#gestione epidemia
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pier-carlo-universe · 1 month ago
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Allarme Peste Suina Africana: Richiesta d’Azione dal Partito Democratico di Casale Monferrato
I Consiglieri di opposizione chiedono misure urgenti per contrastare la diffusione del virus nella Provincia di Alessandria e proteggere il settore eco-turistico.
I Consiglieri di opposizione chiedono misure urgenti per contrastare la diffusione del virus nella Provincia di Alessandria e proteggere il settore eco-turistico. Casale Monferrato, 14 novembre 2024 – Il Partito Democratico di Casale Monferrato, insieme a tutti i consiglieri di opposizione della Provincia di Alessandria, ha indirizzato una comunicazione urgente al Presidente della Provincia per…
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crazy-so-na-sega · 2 years ago
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Anche Fontana, Busaferro, Locatelli e ex assessore Gallera.
[indagine sul prima]
Ipotesi di reato: epidemia colposa, omicidio colposo plurimo e rifiuto di atti d'ufficio.
[ sul dopo per ora niet ]
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sai come andrà a finire? A puttane.....
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rassegnanotizie · 2 months ago
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Tra il governo del Ruanda e l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) è emersa una differenza di opinione sulla gestione della vaccinazione e dei farmaci contro il virus di Marburg. L’OMS ha lanciato uno studio clinico per testare il farmaco antivirale remdesivir e un anticorpo monoclonale contro il virus, in risposta al terzo maggiore focolaio della malattia mai registrato nel Paese. Tuttavia, il Ruanda ha rifiutato di partecipare a un simile studio per un vaccino sperimentale sviluppato dal Sabin Vaccine Institute, decidendo invece di vaccinare direttamente gli operatori sanitari a rischio e quelli in contatto con casi noti di Marburg. Questa scelta mira a fornire protezione a un numero maggiore di persone, ma non permette di raccogliere dati robusti sull'efficacia del vaccino. Il governo ruandese ha voluto agire rapidamente per garantire la sicurezza dei lavoratori in prima linea, come sottolineato dal ministro di Stato della Salute, Yvan Butera. Tuttavia, alcuni esperti di sanità pubblica considerano questa decisione come un’opportunità sprecata per testare l'efficacia e la sicurezza di nuovi vaccini in una situazione epidemica. Le richieste di vaccini e trattamenti sono arrivate rapidamente: il virus è stato identificato per la prima volta il 26 settembre e il 5 ottobre sono state ricevute le prime 700 dosi di vaccino a Kigali. Finora, il Ruanda ha vaccinato più di 700 persone e un ulteriore lotto di 1000 dosi è giunto recentemente. Butera ha affermato che un trial randomizzato sul vaccino potrebbe ancora avvenire se l’epidemia si ampliasse, ma con la diminuzione dei nuovi casi, questa possibilità diventa meno probabile. Il vaccino del Sabin è basato su un adenovirus che infetta normalmente gli scimpanzé, programmato per produrre una proteina del virus di Marburg, stimolando così la risposta immunitaria degli individui vaccinati. In sintesi, mentre il Ruanda prende misure rapide per affrontare il focolaio del virus di Marburg, la divergenza con l'OMS sugli approcci vaccinali evidenzia la complessità nella gestione delle emergenze sanitarie e la sfida di bilanciare la protezione immediata con la necessità di dati scientifici.]
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Covid, inchiesta in UK e Nord Irlanda su gestione epidemia
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kritere · 2 years ago
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Covid, perché l’inchiesta su Conte e Speranza è stata archiviata: cosa dicono le carte del Tribunale
DIRETTA TV 8 Giugno 2023 La Procura di Bergamo aveva aperto un’indagine sul reato di epidemia colposa e omicidio colposo plurimo per la gestione politica del Covid-19: ieri, il tribunale dei ministri ha deciso di archiviare le posizioni di Giuseppe Conte e Roberto Speranza. L’ordinanza dei giudici, consultata da Fanpage.it, spiega il perché. 1 CONDIVISIONI Nell’inchiesta della Procura di…
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lamilanomagazine · 2 years ago
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Covid: la Procura chiude l’inchiesta,indagati Conte, Speranza e Fontana
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Covid: la Procura chiude l’inchiesta,indagati Conte, Speranza e Fontana. A tre anni di distanza dallo scoppio della pandemia che, tra febbraio e aprile 2020, ha straziato il territorio di Bergamo con oltre 6mila morti in più rispetto alla media dell'anno precedente, la Procura ha chiuso l'inchiesta sulla mancata “zona rossa” all’inizio della crisi pandemica. Le ipotesi di reato sono di epidemia colposa aggravata, omicidio colposo plurimo, rifiuto di atti d'ufficio e falso. "Il disastro si sarebbe potuto evitare", secondo i pm bergamaschi. "Da oggi - si legge in una nota dell'associazione - si riscrive la storia della strage bergamasca e lombarda, la storia delle nostre famiglie, delle responsabilità che hanno portato alle nostre perdite. La storia di un'Italia che ha dimenticato quanto accaduto nella primavera 2020, non a causa del Covid19, ma per delle precise decisioni o mancate decisioni". Tra gli indagati figurerebbero l'allora presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, l'ex ministro della Salute Roberto Speranza, il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana e il suo ex assessore al Welfare Giulio Gallera. Nel registro compaiono anche il presidente dell'Istituto superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, il coordinatore del primo Comitato tecnico scientifico Agostino Miozzo, l'allora capo della Protezione Civile Angelo Borrelli e il presidente del Consiglio superiore di Sanità, Franco Locatelli. L'ex premier Giuseppe Conte, tra gli indagati nell'inchiesta sulla gestione del Covid in provincia di Bergamo, si è detto "tranquillo" sul suo operato e ha espresso la "massima disponibilità e collaborazione con la magistratura". «Sono tranquillo di fronte al Paese e ai cittadini italiani»- ha spiegato -«per aver operato con il massimo impegno e con pieno senso di responsabilità durante uno dei momenti più duri vissuti dalla nostra Repubblica». Medesima la posizione per l’ex ministro della Salute Roberto Speranza che si ritiene «Sereno e sicuro di aver agito per l’interesse del Paese». Situazione opposta – invece- per il Presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, che afferma: «So dai giornali di essere stato indagato».... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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sauolasa · 2 years ago
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Turchia e Siria impegnate per i morti e per i vivi. Incubo epidemia
ontinuano i soccorsi per salvare i sopravvissuti, lo sforzo è massimo anche per la gestione degli aiuti umanitari insufficienti. Ma ora il problema sono anche i cadaveri sotto le macerie
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samdelpapa · 2 years ago
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A proprie spese d...... www.ilmessaggero.it Covid, riunione dell'Unione Europea il 4 gennaio sugli arrivi dalla Cina Redazione Web 4 - 5 minutes Ancora una volta, l'oscurantismo informativo cinese nasconde i dati ufficiali Sabato 31 Dicembre 2022, 17:40 Ultimo agg. 1 Gennaio, 01:35 I paesi dell'Ue si incontreranno mercoledì 4 gennaio per discutere una risposta congiunta al tema dei viaggiatori provenienti dalla Cina, dopo l'impennata di casi di Covid nel Paese. Lo ha annunciato la Svezia, che domani assumerà la presidenza del semestre Ue. «La Svezia sta cercando una politica comune per l'intera Ue circa l'introduzione di possibili restrizioni all'ingresso», ha dichiarato in una nota il governo di Stoccolma. Che ha convocato per mercoledì una riunione del meccanismo di gestione delle crisi del Consiglio (Ipcr): «È importante mettere in atto rapidamente le misure necessarie». APPROFONDIMENTI Le misure Francia e Regno Unito si aggiungono alla lista di paesi che stanno decidendo di imporre test Covid agli arrivi dalla Cina. Ira di Pechino, che parla di «sabotaggio». L'Oms chiede alle autorità cinesi di condividere in tempo reale i dati sulla epidemia. La situazione «è imprevedibile» e l'Italia deve «prepararsi» a un inverno con più rischi: così una circolare del Ministero della Salute avverte le regioni e chiede di rafforzare sorveglianza e sequenziamenti. "Potrebbero tornare le mascherine al chiuso", dice Schillaci. Covid, la rabbia della Cina; Ecco cosa aumenta a inizio anno; Il giallo di un quadro di Rubens: 31 dicembre di Italo Carmignani Quante persone sono infette? Con la prudenza necessaria per prendere per veri i dati forniti dalle autorità cinesi, i casi ufficialmente confermati sono 815.995. Tuttavia, con l'eliminazione dei test obbligatori, la contabilità vera e propria è stata molto complicata, ma le immagini che arrivano dagli ospedali cinesi non sono incoraggianti. Quanti morti ci sono in Cina in questa nuova crisi? Ancora una volta, l'oscurantismo informativo cinese nasconde i dati ufficiali. Secondo il governo di Pechino, negli ultimi 28 giorni sono morte per Covid 787 persone, ma gli ospedali del Paese contano solo coloro che sono morti per polmoni https://www.instagram.com/p/Cm3lwKoNFQU/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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abr · 3 years ago
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Il tribunale di Pisa ha (ritenuto) i famosi Dpcm emanati in piena emergenza sanitaria causa covid, illegittimi. Come riferisce l’edizione online di Repubblica, nella giornata di ieri è giunta la sentenza in cui viene sottolineato come il Consiglio dei Ministri non avesse alcun potere in materia: “La delibera dichiarativa dello stato di emergenza adottata dal Consiglio dei ministri il 31.1.2020 – si legge sulla sentenza riportata dal quotidiano nazionale – è illegittima per essere stata emanata in assenza dei presupposti legislativi, in quanto non è rinvenibile alcuna fonte avente forza di legge, ordinaria o costituzionale, che attribuisca al Consiglio dei ministri il potere di dichiarare lo stato di emergenza per rischio sanitario”. (Quindi) anche tutti gli altri provvedimenti emessi in seguito devono ritenersi illegittimi: “A fronte della illegittimità della delibera, devono reputarsi illegittimi tutti i successivi provvedimenti emessi per il contenimento e la gestione dell’emergenza epidemiologica”. Si tratta di dichiarazioni messe nero su bianco che giungo al termine di un processo nei confronti di due cittadini marocchini che erano stati sorpresi fuori casa in occasione del primo lockdown, quello del periodo fra marzo 2020 e maggio dello stesso anno, senza alcuna giustificazione. Stando al giudice Lisa Manuali, nei loro confronti è giunta l’assoluzione “perché il fatto non sussiste”, sottolineando appunto l’azione illegittima del governo con i vari decreti emanati dalla presidenza del consiglio. Quindi si legge ancora: “A causa della epidemia da Covid -19 sono state emanate disposizioni che hanno comportato la compressione di alcune libertà garantite dalla nostra Carta Costituzionale libertà che concernono i diritti fondamentali dell’uomo e costituiscono il “nucleo duro “ della Costituzione stessa”. Stando al giudice del tribunale di Pisa, un Dpcm “non può disporre limitazioni della libertà personale”, motivo per cui “non si ritiene di poter dubitare della illegittimità e invalidità dei decreti che hanno imposto la compressione di diritti fondamentali”.
https://www.ilsussidiario.net/news/dpcm-illegittimi-tribunale-di-pisa-condanna-conte-e-stata-negata-la-liberta/2190865/
E’ UN ANNO che sostengo che ci sarà da ridere in tribunale per tutte le minacce perepepé e le multe generate dai dpcm di quel “esperto” legale aka ignorante di Gonde ...  
Questo era un rigore a porta vuota (che giudice tocca mai dei marocchini?) ma è la punta dell’iceberg. NON ABBIATE PAURA. NON GIUSTIFICATEVI. SE NON VOLETE, DITE DI NO. 
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kon-igi · 5 years ago
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Buongiorno Kon, 
Ma, secondo te, quanto è grave questa sars-cov2? 
Grazie,
Y***********
preferirei Anon o risposta in privato
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Questo ask è un po’ vecchiotto ma cercherò di risponderti alla luce di quello che è successo in questi mesi.
Checché se ne dica o possa apparire il Sars-cov2 - o meglio - il Covid-19 NON è una malattia grave e tutto quello che è successo è avvenuto per una concomitanza di fattori che hanno esitato nell’ecatombe che abbiamo avuto davanti agli occhi (’che abbiamo avuto davanti agli occhi’ ≠ ‘che c’è stata’).
Il sars-cov2 non è un virus particolarmente resistente o aggressivo in sé e nemmeno uno di quelli con un R0 intrinseco (tasso di contagiosità) tra i più elevati.
Ce l’abbiamo avuta nel culo proprio per questo e per il fatto che, a differenza dei suoi cugini più prossimi della SARS e della MERS, molto più letali (rispettivamente 9,6% e 34%) e per cui la contagiosità cominciava con l’insorgenza dei sintomi, ci si è accorti solo dopo qualche settimana che il contagio poteva avvenire anche da soggetti non chiaramenti sintomatici (paucisintomatici la maggior parte, asintomatici una piccola percentuale, soprattutto bambini).
L’inculata successiva è stata quella di non aver fatto in tempo a differenziare gli accessi ospedalieri, lo smistamento e la contingentazione, col risultato che si sono ammalate TANTISSIME PERSONE, molte delle quali fragili e/o in ambiti protetti. Ne è conseguito un infarcimento di ospedali e rianimazioni con un flusso di pazienti irricevibile e ingestibile.
La tripla inculata, poi, è stata LA QUARANTENA che invece di essere eseguita in luoghi sicuri e isolati, è avvenuta per la maggior parte dei pazienti non gravi A DOMICILIO, con un’inevitabile contagio dei familiari, tra cui anziani e/o con patologie predisponenti.
Per farti capire - e questo è il motivo per cui io credo che questa fase 2 non creerà di nuovo gli stessi contagi e gli stessi morti - se con le conoscenza di oggi avessimo una nuova epidemia con un virus dalle stesse caratteristiche, AGIREMO IN MANIERA DIFFERENTE E PIÙ EFFICACE (logisticamente e farmacologicamente) evitando quegli allora inevitabili e colposi errori che hanno falcidiato così tante vite.
Al netto della tragedia, questo Sars-cov2 ci ha lasciato una pesante eredità di dolorosa consapevolezza sul concetto di gestione di un’epidemia.
Vediamo quanto e come questa eredità verrà spartita e spesa.
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corallorosso · 4 years ago
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«Due settimane fa dovevamo stare zitti» Domenica sera, il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora (del Movimento 5 Stelle) è stato intervistato da Fabio Fazio durante la trasmissione Che tempo che fa e ha parlato a lungo della gestione di questa nuova fase di epidemia da coronavirus da parte del governo italiano. A fine intervista, Fazio gli ha chiesto: «sino a qualche settimana fa ancora si diceva “noi non siamo come la Francia, siamo stati bravi, il nostro lockdown è servito, abbiamo rispettato le regole”, quando più o meno gli esperti tutti dicevano “siamo soltanto in vantaggio di due settimane”, che cosa non ha funzionato?». Spadafora ha risposto: "Che due settimane fa dovevamo stare zitti" ... Nel corso dell’intervista, Spadafora ha ammesso che il governo ha fatto degli errori e ha sottovalutato la gravità della situazione: «noi come governo dobbiamo fare autocritica rispetto al fatto che sapendo che ci sarebbe stata questa seconda ondata, probabilmente dovevamo immaginare anche delle misure con effetti diversi». Il Post
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sangha-scaramuccia · 4 years ago
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Lettera sui nostri tempi
Qui sotto la lettera di Luigi Dai Sui al maestro Taino. Taino gli ha risposto: "La tua lettera è bella e per il notiziario troppo lunga, invece dovresti postarla sul forum".
Admin Shōju
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Buongiorno Maestro
grazie per il promemoria del rinnovo del Notiziario, ho appena inviato il bonifico, avrei preferito consegnare di persona la quota, così come ci mancherà la festa di capodanno con il falò (non delle delle vanità Savonariolane però).
Mi mancano le Sesshin, gi incontri whatsup del venerdì sono un utile e generoso strumento, da continuare e perfezionare, ma nulla hanno a che vedere con la pratica del Tempio, con l'avventura che ci mette a nudo e senza difese a prendere il meglio ed il peggio.
So di essere influenzato dalla propaganda terroristica post Covid, per prudenza abbiamo ridotto al minimo gli incontri con amici e familiari. La mia secondogenita Adela ha una piccola disfunzione cardiaca detta per semplificare "buco al cuore", che disturba la circolazione polmonare e ci è stato consigliato dal cardiologo e dal pediatra di evitare possibilità di infezioni polmonari, anche quelle pre-Covid, almeno fino alla copertura dei normali vaccini per pneumococco.
Ho letto con attenzione le sue parole nel notiziario di Dicembre e condivido appieno le sue riflessioni, anche e soprattutto sapendo di trovarmi nel ruolo di chi sabbia sugli occhi ne ha, perché non vuole affrontare con coraggio le conseguenze della normale vita senza bavagli. L'unica attenuante è l'italianissima frase fatta "tengo famiglia" che purtroppo giustifica le peggiori azioni. Sappia che le sue parole arrivano sempre al cuore della comprensione, nel mio caso rispecchiano una condizione fastidiosissima del vorrei ma non posso, per prudenza pecoreccia.
La macchina della propaganda di Sistema, attiva a pieno regime e perfezionata in occasione del piano pandemico (come sa tanti studi universitari avevano preceduto - dal punto di vista della gestione economica e comunicativa - questa epidemia) colpisce tutti, chi più chi meno, anche chi ha sviluppato strumenti di interpretazione della realtà.
I lupi - di wall street in questo caso è lecito dire - si accaniscono con ferocia sul branco inerme, peggio del virus, e sarà meglio trarre insegnamento da quanti, come i daini, se la danno a gambe levate. Ad iniziare da una medicina indipendente che sappia offrire una diversa visione di quanto sta accadendo, senza doversi per forza allineare alle direttive che cadono come mannaia dall'alto di istituzioni, che di sanitario ormai hanno ben poco, molto di più dimostrano di avere di materie finanziarie.
Le auguro un falò che riesca ad arrivare oltre le distanze che ci separano, per bruciare le scorie d'ignoranza e sciogliere la sabbia degli occhi in lenti per vedere bene, 
A mani unite
Dai Sui
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alchimilla · 4 years ago
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• Covid-19 • 182 giorni di Apocalisse, tra morti misteriose, sparizioni, e report dei servizi segreti
La vita ai tempi della pandemia - Mondo, Zona Rossa / giorno 116
Ieri, 30 giugno 2020, sono stati 6 mesi da quel fatale 30 dicembre 2019, che ha cambiato il mondo che conoscevamo. Per sempre.
In questi 6 mesi, un virus letale, di origine (s)conosciuta, con epicentro la megalopoli cinese di Wuhan, da 11 milioni di abitanti, fuoriesce dal BioLab-4 di Wuhan (un super laboratorio di massima sicurezza che gestisce i patogeni più letali al mondo) e comincia silenziosamente ad infettare ed uccidere migliaia di persone in tutto il pianeta.
Questo virus mortale, provoca polmoniti interstiziali bilaterali mai viste prima: alle radiografie, i polmoni appaiono a “vetro smerigliato” e, all’auscultazione, i polmoni producono un caratteristico rumore di “carta accartocciata”.
Ma soprattutto, questo virus letale, nato già “perfetto” e che non ha bisogno di replicarsi per mutare e perfezionarsi (com’è accaduto invece per il similare virus della Sars, questo sì, un virus di origine naturale, che ha fatto “solo” 800 morti nel mondo in 32 paesi, in 4 mesi totali di epidemia, da novembre 2002 a marzo 2003, contro i 500.000 morti, in 188 paesi, di Covid-19, in soli 6 mesi, e non è ancora finita), uccide con un meccanismo mai visto prima in altri virus: provoca una reazione immunitaria abnorme, che fa “impazzire” il sistema immunitario umano, il quale comincia a produrre centinaia di coaguli nel sangue, che, una volta arrivati agli organi vitali, portano alla morte.
Il mondo si blinda in un lockdown globale.
Le economie precipitano.
Disoccupazione e povertà arrivano a livelli esponenziali, intaccando anche il ceto medio.
Cominciano rivolte e guerriglie in diversi paesi, soprattutto negli Stati Uniti, dove l’epidemia è fuori controllo.
I suicidi aumentano, sia tra il personale sanitario, che tra le persone comuni.
Gli ospedali di tutto il globo collassano.
Finiscono i respiratori.
Non ci sono farmaci nè vaccini contro il virus.
I malati vengono messi per terra, nei corridoi, o all’esterno, nelle tende di biocontenimento.
Gli obitori, i cimiteri, i forni crematori di tutto il pianeta, non bastano più.
Si scavano fosse comuni per seppellire i corpi infetti.
Decine e decine di camion militari trasportano decine e decine di bare da cremare.
Centinaia di persone, in tutto il mondo, vengono trovate morte, da sole, a casa, senza nessuna assistenza. Uccise dal virus.
Poi, dopo 3 mesi di buio e di lotta per la sopravvivenza individuale, qualcosa nella genetica del virus muta, e s’indebolisce: la carica virale non è più in grado di uccidere le cellule umane. I sintomi diventano lievi, e le terapie intensive si svuotano, insieme ai Covid Hospital, prima in Cina, poi in Italia, poi in Europa, ovvero, nei paesi che la pandemia ha colpito per primi. Il resto del mondo, invece, è ancora alle prese con le fasi più feroci e mortali della malattia.
Attualmente, in Cina, Italia ed Europa, ci sono ancora alcuni importanti focolai, ma sono tutti di persone asintomatiche, che non richiedono, nella maggior parte dei casi, ricovero ospedaliero, ma solo quarantena e assistenza domiciliare.
E mentre imperversa ovunque questo caos apocalittico, in questi 6 mesi di puro terrore, ci sono state anche misteriose “scomparse”, morti, uccisioni di ricercatori, blogger, giornalisti, che hanno cercato di dire la verità sul virus, e cioè che proviene dal BioLab-4 di Wuhan, da cui è fuoriuscito per un errore umano, e dove è stato geneticamente modificato con innesti di altri virus, per scopi, molto probabilmente militari, e molto meno probabilmente per semplice “studio”.
In un dossier di 15 pagine, redatto da “Five Eyes” (una super intelligence internazionale, basata su un’alleanza tra i servizi segreti dei maggiori 5 paesi di lingua anglofona: Australia, Canada, Nuova Zelanda, Regno Unito e Stati Uniti), la Cina viene accusata di aver nascosto o distrutto prove sull'origine della diffusione del virus, di aver negato inizialmente la trasmissibilità da uomo a uomo, e di aver bloccato l'accesso delle organizzazioni internazionali a Wuhan, epicentro del contagio, e ai campioni del virus inizialmente disponibili. Nel fascicolo, inoltre, si fa riferimento all'esistenza di prove in grado di dimostrare che il virus sia stato generato nei laboratori dell'istituto di virologia di Wuhan, a pochi passi dal mercato del pesce, prove che Pechino ha intenzionalmente cercato di insabbiare.
In particolare, il report di Five Eyes muove 3 pesanti accuse contro la Cina:
1) la prima, riguarda la scomparsa di molte persone, tra cui la ricercatrice dell'istituto di Wuhan, Huang Yan Ling, da molti ritenuta la ‘paziente zero’ di Covid-19, misteriosamente scomparsa. Pechino non ha fornito spiegazioni in merito, e addirittura il profilo della ricercatrice è stato rimosso dal sito dell'Istituto di ricerca di Wuhan.
Anche altre persone sono scomparse, come i ricercatori cinesi Botao Xiao e Lei Xiao (di cui mi sono già occupata tempo fa), che per primi avevano parlato della possibilità che il virus fosse uscito dal laboratorio di Wuhan, dove, già in passato, c’erano stati altri incidenti di ricercatori infettatisi coi virus dei pipistrelli.
Ma la scomparsa più eclatante, riguarda Shi Zenghli (anche di lei ho già ampiamente parlato), la virologa numero 1 della Cina, soprannominata “Batwoman”, per i suoi studi sui coronavirus dei pipistrelli, di cui è la massima esperta a livello mondiale.
Di Shi Zenghli non si hanno più notizie da aprile 2020.
Il 2 gennaio 2020, terminando la mappatura della sequenza del genoma di Covid-19, Shi scopre che è identico per il 96% a quello di un virus studiato nel suo laboratorio.
Lo stesso 2 gennaio, la direttrice dell’istituto in cui si trova il BioLab-4 di Wuhan, diretto da Shi, invia una mail, rivolta a tutta la comunità scientifica, in cui vieta la divulgazione dei risultati delle ricerche sul virus Sars-Cov-2.
Ma Shi non rispetta questo monito, e il 23 gennaio 2020, pubblica una relazione scientifica, ripresa poi da “Nature”, in cui spiega di aver scoperto l’altissima contagiosità di questo virus il 14 gennaio (6 giorni prima che il regime di Pechino lo riveli al mondo).
L’11 marzo 2020, Shi rilascia inoltre un’intervista (per lei fatale), nonostante le fosse stato vietato, alla rivista “Scientific American”, in cui dichiara i suoi dubbi sul presunto passaggio animale-uomo fatto dal virus e avvenuto in una zona urbana, il mercato del pesce di Wuhan, anziché negli ambienti tropicali che lei studia da 16 anni, e a cui ha dedicato la sua vita e la sua carriera.
Ammette poi che <<il virus potrebbe essere arrivato dal nostro laboratorio. Questo è stato un vero peso, non ho chiuso occhio per giorni>>.
Più avanti, nell’intervista, dice anche di aver abbandonato gli studi su Covid-19, senza peró spiegarne i motivi.
Queste sono state le ultime dichiarazioni di Shi, dopodiché, di lei si sono perse le tracce.
Molte voci dicono che sia fuggita dalla Cina e abbia trovato rifugio a Parigi con la sua famiglia, e sia pronta a consegnare un dossier sulla fuga dal laboratorio di Wuhan del Covid-19.
Ma anche altre persone sono state colpite dalle misure restrittive del regime, come diversi medici che hanno cercato di dare l’allarme sulla diffusione dell’epidemia, e sono tutti stati incarcerati o scomparsi, oppure come l'uomo d'affari Fang Bin, l'avvocato Chen Qiushi e l'ex reporter televisivo statale Li Zehua, anche loro tutti incarcerati, per aver diffuso il proprio pensiero in merito alla gestione governativa dell’emergenza.
Infine, c’è un’altra scomparsa misteriosa: l’uccisione, a maggio 2020, di Bing Liu, 37 anni, un professore cinese dell'università di Pittsburgh, che era vicino a "scoperte molto significative" sul Covid-19, e che è stato assassinato nella città della Pennsylvania in un caso di omicidio-suicidio.
Bing Liu, è stato ucciso nella propria abitazione, con numerosi colpi di pistola alla testa, al collo e al torace. L'omicida è il 46enne Hao Gu, anche lui di Pittsburgh, che poi si è ucciso nella sua auto, parcheggiata poco distante. La polizia ritiene che i due si conoscessero e che il movente non fosse una rapina. Il delitto è avvenuto sul patio della casa mentre la moglie della vittima era fuori.
L'università di Pittsburgh ha poi spiegato che Bing Liu aveva un dottorato in chimica ed era "un eccezionale e prolifico ricercatore", e che era "vicino a realizzare scoperte molto significative per la comprensione dei meccanismi cellulari che sottintendono all'infezione da SARS-CoV-2 e alle successive complicazioni".
Bing Liu è stato ucciso perché stava per trovare le prove di una manipolazione genetica di Covid-19? Certamente sì.
2) La seconda accusa mossa da Five Eyes a Pechino, riguarda la possibilità di una fuoriuscita del virus dai laboratori di Wuhan, nei quali l'equipe della dottoressa Shi Zhengli ha per anni condotto esperimenti sui Coronavirus nei pipistrelli, manipolando un campione del virus corrispondente al 96% con il Covid-19.
3) La terza, e ultima accusa, riguarda la continua attività di insabbiamento delle prove da parte di Pechino, attraverso la censura delle notizie sul virus dal web, già dal mese di dicembre 2019, e la deliberata rimozione dai motori di ricerca di key words riguardanti il coronavirus, le sue similitudini con la Sars, il mercato del pesce e il laboratorio di Wuhan.
Il mondo punta (a ragione) il dito contro la Cina, ma tutte le colpe del regime di Pechino nell’aver taciuto per mesi (gli inizi dell’epidemia sembra risalgano addirittura ad agosto 2019) il diffondersi del virus, alla fine non avranno conseguenze, perche nessuna nazione, per quanto ricca e potente, puó risarcire il mondo intero per un suo errore, anche se fatale e letale, e soprattutto perché, rivalersi sulla Cina, significherebbe arrivare alla terza guerra mondiale, e alla fine dell’umanità.
E già adesso, l’umanità si trova in bilico sull’orlo del baratro.
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Covid, Conte e Speranza saranno interrogati il 10 maggio
 L’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte e l’ex ministro della Sanità Roberto Speranza saranno interrogati dal Tribunale dei ministri di Brescia il prossimo 10 maggio nell’ambito dell’inchiesta che vede entrambi indagati per la gestione della prima fase della pandemia nel febbraio 2020. Gli atti della procura di Bergamo, che ha condotto l’inchiesta per epidemia colposa e sulla mancata…
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kritere · 2 years ago
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Inchiesta Covid, Conte e Speranza interrogati a Brescia: “Hanno risposto a tutte le domande”
DIRETTA TV 10 Maggio 2023 Giuseppe Conte e Roberto Speranza sono stati interrogati davanti al Tribunale dei ministri di Brescia, nell’ambito dell’inchiesta sulla gestione della pandemia di Covid nella Bergamasca. Le ipotesi di reato sono si epidemia colposa e omicidio colposo plurimo. 0 CONDIVISIONI Giuseppe Conte e Roberto Speranza sono stati interrogati davanti al Tribunale dei ministri a…
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ildapa · 5 years ago
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La nostra classe dirigente - wittgenstein.it
La povertà progettuale del tanto annunciato annuncio sulla “Fase 2” è stata percepita con grande unanimità da quasi tutti, domenica sera. Non perché ci si aspettassero “maggiori aperture” o sventatezze pericolose sulle misure di isolamento – questa è l’obiezione degli sciocchi – ma perché da alcune settimane è ormai chiaro a tutti che la priorità non sono i parrucchieri o la corsa fino al parco, ma una più efficace e promettente gestione della crisi sanitaria e della diffusione del contagio, e che solo una progettazione e attuazione di questa possa eventualmente permettere un “ritorno a qualche normalità” sul piano sociale ed economico. Invece il governo continua a saltare quel passaggio e poi inevitabilmente si trova a dover fare piccoli e prudentissimi spostamenti di regolette, circondati da grandi chiacchiere sull’orgoglio del paese e le necessità di cambiamento delle cose, cambiamento che è il primo a non saper articolare.
Nelle prime settimane della crisi, quando alle classi dirigenti responsabili e al loro spaesamento era concesso un legittimo beneficio del tempo, le inadeguatezze più grosse e spettacolari su cui si erano concentrati il fastidio e la delusione di molti erano state quelle dei giornali e dei media dell’informazione. Ai quali era successa una cosa semplice e inevitabile: l’impossibilità di accantonare una radicata cultura della trascuratezza, del sensazionalismo, dell’allarmismo, della scarsa verifica, in una situazione di emergenza drammatica in cui questa cultura può avere conseguenze ancora più gravi del solito. Non smetti di fare le cose male solo perché ora è molto più pericoloso: potresti se fosse una scelta consapevole, e bastasse spostare un interruttore. Ma se quella è appunto una cultura, un modo di fare quotidiano, un approccio tramandato e perpetuato ogni giorno (con le eccezioni, certo, ci mancherebbe), “un DNA”, non te ne liberi con un’improvvisa miracolosa illuminazione di responsabilità. Quello era stato – ed è tuttora – il problema di una parte dell’informazione italiana sul coronavirus: ovvero il problema di sempre di una parte dell’informazione italiana, su tutto. È un problema che viene da lontano, che molti lettori si erano abituati a ignorare, e ora che da cattive informazioni vengono travolte le ansie, le paure, le vite di tutti, improvvisamente diventa palese e grave. Ma potevamo aspettarci qualcosa di diverso?
Non ho cambiato argomento: torno a quello iniziale, per similitudine. Da questa classe politica – e ci metto governo e opposizioni – potevamo aspettarci qualcosa di meglio di questo barcamenarsi, di questo navigare a vista, di questo pavido affanno del Presidente del Consiglio a spendere parole accorate sull’orgoglio del paese? Di questo progetto tanta pazienza? Oggi sul Corriere della Sera Paolo Giordano si meraviglia di una cosa che avevamo commentato anche qui.
Perché la sofferenza di molti non si trasformi in frustrazione e poi in rabbia indiscriminata, ci serve una novità nel nostro dibattito pubblico: un’assunzione di responsabilità individuale e spontanea da parte degli attori principali di questa crisi, prima che torniamo là fuori. Non di colpa: di responsabilità, laddove le responsabilità comprendono le sottovalutazioni, gli errori, le disorganizzazioni, i ritardi, le leggerezze. L’opinione pubblica sarebbe molto più comprensiva di quanto non si creda. C’è uno spazio inedito di compassione nei confronti del potere, perché tutti riconosciamo l’eccezionalità delle circostanze. Ma non durerà a lungo. L’unico segnale che ho captato finora è un «mi dispiace» del sindaco Gori. Non è molto, ma è un inizio. Un apripista.
La distinzione tra colpa e responsabilità è importante: serve qualcuno che si prenda le responsabilità, e c’è una gran domanda per quel qualcuno. Salvo Conte – gli va riconosciuto – che si espone di continuo senza avere mai niente da dire, e rifugiandosi in retoriche e metri di distanza (o nel calcio, persino, ieri: “i nostri beniamini”), non c’è nessun responsabile che si mostri all’altezza della responsabilità. I tecnici, a cui Conte si riferisce continuamente per buttare la palla in tribuna, o tacciono, o non sono ascoltati o non hanno poteri di iniziativa. Le ministre della Scuola e dell’Innovazione – settori di delicatezza prioritaria in queste settimane – si sono già abbondantemente dimostrate completamente inadeguate nelle scelte, ma anche nelle qualità umane di leadership e iniziativa che servirebbero. Sparite sullo sfondo, emergono solo per annunci insignificanti, promesse disattese e baggianate retoriche. Il ministro della Salute – parliamo del ministro-della-Salute durante un’emergenza sanitaria – è sullo sfondo dello sfondo, come se la cosa non riguardasse lui, invece di approfittare dell’occasione che la Storia gli avrebbe dato per dare un senso alla sua carriera politica, che in ultima analisi è una missione di servizio alla comunità. Le “task force” sono oggetto di meritato dileggio per la loro inutilità nei fatti. Dal celebrato Vittorio Colao il governo non risulta più avere raccolto niente di concreto, dopo le celebrazioni. Il PD è scomparso: confermando la strategia dell’opossum che finora mostra di pagare nei sondaggi (il suo leader una cosa aveva fatto di sua iniziativa a inizio epidemia, e guarda come l’ha pagata). L’ex leader del M5S (partito che non ha più nemmeno un leader, ma un ex leader) non aveva nemmeno capito come funziona la app essenziale di cui si parla da settimane. I leader delle opposizioni fanno i loro piccoli e meschini interessi di logoramento e propaganda, pretendendo di essere ascoltati senza però essere in grado di dire niente: i maggiori rappresentanti della frase del decennio.
E potevamo aspettarci qualcosa di diverso? Come notano in questi giorni i commentatori in tutto il mondo, le classi dirigenti prodotte dal populismo e dall’indifferenza alle qualità umane e alle competenze stanno mostrando il loro mediocre valore e la loro inutilità nel momento del bisogno. E quelle prodotte da pigre e codarde reazioni progressiste al populismo, prive di progetti e ambizioni, mostrano al massimo qualche buona intenzione in più, e la stessa inettitudine. Non potevamo aspettarci niente di diverso. I nodi, il pettine. La crisi non rende “migliori” sul piano delle capacità, della responsabilità, del coraggio, dell’intelligenza, della competenza: al massimo a momenti rende un po’ più buoni – alcuni – e quindi anche più indulgenti con le inadeguatezze altrui in tempi drammatici. Non è colpa loro, oggi: ma lo è stata ieri, loro e nostra, e ora ci teniamo questo, altro che Churchill. Non possiamo fare altrimenti, adesso, e collaboriamo con questo: ma c’è sempre un futuro e magari ricordiamocelo, che persone servono – e che persone non servono – a guidare un paese.
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