#gaudini
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I said it in the tags on some other post, but I'm gonna say it again. I know Elle Greenaway had to leave the team because Lola Gaudini wasn't happy in LA and wanted off the show, but her leaving literally did not have to be written like that. It was done purely for drama & angst but there wasn't thought put into it.
#which is stupid#and irritates me to no end#but then there's a lot of shit about cm that irritates me to no end#I do LIKE the show#I just also kinda hate it#i'm just talking#criminal minds#elle greenaway
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The selkie goddess should be a Noriphoca gaudini (The oldest known seal species, and its extinct. )
CUTE! ABSOLUTELY!!!
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Henk Maori Ediciõn Limitada | Cigar Reviews by the Katman
Wrapper: Nicaraguan Binder: Nicaraguan Filler: Nicaraguan 2009 Size: 3.5 x 55 Gaudini Short Robusto Strength: Medium Price: $20.20, $30.32, $38.98, $…Henk Maori Ediciõn Limitada | Cigar Reviews by the Katman
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#blogging#Business#Cigar events#Cigar news#cigars#Katman#Lifestyle#Los Angeles#urbanfishingpolecigars.com
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Storie delle Olimpiadi: I fratelli Nadi, assi della scherma
Due fratelli che vissero una vita davvero straordinaria nel mondo dello sport italiano del primo Novecento… Nedo Nadi nacque a Livorno il 9 giugno 1894 in riva al Tirreno e fece il suo debutto nel mondo della scherma a soli cinque anni, con il padre nel ruolo di allenatore. I risultati si videro presto e nel 1907, a quindici anni, Nedo vinse a Vigevano il primo torneo e nello sport internazionale debuttò un anno dopo, a Vienna, nel Torneo dell’Imperatore. Nel 1911, nel torneo Re Alfonso di Spagna, Nedo affrontò per la prima volta, finendo battuto, l’asso della scherma francese Lucien Gaudin e nel 1912 prese parte ai Giochi Olimpici di Stoccolma e, dopo un lunghissimo viaggio in treno, ancora malconcio per i postumi di una influenza, vinse la medaglia d’oro nel fioretto con sette vittorie su sette assalti. Il giovane Nadi aveva solo diciotto anni e la giovane età, che era in contrasto con l’autorevolezza che mostrava in pedana, sorprese tutti gli osservatori. Mentre la stella del fratello Aldo, che era nato il 23 aprile 1899 a Livorno, cominciava a brillare, Nedo torno alle Olimpiadi nel 1920, ad Anversa e, iscritto a cinque gare, in tutte vinse la medaglia d’oro, risultando primo nelle prove individuali del fioretto e della sciabola oltre che determinante nelle tre prove a squadre. Dopo i Giochi di Anversa, Nedo accettò l’invito di dirigere la sezione scherma del Jockey Club, a Buenos Aires ma tornò, deluso e depresso, nel dicembre 1923, distrutto nel fisico e prostrato nell’animo, poi riprese con la scherma, tra nuove sfide ed esibizioni nei teatri contro le più celebri lame, uscì imbattuto da 72 tornei e, oltre alle sei medaglie d’oro olimpiche, nel 1930 conquistò nella spada anche il titolo di campione del mondo dei professionisti. L’ultimo scontro di Nedo avvenne nella serata del 4 febbraio 1931, al Lirico di Milano, battendo alla sciabola per 16 a 12 l’ungherese György Piller, il formidabile spadaccino ungherese che, nel 1932, divenne campione olimpico battendo Giulio Gaudini. Terminata l’attività agonistica, Nadi fu CT della squadra azzurra per i Giochi di Los Angeles, un incarico mantenuto anche per i Giochi di Berlino, insistendo per inserire nella squadra Edoardo Mangiarotti, e poi, dal 1935, fu nominato presidente della Federazione italiana di scherma, incarico che mantenne fino alla prematura scomparsa, avvenuta a Roma il 28 gennaio 1940, a soli 46 anni, per un’emorragia cerebrale. Invece Aldo Nadi, più irrequieto e impulsivo nel carattere, lasciò l'Italia negli anni Trenta per trasferirsi negli Stati Uniti, dove divenne il compagno dell’ereditera Elizabeth Arden, pur continuando ad occuparsi di scherma, diventando il maestro di generazioni di star di Hollywood, da Errol Flynn a Maureen O’Hara, fino alla morte, che lo colse a Los Angeles il 10 novembre 1965, ponendo fine alla grande storia dei fratelli Nadi. Read the full article
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#garvez#shea#jelinda#callian#delquesne#gaudini#criminal minds#the good doctor#ghost whispers#lie to me#provaci ancora prof#luke alvez#penelope garcia#shaun murphy#lea dilallo#melinda gordon#jim clancy#cal lightman#gillian foster#camilla baudino#gaetano berardi#quotes#jonathan safran foer
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every time i rewatch criminal minds i’m reminded that a) i love elle greenaway and b) she deserved better
#GOES THROUGH A MAJOR PHYSICAL AND EMOTIONAL TRAUMA AND THEY JUST... BARELY CHECK IN ON HER AGAIN#they have a case that almost directly parallels what happened to elle and they want HER to be the undercover agent on it??? in almost the#exact scenario as her attack???#like i know lola gaudini wanted to leave so they had to write her out somehow but... it couldn’t have been done better??#glaudini* whoops
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Parlando del rinnovamento musicale italiano del ‘900, Massimo Mila scriveva che “in Italia Monteverdi non sta nel passato, bensí nell’avvenire: è davvero una conquista e un valore da recuperare, poiché era stato sepolto – insieme alla polifonia cinquecentesca e alla civiltà strumentale barocca – dall’alluvione melodrammatica del Sette e Ottocento.”
Mi sono andato a rileggere la pagina che conteneva questa citazione dopo aver assistito a una bella operazione di rilettura dell’opera e della tormentata e ordinaria vita d’artista di Claudio Monteverdi, spettacolo prodotto e presentato oggi in anteprima dal Cantiere_Giovani_TAV di Frattamaggiore (la contraddittoria cittadina in cui sono nato e vivo).
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“Monteverdi’s Epistolary – Azione n° 0 per solo, voce recitante e sintetizzatori” è un progetto musicale di Salvio Vassallo messo in scena e diretto da Raffaele Di Florio che ha adattato liberamente brani dell’epistolario monteverdiano.
All’inizio dello spettacolo, a sinistra del palco, la bravissima cantante Valentina Gaudini interpreta, su un tappeto di musica elettronica, una parte del “Lamento della Ninfa”, struggente madrigale che, secondo l’annotazione autografa di Monteverdi, “va cantato a tempo dell’affetto dell’animo e non a quello della mano” (insomma, la predominanza del ritmo psicologico sulla scansione metronomica delle parole).
Poi Valentina Gaudini esce di scena e, seguendo uno schema di alternanza di canto e recitazione che percorre tutto lo spettacolo, la luce illumina Antonello Cossia sulla destra del palco.
Cossia, interpretando in modo credibile Claudio Monteverdi, esordisce raccontando in prima persona la sua stessa morte: “Sono morto a Venezia nel 1643” (trascrizione non verbatim, nonostante le virgolette. Vado a memoria).
Poi comincia a raccontarci la sua vita (sua di Claudio Monteverdi) intervallandola con la lettura di brani tratti da una serie di lettere scritte nella prima metà del ‘600: la nascita a Cremona, la composizione dei primi madrigali, l’assunzione a Mantova alla corte dei Gonzaga come violista, il matrimonio e la nascita dei figli, la nomina all’inizio del ‘600 come “Maestro della musica” del duca Vincenzo, la composizione dell’Orfeo (la sua prima e seminale opera lirica), i rapporti tesi con i Gonzaga che lo portarono nel 1613 a trasferirsi a Venezia, dove ebbe i suoi più grandi successi come maestro di cappella della Basilica di San Marco e dove cominciò a godere di un po’ di stabilità economica dopo le numerose petizioni che miravano a ricevere un vitalizio decente dai duchi di Mantova. Nella rappresentazione si insiste molto sul fatto che gli era stata assicurata una pensione di 100 ducati mensili, ma gliene avevano conferiti solo 70. Un tormentone tragicomico che segna le difficoltà di sopravvivenza di un artista, anche sommo, come Monteverdi. E in fondo tutta la narrazione disegna la figura di un uomo flemmatico, piuttosto pigro e vessato dal problema di buscarsi il pane per sé e per i suoi figli (in una lettera raccomanda uno dei suoi figli al duca per un posto di medico).
Per tutta la scorrevole ora di spettacolo, la lettura recitata dell’epistolario è puntellata dal canto (o forse è il contrario): una piacevole rilettura elettronica di capolavori monteverdiani come “Il lamento di Arianna” o il madrigale “Zefiro torna e ‘l bel tempo rimena” interpretati con l’uso di sintetizzatori e con modifiche elettroniche della voce (in un caso la voce di Valentina Gaudini diventa maschile, altre volte ricorda il vocoder di Laurie Anderson ed epigoni).
Nel finale, si riprende in struttura circolare la narrazione della morte di Monteverdi e l’interpretazione del “Lamento della Ninfa” rivisitato da un arrangiamento più audace che comprende anche un accompagnamento di batteria.
Né mai sì dolci baci
da quella bocca avrai,
nè più soavi, ah taci,
taci, che troppo il sai.
[...]
#monteverdi#claudio monteverdi#mila#raffaele di florio#salvio vassallo#valentina gaudini#antonello cossia#aitan#aitanblog
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My take on a little song playlist making me think of Varré (my man, my wife, my banana bread) and his many (white) faces:
Dynoro, HVME & Gaudini - WHY WHY WHY Camelia Jordana - Mon roi David Guetta - Love Don't Let Me Go David Guetta & Becky Hill & Ella Henderson - Crazy What Love Can Do Mumford and Sons - Tistle and Weeds Nathan Dawe (feat. Ella Henderson) - 21 Reasons Fallulah - Give us a little love Pentatonix - Mary, Did You Know? Pentatonix - Hallelujah ARAKI - Again GHOST/Dex - Honey I'm Home MandoPony - Just Gold Hazbin Hotel - Addict DHeusta - Darkest Desire Jon Bellion - The Good In Me Twenty one pilots - Heathens Mika - Boum Boum Boum The Chainsmokers & Coldplay - Something Just Like This David Guetta - Lovers on The Sun Hozier - Take Me To Church Britney Spears - Baby One More Time Steffan Argus - Ship in a Bottle Jeremih (feat YG) - Don’t Tell Em Navii - J'écoute du Miles Davis Colorblast - Message in a bottle Imagine Dragons - Bones Elley Duhé - Middle of the Night Imagine Dragons - Sharks Cosmo Sheldrake - Come Along Scissor Sisters - I Can't Decide (the irony decided that my favorites would be placed in first and last position. especially the last one. it is just too funny to picture Varré in it).
#white mask varré#white faced varré#50 shades of varré#this character lives rent free in my head and im okay with it#i drop by one second to post this and then return into my dark cave#kiran blabla
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Congiura contro De Magistris: Napoli ricattata Denunciando la vergognosa congiura, Alessio Gemma, ottima firma di “Repubblica”, è di una chiarezza olimpica e capisci chi è che sta bloccando il Consiglio Comunale di Napoli e perché.
#Alessio Gemma#Carmine Sgambati#Ciro Langella#De Magistris#Gabriele Mundo#Marco Gaudini#Stefano Buono
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quick stupid question, sorry. Is Elle a poc character that is just passing? because I think lola gaudini have some latino orygins, i don't really know, and i don't remember it being adressed in the show
no dw it isn't a stupid question!! elle's character is half latina/half white, though lola is just white. they had lola, a white actress, play her, so i don't really count elle as a person of color.
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"The treasure of San Gennaro" is the new musical project of the eclectic drummer, here as producer and arranger, Salvio Vassallo and the talented singer, Valentina Gaudini. The most first single extracted from this treasure is the song ''Lo Guarracino'' excellently remixed by Mario Bianco, Hinca and Maya Luna's Day. Do not miss the opportunity to play this track, his remixes will make a difference in the club and wherever there is a party! #deeptech #staytuned #dj #djset #letusdance (presso Naples, Italy) https://www.instagram.com/p/CTEqRPFAFX4/?utm_medium=tumblr
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422. HENK MAORI HAKA GAUDINI
422. HENK MAORI HAKA GAUDINI
Gifted by Heiko Poerz, owner of HENK MAORI HAKA & HENK Luxury Suitcases.
Location: This review was made indoors in Mellgrens Fine Tobacco’s cigar lounge.
Information: Wrapper: Unknown Binder: Unknown Filler: Unknown
Size: 3.5×52, Short Robusto.
Wrapper: Dark milk chocolate, oily and silky smooth with tiny veins.
Construction: Firm even feel when lightly squeezed.
Cold draw: Light wood note.
1st…
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Teatro: Pacífico de Laura Fernández y Daniela Salerno
Por Dana Babic
Pacífico se estrenó el 8 de abril en El Portón de Sánchez. Está dirigida por Laura Fernández (codirectora de la consagrada obra Petróleo) y protagonizada por Daniela Salerno.
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Daniela Salerno interpreta a una inspectora de migraciones que ocupa su puesto en algún lugar de la frontera patagónica, cercana al Pacífico. En una casilla de dos por dos donde se desarrolla casi toda la obra.
La mujer quiso cambiar de ambiente, tener nuevos desafíos sin perder los beneficios del sueldo fijo, entonces aceptó un traslado al sur.
Pero no siempre se deja todo atrás, ni esos nuevos rumbos garantizan estabilidad. No es fácil hacer frente a situaciones infrecuentes, menos en absoluta soledad, porque a pesar de compartir terreno con gendarmes, tiene poca relación con ellos.
La historia empieza con la protagonista hablando por teléfono, cuenta una situación que está viviendo. A medida que avanza el relato, la tensión crece. Algo pasó, algo que modificó su rutina y la sacó de la seguridad de su casilla. Tal vez buscando algún tipo de cercanía con la gente que espera del otro lado el sello que la habilita a cruzar la frontera. En ese movimiento para nada habitual se encuentra con una mujer que va a generarle diversas emociones.
Pero no puede manejar la proximidad, y a partir de un hecho que le cuenta la intrusa, el conflicto de la obra se precipita.
La narración oral es un acto de comunicación tan antiguo como el hombre, transmite una historia no sólo a través de las palabras. La facilidad con la que Daniela Salerno narra momentos de incertidumbre, angustia, miedo, incluso algunos que generan una tímida risa entre los espectadores, resulta muy destacable. Es claro que, además de la conversación con el interlocutor, mantiene un discurso consigo misma.
Resulta interesante descubrir cómo la actriz utiliza todo el cuerpo para contar, hasta con el mínimo detalle de cambiarse los zapatos.
La escenografía, el vestuario, la iluminación pero sobre todo la interpretación hacen de esta puesta en escena una travesía que vale la pena hacer.
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Es más difícil la aventura cuando se necesita un sueldo todos los meses.
Es más fácil equivocarse cuando ninguna opción es tan buena.
Es más fácil sentirse enamorado cuando afuera es todo llano y árido.
Es más difícil salir ileso de la tragedia cuando todo esto se da junto, todo a la vez.
La promoción de la obra plantea a los espectadores algunas conclusiones, lo que genera que, luego de ver Pacífico, puedan quedar preguntas en el aire: ¿Qué buscamos acercándonos tanto a los límites? ¿Qué estamos dispuestos a arriesgar en cualquier cambio? ¿Cómo manejamos la soledad aún en compañía? ¿Qué nos hace, en un momento difícil, tomar la decisión más complicada de ejecutar?
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Recomendada
Pacífico se presenta los viernes a las 20:30 horas en El Portón de Sánchez (Sánchez de Bustamante 1034 - CABA)
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FICHA TÉCNICA
PACÍFICO de Daniela Salerno y Laura Fernández
Con: Daniela Salerno
Dise��o de escenografía: Nicolás Botte
Realización: Nicolás Botte, Jerónimo Tedeschi, Manu Tedeschi, Emiliano Szumczuk
Diseño de luces: Matías Sendón
Diseño de vestuario: Lara Sol Gaudini
Diseño sonoro: Zypce
Diseño Gráfico: Martín Gorricho
Realización audiovisual: Boukhelfa Mohamed Amine
Fotografía: Vicky Mc Coubrey
Prensa y redes sociales: Prensópolis
Producción ejecutiva: Alejandro Rozenholc
Asistencia de dirección: Daniela Tuvo
Dirección: Laura Fernández
Agradecimientos: Mariano Llinás y Martín Orqueda.
Funciones: Viernes 20.30 horas
Sala: El portón de Sánchez. Sánchez de Bustamante 1034. Ciudad de Buenos Aires.
Duración: 75 minutos
Entradas: Alternativa
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En este blog hay fotos y videos tomados por Kenny Lemmes, Lara Sol Gaudini, Roco Saenz, Belen Coluccio, Juan Malka, Martín Flores Cárdenas, Francisco Bertín. ¡Gracias!
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"Oddio, forse mi sta facendo la corte. O forse mi sfotte, come prima. Di sicuro io sto civettando. Senza esibire tette e culo (che non sono granché), senza protendere labbroni siliconati da sesso presidenziale, senza sbattere ciglia da giraffa (sono un po' più lunghe di quelle da cerbiatta, se ci si arrampica abbastanza per vederle), ma con le parole, che è il modo che più mi piace, anzi l'unico che mi piace veramente. La semplice arte del delitto come anticipazione di un eccitante mariavaudage" (Camilla Baudino in “La collega tatuata” di Margherita Oggero)
Other drawings
#provaci ancora prof#camilla baudino#gaetano berardi#gaudini#pap#margherita oggero#la collega tatuata#drawing#my drawing#disegno#disegnare#paolo conticini#veronica pivetti#gaetano x camilla#camilla x gaetano#gaetano berardi x camilla baudino#camilla baudino x gaetano berardi#quotes
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The Art of Event Planning: Pro Tips from an Industry Insider
The Art of Event Planning: Pro Tips from an Industry Insider
Price: (as of – Details) “In The Art of Event Planning, Gianna Gaudini demystifies the process, challenges and joys of event planning at the highest level. She comes to the table as a highly seasoned professional, but she delivers incredible information that can be applied to a large event or the most intimate dinner at home, interchangeably. She is so generous with her experience and has so…
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