#gatto in posa
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#gatto#gatta#cat#gatto calico#calico#calico cat#occhi gialli#yellow eyes#gatto in posa#posing cat#animali#animals#animali domestici#pets#amore#love
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...ancora gatti 😸
#pensieri per la testa#persa tra i miei pensieri#fotografia#foto#scatto fotografico#gatto#gatti#micio#micetto#gattino#occhi blu#sguardo fiero#in posa#sornione#cute#adorabile#miagolio#miao
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Il gatto non è mai stato colto in una posa che non fosse fotogenica.
Lillian Jackson
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velleità
Coro di morti nello studio di Federico Ruysch Sola nel mondo eterna, a cui si volve Ogni creata cosa, In te, morte, si posa Nostra ignuda natura; Lieta no, ma sicura Dall’antico dolor. da grande voglio fare il gatto l'atomo: rimanere nel mio stato fondamentale (come un abbraccio, ma più stabile) senza aspettative né cure né pensieri, finché una fortuita interazione fornisca eventualmente energia; allora passare ad uno stato eccitato per poi riemettere l'energia e tornare alla base. e così via: felicità a momenti e futuro indeterminato, ma certissimo. da Giornale intimo di una fanciulla instabile, anonimo sec. xx
#giornale#citazioni#leopardi#operette morali#federico ruysch#coro di morti#atomo#gatto#felicità a momenti#tonino carotone#abbraccio
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Il gatto non è mai stato colto in una posa che non fosse fotogenica.
|| Lillian Jackson Braun
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Un libro una fica; un piatto di pasta un paio di tette; il gatto che fa le fusa sul culo. Poi va beh ci sono i maschietti che fanno la stessa cosa: cucinano e si mettono in posa i muscoli, per dirne una. Com'è che era, "Stop sexualizing body"?
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Storiella con morale
"Il gatto e la farfalla"
Un gatto è fermo su un prato e si sta godendo il sole. Una farfalla gialla e rosa gli si posa sul muso. Il gatto sembra sorridere e fa per accarezzarla, ma le sue unghie sfiorano la fragile ala dell'insetto e la lacerano. La farfalla non può più volare e morirà dopo pochi secondi. Il gatto torna a godersi il sole.
Morale: il gatto è un animale pericoloso persino quando è in buona fede; pericoloso e menefreghista.
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LA GATTOTERAPIA ESISTE!
Un giorno a Londra, in un istituto che studiava le terapie da applicare agli umani, una gatta di nome Marta è entrata nel laboratorio.
Mentre passava davanti al generatori della corrente a bassa frequenza, i sensori sono andati in tilt.
Gli scienziati hanno misurato il campo elettromagnetico della gatta e hanno capito che il gatto è in grado di sostituire il costoso generatore: il suo campo era più potente. Una corrente a bassa frequenza si usa per la cura delle infiammazioni croniche.
Dopo questo inaspettato risultato è stato fatto un esperimento: un gruppo di persone è stato curato con un generatore di corrente di bassa frequenza, mentre nell'altro gruppo sul posto da trattare avevano messo un gatto.
Il risultato: coloro che hanno fatto la gattoterapia sono guariti tutti, mentre nell'altro gruppo era guarita soltanto la metà dei malati.
Il pelo del gatto produce la corrente a bassa frequenza, mentre il contatto tra i peli fa nascere un potente campo elettrico.
Queste correnti possono agire sul focolai d'infiammazione e uccidere i microbi.
Un gatto è in grado di sostituire ben 5 moderni generatori di corrente a bassa frequenza. Il gatto stesso non subisce nessun danno, e sa anche quando terminare la seduta e prendersi cura di se stesso.
La terapia felina è particolarmente efficace per la cura delle articolazioni e delle malattie ginecologiche. Le donne possono semplicemente posare il gatto di casa sulla pancia, accarezzandolo per una ventina di minuti, per avere un effetto terapeutico.
Il contatto terapeutico del gatto migliora la circolazione del sangue e rigenera i tessuti.
Il massaggio che i gatti fanno con le unghie, in realtà, agisce sui punti di riflesso, similmente agli aghi dell'agopuntura.
Anche le fusa dei gatti è una terapia (del suono); le fusa sono più potenti della terapia ad ultrasuoni (il gatto stesso fa le fusa per curare se stesso, oltre alle fusa del piacere).
La banda delle frequenze delle fusa (25 - 50 Hz, con le punte fino a 150 Hz) rafforza le ossa, migliora la circolazione cerebrale, stabilizza la pressione e il ritmo cardiaco.
I gatti sanno trasformare l'energia della malattia, sapendo scambiare la loro energia con l'energia umana (occorre dire che l'energetica dei gatti è molto simile a quella umana).
Esistono le malattie "yin", con la mancanza dell'energia (nevrastenia, artrite, l'ipotensione, la stanchezza cronica), per la cura delle quali il gatto va messo di modo che la sua testa sia a sinistra e la parte posteriore del corpo, a destra. Per queste malattie sarebbero più adatti i gatti bianchi. Per le malattie "yang" (l'ipertensione, infarto, l'ictus) il gatto si mette in posizione inversa; per queste malattie sarebbero più adatti i gatti neri.
I gatti grigi e i tigrati sono "universali" e curano tutto, mentre quelli rossi caricano i loro umani di energia positiva.
Esiste una teoria secondo la quale il gatto sarebbe l'unico animale capace di assorbire una piccola quantità di energia negativa, perciò ogni tanto vediamo i gatti sopra i computer e gli elettrodomestici.
Il gatto sente quando in un certo punto del corpo umano cambia il potenziale energetico, si posa sopra e così riesce ad equilibrare il sistema energetico umano. La gattoterapia può far assorbire degli ematomi interni, senza parlare del ripristino degli scambi cellulari. Coloro che amano i gatti, infatti, si rivolgono ai medici di meno rispetto a chi li evita.
... E' impossibile costringere il gatto a curare il suo umano; occorre che tra i due ci sia l'amore e la fiducia; e i gatti sono molto sensibili a come sono trattati. Il gatto è capace anche di morire se il suo proprietario ha accumulato troppa energia negativa.
- Gabriella Mangano
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LA GATTOTERAPIA NON E' UNO SCHERZO....
Un giorno a Londra, in un istituto che studiava le terapia da applicare agli umani, una gatta di nome Marta è entrata nel laboratorio.
Mentre passava davanti ai generatori della corrente a bassa frequenza, i sensori sono andati in tilt. Gli scienziati hanno misurato il campo elettromagnetico della gatta e hanno capito che il gatto è in grado di sostituire il costoso generatore: il suo campo era più potente. Una corrente a bassa frequenza si usa per la cura delle infiammazioni croniche.
Dopo questo inaspettato risultato è stato fatto un esperimento: un gruppo di persone è stato curato con un generatore di corrente di bassa frequenza, mentre nell'altro gruppo sulla parte da trattare avevano messo un gatto.
Il risultato: coloro che fecero la gattoterapia sono guariti tutti, mentre nell'altro gruppo era guarita soltanto la metà dei malati.
Il pelo del gatto produce la corrente a bassa frequenza, mentre il contatto tra i peli fa nascere un potente campo elettrico. Queste correnti possono agire sul focolai d'infiammazione e uccidere i microbi.
Un gatto è in grado di sostituire ben 5 moderni generatori di corrente a bassa frequenza. Il gatto stesso non subisce nessun danno, e sa anche quando terminare la seduta e prendersi cura di se stesso.
La terapia felina è particolarmente efficace per la cura delle articolazioni e delle malattie ginecologiche. Le donne possono semplicemente posare il gatto di casa sulla pancia, accarezzandolo per una ventina di minuti, per avere un effetto terapeutico.
Il contatto terapeutico del gatto migliora la circolazione del sangue e rigenera i tessuti.
Il massaggio che i gatti fanno con le unghie, in realtà, agisce sui punti di riflesso, similmente agli aghi dell'agopuntura.
Anche le fusa dei gatti è una terapia (del suono); le fusa sono più potenti della terapia ad ultrasuoni (il gatto stesso fa le fusa per curare se stesso, oltre alla fusa del piacere).
La banda delle frequenze delle fusa (25 - 50 Hz, con le punte fino a 150 Hz) rafforza le ossa, migliora la circolazione cerebrale, stabilizza la pressione e il ritmo cardiaco.
I gatti sanno trasformare l'energia della malattia, sapendo scambiare la loro energia con l'energia umana (occorre dire che l'energetica dei gatti è molto simile a quella umana).
Esistono le malattie "yin", con la mancanza dell'energia (nevrastenia, artrite, l'ipotensione, la stanchezza cronica), per la cura delle quali il gatto va messo di modo che la sua testa sia a sinistra e la parte posteriore del corpo, a destra. Per queste malattie sarebbero più adatti i gatti bianchi. Per le malattie "yang" (l'ipertensione, infarto, l'ictus) il gatto si mette in posizione inversa; per queste malattie sarebbero più adatti i gatti neri.
I gatti grigi e i tigrati sono "universali" e curano tutto, mentre quelli rossi caricano i loro umani di energia positiva.
Esiste una teoria secondo la quale il gatto sarebbe l'unico animale capace di assorbire una piccola quantità di energia negativa, perciò ogni tanto vediamo i gatti sopra i computer e gli elettrodomestici.
Il gatto sente quando in un certo punto del corpo umano cambia il potenziale energetico, si posa sopra e così riesce ad equilibrare il sistema energetico umano. La gattoterapia può far assorbire degli ematomi interni, senza parlare del ripristino degli scambi cellulari. Coloro che amano i gatti, infatti, si rivolgono ai medici di meno rispetto a chi li evita.
... E' impossibile costringere il gatto a curare il suo umano; occorre che tra i due ci sia l'amore e la fiducia; e i gatti sono molto sensibili a come sono trattati. Il gatto è capace anche di morire se il suo proprietario ha accumulato troppa energia negativa.
(ranibu.ru)
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A volte sento di non appartenere a questo mondo;
l’anima mia vaga senza posa tra deserti vasti
e praterie.
Il tempo trascorre e vola via senza spazio
per i sogni,
e scorre sulle mie stagioni ingiallite
così come la mia mano su questi versi
inutili.
Di fronte a me la città illuminata a giorno,
nella notte.
Le infrastrutture d’acciaio,
le auto veloci e scintillanti, come dardi di fuoco,
nella notte.
Le insegne dei bar, la gente che passa nella sua gelida indifferenza
milioni di anime che passano lentamente
nella notte.
Ma i miei occhi vedono il passo furtivo di un gatto randagio.
Ed il mio cuore sente un fiore che sboccia in una piccola aiuola.
Forse per questo mi sembra d’essere
un poeta.
Anonimo
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#gatto#cat#gatto rosso#orange cat#gatto tigrato rosso#orange tabby#gatto tigrato#tabby cat#gatto in mezzo ai fiori#cat surrounded by flowers#gatto in mezzo alla natura#cat surrounded by nature#occhi verdi#green eyes#gatto in posa#posing cat#animali#animals#animali domestici#pets#amore#love
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Due
«Fermo lì!» abbaia Hutch. Assottiglia le palpebre. «Ohi! Tu non sei mica un animale» si sorprende, fissando la figura in ombra che, per quanto scura, ha comunque la forma di un essere umano, uno di piccola taglia. «Allora? Chi diavolo sei, eh?» sbotta, piuttosto irritato all’idea di non poterselo mangiare com’era originariamente nei suoi progetti iniziali.
Purtroppo per lui e per le sue futili speranze, la sua preda non apre bocca, si limita a fissarlo di rimando. Li vede, i suoi occhietti che brillano nel buio come quelli dei gatti. Solo che quello lì non è un gatto, è una persona. Un qualcuno che gli ha scroccato le provviste delle ultime due settimane, mannaggia a lui!
«Si può sapere perché sei sempre in casa mia? La dispensa non è la tua, sai. Non puoi mangiarti le provviste anche degli altri, ogni tanto?» lamenta.
Di nuovo non ottiene uno straccio di risposta. Il ladro di cibo si limita a tenerlo sotto tiro con lo sguardo, senza muovere un muscolo. Hutch, stufo di quel tira e molla, fa un passo avanti, e allora sì che il ladro si muove, balzando indietro e facendo venire un soprassalto di sorpresa al padrone di casa.
«Ah, ma allora sei vivo, eh? Perché non dici niente? Troppa fifa?» lo punzecchia, sperando di prenderlo in fallo.
Così non è, per sua somma disperazione, allora prova un altro passo avanti. Magari lo può spaventare quel tanto da convincerlo a non tornare più nella sua cucina. Invece l’ombra dagli occhi brillanti fa un improvviso scatto laterale verso la finestra e, prima di scavalcarla e filar via come una saetta, una scheggia di luce acuminata raggiunge Hutch, il quale grida di dolore afferrandosi il braccio destro e lanciando una sequela di barbari improperi al dannato ladro.
A tentoni, una volta certo che l’ombra di forma umana se la sia svignata, Hutch recupera la lampada dalla credenza e fa un poco di luce, quel tanto sufficiente a dare un’occhiata al danno. Quella specie di demonio gli ha piantato un coltello nel braccio! Ma che diavolo! Non ci sono più i ladri normali che ti sparano addosso e fuggono con la refurtiva? Oh, giusto: sì che ci sono, c’è il maledetto gran capo Sant’Antonio, che si fa un punto d’onore nel non lasciare vivo nemmeno un topolino.
Hutch si fissa il braccio, desolato, già immaginando il male cane che farà levarsi quella cavolo di lama dalla sua povera carne martoriata. E pensare che se lo voleva mangiare, il ladro da strapazzo. Invece per poco non è stato il ladro a farlo a fettine. Sbuffa, abbastanza contrariato, e lancia un’occhiata alla credenza. Socchiusa! Il maledetto gli ha pure fregato il cibo! Non c’è più rispetto per le provviste altrui. Dove finirà il mondo di questo passo?
Torna in camera da letto e recupera della stoffa pulita dal cassetto. Fruga nello stipetto accanto al letto e mette sottobraccio una bottiglia di tequila ancora mezza piena. Torna nella sala principale, si siede al tavolo, vi posa sopra quel che ha recuperato in camera e di nuovo fissa mesto il suo braccio disgraziato. Sospira, e infine si rassegna all’inevitabile: sfila via la lama con uno strattone deciso, urla per la fitta di pungente dolore che gli attraversa il braccio fino alla spalla e lancia una nuova e molto sentita sequela di maledizioni al ladro. Poi, un po’ piagnucolando e un po’ borbottando, versa sopra il taglio abbondante distillato, caccia un altro grido straziante e ingolla un sorso di tequila per dimenticare, almeno in minima parte, quella notte sciagurata.
«Maledetto. Stramaledetto» brontola all’indirizzo di quel… di quel… maledetto! Accidenti.
Oh, ma lo troverà un modo per fargli scontare quell’affronto. Altroché. Che si sappia che Hutch Bessy non si lascia derubare dei suoi averi senza conseguenze! Per la miseria, non voleva nemmeno ammazzarlo, alla fin fine. Voleva solo scoprire chi diamine si prendeva il disturbo di infilarsi tutto il tempo in casa sua per fregarsi le provviste. Sospira di nuovo, per l’ennesima volta. Rimugina su quanto accaduto, su quel che può aver visto. Poco o nulla in verità: giusto il brillio dei suoi occhi e un’ombra minuta. Piega la testa, pensando. Forse si tratta di una ragazza? Forse il figlio di qualche peone in disgrazia? O magari un piccolo Tarahumara a corto di prede migliori? Vai a saperlo. Ha il presentimento che dovrà scoprirlo a sue spese, e l’idea non lo rallegra affatto.
╬╬
«Hutch, il capo ti cerca» lo avvisa Iaco dalla finestra.
E ti pareva. Sempre nei momenti meno indicati lo cerca quello lì.
«Sì, sì, arrivo» taglia corto con uno sventolio irritato della mano (sinistra, perché quella destra è attaccata al braccio fasciato e non ha voglia di maltrattarla più del dovuto).
«Ehi, che hai fatto al braccio?» si informa Iaco.
«Sono anche cavoli miei, sai. Perché non pensi ai tuoi denti, piuttosto» ringhia seccato.
«Ma i miei denti stanno bene» protesta interdetto.
«Non per molto, se continui a seccarmi» minaccia fosco.
Il collega coglie al volo l’invito e decide che non è il caso di irritarlo oltre. Il resto del tragitto verso il nascondiglio del gran capo lo trascorrono in silenzio.
«Bene, bene. Guarda un po’ chi ci degna della sua preziosissima presenza. Benvenuto, mio caro amico» lo accoglie Sant’Antonio.
Hutch storce il naso e trattiene a stento un sospiro irritato. «Sono venuto proprio perché mi hai cercato» fa presente in un tono più neutro possibile, onde evitare spiacevolezze.
Non che si possano davvero prevedere le conseguenze dello stare in presenza di Bill Sant’Antonio, in realtà. Però si può evitare di offrirgli troppa corda. Ed è esattamente quel che cerca di fare Hutch quando il gran capo necessità di avercelo intorno.
«Mi fa un immenso piacere che tu ti senta in dovere di accorrere al mio richiamo. Proprio come un bravo cagnolino devoto al padrone, non è vero?» puntualizza Bill.
«Proprio» conviene Hutch, senza minimamente dar retta alle sciocchezze che escono dalla sua bocca marcia.
«Meraviglioso! Ho un incarico per te» taglia corto.
“Sì, assolutamente meraviglioso” pensa Hutch con abbondante dose di sarcasmo, rimanendo comunque zitto ad ascoltare quel che ha da offrire Sant'Antonio.
«Mi devi portare una persona. Mi serve viva, capisci? Devo parlarci, con questa persona, quindi oltre a essere viva deve anche capire quel che gli domanderò. Intendi bene quel che ti sto dicendo?»
«Perfettamente. La persona in questione ti serve che respiri e pensi, ma che non se la squagli alla prima buona occasione» suppone Hutch.
«Assolutamente corretto, mio buon segugio! Amo quando la gente segue i miei ragionamenti senza dover fare troppa fatica. Ora, mio carissimo, parliamo di questa persona di cui ho necessariamente bisogno.»
Hutch sta per fare spallucce, si trattiene all’ultimo secondo e si limita a fissare la bocca di Sant’Antonio. Gli occhi è meglio evitare di fissarli, se non strettamente necessario. La prima e unica volta che lo ha fatto ha avuto la netta impressione di finire in un gorgo nero senza uscita. No, grazie. Va bene la sua stupida bocca; c’è di peggio. Per esempio, c’è la sua dannata lingua biforcuta, quella che a breve gli toccherà di seguire per capire chi è il prossimo disgraziato che finirà sotto terra.
Tra l’altro pare si tratti di uno che non conosce per nulla. Ma il gran capo si è premurato di istruirlo adeguatamente per far sì che Hutch lo possa reperire senza doversi fermare strada facendo a chiedere informazioni, cosa che avrebbe con buona probabilità minato la sua ricerca sul nascere. Avvisare la vittima di un rapimento dell’arrivo del rapitore non è esattamente un’idea geniale, giusto?
Ed è così che Hutch si rassegna a perdere per lo meno una buona mezza giornata per giustificare le spese e l’alloggio gentilmente offerti e rimborsati da Bill Dannato Sant’Antonio.
#Hutch “Earp” Bessy#Cat “Doc” Stevens#Bill Sant'Antonio#Dio perdona... io no!#fanfiction#Primo Incontro#avventura#R_Roiben_R
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Il gatto non e' mai stato colto in una posa che non fosse fotogenica.
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S. Izzo
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Non siamo il diretto prodotto della Prima Guerra Mondiale.
Eppure a Pisa ci mettiamo in modo da sorreggere la Torre.
E quando il sole tramonta atteggiamo le mani a conchiglia onde cingerlo.
Cosa intendo?
Sapete, è sorta una corrente.
Vien da scriverla minuscola, non è corroborata da ideologici sostrati.
Si chiama "Accidental Surrealism".
Sì, è come quella roba lì di mettere in posa la fidanzata in modo che le sue mani stiano a lato della Torre Pendente.
O che magari si pongano a cuoricino sopra il disco solare quando è rosso.
E cosa c'entrano bellici conflitti?
Be' Surrealismo e Dadaismo erano sorti come reazione alle spaventose orrificità del Quindici Diciotto.
Ed allora Marcel Duchamp con orinatoio e baffi alla Gioconda.
No, non solo quello.
Accantoniamo pure quel filone, che ora vede pallidi epigoni con chi dota Monna Lisa di brandite e fumanti tazzine di caffè e spinelli.
Gli è che la parola è più ampia.
La parola è "reazione".
Agli orrori, ma anche al conformismo.
Già il conformismo.
Verrebbe da considerare:
quelli là - i dadaisti e i surrealisti - erano fior d'intellettuali, mentre ora chi usa il telefonino nella toscana Piazza dei Miracoli non fa che aderire ad una scimmiottante moda.
C'è dell'altro, però.
L'aveva peculiarmente compreso Sigmund Freud, l'aveva acutamente descritto André Breton, proprio nella summentovata culturale temperie:
l'uomo non è pago della realtà.
Meglio:
l'uomo non ama confini.
Se nuvola ha forma di gatto, lasciamo lo sia.
Se passante diviene tricologicamente afro passando davanti ad un albero, parimenti sia.
Così, la dicotomia conformismo/anticonformismo si fa attraversabile.
Rispondere a bisogni psichici, e piuttosto.
Certo, l'esitualità è altra cosa.
Una cosa è pensare e sentire, altra cosa è fare.
E l'Arte non prescinde dal fare.
All rights reserved.
Claudio Trezzani
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Il gatto non è mai stato colto in una posa che non fosse fotogenica.
|| Lillian Jackson Braun
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