#gestione cartelle cliniche
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pier-carlo-universe · 1 month ago
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Donazione della BIOS all'Oncologia di Alessandria: 20 tavoli servitori e un PC per migliorare l'assistenza ai pazienti
La BIOS continua il suo impegno a favore della prevenzione e del supporto per le donne operate al seno, con una donazione preziosa all’Azienda Ospedaliera di Alessandria.
La BIOS continua il suo impegno a favore della prevenzione e del supporto per le donne operate al seno, con una donazione preziosa all’Azienda Ospedaliera di Alessandria. Alessandria, 22 ottobre 2024 – Anche quest’anno l’Associazione BIOS, che da oltre 25 anni supporta le donne operate al seno, ha effettuato una donazione significativa all’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Alessandria. La…
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enkeynetwork · 1 month ago
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notiziariofinanziario · 9 months ago
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Sistema sanitario digitale accessibile a tutti
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Si fanno strada gli investimenti in tecnologie innovative in campo sanitario. Il cloud da solo cuba oltre 200 milioni e le soluzioni di intelligenza artificiale sono balzate di oltre il 35% in un anno. “Per realizzare una società digitale inclusiva, è essenziale garantire che i servizi sanitari digitali siano accessibili a tutti. Solo attraverso un partenariato pubblico-privato più forte riusciremo a realizzare tutto il potenziale del digitale nel mondo della salute”, evidenzia il presidente Marco Gay. Telemedicina, cartella elettronica e data strategy L’associazione ha anche presentato il whitepaper “Una visione di futuro per la Sanità digitale”, da cui emerge che la digital transformation della sanità fa leva su alcuni pilastri fondamentali a partire dalla telemedicina già considerata come una priorità dal 72% delle strutture sanitarie, mentre l’introduzione o l’estensione delle cartelle cliniche elettroniche è un obiettivo per il 60%. E l’80% delle regioni sta mostrando un impegno verso l’integrazione dei dati e molte sono già in fase avanzata nell’attuazione di data strategies articolate. Le proposte dell’industry dell’Ict Secondo le aziende Ict la sanità italiana potrebbe accelerare la sua trasformazione digitale con una Strategia nazionale basata su: rafforzamento delle competenze digitali, ammodernamento tecnologico e facilitazione dei finanziamenti, miglioramento dell’interoperabilità dei dati e chiarimenti sulla disciplina della privacy.  Numerosi i business case illustrati in occasione dell’evento “Innovazione digitale e salute. Le proposte dell’industria Ict per una sanità digitale inclusiva” da parte di Engineering, Exprivia, Ibm, Kelyon, Oracle, Project Farm e Reply. Si va dall’innovazione terapeutica alla gestione dei sistemi informativi, fino ad arrivare a tecnologie avanzate come il quantum computing e il digital twin, a dimostrazione dell’ampiezza e la trasversalità del concetto di trasformazione digitale in sanità. Read the full article
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paoloxl · 4 years ago
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Alta sicurezza e processi sulle rivolte. Le vite sospese dei detenuti
Mario S. sta scontando un ergastolo dal 1983, quando è entrato in prigione venticinquenne. Quattro anni prima suo padre era stato ucciso in Calabria per una vendetta trasversale. Mario aveva quindi lasciato il suo lavoro e aveva iniziato la caccia agli assassini, che ha poi a sua volta ucciso in meno di due anni. In quello stesso periodo è diventato un uomo importante tra i clan del Tirreno cosentino, finché non è stato arrestato, processato e condannato.
Venticinque anni dopo, alla soglia dei cinquanta, Mario si era guadagnato la semilibertà per poter lavorare all’esterno del carcere, dove ritornava solo per la notte. Sei anni dopo la misura gli è stata revocata: Mario era stato rinviato a giudizio con l’accusa di aver ricostruito il vecchio clan calabrese. In seguito al procedimento è stato recluso in regime di alta sorveglianza nel carcere di Parma.
Nel 2017 Mario è stato assolto in appello con formula piena. I pm non hanno fatto ricorso. A questo punto i legali hanno chiesto al Tribunale di sorveglianza di ripristinare i benefici che si era guadagnato, ma il giudice, pur prendendo atto dell’assoluzione, ha respinto la richiesta perché il detenuto avrebbe dovuto ricominciare un percorso per dimostrare la sua affidabilità. Le relazioni redatte dal carcere parlano di un “comportamento corretto, assenza di sanzioni, manifesta cortesia, disponibilità e interesse, relazioni rispettose, rapporti assidui con i tre figli, due dei quali affetti da handicap”. Eppure Mario, che oggi ha quasi settant’anni, ha passato tutta la sua vita in galera e si trova in una sezione di alta sicurezza per un reato dal quale è stato assolto.
I circuiti di alta sicurezza nascono all’inizio degli anni Novanta, quando il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria  comincia la progettazione dei cosiddetti “binari differenziati” – ancora oggi l’unico orizzonte del potere penitenziario –, stabiliti a seconda del reato per cui l’imputato è giudicato o condannato, e della sua pericolosità. L’architettura è semplice da escogitare, non bisogna far altro che raccogliere l’esperienza di campo della repressione dell’eversione rossa (i “circuiti dei camosci”, così venivano chiamate le prigioni speciali dei sovversivi): in accordo con i meccanismi di premialità che reggono la “rinegoziazione” dei benefici, quei gironi infernali – diversificati in As1, As2, As3, regime 41-bis op. – rappresentano infatti la massima espressione dell’internamento.
La corsa per i benefici, in questo scenario, diventa una perdita di tempo, dal momento che, come nel caso di Mario, sembra mancare sempre qualcosa per ottenerli. Fa parte del gioco, non è una disfunzione burocratica, perché l’obiettivo non dichiarato del “controllo premiale” è quello di prendere tempo (tra équipe di valutazione, osservazioni della personalità, visite psichiatriche, indagini familiari, udienze nei tribunali, ecc.) costruendo una dimensione astratta di attesa e desiderio in cui il soggetto si disgrega, ricomponendo e decomponendo le proprie speranze.
I PROCESSI DOPO LE RIVOLTE
L’inferno di prove da superare, interrogatori, attese, provocazioni e minacce – orizzonte comune e quotidiano per tanti ristretti – è il vortice in cui si muovono da mesi anche i ventidue detenuti che dal 18 gennaio cominceranno le udienze del processo per la rivolta al carcere di Milano Opera dello scorso 8 marzo. Le accuse ai loro danni sono incendio, danneggiamenti, resistenza a pubblico ufficiale, con aggravanti che potrebbero portare a pene fino ai quindici anni. Le accuse, in alcuni casi, sono però fondate solo su una “auto-denuncia” attraverso cui molti detenuti ammisero, nelle ore successive alle sommosse, di aver partecipato ai fatti. Nel corso dei mesi i familiari hanno riferito che su molti accusati furono fatte forti pressioni dalle autorità penitenziarie per indurli a firmare il documento.
Se la storia processuale di quei giorni è ancora tutta da scrivere, l’impressione è che gli eventi che si sono susseguiti prima, durante e dopo le rivolte, in decine di carceri in tutta Italia, avranno un destino molto diverso gli uni dagli altri, e i procedimenti si trasformeranno in processi in tempi più o meno lunghi, a seconda del lavoro e delle letture da parte delle procure e dei pubblici ministeri. Accanto ai processi nei confronti dei detenuti, ci sono infatti anche quelli ai danni degli agenti di polizia (non solo penitenziaria) che entrarono nei reparti di diverse carceri compiendo blitz punitivi, pestaggi, violenze ai danni dei detenuti.
Un elaborato percorso di indagini ha avuto come oggetto in questi nove mesi una tra le più volente irruzioni di poliziotti nelle celle, la “mattanza” del carcere campano di Santa Maria Capua Vetere. Le accuse della procura non sono ancora note perché le indagini non sono chiuse, ma le ipotesi di reato denunciate dall’associazione Antigone sono pesanti: tortura, omissioni di referto, falsificazione delle cartelle cliniche, abuso di autorità.
Per quanto riguarda le altre inchieste, non si riescono ad avere notizie precise su quanto accade a Milano e Modena, dove si sono registrati nove dei tredici decessi. Da mesi si parla di due inchieste di cui però non hanno notizie neppure gli avvocati di fiducia dei detenuti che hanno presentato gli esposti. Quello scritto dai cinque trasferiti da Modena ad Ascoli Piceno racconta nel dettaglio le violenze subite al termine della rivolta, durante il trasferimento, e una volta giunti nel nuovo penitenziario, quando il loro compagno Salvatore Piscicelli trovò la morte in cella, dopo essere stato a lungo percosso e visitato solo sommariamente in infermeria.
Una situazione simile riguarda anche il carcere di Foggia, all’interno del quale si sono verificati eventi che ricordano in maniera inquietante quelli di Santa Maria Capua Vetere: violenze e pestaggi a freddo, a rivolte ampiamente terminate, denunciate dai detenuti solo una volta liberati, tramite un esposto presentato con il supporto dell’associazione Yairaiha.
Da questo punto di vista è molto importante mantenere alta l’attenzione, perché le valutazioni degli inquirenti (numero di indagati e reati contestati) oltre a marcare una linea politica, saranno fondamentali per misurare la concretezza degli eventuali processi.
I SILENZI DEL MINISTRO
Alcuni dei detenuti coinvolti nelle rivolte furono trasferiti con grande fretta, subito dopo i fatti, nel carcere di Vigevano, un penitenziario che difficilmente raggiunge gli onori delle cronache, anche a causa della presenza di molti detenuti di origine straniera, i cui familiari fanno ancora più fatica a trovare voce. Le denunce raccolte da Napoli Monitor raccontano però di rapporti molto tesi tra detenuti e personale penitenziario, di casi di Covid che la direzione avrebbe provato a occultare, di ritorsioni rispetto alle proteste dei detenuti. La scorsa settimana un giovane tunisino ha tentato di impiccarsi; un grave atto di auto-lesionismo, in segno di protesta per la gestione quotidiana del carcere, è stato denunciato dai familiari di un altro ristretto; a fine novembre una prigioniera, che qualche giorno prima aveva incendiato il materasso della propria cella, ha avuto una “colluttazione” (così viene definita nelle veline) con un gruppo di agenti, successivamente a una visita in infermeria e alla somministrazione di psicofarmaci.
Mentre i sindacati di polizia, però, si esprimono su eventi e situazioni come queste solo per chiedere un aumento delle misure repressive nei penitenziari (nei loro comunicati è una costante la domanda d’uso delle pistole elettriche), il ministro della giustizia Bonafede continua a evitare di esprimersi sulle condizioni strutturali e sulla gestione autoritaria del quotidiano detentivo. Il 31 dicembre scorso il ministro ha visitato il carcere di Poggioreale, con un’inutile passerella che ha lasciato alla popolazione carceraria e agli operatori penitenziari solo un vuoto retorico. Sebbene l’istituto napoletano sia l’emblema dei fallimenti degli ultimi quarant’anni anni, Bonafede non ha ritenuto opportuno spendere nemmeno una parola sul contesto normativo, profittando del fatto che le richieste di modifica del sistema si perdono allo stato in inutili tecnicismi, nella riproduzione ideologica di vecchie battaglie, nelle futili istanze etico-religiose. Tutti tentativi che difficilmente si radicano negli strati sociali e che non trovano forza in un movimento generale di trasformazione, assente da tempo.
Quello che abbiamo davanti è insomma un quadro poco rassicurante, tanto più se si considera che l’insieme dei procedimenti a carico della polizia penitenziaria, il numero raddoppiato dei suicidi nel 2020, le morti e le brutalità nella gestione di episodi come quelli di marzo, restituiscono l’immagine di un sistema punitivo attraversato da enormi conflitti. Gli apparati istituzionali sono ormai privi di strumenti di assorbimento, perché le strutture disciplinanti previste dalla riforma del 1975 di fatto non servono più a nulla. Serve ossigeno. (luigi romano / riccardo rosa)
Da napolimonitor
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maternitasurrogata36 · 2 years ago
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madri surrogate
Anche se il Fescov offre un pool diversificato di donatori altamente qualificati, non abbiamo le nostre madri surrogate. Tuttavia, il nostro team lavora con rispettabili agenzie di maternità surrogata che possono aiutarvi ad abbinare il vostro partner con un portatore gestazionale. Queste agenzie possono aiutarvi in molti modi, tra cui:
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Hai anche la possibilità di trovare un surrogato per conto tuo. Selezionando questo percorso, dovrai assumere un avvocato per creare un contratto di maternità surrogata. Questo contratto elenca i diritti e le responsabilità di voi e del vostro surrogato. L’obiettivo è quello di proteggere voi e il vostro partner, il vostro surrogato e vostro figlio.
For Know More: madri surrogate
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lucy-jones · 4 years ago
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Prescott Animal Hospital, MedVet Medical & Cancer Centers
L'American Animal Hospital Association (AAHA) ha assegnato il quinto premio annuale AAHA per la pratica dell'anno durante la sessione di apertura della conferenza AAHA giovedì. Il Prescott Animal Hospital di Prescott, in Arizona, ha portato a casa il primo posto per la categoria di medicina generale. MedVet Medical & Cancer Centers for Pets of Worthington, Ohio, si è aggiudicato il primo posto per la categoria pratica di riferimento.
L'obiettivo del premio Pratica dell'Anno accreditato AAHA è quello di riconoscere e celebrare i risultati eccezionali dei team di pratica accreditati. Ogni voce è stata valutata in base al punteggio di accreditamento più recente, alla missione e alla visione, alla progettazione dello studio, alla composizione del team di pratica, all'istruzione e alla formazione continua, al servizio alla comunità e altro ancora.
L'AAHA ha anche assegnato il secondo, terzo e posto finalista per i premi di pratica accreditati:
Secondo posto, medicina generale: New Frontier Animal Medical Center di Sierra Vista, Arizona. Terzo posto, medicina generale: Kew Beach Veterinary Hospital di Toronto, Ontario Finalista, medicina generale: Jefferson Animal Hospital & Emergency Center di Louisville, Ky. Finalista, rinvio pratica: Saint Francis Veterinary Center di Woolwich Township, New Jersey "AAHA ritiene che il successo di uno studio veterinario dipenda dalla collaborazione dell'intero team per fornire un'assistenza eccellente agli animali domestici e alle loro persone", ha affermato Mike Cavanaugh, DVM, DABVP, capo AAHA funzionario esecutivo. "Tutte queste pratiche accreditate sono gestite da team veterinari ad alte prestazioni che dimostrano un impegno appassionato per l'eccellenza veterinaria".
L'accreditamento è un impegno volontario che le pratiche assumono nei confronti dei propri clienti e pazienti e l'AAHA è l'unica organizzazione negli Stati Uniti e in Canada che accredita gli ospedali per animali da compagnia sulla base di standard che vanno al di là delle normative statali. Gli standard di accreditamento AAHA, visti come lo standard di eccellenza veterinaria, contengono più di 900 standard individuali. Queste aree di interesse includono cura del paziente e gestione del dolore, chirurgia, farmacia, laboratorio, strutture per esami, cartelle cliniche, pulizia, servizi di emergenza, cure odontoiatriche, diagnostica per immagini, anestesiologia e formazione continua.
Per mantenere lo stato accreditato, queste pratiche devono continuare a essere valutate regolarmente dall'AAHA.
A proposito di AAHA
Fondata nel 1933, l'American Animal Hospital Association è l'unica organizzazione che accredita le pratiche veterinarie negli Stati Uniti e in Canada per la dedizione a standard elevati di cure veterinarie. Le pratiche accreditate dall'AAHA superano le revisioni periodiche dei rigorosi standard di accreditamento dell'AAHA che riguardano la cura del paziente, il servizio clienti e i protocolli medici. Per informazioni sulla cura degli animali domestici o rinvio a uno studio accreditato AAHA, visitare aaha.org.
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love-nessuno · 4 years ago
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DECRETO NATALE/ Come mai Governo e Cts “ignorano” la nostra Caporetto economica?Pubblicazione: 20.12.2020 -
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ECONOMIA E FINANZA
Federico Pirro
Dopo giorni di discussioni interne, il Governo ha varato nuove restrizioni per il periodo natalizio che hanno pesanti ripercussioni economiche
Lapresse
La linea e le scelte dall’Esecutivo per il nuovo lockdown previsto per le festività natalizie non ci persuadono mentre – come ormai denunciato dalle associazioni di categoria più numerose – risultano purtroppo insoddisfacenti e rischiano di essere tardivi i ristori per quelle attività che hanno già sofferto e dovranno subire ancor più duramente nelle prossime settimane gli effetti delle misure governative.
Premesso che si è ovviamente tutti d’accordo sulla necessità di fermare drasticamente la diffusione dei contagi, e che deve essere universale la riconoscenza da portarsi al personale medico e paramedico impegnato (sino allo stremo) negli ospedali, la domanda che ci si pone è la seguente: ma possono essere assunte misure destinate ancora una volta a incidere pesantemente oltre che sulle libertà individuali, anche sulla tenuta economica e sociale di grandi aree urbane dell’intero Paese, solo in relazione al numero di posti letto disponibili nelle terapie intensive e più in generale in rapporto alla “pressione” che la pandemia finisce con l’esercitare sulle strutture sanitarie del Paese ? La risposta, non solo dello scrivente, ma di tante autorevoli personalità, è decisamente no.
No, per varie ragioni: la prima rimanda al quesito se sinora siano state fatte rispettare (rigorosamente) in ogni zona del Paese tutte le misure disposte a suo tempo e sempre riconfermate per ridurre i contagi, dall’uso sistematico delle mascherine al divieto di assembramenti là dove più evidenti o più probabili, sino ai divieti di spostamenti quando stabiliti. Inoltre, le Usca – Unità sanitarie di continuità assistenziale preposte all’assistenza domiciliare dei contagiati, la cui stragrande maggioranza è fortunatamente asintomatica o paucisintomatica – in quali regioni e in che numero sono state costituite e sono realmente ed efficacemente operative? Da quanto riportato da autorevoli quotidiani sembrerebbe che la loro copertura del territorio nazionale sia stata sinora molto lacunosa. Ma il ministro “rigorista” della Salute Roberto Speranza è in grado di accertarlo con assoluta chiarezza mediante report periodici da richiedersi e farsi inviare (perentoriamente) dagli Assessorati regionali alla sanità? Assessorati i cui comportamenti su questo e altri aspetti del loro operato per il contrasto alla pandemia sarebbero verificabili, oltre che dai rispettivi consigli regionali, anche (se del caso) mediante l’invio di Ispettori dal Ministero.
E un protocollo terapeutico nazionale anti-Covid in uso da parte dei medici di famiglia per i pazienti che sono in isolamento domiciliare fiduciario – se pure come ci è stato comunicato risulta essere stato (tardivamente) definito – è poi realmente applicato nelle sue prescrizioni? E ne è compiuta una verifica di efficacia, quando ogni giorno ci si comunica il numero dei guariti? E con l’uso di quali terapie e in quanto tempo lo sono diventati? O ai primi sintomi non gravi molti contagiati vanno in ospedale solo perché i medici di famiglia non riescono a contattarli neppure per telefono?
E di tutti coloro che, invece, scompaiono fra la costernazione condivisibile e lo strazio inconsolabile dei loro cari si riesce a sapere con sistematicità se il Covid si è aggiunto con effetti infausti a gravi morbilità pregresse? L’Istituto Superiore di Sanità con l’ausilio dell’Istat esamina sempre tutte le cartelle cliniche dei deceduti? In realtà, il numero delle vittime comunicatoci ogni giorno, che pure ci lascia sgomenti, non ci dice molto se non accompagnato da una periodica rilevazione scientifica delle cause e concause dei decessi.
Tralasciamo ora di commentare il bailamme cui per settimane abbiamo assistito sulle varie tipologie di tamponi e la loro maggiore o minore efficacia diagnostica, e sulle strutture pubbliche, private, ospedaliere, militari, preposte a eseguirli e sugli assembramenti verificatisi in alcune aree del Paese per i necessari prelievi. Così come ignoriamo volutamente per un attimo la violenta querelle accesasi sino al 20 settembre e tuttora in corso sull’apertura o meno delle scuole e sui banchi monoposto e a rotelle necessari per consentirla in sicurezza: banchi peraltro che in 4 milioni di pezzi sono stati costruiti dalle ditte chiamate a realizzarli, con una spesa elevata per lo Stato committente. Così come tralasciamo di commentare – commentandosi in realtà da sole perché non di rado in contrasto fra di loro – le quasi quotidiane apparizioni in tv e le dichiarazioni alla stampa di intere legioni di virologi, epidemiologi e infettivologi, in alcuni casi visibilmente affetti da compiaciuto narcisismo verbalmente incontinente, e concentriamoci ora sugli effetti socioeconomici della strategia (parola grossa) anti-pandemia messa in campo dal Governo che, com’è stato più volte sottolineato, oltre a non utilizzare sinora le risorse del Mes – a proposito è colpa di bar e ristoranti se ciò non è avvenuto? – è sembrata più volta a inseguire gli eventi che non a prevenirli il più possibile, con comportamenti ondivaghi e contraddittori e decisioni che potrebbero rivelarsi dall’esito economicamente e socialmente catastrofico.
Mentre fra febbraio e aprile il Paese si è trovato di fronte a un evento ritenuto imprevedibile – anche se poi si sta verificando nelle sedi competenti se, come e quando sia stato effettivamente aggiornato il vecchio piano anti-pandemia del ministero della Salute – e la strategia dei bonus a pioggia ha cercato di tamponare con progressivi scostamenti di bilancio una situazione imprevedibilmente drammatica, da ottobre in poi – rileggendo con un minimo di distanziamento temporale le disposizioni via via assunte dal Governo – è netta l’impressione di trovarsi di fronte a improvvisazioni continue, cui peraltro sin dal maggio scorso aveva cercato di porre un qualche argine il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, che, sempre più preoccupato dell’andamento del debito pubblico, dapprima ha cercato – silenziosamente, per intuibili ragioni legate all’andamento dello spread e delle aste sui titoli di Stato, sia pur con acquisti assicurati dalla Bce – di porre un qualche argine con una serie di misure specifiche per il rilancio economico fatte approvare in consiglio dei Ministri e poi incoraggiando con insistenza il sistema produttivo nazionale nella forte ripresa del terzo trimestre dell’anno.
Oggi, però, e per i prossimi mesi, la situazione della finanza pubblica italiana – è inutile nasconderselo – non consentirebbe ulteriori interventi di ristoro a chicchessia, anche perché, come sanno gli osservatori più attenti, è nascosta una bomba a orologeria sotto la montagna del debito costituita dal rischio che i prestiti ottenuti da larga parte delle imprese italiane nei mesi da marzo a giugno, e garantiti totalmente o largamente dallo Stato, non vengano più restituiti neppure a medio termine da aziende ancora in difficoltà costringendo così il Mef a ristorarli alle banche con un ulteriore, spaventoso e forse insostenibile incremento dell’indebitamento.
Allora, sono consapevoli i Ministri rigoristi – soprattutto i due del Pd (Boccia e Franceschini) che (inspiegabilmente per chi scrive) sembrano fare a gara a chi più sollecita e annuncia misure di lockdown duro (definite da qualcuno da “aguzzini di governo”) – che la situazione economica ci sta portando come ha detto Mario Draghi, riferendosi peraltro all’economia di tanti altri Paesi, sull’orlo del precipizio? E non dice proprio nulla ai Ministri rigoristi e al Cts che li consiglia il dramma di centinaia di migliaia di persone che hanno già perduto il lavoro – spesso precario e in nero, certo, ma comunque pur sufficiente per tirare a campare – e che oggi sono assistiti da Milano alla Sicilia dal grande cuore materno della Caritas e di altre Associazioni religiose cui non saremo mai abbastanza grati per come stanno assistendo i nuovi disperati del nostro Paese?
E voi, amici lettori, avete mai ascoltato almeno una parola di comprensione per il cupo dramma occupazionale e sociale in corso in Italia, nelle dichiarazioni dei professori (ben retribuiti) del Comitato tecnico scientifico, dei componenti dell’Istituto superiore di sanità o del Consiglio superiore di sanità, tutti ben remunerati e supergarantiti di Stato? Ma saranno forse loro a rispondere, anche in termini elettorali, dei provvedimenti restrittivi consigliati già a partire dalle prossime elezioni amministrative che, salvo rinvii, si svolgeranno nella prossima primavera a Milano, Torino, Bologna, Roma e Napoli? Rinnovi di Sindaci e di consigli comunali, nelle cui campagne elettorali è presumibile che possa rivelarsi quasi proibitivo per i partiti oggi al governo andare a chiedere il voto a chi sta subendo sulla propria pelle e nelle proprie aziende danni devastanti e forse irreversibili.
Insomma, mentre partiti ed esponenti di Governo litigano sugli obiettivi ancora indefiniti e le modalità di gestione delle risorse del Recovery fund, e mentre si stanno rivelando tutte le carenze del Sistema sanitario nazionale – in cui pure non mancano tante eccellenze strutturali e professionali – interi settori dell’economia italiana già duramente provati dal primo lockdown, e che non sono certo responsabili di quanto richiamato in precedenza, con le ultime misure governative per le festività natalizie rischieranno di essere mandati al massacro economico che non potrà certo essere lenito in misura significativa da alcun ristoro.
Qualche esperto di storia tardorisorgimentale italiana ha ricordato le decisioni del generale Cadorna che nella Prima guerra mondiale mandava a morire migliaia e migliaia di soldati nelle sanguinose battaglie dell’Isonzo che si concludevano sempre con perdite spaventose e senza o con irrisorie conquiste territoriali. Ma dopo Caporetto Cadorna venne rimosso dal comando supremo dell’Esercito italiano. Certo, questo paragone fra Cadorna e gli attuali “strateghi anti-pandemia” ci sembra decisamente forzato, lo riconosciamo, ma a prima vista non è privo di una sua sinistra suggestione.
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latinabiz · 5 years ago
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L'ispezione delle Fiamme Gialle a Milano nel Pio Albergo Trivulzio e in altre strutture
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Pio Albergo Trivulzio Nella mattina del 15 aprile, i militari del Nucleo di polizia economico - finanziaria della Guardia di Finanza di Milano ha fatto irruzione presso gli uffici di alcune strutture residenziali per anziani. L'attenzione delle Fiamme Gialle si è focalizzata in particolare sul Pio Albergo Trivulzio, dove negli ultimi giorni sono stati registrati diversi decessi per Coronavirus Sono state oggetto di indagini anche altre strutture della città e della provincia. Oltre al sequestro di cartelle cliniche e di altri documenti, gli investigatori hanno rivolto l'attenzione sulla documentazione della gestione amministrativa interna e delle direttive date dall'amministrazione regionale alla stessa RSA milanese. Questo rapporto, ovvero tra il Trivulzio e la Regione Lombardia, è stato messo sotto l'attenta lente di ingrandimento degli ispettori della Guardia di Finanza, i quali hanno lavorato fino a tarda notte per acquisire degli indizi utili. Sono stati posti sotto sequestro anche i referti medici riguardo i tamponi effettuati sugli anziani ospiti della struttura. In più sono ascoltati anche gli operatori sanitari per quanto riguarda l'uso di dispositivi protettivi per lo svolgimento dei loro compiti.  Un lavoro durato circa 17 ore, dove tutti i documenti sono stati portati al Comando regionale della Guardia di Finanza, e messi a disposizione dei magistrati Mauro Clerici e Francesco De Tommasi, i procuratori incaricati per questa indagine giudiziaria. Anche il Pirellone, il palazzo dove ha sede l'amministrazione della Regione Lombardia, è stata oggetto di ispezione dei finanzieri.  Anche qui i militari hanno sequestrati diversi documenti. Il governatore Attilio Fontana ha fornito la massima collaborazione. Intanto risulterebbe già indagato il direttore generale del PAT Giuseppe Calicchio il quale, assistito dal legale Vinicio Nardo, ha già dato le spiegazioni del caso agli ispettori del Ministero della Salute. Nelle altre strutture dell'hinterland milanese, la Sacra Famiglia di Cesano Boscone e la Fondazione Don Gnocchi, la magistratura meneghina ha già provveduto ad iscrivere nel registro degli indagati diversi responsabili amministrativi, proprio in virtù delle morti sospette che in questo ultimo periodo si sono verificate. L'ipotesi di reato è quello di omicidio colposo multiplo, ma si è supposto anche quello di corruzione e di abuso di ufficio. Un lavoro enorme che i giudici della Procura di Milano sono chiamati ad un duro lavoro di esamina di tutta la documentazione acquisita. Read the full article
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pier-carlo-universe · 1 month ago
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Deep Learning in Evoluzione: Tecniche Avanzate e Applicazioni di Avanguardia nel Settore Medico
Dall'analisi delle immagini alla diagnosi predittiva: come le tecniche di deep learning stanno trasformando la medicina moderna.
Dall’analisi delle immagini alla diagnosi predittiva: come le tecniche di deep learning stanno trasformando la medicina moderna. Le tecniche di deep learning stanno evolvendo rapidamente e trasformando il panorama dell’intelligenza artificiale (IA), con un impatto straordinario nel settore medico. Grazie ai progressi nell’elaborazione dei dati, queste tecniche di apprendimento profondo stanno…
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yeschanneltech · 5 years ago
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Efficienza nell’healthcare, le soluzioni di Lexmark
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Efficienza nell’healthcare, le soluzioni di Lexmark
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Lexmark svela quattro soluzioni per l’efficienza nell’healthcare, dispositivi che consentono alle strutture sanitarie di aumenare i livelli di operatività.
L’ecosistema Lexmark Advanced Output Management combina stampanti resistenti e facili da utilizzare con un software di gestione delle code dei processi in atto.
Efficienza nell’healthcare
Marty DeGraff, direttore di Lexmark Healthcare Le informazioni stampate sono fondamentali in ambito sanitario, le interruzioni possono impedire al personale medico di fornire il massimo livello di assistenza. Lexmark Advanced Output Management per l’Healthcare offre le informazioni rapidamente e in modo accurato a tutti i livelli della struttura sanitaria. … La continuità delle cure e la sicurezza dei pazienti sono aspetti fondamentali in ambito sanitario. Indipendentemente dal fatto che l’infrastruttura sia fuori servizio per manutenzione o imprevisti, Lexmark consente al personale medico di essere sempre sul pezzo quando i sistemi o le reti presentano malfunzionamenti.
Come migliorare l’efficienza nell’healthcare: la piattaforma sfrutta i dispositivi multifunzione Lexmark per aiutare le organizzazioni a mantenere l’accesso alle informazioni e garantire la continuità delle cure. Il sistema consente di acquisire le cartelle cliniche cartacee e di integrarle nel processo di gestione delle informazioni sanitarie, aiutando a soddisfare i requisiti del livello 7 di HIMSS.
Marty DeGraff Spesso le cartelle di dimissioni dei pazienti vengono fotocopiate così tante volte da risultare di difficile lettura. Abbiamo sviluppato la soluzione Lexmark Patient Communication perché l’accesso immediato a moduli aggiornati e di facile comprensione nonché a materiale informativo chiaro è di fondamentale importanza per il miglioramento della soddisfazione dei pazienti e può aiutare i medici a fornire loro il massimo livello di assistenza.
Brock Saladin, senior vice president e chief revenue officer di Lexmark Supportiamo operatori sanitari in oltre 5000 sedi a livello globale. Mettiamo a frutto questa competenza di settore per creare soluzioni che aiutino le strutture sanitarie a migliorare efficienza, accuratezza e assistenza.
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cartofolo · 7 years ago
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ISIS: ABBIAMO PROVATO A FARE UN ATTENTATO IN ITALIA MA E' STATO IMPOSSIBILE ... ECCO COM'E' ANDATA:
L’Italia è al sicuro da attacchi terroristici. L’ISIS ha dichiarato: “E’ molto difficile fare un attentato in Italia” In realtà alcuni documenti del SISDE rivelati recentemente affermano che quelli dell’ISIS ci hanno provato, tempo fa organizzarono un attentato aereo in Italia. Due terroristi, provenienti da un Paese del Medio Oriente, arrivarono a Napoli con la ferma determinazione di eseguire il “castigo di Allah” per gli infedeli italiani”. Ecco com’é andata:
Domenica, ore 23.47 Arrivano all’aeroporto internazionale di Napoli, via aerea dalla Turchia; escono dall’aeroporto dopo otto ore perché gli hanno perso le valige. La società di gestione dell’aeroporto non si assume la responsabilità della perdita e un’impiegato consiglia ai terroristi di provare a ripassare il giorno dopo: “chissà, con un pò di fortuna…” Prendono il taxi: il taxista (abusivo) li guarda dallo specchietto retrovisore e, vedendo che sono stranieri, li passeggia per tutta la città per un’ora e mezza. Dal momento che non proferiscono lamentela, neanche dopo che il tassametro raggiunge i 200 Euro, decide di fare il colpo gobbo: arrivato alla rotonda di Villaricca, si ferma e fa salire un complice. Dopo averli derubati e ricoperti di mazzate li abbandonano esamini al Rione 167.
Lunedì, ore 4.30 Al risveglio, dopo la mazziata, ambedue i terroristi riescono a raggiungere l’albergo sito in zona piazza Borsa. Decidono quindi di affittare un’auto presso la Hertz di piazza Municipio. Quindi si avviano in direzione aeroporto, ma giusto prima di arrivare a piazza Mazzini, rimangono bloccati da una manifestazione di studenti uniti alle tute bianche anti-global e ai disoccupati napoletani che non li lasciano passare.
Lunedì, ore 12.30 Arrivano finalmente in piazza Garibaldi, decidono di cambiare dei soldi per muoversi più liberamente: i loro dollari vengono cambiati in biglietti da 100 Euro falsi.
Lunedì, ore 15.45 Arrivano all’aeroporto di Capodichino con la ferma intenzione di dirottare un aereo per farlo cadere sulle torri dell’Enel del centro direzionale. I piloti Alitalia sono in sciopero perché chiedono la quadruplicazione del salario e vogliono lavorare meno ore. Stessa cosa per i controllori di volo che pretendono anche la pinza obliteratrice per tutti (“altrimenti che controllori saremmo” hanno dichiarato). L’unico aereo disponibile che c’é in pista è uno della RyanAir con destinazione Alghero e a 18 ore di ritardo… gli impiegati ed i passeggeri sono accampati nelle sale d’attesa, intonano canti popolari, gridano slogan contro il governo e i piloti! Arrivano i celerini, cominciano a dare manganellate a destra e a manca, contro tutti, si accaniscono in particolar modo sui due arabi.
Lunedì, ore 19.05 Finalmente si calmano un pò gli animi. I due figli di Allah, coperti di sangue, si avvicinano al banco della RyanAir per acquistare i biglietti per l’aereo con destinazione Sassari, dirottarlo e farlo schiantare contro la torre Enel. Il responsabile della RyanAir che gli vende i biglietti tace il fatto che il volo, in realtà, è già stato cancellato.
Lunedì, ore 22.07 A questo punto i terroristi discutono se continuare oppure no… non sanno più se distruggere Napoli è un atto terroristico o un’opera di carità.
Lunedì, ore 23.30 Morti di fame decidono di mangiare qualcosa al ristorante dell’aeroporto: ordinano panino con la frittata e impepata di cozze.
Martedì, ore 4.35 In preda a una salmonellosi fulminante causata dalla frittata finiscono all’ospedale Cardarelli, dopo aver aspettato tutta la notte nel corridoio del pronto soccorso. La cosa non sarebbe durata più di due giorni se nel frattempo non fosse subentrato un sospetto di colera dovuto alle cozze. Successivamente, a causa di un banale scambio di cartelle cliniche ad uno dei terroristi viene asportato un rene sano, all’altro viene applicato un doppio pacemaker di fabbricazione cinese acquistato sul mercato nero.
Domenica, 17.20 Dopo dodici giorni escono dall’ospedale e si trovano nelle vicinanze dello stadio San Paolo. Il Napoli ha perso in casa con il neopromosso Palermo per 3-0, con due rigori assegnati alla squadra siciliana dall’arbitro Concettino Riina da Corleone. Una banda di ultrà della “Masseria Cardone”, vedendo i due scuri di carnagione, li scambiano per tifosi del Palermo e gli rifilano un’altra caterva di legnate. Per di più il capo degli ultrà, un tale detto “Peppo o Ricchione”, abusa sessualmente di loro.
Domenica, 19.45 Finalmente gli ultrà se ne vanno. I due terroristi decidono di ubriacarsi per la prima volta nella loro vita (anche se è peccato!). In una bettola della zona portuale gli rifilano del vino adulterato con metanolo e i due rientrano al Caldarelli per l’intossicazione. Gli viene anche riscontrata la sieropositività all’HIV (Peppo non perdona).
Martedì, 23.42 I due terroristi fuggono dall’Italia in zattera in direzione Libia, semiorbi per il metanolo ingerito e con una dozzina di infezioni a causa del virus HIV. Giurano ad Allah che non tenteranno mai più nulla contro il paese italiano. Manca una cosa: Mentre sono in mare per tornare in Libia vengono intercettati da una motovedetta italiana e "salvati" riportati in Italia vengono ospitati in trasmissione da Barbara D'Urso e in diretta si suicidano per la disperazione Fonte:  Andrea Abbondanza - Sabato 21 novembre 2015
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kon-igi · 8 years ago
Note
Sono quella che chiedeva della formatizzazione.. No ma davvero, che è? Sarà che ho ricercato distrattamente ma non ho trovato tipo la definizione su Google, in più lo fa un amico che non ha fatto studi inerenti, quindi tutti possono farlo?
Come cos’è?
È la gestione fisica dei server dell’ospedale e del software condiviso da tutti i reparti con cui medici, infermieri, farmacisti, radiologi e amministrativi accedono ai dati (cartelle cliniche, esami ordini, giacenze di farmaci) e interagiscono con questi.
In un ospedale serio nessuno scrive più su carta ma consegne, ordini, referti e diagnosi sono tutti digitali e consultabili anche a distanza da chi ha le referenze.
Il tuo medico curante dal suo ambulatorio può vedere tutto in tempo reale e quindi, perché la cosa funzioni e sia sicura, deve essere gestita bene.
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purpleavenuecupcake · 7 years ago
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PSICOLOGIA. PediaTotem, il sistema che aiuta pediatri e genitori
Il PediaTotem è un'esigenza nata dalla legge Balduzzi, in riferimento alla creazione delle Associazioni funzionali territoriali (Aft), in cui si prevede che “ogni pediatra potrà essere collegato in modo virtuale agli altri pediatri". E’ sia un sistema innovativo, che permette ai pediatri di famiglia una gestione facilitata dell'attività ambulatoriale e il collegamento fra loro dei sistemi gestionali delle cartelle cliniche, sia un efficiente sistema di comunicazione bidirezionale con l'utenza. Il sistema permette di inviare sms agli assistiti tramite WathsApp per comunicazioni di ogni tipo in tempo reale. Matilde Castiglione, Maria Napoleone, Angela di Tullio e Alessandra Magnelli, pediatre dell' Acp (Associazione culturale pediatri), della Fimp (Federazione italiana medici pediatri), della Cipe (Confederazione italiana pediatri) e della Simpe (Societa' itaiana medici pediatri) raccontano le novità di questo sistema in loro uso da diverso tempo. Il PediaTotem si compone di un software e un hardware ed è nato circa tre anni fa da un progetto di alcuni ingegneri teramani su segnalazione di vari pediatri abruzzesi che desideravano mettersi in rete. Come funziona? Il genitore che arriva in ambulatorio striscia la propria tessera sanitaria e quella del bambino e visualizza il numero per l'accesso alla visita già prenotata online, oppure inserita estemporaneamente con codice di urgenza. Questa procedura ha il vantaggio di registrare tutti i dati, consentendo così la tracciabilità degli accessi. Il pediatra visualizza sul suo computer i pazienti presenti in sala d'attesa e l'orario di arrivo e può chiamarli, a sua discrezione, in ordine di arrivo o di prenotazione. Attivando la chiamata si apre direttamente la pagina del gestionale sulla cartella clinica del paziente e alla chiusura della visita il medico potrà dare una valutazione di appropriatezza della stessa. La parte hardware del sistema prevede, inoltre, uno schermo montato in ambulatorio dov'è possibile proiettare video o inserire le e tutto quello che, nella propria sala d'attesa, il pediatra ritenga utile mostrare sull’educazione sanitaria. Il genitore potrà quindi registrarsi al sito e accedervi tramite un numero di pin. Ciò gli consentirà di effettuare le prenotazioni online e segnalare anche se si tratterà di una visita o di un bilancio di salute, in modo da differenziare il tempo dedicato al bambino. Il pediatra attraverso il PediaTotem può comunicare le urgenze di un’epidemia, monitorare il neurosviluppo dei bambini attraverso l’invio ai genitori della M-CHAT (Modified Checklist for Autism Toddlers). Se i genitori compilano la M-CHAT, i pediatri possono valutare quegli aspetti per cui la scheda ha segnalato un indice di vulnerabilità del bambino, e quindi discuterne con i genitori. In sostanza il PediaTotem e' un sistema che li allerta. Mostra se un bambino non ha superato il test. "Il PediaTotem consente di fare indagini a tappeto". Su indicazione dei pediatri sono state inserite recentemente nel PediaTotem anche le schede neuroevolutive dell'Istituto di Ortofonologia (IdO) per individuare precocemente il rischio evolutivo nei bambini per fasce d'età(0-3, 4-6, 7-12, 13-18, 19-24 mesi) e seguirli nel tempo. Purtroppo questo sistema innovativo non viene ancora utilizzato da tutti i pediatri per un divario digitale. Molti di loro hanno ancora difficoltà a utilizzare questi mezzi informatici, seppur il sistema risulti essere semplicissimo. Read the full article
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saggiosguardo · 8 years ago
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Una grossa ondata di ransomware si sta abbattendo su vari paesi, Italia inclusa
Si presenta con un nome evocativo, "WannaCry". Voglio piangere. E in effetti c'è davvero da piangere, per gli amministratori dei reparti IT di numerose realtà di mezzo mondo, vista la situazione in corso. Questo ransomware ha infatti preso di mira parecchi paesi, Italia inclusa. I danni maggiori li sta però compiendo nel Regno Unito, come riporta la BBC, mettendo in ginocchio nientemeno che il sistema sanitario nazionale.
Image from the BBC.
L'operato di "WannaCry" è analogo a tanti altri del suo genere: una volta infettato il computer della vittima, ne codifica tutti i dati sensibili e chiede il pagamento di una somma con valute digitali come BitCoin al fine di riottenere nuovamente l'accesso, ponendo scadenze entro le quali se nessuna transazione è avvenuta i file verranno cancellati in via definitiva. Nel caso dell'NHS, l'attacco ransomware ha creato un vero stato d'emergenza: cartelle cliniche inaccessibili, cancellazione di visite ed interventi chirurgici programmati, problemi nella gestione delle ambulanze. La situazione è ben lungi dall'essere rientrata, con gli staff informatici impegnati a fermare "WannaCry" e l'operatività dei servizi ospedalieri rivolta perlopiù ai casi urgenti.
La sanità britannica è però solo una delle tante colpite dal malware in queste ore. In Spagna, l'azienda Telefónica si è vista costretta addirittura a chiedere ai suoi dipendenti di spegnere i PC in pieno orario lavorativo. Tra gli altri nomi importanti affetti in terra iberica si annoverano Gas Natural, Iberdrola, BBVA e Santander. Anche altre aziende internazionali, come FedEx, sono alle prese con "WannaCry". Al momento si parla di decine di nazioni coinvolte, con un importante picco segnalato in Russia, e come avevamo già anticipato a inizio articolo l'Italia non fa eccezione. Su Twitter l'utente dodicin ha pubblicato l'infezione avvenuta presso l'Università di Milano Bicocca:
A ransomware spreading in the lab at the university http://pic.twitter.com/8dROVXXkQv
— PlayNierAutomata (@dodicin) 12 maggio 2017
Occorrerà del tempo per chiarire l'origine e le ragioni che hanno portato a questo attacco, una volta postovi finalmente rimedio. Nel frattempo ci sono già sospetti sul modo in cui "WannaCry" sia riuscito in modo così devastante nel suo intento: sarebbero state sfruttate svariate vulnerabilità del protocollo di rete SMB in Windows, note in precedenza solo ad enti governativi come la statunitense NSA e dunque rese pubbliche nei periodici leak occorsi a partire dallo scorso anno. Le prede più facili sono state in tal senso le macchine poco o per nulla sottoposte ad aggiornamenti, con versioni non più supportate del sistema operativo Microsoft come XP e Server 2003.
Sperando in primis nel rapido rientro alla normalità, non ci resta che vedere quali saranno le conseguenze, sia a breve che a lungo termine, dell'attacco. Nel frattempo, il consiglio rimane sempre il solito: che si tratti di privati, istituzioni o aziende, è sempre bene mantenere aggiornati e protetti i computer, a maggior ragione se sempre connessi ad Internet, nonché prestare attenzione e buonsenso nell'uso evitando le potenziali situazioni di rischio.
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