggiare un elicottero per andare al supermercato. Nei primi giorni del conflitto in Mali, l'aeronautica francese ha utilizzato i Rafale, in volo dalla Francia metropolitana e riforniti più volte, per bombardare le concentrazioni di militanti dello Stato Islamico. Un ex comandante della missione ha calcolato che uccidere un singolo jihadista costava circa un milione di euro, ma il Rafale era l'unico aereo disponibile.
L'Occidente si trova quindi in una situazione di enorme svantaggio strutturale e dottrinale per quanto riguarda la potenza aerea ed è difficile, se non impossibile, immaginare quali compiti militari pratici le sue forze aeree potrebbero svolgere con successo in un ipotetico conflitto con la Russia. C'è una buona probabilità, infatti, che l'era dell'aereo di superiorità aerea sia finalmente finita, visti i progressi senza precedenti nella tecnologia missilistica degli ultimi decenni e il costo insensato delle singole cellule di oggi. Spesso si dice che la dottrina della NATO presuppone la superiorità aerea. Questo non è vero dal punto di vista storico: durante la Guerra Fredda la NATO non si aspettava di sfidare, né tanto meno di superare, il controllo del Patto di Varsavia sullo spazio aereo delle proprie forze. I suoi aerei si affidavano a voli bassi e veloci per sopravvivere nell'ambiente di difesa aerea più ostile del mondo, sperando di mantenere almeno un certo margine di superiorità aerea sul territorio della NATO. È più corretto dire che la NATO opera da vent'anni in ambienti in cui il controllo aereo (e quindi i suoi aerei da combattimento) sono semplicemente irrilevanti, e la metafora dell'artiglieria del potere aereo è stata dominante.
Lo stesso vale per i carri armati. La NATO ha addestrato, esercitato ed equipaggiato le sue forze per combattere una battaglia difensiva su una parte relativamente piccola e altamente urbanizzata dell'Europa, dove si aspettava di poter ripiegare sulle proprie linee di comunicazione e di approvvigionamento. Dopo la fine della Guerra Fredda, con l'entrata in servizio in gran numero dei carri armati sviluppati negli anni '80 per combattere una breve e brutale battaglia difensiva, la NATO si è trovata senza una dottrina per le operazioni offensive terra-aria e senza un equipaggiamento adatto a tali operazioni in un conflitto ad alta intensità contro un nemico competente. Non ha mai sviluppato né l'una né l'altra, perché non ce n'era bisogno. Ma la dottrina militare sovietica fin dall'inizio (alcuni direbbero fin dagli anni '30) si basava sull'offensiva e, soprattutto dopo il 1945, sul combattere la guerra sul territorio di qualcun altro piuttosto che sul proprio. Questo ha prodotto un intero corpo di dottrina, in gran parte ancora oggi influente, e, cosa più importante, un equipaggiamento relativamente leggero e mobile, che poteva essere prodotto in grandi quantità e utilizzato da truppe con un livello di addestramento modesto. Questa dottrina enfatizzava il logoramento piuttosto che la manovra, e presupponeva che una parte di questo logoramento potesse essere realizzato da una difesa accuratamente preparata, per degradare l'attaccante e rendere più facili le successive avanzate.
In pratica, gli ufficiali della NATO di Paesi che non hanno più una dottrina di guerra pesante, la cui tradizione strategica è comunque difensiva e la cui esperienza recente è costituita da guerre di controinsurrezione su piccola scala, hanno addestrato in fretta e furia le reclute ucraine a combattere complesse battaglie offensive corazzate ad alta intensità con equipaggiamenti progettati per operazioni difensive o di controinsurrezione. Nel frattempo, i loro avversari continuano a studiare e a praticare la dottrina difensiva a livello operativo come parte di operazioni strategicamente offensive più ampie. Oh, cielo.
Questo spiega la situazione attuale, ma anche perché la situazione non migliorerà in tempi utili. E spiega anche perché le opzioni della NATO sono quasi inesistenti. Analizziamo questo aspetto in modo più dettagliato.
In primo luogo, mette nel contesto tutte le speranze o i timori di un "coinvolgimento diretto" della NATO. Invita a chiedersi "Dove?" e "Con cosa?". Come ho già sottolineato in precedenza, la geografia e la logistica fanno sì che potrebbe essere possibile, nell'arco di molti mesi, assemblare in qualche modo una piccola forza meccanizzata leggera proveniente da diversi Paesi della NATO, con equipaggiamenti ed esigenze logistiche incompatibili, e proiettarla magari per un migliaio di chilometri verso est, dove le unità arrivate intere inevitabilmente non rimarrebbero tali per molto tempo. Bene, e il potere aereo? Beh, vedi la discussione precedente.
C'è anche la versione "light" di una simile operazione, che di solito prevede l'ingresso di truppe polacche nell'Ucraina occidentale, ma senza combattimenti veri e propri. Non è chiaro quale sia l'obiettivo di questa operazione, dal momento che i russi non hanno alcun interesse a occupare fisicamente quell'area e i polacchi potrebbero effettivamente contribuire a portare sicurezza in quell'area. Ma ricordiamo che si tratta di un dispiegamento di combattimento, da parte di un Paese che non ha alcuna esperienza recente al di là del mantenimento della pace, che si dispiega a ben 500 km dai propri confini. Sebbene un tale dispiegamento possa fare notizia per un paio di giorni, sarà costoso e complicato da realizzare, comporterà tutti i problemi abituali delle truppe straniere lontane da casa, compresi i riservisti richiamati dalla vita civile, e il personale sarà consapevole che potrebbe essere spazzato via dai missili russi in qualsiasi momento, pur essendo incapace di reagire. Non è possibile dispiegare una forza del genere per più di sei mesi alla volta, quindi è necessaria una seconda e terza serie di unità disponibili (l'equipaggiamento dovrebbe rimanere lì) e in breve tempo, la maggior parte dell'esercito polacco passerà un terzo della sua carriera seduto in un campo fuori Kiev, senza sapere cosa ci faccia lì. Alla fine, è probabile che la forza diventi un ostaggio politico come qualsiasi altra cosa, poiché non ci sarà mai un momento "buono" per ritirarla. Come ho già suggerito in precedenza, qualsiasi tipo di forza "mercenaria" non avrebbe senso. Non siamo nel Sahel.
Quanto sopra, credo che metta in un certo contesto l'attuale rumore sulle "garanzie di sicurezza". La NATO che offre all'Ucraina una garanzia di sicurezza sarebbe come se io mi offrissi di garantire il tuo prestito quando in realtà ho meno soldi di te. In alcuni ambienti c'è questa bizzarra convinzione che tale garanzia abbia un significato in sé e che spaventerebbe i russi, perché… beh, non so proprio perché. Allo stesso modo, è opinione diffusa che un cessate il fuoco e i negoziati possano avvenire semplicemente perché lo vogliono gli Stati Uniti e la NATO, che l'Occidente avrebbe un ruolo importante nel definire l'agenda e che la Russia sarebbe obbligata ad accettare, ad esempio, che l'Ucraina diventi un protettorato occidentale e che le sue forze militari vengano ricostruite. Non vedo alcuna ragione per cui i russi dovrebbero accettare, o anche solo prendere in considerazione, qualcosa di simile, né alcun modo per indurli a farlo. Il negoziato implica che voi abbiate qualcosa che io voglio, e che io sia disposto a scambiare qualcosa che voi volete. Ma non vedo nulla che i russi vogliano qui che non possano prendere comunque. Un trattato formale che impegni gli Stati Uniti a ritirare tutte le loro forze dall'Europa, o almeno dai confini della NATO precedenti al 1997, sarebbe senza dubbio un premio politico degno di nota, ma probabilmente non a costo di concessioni significative da parte russa. Infine, la mera possibilità di un dispiegamento di truppe statunitensi è considerata una soluzione da alcuni e un fattore che porta alla Terza Guerra Mondiale da altri. Sospetto che i russi le ignorerebbero semplicemente, poiché non costituirebbero una minaccia.
Pertanto, la risposta sensata al suggerimento che "l'Occidente non accetterà mai X, Y, Z" è: "interessante". Significa semplicemente che l'Occidente impiegherà un po' di tempo per adattarsi alle nuove realtà, come è successo dopo la presa di potere comunista in Cina, la rivoluzione di Castro o la presa di potere islamista in Iran. Si è tentati di dire che è un problema dell'Occidente.
Tutto ciò lascia l'Occidente praticamente privo di opzioni, ma con una tradizione di ingerenza ovunque, cercando di prendere il comando e l'iniziativa e presumendo che le sue opinioni contino molto, solo perché. Inoltre, le possibilità che un forum occidentale (ad esempio la NATO) sia in grado di sviluppare e attuare una nuova strategia sono minime o inesistenti. Come spesso accade nelle organizzazioni internazionali, l'inerzia la fa da padrona, e l'anno scorso la NATO si è avvicinata al precipizio e vi è caduta perché non c'era un'alternativa su cui tutti fossero d'accordo, e perché era politicamente inconcepibile che la NATO si tirasse indietro. Se a questo si aggiungono trent'anni di arrogante rifiuto della capacità militare russa, e persino la speranza in alcuni ambienti che la Russia possa inciampare in qualche catastrofe di sua iniziativa, si arriva alla situazione attuale. La politica della NATO al momento consiste nello sperare in un miracolo e, sebbene alcuni Paesi facciano molto rumore, nessuno è veramente al comando, anche perché non c'è una direzione ovvia in cui andare. Come un'organizzazione così arrogante come la NATO (o come l'UE) possa gestire la delusione e la sconfitta è una questione interessante, ma che richiede un saggio a sé stante.
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Entraingioco 2023 a Milano
Giochi in scatola, di carte e di ruolo, puzzle e rompicapo sono i protagonisti di Entraingioco, la due giorni al Superstudio Maxi di Milano, in Via Moncucco, aperta a adulti e bambini, hardcore e casual gamer, appassionati, collezionisti e famiglie intere. Si partirà alle 10 di sabato 18 novembre e si giocherà fino alle 23 e poi domenica 19, dal mattino e fino alle 19. Organizzato dal Salone Internazionale del Giocattolo in collaborazione con Assogiocattoli, l’evento sarà una celebrazione dei giochi in scatola in tutte le forme, con ben 30 editori italiani e internazionali, e in compagnia dei veri protagonisti del gioco da tavolo tra partite ed emozionanti sfide, con la possibilità di conoscere e giocare con il creatore del gioco, con il campione italiano o mondiale in carica, e soprattutto con tantissimi altri giocatori. L’ospite più atteso in assoluto è una vera leggenda, Ernő Rubik, l'inventore del cubo più famoso al mondo, che incontrerà i suoi fan sia sabato in una sessione di Q&A dove svelerà i segreti che si celano dietro la sua creazione e una sessione di cube signign, sia domenica per premiare i vincitori degli Awards promossi dal Politecnico di Milano. Sabato 18 novembre è in programma la Notte del Gioco, una game night per giocare ininterrottamente fino alle 23 con più giochi possibili, con come protagonista Nicolò Falcone, Campione del Mondo in carica di Monopoli. Altra special guest della serata sarà il noto speaker radiofonico Francesco Lancia chr, da grandissimo appassionato di giochi in scatola, di carte e di ruolo, presenterà, in collaborazione con Asmodee Italia, ON AIR - Play Like a Deejay, il party game dedicato alla radio di Via Massena. Domenica 19 sarà la volta di Marco Confortola, un mito dell’alpinismo mondiale per le sue imprese su ben 13 cime di ottomila metri salite senza ossigeno, per presentare Il Gioco del parco, una sfida tra vette, ghiacciai e valli incantate, ideata da LUDIC e Confortola con il patrocinio del Parco Nazionale dello Stelvio. Il Superstudio Maxi di Milano si trasformerà in una grande sala giochi animata da tre Piazze gestite da un team di esperti, professionisti del gioco e veri appassionati di giochi di società, come Andrea Ligabue, ludologodi professione. La Piazza Forbice sarà ricca di Family Games pensati per essere giocati tutti insieme come Gnam Gnam Monster Chef o Kaleidos, la Piazza Carta è per i casual gamer e chi non ha mai giocato con un gioco da tavolo e in Piazza Sasso andranno in scena le sfide più avvincenti tra Empire’s End (o Annunaki l’alba degli Dei. Nella due giorni ci sarà spazio anche per la creatività e tutte le sue declinazioni e contaminazioni, g razie alla collaborazione con Poli.Design - Design for Kids&Toys, tra talk, mostre e due speciali aree con un gruppo selezionato di 46 illustratori e designer che esporranno le loro creazioni, i veri prototipi super innovativi che stimoleranno la curiosità dei giocatori e gli stessi editori, pronti a scovare i best seller del futuro. Inoltre, in collaborazione con Fondazione Per Leggere, la mattina di sabato 18 novembre si terrà il primo convegno dedicato alle biblioteche e rivolto ai bibliotecari e agli operatori culturali proprio sul tema del gioco, dove Beba Restelli, formatrice sul Metodo Bruno Munari, analizzerà il valore educativo, aggregativo e sociale che il gioco ha all’interno delle biblioteche e delle stesse comunità, in linea con Gioco per Sempre, la campagna promossa da Assogiocattoli volta a sostenere e diffondere la cultura del gioco per celebrarne l’universalità. Read the full article
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