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Sciopero del Trasporto Pubblico Locale: I Servizi Minimi Garantiti a Casale Monferrato l’8 Novembre 2024
Informazioni e dettagli sui servizi di trasporto pubblico disponibili durante la giornata di sciopero nazionale
Informazioni e dettagli sui servizi di trasporto pubblico disponibili durante la giornata di sciopero nazionale Sciopero Nazionale del Trasporto Pubblico: I Servizi Essenziali a Casale Monferrato In occasione dello sciopero nazionale del trasporto pubblico indetto per venerdì 8 novembre 2024, l’Azienda Multiservizi Casalese (AMC) ha comunicato l’elenco dei servizi minimi garantiti per i…
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È DIFFICILE
Una cosa difficile che proverò a spiegare: l’idea di sconfiggere la criminalità isolando per sempre un essere umano in una cella, privandolo della dignità che ogni essere vivente dovrebbe avere e dei rapporti sociali alla base della vita stessa, non ha alcun senso. Il carcere dice di voler rieducare a non commettere più il reato per il quale una persona è stata condannata, ma ancora oggi appare come uno strumento quasi esclusivamente punitivo e vendicativo. Quindi chi sbaglia non deve pagare? Forse la domanda è sbagliata. Dovremmo chiederci: chi sbaglia deve subire per tutta la vita una punizione fine a se stessa o va aiutato a fare in modo che lui e altri non commettano più quel reato fino alla scomparsa del reato stesso? La stragrande maggioranza di chi entra in carcere né esce (se esce) distrutto, etichettato come sbagliato, emarginato, isolato, e torna recidivo nello stesso reato o in reati più gravi. Il carcere così com’è strutturato non funziona, non ha la funzione che dice di avere. Ma il mafioso? Il pedofilo? Lo stupratore? Bisogna capire se cerchiamo vendetta o se vogliamo trasformarci in una società migliore. È difficilissimo immaginarlo, io sono il primo a non riuscirci, perché la vendetta è il primo desiderio che ci assale, ma è un desiderio imposto, si accende in noi perché così è più semplice, è un metodo accettato: chi sbaglia, paga. Lo sciopero della fame di Alfredo Cospito va guardato sotto questa lente: gli anarchici sognano una società senza carcere non perché i delinquenti possano girare indisturbati, ma perché credono in una società dove la criminalità non esiste, che si autogoverna con la solidarietà, dove gli uomini provvedono ai proprio bisogni senza farli propri in modo illecito. La maggior parte di chi finisce in carcere ha commesso reati per necessità, se creiamo una società che soddisfa i bisogni di tutti, senza una gestione del potere che ci divide in sfruttati e sfruttatori, la necessità di agire in modo illecito sparirà, e sparirà anche il reato. Un'utopia, ma la costruzione di un mondo migliore è ancora possibile? Forse solo come illusione, ma può essere utile allargare lo sguardo e continuare a porsi la domanda.
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LA NUOVA MACCHINA DA GUERRA INVISIBILE DEL REGNO UNITO PER RISCALDARE I POVERI CONGELATI BRITANNICI
di F. C. (11 dicembre 2022)
I britannici poveri e al freddo saranno senza dubbio rallegrati dal rapporto della BBC secondo cui la Gran Bretagna costruirà un nuovo jet da combattimento stealth. Com'è piacevole sapere che i cieli sopra di noi sono protetti mentre tu e i tuoi figli siete rannicchiati sotto coperte umide, col ghiaccio all'interno delle finestre.
È surreale ciò con cui le persone vengono insultate in questi giorni. Il termine "jet stealth" è ben definito. La furtività di derubare le persone con un ridicolo spreco.
Rishi Sunak, il primo ministro britannico, ha annunciato la "buona notizia" mentre visitava una base della RAF, come fosse un regalo di Natale anticipato alla nazione.
La BBC di proprietà statale era a disposizione, come un folletto utile per dare un po' di lucentezza alle notizie.
"Il primo ministro afferma che la joint venture mira a creare migliaia di posti di lavoro nel Regno Unito e rafforzare i legami di sicurezza", ha cinguettato Beeb, aggiungendo: "Si spera che il nuovo jet Tempest sia dotato delle armi più recenti".
Perché una persona sana di mente dovrebbe "sperare" nelle "armi più recenti"?
Il nuovo jet da combattimento dovrebbe eliminare gradualmente l'attuale aereo Typhoon, entro la metà degli anni '30. Quest'ultimo sembra perfettamente adeguato per uccidere le persone, quindi perché la necessità di miglioramento?
La nuova macchina per uccidere costerà decine di miliardi di sterline e sarà sviluppata con il produttore di armi privato British Aerospace, che assume un ruolo di primo piano. I lavoratori britannici schiacciati da più tasse possono aspettarsi di riempire le casse dei già ricchi capitalisti aziendali e dei loro investitori. Ecco un mndo che gira al contrario!
Non viene spiegato perché l'attuale Typhoon debba essere gradualmente eliminato o perché semplicemente non ne vengano prodotti altri e perché c'è quest'onerosa necessità di "mantenere la Gran Bretagna al sicuro".
Se si tratta di "creare migliaia di posti di lavoro", allora perché il premier Sunak non investe decine di miliardi nella costruzione di ospedali e scuole? Ora parleremmo di sicurezza sociale reale, al contrario di fantasie, ed è per questo che tali discorsi devono essere sviscerati dalla BBC.
La notizia della consegna del jet da combattimento - che la BBC ci dice che avrà "intelligenza artificiale" a bordo - arriva mentre gli enti di beneficenza britannici avvertono di una crisi di "povertà da carburante" tra i britannici . Fino a 7 milioni di persone (quasi un decimo della popolazione) non possono permettersi di riscaldare le proprie case quest'inverno. Genitori disperati devono scegliere tra nutrire i propri figli e riscaldare la casa.
Questo mentre i lavoratori di tutta la Gran Bretagna stanno intraprendendo azioni di sciopero ogni giorno, questo mese, per combattere livelli record di povertà e inflazione. Insegnanti, infermieri, lavoratori delle ferrovie e delle poste scendono in piazza per denunciare la crisi del costo della vita. E come sinistra risposta alle crescenti proteste, il governo conservatore del miliardario Rishi Sunak sta preparando una "legislazione di emergenza" che criminalizzerà gli scioperi industriali mentre prepara piani per far assumere alle forze armate la gestione di servizi pubblici essenziali come i veicoli ambulanza e la produzione di energia. Se suona come un fascismo strisciante, è perché lo è.
L'immagine della Gran Bretagna – come di molti altri stati occidentali – si sta sempre più disgregando.
Sunak (42) è diventato il primo ministro “giovane e affascinante” alla fine di ottobre. È il primo premier britannico del patrimonio indiano e le foto sono circolate in abbondanza quando ha acceso le luci di Diwali (la festa delle luci indù) a Downing Streets, per celebrare il festival indù per la pace e la buona volontà. Oh, com'è varia e liberale la Gran Bretagna! Questo è il solito liberalismo superficiale e insensato degli stati occidentali.
Sunak è un multimilionario la cui moglie indiana non paga le tasse in Gran Bretagna per l'impero commerciale globale della sua famiglia.
Sunak e la BBC non spiegano esattamente come l'illuminazione delle luci di Diwali si adatti a un nuovo jet da combattimento armato con le armi più recenti.
"La sicurezza del Regno Unito, sia oggi che per le generazioni future, sarà sempre di fondamentale importanza per questo governo", ha intonato Sunak come se fosse il Babbo Natale più patriottico. "Ecco perché dobbiamo rimanere all'avanguardia dei progressi nella tecnologia della difesa, superando e aggirando coloro che cercano di farci del male".
Qui è dove Sunak perde l'immagine di Babbo Natale e assume il ruolo di cantastorie spettrale, per spaventare il pubblico.
Chi sono quei cattivi che "cercano di farci del male"? Beh, naturalmente c'è la Russia e il "regime" di Vladimir Putin contro il quale Sunak ha cercato di sembrare tutto entusiasta e duro durante il vertice del G20 in Indonesia il mese scorso. Forse, se la Gran Bretagna non armasse un regime neonazista in Ucraina e non facesse saltare in aria i gasdotti russi, allora le relazioni internazionali sarebbero un po' più armoniose e i britannici non sarebbero gelati nelle loro case a causa delle esorbitanti bollette del carburante.
Il nuovo caccia britannico Tempest sarà costruito in joint venture con l'azienda italiana Leonardo e la giapponese Mitsubishi.
“La partnership internazionale che abbiamo annunciato oggi con Italia e Giappone mira a fare proprio questo, sottolineando che la sicurezza delle regioni euro-atlantiche e indo-pacifiche è indivisibile”, ha affermato Sunak.
"La prossima generazione di aerei da combattimento che progetteremo proteggerà noi e i nostri alleati in tutto il mondo sfruttando la forza della nostra industria della difesa, superiore nel mondo, creando posti di lavoro e salvando vite".
Ci risiamo: creare posti di lavoro e salvare vite mentre ci sforziamo di scatenare guerre...
Il significato del coinvolgimento del Giappone è l'indicatore geopolitico dato alla Cina come obiettivo.
Sunak ha letto il copione dell'establishment britannico secondo cui le relazioni con la Cina devono aggravarsi. Quindi la scorsa settimana ha dichiarato che il "periodo d'oro" di presunti rapporti d'affari amichevoli tra Gran Bretagna e Cina è finito (notate l'arroganza della Gran Bretagna nel presumere una cosa del genere)
Sunak, la BBC e i media britannici in generale si stanno infiltrando nella mente del pubblico con nozioni di ostilità nei confronti della Cina nello stesso processo di gaslighting contro la Russia.
Quindi, mentre le famiglie britanniche sono affamate e infreddolite, vengono estorti loro più soldi, per rendere i gatti grassi britannici ancora più grassi, perché la costruzione di un nuovo jet da combattimento "ci terrà al sicuro da coloro che vogliono farci del male".
Quando l'immagine e la realtà sono così divergenti allora forse l'unica cosa che riempie il vuoto è il totale collasso sociale e la ribellione popolare. Non c'è più una via di mezzo su cui incontrarsi.
Nulla importano le luci di Diwali a Downing Street. Questa strada della vergogna rischia di essere illuminata da ben altre bottiglie nel prossimo futuro.
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Sciopero aerei per martedì 12 novembre. Coinvolti anche due scali siciliani
Sciopero aerei per martedì 12 novembre. Coinvolti anche due scali siciliani
Domani, martedì 12 novembre, è previsto uno sciopero che coinvolgerà il personale di diversi aeroporti italiani, tra cui quelli siciliani. Nel dettaglio lo sciopero avrà luogo dalle 13:00 alle 17:00, coinvolgendo vari operatori aeroportuali, il che potrebbe causare significativi disagi nella gestione delle operazioni e per i passeggeri. In Sicilia, gli aeroporti interessati…
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Tutte le Prime Pagine dei Quotidiani Nazionali di Oggi venerdì, 09 agosto 2024 La Repubblica Corriere Della Sera Libero Il Fatto Quotidiano Il Foglio Il Riformista Il Giornale Il Messaggero Il Mattino Avvenire Unita Secolo Italia Il Giorno Il Gazzettino Opinione Della Liberta Giornale Di Sicilia La Ragione La Sicilia Tirreno Liberta Sicilia Leggo Eco Di Bergamo Gazzetta Del Sud Messina Identita Il Centro Gazzetta Del Sud Calabria Il Quotidiano Del Sud Nuova Ferrara La Discussione Giornale Di Brescia Il Sole 24 Ore Corriere Adriatico La Stampa Il T Milano Finanza Gazzetta Di Modena Italia Oggi Secolo Xix La Provincia La Verita Il Dubbio La Nuova Sardegna Il Tempo La Notizia Il Piccolo Il Resto Del Carlino La Nazione repubblica, fonda, agosto, etto, maurizio, oggi, concessioni, delle, spiagge, voltafaccia, balneare, ucraina, avete, portato, guerra, casa, sciopero, degli, ombrelloni, protestare, contro, palazzo, alle, gare, presi, giro, governo, dovete, sentirla, imbarazzo, meloni, anti, premier, applica, direttiva, della, ferma, anche, custodia, cautelare, divide, destra, libera, colle, carceri, commento, promesse, tradite, recato, grave, politico, cadere, vittima, propria, probabile, facile, ottenere, bruxelles, qualche, concessione, gestori, lidi, italiani, tassello, minore, cambiamento, manifesti, elettorali, scorse, elezioni, cosi, mentre, voluto, mantenere, delega, sulle, giorni, dettava, agenzie, stampa, demaniali, nelle, settimane, altri, ministri, avevano, bandiera, bianca, spiegavano, europa, poco, nulla, quel, fronte, proprio, testacoda, senso, leader, continua, dire, sentire, spalle, dilegua, rosse, prevedibile, specie, gestione, senza, essere, esperti, spesso, regole, ricorda, sono, tutti, stato, privati, pagina, niente, prelazioni, indennizzi, intanto, divi, sulla, amato, colombo, accanimento, terapeutico, vaticano, apre, fine, vita, serve, mediazione, pagine, antirazzisti, piazza, dopo, scontri, inglesi, lezione, servizio, antonello, rose, banche, veto, alla, sinistra, giovanni, scuola, patria, dovere, secondo, noir, ucraino, avanza, nella, regione, russia, nostra, tema, deve, fatto, personaggio, beffa, polizia, parla, barcellona, laura, circondato, bandiere, indipendentiste, dentro, parlamento, incorona, socialista, salvador, capo, catalogna, fuori, rosa, finale, giornata, medaglie, azzurre, cito, retico, nello, sport
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Muore in carcere di Augusta un detenuto in Sciopero della Fame
Un detenuto di 67 anni, Giulio Rena, è deceduto nel carcere di Brucoli ad Augusta dopo un prolungato sciopero della fame e della sete iniziato a dicembre. La protesta dell'uomo, condannato all'ergastolo, era rivolta contro il cosiddetto "fine pena mai" e derivava dal ripetuto respingimento delle sue richieste di arresti domiciliari. Rena, che da tempo tentava di ottenere una misura meno afflittiva, ha visto rigettate più volte le sue istanze di detenzione domiciliare. Questo rifiuto continuato ha alimentato la sua disperazione, portandolo a intraprendere un'azione di protesta estrema. La sua condizione fisica è peggiorata progressivamente fino a richiedere un trasferimento urgente in ospedale. Nonostante i tentativi di stabilizzare le sue condizioni mediche, Rena è spirato domenica scorsa, segnando la fine di una vicenda umana drammatica e controversa. Nel corso del suo sciopero, era stato sottoposto più volte al trattamento sanitario obbligatorio, misura adottata per preservare la sua vita e la sua salute, sebbene senza successo finale. Questo tragico evento riaccende il dibattito sulla gestione dei detenuti ergastolani e sulle condizioni di detenzione nelle carceri italiane, sollevando interrogativi su come vengano trattate le richieste di misure alternative e il rispetto dei diritti umani all'interno del sistema penitenziario. Read the full article
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Taxi, sospeso lo sciopero previsto per il 5 e 6 giugno
Taxi, sospeso lo sciopero previsto per il 5 e 6 giugno. I sindacati dei tassisti hanno sospeso lo sciopero che era stato proclamato per domani e dopodomani, 5 e 6 giugno, alla vigilia delle elezioni europee. Dopo un incontro al Mit con il viceministro dei Trasporti Edoardo Rixi, le circa 30 sigle presenti hanno deciso di congelare l'astensione dal lavoro. La protesta era nata dalla mancata emanazione dei decreti attuativi della legge per regolamentare la professione, oltre che contro le modalità di gestione dei servizi di noleggio con conducente da parte delle piattaforme multimediali. «Il 5 e 6 giugno il servizio taxi sarà regolare in tutte le città. Senso di responsabilità da parte della categoria e voglia di creare delle normative stringenti contro l'abusivismo che da tempo attanaglia il settore», commenta Rixi. «Adesso il Governo scelga tra legalità e abusivismo! Troppi fanno finta di non capire che un mercato dove ci sono operatori privati come i tassisti sottoposti a precise regole di servizio pubblico, ed altri liberi da quelle regole, è affetto da concorrenza sleale», è il commento del presidente nazionale di Uritaxi, Claudio Giudici.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Terzo giorno di sciopero alla Tour Eiffel
A Parigi è rimasta chiusa anche oggi per il terzo giorno consecutivo la Tour Eiffel, tra i monumenti più visitati al mondo, a causa dello sciopero dei sindacati Cgt e Fo che denunciano una cattiva gestione finanziaria del sito da parte del comune di Parigi e invocano lavori di restauro. Come negli scioperi del dicembre 2023, i rappresentanti dei lavoratori deplorano, tra l’altro, un modello…
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«Le regole vanno rispettate senza eccezioni». Così Luigi Sbarra, Segretario Generale della Cisl, fa cadere la polemica sullo sciopero generale contro la manovra indetta da Cgil e Uil. Il motivo, come ha ricordato il leader della Confederazione italiana sindacati lavoratori, è che «noi rispondiamo come Cisl al mandato che ci arriva dalla base e non ci facciamo travolgere da supposte egemonie di altri sindacati», anche perché «il sindacato si indebolisce quando risponde a una logica di pensiero unico che mortifica le diverse sensibilità, che – prosegue Sbarra – nel nostro Paese per fortuna esistono, per noi si chiama pluralismo». È poi intervenuto sulle polemiche fra Landini e il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, riguardo agli scioperi organizzati dalla Cisl casualmente sempre nel fine settimana: «Molte volte si tratta di pura coincidenza. Si collegano pacchetti di ore di sciopero a fine turno. Però – ha detto Luigi Sbarra – tante polemiche, mentre nessuno dice che in Italia le regole sullo sciopero sono molto chiare a garanzia del sindacato che dei cittadini. Non a caso c’è questa commissione prevista dalla legge che è chiamata a contemperare l’esercizio del diritto allo sciopero e quello legato ai diritti della persona nell’ambito dei servizi pubblici. Dovremmo – conclude – porre fine alle polemiche». Infatti, per chiarire le polemiche è dovuta intervenire la Commissione di garanzia sullo sciopero che, come ricorda la Cisl, «è istituita dalla legge e ha il compito di tenere in equilibrio e di contemperare il diritto di sciopero e i diritti fondamentali dei cittadini per quanto riguarda i servizi pubblici essenziali. È un problema di procedure e quindi – sottolinea Sbarra –andrebbe chiesto ai colleghi degli altri sindacati che hanno attivato questa procedura, se tutto questo è conforme e coerente con la legge». Sulla manovra economica Sbarra è ottimista: «Vediamo cosa è necessario fare per rappresentare, tutelare e sostenere il reddito dei lavoratori, pensionati e famiglie e come miglioriamo nelle prossime ore la manovra economica». Nel frattempo, la Cisl ha proclamato una manifestazione nazionale per sabato 25 novembre a Piazza Santi Apostoli a Roma al fine di «limitare i disagi ai cittadini per non caricare di ulteriori sacrifici i lavoratori con l’astensione di una giornata lavorativa» e «per evitare di portare nelle aziende le tensioni sociali, che in questa fase non hanno alcuna responsabilità rispetto ad un contenzioso che abbiamo con il Governo sui contenuti della manovra economica». In vista di questa occasione, il numero uno della Cisl Sbarra ha incontrato i rappresentanti del Pd, affermando come sia stato «un incontro importante perché ci ha consentito di argomentare le ragioni che hanno spinto la Cisl a proclamare per il 25 novembre una grande manifestazione a piazza Santi Apostoli a Roma, nel tentativo di far arrivare ai gruppi parlamentari, al Governo la necessità di migliorare e cambiare i contenuti e i provvedimenti della legge di Bilancio che consideriamo sbagliati». La Cisl ha già ricevuto il sostegno da parte del vicepremier Salvini sulla proposta di legge di iniziativa popolare basata sulla partecipazione dei lavoratori alla gestione dell’azienda anche tramite forme di partecipazione al capitale. Il vicepremier ha infatti approfondito «con grande interesse» ritenendola «molto ragionevole e interessante per questo intende sostenerla in prima persona», come ha fatto sapere Luigi Sbarra.
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Katrín Jakobsdóttir
Katrín Jakobsdóttir, Prima Ministra dell’Islanda dal 2017, sta svolgendo il suo secondo mandato.
Nata a Reykjavík il 1º febbraio 1976 e laureata in letteratura, ha iniziato come giornalista per varie emittenti, collaborato con una casa editrice ed è stata docente in diverse università.
Leader del partito politico Sinistra – Movimento Verde, è in Parlamento dal 2007. È stata anche ministra dell’Educazione, della Scienza e della Cultura dal 2009 al 2013.
Nel 2017, dopo il ritiro di Futuro Luminoso dalla coalizione di governo che sosteneva il governo di Bjarni Benediktsson, a causa di uno scandalo, ci sono state le elezioni anticipate in cui Katrin Jakobsdóttir, guidando una coalizione tripartita con il Partito dell’Indipendenza e il Partito Progressista, il 30 novembre 2017 è stata nominata Prima Ministra.
A capo del governo, ha investito nell’edilizia sociale, esteso il congedo parentale e ridotto il divario salariale tra uomini e donne.
È stata lodata a livello globale, la sua gestione della crisi conseguente alla pandemia di Covid-19, il suo paese ha raggiunto il record europeo di sole 33 persone morte.
Il suo ruolo di leader è stata riconfermato nelle legislative del 2021, nonostante abbia perso diversi seggi in Parlamento.
Il 24 ottobre 2023 in Islanda è stato proclamato lo sciopero generale delle donne che si sono astenute da qualsiasi lavoro e Katrin Jakobsdóttir, insieme a varie ministre del suo governo – fra cui quelle della Giustizia e della Cultura – vi ha aderito.
L’Islanda è il primo Paese al mondo in materia di uguaglianza di genere, con una riduzione del 90% del ‘gap’ salariale e sociale negli ultimi 3 anni, secondo dati ufficiali del 2022, ma in alcune professioni il divario di retribuzione tra uomini e donne raggiunge ancora il 21 per cento, e più di una donna su tre ha avuto esperienza di violenze di genere nella propria vita. Per questo, la popolazione femminile ha deciso di incrociare le braccia e scendere in piazza.
Sono rimaste chiuse scuole, negozi, banche, biblioteche e piscine, i trasporti pubblici hanno subìto grossi ritardi e le donne hanno interrotto il lavoro domestico e di cura. Alla manifestazione di Reykjavik sono scese in piazza circa centomila persone, la popolazione di tutta l’Islanda ne conta circa 370mila.
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Sciopero di 24 ore degli assistenti di volo e piloti della compagnia aerea Vueling
In assenza di un’inversione di rotta da parte di Vueling lo sciopero proseguirà anche nei prossimi mesi. Secondo Filt Cgil e Uiltrasporti “in un contesto in cui i dati di traffico del settore stanno raggiungendo nuovamente quelli precedenti alla pandemia non è possibile parlare di esuberi. Le lavoratrici ed i lavoratori di Vueling, dopo un estate in cui hanno mostrato tutta la loro dedizione e professionalità, necessitano di ricevere risposte concrete in termini di garanzie occupazionali, riconoscimento dei diritti in riferimento alla normativa sulla maternità e paternità, oltre che chiarimenti sulla gestione di tematiche amministrative come ad esempio il pagamento delle ferie pregresse”. “Serve – chiedono infine Filt Cgil e Uiltrasporti – l’avvio di un tavolo di confronto urgente volto alla ricerca di soluzioni che tutelino davvero tutti i lavoratori di Vueling”. Read the full article
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Sciopero del Trasporto Pubblico a Casale Monferrato: Servizi Minimi Garantiti
L'8 novembre 2024: Scuolabus e Linee Essenziali Assicurati per i Pendolari durante lo Sciopero Nazionale
L’8 novembre 2024: Scuolabus e Linee Essenziali Assicurati per i Pendolari durante lo Sciopero Nazionale Sciopero Nazionale dei Trasporti: Servizi Minimi Garantiti a Casale Monferrato In vista dello sciopero nazionale del trasporto pubblico locale indetto per venerdì 8 novembre 2024, l’Azienda Multiservizi Casalese (AMC) ha comunicato che saranno garantiti alcuni servizi essenziali per i…
#Alessandria today#AMC Casale#Anselmo Villata#assistenza mobilità#Azienda Multiservizi Casalese#Casale Monferrato#collegamenti urbani#Comune di Casale Monferrato#comunicazione ufficiale#diritto alla mobilità#gestione mobilità#Google News#inclusività servizi#informazione ai cittadini#italianewsmedia.com#Linea Blu#Linea Rossa#Linea Speciale#Linea Terranova#Mezzi pubblici#Mobilità sostenibile#Mobilità Urbana#orari autobus#orari sciopero#Ospedale S. Spirito#pendolari Casale Monferrato#Piemonte trasporti#Pier Carlo Lava#Sciopero Nazionale#sciopero trasporti
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Nel frattempo che mi godo questa settimana di malattia pagata dai contribuenti tedeschi e autorizzata dal Governo, perché, parola del medico curante, "fino a parola definitiva della PCR io sono malato Covid e, siccome questo paese ha i laboratori saturi, per avere un risultato ci vorranno giorni", beh, mi dedico ad un argomento che mi ha sempre affascinato, ovvero il trattamento delle acque reflue, o anche detta la gestione della chiavica.
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Interessante allo stesso modo il discorso della fisica dei fluidi, relativo alla pendenza ottimale dei tubi, e anche sul perché determinati oggetti non andrebbero buttati. Mostrare il perché è miliardi di volte meglio che urlare "non si fa e basta".
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Però mi son fatto una domanda.
In genere, quando un contratto di lavoro pubblico non viene rinnovato entro la scadenza, oppure le condizioni lavorative sono molto svantaggiose, la categoria colpita dal problema sciopera, e a ragion veduta, bloccando o limitando fortemente la fornitura di quel pubblico servizio.
Io non mi ricordo mai di uno sciopero da parte degli operatori negli impianti di trattamento, e meno male, direi, perché altrimenti ci ritroveremmo a bere la nostra merda dopo appena 48 ore, quindi pagateli strabene.
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CENTO ANNI SENZA MAI CHINARE LA TESTA: LA STORIA DI TRANSITO AMAGUANA, LA LIDRESA CHE HA LOTTATO PER TUTTA LA VITA PER INDIOS, DONNE E CAMPESINOS
Aveva conosciuto l’analfabetismo, e volle imparare a leggere e scrivere. Aveva visto il duro lavoro dei campi e la sottomissione agli ordini del padrone, e volle lottare per creare un sistema cooperativistico tra gli huasipungueros indios. Aveva visto la disparità di trattamento riservata alle donne e subito i maltrattamenti da parte del marito, e volle diventare una leader del movimento femminista. Tante lotte, una sola lotta. Anzi, tante lotte, una sola vita. Quella di Tránsito Amaguaña, una vita lunga come tutto il XX secolo.
Era nata in una piccola comunità a nord di Quito, in Ecuador, nel 1909. La vita dei campi prima, un matrimonio precoce e il lavoro a servizio poi, le diedero lo slancio per lottare per i diritti di tutti e tutte. Donna, india, semi-analfabeta, lavoratrice. Tante identità, una sola identità. Un’identità di combattente, naturalmente.
Ventisei marce da La Chimba a Quito nel 1930. Oltre sessanta chilometri a piedi, per portare le rivendicazioni indie e campesine ai palazzi del potere. Rivendicazioni che non furono accolte: nel 1931, quindi, lo sciopero generale. Era uno dei primissimi scioperi dei lavoratori agricoli in Ecuador, e ci sarebbero voluti ancora anni perché le loro voci venissero ascoltate; dopo quello sciopero Tránsito fu addirittura costretta a vivere in clandestinità per quindici anni. Ma Tránsito aveva coraggio ed energia da vendere. E alla fine ebbe anche ragione, perché la Federación Ecuatoriana de Indios che aveva contribuito a creare, a metà degli anni ‘40 iniziò una redistribuzione delle terre ai campesinos, con particolare attenzione alle donne.
Fu una lideresa, Tránsito, per tutta la sua lunga vita. E una vittoria a quindici anni di distanza dall’inizio della lotta non le sarebbe mai bastata. E così, al suo ritorno a La Chimba fondò scuole bilingue in cui bambini e bambine potessero studiare e imparare sia in spagnolo che in quechua; pensando agli adulti, invece, spese gran parte della sua vita nella creazione e nella gestione di cooperative agricole. Una lideresa, una rappresentante degli indios e dei campesinos in Ecuador, a Cuba, in Unione Sovietica, ovunque viaggiasse. Ma soprattutto a La Chimba, dove passò la maggior parte della sua lunghissima e intensa vita. Visse così, nella sua casetta a tremila metri di altitudine, nella sua comunità. Quando se ne andò era nello stesso posto in cui era nata. Mancavano quattro mesi al suo centesimo compleanno, ma possiamo dire senza nessun dubbio che era comunque troppo presto.
Cannibali e Re
La storia di Transito è una delle dodici del nostro calendario. Lo trovate qui con agenda e illustrazione: https://bit.ly/39oWut8
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Papillon ha iniziato lo sciopero della fame
Da alcuni giorni l'orso è entrato nello sciopero della fame. riifiuta qualsiasi cibo. Si sta ferendo in continuazione perché prende la rincorsa e va a sbattere contro il recinto del lager del Casteller. E gli altri due orsi detenuti nel lager (chiamati M57 e DJ3) sono in condizioni pietose. Ormai è chiaro al mondo intero le torture psichiche e fisiche che questi orsi stanno subendo. Sono letteralmente bombardati da psicofarmaci per tenerli calmi ma stanno impazzendo. Papillon non solo ha smesso di mangiare (ma non ha mai cominciato da quando è stato catturato) ma si sta uccidendo ferendosi continuamente.
Secondo la LAV:
"M49 e gli altri sono sotto sedazione (bombardati di psicofarmaci) per lo stress cui stanno vivendo a causa dei lavori di adeguamento della struttura. M57, l’orso di due anni e mezzo ripete costantemente dei movimenti in maniera ritmata causandosi lesioni cutanee all’avambraccio sinistro. Il verbale del sopralluogo eseguito da ISPRA e Carabinieri presso il recinto del Casteller, dove sono detenuti gli orsi M49, M57 e DJ3, descrive una situazione da girone dantesco. Dove gli animali reclusi sono quotidianamente bombardati da psicofarmaci. Rinchiusi in gabbie di pochi metri quadrati, in fortissime condizioni di stress psico-fisico, che li portano addirittura a rifiutare il cibo”.
È fin troppo chiaro la finalità di questi carnefici che stanno utilizzando la tortura per ridurre al silenzio questi detenuti. Lo stesso direttore dei parchi nazionali Canadesi ha affermato: "La gestione degli orsi in Italia, nella regione trentina è al limite della tortura ed è una vergogna. Un insulto a chi cerca di tutelarli nel mondo".
Fino al Canada arrivano le notizie delle torture. E stanno facendo il giro del mondo. Questa politica infame che usa la tortura contro dei detenuti colpevoli di essere semplicemente Orsi.
Ormai l'unica speranza è che, se gli Orsi non vengono liberati, si suicidino. E Papillon lo sta facendo in queste ore. Come sempre sta insegnando a tutti cosa significa la libertà e la sua privazione.
Fate schifo
Infami schifosi!!!
#iostocongliorsi#
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Modena, 9 gennaio 1950: uccisi 6 lavoratori | contromaelstrom
Poco dopo le dieci di mattina una decina di lavoratori si trovavano all’esterno della fabbrica vicino al muro di cinta, cercando di parlare con i carabinieri schierati. Un carabiniere sparò con la pistola, a freddo, uccidendo Angelo Appiani [30 anni, partigiano, metallurgico] colpito in pieno petto. Immediatamente dal terrazzo della fabbrica altri carabinieri spararono con la mitragliatrice sulla folla di lavoratori che si trovava sulla Via Ciro Menotti oltre il passaggio a livello chiuso per il transito di un treno.
Arturo Chiappelli [43 anni, partigiano, spazzino] e Arturo Malagoli [21 anni bracciante] vennero colpiti a morte, molti furono feriti, alcuni gravemente. La gente scappava, cercava riparo dai colpi della mitraglia che continuava a sparare, altri cercavano di assistere i feriti con medicazioni improvvise e li trasportavano al riparo.
Roberto Rovatti [36 anni, partigiano, metallurgico] si trovava in fondo a Via Santa Caterina, vicino alla chiesa, dal lato opposto e distante 500 metri dai primi caduti, aveva una sciarpa rossa al collo. Mezz’ora era passata dalla prima sparatoria veniva circondato da un gruppo di carabinieri scaraventato dentro un fosso e massacrato con i calci del fucile, un linciaggio mortale. Ennio Garagnani [21 anni, carrettiere] veniva assassinato in Via Ciro Menotti dal fuoco di un’autoblinda che sparava sulla folla.
Lo sciopero generale partì spontaneamente appena si diffuse la notizia del massacro. Un’automobile della Cgil con l’altoparlante avvertiva i lavoratori di concentrarsi in Piazza Roma. Poco dopo mezzogiorno Renzo Bersani [21 anni metallurgico] attraversava la strada a piedi, in fondo a Via Menotti, all’incrocio con Via Paolo Ferrari e Montegrappa, un graduato dei CC distante oltre un centinaio di metri si inginocchiò a terra, prese la mira col fucile e sparò per uccidere.
Sei lavoratori assassinati, 34 arrestati, i numerosi feriti trasportati in ospedale vennero messi in stato di arresto, piantonati giorno e notte e denunciati alla magistratura per «resistenza a pubblico ufficiale, partecipazione a manifestazione sediziosa non autorizzata, attentato alle libere istituzioni per sovvertire l’ordine pubblico e abbattere lo Stato democratico».
Era questa l’Italia “democratica” ricostruita dopo il fascismo da padroni e democristiani. Ricostruita sulla pelle dei proletari e dei lavoratori che venivano sfruttati ferocemente nelle fabbriche e nei campi e, quando si ribellavano, venivano massacrati nelle piazze.
È QUESTA LA STORIA NASCOSTA E SCONOSCIUTA DI QUESTO PAESE. E oggi alcuni personaggi ambigui, provenienti da certa “sinistra” cercano di riscrivere la storia falsificandola per mezzo di libri, lezioni accademiche, programmi televisivi, film e spettacoli teatrali e facendo passare dirigenti democristiani, padroni e funzionari di Stato come “persone perbene”.
Ma cosa stava succedendo a Modena e nel resto del paese in quegli anni? Era in corso dal 1948 una controrivoluzione per azzerare la forza dei lavoratori nelle fabbriche e la tenuta dei sindacati e partiti di sinistra, una forza costruita nella resistenza e nell’immediato dopoguerra. I padroni volevano abbassare il costo del lavoro e aumentare la produttività per orientare la produzione verso l’esportazione. Gli strumenti che usarono: la serrata e i licenziamenti collettivi e selettivi per ridurre il potere contrattuale dei sindacati e delle commissioni interne, l’aumento del ventaglio retributivo, salario sempre più legato alla produzione (cottimo e premio di produzione differenziato), intervento della polizia per sciogliere i picchetti e le manifestazioni; scioglimento dei “Consigli di Gestione”.
Nella città di Modena nei due anni 1947-49, ben 485 partigiani furono arrestati e processati per fatti accaduti durante la lotta di liberazione. 3.500 braccianti arrestati e denunciati per occupazione delle terre; 181 volte la polizia intervenne nei conflitti di lavoro.
Le maestranze delle Fonderie Riunite, con 480 lavoratori – la metà erano donne- nel 1943 parteciparono agli scioperi contro la guerra e per il pane. Dopo la “liberazione” i padroni “tornano proprietari”, è questa la scelta democristiana. Anche il padrone delle Riunite, il fascista Adolfo Orsi amico di Italo Balbo. Orsi è padrone non solo delle Riunite, ma anche della “Maserati Alfieri”, delle “Candele accumulatori Maserati” e delle Acciaierie. Come altri padroni fascisti ringalluzziti dalle vittoria democristiana del ’48, padron Orsi inizia con tre giorni di serrata, chiamando la polizia a sgombrare i picchetti. È la prima volta, dopo la liberazione, che a Modena la polizia interviene nel conflitti di lavoro. Sarà la prima di una serie di interventi sempre più aggressivi.
L’anno prima del “massacro” è il 9 gennaio 1949, è domenica e si tiene a Modena un comizio sindacale in piazza Roma, Fernando Santi, segretario generale della Cgil denuncia i licenziamenti e la serrata alla fonderia Vandevit e alla carrozzeria Padana. Al termine della manifestazione, mentre la gente rientra a casa mescolandosi con chi esce dalla chiesa, si scatena una selvaggia e inspiegabile aggressione poliziesca con camionette e manganellate e perfino colpi d’arma da fuoco. Il cambio di rotta era stato deciso dall’alto: colpire senza sosta il movimento operaio e sindacale per interromperne l’avanzata e ridurne la capacità contrattuale.
Alla fine di quel ’49, padron Orsi regalò ai “suoi” dipendenti la seconda serrata e il licenziamento di tutti i 560 lavoratori. L’idea di Orsi era di assumere nuovi lavoratori non sindacalizzati né politicizzati. Le “rivendicazioni” di padron Orsi erano di revisionare in peggio il premio di produzione, abolire il Consiglio di gestione, far pagare la mensa ai lavoratori, togliere le bacheche sindacali e politiche, eliminare la stanza di allattamento che le operaie si erano conquistate per poter andare in fabbrica con i figli. Dopo un mese di serrata venne la risposta operaia: sciopero generale di tutte le categorie proclamato per il 9 gennaio 1950 in tutta la provincia.
Ma il prefetto e il questore [non dimentichiamo mai che prefetti e questori erano stati traghettati in blocco dal regime fascista a quello democratico/democristiano] negano alla Camera del lavoro qualsiasi piazza per la manifestazione sindacale. Si racconta che il questore rispose alla delegazione di parlamentari e dirigenti sindacali che chiedevano una piazza: “vi stermineremo tutti”. Dal giorno prima arrivano a Modena ingenti forze di polizia, si dice 1.500 con autoblindo, jeep, camion. Occupano la fabbrica e si dispongono sul tetto con le armi.
Da quel tetto spararono con la mitraglia sui lavoratori per uccidere.
“Affoga nel sangue il governo del 18 aprile“, titola a tutta pagina il giornale l’Avanti! del giorno dopo. [il governo del 18 aprile è quello scaturito dalla vittoria democristiana del 18 aprile ’48: il governo dell’atlantismo, della rottura dell’unità sindacale: nascita di Cisl e Uil con i soldi americani, della soggezione agli USA, della crociata anticomunista e soprattutto dell’abbattimento della forza operaia!
Modena non fu un fatto isolato. In quegli anni iniziava una repressione antioperaia feroce e sanguinosa [nel 1948 sono stati uccisi 17 lavoratori in conflitti di lavoro, centinaia feriti e 14.573 arrestati]. Il sindacato di classe fu buttato fuori da moltissime aziende, oppure ridotto e emarginato. La dirigenza della Cgil, del Pci e del Psi fu piegata a più miti consigli in merito alla logica del profitto padronale e allo sfruttamento operaio.
Dopo quella dura sconfitta che dal ’48 si protrasse per tutti gli anni Cinquanta la classe operaia riprese l’iniziativa all’inizio degli anni Sessanta.
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